LA MALATTIA E LA MORTE (1844-1848) Anche se di forte fibra, sin dalla fine degli anni Venti Donizetti a più riprese ha le prime avvisaglie della terribile malattia - un’infezione luetica - che anzitempo l’avrebbe portato alla tomba; ma è durante l’inverno 1843-’44 che la salute del compositore ha un improvviso tracollo. Tutto il 1844 e parte del 1845 saranno caratterizzati da una decadenza fisica sempre più rapida, che avrà il culmine con la crisi dell’agosto 1845: il compositore è preso a Parigi da un improvviso svenimento, da cui ha grosse difficoltà nel riprendersi. Un consulto di tre medici si tiene il giorno 11 agosto. Fra i tre è presente il dottor Philippe Ricord, noto per i suoi studi sulla sifilide. Il 28 gennaio 1846 i dottori Juste-Louis Calmeil, il già citato Ricord e Jean Mitivié tengono un consulto finale che ha come risultato l’esortazione di un pronto ricovero del paziente in una clinica per alienati mentali, dal momento che M.r Donizetti n’est plus capable de calculer sainement la portée de ses déterminations et de ses actes, come risulta dal referto. È così che Donizetti viene ricoverato per oltre sedici mesi, contro la sua volontà, nella clinica per alienati mentali del dottor Mitivié a Ivry, poco distante da Parigi, dove le sue condizioni mentali, anzichè migliorare, peggiorano sempre più velocemente. Dopo un lungo e travagliato iter burocratico curato da Andrea, nipote del musicista giunto appositamente da Costantinopoli, Donizetti può infine essere rimpatriato: giunge a Bergamo la sera del 6 ottobre 1847, accolto nella casa della baronessa Rosa Rota-Basoni, sua amica e ammiratrice da oltre dieci anni e da lei già più volte ospitato. Viste le condizioni generali del malato, appare subito evidente che tutto quello che si può ormai fare è mantenere attive le funzioni biologiche; non si rinuncia, comunque, a cercare di stimolare la memoria del musicista. Giovannina Basoni, figlia della baronessa, passa ore e ore al pianoforte, lo stesso che Donizetti aveva personalmente scelto e fatto spedire per lei da Vienna nel 1844 - oggi in museo - attenta ad ogni più piccola reazione del maestro all’ascolto della sua musica. FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA ONLUS MUSEO DONIZETTIANO Via Arena, 9 tel. 035 399269 www.bergamoestoria.org Sede legale: Piazza Mercato del fieno, 6/A - 24129 Bergamo Tel. 035 247116 Fax 035 219128 E-mail: [email protected] Sede Amministrativa: Via Legler, 14 - 24030 Brembate di Sopra Tel. 035 466257 Fax 035 48631194 E-mail: [email protected]. Si reca da lui anche il tenore Giovanni Battista Rubini, da tempo ritiratosi nella sua villa a Romano di Lombardia, per cantare in duo con Giovannina, ma apparentemente Donizetti non manifesta alcuna reazione. Rare volte riesce a pronunciare qualche parola spezzata, impossibile da comprendere. Pochi giorni prima della morte del compositore, la baronessa chiama in casa il pittore Giuseppe Rillosi affinchè esegua un ritratto all’illustre ammalato, oggi esposto in museo. Ai primi di aprile le condizioni del musicista hanno un pauroso tracollo. È Giovannina Basoni a raccontarne la fine in una lettera all’amica Margherita Tizzoni delle Sedie: ... Durante la sera del 5 la febbre ridivenne più forte. Nella mattinata del 6 si incominciò a praticargli l’alimentazione indiretta fortificata da rossi d’uovo. Il 7 e l'8 il signor Donizetti andò sempre più declinando in uno stato d’agonia. Il giorno 8 aprile, alle 5 del pomeriggio, l'illustre ammalato rese l’estremo respiro, assistito dal sacerdote, attorniato da mia madre, da me, dal suo intimo amico Dolci e dal suo affezionatissimo domestico. I solenni funerali hanno luogo l’11 aprile: la salma di Donizetti viene tumulata nella cripta della cappella della nobile famiglia Pezzoli presso il cimitero di Valtesse, sobborgo di Bergamo. Qui vi rimane fino al 1875, quando, assieme a quella di Mayr, è traslata nella Basilica di S. Maria Maggiore. Monumento a Gaetano Donizetti, città bassa. FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA - ONLUS MUSEO DONIZETTIANO