Valutazione delle proprietà meccaniche della roccia per mezzo dello sclerometro O. Katz - Institute of Earth Sciences, Hebrew University, Israele Z. Reches - Geological Survey of Israel, Israele J.-C. Roegiers - Rock Mechanics Institute, University of Oklahoma, U.S.A. Introduzione Lo sclerometro è stato creato nel 1948 per eseguire prove non distruttive sulla durezza dei superficiale dei calcestruzzi [1], successivamente fu utilizzato per valutare la resistenza delle rocce [2, 3]. Consiste di una massa calibrata spinta contro una superficie dura con forzo mediante una molla. Il pistone colpisce la superficie e la massa rimbalza; il valore del rimbalzo della massa viene misurato elettronicamente o per mezzo di un ago scorrevole. Le letture dei rimbalzi sclerometrici vengono considerate affidabili e ripetibili [4-6]. Questo tipo di valutazione rapida, non distruttiva e in situ dei parametri meccanici della roccia riduce le spese per il prelievo dei campioni e per le prove di laboratorio. Infatti, i parametri meccanici possono essere definiti con un ampio numero di misurazioni in situ che definiscono in modo reale la non omogeneità intrinseca della masse rocciose [7]. Gli sclerometri sono utilizzati per valutare la resistenza a compressione di calcestruzzi e rocce [2, 8, 11] per mezzo di correlazioni empiriche tra le letture di impatto e la resistenza a compressione determinata con prove standard [2, 8, 11]. Questa Nota Tecnica amplia il numero di queste correlazioni e vengono presentate nuove correlazioni per sette diversi tipi di roccia tra le letture di impatto e i loro valori di moduli di Young misurati in laboratorio, la loro resistenza a compressione uniassiale e la loro densità. Le rocce studiate includono gesso tenero, rocce calcaree, arenaria e rocce dure ignee, che coprono un’ampia gamma di elasticità delle rocce. Queste nuove correlazioni sono già state utilizzate per uno studio dettagliato sul campo riguardanti le rocce degradate [7]. Analisi Materiali e metodi Sono stati analizzati sette tipi di roccia: gesso di Maresha, calcare di Cordoba-Cream, arenaria di Beres, calcare dell’Indiana, marmo di Carrara, sienite di Gevanim e granito del monte Scott. La provenienza e le caratteristiche di queste rocce sono elencate nella tabella 1. È stato utilizzato uno sclerometro digitale per calcestruzzi, modello 58-C181/G, costruito da Controls e con un’energia di impatto di 2.207 joule. Questo modello è conforme ai seguenti standard: ASTM C 805, UNI 9189-88, BS 1881, NF P18-417, DIN 1048, TSO/DIN 8045. Le letture sclerometriche sono state eseguite su campioni aventi le seguenti dimensioni: misura NX (54 mm di diametro) per le carote di gesso di Maresha, calcare di Cordoba-Cream, arenaria di Beres, sienite di Gevanim e granito del monte Scott; lastra di 40 mm di spessore di marmo di Carrara e blocco di 100 mm di spessore di calcare Indiana. Ciascun campione è stato esaminato Sclerometro digitale per calcestruzzi Controls modello 58-C181/G al microscopio per cercare eventuali difetti allo scopo di evitare di fare prove nelle vicinanze di fratture o in presenza di materiale non omogeneo. In entrambe le geometrie, le superfici sottoposte a prove erano lisce e le prove con lo sclerometro sono state eseguite attenendosi alle “Recommended Procedures” indicate dalla International Society for Rock Mechanics [9]. I campioni a forma di carota sono stati messi in un prisma a V di acciaio da 40 kg, mentre i campioni rettangolari sono stati addossati al lato piatto del prisma. Sono stati eseguiti dieci impatti individuali su ciascun campione con uno spostamento minimo del punto di battuta. Questa distanza garantisce che l’impatto avvenga su roccia non danneggiata. Non sono state accettate prove che potevano causare rotture o altri danni visibili. Il valore di impatto riportato nella presente nota è la media del 50% dei valori maggiori riguardanti 32-40 impatti individuali; le medie e le deviazioni standard sono elencate in tabella 2. I campioni di gesso di Maresha hanno ceduto dopo alcuni colpi di sclerometro, e pertanto vengono utilizzate in questo studio solo le prime sette letture. Le proprietà meccaniche delle rocce prese in esame (modulo di Young e resistenza) sono state ottenute da fonti diverse come indicato in tabella 2. La resistenza a compressione uniassiale e il modulo di Young della sienite di Gevanim e del granito del monte Scott sono stati misurati presso il Rock Mechanics Insitute, Università dell’Oklahoma, USA. Le densità del gesso di Maresha, del calcaree di Cordoba-Cream, dell’arenaria di Beres, del calcare dell’Indiana, della sienite di Gevanim e del granito del monte Scott sono state calcolate dal peso delle carote essiccate al forno. La densità del marmo di Carrara è conforme a quella dichiarata da Carmichael [12]. Risultati: parametri di correlazione empirica I valori meccanici ottenuti mostrano un’ampia escursione delle proprietà misurate (tabella 2). Il risultato sclerometrico (HR), compreso tra 23.9 e 73.4, corrisponde a moduli di Young compresi tra 2 e 76 GPa, la resistenza a compressione uniassiale varia da 11 a 259 MPa, e la densità tra 1200 e 2650 kg m-3. I valori ottenuti e indicati nelle figure 1-3 sono stati usati per determinare le migliori correlazioni empiriche tra l’indice di rimbalzo e le proprietà meccaniche. Le tre proprietà possiedono tre diverse relazioni con HR (indice di rimbalzo), come indicato nelle equazioni 1-3 riportate sotto. Queste equazioni mostrano i parametri e il fattore di correlazione R per il modulo di Young E (in GPa), la resistenza a compressione uniassiale U (in MPa), e la densità D (in kg m-3). Il terzo termine sulla parte destra di ciascuna equazione è l’errore standard per la valutazione della variabile relativa. ln (E) (in GPa) = - 8.967 + 3.091 * ln (HR) ± 0.101 (1) (R2 = 0.994) ln (U) (in MPa) = 0.792 + 0.067 * (HR) ± 0.231 (2) 2 (R = 0.964) D (in kg m-3) = - 2874 + 1308 * In (HR) ± 164.0 (3) (R2 = 0.913) TABELLA 1 TABELLA 2 Applicazioni Utilizzo dei valori di rimbalzo sclerometrico Gli indici di rimbalzo riflettono una combinazione di proprietà delle rocce quali modulo elastico, resistenza, durezza, levigatezza della superficie, densità e cementazione. Nel presente studio abbiamo rilevato buone correlazioni tra i valori HR e tre specifiche proprietà della roccia: il modulo di Young, la resistenza a compressione uniassiale e la densità (equazioni 1-3). Tuttavia, i valori HR mostrano anche una buona correlazione con una combinazione di varie proprietà meccaniche, per esempio, la correlazione di HR con il prodotto fra logaritmo della resistenza e densità [2]. Inoltre HR potrebbe essere correlato a parametri pratici quali la prestazione nello scavo di gallerie o con i valori di RQD. Abbiamo anche rilevato che la valutazione quantitativa di una specifica proprietà ottenuta dalle letture con lo sclerometro richiede qualche precauzioni come discusso più avanti. Modulo di Young (GPa) * q q q q q q q Marmo di Carrara Calcare dell’Indiana Granito del monte Scott Calcare di Cordoba-Cream Arenaria di Beres Gesso di Maresha Sienite di Gevanim Indice di rimbalzo Figura 1 Relazioni empiriche tra il rimbalzo sclerometrico e il modulo di Young. La linea spessa rappresenta la migliore correlazione (equazione 1 nel testo). Le barre orizzontali indicano le deviazioni standard delle battute sclerometriche; le fonti del modulo di Young sono elencate in tabella 2. Condizioni in situ Abbiamo usato lo sclerometro per un’indagine in situ eseguita su una roccia di tipo intrusivo composta di sienite quarzifera a grana sottile (simile al granito), a Ramon nel sud dell’Israele [7]. In questo luogo sono state rilevate in dettaglio le proprietà e la struttura delle rocce all’interno di una regione con presenza di faglie. Le misurazioni sul campo sono state eseguite su tre tipi di superfici: superfici naturalmente degradate, superfici rocciose levigate a mano con la pietra per levigature fornita dal costruttore dello sclerometro (Controls S.r.L.) e superfici levigate con una molatrice elettrica. La levigatura rende liscia la superficie presa in esame in modo efficiente, eliminando lo strato più esterno degradato e portando in superficie la roccia sana. I valori e la ripetitività dei rimbalzi aumentano a seconda della bontà della levigatura. Per sei prove sul posto secondo l’ISRM [9], la deviazione standard era di 5.57 ± 1.69 per le superfici naturalmente erose, di 3.80 ± 1.41 per le superfici levigate a mano, e di 1.92 ± 1.34 per le superfici levigate per mezzo della molatrice elettrica. Ovviamente, una levigatura più accurata migliorava decisamente la qualità delle misurazioni eseguite sul campo. Un’altra precauzione da adottare sul campo è quella di evitare la vicinanza a fratture che possono ridurre i valori delle letture HR dovuti a spostamenti o vibrazioni. La misurazione effettuata su un campione di roccia isolato o degradato fornisce un valore di HR attendibile solo se il peso del blocco è di qualche decina di chili o maggiore. Tipi di roccia il logaritmo della resistenza a compressione uniassiale al prodotto della densità a secco, D, e il rimbalzo sclerometrico, HR, cioè: log (U) – k (D HR) dove k è una costante. Questi autori ottennero due diverse curve, una per le arenarie e una per le rocce sedimentarie, e arrivarono alla conclusione che i risultati variano a seconda del tipo di roccia. Resistenza uniassiale (MPa) Riteniamo che le buone correlazioni osservate in questo studio, e soprattutto l’adeguatezza del modulo di Young (figura 1 ed equazione 1), indichino che le rocce utilizzate sono ben cementate ed elastiche. Le rocce poco cementate e friabili, che si disintegrano o spezzano sotto l’impatto del martello, forniscono correlazioni meno attendibili. Questa differenza connessa al tipo di roccia è stata dimostrata da Cargill e Shakoor [2]. Essi analizzarono i dati relativi all’impatto sclerometrico per 13 tipi di roccia e correlarono Indice di rimbalzo Figura 2 Relazioni empiriche tra i rimbalzi sclerometrici e la resistenza a compressione uniassiale. La linea spessa rappresenta la migliore correlazione (equazione 2 nel testo); le barre orizzontali indicano le deviazioni standard delle battute; le battute sono eseguite nel presente studio (vedi testo); la fonte dei valori della resistenza sono elencate in tabella 2. Per la didascalia vedi figura 1. Densità (kg/mÙ3) Indice di rimbalzo Figura 3 Relazioni empiriche tra i rimbalzi sclerometrici e la densità secca. La linea spessa rappresenta la migliore correlazione (equazione 3 nel testo); le barre orizzontali indicano le deviazioni standard delle battute; le battute e le misure della densità sono eseguite nel presente studio (vedi testo); la densità del marmo di Carrara dopo [12]. Per la didascalia vedi figura 1. Conclusioni Sono state presentate le correlazioni empiriche tra le battute sclerometriche e i valori misurati in laboratorio del modulo di Young, la resistenza uniassiale e la densità secca (figure 1-3). Tali correlazioni possono essere usate per valutare le principali proprietà meccaniche sia in situ che in laboratorio, tenendo però presenti le seguenti precauzioni: levigare la roccia con una molatrice elettrica per i lavori sul campo; e 4. i blocchi isolati (o i blocchi degradati) possono essere sottoposti a prova se il peso della parte sana del blocco è almeno di qualche decina di chili o maggiore. 1. la roccia che è stata sottoposta alle prove era fissa e apparentemente elastica; 2. non è possibile sottoporre a prove significative le rocce che hanno la tendenza a disintegrarsi sotto l’impatto del martello o i campioni che si rompono sotto gli impatti; 3. le battute sclerometriche devono essere eseguite su superfici levigate; si raccomanda di Lo studio in laboratorio è stato eseguito presso il Rock Mechanics Institute, Università dell’Oklahoma, Norman, grazie all’inestimabile aiuto e ai consigli di Gene Scott e Pete Keller. Ringraziamenti vanno a Sankar Muhuri, Charles Gilbert, Thomas Dewers e Yossef Hatzor che hanno gentilmente fornito i campioni per questo studio. Riconoscimenti Lo studio è stato sostenuto da un Fondo Internazionale della Hebrew University per la “cristallizzazione delle faglie”, dal Geological Survey for Israel Project 30255, dai fondi Eberly Family Chair del signor Charles Gilbert, e dal Rock Mechanics Institute, Università dell’Oklahoma, Norman. Bibliografia [1] Schmidt E. A non-destructive concrete tester. Con crete 1951; 59 (8):34-5. [2] Cargill JS, Shakoor A. Evaluation of empirical methods for measuring the uniaxial compressive strength of rock. Int J Rock Mech Min Sci & Geomeech Abstr 1990;27:495-503. [3] IsraeIy AA. Study of the engineering-geo1ogica1 characteristics of the bedrock in the Jerusalem area; Geologicai map, scale 1:100000 (in Hebrew). MSc thesis The Hebrew University Jerusalem 1973. [4] Poole RW, Farmer IW. 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