Articolo originale Vol. 96, N. 9, Settembre 2005 Pagg. 424-427 Cellule mononucleate periferiche e livelli di citochine circolanti in corso di terapia con adalimumab in pazienti con artrite reumatoide Maurizio Benucci1, Francesca Li Gobbi1, Fiammetta Fossi1, Emanuela Cammelli2, Mariangela Manfredi2 Riassunto. Scopo dello studio è stato quello di valutare in 14 pazienti affetti da artrite reumatoide, con dose stabile di metrotrexato l’integrità del sistema immunitario durante terapia con adalimumab 40 mg ogni due settimane per sei mesi. Non sono state osservate differenze rispetto al basale per quanto concerne le sottopopolazioni linfocitarie e i monociti circolanti, mentre, dopo sei mesi, si osservava, rispetto al gruppo di controllo, una riduzione del TNFα, di IL-6 ed un aumento di IL-10 nel siero. Adalimumab non riduce i CD14 e i CD56, che sono importanti nella difesa contro le infezioni. Parole chiave. Adalimumab, cellule mononucleate circolanti, citochine. Summary. Peripheral mononuclear cells and cytokine circulating levels during adalimumab therapy in patients with rheumatoid arthritis. The aim of the study was to evaluate the composition and functional integrity of the various components of immune response in patients with rheumatoid arthritis (RA). We evaluated in 14 patients with RA with stable methotrexate therapy 12.5 mg/weekly, the number of peripheal mononuclear (PMN) cells lymphocytes, monocytes and the circulating levels of TNFα, IL-6 and IL-10 before and during adalimumab therapy 40 mg every other week for 6 months. No difference in baseline versus 6 months values between two treated group for PMN cells. Data about cytokines show a reduction for TNFα, IL-6 circulating levels and an increase for IL-10 circulating levels. Our data reveal that adalimumab doesn’t reduce lymphocyte population and subsets such as CD14 or CD56 cells that have an important role against infections. Key words. Adalimumab, cytokine, peripheral mononuclear cells. diologica della malattia4. Quest’ultima riflette il danno articolare e va di pari passo con la disabilità del paziente. Purtroppo i farmaci biologici per Il trattamento con farmaci biologici antii loro effetti sul TNFα favoriscono l’insorgenza di TNFα, (infliximab, etanercept, adalimumab), ha effetti collaterali. I princambiato il decorso delcipali sono la comparsa di l’artrite reumatoide1,2,3. I infezioni come tubercoloprincipali studi pubblicaAbbiamo valutato gli effetti di adalimumab, si, listeriosi, sepsi, ma ti su i tre farmaci hanno α completamenun nuovo anticorpo anti-TNFα anche infezioni rare deldimostrato che da soli o te umano, sull’integrità del sistema immunil’apparato respiratorio5,6. meglio in aggiunta al metario in pazienti affetti da artrite reumatoide. Gli altri effetti sul sistetotrexato determinano ma immunitario permetun netto miglioramento tono di osservare l’indudelle condizioni cliniche zione di autoanticorpi, dei pazienti valutate in mentre l’insorgenza di quadri tipo “lupus-like termine di punteggio ACR20-50-70; inoltre i farsyndrome” sono rari7. Le infezioni insorgono solimaci anti-TNFα si sono dimostrati capaci di raltamente nei primi mesi di trattamento. lentare o addirittura bloccare la progressione raIntroduzione 1Sezione di Reumatologia, Dipartimento Medicina Interna; 2Unità Operativa Semplice di Immunologia e Allergologia, Nuovo Ospedale S.Giovanni di Dio, ASL 10, Firenze. Pervenuto il 19 giugno 2005. M. Benucci, et al.: Cellule mononucleate periferiche e citochine circolanti in corso di terapia con adalimumab Materiali e metodi Abbiamo arruolato 14 pazienti tutti di sesso femminile affetti da artrite reumatoide che rispondevano ai criteri ANTARES del Ministero della Salute per effettuare una terapia biologica. A tutti i pazienti in terapia con una dose stabilizzata di metotrexato (MTX) in media 12,5 mg settimanali e con dose steroidea media di 6,25 mg di metilprednisolone giornaliera, veniva aggiunta terapia con adalimumab 40 mg ogni 14 giorni sc. Come gruppo di controllo si includevano 12 pazienti che assumevano alla stessa dose precedente solo metotrexato e metilprednisolone. Ai pazienti al tempo 0 (T0) e dopo sei mesi (T6) di trattamento venivano valutati i seguenti paramentri: sottopopolazioni linfocitarie CD3, CD4, CD8, CD16/56, CD19, conta dei monociti CD14. La determinazione veniva eseguita utilizzando un sistema citofluorimetrico Coulter Epics XL MCL ed il preparatore TQ-prep. Sono stati utilizzati i seguenti anticorpi monoclonali CYTO-STAT tetraCHROME CD45-FITC/CD4-RD1/CD8-ECD/CD3PC5 e CD45-FITC/CD56-RD1/CD19- ECD/CD3-PC5, e anti-CD14 FITC-HLA DR-PC-5 ed il tetraONE SYSTEM per il sistema citofluorimetrico Coulter Epics XL MCL. Abbiamo valutato il numero assoluto di cellule mononucleate circolanti. Inoltre sono state valutate alcune citochine della flogosi che rivestono un ruolo nell’artrite reumatoide, utilizzando Quantikine RD Systems Immunoassay, un test ELISA in fase solida designato per misurare i livelli circolanti sierici di TNFα, IL-6 e IL-10. ANALISI STATISTICA Abbiamo analizzato i dati utilizzando il sistema SPSS 10 per Windows. Un T Student’s test per campioni indipendenti era utilizzato per comparare i valori delle cellule mononucleate circolanti e delle citochine, espressi come media±deviazione standard (SD) e con ANOVA test per la comparazione tra i due gruppi. Il valore del p minore di 0,05 era considerato statisticamente significativo. Risultati La tabella 1 mostra i dati ottenuti al T0 e al T6 per i due gruppi di pazienti. Per quanto concerne i valori delle sottopopolazioni linfocitarie e per la conta dei mono- 425 citi circolanti non esistono differenze significative tra il gruppo adalimumab+metotrexato rispetto al gruppo metotrexato da solo. Viceversa il gruppo adalimumab+metotrexato mostra una variazione delle citochine circolanti: in particolare si è osservata una riduzione –43% vs –25% per i valori del TNFα, –57% vs –13% per l’ IL-6, e un incremento del +38% vs +2% per l’ IL-10 rispetto al gruppo methotrexate. Discussione I dati in nostro possesso indicano che l’azione dei farmaci biologici a livello del sistema immunitario sono diversi. Adalimumab sembra infatti non influenzare i livelli delle cellule circolanti immunocompetenti. In particolare, non si dimostra una riduzione delle cellule CD19, elementi del sistema B; dei CD56, elementi importanti nella risposta ai virus e dei CD14, elementi del sistema monocitomacrofagico. Questo comportamento era già stato dimostrato in un altro lavoro pubblicato come estratto9, in cui si osservava, inoltre, che pazienti trattati con adalimumab e pazienti trattati con placebo non presentavano incrementi di cellule che esprimevano IFN-γ, un indicatore di risposta cellulare TH1; e di IL-4, indicatore di risposta anticorpale TH2 mediata9. Viceversa, i dati per il monoclonale chimerico infliximab indicano una riduzione attraverso il meccanismo della citotossicità anticorpo-dipendente dei livelli circolanti di CD14 e CD56 9. Questo può spiegare la diversa percentuale di infezioni rinvenute nei trial clinici ma anche nei dati di post-marketing10. Le cellule NK hanno un importante ruolo nella difesa contro le infezioni e contro le neoplasie. Attraverso la secrezione di citochine regolano inoltre la risposta immune attraverso linfociti T e B11. L’attività citotossica e la sopravvivenza delle cellule NK sono regolate negativamente dalla presenza di anticorpi diretti contro il FCgRIII (CD16), recettore di superficie. Tabella 1. - Valori assoluti delle sottopopolazioni linfocitarie, dei monociti circolanti e dei livelli di citochine circolanti al tempo zero ( T0) e dopo sei mesi (T6). Parametri Adalimumab plus MTX T0 Adalimumab plus MTX T6 Metotrexato T0 Metotrexato T6 CD3 mm3 1230±236 1222±263 1247±254 1231±226 mm3 654±185 623±196 678±177 658±184 CD8 mm3 356±142 332±138 366±147 335±138 CD14 mm3 607±112 621±104 625±109 611±102 CD19 mm3 234±102 254±108 223±101 201±104 mm3 217±103 201±115 243±108 221±109 TNFα pg/ml 21,5±6,2 12,3±3,2 20,9±6,7 15,3±4,1♣ IL-6 pg/ml 26,5±8,4 11,5±3,4 25,4±7,3 22,3±7,8♥ IL-10 pg/ml 7,6±1,2 10,5±1,8 7,5±1,,4 7.6±1,6♥ CD4 CD56 ♣p<0.05 ♥p<0.01 426 Recenti Progressi in Medicina, 96, 9, 2005 Le molecole MHC di classe I in presenza degli anticorpi potenziano la risposta negativa e accelerano l’ apoptosi di tali cellule12. Una correlazione è stata anche trovata con la presenza di TNF endogeno13, mentre gli anticorpi anti TNF che bloccano tale citochina potenziano la sopravvivenza di tali cellule14. I dati della letteratura dimostrano come con la somministrazione di infliximab si osserva una riduzione della migrazione dei linfociti a livello delle articolazioni nell’artrite reumatoide15. Studi con granulociti marcati hanno inoltre evidenziato che, dopo una somministrazione di infliximab 10 mg/kg, si osservava un incremento dei linfociti periferici; l’effetto presente dopo un giorno rimaneva sostenuto per un mese9. Gli elementi accumulati sono sia CD4 che CD8 e si pensa che la presenza di questa linfocitosi sia dovuta alla ridotta espressione di molecole di adesione sia nel tessuto sinoviale sia in forma di molecole circolanti solubili16. La conta dei monociti decresce dal 20 al 29%, tre giorni dopo la somministrazione di 1-10 mg/kg e ritorna al valore basale dopo circa 28 giorni9. La deplezione dei monociti circolanti, ma anche in generale una riduzione numerica linfocitaria, può essere importante per quanto concerne il problema tubercolosi. Sappiamo che la risposta a M. tubercolosis è dovuta a linfociti T CD4+ che rispondono a peptidi antigenici con antigeni di classe II MHC, a linfociti CD8 che rispondono a peptidi antigenici con antigeni di classe I MHC, a cellule γδ che rispondano indipendentemente dalla presenza di molecole specializzate ed a CD1 che rispondano a molecole glicolipidiche del M. tubercolosis17. La cooperazione del sistema immunitario fa sì che il M. tubercolosis presente all’interno del fagosoma vada o no incontro a morte, a seconda dell’attivazione del pattern citochinico. L’ IFNγ è importante nell’attivazione dei macrofagi, insieme al TNFα e alla LTα18. Un secondo aspetto della cooperazione citochinica nella tubercolosi è la formazione del granuloma con macrofagi, cellule dendritiche ed intorno elementi cellulari T. Inoltre il TNFα avrebbe un ruolo importante nel mantenimento del granuloma. Per quanto concerne i livelli di citochine circolanti, una riduzione del TNFα e dell’IL-6 rispetto al gruppo MTX può essere correlata con la riduzione dell’attività sistemica di malattia, come è stato anche dimostrato per una forma quale il morbo di Still19; il dato interessante è l’incremento della IL-10 sierica che sappiamo essere nell’artrite reumatoide una citochina protettiva e i cui livelli possono correlare con la riduzione del danno radiologico e del danno anatomico articolare20. Conclusioni I dati riportati confermano che la terapia biologica nel trattamento dell’artrite reumatoide mostra effetti diversi sul sistema immunitario, sia in termini di deplezione delle cellule mononucleate circolanti, che rivestono un ruolo importante nella difesa contro le infezioni, sia per quanto concerne le citochine pro o anti-infiammatorie. Bibliografia 1. Lipsky P, van der Heijde D, St Clair E, Furst D, Breedveld F, et al. 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