APPARECCHIATURE IN RADIOTERAPIA
‰ TERMINOLOGIA
Definizione di Radioterapia: branca medico-terapeutica che utilizza le
radiazioni ionizzanti a fini terapeutici: tumori maligni, tumori benigni (angiomi
e adenomi ipofisari; reazioni immunitarie (rigetto di trapianti d’organo, malattie
autoimmuni); affezioni infiammatorie (periartriti etc…);
Radiazioni ionizzanti: => Fotoni o radiazioni elettromagnetiche
trasporto di energia senza trasporto di materia o carica elettrica
energia di un fotone (insieme di corpuscoli o quanti) = frequenza
[concetti quantistico ed ondulatorio]
A] RAGGI X: *sono fotoni prodotti da un tubo Coolidge o da
macchine acceleratrici (LINACS) bombardando con
elettroni una lamina di tungsteno (effetto “Bremsstrahlung”);
*fascio policromatico con picchi di fluorescenza (necessità di
omogenizzazione);
* attraversano i corpi opachi alla luce visibile;
* cedono ad essi parte della loro energia (mediante fenomeni di interazione)
* impressionano le emulsioni fotografiche;
* provocano il fenomeno della fluorescenza
* alta e bassa energia ( < 6 MV; > 10 MV) x trattamento di focolai profondi
=> Particelle materiali e radiazioni corpuscolari
radiazioni con trasporto di energia, di materia e/ o carica elettrica
protoni, neutroni, elettroni, mesoni (pioni)
A] Fotoni Gamma: sono fotoni emessi da radioisotopi (Co 60; Cs 137;
Ir 192; Ra 226)
Stesse caratteristiche fisiche dei raggi X;
Minore profondità
B] Elettroni: particelle negative
estratti per effetto termoelettronico
accelerati ed indirizzati mediante campi elettromagnetici
meno penetranti dei raggi X e gamma
trattamento di focolai superficiali
RADIAZIONI IONIZZANTI DI INTERESSE TERAPEUTICO
• FOTONI o RAGGI X: alto potere penetrativo, trattamento di focolai tumorali
profondi
4-6 MV
oppure
Fotoni Gamma della C0 60:
Tumori sopradiaframmatici
(minore spessore cutaneo)
9-10 MV o > :
Tumori sottodiaframmatici
(maggiore spessore cutaneo)
• ELETTRONI: basso potere penetrativo; rilasciano tutta la loro energia quando
attraversano cute e sottocute; trattamento di focolai superficiali
(es. tumori cutanei e cicatrici chirurgiche); disponiamo di un vasto
range di energia elettronica: 5-21 MeV seconda dello spessore del
focolaio superficiale da irradiare.
9 RADIOSENSIBILITA’: risposta della lesione alle radiazioni in termini di entità e
rapidità di regressione
Tumori molto radiosensibili
Tumori a sensibilità intermedia Tumori radioresistenti
Linfomi, seminomi,neurolastomi
Lesioni epiteliali
Melanomi e tumori mesenchimali
9 RADIOCURABILITA’: possibilità di eradicare il tumore sia a livello primitivo
che dei drenaggi linfatici
TERMINOLOGIA
• Volume bersaglio: è il volume corporeo che si
intende irradiare a scopo terapeutico
Si distingue in:
• Volume-tumore o volume neoplastico: comprende
strettamente la neoplasia clinicamente conosciuta
• Volume a rischio: comprende tessuti ed organi
clinicamente indenni dalla neoplasia, ma che
occorre irradiare perché, in base alla conoscenza
della storia naturale di quel tipo di neoplasia,
presentano un rischio più o meno elevato di
interessamento
• Dose bersaglio: è la dose somministrata al volume
bersaglio. Al fine di avere le maggiori probabilità
di guarigione, occorre che tutto il volume
bersaglio riceva almeno una certa dose. In termini
di isodose, la curva che racchiude tutto il volume
bersaglio
• Curva di isodose: è la linea che unisce tutti i punti
che assorbono la stessa dose. Le curve di isodose
standard si riferiscono a valori percentuali. Si dà il
valore 100 ai punti che assorbono il massimo della
dose, e di 90, 80, 70… ai punti che assorbono
rispettivamente il 90%, 80%, 70%
• Volume irradiato: è tutto il volume corporeo che
viene irradiato indipendentemente dalla volontà di
farlo.
• Dose volume o dose integrale: è la quantità di
energia assorbita dal volume irradiato (Gy x Kg)
Rappresenta un parametro significativo per
prevedere il danno arrecato all’individuo dalla
irradiazione dose x volume = danno
per poter somministrare alte dosi è necessario
ridurre il volume totale irradiato
• Organo critico: organo (o tessuto) che, pur
essendo clinicamente sano, si trova nella
situazione di ricevere una dose vicina o superiore
al suo limite di tolleranza (e quindi al rischio di
subire danni clinicamente rilevanti)
• Organi critici in rapporto al volume irradiato
Capo-collo: midollo spinale, retina, mucosa orale,
gh. salivari, mandibola
Torace-mammella: midollo spinale, linfatici
ascellari, plesso brachiale, pericardio , polmoni
Addome superiore: midollo spinale, fegato, reni
Pelvi: vescica, retto, ossa
• Campo di irradiazione: è l’area cutanea
interessata dal fascio incidente di radiazioni. Viene
determinata regolando opportunamente l’apertura
del collimatore, ed eventualmente con l’aiuto di
schermi aggiuntivi
• Build up: è il fenomeno per cui lo strato di tessuto
che assorbe la maggiore energia non è situato
nell’immediata superficie, ma a profondità
crescenti in rapporto all’energia delle radiazioni
Es: per il 60Co il build-up è di 5 mm
Tecniche di irradiazione: campo singolo
• Semplice esecuzione
• Dose profonda ben controllabile
• Possibilità di impiego: dose cutanea = energia della rx
dose focolaio profondità del focolaio
• Quanto più prossima alla superficie è la sede del
focolaio tanto più favorevoli risultano le energie
inferiori
• Distribuzione di dose peggiore cm
Tecniche di irradiazione: campi contrapposti
• L’indesiderata caduta di dose lungo la direzione del fascio
radiante si può evitare irradiando il focolaio con 2 fasci ad
incidenza contrapposta. Ciò determina una sommazione
delle singole distribuzioni di dose lungo tutta la zona
irradiata per cui la degradazione energetica di ogni singolo
fascio di rx viene compensata dalla elevata % di dose del
fascio contrapposto.
• Impiego: focolai di qualsiasi dimensione e forma
(AP/PA:LLdx/LLsx)
Tecniche di irradiazione: campi multipli
• Posizionamento di fasci multipli disposti fra loro
ad angolo con intersecazione dei loro assi
• T a sede profonda e ad accrescimento uniforme
• La sommazione delle singole dosi determina un
incremento della dose complessiva al focolaio con
maggiore risparmio dei tessuti sani
• > numero dei fasci => > omogeneità di dose
• Impiego: addome superiore ed inferiore, pelvi,
mediastino e polmone
Tecniche di irradiazione: rotazione
• Metodica di rotazione: metodica mediante la quale i limiti
dei singoli campi si annullano per la continua migrazione
del fascio radiante attorno al focolaio considerato come
centro di rotazione
• Tecnica dipendente dalle apparecchiature (si LINAC, no
Co60)
• Caduta uniforme della dose in tutte le direzioni
2 modalità
Rotazione del pz attorno
ad uno dei suoi assi corporei
a fascio radiante fisso
Movimento rotatorio della sorgente
radiante attorno al paziente fermo
Tecniche di irradiazione: pendolare
• Si intende il movimento di andata e ritorno della
sorgente lungo un arco di circonferenza con il
fascio radiante continuamente indirizzato sul
focolaio tumorale localizzato nel centro di
rotazione
• Il pz è in posizione orizzontale, sul lettino di
irradiazione, supino o prono
Distanza della sorgente radioattiva
• Distanza sorgente-pelle (DSP): è stabilita con un
telemetro ottico. Scala graduata delle distanze che
si proietta sulla cute del paziente. Si fa coincidere
il valore di DSP voluto con il centro del campo,
alzando od abbassando il lettino di trattamento
• Sistema isocentrico: il punto di riferimento è
costituito dal centro di rotazione della testata, o
isocentro; esso deve rimanere sempre in un ben
definito rapporto spaziale rispetto al corpo del pz,
qualunque sia l’angolo di inclinazione della testata
stessa