L'EDUCAZIONE MORALE NELLE SCUOLE DELL'INFANZIA APPARTENENTI ALLA FISM Problemi e interrogativi Dal Seminario Nazionale di Studio “L'EDUCAZIONE MORALE DEL BAMBINO NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA DI ISPIRAZIONE CRISTIANA" - Assisi, 15/16 dicembre 2007 L'insegnante di scuola cattolica è un educatore cristiano chiamato ad esercitare il suo servizio educativo all'interno di una scuola che, in quanto cattolica, si caratterizza per un particolare Progetto Educativo. A partire dalla specificità di tale Progetto, a lui si chiede che conosca i tratti che definiscono l'identità della scuola cattolica e sia nel contempo disponibile e capace di elaborare una proposta educativa originale e coerente con il Progetto educativo dell'istituzione in cui è chiamato ad operare. A questo proposito sorge subito una domanda: in che cosa consiste la differenza tra l'insegnamento impartito nella scuola cattolica e quello impartito nella scuola statale? Una prima risposta è fornita dal fatto che un docente di scuola cattolica è, da una parte, chiamato a proporre i contenuti culturali e le attività educative che un determinato tipo di scuola deve offrire; dall'altra, egli propone questi contenuti rifacendosi costantemente ad una filosofia cristiana dell'educazione, cioè ad una visione cristiana della persona, della vita e della realtà in genere. Tutto ciò significa che il docente di scuola cattolica assume precise chiavi di lettura dei dati e dei problemi stessi, che lascino maggiormente trasparire i principi di fondo della concezione cristiana dell'educazione cui egli informa la sua proposta educativa. È facile immaginare che questa istanza di carattere generale possa essere realizzata con modalità e significati diversi in riferimento ai diversi ambiti educativi (identificati con ‘campi di esperienza’ o ‘aree disciplinari’ o ‘discipline’): ad esempio, gli ambiti filosofici e letterari o gli ambiti nei quali non è incluso alcun valore morale (la matematica o la geometria); sempre, comunque, l'elemento che fa la differenza viene da una disposizione complessiva del docente verso il sapere, la cultura e le rispettive metodologie1. Una seconda risposta consiste nella valenza critica che la proposta culturale di una scuola cattolica vuole offrire rispetto all'insegnamento che a volte viene svolto in altre scuole e al clima di pensiero e alla mentalità dominante in un determinato momento storico. In questa prospettiva, il docente risulterà intellettualmente onesto ed equilibrato, perché attento anche a quegli aspetti della realtà o del contesto educativo che, per diversi motivi, possono essere non di rado sottovalutati, trascurati o perfino “rimossi” dalle opzioni culturali, pedagogiche e ideologiche presenti nelle scuole non cattoliche. Senza la pretesa di esaurirli, vogliamo citare alcuni di questi aspetti, particolarmente “a rischio” nella temperie culturale contemporanea: il valore della persona, l'educazione religiosa e l'insegnamento della religione, la formazione della coscienza morale, la ricerca di senso, la questione della verità, l'apertura e l'educazione alla vita. Dunque: la formazione della coscienza (l'educazione morale) rappresenta un aspetto rispetto al quale la scuola di ispirazione cristiana ha una responsabilità del tutto particolare. A partire da ciò, può essere utile presentare sinteticamente una possibile articolazione del tema (gli aspetti e i problemi che sembrano meritare particolare attenzione) e alcuni interrogativi che più immediatamente sorgono quando ci si mette a riflettere su di esso. Una possibile articolazione generale della riflessione Una riflessione sufficientemente esauriente sull'educazione morale nella scuola dell'infanzia di ispirazione cristiana dovrebbe toccare fondamentalmente tre aree di problemi. 1. A. Il clima culturale contemporaneo in rapporto al discorso morale (area socioculturale) 1.1. tendenze più significative della cultura contemporanea in rapporto all'etica 1 Così la pensa anche Maritain, quando scrive "Se il maestro possiede la saggezza cristiana, e se il suo insegnamento trabocca da un'anima votata alla contemplazione, il modo o la maniera con cui dà il suo insegnamento, in altre parole, il modo o la maniera secondo la quale la sua anima e il suo spirito possono influenzare e illuminare l'anima e lo spirito di un altro essere umano, trasmetterà allo studente e risveglierà in lui qualche cosa che è al di là della matematica, dell'astronomia o della meccanica: anzitutto, il senso del posto esatto di queste discipline nell'enciclopedia del sapere e nel pensiero umano; quindi, una persuasione comunicata senza parole del valore immortale della verità, delle leggi razionali e dell'armonia che sono presenti nelle cose e la cui prima radice è nell'intelletto divino" (Maritain, L'educazione della persona, Brescia, editrice La Scuola, 1962, pp. 93-94). BASSO - L'EDUCAZIONE MORALE NELLE SCUOLE DELL'INFANZIA APPARTENENTI ALLA FISM 1 1.2. la multiculturalità e la questione dell' "etica pubblica" 1.3. le sfide e i problemi più ricorrenti che si pongono, oggi, alla famiglia e alla scuola in rapporto all'educazione morale 2. B. La morale cristiana: sua originalità e tratti caratteristici (area contenutistica) 2.1. Cristo e la risposta alla domanda morale dell'uomo [cf Veritatis splendor] 2.2. La Chiesa e il discernimento di alcune tendenze della teologia morale odierna [cf enciclica Veritatis splendor] 2.3. La Chiesa di fronte ad alcune questioni morali particolarmente attuali (ad esempio: l'origine della vita, l'eutanasia, la famiglia) [cf. enciclica Evangelium vitae] 3. C. L'educazione morale nella scuola dell'infanzia di ispirazione cristiana (area psicopedagogica e didattica) 3.1. Il compito peculiare e specifico della scuola in rapporto all'educazione morale [cf. L. 53/2003 e "Indicazioni per il curricolo"] 3.2. Origine e sviluppo del sentimento morale nel bambino [cf soprattutto la teoria di Piaget e Kohlberg e la teoria di psicoanalitica] 3.3. suggerimenti e spunti di carattere metodologico per l'educazione morale nella scuola dell'infanzia di ispirazione cristiana - aspetti che possono essere presi in considerazione: 3.3.1. finalità ed obiettivi dell'educazione morale 3.3.2. da una morale negativa ad una morale positiva (insegnare soprattutto al bambino quello che può fare, non solo quello che non deve fare 3.3.3. l'esercizio concreto della disciplina in funzione della interiorizzazione delle norme morali 3.3.4. la comprensione della terminologia morale da parte del bambino 3.3.5. la riscoperta di parole che rischiano di scomparire dal lessico pedagogico contemporaneo (le virtù, la formazione del carattere, l'educazione del cuore, l'educazione della volontà, l'elogio della fatica) 3.3.6. il senso di colpa nel bambino: possibilità e problemi 3.4. educazione morale e carattere multiculturale della sezione - educazione morale tra scuola e famiglia (problema spesso segnalato) 3.5. la figura dell'educatrice in rapporto all'educazione morale (l'insegnante come ‘modello’ e sua credibilità, requisiti dell'insegnante di scuola cattolica, 3.6. convinzioni personali e rispetto della libertà del bambino, stile autorevole di guida) 3.7. educazione morale ed educazione religiosa: distinzione ed intimo collegamento. Interrogativi aperti Anzitutto una premessa. La terminologia usata quando si parla di educazione morale è varia e i significati dei termini usati possono essere facilmente diversi tra coloro che si confrontano su questo tema. Si parla, ad esempio, di regole, abitudini, norme, valori, usi, costumi, atteggiamenti, comportamenti, morale laica e morale religiosa, etica, coscienza. Appare dunque quanto mai opportuna una chiarificazione terminologica che permetta di evitare fraintendimenti ed equivoci. Sono diversi gli interrogativi che sorgono nel momento in cui si comincia a riflettere sul tema dell'educazione morale nella scuola dell'infanzia di ispirazione cristiana. Ne richiamo alcuni. 1. Qual è formalmente l'oggetto dell'educazione morale? Le espressioni abitualmente usate - ‘educazione morale’ - ‘formazione della coscienza’, ‘educazione ai valori’ - sono espressioni simili, cioè in definitiva si equivalgono, o hanno significati diversi? 2. Quali sono i contenuti dell'educazione morale? Riguardano il rapporto con Dio, con se stessi e con gli altri o riguardano di fatto, praticamente, i rapporti interpersonali (le regole sociali di convivenza)? 3. È possibile individuare una serie di ‘valori comuni’ che si dovrebbero proporre a tutti? Tali valori costituirebbero quella che oggi viene chiamata ‘etica pubblica’ (cioè un'etica condivisa da tutti)? Si tratterebbe, in definitiva, della cosiddetta ‘morale laica’? E - domanda immediatamente conseguente - su che cosa si può (o si deve) fondare il consenso attorno a questi ‘valori comuni’ (o etica pubblica)? Basta mettersi d'accordo su quali regole adottare per rendere vivibile la convivenza umana (una specie di ‘galateo sociale’ che viene adottato da tutti)? Oppure è necessario trovare risposte soddisfacenti a domande quali: che cosa è il bene e che cosa è il male? Qual è il bene più alto dell'uomo? È vero BASSO - L'EDUCAZIONE MORALE NELLE SCUOLE DELL'INFANZIA APPARTENENTI ALLA FISM 2 4. 5. 6. 7. 8. o f a l s o c h e l ' u o m o a g e n d o b e n e s i eleva in qualità umana e agendo male si degrada? In definitiva: chi ci dice come dobbiamo vivere? Oggi si usa a volte l'espressione: ‘valori non negoziabili’, oppure `valori irrinunciabili'. Che cosa si intende con questa espressione? È possibile fare un elenco di questi valori? Esiste una morale specificamente cristiana o la morale cristiana è la morale universalmente umana? È accettabile questa risposta: ‘per quanto riguarda i contenuti concreti o materiali della norma, la morale cristiana non si differenzia dalla morale universalmente umana; ciò che fa la differenza è l'intenzionalità (cioè: cosa vuol dire essere buoni è la stessa cosa per tutti, ma perché essere buoni no: i cristiani lo fanno infatti per Dio, per il Dio di Gesù Cristo)’? È lecito affermare che debba esistere una differenza tra l'educazione morale proposta nella scuola cattolica e quella proposta in una scuola laica per quanto riguarda: i contenuti, i tempi, i modi ? L'Educazione morale proposta nella scuola si realizza praticamente tramite lo stile di vita che si attua all'interno della scuola stessa (quindi di per sé ogni momento è utile per realizzare l'educazione morale) e la testimonianza di chi vi opera (anzitutto l'insegnante) o è opportuno - o necessario - che sia oggetto anche di un insegnamento `formale' (nel senso che si prevedono contenuti, momenti e modalità particolari e specifici) ? A quali fonti autorevoli si può riferire un'insegnante di scuola dell'infanzia per individuare i valori da proporre ai bambini? Aldo Basso, Consulente Ecclesiastico Nazionale Fism BASSO - L'EDUCAZIONE MORALE NELLE SCUOLE DELL'INFANZIA APPARTENENTI ALLA FISM 3