77 Comuni infezioni virali: influenza e infezioni da herpesvirus E. Tonon, M. Chiesa Obiettivi ● Definire il quadro clinico, i criteri diagnostici e l’approccio terapeutico ad alcune tra le più comuni infezioni virali, quali l’influenza e le infezioni da virus erpetici (HSV1, HSV2, VZV, CMV, EBV). Caso clinico M.C. è un paziente di 65 anni che si reca al PS per dolore all’emitorace sinistro, continuo, insorto il pomeriggio precedente, non irradiato, non accompagnato da dispnea. In anamnesi: cardiopatia ischemica (sottoposto ad angioplastica su discendente anteriore), ipertensione arteriosa, dislipidemia. È in trattamento con simvastatina, bisoprololo, acido acetilsalicilico, losartan, nifedipina, acidi grassi omega-3. Il dolore ha caratteristiche modificate rispetto al dolore anginoso noto e ha distribuzione a fascia all’emitorace sinistro, definito dal paziente “tipo bruciatura”. I parametri vitali sono: PA 160/80 mmHg, FC 90 bpm, saturazione HbO2 95%. L’ECG INFLUENZA Eziologia L’influenza è una malattia infettiva acuta, dovuta a virus influenzali A, B o C, che si manifesta prevalentemente durante la stagione invernale. Il virus A, grazie alle periodiche variazioni degli antigeni emoagglutina (H) e neuroaminidasi (N), è responsabile della diffusione di tipo epidemico (variazioni minori degli antigeni H ed N) e talora pandemico dell’infezione (variazioni maggiori o sostituzione antigenica). L’esempio più recente di andamento pandemico è stata l’influenza A H1N1, che, identificata in Messico nel marzo-aprile 2009, si diffuse in molti Paesi, interessando più continenti. La trasmissione del virus avviene per via respiratoria. e l’equilibrio acido-base non mostrano alterazioni significative. L’obiettività è sostanzialmente negativa. Esegue una radiografia del torace che appare nella norma. Viene trattenuto in osservazione per eseguire seriati, la curva cardioenzimatica, risultata negativa, e il test ergometrico, anch’esso negativo. Il caso viene chiuso con diagnosi di toracoalgia atipica da possibile herpes zoster toracico, e per tale motivo viene prescritta terapia antivirale (valaciclovir 1000 mg, 3 volte/die, per 7 giorni). Nei giorni successivi si assiste in effetti alla comparsa delle tipiche manifestazioni erpetiche a livello toracico, ma la sintomatologia è già in progressiva attenuazione. ringea, tosse). Il quadro clinico dell’influenza A H1N1 è simile a quello dell’influenza stagionale, con maggior frequenza di sintomi gastroenterici (diarrea, vomito). Il quadro usualmente si risolve in 2-7 giorni. In rari casi, soprattutto in alcune categorie di pazienti (concomitanza di patologie croniche, bambini e anziani, donne in gravidanza), la malattia ha andamento severo e può evolvere in insufficienza respiratoria, ARDS (Acute Respiratory Distress Syndrome) e MOF (Multisystem Organ Failure). Complicanze Le possibili complicanze sono: ● Quadro clinico e prognosi Dopo un periodo di incubazione breve (1-2 giorni), l’infezione è caratterizzata dall’insorgenza di sintomi sistemici quali febbre, cefalea, artromialgie, malessere generale, iporessia, astenia, accompagnati da segni e sintomi respiratori (rinite, faringodinia, iperemia orofa- ● polmonite da sovrainfezione batterica: sono considerati ad alto rischio i pazienti di età > 65 anni, i pazienti affetti da malattie cardiovascolari o polmonari croniche, diabete mellito, insufficienza renale, emoglobinopatie, immunodepressione e i soggetti istituzionalizzati; i batteri più frequentemente responsabili di sovrainfezione sono Streptococcus pneumoniae, Staphylococcus aureus, Haemophilus influenzae; polmonite influenzale primitiva: si realizza quando il virus si diffonde al parenchima polmonare; sono a © 2011 Elsevier S.R.L. Tutti i diritti riservati. C0385.indd 708 2/5/11 1:28:36 PM Co mu n i i n fe z i o n i v i r a l i : i n f l u e n z a e i n fe z i oni da her pesv i r us ● ● ● maggior rischio i pazienti con elevata pressione atriale sinistra e pazienti con malattie polmonari croniche; miosite con rabdomiolisi: più frequente nei bambini; malattie del sistema nervoso centrale (SNC) (encefalite, mielite trasversa, meningite asettica, sindrome di Guillain-Barré): non è stata ancora stabilita una sicura correlazione eziologica; miocardite e pericardite. trasmette per via sessuale, mentre il neonato può contrarre l’infezione al momento del parto. Quadro clinico e prognosi Le infezioni primarie da virus erpetici si possono manifestare in forma subclinica oppure in quadri clinici evidenti, quali: ● Diagnosi Durante l’epidemia influenzale la diagnosi clinica di influenza ha un certo grado di attendibilità. Tuttavia, sia in fase epidemica, sia (e soprattutto) nei casi sporadici, la diagnosi di certezza richiede alcuni test di laboratorio. In particolare risultano di utilità pratica per il medico di PS i test antigenici rapidi e l’immunofluorescenza, che forniscono una risposta rispettivamente in 10-30 min e 2-4 ore, ma hanno una bassa sensibilità rispetto ad altre tecniche quali PCR, coltura virale e i test sierologici. Terapia La terapia delle forme non complicate è sintomatica (paracetamolo, FANS, adeguata idratazione per os, sedativi della tosse) e la maggior parte dei pazienti può essere trattata a domicilio. Evitare l’utilizzo di acido acetilsalicilico nei pazienti di età < 18 anni per il rischio di sindrome di Reye. I pazienti con complicanze richiedono il ricovero ospedaliero. La polmonite da sovrainfezione batterica va trattata con antibioticoterapia (ceftriaxone, o levofloxacina, o moxifloxacina, in associazione a oxacillina, o vancomicina, o teicoplanina se vi è un alto indice di sospetto per Staphylococcus aureus). L’utilizzo di farmaci antivirali è indicato nei pazienti con malattia severa o complicata, nei pazienti che richiedano l’ospedalizzazione, nei pazienti ad alto rischio di complicanze (età ≥ 65 anni, donne in gravidanza, malattie polmonari e cardiovascolari, neoplasie maligne, insufficienza renale cronica, epatopatia cronica, diabete mellito, emoglobinopatie, immunodepressione, malattie neurologiche che compromettano la gestione delle secrezioni respiratorie, soggetti istituzionalizzati). Il trattamento antivirale (zanamivir 10 mg, corrispondente a 2 inalazioni, 2 volte/die o oseltamivir 75 mg per os, 2 volte/die) va iniziato il più precocemente possibile e comunque entro 48 ore dall’inizio dei sintomi, e proseguito per 5 giorni. INFEZIONI DA VIRUS HERPES SIMPLEX (HSV) Eziologia Le infezioni erpetiche sono malattie molto diffuse, causate dall’infezione primaria, dalla riattivazione o dalla reinfezione da HSV1 o HSV2. HSV1 è responsabile di infezioni orofaringee, cutanee e dell’SNC, più raramente genitali, epatiche, polmonari; HSV2 di infezioni genitali, cutanee e neonatali. Il virus, dopo l’infezione primaria, può rimanere latente nei neuroni dei gangli e dare luogo a riattivazioni dell’infezione. HSV1 si trasmette per contatto diretto o tramite goccioline di saliva; HSV2 si C0385.indd 709 709 ● ● ● ● ● ● ● gengivostomatite e faringite: colpiscono prevalentemente bambini e sono caratterizzate da lesioni vescicolari della mucosa della cavità orale, a evoluzione in ulcere e afte dolorose, scialorrea, disfagia, faringodinia, linfoadenopatia laterocervicale, in associazione a febbre, malessere generale, irritabilità; herpes cutaneo: vescicole cutanee dolorose, in alcun casi associate a febbre e linfoadenopatia; herpes genitale: l’infezione primaria può avere un decorso subclinico, ma generalmente è caratterizzata da ulcere genitali dolorose, disuria, febbre, linfoadenomegalia inguinale, cefalea. Le riattivazioni si manifestano in forma più lieve rispetto all’episodio primario. herpes oculare: congiuntivite, cheratite, necrosi retinica acuta, corioretinite (nei neonati); meningoencefalite, mielite trasversa, sindrome di Guillain-Barré, paralisi periferica del nervo facciale (paralisi di Bell); epatite acuta fulminante: a maggior rischio i pazienti immunodepressi; infezioni respiratorie: epiglottite, laringite, polmonite (negli immunodepressi); herpes generalizzato e neonatale : lesioni cutanee vescicolari diffuse e interessamento viscerale (epatico, renale, cerebrale, polmonare, esofageo). Colpisce prevalentemente pazienti immunodepressi (HIV-positivi, neoplastici, trapiantati, gravide, anziani, ustionati) e i neonati. La letalità raggiunge il 50%. Le riattivazioni e le reinfezioni nell’immunocompetente hanno generalmente decorso meno severo e durata più breve rispetto all’infezione primaria. Le più comuni sono l’herpes labiale, genitale, oculare. Diagnosi Il quadro clinico non consente in molti casi di distinguere le infezioni erpetiche da altre forme virali. La conferma richiede l’isolamento del virus in coltura, la PCR, la ricerca di antigeni virali; la sierologia ha un ruolo secondario. Terapia Il paziente immunodepresso deve generalmente essere trattato in regime di ricovero ospedaliero, così come il paziente con infezione disseminata, con herpes neonatale e con gengivostomatite erpetica associata a disfagia e disidratazione. I pazienti immunocompetenti, con malattia localizzata, possono essere gestiti ambulatorialmente. La Tabella 1 riassume la terapia delle principali infezioni da HSV nel paziente immunocompetente. Per quanto riguarda il trattamento nel paziente immunodepresso, si rimanda a testi specialistici. Il trattamento antivirale va iniziato quanto più precocemente possibile per ottenere la massima efficacia. 2/5/11 1:28:37 PM 710 S E Z I O N E 1 4 M A L AT T I E I N F E T T I V E TABELLA 1 Terapia delle principali infezioni da HSV nel paziente immunocompetente Quadro clinico Terapia antivirale (dose/die) Terapia di supporto Gengivostomatite e faringite erpetica Aciclovir 15 mg/kg (dose massima 200 mg) × 5/die per os o 400 mg × 3/die per os per 7-10 giorni o 5 mg/kg × 3/die ev Famciclovir 500 mg × 3/die per os per 7-10 giorni Valaciclovir 1000 mg × 2/die per os per 7-10 giorni Analgesici per os o topici Antisettici locali Idratazione ev Herpes labiale Nessuna terapia Penciclovir o aciclovir per via topica, applicazioni ogni 2 h per 4 giorni Aciclovir 200-400 mg × 5/die per os per 5 giorni oppure famciclovir 750 mg × 2/die per os per 1 giorno (o 1500 mg in singola dose) oppure valaciclovir 2 g × 2/die per os per 1 giorno Herpes cutaneo (infezione localizzata) Aciclovir 400 mg × 3/die per os per 7-10 giorni Famciclovir 500 mg × 3/die per os per 7-10 giorni Valaciclovir 1000 mg × 2/die per os per 7-10 giorni Herpes genitale (infezione primaria) Aciclovir 400 mg × 3/die per os per 7-10 giorni Valaciclovir 1000 mg × 2/die per os per 7-10 giorni Famciclovir 250 mg × 3/die per os per 7-10 giorni Herpes genitale ricorrente Nessuna terapia Terapia soppressiva cronica: aciclovir 400 mg × 2/die, famciclovir 250 mg × 2/die, valaciclovir 500 mg/die Terapia episodica: famciclovir 1000 mg × 2/die per 1 giorno, valaciclovir 500 mg × 2/die per 3 giorni, aciclovir 800 mg × 3/die per 2 giorni Herpes oculare Trifluridina collirio 1% 1 goccia ogni 2-3 h (massimo 9 gocce/die) Herpes viscerale (epatico, polmonare, meningoencefalite) o disseminato o neonatale Aciclovir 10 mg/kg ev × 3/die per 14-21 giorni Paralisi del nervo facciale Prednisone 60-80 mg/die per os per 7 giorni associato a valaciclovir 1000 mg × 3/die per os per 7 giorni (nelle forme severe) VARICELLA ● Eziologia ● ● Analgesici per os o topici glomerulonefrite da immunocomplessi; epatite; cheratite; neutropenia, piastrinopenia; porpora: prognosi severa, dovuta a coagulazione intravascolare disseminata (CID). La varicella è una malattia infettiva, a elevata contagiosità, dovuta all’infezione primaria da virus varicella-zoster (VZV). Colpisce prevalentemente i bambini, ma può manifestarsi anche in età adulta. Si trasmette per via respiratoria. Il periodo di incubazione è mediamente di 14 giorni. ● Quadro clinico e prognosi La diagnosi è generalmente clinica. Nei casi dubbi la diagnosi va confermata con indagini di laboratorio (sierologia, isolamento virale in coltura, PCR, ricerca di antigeni virali). La malattia è caratterizzata da un rash cutaneo che, da maculopalulare, si trasforma in vescicoloso; le vescicole evolvono in pustole e queste in croste. L’esantema si manifesta a ondate successive. Le lesioni interessano torace, addome, volto, cuoio capelluto, mucosa orale, arti. Si associano febbre, cefalea, mialgie, prurito, insonnia, irritabilità. La prognosi è favorevole, specialmente nei bambini. Nei pazienti con compromissione dell’immunità cellulomediata, l’esantema ha decorso prolungato, talvolta aspetto emorragico, e la malattia può diventare disseminata, con interessamento viscerale. Complicanze Le possibili complicanze sono: ● ● ● C0385.indd 710 polmonite varicellosa: è la complicanza più frequente (1%), specie nell’adulto. La prognosi può essere severa, in particolare nella donna gravida; impetiginizzazione delle vescicole; nevrassite; ● Diagnosi Terapia Nella maggior parte dei casi la terapia è sintomatica (antipiretici, antistaminici per os per il prurito). I pazienti immunodepressi, i pazienti con complicanze (eccetto le forme lievi di impetiginizzazione) e le donne gravide vanno trattati in ambiente ospedaliero. I farmaci antivirali utilizzati sono l’aciclovir (800 mg per os, 5 volte/die oppure ev 10 mg/kg, 3 volte/die, per 5-7 giorni), valaciclovir (1000 mg per os, 3 volte/die, per 5 giorni), e famciclovir (500 mg per os, 3 volte/die, per 5 giorni). HERPES ZOSTER Eziologia L’herpes zoster è un malattia infettiva generalmente causata dalla riattivazione di un’infezione da VZV, latente all’interno dei gangli sensitivi spinali e cranici. Più 2/5/11 1:28:37 PM Co mu n i i n fe z i o n i v i r a l i : i n f l u e n z a e i n fe z i oni da her pesv i r us raramente, può manifestarsi in seguito a contatto con pazienti affetti da varicella. La malattia colpisce più frequentemente i soggetti anziani e gli immunodepressi. Quadro clinico e prognosi Il quadro clinico è caratterizzato da chiazze cutanee eritematose, generalmente unilaterali, localizzate ai dermatomeri corrispondenti all’area di innervazione del ganglio sensitivo interessato; inizialmente papulari, le lesioni successivamente evolvono in vescicole. Queste possono avere un’ulteriore trasformazione in pustole, occasionalmente ad aspetto emorragico. Infine le lesioni diventano croste (a questo stadio la malattia non è più considerata infettiva). I dermatomeri più frequentemente interessati sono quelli toracici e lombari. Nei pazienti immunodepressi l’infezione può manifestarsi in forma disseminata. Il coinvolgimento della branca oftalmica del nervo trigemino dà origine allo zoster oftalmico, quadro clinico con prognosi severa e rischio di cecità. Il rash cutaneo si accompagna a dolore di tipo nevritico, descritto come urente. Il dolore a distribuzione dermatomerica spesso precede la comparsa delle lesioni cutanee. Esistono quadri clinici caratterizzati dalla sola sintomatologia dolorosa, in assenza di lesioni cutanee. Nel 20% circa dei casi si associano sintomi quali cefalea, malessere, febbre, astenia. Complicanze die per os, per 7-10 giorni), valaciclovir (1000 mg, 3 volte/ die, per 7 giorni, più efficace dell’aciclovir sia nella risoluzione del quadro acuto, sia nella riduzione della prevalenza di nevralgia posterpetica), famciclovir (500-750 mg per os, 3 volte/die per 7 giorni). Il dolore nevritico può essere trattato con FANS, paracetamolo-codeina, tramadolo se lieve; nelle forme moderate e severe si utilizzano oppiacei (ossicodone, morfina). I pazienti con complicanze e quelli con infezione disseminata devono essere trattati in regime di ricovero. INFEZIONE DA CITOMEGALOVIRUS (CMV) Eziologia Il CMV può causare diversi quadri clinici sia nell’infanzia sia nell’età adulta. Dopo l’infezione primaria, come le altre Herpesviridae, rimane latente nell’organismo e, soprattutto nei soggetti con deficit dell’immunità cellulomediata, può dare origine a riattivazioni. Quadro clinico e prognosi L’infezione da CMV può decorrere in maniera asintomatica, ma anche determinare quadri clinici con prognosi severa, in particolare nei neonati con infezione congenita e nei pazienti con deficit immunitario primitivo o acquisito. ● Sono a maggior rischio di complicanze i pazienti immunodepressi (tra cui gli HIV-positivi e i trapiantati) e i pazienti con zoster oftalmico. Comprendono: ● ● ● ● ● ● ● ● nevralgia posterpetica: è la complicanza più frequente (10-15% dei pazienti) e la sua prevalenza aumenta con l’età; sovrainfezioni batteriche cutanee; complicanze oculari (uveite, cheratite, necrosi retinica); neuropatia motoria; meningite, encefalite; mielite; sindrome di Ramsay-Hunt: legata al coinvolgimento dell’VIII nervo cranico, si manifesta con paresi facciale monolaterale, otalgia, vescicole nel condotto uditivo, vertigini; sindrome stroke-simile (secondaria ad arterite delle arterie cerebrali). Diagnosi Generalmente la diagnosi è clinica. I casi atipici possono essere confermati con test diagnostici quali la coltura virale, l’immunofluorescenza diretta, la PCR. Terapia La terapia antivirale, oltre ad accelerare la guarigione delle lesioni cutanee e la risoluzione del dolore nevritico, ha lo scopo di ridurre il rischio e la severità delle complicanze, in particolare la nevralgia posterpetica. La terapia ha la massima efficacia se iniziata entro 72 ore dell’esordio dei sintomi. I farmaci utilizzati sono aciclovir (800 mg, 5 volte/ C0385.indd 711 711 ● ● Infezione primaria nel paziente immunocompetente: abitualmente asintomatica, può manifestarsi con febbre persistente, faringodinia, astenia, mialgie, splenomegalia. Le complicanze (epatite, polmonite interstiziale, miocardite, encefalite, sindrome di Guillain-Barré, anemia emolitica, piastrinopenia, ittero) sono rare. Infezione congenita: è dovuta a un’infezione primaria contratta dalla madre durante la gravidanza. Si manifesta con basso peso alla nascita, epatite, ittero, splenomegalia, porpora, corioretinite, encefalite, polmonite interstiziale. Infezione nel paziente immunodepresso (trapiantati, AIDS): può essere determinata da un’infezione primaria, ma, più frequentemente, dalla riattivazione di un’infezione latente. Si tratta spesso di forme disseminate (linfoadenopatia, epatite, retinite, polmonite, esofagite, gastrite, colite, encefalite, poliradicolonevrite). Diagnosi Gli esami ematochimici mostrano una caratteristica linfocitosi relativa, con presenza di linfociti atipici; frequente è l’aumento delle transaminasi e della fosfatasi alcalina. La diagnosi eziologica comprende l’isolamento in coltura cellulare del virus da campioni biologici quali sangue, saliva, urina, biopsie, la ricerca degli antigeni virali pp65 e pp72 (metodo shell vial), la PCR e le prove sierologiche (ricerca IgM specifiche, sieroconversione o aumento del titolo anticorpale di almeno 4 volte in 2 prelievi successivi). Terapia Le infezioni da CMV nel paziente immunocompetente non richiedono alcun trattamento specifico. La terapia antivirale è riservata ai neonati con infezione congenita 2/5/11 1:28:37 PM 712 S E Z I O N E 1 4 M A L AT T I E I N F E T T I V E e agli immunodepressi. I farmaci utilizzati sono: ganciclovir (5 mg/kg ev, 2 volte/die, per 14-21 giorni), foscarnet (90 mg/kg ev, 2 volte/die, per 14-21 giorni), cidofovir (per la sola retinite, al dosaggio di 5 mg/kg, 1 volta a settimana, per 2 settimane; in quest’ultimo caso associare probenecid per os 2 g 3 ore prima della somministrazione, 1 g dopo 2 ore e 1 g dopo 8 ore dalla somministrazione). Nei pazienti immunodepressi è spesso necessario proseguire con una terapia di mantenimento. INFEZIONE DA VIRUS DI EPSTEIN-BARR (EBV) Eziologia L’EBV è un virus estremamente diffuso, che si trasmette mediante contatti stretti (usualmente attraverso la saliva). Dopo l’infezione primaria, rimane latente nei linfociti B e T, nelle cellule epiteliali e muscolari e, diversamente dalle altre Herpesviridae, ha la capacità di trasformare le cellule in senso neoplastico. BOX 1 Mononucleosi infettiva Si tratta di un quadro di faringotonsillite con essudato tonsillare bianco-grigiastro, accompagnata da febbre anche elevata, linfoadenomegalia laterocervicale, astenia intensa, malessere, cefalea, lieve epatite acuta con anoressia, nausea, vomito (l’ittero è raro) e splenomegalia. In alcuni casi si associa un rash maculopapulare (spesso scatenato dalla somministrazione di amoxicillina o ampicillina). La prognosi della malattia è favorevole e i sintomi generalmente si risolvono in 1-2 settimane, tranne l’astenia, che può persistere per alcuni mesi. Le complicanze dell’infezione acuta sono rare e includono l’ostruzione delle vie aeree dovuta a massiva iperplasia linfoide ed edema della mucosa, e la rottura di milza. proliferative (istiocitosi emofagocitica, granulomatosi linfomatoide, malattia linfoproliferativa legata al cromosoma X, malattie linfoproliferative post-trapianto). Quadro clinico e prognosi L’infezione primaria nell’infanzia decorre usualmente in modo asintomatico; più raramente si manifesta con otite media, diarrea, algie addominali, infezioni delle alte vie respiratorie o, come nel giovane e nell’adulto, con un quadro di mononucleosi infettiva (Box 1). Altre infrequenti manifestazioni dell’infezione primaria includono: leucoplachia orale capelluta, tipica dei pazienti HIVpositivi; malattie dell’SNC (meningoencefalite, sindrome di Guillain-Barré, paralisi del nervo facciale, mielite, neurite ottica e periferica); malattie ematologiche (anemia emolitica, piastrinopenia, porpora trombotica trombocitopenica, sindrome emolitico-uremica, anemia aplastica, CID); altre localizzazioni (miocardite, polmonite, pancreatite, adenite mesenterica, miosite, glomerulonefrite). ● ● ● ● L’infezione da EBV è inoltre associata a numerosi disordini linfoproliferativi e neoplasie: linfomi non Hodgkin (tra cui il linfoma di Burkitt e linfomi a cellule T), linfoma di Hodgkin, carcinoma nasofaringeo, altre malattie linfo- Diagnosi Il sospetto clinico di mononucleosi infettiva è supportato dal riscontro di linfocitosi assoluta e relativa, con presenza di linfociti atipici, e dall’aumento delle transaminasi. Le indagini sierologiche comprendono la ricerca di anticorpi eterofili (Monotest) e la ricerca di anticorpi specifici (in particolare gli anti-VCA IgM). La PCR è raramente utilizzata nell’immunocompetente. Terapia La terapia della mononucleosi infettiva è sintomatica e la gestione è ambulatoriale. Febbre e faringodinia possono essere trattate con FANS. L’uso di corticosteroidi deve essere riservato ai pazienti a rischio di ostruzione delle vie aeree o con difficoltà ad alimentarsi e può essere considerato nelle complicanze quali disordini ematologici ed epatite severa: questi pazienti richiedono spesso l’ospedalizzazione. La rottura di milza è una complicanza severa che usualmente viene trattata con la splenectomia. Ricorda ● ● ● ● ● C0385.indd 712 Nell’herpes zoster la sintomatologia dolorosa generalmente precede la comparsa delle lesioni cutanee, pertanto questa patologia entra nella diagnosi differenziale del dolore toracico. Il dolore è tipicamente descritto come urente. La terapia antivirale dell’herpes zoster, oltre ad accelerare la guarigione dell’infezione, riduce la frequenza e la severità delle complicanze, in particolare la nevralgia posterpetica. La terapia antivirale nell’herpes zoster e nell’herpes simplex è tanto più efficace quanto prima viene iniziata. Nella mononucleosi infettiva il trattamento con corticosteroidi deve essere riservato ai pazienti con rischio di ostruzione delle vie aeree o che presentino difficoltà ad alimentarsi. Bisogna pensare anche all’infezione acuta da CMV nei pazienti adulti con quadro febbrile di durata prolungata, insensibile alla terapia antibiotica. 2/5/11 1:28:37 PM Co mu n i i n fe z i o n i v i r a l i : i n f l u e n z a e i n fe z i oni da her pesv i r us 713 Errori da evitare ● ● Utilizzare acido acetilsalicilico nei pazienti di età < 18 anni (rischio di sindrome di Reye). Trattare l’influenza non complicata con antibiotici. BIBLIOGRAFIA Brandfonbrener A , Epstein A , Wu S , Phair J : Corticosteroid therapy in Epstein-Barr virus infection, Arch Intern Med 146 : 337, 1986. Cernik C , Gallina K , Brodell R T: The treatment of herpes simplex infections: an evidence-based review, Arch Intern Med 168 :1137, 2008. Dworkin R H, Johnson RW, Breuer J et al : Recommendations for the management of herpes zoster, Clin Infect Dis 44 (Suppl 1) : S1, 2007. Ghandi M K , Khanna R : Human cytomegalovirus: clinical aspects, immune regulation and emerging treatments, Lancet Infect Dis 4 :725, 2004. Gnamm J W, Whitley R J : Herpes zoster, N Engl J Med 347: 340, 2002. Luzuriaga K , Sullivan JL : Infectious mononucleosis, N Engl J Med 362:1993, 2010. Whytley R J, Kimberlin DW, Roizman B : Herpes simplex viruses, Clin Infect Dis 26 : 541, 1998. C0385.indd 713 Wreghitt T G , Teare E L , Sule O et al : Cytomegalovirus infection in immunocompetent patients, Clin Infect Dis 37:1603, 2003. Linee guida Workowsky KA, Berman SM: Sexually transmitted diseases. Treatment guidelines, 2006, MMWR 55(RR-11): 55:1-95, 2006. Siti Internet United States Centers for Disease Control and Prevention: Updated interim recommendations for the use of antiviral medications in the treatment and prevention of influenza for the 2009-2010 season, http://www.cdc.gov/ h1n1flu/recommendations.htm. 2/5/11 1:28:37 PM