Fosforilazione ossidativa e adenocarcinoma pancreatico Daniela Basso Dipartimento di Medicina di Laboratorio Azienda Ospedaliera di Padova Via Giustiniani 2, 35128 - Padova La fosforilazione ossidativa è caratterizzata dal passaggio di elettroni attraverso una serie di complessi molecolari noti come sistema di trasporto degli elettroni. In questo processo sono coinvolti cinque complessi molecolari situati in corrispondenza della membrana mitocondriale interna e denominati come segue: complesso I (NADH deidrogenasi), complesso II (succinato deidrogenasi), complesso III (complesso citocromo bc I), complesso IV (citocromo c ossidasi), complesso V (ATP sintetasi). I complessi I, III e IV catalizzano il trasferimento di protoni attraverso la membrana mitocondriale interna e generano in tal modo una differenza di potenziale fra la matrice mitocondriale interna e la matrice mitocondriale esterna il cui mantenimento è essenziale per la normale fisiologia cellulare (1). L'accettore finale di elettroni che vengono trasferiti lungo la catena dei complessi molecolari preposti alla fosforilazione ossidativa è l'ossigeno molecolare che viene ridotto ad acqua dopo aggiunta di 4 elettroni e legame con l'idrogeno. Tuttavia una significativa proporzione degli elettroni evade la catena di trasporto e dà origine all'anione superossido che induce la produzione di perossido di idrogeno (H2O2). L'anione superossido (O2- °) viene generato per riduzione dell'O2 ad opera di un solo elettrone. L'anione superossido è un radicale estremamente reattivo e dannoso. La protonazione dell'anione superossido produce il radicale idroperossido (HO2 °), che può reagire spontaneamente con un altro anione superossido per formare il perossido di idrogeno. L'anione superossido può essere annullato dalla superossido dismutasi, un enzima presente in tutti gli organismi aerobici, la quale converte due di questi radicali in perossido di idrogeno ed ossigeno molecolare. Il perossido di idrogeno, formato dalla superossido dismutasi e da reazioni non catalizzate di radicali idroperossidi, viene attaccato dalla catalasi, una proteina eme, ubiquitaria che catalizza la dismutazione del perossido di idrogeno in acqua e ossigeno molecolare. Le perossidasi, anch'esse proteine eme, catalizzano reazioni analoghe in cui il perossido di idrogeno viene ridotto ad acqua da un riducente (AH2) Il perossido di idrogeno in eccesso reagisce con gli ioni Fe++ dando origine a radicali idrossili. Le specie reattive dell'ossigeno sopra descritte o radicali liberi dell'ossigeno (ROS) possono alterare proteine, lipidi e acidi nucleici, alterando significativamente la fisiologia cellulare. Un eccesso di glucosio può causare una alterazione del processo di fosforilazione ossidativa che a sua volta può provocare una eccessiva produzione di ROS ed una alterazione della differenza di potenziale a livello della membrana mitocondriale interna. Queste alterazioni della fisiologia del mitocondrio possono indurre la morte cellulare programmata. 1/4 Fosforilazione ossidativa e adenocarcinoma pancreatico Morte cellulare programmata Segnali proapoptotici inducono l'attivazione delle proteine Bax e Bak; la prima è normalmente situata nel citosol in prossimità della membrana mitocondriale esterna, mentre la seconda è strettamente associata alla membrana mitocondriale esterna. L'attivazione di Bax e Bak comporta la loro coalescenza sulla membrana mitocondriale esterna in larghi foci seguita dalla permeabilizzazione della stessa membrana. A questo fenomeno fa seguito il rilascio nel citosol di una serie di proteine mitocondriali, fra cui il citocromo c e SMAC (second mitochondria-derived activator of caspases)/diablo, che partecipano indipendentemente nel processo di attivazione delle caspasi. Il citocromo c induce l'oligomerizzazione di APAF-1, che in tal modo è in grado di indurre la dimerizzazione e l'attivazione della caspasi 9, a sua volta attivatore delle caspasi 3 e 7, gli esecutori attivi dell'apoptosi (2,3). Sono potenti induttori del rilascio di citocromo c i peptidi BH3, derivati dalla proteina Bid comprendenti gli aminoacidi 80-99 della suddetta proteina. Questi peptici agiscono indipendentemente dalla depolarizzazione della membrana mitocondriale interna, come si verifica in assenza di fattori di crescita o di glucosio (4,5). Le cellule neoplastiche pancreatiche producono in maniera autocrina numerosi fattori di crescita e internalizzano elevate quantità di glucosio attraverso l'iperespressione del trasportatore di glucosio Glut1. Queste cellule inoltre sono adattate alla crescita in medium a bassa tensione di ossigeno e questo comporta una aumentata sintesi di HIF1a, che a sua volta attiva la trascrizione di geni, fra cui met e CXRC4, che favoriscono la glicolisi, la neovascolarizzazione e la metastatizzazione (6). Per essere attivo HIF1a deve essere stabilizzato nel citosol e questo avviene quando l'enzima HIF1a prolil idrossilasi (PHD) che catalizza l'idrossilazione di HIF1a, è inattivo. E' stato dimostrato che un accumulo di succinato nel mitocondrio, fenomeno osservabile nel caso di una ridotta attività della succinato deidrogenasi, provoca il passaggio nel citosol del succinato stesso che inibisce l'HIF1a prolil idrossilasi (6). Il succinato può in tal modo favorire l'attivazione di HIF1a e quindi favorire la glicolisi, la neovascolarizzazione e la metastatizzazione. In quest'ottica il complesso II della fosforilazione ossidativa, che catalizza la conversione del succinato a fumarato, viene considerato un soppressore della crescita neoplastica. In un nostro studio precedente (7) abbiamo dimostrato che il terreno condizionato da cellule neoplastiche pancreatiche è in grado di modificare il livello di espressione di numerosi geni che codificano proteine coinvolte nella funzione mitocondriale, quali la NADH deidrogenasi, parte del complesso I, la mitofilina mitocondriale, l'isocitrato deidrogenasi 3 beta (IDH3B) e la propionil coenzima A carbossilasi. Abbiamo ipotizzato che le cellule neoplastiche pancreatiche producono fattori solubili in grado di indurre una accelerazione del ciclo mitocondriale degli acidi tricabossilici, che comporta una aumentata produzione di NAD e FAD a loro volta favorenti la faosforilazione ossidativa. Questo garantirebbe il mantenimento della differenza di potenziale della membrana mitocondriale interna e potrebbe contrastare il rilascio di citocromo c rendendo le cellule maggiormente resistenti all'apoptosi. Un aumentata fosforilazione ossidativa potrebbe ridurre la disponibilità di succinato, una ridotta attività della HIF1a idrossilasi e quindi favorire l'attività della HIF1a. Abbiamo inoltre documentato che specifiche sequenze del DNA mitocondriale, che codifica alcune proteine dei complessi respiratori, risultano predisporre i pazienti affetti da neoplasia pancreatica allo sviluppo di diabete e condizionano una prognosi più severa (8). Nel loro insieme i risultati di questi studi indicano come la funzione mitocondriale possa essere un target importante nel carcinoma pancreatico. Una accelerazione del ciclo degli acidi tricarbossilici ed una alterazione della fosforilazione ossidativa secondari alla azione di mediatori prodotti dalle 2/4 Fosforilazione ossidativa e adenocarcinoma pancreatico cellule neoplastiche pancreatiche, potrebbero essere le basi biologiche da un lato dello stato ipermetabolico e della precoce cachessia riscontrabile nei pazienti affetti da adenocarcinoma pancreatico e dall'altro della resistenza all'apoptosi descritta in queste cellule neoplastiche. Entrambi questi aspetti contribuiscono nel ridurre a pochi mesi la spettanza di vita dei pazienti affetti da questa neoplasia. Nelle cellule dove prevalga lo stato ipermetabolico la biodisponibilità di ossigeno condiziona la quantità di ROS che vengono prodotti. L'ossigeno in eccesso favorisce la produzione di ROS, mentre viceversa una scarsa disponibilità di ossigeno riduce la produzione di ROS e la fosforilazione ossidativa. Bibliografia 1. Van Houten B, Woshner V, Santos JH. Role of mitochondrial DNA in toxic responses to oxidative stress. DNA Repair (Amst). 2005 May 3 [Epub ahead of print] 2. Green DR. Apoptotic pathways: ten minutes to dead. Cell 121: 671-674, 2005. 3. Youle RJ, Karbowski M. Mitochondrial fission in apoptosis. Nature Rev 6 :657-663, 2005. 4. Gottlieb E, Armor SM, Thompson CB. Mitochondrial respiratory control is lost during growth factor deprivation. Proc Natl Acad Sci U S A. 99:12801-12806, 2002. 5. Gottlieb E, Armor SM, Harris MH, Thompson CB. Mitochondrial membrane potential regulates matrix configuration and cytochrome c release during apoptosis. Cell Death Differ 10:709-717, 2003. 6. Selak MA, Armor SM, MacKenzie ED, Boulahbel H, Watson DG, Mansfield KD, Pan Y, Simon MC, Thompson CB, Gottlieb E. Succinate links TCA cycle dysfunction to oncogenesis by 3/4 Fosforilazione ossidativa e adenocarcinoma pancreatico inhibiting HIF-alpha prolyl hydroxylase. Cancer Cell 7:77-85, 2005. 7. Basso D, Millino C, Greco E, Romualdi C, Fogar P, Valerio A, Bellin M, Zambon CF, Navaglia F, Dussini N, Avogaro A, Pedrazzoli S, Lanfranchi G, Plebani M. Altered glucose metabolism and proteolysis in pancreatic cancer cell conditioned myoblasts: searching for a gene expression pattern with a microarray analysis of 5000 skeletal muscle genes. Gut 53:1159-116, 2004. 8. Fogar P, Navaglia F, Basso D, Greco E, Sperti C, Zambon C-F, Falda A, Stranges A, Pasquali C, Pedrazzoli S, Plebani M. Mitochondrial DNA (mtDNA) mutations: new insights for pancreatic cancer diagnosis and prognosis. 37h European Pancreatic Club (EPC) Meeting, Graz, Austria 6-8 luglio 2005: Pancreatology A13, 108. 4/4