A chi è fermo all’interminabile fila del benzinaio di Tre Palle può capitare di notare, soprattutto
d’inverno, nella parte bassa dell’assolata Val Pila una singolare struttura costituita da un bancone di
roccia, alto più di due tre metri, inserito parallelamente al versante nella sua parte bassa, in
prossimità dell’abitato di Baitta della Gera. D’inverno quest’area risulta ben visibile per le
suggestive forme che assume il ghiaccio, a seconda della stagione e dell’innevamento, che corona il
salto di roccia ma anche perché spesso è presente una lingua scura alla sua base dove raramente si
ferma la neve.
Incuriosito da questo fenomeno, un po’ per deformazione professionale e anche perché la zona
rientra di poco nel confine del Parco Nazionale delle Stelvio, ho deciso di dare un’occhiata più da
vicino, “scoprendo” (a livello personale perché il fenomeno e la zona sono in realtà ben noti agli
abitanti del posto) una piccola sorgente termale che sgorga da una frattura della roccia e si disperde
nel sottostante detrito, non prima però di aver depositato una crosta di alabastro lunga diverse
decine di metri e larga qualche metro. Si tratta quindi di una emergenza termale di notevole
interesse naturale che presenta molte analogie con quelle più famose che hanno dato vita al
complesso dei Bagni di Bormio. Come queste infatti è posta alla base di un importante elemento
strutturale ovvero una grossa faglia (il sovrascorrimento dello Zebrù) che costituisce il contatto tra
le sovrastanti rocce sedimentarie (Cresta di Reit, Monte Scale, Cime di Plator, Monte Pettini) e le
sottostanti rocce metamorfiche più impermeabili. E’ proprio questa struttura a permettere alle acque
di precipitazione e di scioglimento delle nevi in quota di infiltrarsi e riemergere centinaia di metri
più in basso riscaldate dal gradiente geotermico (aumento di temperatura con l’aumentare della
profondità pari a circa 33m per ogni grado centigrado) delle rocce.
La piccola sorgente ha portate variabili, talvolta superiori al litro al secondo, ed anche la
temperatura oscilla in funzione del grado di contaminazione con le più fredde acque superficiali. Ai
fini di una interpretazione del termalismo delle acque della sorgente della Val Pila sarebbe utile
avviare un piccolo studio delle caratteristiche fisico/chimiche dell’acqua con misure di temperatura,
chimismo e conducibilità elettrica che permetterebbero di dare indicazioni sui circuiti sotterranei,
sui tempi di permanenza e sulle potenzialità dell’acquifero che alimenta la sorgente.