Gaetano Donizetti
(Bergamo, 1797 – ivi, 1848)
Prof. Alessandro Sdoia
Il più prolifico operista del secolo
Gaetano Donizetti,
fu tra i grandi, il più
prolifico operista di
tutto il secolo: in
poco più di
venticinque anni di
attività, oltre a una
cospicua produzione
teatrale, lasciò un
consistente catalogo
di composizioni
vocali, sacre e
profane, e
strumentali.
 Di famiglia povera, fu allievo
di Simone Mayr, il quale nel
1816 lo aiutò a trasferirsi a
Bologna dove fu ammesso
alla scuola di Padre Mattei,
già maestro di Rossini.
 Risale al 1818 la sua prima
opera Enrico di Borgogna.
 Inizia la sua carriera tra varie
città, soprattutto Roma e
Napoli.
Gli anni napoletani
 La stima del pubblico indusse
l’impresario Barbaja a offrirgli
un contratto per la
composizione di numerose
opere destinate ai teatri
napoletani;
 Successivamente Donizetti
assunse la direzione dei Regi
Teatri di Napoli e fu nominato,
da Re Ferdinando II,
professore di composizione nel
Conservatorio.
I primi capolavori
 Il successo ottenuto con Anna
Bolena, andata in scena alla Scala
di Milano nel 1830 e la morte
prematura di Vincenzo Bellini,
resero Donizetti il primo
compositore italiano.
 Il soggiorno napoletano, durato
dieci anni (1827 – 1837), si
avviava al termine funestato da
lutti familiari, tra cui la morte
della moglie Virginia Vasselli.
Alla conquista di Parigi
 Seguendo le orme di Rossini e Bellini,
Donizetti si trasferisce a Parigi dove
prende impegni per vari teatri tra cui
l’Opéra, l’Opéra Comique e Les Italiens;
 Iniziò un periodo, di sette anni, costellato
di successi e di febbrili viaggi tra una città e
l’altra, per seguire le rappresentazioni
delle sue opere (Milano, Vienna, Bologna,
Bergamo);
 La sua salute, a causa di una malattia
venerea, peggiorò rapidamente. Nel 1845
fu colto da paralisi cerebrale. Nel 1847 i
familiari lo riportarono a Bergamo dove
spirò dopo pochi mesi.
 Nato all’ombra di Rossini, a Donizetti
toccò il ruolo di anticipatore del primo
Verdi.
L’opera buffa donizettiana
 Il catalogo definitivo delle opere
donizettiane, conta 65 titoli tra
farse, opere buffe, opere serie,
opéra-comique e Grand-opéra;
 Nel genere buffo, Donizetti ci ha
lasciato due sommi capolavori:
L’elisir d’amore e Don Pasquale ultime
geniali testimonianze di un genere
in via di estinzione;
 In questi due lavori, fedeli allo
schema tracciato da Rossini,
Donizetti inserisce però anche una
tinta patetica e di grazia (il
pubblico romantico non si
accontentava più di ridere soltanto
ma preferiva anche commuoversi).
L’opera seria donizettiana
 La maggior parte delle opere donizettiane è
ascrivibile al genere serio, in linea con le
tendenze e i gusti del pubblico borghese
dell’età romantica;
 Temi privilegiati sono soggetti storici, in
particolar modo quelli desunti dalla letteratura
inglese e francese;
 In genere i personaggi femminili, destinati a
soffrire e a soccombere per morte violenta,
sono quelli che Donizetti ha saputo
maggiormente delineare musicalmente e
psicologicamente;
 Capolavoro assoluto, in questo ambito, resta
Lucia di Lammermoor, tratta da un romanzo
storico di Walter Scott.
Ascolti scelti
 Don Pasquale (Parigi, 1843): “Ah, un foco insolito”, cantabile di
Don Pasquale, “Quel guardo il cavaliere”, cavatina di Norina,
“Com’è gentil la notte a mezz’april!”, serenata di Ernesto.
 L’elisir d’amore (Milano, 1832): “Quanto è bella, quanto è cara”,
cavatina di Nemorino, “Benedette queste carte”, aria di Adina con
coro; “Udite, udite o rustici!”, cavatina di Dulcamara, “Una furtiva
lagrima”, romanza di Nemorino.
 Lucia di Lammermoor (Napoli, 1835): “Regnava nel silenzio”,
Cavatina di Lucia, “Verranno a te sull’aure”, duetto di Lucia e
Edgardo, “Il dolce suono mi colpì di sua voce”, scena della pazzia,
“Tombe degli avi miei”, recitativo e cantabile di Edgardo; “Orrida
è questa notte”, Uragano, scena e duetto.