Apparato digerente

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APPARATO DIGERENTE
ENERGIA
Gli organismi animali necessitano di cibo per il rifornimento di energia e
l’assorbimento dei materiali di base. Per questo, il sistema digerente è
fondamentale.
LE FASI DELLA DIGESTIONE
L’azione del sistema digerente è divisa in tre fasi:
1° fase: demolizione dei polimeri in
monomeri
2° fase: assorbimento
3° fase: eliminazione
dei rifiuti
TRATTO GASTROINTESTINALE
Bocca
Il sistema digerente si compone di tratto
intestinale e organica accessori.
Faringe
Il tratto gastrointestinale o canale alimentare
principale è composto di:
Esofago
La superficie interna è considerata esterna:
le molecole nutritive entrano nel corpo solo
quando attraversano il rivestimento epiteliale.
Stomaco
Le cellule che compongono l’epitelio del
canale sono caliciformi che secernono muco e
ghiandole che secernono enzimi digestivi.
Intestino
Ano
ORGANI ACCESSORI
Lingua
Gli organi annessi al sistema digerente:
Denti
Ghiandole
salivari
Fegato
Solo la lingua e i denti agiscono a diretto contatto con
il cibo. Gli altri producono enzimi digestivi che
vengono riversati tramite condotti specifici in punti
precisi del canale alimentare.
Pancreas
GLI STRATI TESSUTALI CONCENTRICI
Il canale digerente è costituito da un lume interno o cavità con
quattro strati tessutali concentrici:
• la mucosa: strato più interno formato da tessuto epiteliale e
connettivo;
• la sottomucosa: tessuto connettivo contenente fibre nervose,
vasi sanguigni e linfatici;
• la tonaca muscolare: è costituita da due strati di
muscolatura liscia (uno interno con cellule disposte in modo
circolare e uno esterno con cellule disposte in modo
longitudinale);
• la sierosa o peritoneo: rivestimento esterno di tessuto
connettivo.
ENZIMI SPECIFICI
La funzione principale del sistema digerente è demolire gli alimenti per trasformarli
in molecole assorbibili dall’epitelio intestinale.
Questo avviene tramite idrolisi per azione degli enzimi, catalizzatori proteici che si
legano con le moleole alimenari e con una molecola d’acqua riducono i polimeri in
monomeri.
Sito di produzione
Enzima digestivo
Effetti principali
Ghiandole salivari
Ptialina
Digestione degli amidi
Stomaco
Pepsina
Scomposizione delle proteine in peptidi
Pancreas
Amilasi
Digestione degli amidi
Lipasi
Digestione dei glucidi
Nucleasi
Digestione degli acidi nucleici
Tripsina, chimotripsina, carbossipeptide
Demolizione di proteine e amminoacidi
Amminopeptidasi e dipeptidasi
Digestione di polipeptidi in peptidi a catena corta e amminoacidi
Saccarasi, maltasi, lattasi
Digestione dei disaccaridi in monosaccaridi
Intestino tenue
LA PERISTALSI
Il canale alimentare misura nove metri.
Le contrazioni coordinate dai due stati
della muscolatura liscia della tonaca
muscolare producono un insieme di
movimenti detto peristalsi.
La peristalsi mescola il cibo e lo fa
avanzare.
GLI SFINTERI
Gli sfinteri sono delle fasce di
muscolatura circolare più spessa.
Contraendosi e rilasciandosi agiscono
come valvole che controllano il
passaggio da una zona all’altra del
canale digerente.
L’EVOLUZIONE DEL CANALE DIGERENTE
Luccio
Sanguisuga
Squalo
Necturus
Maiale
Tartaruga
Pollo
Uomo
LE IDRE
Le idre hanno un sistema digerente molto semplice formato da una cavità dotata di
una sola apertura.
Le prede vengono catturate e paralizzate con sostanze urticanti e poi digerite grazie
agli enzimi.
LE PLANARIE
Le planarie sono vermi piatti dotati di un’unica apertura attraverso la quale
estroflettono una faringe che libera enzimi digestivi direttamente sugli alimenti.
I LOMBRICHI
I lombrichi sono vermi cilindrici con un sistema digerente dotato di due aperture.
Ingeriscono il terriccio e le sostanze organiche in esso contenute.
LA CHIOCCIOLA
I molluschi come la chiocciola presentano una bocca e un ano. Si ha una suddivisione
in regioni che svolgono funzioni diverse.
GLI UCCELLI
Gli uccelli hanno un sistema digerente maggiormente specializzato. Il cibo viene
accumulato nel gozzo, passa nel ventriglio (una sacca che lo sminuzza grazie alla
muscolatura molto potente, ai dentelli e ai sassolini ingeriti con il cibo) e infine
l’intestino permette il passaggio delle sostanze nel sangue.
ERBIVORI E CARNIVORI
L’APPARATO DIGERENTE DEI RUMINANTI
BOCCA
La bocca o cavità orale è formata:
•labbra
•guance
•palato duro
•palato molle
•lingua
•denti (arcata superiore e inferiore)
BOCCA
Nella bocca avviene:
Masticazione: l'azione meccanica di trituramento del cibo con i denti;
Mescolamento: l'azione della lingua e delle guance sul cibo tramite la quale viene facilitata la
masticazione e l'insalivazione;
Insalivazione: l'azione della saliva, prodotta dalle ghiandole salivari, che impregnado il cibo lo
inumidisce, lo impasta, lo sterilizza con l'azione di enzimi (lisozima, …), e ne inizia la digestione
dell'amido con l'azione di un'enzima;
Deglutizione: l'insieme delle azioni volontarie e involontarie che permettono la spinta del cibo
masticato e insalivato, detto bolo, che viene spinto verso la faringe.
MASTICAZIONE E DEGLUTIZIONE
DENTI
I denti sono organi accessori collocati in alveoli
ossei, che sono cavità contenute nelle ossa
mascellari e nella mandibola. Sono costituiti da
tre regioni superficiali (corona, colletto e
radice) composti principalmente da dentina, in
parte ricoperta dallo smalto.
All’interno del dente la cavità (o camera)
pulpare è ripiena di polpa innervata e irrorata
da vasi sanguigni e linfatici.
Gli esseri umani adulti possiedono 32 denti che
presentano delle forme particolare funzionali
ad una alimentazione da onnivoro (ci sono
infatti quelli adatti o per tagliare, o per
lacerare, o per triturare).
LA LINGUA
•La lingua é un organo accessorio di
prevalenza muscolare ricoperto di una
membrana mucosa.
•I muscoli linguali manipolano il cibo per la
masticazione, lo compattano e lo spingono
sul retro della bocca per la deglutizione.
•É dotata di numerose papille, sulle quali si
dispongono i bottoni gustativi.
•Tramite i neuroni le proprietà chimiche
degli alimenti vengono trasmesse al
cervello.
• Ha una funzione immunitaria (due tonsille
linguali).
•Serve ad articolare i suoni del linguaggio.
SALIVA
•Il cibo dopo essere stato impastato dalla lingua e
triturato dai denti viene inumidito dalla saliva.
•É prodotta da tre grandi ghiandole salivarie e
composta per il 98 % di acqua.
•Funzione umettante: contiene un muco che
lubrificando il cibo ne facilita la deglutizione
•Funzione digestiva: contiene un enzima digestivo,
l’amilasi (o ptialina), che permette l’inizio della
digestione già nella bocca.
•Funzione antibatterica: la presenza di lisozima,
lattoferina e anticorpi ci proteggono da batteri infettivi
che vengono introdotti all’interno della cavità orale.
•Contiene l’opiorfina, molecola avente un elevato
potere antidolorifico.
DEGLUTIZIONE
La deglutizione é il passaggio del cibo dalla bocca all’esofago e da
esso quindi nello stomaco: inizia come un processo volontario, per poi
continuare involontariamente.
Fase orale: Il bolo é spinto sul retro della
cavità orale dal movimento della lingua e
del palato (fase volontaria).
Fase faringea: il palato molle e l’ugola si sollevano
per chiudere il nasofaringe; il bolo passa attraverso
l’orofaringe. (fase involontaria).
Fase esofagea: il cibo é spinto attraverso l’esofago
nel processo della peristalsi (fase involontaria).
Fase orale
Fase faringea
Fase esofagea
FASE ORALE
• La lingua compatta il cibo e con l’apporto
della saliva crea il bolo.
•Quando il bolo é pronto per essere
deglutito é portato volontariamente nella
parte posteriore della bocca grazie al
movimento della lingua e del palato
mobile.
•L’ugola si ritrae per evitare che il bolo
entri nella zona nasofaringea.
FASE FARINGEA
•Il bolo é spinto quindi all’interno della
zona orofaringea.
•La faringe é il canale composto di
muscoli e membrane che connette la
cavità nasale con la cavità orale e
quindi con l’esofago.
•La trachea viene chiusa grazie al
movimento verso l’alto della laringe, e
in particolare al movimento
dell’epiglottide.
•L’esofago viene quindi aperto
FASE ESOFAGEA
•Il bolo é quindi pronto per accedere
all’esofago.
•L’esofago é un organo della lunghezza di
circa 25-30 cm e larghezza 2-3 cm.
•Esso permette il veloce passaggio del
bolo alimentare allo stomaco e inoltre ne
impedisce il reflusso.
•Il bolo procede lungo l’esofago grazie al
movimento della peristalsi, data dalla
contrazione ordinata e coordinata della
muscolatura liscia dello stesso organo di
passaggio.
STOMACO E DEMOLIZIONE DEL CIBO
STOMACO
•Una volta disceso tutto l’esofago il bolo
giunge quindi allo stomaco.
•Lo stomaco é un organo muscolare a forma di
sacco che negli adulti ha una capacità di
circa 1,2 litri posto tra l’esofago e intestino
tenue.
•La parete dello stomaco é molto spessa é
contiene delle piccole aperture con minuscole
cavità, le fossette gastriche.
•Funzione principale: ricevere gli alimenti
deglutiti per esporli all’azione digestiva del
succo gastrico, fortemente acido per la
presenza dell’acido cloridrico (HCl).
PARTI PRINCIPALI DELLO
STOMACO
•Cardias: restringimento che lo delimita, in alto,
dall’esofago.
•Piloro: restringimento, con un anello muscolare
sfinterico, che lo delimita dal duodeno.
Oltre al cardias e al piloro si distinguono tre
porzioni principali all’interno dello stomaco:
•Fondo: porzione più alta, a forma di cupola, in
contatto con la concavità diaframmatica.
•Corpo: porzione più ampia, solcata da pliche (o
rughe gastriche).
•Parte pilorica (antro ecanale pilorico): parte più
bassa, che durante i pasti si riempie per prima. La
mucosa non produce acido, ma molto muco.
FASE PREPARATORIA
Quando lo stomaco è vuoto la mucosa (lo strato più interno dell’organo) si
solleva in larghe pieghe chiamate rughe. L’epitelio di superficie si estende
formando numerose colonne di cellule secretrici chiamate ghiandole
gastriche, che ricoprono stretti canali, le fossette gastriche.
Le secrezioni delle ghiandole gastriche (dette succhi gastrici) fluiscono nelle
fossette gastriche e da qui si riversano nel lume dello stomaco.
Spesso é sufficiente la semplice vista di un alimento per stimolare,
attraverso specifiche vie nervose, la produzione di succhi gastrici da parte
dello stomaco.
PARETE DELLO STOMACO
•La tonaca muscolare è formata da tre diversi
strati di fibre, di cui le più esterne sono
orientate longitudinalmente, le intermedie
circolarmente e le più interne in maniera
obliqua. La contrazione dei muscoli gastrici è
fondamentale per favorire il rimescolamento
del bolo e lo svuotamento dello stomaco.
•La mucosa gastrica è lo strato più interno
dell'organo e quindi si affaccia direttamente
sul lume dello stomaco, a stretto contatto con i
prodotti della digestione. In essa sono presenti
le fossette gastriche.
FOSSETTE GASTRICHE
•Cellule mucose: secernono il muco che protegge tutta
la parete interna dello stomaco dall’aggressione dei
succhi gastrici stessi (che hanno un pH molto elevato,
tra 1,5 e 2,5).
•Cellule parietali: secernono acido cloridrico e fattore
intrinseco di Castle.
•Cellule principali: secernono pepsinogeno, proenzima
importante per la digestione delle proteine che si
trasforma in pepsina a contatto con HCL.
•Cellule G: secernono gastrina, ormone che stimola la
secrezione di HCl da parte delle cellule parietali del
fondo e del corpo della mucosa gastrica.
RIASSUMENDO
Una volta che il cibo ha raggiunto lo stomaco, le pareti si stendono, il pH
aumenta e si avviano le onde di mescolamento (favorite dalla tonaca
muscolare). Esse macerano il cibo che, mescolato con il succo gastrico,
diventa chimo.
Quindi questa massa semiliquida passa, grazie alla peristalsi, attraverso il
piloro, che separa lo stomaco dall’intestino tenue. Il piloro lascia passare
circa 3ml di chimo alla volta; nel duodendo entra infatti la parte di chimo
più fine, mentre il resto del materiale viene spinto verso la parte più alta
dello stomaco per essere rimescolato.
Questo processo dunque comporta una digestione molto lunga; lo stomaco
é generalmente del tutto vuoto solo dopo quattro ore dopo il pasto.
INTESTINO E GHIANDOLE ANNESSE
• Intestino, dove si svolge la maggior parte del processo di demolizione delle
molecole alimentari e dell’assorbimento delle sostanze nutritive. È suddiviso in:
• Intestino tenue
• Intestino crasso
• Fegato
• Pancreas
INTESTINO TENUE: CARATTERISTICHE
In esso si completa la frammentazione del cibo iniziata nella bocca e nello stomaco.
Ha una lunghezza di 6-7 metri.
Viene suddiviso in duodeno e intestino tenue mesenteriale (digiuno e ileo).
È caratterizzato da
• pieghe circolari: creste permanenti della mucosa, aumentano la superficie di
assorbimento.
• villi: estensioni della mucosa, che contengono capillari, dotti linfatici e fibre nervose.
• microvilli: estroflessioni citoplasmatiche presenti sulla superficie delle cellule epiteliali.
INTESTINO TENUE: CARATTERISTICHE
Le cellule epiteliali (enterociti) producono muco ed enzimi digestivi, i quali agiscono in
sequenza.
L’intestino ha una funzione meccanica (movimenti peristaltici e contrazione segmentaria)
e una chimica (ghiandole secretrici nel duodeno).
DUODENO
È il tratto più breve dell’intestino tenue, collegato al piloro.
Il chimo, passato dal piloro al duodeno, ha ancora pH
acido a causa dei succhi gastrici.
Il duodeno libera allora secretina (cellule S), ormone che
stimola fegato e pancreas a secernere liquidi alcalini, in
modo da neutralizzare l’acidità del chimo.
Il chimo diventa chilo, denso liquido lattiginoso su cui
galleggiano milioni di goccioline di grasso.
Le ghiandole di Galeazzi - Lieberkuehn secernono succo
enterico, limpido e giallognolo, che fornisce un substrato
liquido per facilitare l’assorbimento dei nutrienti.
Le ghiandole di Brunner secernono muco alcalino.
DUODENO
Suddiviso in quattro “tonache”:
• tonaca mucosa: tipica per la presenza di villi
• tonaca sottomucosa: contiene le ghiandole di
Brunner
• tonaca muscolare: presenta gli strati circolari e
longitudinali
• tonaca sierosa: costituita dal peritoneo, che riveste
la parte anteriore del duodeno
Ghiandola di Brunner
INTESTINO MESENTERIALE
Digiuno e ileo presentano la tipica struttura a pieghe della superficie interna
dell’intestino.
L’ileo è la parte finale dell’intestino tenue. È separato dal cieco attraverso la valvola
ileocecale; la sua funzione principale è quella di assorbire la vitamina B12.
INTESTINO CRASSO: CARATTERISTICHE
È lungo circa 2 metri.
È suddiviso in cieco, colon e retto.
Nell’intestino crasso il chilo viene
completamente digerito; per l’assorbimento
dell’acqua esso assume consistenza solida o
semisolida e prende il nome di feci.
CIECO
Presenta una struttura, l’appendice, nei pressi della
quale si trova la valvola ileocecale.
L’appendice ha la funzione di distruggere i batteri
sopravvissuti alla digestione. Talvolta, a causa del
ristagno delle feci, essa si infiamma e infetta, per
cui va asportata.
COLON
Il colon si distingue in ascendente, trasverso e discendente.
In esso non sono presenti villi.
Ospita colonie di batteri simbiotici che scindono le sostanze alimentari sfuggite alla
digestione e all’assorbimento dell’intestino tenue. I batteri sintetizzano amminoacidi e
vitamine (B1, B2 e K) ed effettuano processi fermentativi, rilasciando gas che si
accumulano provocando flatulenze.
In questo tratto numerose sono le ghiandole che secernono muco.
La massa delle feci si forma nel tratto terminale del colon.
RETTO E ANO
Nel retto si accumulano le feci in attesa di
essere espulse attraverso l’ano.
L’ano è circondato da una valvola interna di
muscolatura liscia (involontaria) e da uno
esterno di muscolatura scheletrica (volontaria).
FEGATO
È disposto dietro al diaframma, nella parte destra
della cavità addominale, ed è ricoperto di tessuto
connettivo.
È una ghiandola sia esocrina che endocrina.
Le sue unità sono i lobuli, strutture rotonde
costituite da epatociti, circondati da capillari
(sinusoidi) che convergono nella vena centrale del
lobulo. I sinusoidi rilasciano al fegato le sostanze
nutritive.
Le cosiddette cellule di Kupffer fagocitano globuli
rossi ed eventuali batteri.
Gli epatociti producono la bile (ghiandola
esocrina).
FEGATO: FUNZIONI
• digestive
Ghiandola endocrina
• escrezione
• deposito di grassi: immagazzina grassi in
eccesso e li demolisce per fornire energia
• regolazione della glicemia
• sintesi e demolizione delle proteine
• deposito di farmaci e ormoni
• deposito di vitamine e sali minerali
• disintossicazione
BILE
Viene prodotta dagli epatociti.
È un liquido verdastro, privo di enzimi, che contiene un miscuglio di sali che
emulsionano i grassi, in modo da creare una superficie d’attacco per gli enzimi
pancreatici. Inoltre neutralizza l’azione dell’HCl.
Il suo pigmento principale è la bilirubina, che dopo aver attraversato il canale
digerente diventa stercobilina.
La bile viene raccolta a livello dei lobuli epatici per poi essere raccolta nella
cistifellea, un piccolo sacco a forma di pera che pende verso il basso dal bordo
anteriore del fegato. La cistifellea rilascia la bile nel duodeno attraverso il dotto
cistico.
DOTTI BILIARI
I dotti biliari si fondono a formare il dotto epatico destro e sinistro, che si uniscono e
fuoriescono nel dotto epatico comune; più avanti questo si unisce al dotto cistico che
proviene dalla cistifellea per formare il dotto biliare comune (coledoco).
PANCREAS
È posizionato al di sotto dello stomaco.
Ghiandola sia esocrina che endocrina.
Organizzato in acini, che secernono il succo
pancreatico (gh. esocrina) tramite due condotti:
dotto di Wirsung e dotto di Santorini.
La secrezione del succo pancreatico è regolata
dalla secretina.
Le isole di Langerhans sono ammassi di cellule
pancreatiche che producono insulina e
glucagone.
Ghiandola esocrina
PANCREAS
Secerne ormoni, succhi digestivi e liquidi alcalini che raggiungono l’intestino tenue
(vengono immessi nel duodeno):
• amilasi pancreatica: prosegue la scissione dell’amido
• lipasi: idrolizza i lipidi in acidi grassi e glicerolo
• tripsina e chimotripsina: enzimi attivati nel duodeno
• nucleasi: spezza gli acidi nucleici in nucleotidi.
ASSORBIMENTO DELLE SOSTANZE NUTRITIVE
Gran parte dell’assorbimento ha luogo attraverso le pareti del digiuno e dell’ileo.
Dopo l’assorbimento nell’intestino tenue il chilo prosegue all’interno dell’intestino
crasso, dove vengono riassorbiti acqua, Na e K.
È importante che l’acqua venga riassorbita in quanto ogni giorno nel tubo digerente
passano 7 litri di liquidi.
I nutrienti possono essere assorbiti tramite trasporto attivo, passivo o facilitato, a
seconda del tipo di molecole biologiche a cui appartengono.
CARBOIDRATI
I carboidrati vengono assorbiti sia attivamente che passivamente.
Una volta assorbiti, i monosaccaridi passano nel sangue e, attraverso il sistema
circolatorio, sono trasportati ai vari organi dove vengono usati come combustibile per
ottenere energia a rapida disponibilità.
Una parte dei carboidrati viene però trasportata al fegato, dove viene formato il
glicogeno, polisaccaride di accumulo.
Gli zuccheri in eccesso vengono trasformati in acidi grassi e sono accumulati negli
adipociti.
LIPIDI
Il sangue umano contiene trigliceridi, fosfolipidi, colesterolo e acidi grassi.
Ad eccezione degli acidi grassi, che circolano associati alle albumine, gli altri lipidi
sono finemente dispersi nel sangue sotto forma di lipoproteine.
La concentrazione lipidica del sangue è il risultato di un equilibrio dinamico tra
apporto e allontanamento.
PROTEINE
Gli amminoacidi e i dipeptidi sono assorbiti per trasporto attivo a livello del digiuno.
I dipeptidi sono scomposti in amminoacidi nei microvilli.
Le molecole entrano in circolazione attraverso i capillari dei villi e sono portate al
fegato, dove vengono
• convertiti in glucosio
• convertiti in grassi
• rilasciati nel circolo sanguigno sotto forma di albumina o amminoacidi liberi.
ACQUA, SALI MINERALI E VITAMINE
• Acqua e sali minerali: assorbiti sia nell’intestino tenue che nell’intestino crasso.
• Vitamine
• liposolubili: assorbite insieme ai grassi.
• idrosolubili: assorbite per diffusione semplice.
METABOLISMO
È “il complesso delle trasformazioni chimiche
che avvengono nelle cellule degli organismi
eucarioti e procarioti in modo finalizzato e
coordinato, al quale cooperano molti enzimi
e sistemi multienzimatici intracellulari”.
(Enciclopedia Treccani)
DA COSA È REGOLATA LA DIGESTIONE?
• Sistema nervoso autonomo, che comunica con quello centrale. Esso regola il
movimento di stomaco e intestino durante la digestione. La stimolazione dei nervi
cranici fa produrre saliva e succhi gastrici.
• Ormoni, come la colecistochinina prodotta nell’intestino tenue quando ci sono
amminoacidi e acidi grassi nel chimo. Essa stimola la produzione di succhi pancreatici
e lo svuotamento della cistifellea.
ALIMENTAZIONE
PERCHÉ DOBBIAMO MANGIARE?
Tutti abbiamo bisogno di mangiare per vivere perché il cibo serve per:
 ricavare energia
 fabbricare i materiali per rinnovare i tessuti
 proteggere il corpo dalle malattie
SOSTANZE NUTRITIVE NEGLI ALIMENTI
SOSTANZE NUTRITIVE NEGLI ALIMENTI
SOSTANZE NUTRITIVE NEGLI ALIMENTI
SOSTANZE NUTRITIVE NEGLI ALIMENTI
VITAMINE
Sono un altro gruppo di molecole
indispensabili al nostro organismo e non
sintetizzabili dalle cellule animali: il nostro
organismo infatti deve assumerle con il cibo.
Alcune vitamine liposolubili (vitamina A, D, K)
se assunte in dosi esagerate si accumulano
nei tessuti e diventano tossiche per
l’organismo
La vitamina C, invece, non presenta rischio di
accumulo perché l’eccesso viene eliminato per
via renale
COSA MANGIARE?
La dieta mediterranea… una dieta equilibrata
La dieta mediterranea è caratterizzata da:
 un consumo piuttosto elevato di verdura, frutta e pesce;
 come condimento si utilizzano grassi polinsaturi
(olio extravergine di oliva)
 basso consumo di grassi saturi
(burro e lardo)
 notevole consumo di pasta
 scarsa presenza di piatti a base di carne
INTOLLERANZA AL LATTOSIO
L’intolleranza dipende dalla carenza dell’enzima
lattasi che scinde il lattosio in galattosio e glucosio.
Il lattosio ingerito rimane nel lume intestinale, lì i
batteri lo utilizzano per produrre gas e metaboliti
Ciò causa gonfiore e diarrea
La diagnosi viene effettuata tramite il breath test
che misura l’idrogeno prodotto dai batteri
i batteri, quando fermentano il lattosio, rilasciano
idrogeno che viene assorbito dalla parete
intestinale e poi eliminato con il respiro.
I neonati inizialmente producono
molta lattasi, ma dopo i due anni di
età è programmata geneticamente
una diminuzione dell’enzima dal
momento che la dieta non è più
basata solo sul latte materno.
CELIACHIA O SENSIBILITÀ AL GLUTINE?
diversa reazione
immunitaria al glutine
Chi soffre di celiachia ha un tipo preciso di
lesione all’intestino, in cui le proteine complesse
del frumento, segale ed orzo inducono il sistema
immunitario ad attaccare l’intestino tenue
Il glutine è combattuto sia dall’immunità innata
sia da quella adattativa.
I problemi di comunicazione delle cellule nel
sistema immunitario permettono alle cellule
stesse di attaccare i tessuti dell’organismo.
Chi soffre di sensibilità al glutine non presenta
questo tipo di lesione, ma avverte comunque
l’infiammazione provocata dal glutine
L’immunità innata reagisce all’ingestione del
glutine provocando un’infiammazione a livello
dell’apparato digerente e di altre parti
dell’organismo.
CELIACHIA
È un’intolleranza alimentare permanente alla
gliadina: una proteina contenuta nel glutine di
frumento, orzo, farro e avena.
Chi è affetto da celiachia è dotato di un sistema
immunitario che produce anticorpi anti-gliadina
I villi intestinali sono piatti per aggressione a questa
proteina, ciò compromette l’assorbimento delle
sostanze nutritive.
Non ci sono terapie se non una dieta priva di glutine
Una reazione immunitaria intestinale può essere
causata anche da minimi contenuti di glutine
ANORESSIA E BULIMIA
PATOLOGIE
PATOLOGIE
Le malattie dell’apparato digerente comprendono patologie quali malformazioni,
degenerazioni, infiammazioni e i tumori che riguardano il tubo digerente e gli organi annessi
come fegato, vie biliari e pancreas.
Le malattie gastroenterologiche sono alcune tra le patologie più diffuse nella popolazione
italiana.
Alcune di esse sono caratterizzate da sintomi acuti che possono portare a manifestazioni gravi
come l’emorragia digestiva e richiedere interventi di emergenza.
Altre patologie, invece, hanno un decorso prolungato nel tempo e tendono a cronicizzarsi, cioè
a divenire permanenti, con un pesante impatto sulla qualità della vita dei malati.
MALATTIE
DELL’APPARATO
DIGERENTE
esofago
• Esofagite da
reflusso
Fegato
• Epatite cronica
virale
• Calcolosi biliare
• Cirrosi
Pancreas
Stomaco
e
duodeno
Intestino
tenue e
colon
• Morbo di Crohn
• Colite ulcerosa
• Malattia
diverticolare del
colon
• Polipi intestinali
• Colera
• Pancreatite
acuta
• Pancreatite
cronica
• Infezioni da
Helicobacter
pylori
• Gastriti
• Ulcera peptica
EPATITE A
In genere la comparsa della malattia avviene in un periodo di
tempo compreso tra le 2 e le 7 settimane dopo il contagio e la
sintomatologia di solito è lieve.
Quali sono le cause?
L’epatite A è una malattia acuta del fegato causata dal virus HAV.
Nella maggior parte dei casi la malattia è dovuta al mancato rispetto
di norme igieniche, con conseguente contaminazione fecale di cibi ed
acqua. Le cause più comuni di trasmissione sono quindi:
 scarsa igiene personale delle persone coinvolte nella preparazione
di cibi e pasti;
 mangiare pesce crudo o poco cotto proveniente da acque inquinate
da scolo fognario;
 rapporti sessuali non protetti;
 utilizzo di materiale già usato per iniettarsi droghe.
EPATITE A
I sintomi di solito spariscono spontaneamente in 2 mesi.
Da notare che i bambini possono essere del tutto asintomatici.
Quali sono i sintomi?
 Il sintomo più frequente è l’astenia, cioè debolezza
 febbre
 perdita di appetito
 nausea
 fatica
 mal di testa
 dolore muscolare e dolore addominale
 ittero (cioè la comparsa di un colorito giallastro della cute e delle sclere oculari).
EPATITE B
Quali sono le cause?
L’epatite B è una malattia del fegato causata dal HBV.
Il virus viene trasmesso attraverso fluidi corporei
quali sangue, liquido seminale e secrezioni vaginali.
Quindi le cause più frequenti di contagio da parte del
virus HBV sono:
• rapporti sessuali non protetti;
• condivisione di rasoi e spazzolini da denti;
• condivisione di siringhe che dovrebbero essere
monouso
• trasmessa dalla madre al nascituro durante il parto.
EPATITE B
Quali sono i sintomi?
Non si utilizza alcuna terapia nella forma acuta dell’epatite B in quanto di solito la
Lamalattia
maggiorèparte
delle persone con epatite B,
autolimitante.
siaSe
nella
forma
acuta che l’epatite
in quella Bcronica,
viene
diagnosticata
acuta è opportuno seguire periodici controlli del
sono
asintomatici.
sangue
per stabilire l'andamento della risposta immunitaria al virus HBV.
sviluppato
anticorpi contro
virus, una
si dovrebbe essere protetti a vita
NelDopo
casoaver
di una
epatite Bglisintomatica
si può ilavere
dall’infezione.
serie
di sintomi poco specifici:
debolezza, febbre, perdita di appetito, nausea, dolore
muscolare, dolore addominale.
Il quadro di epatite diventa più chiaro se si
presenta ittero (cioè un colorito giallastro della cute e
delle sclere oculari).
EPATITE C
Quali sono le cause?
 l’utilizzo promiscuo di aghi e siringhe infette
C è una di
malattia
del fegatoo causata
dalunghie
virus con
HCV.
L’epatite
la condivisione
rasoi, spazzolini
forbici da
persone infette;
La via di trasmissione è quella del contatto diretto con il sangue di qualcuno
già
il contatto
infettatoaccidentale
dal virus. con sangue infetto
 l'esecuzione di tatuaggi e piercing con materiali non sterili;
 praticare sesso anale non protetto con partner infetti;
 praticare attività sessuale tra persone ad elevata promiscuità (partner multipli):
questo aumenta il rischio di contrarre vari tipi di malattie veneree, le cui lesioni
mucose possono rappresentare un fattore di rischio di trasmissione dell'epatite C.
 In rari casi l’HCV può essere trasmessa dalla madre infetta al bambino,
durante il parto.
EPATITE C
Quali sono i sintomi?
La maggior parte delle persone con epatite C acuta e cronica sono asintomatici.
Per tale motivo l’epatite C può addirittura richiedere decenni prima di dare
manifestazioni clinicamente rilevanti e quindi essere diagnosticata.
I sintomi non differiscono in maniera sostanziale da quelli delle altre epatiti e
includono debolezza, dolori articolari, prurito cutaneo, dolore muscolare, mal di
stomaco e ittero (il presentarsi di un colorito giallastro della cute e delle sclere
oculari).
EPATITE C
Come trattare l’HCV?
Alcuni pazienti con epatite C potrebbero beneficiare
di terapie antivirali con Peginterferone e ribavirina per
combattere la carica virale e limitare il danno epatico.
Tali farmaci però non possono essere utilizzati in tutti i pazienti
infetti da HCV e potrebbero inoltre causare importanti effetti
collaterali: ad esempio le donne in gravidanza non possono
utilizzare tali terapie.
EPATITE D
Il virus Delta (HDV) rientra nella categoria dei virus cosiddetti “difettivi” poiché ha
bisogno della contemporanea presenza del virus B per potersi riprodurre. La
La maggioranza delle infezioni Delta si presenta sotto forma di epatite
conseguenza di ciò è che l’epatite D può svilupparsi solo in soggetti HBS o HBV
acuta di gravità variabile a seconda della presenza o meno di danno
positivi, cioè, soggetti affetti da Epatite B.
epatico preesistente. L’infezione tende a cronicizzare nel 90% dei casi. Il
tempo
di incubazione
puòd'infezione
arrivare finodaa HDV:
sei mesi come nel caso
Ci sono
due modalità
dell’Epatite B o C.
la co-infezione
che ènon
la condizione
in cui laefficaci.
trasmissione dei virus D e HBV
Ifarmaci
per la curaDelta,
dell’epatite
sono al momento
sono contemporanei;
 la super-infezione Delta, che è la condizione in cui un soggetto già portatore
cronico di HBV si infetta con il virus Delta.
EPATITE E
esistono altri
virus, che
accanto E,
alla
malattia
base
possono
a volte
causare
UnInoltre
caso esemplare
è quello
dell'epatite
molto
similedialla
A per
quanto
riguarda
quadrodiditrasmissione
epatite di varia
gravità.normale,
Questi vengono
definiti virus epatitici
le un
modalità
e il decorso
ma più soggetta
minori e principalmente
a complicazioni
e a dannosono:
epatico severo.
 citomegalovirus
 virus di Epsteun-Barr
 virus Coxsackie
 herpesvirus
CALCOLI BILIARI
I calcoliassumere
biliari si farmaci
originano
a causao di
pigmenti
biliari
precipitati
Si possono
specifici
ricorrere
alla
litotripsia
(tecniche
per soffre
sminuzzare
in parti
possono
tramiterisultati
il dottocon
Chi
calcolosi
recidiva
o chi nonpassare
ottiene buoni
Tra leperò
causeidicalcoli
predisponenti
ciche
sono:
biliare terapie,
comune).si può optare per l’asportazione chirurgica della
queste
 l’aumento del colesterolo in circolo
cistifellea.
 sovrappeso
 avanzamento dell’età
POLIPI INTESTINALI
Sono delle escrescenze della mucosa dell’intestino a crescita lenta e benigna.
Molto spesso i polipi sono asintomatici anche se a volte possono provocare:
 diarrea
 presenza di sangue nelle feci
 presenza di muco nelle feci
Anche se sono di natura benigna si consiglia sempre l’asportazione
chirurgica per evitare che nel tempo mutino in una forma maligna.
DIVERTICOLI
Sono delle sacche che si formano nel colon, spesso causati da una dieta
povera di fibre e da una eccessiva contrazione del colon.
Molto spesso sono asintomatici ma quando si infiammano danno diverticolite;
i principali sintomi possono essere:
 diarrea o stipsi
 nausea
 febbre
Per evitare la diverticolite è consigliata una dieta ricca di fibre.
CANCRO AL COLON
Il tumore del colon-retto si sviluppa a partire da una lesione preesistente,
inizialmente benigna, chiamata polipo adenomatoso, in un intervallo di
tempo di circa 10 anni.
Esso è una protrusione della mucosa del colon ed è formato dalle
stesse cellule della mucosa che si moltiplicano in maniera
incontrollata.
Inizia come benigno per poi evolvere in maligno quando, oltre la mucosa,
questa proliferazione incontrollata comincia ad invadere anche gli strati
sottostanti (sottomucosa, muscolare, sierosa) e gli organi vicini.
CANCRO AL COLON
• Il 50 % dei casi è a carattere ereditario, l’altra metà è favorita da una dieta ricca
di grassi animali e alcol.
I principali sintomi sono:
 diarrea e stipsi
 dolori addominali
 presenza di sangue nelle feci
I polipi benigni, adenomatosi, possono essere asportati prima della loro evoluzione in
maligni tramite un esame molto diffuso, la colonscopia, che fornisce un importantissimo
ausilio per la diagnosi precoce di questo tumore, oltre che per il trattamento non invasivo
(non chirurgico) degli stessi polipi non ancora degenerati.
MALATTIA DI CROHN
La malattia di Crohn è un'infiammazione cronica che può colpire
teoricamente tutto il canale alimentare, dalla bocca all'ano, ma che si
localizza prevalentemente nell'ultima parte dell'intestino tenue
chiamato ileo o nel colon oppure in entrambi.
Nei tratti intestinali colpiti si hanno infiammazione, gonfiore ed
ulcerazioni che interessano a tutto spessore la parete intestinale.
MALATTIA DI CROHN
L'insorgenza del morbo di Crohn può essere ricondotta a tre
fattori interagenti tra loro:
 una suscettibilità alla malattia determinata geneticamente
(gene NOD2 alterato)
 un danneggiamento dei tessuti per una reazione
immunitaria innescata dai batteri della flora del tratto
gastrointestinale
 vari fattori ambientali
MALATTIA DI CROHN
Quali sono i sintomi della malattia di Crohn?
• dolori addominali associati a diarrea e a febbre
• dolori alle articolazioni
• diminuzione dell'appetito
• dimagrimento
• presenza di fistole anali
(aperture tra l'intestino e la superficie cutanea vicino all'ano)
• ascessi
Il dolore si localizza nella sede dell'ombelico o nella parte
destra dell'addome e spesso si presenta dopo i pasti.
Le terapie si basano su una dieta accurata, medicine che
regolano il sistema immunitario e a volte la chirurgia
Biopsia endoscopica: infiammazione
granulomatosa del colon in un caso di
malattia di Crohn.
COLERA
Il colera è un’infezione diarroica acuta causata dal batterio Vibrio
cholerae. La sua tramissione avviene per contatto orale, diretto o
indiretto, con feci o alimenti contaminati e nei casi più gravi può portare
a pericolosi fenomeni di disidratazione.
I cibi più a rischio per la trasmissione della malattia sono quelli crudi o
poco cotti e, in particolare, i frutti di mare.
Le scarse condizioni igienico-sanitarie di alcuni Paesi e la cattiva
gestione degli impianti fognari e dell’acqua potabile sono le principali
cause di epidemie di colera. Il batterio può vivere anche in ambienti
naturali, come i fiumi salmastri e le zone costiere.
COLERA
Il periodo d’incubazione della malattia varia solitamente tra i 2-3
giorni in funzione del numero di batteri ingeriti.
Nel 75% dei casi le persone infettate non manifestano alcun sintomo;
tra coloro che lo manifestano, solo pochi sviluppano una forma grave
della malattia.
Quando presente, il sintomo prevalente è la diarrea che in alcuni
soggetti può portare alla disidratazione e allo shock. Altri sintomi
possono essere vomito e crampi alle gambe.
COLERA
Per trattare l’infezione è fondamentale reintegrare liquidi e
sali persi con la diarrea e il vomito.
• Nella maggior parte dei casi basta la reidratazione orale
che può avvenire tramite assunzione di soluzioni ricche di
zuccheri, elettroliti e acqua.
• I casi più gravi necessitano di un ripristino dei fluidi
intravenoso.
FONTI
 invito alla biologia.blu plus
 http://www.fondazionefegato.it/
 http://www.siucp.org/
 http://www.epicentro.iss.it/
 www.enzomardegan.net
 online.scuola.zanichelli.it
 www.docente.unicas.it/useruploads/193/files/apparato_digerente.pdf
 www.scamat.it/wordpress/wp-content/uploads/lezioni/scienze/digestione.pdf
 www-3.unipv.it
 https://www.unisalento.it/c/document_library/get_file?folderId=2783139...pdf
 www.med.unipg.it/ccl/.../Fisiologia%20del%20Sistema%20Gastrointestinale.pdf
FINE
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