Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 1 1953-2003 Civica Scuola di Musica “Gaetano Donizetti” Cinquant’anni di storia Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 2 Città di Sesto San Giovanni Assessorato alla Cultura, allo Sport, alle Politiche Giovanili Questo volume è stato realizzato con la collaborazione di: Lions Club Sesto San Giovanni Centro 1953-2003. Civica Scuola di Musica “Gaetano Donizetti” Cinquant’anni di storia di Maurizio Bianchi Collaborazione redazionale: Patrizia Morandi, Giuseppina Pinnavaia Progetto grafico e impaginazione: Sercom srl – Sesto San Giovanni Stampa: Tipografia Sociale spa – Monza Oltre alle persone che si sono prestate a essere intervistate, si ringraziano per avere fornito documentazione, fotografie, indicazioni: - la Fondazione Isec e il suo segretario generale Giuseppe Vignati - la Biblioteca Civica “Cadioli” e il responsabile Filippo Poerio - l’Archivio Comunale e il responsabile del Servizio Affari Generali del Comune Graziano Schiavone - l’Ufficio Scuole Civiche dell’Assessorato alla Cultura - Sergio Pontoriero - Foto Express - Marco Moggio © Comune di Sesto San Giovanni tutti i diritti sono riservati finito di stampare nel dicembre 2003 Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 3 3 Il saluto del Sindaco Negli anni dell’immediato dopoguerra l’Amministrazione comunale di Sesto San Giovanni si pose il problema di ricostruire gli edifici e le strade, che erano stati distrutti o danneggiati dal conflitto. Ma comprese anche che senza la costruzione o il recupero di una cultura comune non ci sarebbe stato futuro per noi. Da questa idea nacque la Biblioteca Civica, che divenne ben presto un centro importante di organizzazione e di proposta culturale. E ancora, unica città in Lombardia a parte Milano, Sesto San Giovanni diede vita a tre Scuole Civiche d’Arte. La Scuola di Musica “Gaetano Donizetti”, che come la “Federico Faruffini” compie ora 50 anni, di questa politica culturale e civile è stata uno dei pilastri. Della nostra Scuola la professoressa Lina Bodini Mazza è stata a lungo l’animatrice professionalmente competente e appassionata, costituendo un gruppo di insegnanti e di collaboratori di assoluta qualità, che nel corso dei decenni hanno mantenuto alto il livello della “Donizetti”. A lei va oggi il mio saluto affettuoso, così come a tutti coloro che nel corso di questo cinquantennio hanno contribuito a dare vita a questa esperienza straordinaria. Un saluto affettuoso rivolgo anche alle migliaia di allievi che hanno frequentato la Scuola, sia a coloro che hanno fatto della musica una scelta di vita anche professionale, sia a quelli per i quali invece ha rappresentato soltanto un momento di crescita culturale. Tanto lavoro, tanta passione e tanta musica ci aspettano ancora per i prossimi anni. Giorgio Oldrini Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 4 4 La presentazione dell’Assessore alla Cultura La Civica Scuola di musica “Gaetano Donizetti” compie cinquant’anni, avendo iniziato la propria attività nel periodo dopo la guerra, quando le pubbliche amministrazioni, soprattutto quelle orientate per motivi politici e ideali verso lo sviluppo della cultura, cercavano di favorire in ogni modo la formazione civile, culturale e artistica della cittadinanza. Poche sono le città in Italia, paragonabili per caratteristiche e dimensioni a Sesto San Giovanni, che hanno lavorato, dal dopoguerra sino ad oggi, per la diffusione e la conoscenza delle arti, nella convinzione che ciò costituisce un momento forte di arricchimento culturale per l’intera popolazione. La Scuola offre, attraverso i propri corsi, intensi momenti di approfondimento che spaziano dal corso specifico dello strumento musicale ad approfondimenti sulla storia della musica, rivolti a ragazzi e adulti, consentendo così un approccio diversificato nei confronti dell’arte della musica e delle sfaccettature che la compongono. Sono diventate a tutti gli effetti attività promosse dalla Scuola, in un’ottica di sistema formativo unico nel suo genere, la partecipazione di allievi e docenti a importanti momenti culturali della vita sestese ma non solo. I nostri allievi e i nostri docenti sono spesso chiamati a portare la propria musica in altre realtà riscuotendo ampi consensi e simpatie. Il rapporto che si è instaurato negli ultimi anni con la prestigiosa Orchestra “I Pomeriggi Musicali” di Milano, che utilizza la sede della Civica Scuola per alcune delle proprie prove, ha consentito di rafforzare il cartellone di proposte per la città, che continua generosamente a dimostrare un’attenzione e un’affezione particolare per il mondo musicale. Nel ribadire, con questo libro e con le iniziative celebrative connesse, l’impegno dell’Amministrazione comunale per il potenziamento dei servizi culturali offerti, rivolgo un ringraziamento all’intero staff che opera per la scuola nel suo complesso, per la professionalità, la disponibilità e l’attenzione dimostrata, e agli studenti che sempre più numerosi ogni anno partecipano alla vita della scuola e la fanno crescere insieme a loro. Sara Valmaggi Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 5 5 I Lions del “Sesto Centro” e la musica “Prendere interesse attivo al benessere civico, culturale, sociale e morale della comunità”. “Avere sempre presenti i doveri di cittadino verso la Patria, lo Stato, la comunità nella quale ciascuno vive; prestar loro con lealtà sentimenti, opere, lavoro, tempo e danaro”. “Noi siamo al servizio della comunità”. Ecco, in due precetti morali e un motto, condensata l’essenza del Lionismo. A questi due precetti ed a questo motto si ispira da ormai quindici anni l’attività del Lions Club “Sesto San Giovanni Centro”. Al benessere culturale, sociale e morale della comunità si può contribuire in modi e misure diversi. I Lions di questo Club hanno sin dalla fondazione prestato interesse particolare all’idea di offrire alla Città della buona musica, convinti come sono che questa possa essere capace di affinare la sensibilità dell’uomo e perciò farne maturare valori e sentimenti. La musica è arte e scienza allo stesso tempo. Perciò, allo stesso tempo, deve essere colta emozionalmente e compresa intellettualmente. Anche per la musica, come per ogni arte e scienza, non esistono scorciatoie che facciano progredire nella conoscenza. È quindi necessario ascoltare musica, buona musica, perché quest’arte eserciti la sua suprema funzione culturale e spirituale. La coincidenza fortunata, per noi Lions del “Sesto Centro”, fu nell’incontro con Lina Bodini Mazza, fondatrice (con il mai dimenticato compianto Sindaco Abramo Oldrini) e direttrice della Civica Scuola di Musica per lunghi anni. Mentre sto scrivendo queste note, ascolto le sonate per pianoforte e violoncello di Brahms. Non solo non avrei apprezzato queste sonate, ma neppure mi sarei ad esse avvicinato se nel corso degli anni non avessi potuto collaborare con la professoressa Lina Bodini Mazza nella organizzazione di diversi e svariati eventi musicali cittadini. Lina Bodini Mazza è stata la Musa sestese di questa arte, Euterpe e Melpomene contemporaneamente. E Lei si mise con passione e ardore a nostra disposizione, assieme agli artisti della Civica Scuola di Musica. Non uso parola inappropriata nel definire artisti gli allievi della Civica Scuola: è sufficiente citare Gianandrea Noseda, il più promettente direttore d’orchestra europeo, conteso dalle più prestigiose istituzioni musicali del vecchio continente. Allievo in gioventù della Civica Scuola. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 6 6 Ricordo, con gli artisti della Civica (Stefano Valota, il violinista, ha cominciato a suonare già in pensione, e alcuni fratelli e sorelle, violoncellisti di talento!!), un memorabile concerto all’auditorium dell’Istituto De Nicola organizzato dal nostro Lions. E la stagione estiva degli “aperitivi in musica”, la domenica mattina, nel parterre dell’Hotel Abacus. Poi venne il momento del biennale “Concorso Nazionale Giovani Strumentisti” che, in collaborazione con la Civica Scuola e su incarico dell’Amministrazione comunale, ormai da diversi anni organizziamo, costituendo, con la professoressa Bodini Mazza fino alla penultima edizione, un unicum affiatatissimo. L’appagamento di vedere quanti giovani, da ogni parte d’Italia, si emozionano per quella che è la prima esecuzione davanti ad un pubblico estraneo ma competente, ci ripaga delle serate passate a programmare, predisporre, controllare, verificare che tutto sia a posto, in ordine, pronto. E prendere atto che ci sono ancora fanciulli e giovani che hanno la sublime vocazione alla musica bella, ci dà grande speranza per il futuro della nostra millenaria cultura. Un notevole sforzo organizzativo – e finanziario – sta costando ai Lions sestesi offrire da due anni alla nostra comunità, in preparazione della Settimana Santa, un grande concerto nella Basilica Minore di Santo Stefano. Anche in queste occasioni, vedere le navate della Chiesa stracolme di sestesi plaudenti è ricompensa tale da far dimenticare ogni fatica. Alcuni diranno che la buona musica è conservatorismo, sguardo rivolto al passato, mancata presa di coscienza che il mondo, i gusti, le passioni evolvono. Che chi ascolta buona musica è rimasto indietro, non è al passo con i tempi. A costoro la Civica Scuola di Musica, da ormai cinquant’anni, e il Lions Club “Sesto Centro”, da quindici, rispondono, con le centinaia di sestesi che seguono con passione e affetto le diverse esecuzioni offerte da queste due istituzioni, senza scomodare Aristotele o Benedetto Croce. Rispondono che la musica è armonia, l’armonia è bellezza, la bellezza è nella natura dell’Uomo, il bello è universale. Flavio Rosati Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 7 7 Indice Capitolo I: La nascita e i primi passi (1953-1957) Donizetti, un nome conosciuto Fiocco rosa in casa del Comune I saggi degli studenti, un’occasione di socialità Echeggia qualche stonatura Si decide per un cambio di marcia 9 11 13 17 19 23 Capitolo II: Gli anni dello sviluppo e dell’affermazione (1958-1963) Entra in scena la “nostra concertista” La nuova direttrice si mette subito all’opera La “Donizetti” spicca il volo Aumentano gli iscritti, si ampliano le classi Si festeggiano i dieci anni di attività Il lusinghiero giudizio di un intenditore 27 29 32 35 35 37 39 Capitolo III: Una fucina di iniziative e di talenti (1964-1979) Si intensifica l’azione educativa della Civica Scuola Un ulteriore scatto di qualità Decollano le stagioni concertistiche dell’Amministrazione comunale L’aula consiliare come un teatro d’opera Per gli allievi una palestra di crescita e di confronto Molti i giovani che faranno strada Ribelli per amore della musica 43 45 46 48 52 54 56 59 Capitolo IV: Una reputazione oltre i confini comunali (1980-2003) Nasce il Concorso nazionale per giovani strumentisti Record di iscrizioni a metà anni Ottanta In concerto, anche fuori città Si avvera il sogno di una sede propria Sinergie tra musica e danza Esce di scena Lina Bodini Mazza Corsi individuali e collettivi per tutti Un corpo docente d.o.c. 61 63 66 69 72 73 75 76 77 L’organizzazione della formazione musicale cittadina 80 Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 9 9 Capitolo I La nascita e i primi passi (1953-1957) Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 10 Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 11 11 Donizetti, un nome conosciuto La Civica Scuola di Musica “Gaetano Donizetti” viene alla luce il 14 aprile 1953 con il voto unanime della Giunta comunale presieduta dal Sindaco Abramo Oldrini. Ma un corso musicale intitolato al compositore bergamasco esiste a Sesto da parecchi anni. È uno dei due rami della Scuola Serale di Musica e Pittura (corso, questo, dedicato al pittore sestese Federico Faruffini anche lui vissuto, come Donizetti, nella prima metà dell’Ottocento) creata nel 1946 e mandata avanti dal Centro Indipendente di Cultura (Cic), istituito nell’autunno del 1945: una delle tante associazioni sorte per iniziativa dei cittadini nel corso della storia della nostra città, a testimonianza della vitalità del suo tessuto sociale. L’intento del sodalizio, tra i cui promotori figurano intellettuali di diversa estrazione tra i quali Elio Bosia, Gino Rossi, Felice Furlani, Carlo e Vittorio Graffigna, Rino Felappi, Umberto Cazzaniga, Gualtiero Anelli, Luigi Motta, Luigi Caputo, è nobile: indirizzare all’arte giovani che, nell’ambito delle abituali occupazioni quotidiane, avvertono la necessità di ampliare i loro orizzonti culturali, di realizzare le loro aspirazioni imparando a suonare o a dipingere. Aspirazioni che, a onor del vero, altre organizzazioni cittadine cercano di soddisfare, per lo meno sul versante musicale: è il caso, per esempio, delle Acli San Giuseppe di via XX Settembre, che promuovono corsi di pianoforte e violino tenuti da docenti di scuole statali milanesi; o della Corale “Amilcare Ponchielli”, autentica gloria canora sestese fondata nel lontano 1919; o dei vari corpi bandistici, dalla Banda dei Lavoratori a quella del Rondò e al Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” del Circolo Cattolico San Clemente. Animatore del Corso di Musica “Donizetti” è il maestro Serafino Maghini: lui e un pugno di colleghi, sostenuti da una grande passione, insegnano pianoforte, violino, strumenti a fiato. La loro fatica è premiata: il numero degli allievi cresce fino a raggiungere l’ottantina nel 1951. Passione e abnegazione, però, da sole non bastano. Ci vogliono anche i soldi per tenere in vita la scuola. E di soldi, tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta, non ce ne sono molti. La situazione non è nera come nel 1946, quando l’italiano medio era uno squattrinato che indossava i vestiti di prima della guerra, aveva enormi difficoltà a trovare una casa e un lavoro, mangiava con la tessera e doveva arrangiarsi per sopravvivere. Tuttavia a Sesto, nonostante la presenza delle grandi fabbriche, di tante piccole imprese e di laboratori artigianali, la vicinanza con Milano e le sue attività imprenditoriali, il continuo impegno dell’Amministrazione co- Pagina accanto Il coro, uno dei punti di forza della Scuola Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 12 12 Da sinistra, gli Assessori Carlo Talamucci e Osvaldo Balbiani, il Sindaco Abramo Oldrini e il dirigente comunale Dealis all’inizio degli anni ’50 munale per sostenere il processo di ricostruzione e di innalzamento della qualità del vivere quotidiano, ci sono ancora tante famiglie che stentano a mettere insieme ogni giorno il pranzo e la cena. In questo periodo, secondo stime della Banca d’Italia, il costo della vita è circa 63 volte quello dell’anteguerra, per mantenere un figlio agli studi i genitori devono sborsare ogni mese la bellezza di 90 mila lire. Fioccano le domande di aiuto all’Ente comunale di assistenza e le cambiali protestate in banca, la maggior parte di piccolo importo. Il Cic, per quanto aiutato dal Comune con un contributo annuale, non ce la fa a portare avanti i corsi e le difficoltà finanziarie si riflettono sia sui docenti, che si ritrovano a insegnare senza la garanzia di ricevere il loro compenso, sia sugli stessi allievi, disorientati dalle incertezze sul futuro della loro scuola. Se non intervengono fatti nuovi si deve chiudere, con la conseguenza di buttare via un’opportunità culturale importante per la città. Il Comune ne è consapevole e decide di intervenire per scongiurare il pericolo. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 13 13 Fiocco rosa in casa del Comune Il Sindaco Abramo Oldrini è di estrazione operaia, come del resto quasi tutti i componenti della sua Giunta di sinistra. Sia lui che gli assessori appartengono però a quell’élite con solide basi culturali, oltre che politiche, che si è fatta le ossa durante gli anni del fascismo e della Resistenza. Dall’aprile del 1946 si trova di fronte all’immane problema di ricostruire materialmente e socialmente una città in cui buona parte dei quasi 50 mila abitanti vive in cascine e case di ringhiera prive di fognatura, molte strade sono disastrate e non ci sono semafori (al punto che non passa quasi settimana senza morti e feriti sull’asfalto), le scuole sono poche e cadenti, i servizi carenti, le fabbriche hanno ripreso a funzionare ma licenziano e l’anagrafe ogni anno non solo tiene il conto di quanti sono i cittadini, ma censisce pure i capi di bestiame, perché stalle e campi occupano ancora una fetta cospicua del territorio comunale. A complicare le cose, ecco la “guerra fredda” con le polemiche al calor bianco tra filoamericani e filosovietici e una lotta politica senza esclusione di colpi. Un compito da far tremare i polsi, insomma, ma Oldrini e i suoi non si perdono d’animo. Al di là dei toni accesi del confronto tra maggioranza e opposizione, cercano di essere gli amministratori di tutti i cittadini, si adoperano per ricreare una comunità nella quale la crescita economica vada di pari passo con lo sviluppo di una rete di servizi pubblici all’altezza dei tempi e per rivitalizzare un fervore culturale che a Sesto ha radici antiche. «L’idea – commenta l’attuale Sindaco Giorgio Oldrini, figlio di Abramo – era appunto quella che non solo andava ricostituito il tessuto urbano e industriale ma che, dopo il fascismo, occorresse riplasmare un’identità locale aperta verso la cultura del mondo, fondamentale per la dignità delle persone e la qualità della loro esistenza. In quest’ottica, ebbero un ruolo di primo piano Pietro Lincoln Cadioli, che aveva riunito attorno a sé un gruppo notevole di intellettuali cittadini (tra di essi, Renzo Cartolari, Tranquillo Casiraghi, Luigi Medri, Enrico Turolla), e Carlo Talamucci, che oltre a essere Assessore all’istruzione pubblica, era viceresponsabile della Commissione cultura del Pci milanese allora guidata da Rossana Rossanda». Così, nel 1951, apre i battenti la Biblioteca Civica che, grazie all’opera di Cadioli nominato direttore, si trasforma ben presto in un autentico motore propulsivo delle attività culturali progettate o patrocinate dal Comune, in un centro di coordinamento e di indirizzo delle esigenze di cultura che via via emergono dalla popolazione (per Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 14 14 Conferenza nel salone della Biblioteca Civica di Villa Zorn. Al centro, con gli occhiali, il direttore Pietro Lincoln Cadioli esempio, esplorare la cinematografia internazionale oscurata dal fascismo: ed ecco, subito, il cineclub), in un luogo di dibattito artistico e letterario, il cui prestigio non ci mette molto a travalicare i confini comunali. E due anni più tardi un nuovo fiocco rosa verrà appeso sul portone del Comune per annunciare, appunto, la nascita della Scuola Civica Serale di Belle Arti. «Sapevamo – ricorda Carlo Talamucci – che erano nati gruppi e associazioni di cittadini appassionati di pittura, musica, arte, letteratura. Erano considerati dei benemeriti per l’impegno profuso, ma la loro attività non garantiva la realizzazione del nostro progetto, che era quello di dare alla cultura locale una dimensione istituzionalizzata e adeguata alle esigenze della città. In breve, doveva essere il Comune a organizzare in forma efficace le iniziative culturali e la Biblioteca Civica esserne il punto di riferimento, di coordinamento e di controllo». Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 15 15 Un pensiero questo che, per quanto riguarda la traballante scuola del Cic, si traduce in azione con l’inizio dell’anno scolastico 1952-1953. Il Comune assume direttamente la gestione, mette a disposizione di insegnanti e studenti alcune aule di istituti scolastici cittadini (il corso musicale è ospitato nella Scuola Elementare “Martiri della Libertà”, al cui bidello Cesare Pedralli viene assegnato il servizio extra di cura e pulizia dei locali), fissa la tassa di frequenza (6.300 lire da ottobre a giugno, pagabili a rate, per il Corso di Musica; 4.500 per quello di Pittura), stabilisce i giorni e l’orario delle lezioni (per la musica il lunedì e il giovedì dalle 18 alle 20), determina gli stipendi del personale, stanzia un contributo di 600 mila lire per pareggiare entrate e uscite, che vengono iscritte nel bilancio per un importo totale di 874.500 lire. A dirigere il Corso di Pittura “Faruffini” è designato il professor Carlo Zocchi, che è anche l’unico insegnante effettivo per una dozzina di allievi. Alla direzione del Corso di Musica “Donizetti”, al quale si iscrivono 35 studenti, è invece chiamato il maestro Riccardo Malipiero, il cui figlio Riccardo junior è un apprezzato compositore, uno dei primi in Italia ad adottare il metodo dodecafonico ideato dall’austriaco Arnold Schönberg. Il corpo docente, oltre allo stesso Malipiero che insegna violino, comprende i professori Serafino Maghini (strumenti a fiato), Adriana Pizzen e Anna Maria Virzì (pianoforte), Ugo Bruni (violino e viola). La Giunta formalizza il nuovo assetto il 14 aprile 1953 con la deliberazione numero 170, che si intitola appunto “Trasformazione della Scuola Serale di Musica e Pittura in Scuola Serale Civica. Assunzione a carico del Comune”. Recita testualmente il documento: «Rilevato che, essendo oggi la Scuola Serale di Musica e Pittura diventata un centro vivo di attività ed elemento indispensabile per la vita della nostra città, è doveroso che l’Amministrazione comunale intervenga più decisamente, prendendo sotto la propria tutela i corsi di musica e di pittura e istituendo una vera e propria Scuola Civica di Belle Arti a modello di altre esistenti in parecchi Comuni anche meno importanti del nostro». Il dado è tratto. Esce di scena il Centro Indipendente di Cultura, che nel frattempo ha cessato di esistere, sale definitivamente alla ribalta il Comune. Un fatto eclatante, perché con quella decisione Sesto diviene, escludendo Milano, l’unico centro della Lombardia a vantare una civica scuola artistica: un plusvalore che va ad aggiungersi ai corsi professionali serali di lingue, meccanica, disegno tecnico e che crescerà ulteriormente negli anni successivi con l’istituzione delle Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 16 16 Civiche Scuole di Danza e di Recitazione. «L’istituzionalizzazione dei Corsi di Musica e di Pittura – ribadisce Carlo Talamucci – significò anche una sicurezza per i docenti, che non si sentirono più dei solitari volontari, ma persone facenti parte, seppure in modo diverso da un impiegato o un funzionario, di una struttura. Avvertirono che l’opera da loro svolta non sarebbe stata più precaria e fine a se stes- Lo spirito di quel tempo raccontato da un protagonista: Carlo Talamucci Con Abramo Oldrini sulla sedia del regista, furono due i primattori protagonisti nel dopoguerra del risveglio culturale sestese voluto e attuato dal Comune: Pietro Lincoln Cadioli, cofondatore e direttore poi della Biblioteca Civica, e Carlo Talamucci, ex tecnico della Breda Aeronautica, partigiano, consigliere comunale, Assessore alla pubblica istruzione nella prima metà degli anni Cinquanta, ancora oggi vitalissimo esponente della cultura cittadina. Ecco la sua testimonianza sullo spirito dell’epoca. Come è arrivato il Comune ad assumere un ruolo centrale nella cultura cittadina in un momento, quello della ricostruzione postbellica, in cui c’erano mille motivi per pensare a tutt’altro? Nell’infinità di problemi da risolvere, gli amministratori si resero conto che mancava nella nostra città un sistema istituzionale di opportunità culturali, capace di soddisfare le istanze della popolazione, in particolare dei giovani che, per mancanza di mezzi, non potevano aderire alle iniziative private. L’Amministrazione comunale mi affidò, in quanto Assessore all’istruzione, il compito di studiare la questione e di prospettare le forme organizzative idonee per conseguire l’obiettivo. Quando nei primi anni Cinquanta fui licenziato a seguito della chiusura della Breda Aeronautica, entrai a far parte della Commissione cultura della Federazione milanese del Pci, allora guidata da Rossana Rossanda. Potei così trasferire nel Comune di Sesto tutta l’esperienza maturata a contatto con i centri culturali, specie della sinistra, del capoluogo lombardo. Ero insomma in grado di riflettere sulle carenze sestesi, grazie al confronto con una città culturalmente ricca come Milano. I vuoti di sapere determinati dal fascismo si erano trasformati in sete di conoscenza e noi, pubblici amministratori, avevamo il compito di soddisfarla. Era un obiettivo politico che ebbe il pieno appoggio del Sindaco e della maggioranza in Consiglio comunale: Sesto doveva diventare una città in cui la cultura fosse una realtà predominante e non effimera. E così è stato. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 17 17 sa come in precedenza, ma che sarebbe stata riconosciuta e sostenuta organizzativamente dall’Amministrazione comunale. Questo senso di sicurezza e di appartenenza dava loro la certezza e la soddisfazione di vedere aumentare il numero degli allievi. Prima se li dovevano quasi andare a cercare, da allora in poi sarebbe stato il Comune a promuovere le attività della Scuola, informandone la cittadinanza». I saggi degli studenti, un’occasione di socialità A settembre ecco comparire i primi manifesti e annunci comunali che segnalano alla cittadinanza l’apertura delle iscrizioni. Nelle vetuste aule della “Martiri della Libertà” e nell’omonima strada echeggiano le note degli strumenti degli allievi della “Donizetti” messi alla frusta dai loro insegnanti. Alla fine di ogni anno scolastico, come del resto succedeva al tempo del Cic, gli aspiranti musicisti si cimentano in un saggio finale davanti a genitori, amici, parenti, autorità comunali e insegnanti. La prova, che cade tra la metà e la fine di giugno, non è solo un mo- La Scuola “Martiri della Libertà”, prima sede del Civico Corso Musicale Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 18 18 Lezione di pianoforte in un’aula della Scuola “Martiri” mento di verifica della preparazione e un’opportunità per suonare in pubblico e far vedere quanto si è bravi. È anche l’occasione per una serata di mondanità, di incontro sociale. Teatro delle esibizioni sono la Scuola “Martiri della Libertà” o il salone della Casa Albergo: il pubblico indossa il vestito buono, i giovani esecutori salgono sulla pedana compunti nel loro abitino della festa. Un’eleganza formale, questa, che sarà rispettata almeno fino a tutti gli anni Sessanta. Atmosfera di festa, nel giardino della “Martiri della Libertà”, anche domenica 5 giugno 1955: si celebra la “Giornata della bontà e della solidarietà”, organizzata dal Patronato Scolastico. Per l’occasione un piccolo coro di bambini intona l’“Inno alla Città di Sesto”, parole di Rino Felappi (che era stato tra i promotori del disciolto Centro Indipendente di Cultura) e musica di Serafino Maghini. La prima esecuzione del solenne brano, che è stato composto per onorare la promozione di Sesto al rango di città, è avvenuta pochi giorni prima, il 2 giugno: a cantarlo è stata la Corale “Ponchielli” accompagnata dalla Banda cittadina. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 19 19 Echeggia qualche stonatura Non tutto, però, sembra filare liscio nella vita della giovane Scuola Civica: affiora qualche stonatura, si levano voci critiche. A gettare il sasso nello stagno è “L’informatore”, un settimanale locale diretto da Felappi. Lamenta un articolo dal titolo “Non ha progredito la Scuola di Musica”, pubblicato nel numero del 2 luglio 1955: «Spiace dover constatare che la Scuola “Donizetti” non ha fatto progressi. Brutta impressione dal saggio finale di lunedì 27 giugno alla Scuola “Martiri della Libertà”. È da segnalare in primo luogo la mancanza di organizzazione. Tra un frastuono indiavolato, ad un tratto ci si accorge che il saggio è incominciato, una bambina è al pianoforte e si intravvede che muove le dita sulla tastiera, ma la musica non si sente. Si alza il direttore della scuola, zittisce il pubblico. Non si era mai visto iniziare un saggio in questo modo. Sarebbe stato opportuno, come consuetudine, che il direttore dicesse due parole ai genitori o che almeno leggesse una breve relazione sull’attività dell’anno. Ma for- Il pubblico di uno dei primi saggi di fine anno degli allievi della Civica “Donizetti” Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 20 20 se era bene tacere, perché le cose non vanno come dovrebbero... Dopo tanti sacrifici dei fondatori della scuola, abbiamo salutato con gioia quando questa divenne civica e bene fu accolta l’iniziativa del Comune di una nuova direzione. Poiché nella scuola sono entrati nuovi insegnanti e particolarmente un nuovo direttore, si credeva che il progresso non potesse mancare. Purtroppo abbiamo invece con- Esibizione a quattro mani di due piccoli ed eleganti pianisti Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 21 21 statato, attraverso i saggi del triennio 1953-1955, che vi fu piuttosto un regresso... L’organizzazione non fila, gli allievi con 15 minuti di lezione al posto dei 30 retribuiti dal Comune non possono apprendere quanto richiesto dal programma. Ci risulta qualche incidente increscioso tra i genitori degli allievi e anche tra insegnanti ad opera del direttore. Ci sembra che la scuola manchi di impulso, non alludiamo agli insegnanti, ma nel suo complesso organizzativo. È risaputo del non indifferente abbandono di molti allievi i quali, in un primo tempo circa 70, sono andati poi sempre decrescendo sì che ora sono circa una trentina. Di chi la colpa? A nostro avviso della direzione, che non seppe accattivarsi il benvolere dei genitori e degli allievi: troppa rigidezza da parte del direttore, mai una parola paterna di incoraggiamento ai ragazzi... È dunque necessario, per il bene del- Si festeggia il conferimento a Sesto del titolo di “città”. Al centro del balcone di Villa Mylius, allora sede del Comune, il Sindaco Oldrini saluta la folla Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 22 22 la scuola, che la direzione sia rinnovata con elementi giovani che infondano quella simpatia reciproca che conduce alla stima e al rispetto di tutti i genitori». Pronta la replica di Riccardo Malipiero, che in una lettera al giornale (pubblicata nel numero del 9 luglio) puntualizza: - il direttore riferisce sull’attività della scuola alle autorità competenti e non al pubblico di un saggio; - il saggio si è concluso con un bis, dunque gli spettatori sono rimasti soddisfatti, come del resto testimonia il pubblico plauso dell’Assessore Talamucci all’indirizzo del direttore e dei suoi collaboratori; - non è vero che gli insegnanti sono dei lavativi, lavorano in base al- Tra gli allievi degli esordi spunta un futuro Sindaco Aveva otto anni quando varcò per la prima volta il portone della Scuola “Martiri della Libertà”, nell’omonima via, dove in alcune aule di sera gli abbecedari e i sussidiari cedevano il posto a spartiti e a manuali di musica. Era il 1954 e fino al 1957 il piccolo Giorgio Oldrini, figlio del Sindaco di allora, fu allievo della Scuola Civica “Donizetti”: uno dei primi in assoluto. Non fu quella un’esperienza per lui molto esaltante, anche se oggi la ricorda con simpatia. Ma senza i rimpianti che accompagnano quella successiva di calciatore in erba. Nel 1954 mio padre si recò in delegazione nei paesi dell’Est Europeo. Tornò con un violino che proveniva dall’Ungheria. In famiglia si discusse a chi toccasse imparare a suonarlo: ero il più piccolo, la scelta cadde su di me e fui iscritto alla Scuola di Musica di via Martiri della Libertà. Il mio maestro era Riccardo Malipiero senior, un signore dall’aspetto austero che calzava le pantofole per tenere caldi i piedi in quelle aule così fredde e umide. Frequentavo anche la classe di solfeggio dove insegnava il professor Giuliano Manzi, che sapeva instaurare con gli allievi un clima assai coinvolgente. Ciononostante non mi ci volle molto a capire che la musica è anche fatica e meno male che a salvarmi, nel 1957, arrivò da Milano l’Inter per impiantare, in base a un accordo con la Pro Sesto, una scuola di calcio. Mio papà mi iscrisse, ma la mamma fu categorica: «Vai già alle elementari, mi disse, dunque in più o il violino o il calcio. Scegli». Non ebbi dubbi e corsi a indossare la divisa da calciatore. Il violino però non finì in soffitta, fu regalato a un ragazzino che imparò a suonarlo egregiamente. Insomma, fummo contenti in due. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 23 23 le presenze degli studenti e comunque non disattendono l’impegno assunto con il Comune; - nessun “increscioso incidente”, a meno di considerare tale l’osservanza delle norme disciplinari stabilite dal direttore; - falso che gli allievi siano scesi da 70 a 30, dall’anno scolastico 1952-1953 il loro numero si è mantenuto tra i 30 e i 40. “L’informatore” prende atto, ma non recede. Si decide per un cambio di marcia La “Donizetti”, intanto, procede per la sua strada. Gli allievi si mantengono sulla quarantina, ai docenti si aggiunge, per insegnare teoria e solfeggio, un giovane brillante e coinvolgente, Giuliano Man- Il piccolo Giorgio Oldrini a lezione di violino con il suo maestro Riccardo Malipiero senior, direttore della Scuola Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 24 24 zi, il quale sa come rendere attraente una materia un po’ indigesta. Non manca il tradizionale appuntamento con il saggio finale. Sabato 9 giugno 1956, in prima fila nel salone della Casa Albergo siede anche il Sindaco Abramo Oldrini: a ricevere il suo applauso c’è anche un piccolo violinista di nome Giorgio che, seppure emozionatissimo, riesce a suonare fino in fondo la “Piccola melodia” di Bériot. Meno di mezzo secolo dopo, il 15 giugno 2002, con altrettanta emozione cingerà nell’aula consiliare del Comune la fascia tricolore di primo cittadino che fu di suo padre. Il 1° ottobre riaprono le iscrizioni, riprendono le lezioni che si svolgono adesso il lunedì, il martedì, il giovedì e il venerdì dalle 17,30 Giuliano Manzi, con lui mai noioso il solfeggio Una noia per gli studenti di musica. E neppure tanto amato dagli insegnanti di strumento: il solfeggio, sostengono molti di loro, lo si impara sul campo, mentre si studia pianoforte, o violino, o flauto, o altro. C’è stato però uno, nella storia della “Donizetti”, che è riuscito a rendere attraenti questa materia e quell’altra, la teoria musicale, che spesso le tiene compagnia nella classifica del gradimento: il professor Giuliano Manzi. Il suo segreto? Una solidissima esperienza didattica, una fruttuosa creatività come compositore e una straordinaria capacità di coinvolgere gli allievi: con lui il solfeggio diventava un gioco educativo, cessava di essere un “mattone” e basta. È stato anche un’autorità nel ramo. Nato a Monza nel 1928, Manzi ha insegnato esercitazioni corali al Conservatorio “Pedrollo” di Vicenza. Con le sue composizioni per coro ha fatto man bassa di premi: il suo brano “Trirodari” ha vinto nel 1987 il Concorso Usci di Milano, la sua fiaba musicale “Cuoredolce” è risultata prima nel 1992 al Concorso nazionale “Una favola al castello” di Torino. Suoi lavori sono stati trasmessi più volte da Radiorai 3 e figurano nei cataloghi di diversi editori specializzati, insieme ai manuali di solfeggio che hanno fatto cantare migliaia e migliaia di aspiranti musicisti sia in Italia che all’estero. Alla “Donizetti” arrivò a metà degli anni Cinquanta, rimanendovi per più di trent’anni. Oltre a insegnare teoria e solfeggio, ha creato e plasmato il coro della Scuola che, grazie alla varietà del repertorio da lui proposto, ha sempre raccolto nel tempo applausi e consensi dovunque si esibisse. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 25 25 alle 19,30. C’è pure una novità: ogni domenica mattina si tengono delle esercitazioni d’orchestra per allievi già pratici di violino, viola, violoncello e contrabbasso. Ma a fine anno arriva il colpo di scena: Malipiero lascia, non si sa se infastidito per le critiche o perché ha comunque deciso di passare la mano dopo un’esistenza trascorsa a suonare e insegnare. L’Amministrazione comunale non si straccia le vesti, non fa più di tanto per trattenere l’anziano direttore, un gentiluomo all’antica al quale forse difettava la duttilità necessaria per assecondare appieno le finalità della “Donizetti”: essere, con la “Faruffini” e la Biblioteca Civica, un riferimento culturale capace di raggiungere, travalicando i suoi confini meramente didattici, famiglie, associazioni, l’intera società sestese. «Bisognava rivedere – rammenta Carlo Talamucci – l’organizzazione della Scuola alla luce delle nuove esigenze che emergevano dagli stessi allievi. Ci voleva una direzione più energica e sensibile, più aperta e moderna». Sta per scoccare l’ora di Lina Bodini Mazza. Il violino, con il pianoforte, è sempre stato uno degli strumenti di punta della Scuola Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 27 27 Capitolo II Gli anni dello sviluppo e dell’affermazione (1958-1963) Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 28 Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 29 29 Entra in scena la “nostra concertista” Il 13 novembre 1957 viene ratificato l’avvicendamento al vertice del Corso di Musica “Donizetti”. Con la deliberazione numero 751 la Giunta comunale formalizza gli incarichi di insegnamento per l’anno scolastico 1957-1958. Se ne va Riccardo Malipiero senior, arriva Lina Bodini Mazza. Può contare su sette docenti: Adriana Pizzen, Anna Maria Virzì e Maria Luisa Tommasini (pianoforte), Serafino Maghini (strumenti a fiato e a plettro), Goffredo Bizzarri (violino), Giuseppe Taverna (fisarmonica, armonica a bocca e chitarra), Giuliano Manzi (teoria e solfeggio). Cambia anche la sede. Fuori dalle venerande aule della “Martiri della Libertà”, si trasloca nel complesso “Rovani-Forlanini” di via Marconi e via Fratelli Bandiera: il 5 novembre iniziano le lezioni del nuovo anno scolastico. A Lina Bodini Mazza si spalanca uno scenario inconsueto. Quarant’anni, primogenita delle quattro figlie dell’ex maresciallo dei Carabinieri Evasio Mazza, che tra le due guerre mondiali ha comandato la Stazione di Sesto dell’Arma, la nuova direttrice è una gloria musicale cittadina. Si era fatta notare già poco tempo dopo aver cominciato, all’età di otto anni, a studiare pianoforte: in un concerto benefico al Teatro “Elena” era stata salutata come “bambina prodigio”. Completa la formazione pianistica, integrata da corsi di composizione e canto, sotto la guida dei maestri Francesco Martinotti e Carlo Vidusso, diplomandosi nel 1937 a pieni voti e la lode al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, uno dei più importanti se non, addirittura, il numero uno in Italia. Decide di intraprendere la carriera concertistica, ma nel 1940 deve accantonare le sue aspirazioni: l’Italia entra in guerra. Nel 1946, dopo le vicissitudini belliche, riprende a suonare in pubblico. Si esibisce in diverse città italiane, la chiamano alla Rai, suona da solista, come accompagnatrice di cantanti lirici e in formazioni cameristiche. Fruttuoso il sodalizio con il Quartetto della Scala, formato dai violinisti Flavio Bonzo e Mariano Frigo, dal violista Walter Rugalli, dal violoncellista Walter Caletti. Insieme a loro miete applausi anche tra il pubblico sestese: memorabile il concerto del 1° giugno 1956 nel salone della Casa Albergo, a chiusura della stagione culturale della Biblioteca Civica. L’unanime apprezzamento sulla sua bravura è ben esplicitato da un articolo pubblicato sul numero del 5 novembre 1955 del periodico locale “L’informatore”. Si legge: «La signora Bodini Mazza è una pianista per eccellenza, la nostra concertista. Ha suonato ovunque, Pagina accanto Si suona insieme, uno dei momenti più emozionanti dell’educazione alla musica Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 30 30 Lina Bodini Mazza e i solisti del Quartetto della Scala ricevono l’applauso del pubblico alla fine di un concerto con chiunque, senza paura, adattando la tastiera alla maestria delle sue mani e del suo temperamento, al suo gusto sopraffino e delicato, sempre mirante più alla forma che alla sostanza. Bada più alla perfezione stilistica che alla musica che “fa colpo”. Non per nulla in questi ultimi anni si è cimentata con pagine pianistiche di autori moderni (persino Ellington), portandole alla presa di un pubblico al momento perplesso, poi entusiasta. Dove c’è battaglia c’è interesse e l’interesse di Lina Bodini Mazza è mirare in alto, sempre più dove è difficilissimo avere un posto d’onore». Ma non ci sono soltanto i concerti. Mirare in alto, per Lina Bodini, significa anche trasmettere, soprattutto ai giovani, la passione per la musica. Ha cominciato a insegnare privatamente dopo essersi diplomata e non ha mai smesso neppure durante la guerra. La villetta in fondo a via Mazzini, dove abita, risuona delle note, ora incerte, ora spavalde, di tanti aspiranti pianisti. In prima fila, le due figlie nate dal matrimonio con Giovanni, dipendente della Falck: la maggiore, Mariarosa, nel 1960 si diplomerà giovanissima al Conservatorio di Milano, anche lei Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 31 31 sotto la guida di Vidusso, anche lei a pieni voti e la lode, intraprendendo poi una brillante attività concertistica e divenendo, in seguito, docente dell’istituzione musicale milanese; pure la minore, Laura, è molto portata per la musica, ma preferirà esprimere le sue capacità su un versante altrettanto impegnativo, quello della medicina del lavoro e della prevenzione degli infortuni, un vero flagello allora come oggi. Concertista, insegnante e, in più, instancabile organizzatrice di eventi musicali. Tuttavia, non è solo per i suoi meriti professionali che il Comune chiama Lina Bodini a prendere il posto di Riccardo Malipiero senior. «Decidemmo di puntare su di lei – precisa Carlo Talamucci – perché, pur non avendo all’epoca una vastissima esperienza didattica, la vedevamo molto attiva in campo musicale. Ma pure perché aveva un carattere deciso, era sestese, di una famiglia conosciuta, era in sintonia con gli orientamenti dell’Amministrazione comunale. Anche questo aveva la sua importanza, essere non necessariamente schierati partiticamente, ma animati da spirito democratico. Tanto che, per esempio, la Commissione di vigilanza della Biblioteca Civica comprendeva cattolici, repubblicani, indipendenti, non solo comunisti e socialisti. E Lina Bodini seppe superare le difficoltà iniziali, dovute all’incontro con una realtà tutto sommato nuova per lei, proprio perché riuscì a capire l’importanza della nostra impostazione, ovvero che tutte le attività della Scuola Civica di Belle Arti dovevano rispondere, oltre a ovvie esigenze didattiche, a una visione culturale assai più ampia: i corsi, insomma, dovevano porsi al servizio della cittadinanza, essere aperti alle sue istanze, non trasformarsi in circoli chiusi per pochi adepti. Fu così che la Biblioteca Il complesso scolastico “Forlanini”, seconda sede della Civica “Donizetti” Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 32 32 e la Scuola allargarono i loro confini, raggiungendo con le loro iniziative le famiglie, le associazioni, tutto il tessuto sociale: fu questa una fortuna per lo sviluppo della cultura nella nostra città». La nuova direttrice si mette subito all’opera Il compito che attende la neo direttrice non è facile e in effetti, nei primi tempi, non mancano le difficoltà e i momenti di scoramento. Momenti di trepidazione per il giovane pianista ascoltato dalla direttrice e dal suo insegnante Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 33 33 Ma lei non è tipo da tirarsi indietro, ha carisma, temperamento, ambizione. Ha saputo farsi largo, conquistando applausi e notorietà, in un mondo di segno maschile, qual era allora quello dei concerti di alto livello, che concedeva pochi scampoli ai sogni di successo delle donne musiciste. Più spine che rose il debutto a scuola di Lina Bodini Mazza Applausi, complimenti, fiori, bella gente. Tutto un altro mondo, quello dei concerti, rispetto alla poco brillante realtà del Civico Corso di Musica che il Comune le affidava nel 1957 per cercare di risollevarne le sorti. Persino a una personalità forte come Lina Bodini venne la tentazione di lasciar perdere dopo avere accettato la direzione lasciata da Riccardo Malipiero senior. Ecco la rievocazione di quei suoi primi giorni di scuola. La carriera concertistica mi aveva dato belle soddisfazioni, però mi rendevo conto che suonare in pubblico era uno stress notevole per me, avendo oltretutto come “rivale”, per quanto fossimo in ottimi rapporti, il mio maestro Carlo Vidusso, più bravo e ricercato. Non esitai dunque a cogliere l’opportunità che mi veniva offerta dal Sindaco Oldrini e dall’Assessore Talamucci: meglio dirigere una scuola - pensai - che suonare con l’ansia del successo. Ma l’impatto con la novità non fu confortante: poche classi, pochi allievi e per giunta di livello musicale modesto, risultati didattici scarsi. Ero molto delusa, spesso tornavo a casa piangendo, insomma stavo quasi per rinunciare: vivevo quell’esperienza come una mortificazione per la mia fama di concertista. Poi, parlandone con lui, Vidusso mi disse che era assai più importante creare una scuola che suonare in concerto: molti sono i concertisti - furono le sue parole - pochi invece i musicisti capaci di plasmare un’istituzione scolastica, mantenendola viva. Capii allora quale doveva essere la mia strada, tenni duro, poco alla volta riuscii anche a circondarmi di collaboratori più attenti alla qualità dell’insegnamento che alla quantità degli allievi e alla fine i risultati sono venuti. La “Donizetti” si è via via fatta conoscere e apprezzare anche fuori dai confini comunali, ed è arrivata ad avere fino a 700 iscritti: parecchi ragazzi hanno concluso con soddisfazione il loro corso di studi, conseguendo il diploma di conservatorio; tanti sono stati e sono tuttora gli adulti, dei quali ho sempre cercato di favorire la frequenza affinché pure loro potessero coltivare la passione per la musica. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 34 34 Due giovani sassofonisti in un saggio agli inizi degli anni ’60 Supera la crisi da primo impatto: fallire, del resto, è un verbo che non fa parte del suo vocabolario. Si rimbocca le maniche e si butta con decisione nell’impresa di rivitalizzare la cagionevole “Donizetti”, motivando insegnanti e studenti e imprimendo all’istituzione quello slancio che il Comune auspica, ma che fin lì non si è visto. Tempo tre mesi ed ecco che, nel marzo 1958, il salone della Biblioteca Civica apre i battenti per accogliere, come documenta la puntuale cronaca de “L’informatore”: «Un simpatico trattenimento promosso dalla direttrice della “Donizetti”. Sono presenti gli Assessori Rosa Bisignani Casapollo e Carlo Talamucci, i docenti della scuola e un folto pubblico di familiari, che hanno applaudito le esibizioni degli allievi al pianoforte e agli strumenti a fiato. Due ore di lieta armonia, che servono per mostrare i progressi registrati dall’inizio dell’anno scolastico 1957-1958». Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 35 35 La “Donizetti” spicca il volo Il ghiaccio è rotto, la “Donizetti” sta per spiccare un volo che, con qualche inevitabile alto e basso, la porterà dritta nel cuore della città per cinquant’anni. E oltre. Sabato 14 giugno è la volta del salone dell’Albergo “Moderno” a echeggiare di note: sono quelle del saggio di fine anno, che allinea gli allievi delle classi di pianoforte, violino, chitarra, oltre al coro. È ancora successo. In quei giorni, però, le cronache musicali locali sono dedicate soprattutto a Giovanni Salvatore, un operaio della Magneti Marelli grande intenditore di canzoni, che fa man bassa di gettoni d’oro a una delle trasmissioni più popolari nella storia della televisione italiana: “Il musichiere”, condotto da Mario Riva, orchestra diretta da Gorni Kramer, due assi dello spettacolo leggero. Non ci sono soltanto i saggi nel carnet che la “Donizetti” offre alla cittadinanza. Un passo dopo l’altro la Scuola si incammina a diventare anche il volano della cultura musicale sestese. Così, tre giorni dopo la consueta esibizione di fine anno dei giovani musicisti nella palestra della “Forlanini”, il 16 giugno 1959 tocca alla direttrice e a un’insegnante, Anna Maria Rotella che è stata sua allieva di pianoforte, animare il concerto che il Comune ha organizzato in onore delle autorità scolastiche cittadine e degli studenti vincitori della borsa di studio comunale per l’anno testé concluso. Unanime è l’accoglienza del pubblico, che accomuna nell’applauso l’altra pianista Mariarosa Bodini e il violinista Alberto Giglio. Pochi mesi più tardi, nel febbraio e nel marzo 1960, la Biblioteca Civica organizza nella sua sede di Villa Zorn delle serate sulla musica francese e spagnola: sono ancora alcuni insegnanti della “Donizetti” a tenere banco. E nel giugno successivo, sempre in occasione della consegna delle borse di studio del Comune alla presenza del Vicesindaco Alessandro Cazzaniga e dell’Assessore alla pubblica istruzione Rosa Casapollo, si esibisce anche il coro diretto da Giuliano Manzi. Aumentano gli iscritti, si ampliano le classi Domenica 22 maggio 1960, durante il saggio di fine anno alla Scuola “Forlanini”, sull’onda dell’entusiasmo suscitato da tutti gli esecutori e in particolare dal coro che ha incantato il pubblico con canti popolari russi e americani, viene annunciato l’ampliamento del nu- Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 36 36 mero delle classi nell’anno scolastico che inizierà in autunno: ce n’è bisogno per far fronte alle crescenti domande di iscrizione. Confermerà poi il settimanale locale “Sesto città” nel numero di sabato 8 ottobre: «Tra le attività culturali dell’Amministrazione comunale spicca quella delle scuole serali, che godono sempre più del favore della cittadinanza, come prova il costante aumento del numero degli allievi. (…) La Scuola di Musica “Donizetti”, sorta alcuni anni fa con un numero iniziale di trenta alunni, ha raggiunto il centinaio lo scorso anno, compresa una folta schiera di bambini di setteotto anni. Inoltre ha ampliato il numero dei corsi. (…) Il successo delle scuole serali del Comune dipende anche dal fatto che le quote di frequenza sono molto basse e le lezioni sono tenute in orari possibili per chi lavora durante il giorno». Un merito non da poco, quello di far pagare tasse di frequenza abbordabili. Si respira aria di boom economico in quegli anni, un pizzico di benessere fa capolino nelle case di Sesto, la cui popolazione è salita a 70 mila abitanti dai 45 mila di dieci anni prima. Ma non è che la vita sia regalata: nello stesso periodo la spesa mensile di una famiglia media è rincarata all’incirca di 30 mila lire. Quanto ai lavoratori, è stata la stessa direttrice a proporre orari accessibili per dare anche a loro la possibilità di coltivare i propri interessi musicali e di imparare a suonare uno strumento. Anzi, agli insegnamenti se ne aggiunge uno, gratuito come la partecipazione al coro: storia della musica. Inoltre, proprio per venire incontro alla voglia di avvicinarsi alla musica e di suonare, Lina Bodini ha pensato di ripartire i corsi di ciascuno strumento in due ordini di studio: uno conforme ai programmi di conservatorio per consentire agli allievi, se lo vogliono e sono preparati, di sostenere regolari esami di licenza e di diploma; l’altro più libero, per fornire le nozioni musicali fondamentali e mettere in grado di suonare, anche a un buon livello, per puro diletto personale. Insomma, la “Donizetti” funziona. E nel marzo 1961, mese in cui si celebra in Consiglio comunale il centenario dell’Unità d’Italia, Lina Bodini Mazza può andare fiera del bilancio che tratteggia al Vicesindaco Luigi Nale in visita alla Scuola: 120 allievi, 11 docenti, lezioni tutti i giorni dalle 17,30 alle 21. Già che c’è, azzarda una richiesta: aule più consone a una scuola di musica, quelle della “Forlanini” sono nate per altre esigenze. La questione, nonostante la disponibilità del Comune, rimarrà sul tappeto ancora per parecchi anni. Maggio e giugno mettono alla frusta i giovani allievi. Mercoledì 31 Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 37 37 maggio alla Biblioteca Civica si svolge una serata musicale che vede alla ribalta pianisti, fisarmonicisti e strumentisti a fiato. Chiude il coro. Applausi per tutti. Due settimane dopo, sabato 17 giugno, arriva il momento del saggio di fine anno. Alle 21, nella palestra della “Forlanini” sfilano sul palco ventidue esecutori. Ce n’è uno che suona al pianoforte brani di Chopin e Albeniz e che negli anni successivi diventerà un’autorità nel campo dell’oncologia, oltre che esponente di rilievo della politica sestese: Giorgio Parmiani, attuale vicedirettore scientifico dell’Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Milano. Le cronache cittadine sottolineano i costanti progressi del numero e della qualità delle esibizioni, frutto del lavoro della direttrice e degli insegnanti. Si festeggiano i dieci anni di attività Con l’avvio in autunno dell’anno scolastico 1962-1963, la “Donizetti” entra nel decimo anno di attività: gli iscritti sono 130, pagano mille lire al mese per la frequenza. È lontano il ricordo degli inizi stentati, la Scuola è diventata un’importante istituzione della “città delle fabbriche”, dall’ottobre 1961 gemellata con un centro francese alle porte di Parigi, che per molti aspetti le assomiglia: Saint-Denis. Ma, pochi mesi prima di festeggiare l’anniversario, perde uno dei suoi “papà”. Il 3 febbraio 1962, a 50 anni appena compiuti, muore Abramo Oldrini. Lo piangono amici e avversari: era un uomo di partito, è stato il Sindaco di tutti. Gli succede Giuseppe Carrà, un altro personaggio carismatico per il suo passato di combattente antifascista: la continuità di azione dell’Amministrazione comunale non subisce scossoni. Un compunto Luigi Vimercati, futuro Assessore, in posa seduto al pianoforte Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:20 Pagina 38 38 Grazie all’appoggio del Comune, la direzione mette in pista nuove iniziative miranti a moltiplicare le occasioni degli allievi per fare esperienza, suonando fuori dalle familiari pareti scolastiche, e per accrescere le loro conoscenze musicali. Così, accompagnati da alcuni insegnanti, gruppi di giovani vanno al Teatro alla Scala dove si rappresenta “Rigoletto” di Verdi e all’Angelicum per assistere a un concerto con musiche di Vivaldi e Monteverdi. Altri, invece, animano trattenimenti musicali per gli scolari delle elementari: alla “Martiri della Libertà”, prima casa della “Donizetti”, si fa notare Luigi Vimercati, studente di pianoforte, futuro Assessore alla cultura. Altri ancora, i più preparati, vanno in trasferta: al Lyceum e al- Maria Luisa Tommasini, il rimpianto di avere dovuto smettere di insegnare Non fosse stato per una legge del 1996, che impediva di cumulare redditi da lavoro alla pensione, Maria Luisa Tommasini sarebbe ancora lì, nelle aule della “Donizetti”, a insegnare pianoforte. Come trent’anni prima quando, dopo il diploma e un’esperienza da concertista, fu reclutata nel 1957 per aiutare, con l’entusiasmo della gioventù, la nuova direttrice a smuovere le acque e rilanciare la Scuola. I primi furono anni difficili, costretti come eravamo in sedi poco adatte a una scuola di musica, dove finivamo anche per creare qualche difficoltà organizzativa a chi ci ospitava: si tirava avanti con le lezioni fino alle nove di sera per permettere agli adulti di frequentare dopo l’orario di lavoro. Il decollo è avvenuto negli anni Sessanta e al successo hanno contribuito sia le varie iniziative concertistiche proposte da Lina Bodini, alle quali ho dato anch’io il mio contributo in diverse occasioni, sia i saggi di fine anno che hanno consentito ai sestesi di conoscere il nostro lavoro, sia ancora gli incontri con le scuole elementari della città per promuovere la musica tra i piccoli alunni. L’Amministrazione comunale ha sostenuto l’attività della “Donizetti”, considerando come un fiore all’occhiello per Sesto avere una civica scuola musicale quando tutt’intorno c’era solo quella di Milano. Anche per noi docenti era un motivo d’onore insegnarvi, sebbene la retribuzione non sia mai stata consona alla reputazione dell’istituzione: ma era, questo, un aspetto che passava in secondo piano di fronte alle attestazioni di stima e di affetto che, negli anni, ho ricevuto da allievi e colleghi. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 39 39 la Famiglia Meneghina di Milano, al Liceo “Appiani” di Monza tengono alto il nome della Scuola. Per il saggio conclusivo del decennale, si fanno le cose in grande. La palestra della “Forlanini” cambia faccia, si trasforma in un auditorium con fiori e drappeggi come per un’autentica serata di gala, alla quale aggiunge importanza la presenza del Sindaco Carrà e dell’Assessore Casapollo. Il pubblico che gremisce la sala tributa, con il suo applauso caloroso e sincero ai giovanissimi e meno giovani esecutori, il riconoscimento più bello ai meriti della “Donizetti”. Il lusinghiero giudizio di un intenditore Meriti convalidati anche dagli esperti del ramo. Scrive infatti il critico musicale, docente di conservatorio e direttore d’orchestra Piero Santi, sul numero di novembre 1963 del bimestrale comunale “La città”: «L’esistenza e il rapido sviluppo della Civica Scuola di Musica valgono a confermare l’organicità e l’autonomia culturali raggiunte da Sesto San Giovanni, già attestate dalle molteplici iniziative nel campo dell’educazione, della ricreazione e dell’arte attuate dal L’orchestra e il coro nel saggio celebrativo del decimo anniversario della Scuola Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 40 40 Comune con ritmo crescente dal dopoguerra a oggi. Tanto più significativa, sotto tale aspetto, appare la Scuola “Donizetti” se si considera che gli istituti di istruzione musicale delle altre città italiane, taluni divenuti in seguito conservatori o licei pareggiati, erano sorti ancora nell’Ottocento o nei primi anni del nostro secolo, per la maggior parte, sotto lo stimolo di una tradizione e di una vita musicale locali sconosciute a Sesto. Si aggiunga che la Scuola sestese è nata Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 41 41 a pochi passi da Milano, vale a dire da uno dei centri musicali più ricchi d’Italia e meglio attrezzati per l’insegnamento... Vero è che la Scuola Civica “Donizetti”, lungi dall’irrigidirsi in criteri didattici troppo accademici, seppe presto corrispondere alle predilezioni popolari istituendo, accanto ai corsi originari di pianoforte, violino, teoria e solfeggio, quelli per strumenti di accessibilità e di attrattiva più facili, tali soprattutto perché li si vede impiegati anche nella musica leggera, quali il clarinetto, il sassofono, la tromba, la chitarra, la fisarmonica e l’armonica a bocca. Anche questi strumenti, però, sono insegnati da docenti qualificati sulla base dei programmi di studi dei conservatori e sulla scorta dei metodi classici, sì da garantire una preparazione rigorosa e di alto livello». Pagina accanto Flash dal saggio del decennale. Alla chitarra il futuro Assessore Viscardo Bulgarelli Imparare la musica, una chance di elevazione sociale e artistica Ma che cosa ha significato per la cittadinanza, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, l’esistenza di una Civica Scuola di Musica? Ecco quanto scrisse il settimanale locale “Sesto città” in un articolo pubblicato sul numero del 20 ottobre 1962. La “Donizetti” ha incontrato l’appoggio e l’interesse delle famiglie, che hanno avuto modo di comprendere il valore e l’importanza dell’educazione musicale sia per la formazione del gusto, sia per lo sviluppo della sensibilità artistica e dello spirito critico nella gioventù. Ma va anche detto che gli allievi e le loro famiglie guardano alla scuola come a un’istituzione che seriamente forma le basi per consentire di raggiungere mete artistiche impensabili senza la sua opera. Questa è la più evidente dimostrazione dell’importante funzione che svol- ge una scuola musicale improntata a criteri di qualità e sostenuta dall’Amministrazione comunale che anche in questo campo assolve il suo compito di elevazione e qualificazione dei cittadini. Che ciò sia vero lo prova il fatto che la “Donizetti” è frequentata da giovani di più diversa provenienza e condizione sociale. Questi positivi apprezzamenti li facciamo volentieri in un momento in cui sono sul tappeto problemi fondamentali per la scuola italiana nella quale ci auguriamo, anche per i positivi risultati di iniziative comunali come quella sestese, di vedere colmate le gravi lacune attinenti all’educazione artistica dei giovani, che è pur sempre un indice della civiltà di un paese. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 43 43 Capitolo III Una fucina di iniziative e di talenti (1964-1979) Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 44 Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 45 45 Si intensifica l’azione educativa della Civica Scuola Non c’è tempo per riposare sugli allori. Archiviati i festeggiamenti del decennale e gli apprezzamenti, la “Donizetti” riparte di slancio verso nuovi traguardi. È, del resto, un periodo di trasformazioni per la “città delle fabbriche”, ma lo sviluppo urbanistico ed economico non fa dimenticare i valori che hanno connotato la storia locale e che sono testimoniati dal monumento alla Resistenza, opera dell’architetto Piero Bottoni, inaugurato il 25 aprile 1963 nella piazza attorno alla quale sta prendendo forma il nuovo centro civico con l’attuale Palazzo del Comune, che verrà inaugurato il 1° maggio di quattro anni dopo. Per contribuire ulteriormente all’educazione musicale dei giovani sestesi, all’inizio del 1964 la direzione della Scuola, appoggiata dall’Amministrazione comunale, organizza in collaborazione con il Conservatorio di Milano una serie di concerti sotto l’egida dell’A.gi.mus.-Associazione giovanile musicale, un’organizzazione sorta nel 1949 e patrocinata dal Ministero della pubblica istruzione, che si occupa di diffondere la conoscenza della musica, affiancandosi alle istituzioni musicali o sostituendosi ad esse dove non ci sono. È, per certi aspetti, la risposta nazionale alla Jeunesses Musicales, il circuito concertistico internazionale per giovani emergenti presente nel nostro paese dai primi anni Cinquanta attraverso la sua filiale, la Gioventù Musicale d’Italia. Per mettere in pista l’iniziativa si è attivato in prima persona il Sindaco Carrà, che ha preso accordi direttamente con il direttore del Conservatorio, Jacopo Napoli. Per assistere ai concerti, è necessario associarsi all’A.gi.mus.: si pagano 700 lire e la quota di iscrizione dà diritto ad avere lo sconto sul biglietto di ingresso all’Angelicum e in altre sale milanesi. Un’eccellente occasione della quale approfittare, dunque, per i ragazzi appassionati di musica, che rispondono molto positivamente. Il primo dei cinque appuntamenti in cartellone si tiene la sera del 18 gennaio nel salone della Biblioteca Civica, che si alterna con il Conservatorio nell’ospitare gli spettacoli, tranne uno di balletto che si svolge alla Scala. In marzo, per esempio, è l’istituzione milanese ad accogliere i sestesi per l’esibizione, tra gli altri, dell’orchestra e del coro dei suoi allievi guidati da un giovane napoletano, di cui si dice un gran bene e che non è proprio un estraneo per Sesto giacché capita spesso, per delle feste tra compagni di studio, nella villetta di via Pagina accanto Si rappresenta “Tosca” nella sala del Consiglio comunale Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 46 46 Mazzini dove abita Lina Bodini con la famiglia. Non deluderà i pronostici. In capo a una ventina d’anni diventerà uno dei direttori d’orchestra più acclamati del mondo. Il suo nome? Riccardo Muti. Una lezione di violino in un’aula della Scuola “Forlanini” Un ulteriore scatto di qualità Proseguono anche gli sforzi della direzione per elevare la qualità della preparazione degli allievi della Scuola. Viene per esempio introdotta la prassi del concorso interno per designare i migliori dell’anno. Sulla scia degli ottimi rapporti di collaborazione in essere, nella commissione esaminatrice siede un docente del Conservatorio di Milano. Si pone anche il problema, crescendo il numero degli allievi più promettenti che progrediscono nel programma ministeriale di studi, di dare loro l’opportunità di completare la preparazione per sostenere gli esami nei conservatori e negli istituti musicali abilitati: a Milano, oltre al Conservatorio, all’epoca c’è solo l’Accademia “Anzaghi”. La “Donizetti” istituisce all’uopo il corso di armonia complementare, affidandolo a un docente di indiscusso prestigio: Franco Donatoni, uno dei massimi compositori del Novecento. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 47 47 Donatoni non è il musicista distaccato, che se ne sta isolato, chino sul pianoforte e a tavolino a scrivere partiture. Ha la vocazione di “fare scuola”, insegna al Conservatorio di Milano e per cinque anni metterà il suo genio a disposizione degli allievi della “Donizetti”, prima di trasferirsi nella romana Accademia di Santa Cecilia e poi a Siena nell’Accademia Chigiana. Sarà il primo di altri grandi nomi della musica che valorizzeranno, con il loro contributo didattico, l’attività della Civica. Sempre nell’ottica di ampliare il panorama culturale degli allievi, nell’anno scolastico 1964-1965 il corso di storia della musica viene diviso in due filoni: uno volto alla preparazione degli esami in conservatorio; l’altro a tema libero, sviluppato in una serie di lezioni supportate da audizioni discografiche. Nell’anno in questione, l’argomento scelto è il jazz e questo, come sottolinea il bimestrale “La città”, «pone la “Donizetti” al secondo posto tra gli istituti musicali, dopo il Conservatorio di Firenze, nel proporre tale genere musicale quale seria materia di studio, con la conoscenza delle sue origini, dei suoi sviluppi attraverso i vari stili e dell’influenza che ha esercitato ed esercita sui musicisti moderni e contemporanei». Il maestro Franco Donatoni con alcuni suoi studenti Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 48 48 Si ripete intanto il successo dei concerti targati A.gi.mus.: sono circa 200 i giovani iscritti all’Associazione che fanno la spola, per assistervi, tra il Conservatorio di Milano e la Biblioteca Civica di Sesto, dove si tengono inoltre i concerti del ciclo “Strumenti ad arco”. Maggio 1955: applausi agli interpreti de “La traviata” al Teatro Elena. Al centro, la soprano Floriana Cavalli Decollano le stagioni concertistiche dell’Amministrazione comunale Tra la fine del 1966 e l’inizio del 1967 Lina Bodini propone al Comune un’idea destinata a trasformare la scena musicale cittadina: dare vita a stagioni concertistiche annuali in maniera stabile, sotto l’egida dell’Amministrazione comunale, chiamando a suonare musicisti di valore internazionale. Non è che Sesto sia, in quegli anni, un deserto in fatto di grande musica. Tutt’altro. Oltre alle molteplici iniziative varate dalla stessa “Donizetti”, da associazioni e circoli culturali a cavallo degli anni Cinquanta-Sessanta, la città può andare orgogliosa del concerto da- Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 49 49 to nell’ottobre 1955 al Teatro “Elena” dall’Orchestra della Scala, diretta da Guido Cantelli, che esegue l’ouverture da “La gazza ladra” di Rossini, la Quinta sinfonia di Beethoven, la Prima di Brahms e, in un delirio di ovazioni, concede il bis con la sinfonia da “I vespri siciliani” di Verdi. L’orchestra scaligera tornerà a Sesto nel novembre 1974, chiamata dalla rappresentanza sindacale della Breda Termomeccanica e dall’Amministrazione comunale, per un altro memorabile concerto: saranno più di 2 mila le persone che, accalcate nel salone mensa del complesso industriale, applaudiranno gli orchestrali e il loro direttore Claudio Franco Donatoni, un maestro di trascinante carica umana Non capita spesso di avere per maestro un grande della musica. Alla “Donizetti” è successo: un pugno di fortunati, tra il 1965 e il 1970 circa, prese lezioni di armonia complementare nientemeno che da Franco Donatoni. Straordinario non solo come compositore, ma anche come didatta: apprezzato in tutto il mondo nell’una e nell’altra veste. Così lo ricorda Maria Isabella De Carli, docente di pianoforte al Conservatorio di Milano, che gli fu accanto nella vita affettiva e professionale fino alla scomparsa nell’agosto 2000. Donatoni aveva una forte capacità comunicativa nei confronti degli allievi. Sapeva trasmettere a tutti una vitale carica umana e la capacità di analizzare con rigore la tecnica della scrittura musicale. Sapeva sempre aggiungere qualcosa di nuovo, di suo agli insegnamenti tradizionali, dal contrappunto alla fuga, che completano il curriculum scolastico. Era insomma animato da un profondo amore per la musica, tanto da dedicare sovente del tempo anche ad allievi probabilmente non dotati. Era un atteggiamento derivante dal fatto che, agli inizi, egli stesso era stato aiutato da Goffredo Petrassi, altro caposaldo della musica del Novecento, che non si era fatto negare tutte le volte che si era rivolto a lui per consiglio. Allo stesso modo Donatoni dimostrò la massima disponibilità verso gli allievi: sempre porte aperte per loro. Ed è questo il messaggio che ha lasciato alla Civica Scuola di Sesto, un’esperienza che non ha mai snobbato perché anche lì avrebbe potuto incontrare qualche studente con i numeri giusti. Da musicista e docente non si sarebbe perdonato di essersi lasciato scappare una tale opportunità. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 50 50 Abbado. E nel marzo 1975 la fabbrica tornerà a essere teatro di un altro evento promosso dai sindacati e dalla Biblioteca Civica: la rappresentazione di “Al gran sole carico d’amore” di Luigi Nono, presenti l’autore, Abbado e un asso del pianoforte, Maurizio Pollini. Nel febbraio 1956, il bicentenario della nascita di Mozart viene celebrato all’“Elena” dall’Orchestra del Politecnico di Milano diretta da Alberto Zedda. In programma: il Concerto in la maggiore K488 per pianoforte e orchestra, solista Lina Bodini; e arie da “Le nozze di Figaro” e “Don Giovanni”, interpretate da un’emergente celebrità cittadina, la soprano Floriana Cavalli, che nel maggio 1955, con “La traviata” di Verdi, ha tenuto a battesimo l’opera sul palcoscenico dello stesso Teatro, dove per qualche anno si organizzeranno stagioni liriche. Tanti spettacoli di pregio, insomma, ma senza quell’organizzazione e quella stabilità di ampio respiro che meriterebbe una città che si appresta a valicare il muro dei 90 mila abitanti. Il cambio di passo arriva il 28 febbraio 1967. Alle 21,15, nel salone della Scuola Elementare XXV Aprile di via Nino Bixio, che ha già ospitato alcuni saggi degli allievi della “Donizetti”, le luci illuminano il pianoforte davanti al quale è seduto Bruno Canino, giovane insegnante del Conservatorio di Milano già bene instradato verso una luminosa carriera concertistica. Riscuote un vivo successo. Tornerà altre volte, sempre accolto con calore. Il 20 marzo è la volta del duo formato dal violinista Sergio Marzi e dal pianista Antonio Bacchelli, che insegnano nelle Civiche Scuole musicali rispettivamente di Siena e di Livorno. Il 12 aprile tocca all’ensemble dei Giovani Musicisti Contemporanei e poi il 16 maggio a due allievi della Scuola sestese, il chitarrista Viscardo Bulgarelli (un altro futuro Assessore) e la promettente soprano Giuseppina Manenti, insieme a un quartetto di clarinetti del Civico Istituto Musicale “Donizetti” di Bergamo. Chiudono il ciclo, l’8 giugno, la pianista Mariarosa Bodini, il clarinettista Ezio Zappatini e il violinista Alberto Campagnano. La macchina si è messa in moto e andrà avanti per oltre vent’anni. La direzione della “Donizetti” e l’Amministrazione comunale si dividono i compiti: alla prima la ricerca degli artisti e la pianificazione degli eventi; alla seconda l’organizzazione, sempre impeccabile. Già dall’anno successivo la sede dei concerti, che sono gratuiti, viene spostata nell’aula consiliare del nuovissimo Palazzo del Comune: è nata per altri scopi, ma per i sestesi è come se fosse il loro auditorium, stagione dopo stagione cresce il numero degli appuntamenti e ogni volta si fatica a trovare un posto libero. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 51 51 Vengono a esibirsi, grazie alle conoscenze e ai contatti di Lina Bodini, musicisti di razza: dai violinisti Salvatore Accardo, Franco Fantini e Anahi Carfi, ai pianisti Paolo Bordoni, Paul Rosembaum, Antonio Ballista e Leonardo Leonardi, dalla clavicembalista Emilia Fadini ai flautisti Giorgio Zagnoni e Severino Gazzelloni, oltre a quelli già citati. Si esplorano tutti gli angoli della musica classica, compresa quella corale, e si aprono interessanti finestre sulle composizioni dei moderni e dei contemporanei. E i concertisti, rammenta Lina Bodini, «rimanevano esterrefatti dalla partecipazione e dalla competenza del pubblico che veniva ad ascoltarli». Quando la magia del canto trasformava il Comune Brava da spellarsi le mani quando vestiva i panni delle eroine del melodramma sui palcoscenici di tutto il mondo. Per la bellezza della voce, per l’intensità dell’interpretazione e per quel concentrato di vitale energia che sapeva infondere anche ai suoi allievi della “Donizetti” per trasformarli, sul palcoscenico dell’aula consiliare, in trasognate Mimì, in maliziose Norine, in appassionati Cavaradossi. Ecco come l’artefice di tale magia, Floriana Cavalli, ricostruisce gli epici momenti. Ci voleva un intero anno scolastico, da ottobre a giugno, per montare uno spettacolo da rappresentare al saggio finale. Una parte delle ore di lezione serviva per insegnare le parti da cantare con l’aiuto del maestro Nunzio Di Bella al pianoforte, il resto andava nell’allestimento. Ero al tempo stesso maestra di canto, regista, scenografa, costumista: la notte prima di mettere in scena “Don Pasquale” stetti sveglia alla macchina da cucire per confezionare il costume della protagonista e i drappeggi della sua camera da letto, ricavati da vecchie lenzuola. Anche per questa dedizione alla causa gli allievi, che erano per me un po’ dei figli, mi sono rimasti sempre affezionati. Ho cercato di trasmettere loro l’esperienza che avevo maturato in palcoscenico, il modo di far vivere i personaggi non limitandosi semplicemente a cantare le note scritte sullo spartito. E ciò che mi ha spinto a insegnare alla Scuola per oltre dieci anni era la soddisfazione di vedere i miei giovani alunni, opportunamente motivati, riuscire ad affrontare un’aria d’opera anche quando non possedevano grandi doti canore. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 52 52 L’aula consiliare come un teatro d’opera Allievi della classe di canto in “La serva padrona” di Pergolesi L’anno scolastico 1967-1968 ha in serbo una sorpresa per chi vuole iscriversi alla “Donizetti”. Viene istituito un nuovo corso, quello di canto lirico e cameristico. A tenerlo, su suggerimento del Vicesindaco Libero Biagi, appassionato melomane, è chiamata Floriana Cavalli che, dopo essersi fatta una reputazione a Sesto e dintorni, sta trionfando sui palcoscenici più rinomati, dal “Massimo” di Palermo all’Opera di Roma, dalla Scala (dove ha debuttato nel gennaio 1961 con “La forza del destino” di Verdi) al “San Carlo” di Napoli, dal “Colón” di Buenos Aires al “Covent Garden” di Londra e al “Comunale” di Firenze (la sua interpretazione, nel 1964, dell’ossessa Renata ne “L’angelo di fuoco” di Prokofiev è tuttora insuperata). La grande cantante si divide inizialmente tra l’insegnamento e le recite: il suo carnet è zeppo di impegni che non può trascurare. Ma appena è di scena alla Scala, a gruppetti porta con sé alle prove gli allievi, in modo che vedano e sentano che cosa succede sul palcoscenico e dietro le quinte. E i più grandi li invita ad assistere alle rappresentazioni anche quando canta lontano da Milano, a Bologna o a Genova. Esperienze, queste, che per i giovani studenti valgono quanto una lezione in aula: guardando i professionisti sul palcoscenico, imparano a muoversi, a gestire, a interpretare. Così, trascinati dalla loro insegnante che ha cominciato a diradare gli impegni di lavoro e ha più tempo da dedicare alla Scuola, si cimentano nei saggi in selezioni d’opere con tanto di scenografie e costumi, accompagnati al pianoforte dal maestro Nunzio Di Bella. Per gli allestimenti ci si arrangia con fantasia: divani e poltrone sono quelli di casa Cavalli, tende e drappeggi sono ricavati Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 53 53 da lenzuola e tovaglie sdrucite, le vetrate sono collage di carta colorata, i costumi la cantante li prende a prestito alla Scala o li preleva dal guardaroba personale. L’aula consiliare del Palazzo Comunale, dove si sono trasferiti i saggi di fine anno, si trasforma in un vero teatro, con palcoscenico, platea, palchi (gli scranni dei consiglieri), gallerie (i banchi del pubblico). Si rappresentano “La bohème” e “Tosca” di Puccini, “Don Pasquale” e “Il campanello di notte” di Donizetti (una rarità, essendo stata pochissimo rappresentata), “La serva padrona” di Pergolesi, “Il telefono” di Menotti. Il pubblico impazzisce, pronto a incoraggiare con l’applauso anche quando scappa qualche piccolo imprevisto, come ne “La bohème”: la povera Mimì rimane praticamente in mutande per la rottura del gancio di chiusura della gonna. Gli allievi si sentono protagonisti non di un saggio, ma di uno spettacolo nel senso pieno del termine. E questo, rammenta Floriana Cavalli, «dava loro fiducia nei propri mezzi e alimentava la voglia di emergere cavando il meglio da sé». Rosalia Manenti, la prima diplomata della Scuola Andava a lezione privatamente da Lina Bodini, che nel 1966 decise di insegnare nella Scuola da lei diretta. Fu così che la diciottenne Rosalia Manenti entrò alla “Donizetti” della quale, nel 1973, è diventata la prima diplomata in assoluto e poi insegnante di pianoforte fino al 1996, quando ha dovuto rinunciare per incompatibilità con l’insegnamento di educazione musicale in una scuola media. Molto a malincuore. Insegnare alla “Donizetti” è stato un motivo di vanto e anche gli allievi e le loro famiglie hanno sempre avuto la consapevolezza di frequentare un’istituzione seria e importante. Gli anni vissuti da studente erano quelli dello sviluppo e del- la vivacità musicale che coinvolgeva profondamente gli iscritti, i quali avvertivano l’importanza della Scuola come motore di crescita culturale. E in effetti essa ha fatto molto, non solo e non tanto perché ha formato talenti che sarebbero in seguito diventati professionisti anche famosi, quanto piuttosto per il notevole interesse che ha sollevato nei confronti della musica e per le motivazioni che ha saputo infondere in tutti gli studenti. In breve, è stata per parecchi un’autentica scuola di vita. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 54 54 L’impresa delle messe in scena paga: a ogni nuovo anno scolastico, finché la grande artista rimane alla “Donizetti” (lascerà la Scuola nei primi anni Ottanta), fioccano le richieste di iscrizioni e il numero di aspiranti cantanti arriva a sfiorare le venticinque unità. Per gli allievi una palestra di crescita e di confronto Con l’anno scolastico 1969-1970 sale a 190 il numero degli iscritti. La “Donizetti” affascina, molte sono le famiglie disposte a fare sa- Saggio del gruppo cameristico diretto dal maestro Franco Fantini Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 55 55 crifici, perché tira aria di “sboom” economico e il carovita non demorde, pur di pagare la retta di 16 mila lire per mandare i figli a studiare musica. I saggi finali di giugno sono sempre gratificanti per i ragazzi, i genitori e i tanti cittadini che approfittano dell’occasione per ascoltare buone esecuzioni. Dal 1971 fanno la loro comparsa, alla ribalta della sala consiliare, anche gli ensemble cameristici di archi e pianoforte: segno che si sta sviluppando negli allievi l’esigenza di confrontarsi, suonando insieme, tra chi sta studiando strumenti diversi. È il decennio, quello degli anni Settanta, in cui la Scuola accentua il suo ruolo di palestra che allena la mente ad allargare la propria visione culturale, che aiuta i ragazzi a crescere musicalmente e umanamente. Le aule e i corridoi sono il punto di riferimento non solo per lo svolgimento delle lezioni, ma per ritrovarsi, per dialogare, per cercare partner con i quali suonare, per essere veri e propri compagni di scuola, né più né meno come alle elementari, alle medie, alle superiori. C’è fermento creativo, insomma, e gli insegnanti raccolgono la sfida cercando di far emergere da ciascun discepolo tutto il potenziale di cui è capace. Nel 1975, la direttrice recluta un’altra gloria musi- Al fianco dei suoi ragazzi come con i massimi direttori d’orchestra Formidabile maestro Fantini. Per lui, abituato a stare al fianco dei più acclamati direttori d’orchestra del mondo, non c’era differenza quando si metteva in mezzo agli allievi del gruppo cameristico della Scuola: suonare, fare musica era il comune denominatore di entrambe le situazioni, e pari era l’impegno da mettere. Al punto che nel 1982, assorbito dal lavoro che imponeva la neonata Filarmonica della Scala, preferì rinunciare con rammarico all’insegnamento alla “Donizetti” pur di non fare più le cose per bene. Ricordo tra i miei allievi Claudio Mondini, i fratelli Parazzoli, Andrea Bandel e Luca Minardi, tutti in seguito diplomati. Il clima a Scuola era bellissimo, gli studenti assai determinati, anche i più piccoli. Insegnavo la parte uno alla volta, cercando di far crescere i ragazzi con un repertorio accessibile e di farli suonare il più possibile. Ai saggi non mi ponevo davanti a dirigerli, ma suonavo insieme a loro, così si sentivano più sicuri e il risultato era sempre confortato dagli applausi del pubblico. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 56 56 cale cittadina con l’obiettivo di costituire una formazione da camera più consistente dei duo, dei trio e dei quartetti che già animano la scena scolastica. È il maestro Franco Fantini, alla Scala dal 1942, violino di spalla dell’Orchestra dal 1954. Ha suonato e suonerà con tutti i più insigni direttori del mondo, da Toscanini a De Sabata, da Gavazzeni a Giulini, da Karajan a Bernstein, da Abbado a Muti, persino con Duke Ellington, uno dei “mostri sacri” del jazz. E proprio nel 1975, il 14 settembre, la città (che tre anni prima ha ricevuto dallo Stato la massima onorificenza al valore per il suo contributo alla Resistenza) unisce maestro e Civica Scuola nel riconoscimento delle loro benemerenze artistiche, premiandoli con la medaglia d’oro del Comune. Molti i giovani che faranno strada Si affacciano sempre più studenti di talento, che riusciranno a concludere i loro studi con il diploma di conservatorio. Alcuni affronteranno con successo la carriera professionistica: il Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 57 57 più famoso dei “Donizetti boy” è Gianandrea Noseda, oggi più che mai sulla cresta dell’onda dopo essere stato chiamato alla guida della Bbc Philarmonic Orchestra di Manchester, primo italiano ad avere questo onore, e dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai: traguardi che hanno impreziosito il suo già invidiabile curriculum. Ma altri suoi compagni di allora non sono da meno e siedono in orchestre prestigiose o figurano nei più qualificati cartelloni concertistici in Italia e all’estero. Pagina accanto Gianandrea Noseda al suo primo saggio scolastico e mentre dirige un concerto Gianandrea Noseda, un “Donizetti boy” nell’olimpo mondiale delle note Si era iscritto alla “Donizetti” nell’anno scolastico 1973-1974. Aveva nove anni e il professor Flavio Vailati Venturi, un docente della Civica che era amico del papà Tarcisio, direttore del Coro Falc di Sesto, e che gli dava lezioni di pianoforte a casa, aveva suggerito ai genitori di mandarlo lì, sempre sotto la sua guida, perché lo vedeva progredire bene e in una scuola avrebbe potuto studiare meglio la musica, imparando solfeggio, armonia, e responsabilizzandosi un po’ di più che non tra le pareti domestiche. Ci aveva azzeccato il professore. Perché Gianandrea Noseda, lasciata la “Donizetti” nel 1983 per entrare al Conservatorio di Milano, dopo il diploma nel 1985 e il perfezionamento del suo percorso didattico, ha spiccato il volo verso l’olimpo mondiale della musica e sembra destinato a viaggiare sempre più in alto. La musica, quando ero alla “Donizetti”, era come un gioco che, tutto sommato, mi divertiva perché non mi affaticava e mi permetteva di fare amicizia con altri bambini che fre- quentavano la Scuola e di cementare rapporti che permangono tuttora. C’era l’appuntamento con il saggio di fine anno, un piccolo concerto di livello esecutivo molto buono. Guardando indietro e rivedendomi com’ero, forse c’era un bel po’ di incoscienza nell’andare a suonare davanti a un pubblico, e anche un pizzico di inquietudine come succedeva quando dovevo essere interrogato dalla maestra alle elementari: nulla, però, in confronto alla tensione prima di un’esecuzione oggi, essendo le responsabilità maggiori. Devo alla Scuola la naturalezza con la quale mi ha consentito di accostarmi alla musica ed è anche grazie alla bella atmosfera esistente tra compagni e all’opera degli insegnanti che non ho mai vissuto con angoscia l’esperienza musicale. Così, anche tutte le scelte che ho fatto in seguito sono avvenute con estrema semplicità e tranquillità. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 58 58 Parecchi diplomati andranno invece a insegnare nei conservatori o entreranno a far parte del corpo docente della “Donizetti” per educare nuove promesse della musica. Numerosi, infine, sceglieranno occupazioni diverse, travasando nella loro attività il sapere, e il modo di organizzarlo, acquisito imparando a suonare uno strumento o a cantare. È un’attitudine che hanno forgiato sia attraverso il rapporto con il proprio maestro, sia ascoltando bravi artisti in concerto, sia esibendosi nei saggi e laddove, biblioteche, istituti scolastici, circoli e associazioni di quartiere, la direzione li ha inviati come ambasciatori Anche nella Civica spira il vento della contestazione Maria Teresa Mendicini è stata protagonista, insieme a Mario Garuti, Alberto Barbero, Alessandro Melchiorre, Marco Lasagna, Paolo Tini e altri insegnanti e allievi della “Donizetti”, delle esperienze di rinnovamento musicale che hanno contraddistinto la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta. Era il periodo in cui stava ultimando gli studi pianistici, sotto la guida del professor Flavio Vailati Venturi, e si apprestava a diplomarsi al Conservatorio di Parma. Pianista e compositrice, coautrice di un repertorio di musica di insieme per gli allievi dei primi corsi, insegna alla Civica Scuola dal 1987. Nel periodo in cui stavo per diplomarmi in pianoforte, era in atto un forte movimento sull’onda dello sviluppo della musica contemporanea. Milano era un centro pulsante di iniziative che vivevamo in prima persona perché alla “Donizetti” insegnava armonia e composizione Umberto Rotondi, uno dei maggiori esponenti dell’avanguardia contemporanea insieme ad Adriano Guarnieri. Erano anche gli anni della contestazione e noi ci ribellavamo al fatto che nella Scuola non ci fossero momenti di aggregazione e di confronto tra studenti. Riuscimmo a formare un collettivo di rivendicazioni e di promozione di iniziative, ma i margini di negoziazione erano ristretti. Fu Rondottanta, il centro culturale allora in piazza IV Novembre, a darci nel 1981 l’occasione di esprimerci. Lo spettacolo venne poi replicato nella sala Verdi del Conservatorio. Partecipammo anche a trasmissioni di Radio Milano Libera, nelle quali si discuteva in diretta di compositori allora poco conosciuti: Schönberg, Berg, Webern. Ma i tempi non erano ancora maturi per un vero rinnovamento e l’entusiasmo si affievolì. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 59 59 della “Donizetti” per favorire la diffusione della cultura musicale. Saranno ben dieci, per esempio, gli incontri con le scuole organizzati da settembre 1978 a febbraio 1979 in collaborazione con la Biblioteca Civica e 3.200 gli alunni che, nel complesso, vi presenzieranno. Un bilancio mica male, insomma, per la Scuola che il 18 giugno 1978, una domenica, è riuscita a riempire la sala consiliare per un saggio degli allievi, nonostante la concomitanza con la diretta tv dell’incontro Italia-Austria ai Mondiali di calcio in Argentina. Ribelli per amore della musica Quello tra la fine degli anni Sessanta e la fine dei Settanta è anche il decennio della contestazione, delle lotte operaie, del Movimento studentesco e dell’Autonomia. Le scuole ribollono di agitazioni e il fermento investe, in forme di civile confronto, pure la “Donizetti” dove un pugno di insegnanti e di allievi, attenti e sensibili agli sviluppi in atto nel mondo musicale, tra il 1979 e i primi anni Ottanta rivendica la possibilità di collaudare nuovi percorsi culturali, di esplorare le suggestioni aperte dall’avanguardia contemporanea. Un’esperienza breve ma intensa, culminante con la creazione di un collettivo di lotta al quale la direzione della Scuola e il neonato Assessorato alla cultura non offrono chance di mediazione, non per miope autoritarismo ma per la materiale impossibilità, causa mancanza di spazi e risorse, di venire incontro alle richieste dei “ribelli”. Un’esperienza comunque significativa, documentata dalla “Rassegna giovani compositori a Sesto San Giovanni” ospitata nel 1981 dal Centro Rondottanta, altra pietra miliare della cultura cittadina, che sta muovendo allora i primi passi di una prolifica esistenza. Diretti da Daniele Gatti, i giovani del collettivo potranno suonare in prima esecuzione la “loro” musica, composizioni di Fulvio Brambilla, Daniele Faraotti, Giuliano Perboni, Massimo Encidi, Antonio Scavuzzo, Marco Lasagna, Alberto Barbero. Lasciando forse il rimpianto, in chi li ascolta, di quanto avrebbero potuto fare se solo avessero goduto di qualche credito in più. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 61 61 Capitolo IV Una reputazione oltre i confini comunali (1980-2003) Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 62 Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 63 63 Nasce il Concorso nazionale per giovani strumentisti Nel 1980 prende corpo un’aspirazione che sta maturando da tempo nella mente di Lina Bodini Mazza: dare alla “Donizetti” una reputazione che vada oltre i confini comunali, farla emergere nel panorama delle scuole musicali dell’hinterland milanese e della Lombardia. Ma come? Ecco l’idea: un Concorso nazionale, intitolato a Sesto, per giovani strumentisti che studiano nelle civiche scuole, nei licei e negli istituti musicali di tutta Italia. Esclusi i conservatori, i loro studenti sono di un’altra categoria e poi hanno già occasioni per mettersi in mostra. Ne parla con i responsabili dell’Assessorato alla cultura, l’idea piace, ci si rimbocca le maniche per dare il via all’operazione: il risultato supererà ogni più rosea aspettativa. Per le questioni pratiche si fa capo alla segreteria delle Civiche Scuole d’Arte. La prima mossa è prendere contatto con gli istituti potenzialmente interessati all’iniziativa. Ma non c’è ancora internet, non c’è neppure un indirizzario bell’e pronto da consultare. «Si prendo- Pagina accanto Diversi sono gli spettacoli allestiti insieme dalle Civiche di Danza e di Musica Un duo pianoforte e clarinetto in gara nella prima edizione del Concorso Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 64 64 Fisarmonicisti si esibiscono nella sala lettura di una biblioteca della città no – ricorda Maria Teresa Mendicini, allora coordinatrice dell’ufficio – gli elenchi telefonici provincia per provincia e si scorrono le pagine. Ne esce una realtà sorprendente di decine e decine di scuole sparse in ogni dove. Vengono interpellate per telefono una per una, si va un po’ al buio, tante non sanno neppure dell’esistenza della “Donizetti”, però la proposta viene accolta con favore: un concorso del genere è una novità che attrae». Aderisce un centinaio di istituti e la mattina del 19 aprile si presentano nell’aula consiliare del Comune, per le pubbliche audizioni, 130 ragazzi provenienti da Abano Terme, Ascoli Piceno, Carpi, Forlì, Novara, Pinerolo, Prato, Rimini, Siena, Vercelli e dai centri della Lombardia: Carugate, Cerro Maggiore, Como, Corsico, Gallarate, Milano, Monza, Pavia, Sondrio, Varese, Vigevano. Quasi metà è di pianisti, una buona aliquota è di violinisti, il resto dei concorrenti si distribuisce su altri strumenti. Vengono divisi in categorie secondo l’età: si va dai bambini delle elementari ai ventenni. A giudicarli c’è una commissione di docenti e musicisti presieduta dal famoso compositore Riccardo Malipiero (scomparso nel novembre 2003), che dirige Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:21 Pagina 65 65 il Liceo Musicale di Varese ed è figlio di un altro Riccardo il quale, ricordate?, 28 anni addietro era stato il primo direttore della Civica. Per due giorni i 130 in gara si sfidano a suon di note, come solisti o in piccole formazioni, seguiti da un pubblico sbalordito dall’elevato livello delle esecuzioni. Ventisette sono allievi della “Donizetti”: giocano in casa, ma non hanno vita facile perché si trovano a doversi misurare con coetanei di altre città che ci sanno fare e alcuni sono proprio dei fuoriclasse. Domenica 20 aprile, alle 21, concerto di gala dei vincitori, che ricevono il premio della loro fatica dalle mani del Sindaco Libero Biagi e dell’Assessore alla pubblica istruzione e alla cultura Fiorenza Bassoli. Un successone, che fa della “Donizetti” un punto di riferimento per le “consorelle” sparse per l’Italia e sprona i suoi allievi a prepararsi ancora meglio alle future edizioni. «Per la nostra Scuola – conferma Lina Bodini – il Concorso ha costituito un valido banco di prova, perché chi voleva partecipare alla competizione doveva adeguarsi a seguire una programmazione e una preparazione serie. E rispetto agli altri concorrenti, i nostri studenti hanno sempre dimostrato di non essere inferiori, guadagnando rispetto e premi». L’Amministrazione comunale può andare fiera di questo suo nuovo fiore da appuntare all’occhiello. Le successive tornate, per un po’ a cadenza annuale, poi biennale dalla seconda metà degli anni Ottanta, confermeranno la bontà della manifestazione: sempre nutrito il lotto delle scuole partecipanti e dei concorrenti, sempre qualificata la giuria presieduta da personalità quali i composi- La penultima sede della Civica (in alto) e quella di adesso in piazza Oldrini (qui sotto) Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 66 66 tori Bruno Bettinelli, Luciano Chailly, Umberto Cattini, il già citato Malipiero e il violinista Franco Fantini, quest’ultimo in carica nell’edizione del 2003, la quattordicesima, quella del cinquantesimo anniversario. Anche gli studenti di casa sapranno mostrare il loro valore, collezionando via via una pioggia di primi posti assoluti e di categoria, tanto che la Scuola figurerà spesso nell’albo d’oro con il più alto numero di premiati. Dagli anni Novanta in poi, alle spese del Concorso contribuiranno i soci del Lions Club Sesto San Giovanni Centro, che hanno il pallino delle buone azioni e anche quello della buona musica. Un sostegno arriverà, edizione per edizione, pure da altre aziende ed enti consapevoli dell’importanza dell’iniziativa per la città. Record di iscrizioni a metà anni Ottanta Cominciano in un clima pesante e inquieto gli anni Ottanta. Sesto, che già nel 1976 ha visto cadere due poliziotti (il vicequestore Vittorio Padovani e il maresciallo Sergio Bezzega) per mano di un bri- Una famiglia votata alla musica Tutto cominciò da lei, Bruna Bega, che la mamma Miranda spedì alla “Donizetti” nel 1970 per studiare pianoforte, facendola seguire dal fratello Davide nel 1972 per dedicarsi, senza molto costrutto, al violino. Diplomatasi al Conservatorio di Parma e diventata insegnante di educazione musicale alle medie, Bruna ha pensato bene di mantenere alta la tradizione musicale di famiglia (pure nonni e parenti erano musicisti), indirizzando alla Civica anche i tre figli: Edoardo, clarinettista poi passato al Conservatorio di Milano; Carlotta, pianista; Tommaso, chitarrista. Studiando ho capito, al di là della predisposizione naturale, l’importanza della formazione musicale nell’educazione dei figli e del cittadino in generale. A parte l’aspetto creativo, la musica conferisce una forma mentale razionale, aiuta a elaborare un pensiero logico, attraverso l’esercizio quotidiano abitua al rigore, all’organizzazione del lavoro, alla scansione del tempo. La fedeltà alla “Donizetti” nasce inoltre dalla constatazione che c’è sempre stato un impegno a costruire una Scuola di ottimo livello. Tant’è vero che ho consigliato a diversi genitori di mandarci i loro figlioli. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 67 67 gatista rosso, paga un ulteriore tributo di vite: nel mirino del terrorismo finiscono, in un’impressionante sequenza di sangue e morte, il dirigente della Ercole Marelli Renato Briano e i suoi colleghi Manfredo Mazzanti della Falck e Maurizio Caramello dell’Italtrafo. Il ricorso alla cassa integrazione per migliaia di lavoratori dei grandi complessi industriali è il segnale di una crisi strisciante che avvinghia la siderurgia e la meccanica, caposaldi dell’economia locale insieme all’edilizia, e che esploderà drammaticamente nel decennio successivo con l’addio alle ultime acciaierie della “città delle fabbriche”. Significativa l’inversione di tendenza della popolazione che, dopo avere sfiorato il traguardo dei 100 mila residenti, scende a 97 mila abitanti nel 1981 contro i 98 mila di un anno prima: un declino che andrà avanti fin quasi al termine degli anni Novanta. Ma è anche un periodo, quello dei primi anni Ottanta, in cui si sviluppano nuove iniziative culturali del Comune, per esempio la seguitissima rassegna “Usciamo al cinema” nel cortile della ristrutturata Villa De Ponti-Visconti d’Aragona in cui si è trasferita la Biblioteca Civica. Anche la “Donizetti” trasloca dalla Scuola “Forlani- L’orchestra, diretta da Maurizio Schiavo, in una delle numerose trasferte sui monti della Lombardia Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 68 68 ni” in un edificio, adiacente alla Chiesa di Santo Stefano in piazza Petazzi, che negli anni della lotta contro il nazifascismo aveva ospitato il Comitato di Liberazione Nazionale, e per un certo tempo occupa pure alcune aule dell’Asilo comunale di via Fante d’Italia. Si viaggia verso il record delle iscrizioni, che nel 1985 toccheranno quota 700, e c’è bisogno di spazio. Un’interpretazione del boom della frequenza la fornisce il periodico locale “Nuovasesto” nel numero del 14 giugno 1985: «Lo strumento principe rimane il pianoforte, ma anche strumenti un tempo considerati “minori”, come il flauto o il clarinetto o il sassofono, sono saliti nella “hit parade” delle scelte dei giovani: il corso di flauto è frequentato da 40 allievi ed è qui che si registra la più alta presenza di chi studia non a scopo professionale, ma per amore dello strumento. Giovani, ma anche persone che in passato erano costrette a Sono due ragazze le decane della Scuola Entrambe hanno messo piede nella Civica nello stesso anno scolastico, quello 19841985: Valentina Fantini, 7 anni, per seguire il corso di ritmica e dedicarsi poi al pianoforte; Marzia Aliprandi, quattordicenne, per studiare violino. Sono cresciute, la prima è diventata operatrice turistica, la seconda funzionaria di banca. L’una e l’altra non hanno mai smesso di frequentare la Scuola: sono lì da vent’anni, Valentina canta nel coro, Marzia studia ancora violino e suona nell’orchestra, meriterebbero un busto all’ingresso per la dedizione alla causa. La musica – dice Valentina (a sinistra) – è la mia passione, ha contribuito a farmi vincere l’innata timidezza, ad acquistare sicurezza esibendomi in pubblico ai saggi: di questo devo ringraziare la nonna Maria, che mi spinse a iscrivermi alla “Donizetti”. Continuerò ancora, perché cantare e suonare sono parte integrante della mia vita. Mi sarebbe piaciuto – afferma Marzia (a destra) – seguire il programma ministeriale e diplomarmi, ma lavorando non ne ho avuto il tempo. Frequentare la Scuola è un hobby costruttivo, fare lezione con la mia insegnante Maria Elena Valota è un piacere, è staccare la spina dai problemi quotidiani. Suono quello che mi attira di più, da Vivaldi a Bach con qualche incursione nella musica popolare irlandese. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 69 69 rinunciare al tentativo di imparare musica avendo superato l’età delle scuole, e che oggi possono recuperare il tempo perduto. E con il nuovo interesse che la musica classica ha risvegliato tra la gente, cui contribuisce la stagione concertistica promossa dalla scuola, si spiega anche il successo che in soli due anni di vita hanno avuto i corsi di chitarra tenuti dai docenti della “Donizetti”, di pomeriggio e di sera, presso le biblioteche cittadine». In concerto, anche fuori città Gli allievi più bravi e avanti nella preparazione hanno l’opportunità di suonare non solo nei consueti saggi scolastici, ma a tutto campo sia a Sesto che altrove. Proseguono come in passato gli incontri di L’omaggio al suo maestro di un allievo diventato professore Aveva già 21 anni Alberto Zappalà quando, nel 1981, si iscrisse insieme ad alcuni amici che, come lui, venivano dall’altro capo di Milano perché la Civica aveva un corso di sassofono, fatto allora non consueto. Lui voleva però studiare clarinetto e così ebbe la fortuna di incontrare Stefano Monti, il suo maestro. Oggi che è diventato docente della “Donizetti”, rivitalizzando proprio il corso di sassofono che è tornato a essere uno dei più seguiti, ricorda l’esempio e gli insegnamenti del maestro, che cerca di trasferire ai propri discepoli. Monti aveva una notevole esperienza e un grande istinto musicale, era un talento naturale che si era affinato in 32 anni di attività con l’Orchestra della Scala. La sua dote migliore, oltre a una rigorosa impostazione tecnica, era la capacità di comunicare una certa essenza della musica, tutto ciò che non è scritto nelle partiture e che si può esprimere solo se si acquisisce una concezione totale della realtà musicale. Quella lezione sto cercando di trasmetterla alla mia classe di sassofono, che vedo come una realtà aperta in cui è possibile imparare, incontrarsi, suonare insieme, partendo dai fondamentali tecnici per arrivare a esplorare qualsiasi genere, dal classico al jazz. L’importante è comunque suonare, perché solo così è possibile fare musica e facilitare il superamento delle difficoltà e dei limiti personali. Il tutto all’insegna del piacere, della voglia di divertirsi: non a caso suonare in inglese e in francese si dice “to play” e “jouer”, ossia giocare. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 70 70 avvicinamento alla musica nelle scuole, nelle biblioteche e nelle associazioni cittadine. Il Centro Culturale Rondottanta, per esempio, inserisce nei suoi programmi un’iniziativa denominata “Un’ora di musica”, che va avanti per qualche anno: la domenica mattina e talvolta il martedì sera, giovani strumentisti della “Donizetti” si esibiscono in piccoli, apprezzati concerti che contribuiscono a cementare il feeling tra la Civica Scuola e la cittadinanza. Tra i numerosi riconoscimenti incassati dalla Scuola, è da sottolineare quello toccato ai ragazzi, freschi di diploma o prossimi a diplomarsi, che partecipano a una manifestazione promossa nel 1989 dall’Ufficio collettività del Teatro alla Scala per far conoscere i più importanti istituti musicali della Lombardia. In due concerti, il 19 febbraio e il 7 maggio, nel Salone degli affreschi della Società Umanitaria in via Daverio a Milano, dimostrano di sapere mettere perfettamente in pratica gli insegnamenti ricevuti. Si distinguono in particolare quattro clarinettisti discepoli di Stefano Monti, ex prima parte di clarinetto basso dell’Orchestra della Scala, a suo agio tanto con i grandi direttori classici quanto con Duke Ellington e il suo jazz, che ha messo il suo talento e il suo mestiere al servizio della “Donizetti”. Le percussioni, un buon motivo per fare gruppo e suonare insieme È uno dei corsi più trendy degli ultimi anni alla “Donizetti”, insieme a quello di sassofono: raccoglie in media una decina di studenti all’anno. L’ha inaugurato nel 1989 uno dei tanti studenti che, dopo il diploma, ha fatto della musica la sua professione: Paolo Tini. Insegna anche al Conservatorio di Cuneo e suona in prestigiose orchestre, quali quelle de I Pomeriggi Musicali, della Scala e della Filarmonica della Scala. Dal 2000 un suo allievo diplomato, Emiliano Minervino, si occupa dei bambini del corso di ritmica. Le percussioni hanno sempre attirato i ragazzi, soprattutto la batteria, perché l’aspirazione che va per la maggiore è mettere su un complesso del quale essere, appunto, il batterista a emulazione di quelli delle più famose rock-band. Poi qualcuno scopre che ci sono altri strumenti percussivi e vi si dedica con entusiasmo. Il segreto è che si suona spesso in gruppo, il modo più divertente e utile per imparare, e si è ricercati dagli allievi di altri corsi per fare musica di insieme. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 71 71 Verso la fine del decennio Ottanta balza agli onori della cronaca l’orchestra della Scuola, diretta da Maurizio Schiavo. Questi insegna violino, studia direzione orchestrale al conservatorio, riesce a mettere insieme una compagine di tutto rispetto con archi, fiati, percussioni. Organizza una raffica di concerti, in cui coinvolge il coro validamente guidato dal collega Andrea Perugini. Memorabile l’esibizione nell’auditorium dell’Istituto De Nicola in occasione della consegna, il 26 febbraio 1989, delle borse di studio comunali agli studenti delle superiori cittadine, presenti il Sindaco Fiorenza Bassoli e l’Assessore all’educazione Luigi Vimercati. E altrettanto memorabile la decina di concerti organizzati, fino alla metà degli anni Novanta, in Val Brembana, in Valtellina, sopra il Lago di Como con l’aiuto di Stefano Valota, un socio del Club Alpino Italiano che suona nell’orchestra: tournée di un giorno che iniziano di buon mattino con partenza in pullman da Sesto, proseguono con esibizione all’aperto tra baite e alpeggi, e ritorno a tarda sera, stanchi ma appagati dagli applausi. Schiavo e Perugini devono lasciare la “Donizetti” nel 1996 per incompatibilità con l’insegnamento nelle scuole medie statali. Il testimone viene raccolto da Michele Brescia, altro giovane docente brillante e preparato, che da allora dirige sia l’orchestra, sia il coro. Concerto dell’orchestra, sotto la guida di Michele Brescia, nell’auditorium della Scuola Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 72 72 Si avvera il sogno di una sede propria Nel gennaio 1980 la direttrice Lina Bodini aveva espresso un desiderio dalle colonne del giornale “Nuovasesto”: «Una sede tutta nostra, che ci svincoli dall’ospitalità cui siamo costretti. La sede dovrebbe avere anche una sala per concerti, non grande, ma tale da permetterci di accogliere i saggi degli alunni e altre manifestazioni collaterali della Scuola». Il sogno si avvera, finalmente, nel 1993. Il Centro Civico “Loi-Traina”, che si estende lungo il lato est della nuova piazza Abramo Oldrini sorta tra le vie Rovani e Sauro al posto dei capannoni dismessi delle Trafilerie e Corderie Spadaccini, accoglie in una delle due ali al piano superiore la “Donizetti”, mentre nell’altra si sistema la Civica Scuola di Danza “Milloss”, attiva dal 1963, anch’essa alla ricerca di una casa propria. Tra le note spunta un giornaletto birichino Tra il 1993 e il 1994 un gruppetto di allievi fu rapito da una travolgente passione per il giornalismo. Col permesso della direzione diede vita a un giornalino semiufficiale, titolo “L’incompiuto”, tiratura un centinaio di copie, periodicità mensile, stampato a casa con il computer e venduto a offerta libera. Con fare semiserio raccontava la vita della Scuola. La redazione dei “giamburrasca” comprendeva Daniela Renna, Valentina Fantini, Luca Vonella, Alessandro Pelizzi, attorno ai quali ruotava un certo numero di collaboratori. A dirigere il foglio Francesca Maltecca, poi diplomatasi in flauto nel 1998, laureatasi in biotecnologie nel 2003 e quindi ricercatrice universitaria: l’esperienza musicale, che prosegue tuttora con formazioni corali, le ha sicuramente giovato nel lavoro. Ogni numero comprendeva un editoriale della direttrice della Scuola, un fondo del direttore, cioè io, interviste ai professori, varie rubriche su strumenti, compositori, curiosità, recensioni discografiche, persino un oroscopo musicale, test e la posta dei lettori. Il clou era costituito dalla cronaca degli avvenimenti e delle iniziative che si succedevano mese per mese. E fu per un articolo un po’ troppo ironico su un’esibizione dell’orchestra, durante la quale successe di tutto e di più, che “L’incompiuto” dovette chiudere: una persona si risentì del resoconto e protestò con la direttrice, che scrisse la parola fine. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 73 73 Nel mezzo, comunicante con i due rami e in condominio, un piccolo ma funzionale auditorium ad anfiteatro, con gradinate per un centinaio di spettatori, dove si esibiscono gli strumentisti e si esercitano le loro vicine della porta accanto. Sul finire degli anni Novanta a far compagnia agli studenti arrivano i musicisti dell’Accademia dei Giovani dell’Orchestra Filarmonica della Scala e i loro colleghi dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali. Usano la sala per le prove e in cambio, anziché pagare l’affitto, concordano con l’Assessorato alla cultura una serie di esibizioni a favore della cittadinanza. Sinergie tra musica e danza La nuova sistemazione, oltre a migliorare logisticamente la normale attività didattica, permette alla “Donizetti” di mettere a fuoco fruttuose sinergie con la “Milloss”. Pur sgomitando civilmente per contendersi l’auditorium, si varano iniziative congiunte che raccolgono il plauso del pubblico e che culminano, nel giugno 2003, con l’esecuzione al Teatro “Rondinella” della “Rapsodia in blu” di Gershwin, suonata a quattro mani al pianoforte dai docenti Daria Del Vaglia e Giovanni Miceli e ballata dalle allieve della Scuola di Danza su coreografia originale delle loro insegnanti. Un computer pieno di musicalità È stato nel 2000 l’ultimo allievo di Lina Bodini Mazza a diplomarsi: il sessantesimo della serie. Dopo la laurea in scienza dei materiali, Angelo Racz è tornato alla “Donizetti” per insegnare pianoforte, teoria e solfeggio e per occuparsi del laboratorio di tecnologie midi inaugurato nel 1999: allora, un’iniziativa all’avanguardia. Il laboratorio è particolarmente utile all’attività scolastica, essendo servito per dare sostegno con esercitazioni pratiche al corso di storia della musica, che contempla una parte corposa dedicata all’acustica, e per cominciare a creare un archivio su supporto elettronico di quanto viene eseguito in saggi, rappresentazioni, concerti. Da non trascurare le opportunità per quanto concerne la videoscrittura musicale, la composizione di basi midi e la creazione di cd con arrangiamenti personalizzati. Il limite? Avendo una sola postazione, è usufruibile da non più di tre allievi per volta. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 74 74 Entrambe le Civiche approfittano inoltre, nel 2002, di una convenzione tra l’Amministrazione comunale e la Parrocchia del Redentore, che mette a disposizione il Teatro del Rione Vittoria, ristrutturato dal Comune e con una platea di 250 posti. Danno vita con successo a un primo ciclo di performance, raccolte sotto il titolo “Mosaico”, che coinvolge ballerine, strumentisti, orchestra, coro e che ci si ripromette di ripetere vista la favorevole accoglienza. La “Donizetti”, poi, ha la possibilità di intensificare gli scambi con altre scuole civiche dell’hinterland milanese, frenati in precedenza appunto dalla mancanza di una sede propria che impediva di accogliere degnamente gli ospiti: ci si invita reciprocamente e, attraverso saggi congiunti, si possono confrontare gli orientamenti didattici e la preparazione degli studenti. Ed è inoltre possibile organizzare in- Il coretto dei bimbi protagonista di tante belle storie musicali Aveva sei anni Daria Del Vaglia quando nel 1978 entrò alla “Donizetti”, seguendo la tradizionale trafila dei più piccoli: corso propedeutico di ritmica, poi passaggio allo strumento, per lei il pianoforte. Dopo il diploma nel 1996, tre anni a studiare didattica del pianoforte, animazione, musicoterapia e dal 1999 insegnante di solfeggio e coro, quindi di pianoforte con i bambini dai 7 ai 13 anni, che coinvolge con le innovazioni che ha imparato nel tirocinio di perfezionamento. Il mio metodo per piccolo coro parte dal presupposto che la musica è espressione e, nel contempo, creatività. È incentrato sul ritmo, che viene prima trasmesso attraverso il corpo con giochi di psicomotricità e in seguito riportato, con la collaborazione del collega Emiliano Minervino, sugli strumenti a percussione in modo da comporre la base sulla quale innestare il racconto musicale sviluppato dai bambini, pure con disegni, secondo un tema da me proposto. Con questo percorso i piccoli si sentono protagonisti, non si annoiano, si familiarizzano con percussioni spesso inconsuete e possono acquisire anche cognizioni di musica classica che, non proseguendo negli studi, non potrebbero ricevere. Se vogliono, sull’impianto del brano da cantare si innestano elementi coreografici e il tutto diventa, alla fine, un minispettacolo. Una metodologia analoga la applico al solfeggio, fondando proprio sul ritmo la progressione dell’apprendimento. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 75 75 contri con personaggi della musica, chiamandoli a dialogare con gli allievi, come succede con il cantautore Angelo Branduardi. Per quanto concerne i rapporti con la città, tra le iniziative più apprezzate c’è la serie di intrattenimenti “Aperitivi in musica” che nel 1993, su invito e con il sostegno finanziario del Lions Club Sesto Centro, vede studenti e docenti suonare nella hall dell’Hotel Abacus di via Monte Grappa. Esce di scena Lina Bodini Mazza Nel 2001 Lina Bodini si congeda dalla Scuola che ha governato per quasi 45 anni. Se ne va in punta di piedi, un’uscita inaspettata da parte di una persona abituata a stare da protagonista sulla scena: sono le condizioni di salute a piegarla a una rinuncia che, dipendesse dal temperamento, forse giungerebbe più in là. La “Donizetti” perde una figura carismatica, alla quale va una grossa fetta del merito di averla fatta diventare un vanto per la città. E Lina Bodini può dirsi soddisfatta per avere assolto il compito assegnatole nel 1957 dal Comune. Le succede Lina Calvi, già Assessore all’educazione e insegnante dell’Istituto De Nicola, che dal 1999 la affianca nelle faccende organizzative e nei rapporti con l’Amministrazione comunale. Eredita una struttura solida, collaudata, che si affaccia al futuro pronta ad affrontare, con gli opportuni aggiustamenti, i mutamenti che si delineano all’orizzonte della formazione musicale in Italia. Anche perché, nonostante il taglio dei trasferimenti di risorse finanziarie dallo Stato ai Comuni, l’Amministrazione comunale è ben decisa a non spegnere la voce delle Civiche Scuole Artistiche: l’aiuta in parte, nei suoi propositi, l’appoggio concesso da Banca Intesa. Lina Bodini (a sinistra) applaudita al termine di uno dei suoi ultimi concerti Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 76 76 Per gli aspetti più squisitamente didattici, la neo direttrice si avvale inizialmente della collaborazione di due insegnanti, Maria Teresa Mendicini e Massimo Encidi. Poi il Comune nomina, nel 2003, un responsabile artistico: è il maestro Massimiliano Carraro, ex direttore della Civica Scuola di Musica di Milano, la storica “rivale”, agli occhi degli studenti, della “Donizetti” soprattutto negli anni Ottanta e Novanta. Corsi individuali e collettivi per tutti Oggi la Scuola offre corsi individuali e collettivi che si svolgono al pomeriggio e alla sera e che sono aperti a tutti, dai bambini agli adul- Piccoli violini dal suono e dall’intonazione incantevoli Da non credere cosa riescono a cavare dal loro strumentino, praticamente già dopo poche lezioni, i piccoli violinisti che studiano con Domenico Cutrì, ex allievo della “Donizetti”, esperienze in diverse orchestre di rilievo a Como e Milano, ora insegnante dove lui ha mosso i primi passi musicali. Ho adottato il metodo Suzuki, un violinista giapponese che studiò in Europa e che intuì come la via più naturale per insegnare a un bambino di 4-6 anni a suonare uno strumento sia la stessa dell’apprendimento della lingua madre: un piccolo impara a suonare come impara a parlare attraverso l’imitazione, il gioco e un ambiente favorevole, il che richiede appunto la presenza di un genitore. Concretamente le note da conoscere sono quelle delle quattro corde del violino, alle quali vengono assegnati dei colori, come pure vengono tracciati dei segni sulla tastie- ra. Si parte da canzoncine popolari, quelle che si intonano all’asilo e che il bambino ascolta o ripete poi con il papà o la mamma. In classe io canto il motivetto dicendo, al posto delle parole, la combinazione ditacorde corrispondente a ogni nota. Così già il primo brano cantato è direttamente eseguibile con il violino. Dopo un paio di mesi è possibile ottenere un suono e un’intonazione decisamente buoni, perché il metodo stimola anche la sensibilità dei bambini al gusto del bello: in classe li accompagno al pianoforte, a casa suonano seguendo una base musicale. Questo non succede con i metodi tradizionali: nessun accompagnamento, nessuna opportunità di suonare insieme ad altri finché non si è studiato per 3-4 anni. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 77 77 ti: un ampio ventaglio di proposte formative, dal primo approccio con la musica alla preparazione per gli esami di Stato in conservatorio, sotto la guida di docenti diplomati, che svolgono anche attività concertistica e che adottano, quando è il caso, innovative metodiche di insegnamento. Sono circa 400 gli iscritti e, tra gli strumenti più gettonati, figurano pianoforte (il preferito ieri come oggi), chitarra, violino, viola, violoncello, flauto, sassofono, percussioni, clarinetto, tromba, fisarmonica. È possibile imparare a suonare qualsiasi strumento, purché ci sia un numero sufficiente di allievi per formare una classe. Si tengono inoltre corsi di canto lirico, cameristico, moderno (reintrodotti dopo la metà degli anni Novanta e inizialmente affidati al basso Aldo Bramante del Teatro alla Scala) e, dal 2003, di pianoforte jazz. Nei corsi collettivi sono compresi teoria e solfeggio, armonia complementare, storia della musica, esercitazioni di canto corale, musica di insieme e orchestra. Per i più piccoli, la Scuola organizza corsi propedeutici di ritmica e coro, mentre agli adulti è riservato ogni anno un ciclo di incontri di guida all’ascolto musicale. È attivo anche un laboratorio di informatica applicata alla musica, che permette di imparare a scrivere e stampare partiture con il computer, a comporre e arrangiare brani, a produrre cd audio. Un corpo docenti d.o.c. La Scuola ha sempre esibito una squadra di insegnanti professionalmente preparati e motivati, che non hanno esitato a porre in secondo piano i pur importanti aspetti economici del loro lavoro pur di non disattendere la missione loro affidata. Esibizione del piccolo coro: voci e percussioni unite in un simpatico minispettacolo Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 78 78 Allievi e docenti in posa prima di dare il via a un saggio di fine anno Nell’impossibilità di citarli tutti, come sarebbe doveroso, per accomunarli nel ringraziamento degli studenti, delle famiglie e della cittadinanza ecco, a rappresentarli, i 35 colleghi in servizio nell’anno scolastico 2003-2004: Magdalena Aparta (canto), Giorgio Bandoni (violino), Laura Battilana (pianoforte), Donatella Bianchi (pianoforte), Michele Brescia (flauto, coro, orchestra), Paolo Canola (chitarra), Lia Cino (pianoforte), Matilde Colombo (flauto), Domenico Cutrì (violino), Daria Del Vaglia (coordinatrice, pianoforte, teoria e solfeggio, piccolo coro), Antonio Di Nardo (tromba), Massimo Encidi (chitarra), Danilo Faravelli (guida all’ascolto), Rossella Forcillo (pianoforte), Paola Goso (canto), Angelo Lunghi (pianoforte), Paola Maccabelli (pianoforte), Luigi Manfrin (teoria e solfeggio, armonia complementare, storia della musica), Giacomo Maruzzelli (chitarra), Maria Teresa Mendicini (pianoforte), Giovanni Miceli (pianoforte), Emiliano Minervino (percussioni), Lorenzo Natalini (chitarra), Ambra Noè (canto), Angelo Racz (pianoforte, teoria e solfeggio, tecnologie midi), Silvana Renzini (pianoforte jazz), Bruno Rondinella (violino), Roberta Ruffilli (violoncello), Paola Rita Sammaritano (pianoforte), Paolo Suppa (violino), Paolo Tini (percussioni), Maria Elena Valota (violino), Marco Volpi (clarinetto), Enrico Zambelli (pianoforte), Alberto Zappalà (sassofono). Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 79 79 Si delineano gli scenari futuri Ha ancora un senso la funzione della Civica Scuola, voluta cinquant’anni fa dai “padri” fondatori, di motore culturale per la cittadinanza? Quali cambiamenti si rendono eventualmente necessari per adeguarla ai mutamenti in corso nella società e nel mondo dell’istruzione musicale? La Civica – risponde la sua direttrice Lina Calvi – ha ancora un ruolo come centro di cultura, essendo un’occasione per tenere impegnati i ragazzi in maniera costruttiva, affinché possano crescere in modo da affrontare anche le questioni importanti della vita. Un ruolo che è essenziale inoltre sotto il profilo della prevenzione: senza l’opportunità di incontrare la musica, alcuni giovani potrebbero perdersi nel tunnel della droga o infilarsi senza vie d’uscita in situazioni di profondo malessere sociale. E poiché la Scuola ha finalità educative, aprire il più possibile le porte a tutti è un modo per formare i cittadini. I migliori, poi, devono avere la possibilità di prepararsi agli esami ministeriali per il diploma e di accedere, se ce la fanno, ai conservatori. La musica – afferma il responsabile artistico Massimiliano Carraro – è un linguaggio che permette di da- re spazio alle emozioni ed è fondamentale per la formazione delle persone. Se le civiche scuole fossero costrette a chiudere per difficoltà finanziarie, tutti sarebbero culturalmente più poveri. A Sesto questo pericolo non c’è, c’è semmai il problema di ritarare l’organizzazione e i compiti della “Donizetti” per adeguarli alle nuove istanze della società, puntando sia sulla formazione musicale di base sia sullo sviluppo delle capacità degli allievi dotati di talento. Si vedrà, per esempio, di potenziare le attività collettive cercando di creare, con la collaborazione degli insegnanti, emozioni musicali che favoriscano la socializzazione e la solidarietà. Si proporranno molteplici scambi con altre scuole per confrontare le reciproche esperienze e trovare nuovi spunti da coltivare. Vorrei che la “Donizetti” non si limitasse a dare ciò che chiedono i cittadini, ma proponesse e portasse avanti pure gli orientamenti più interessanti nel campo della didattica degli strumenti, del solfeggio, della musica di insieme, investendo sugli insegnanti con corsi di formazione e stage di aggiornamento mirati a far emergere le specificità della Scuola. Libro Donizetti seconda bozza:Libro Donizetti seconda bozza 16/07/09 14:22 Pagina 80 80 Assessorato alla Cultura Sport e Politiche Giovanili Villa Visconti d’Aragona, via Dante 6 Assessore: Sara Valmaggi tel. 022423032, e-mail [email protected] Settore cultura Direttore: Federico Ottolenghi Servizio attività culturali Villa Visconti d’Aragona, via Dante, 6 Funzionario: Patrizia Morandi tel. 022423032, e-mail [email protected] Segreteria: Loredana Capaccio, Barbara Zicolella tel. 022423032, fax 0226225490 Ufficio Civiche Scuole Villa Visconti d’Aragona, via Dante, 6 e-mail [email protected] Responsabile: Giuseppina Pinnavaia, tel. 022481173 Staff: Loreta Pignataro, Mariateresa Consoli, Ivana Gatto, tel. 022482647 Ufficio Cultura Villa Visconti d’Aragona, via Dante, 6 e-mail [email protected] Responsabile: Mauro Caron Staff: Isabella Sechi, Luisa Minervini, Federico Dau Civica Scuola di Musica “Gaetano Donizetti” Centro Civico Loi-Traina, piazza Oldrini 120 tel. 0222471017 (lunedì - venerdì dalle 15 alle 21) e-mail [email protected] Direttrice amministrativa: Lina Calvi Consulente artistico: Massimiliano Carraro Coordinatrice: Daria Del Vaglia Collaboratori: Soccorsa La Pietra, Anna Arcucci