APPARATO DIGERENTE ENERGIA Gli organismi animali necessitano di cibo per il rifornimento di energia e l’assorbimento dei materiali di base. Per questo, il sistema digerente è fondamentale. LE FASI DELLA DIGESTIONE L’azione del sistema digerente è divisa in tre fasi: 1° fase: demolizione dei polimeri in monomeri 2° fase: assorbimento 3° fase: eliminazione dei rifiuti TRATTO GASTROINTESTINALE Bocca Il sistema digerente si compone di tratto intestinale e organica accessori. Faringe Il tratto gastrointestinale o canale alimentare principale è composto di: Esofago La superficie interna è considerata esterna: le molecole nutritive entrano nel corpo solo quando attraversano il rivestimento epiteliale. Stomaco Le cellule che compongono l’epitelio del canale sono caliciformi che secernono muco e ghiandole che secernono enzimi digestivi. Intestino Ano ORGANI ACCESSORI Lingua Gli organi annessi al sistema digerente: Denti Ghiandole salivari Fegato Solo la lingua e i denti agiscono a diretto contatto con il cibo. Gli altri producono enzimi digestivi che vengono riversati tramite condotti specifici in punti precisi del canale alimentare. Pancreas GLI STRATI TESSUTALI CONCENTRICI Il canale digerente è costituito da un lume interno o cavità con quattro strati tessutali concentrici: • la mucosa: strato più interno formato da tessuto epiteliale e connettivo; • la sottomucosa: tessuto connettivo contenente fibre nervose, vasi sanguigni e linfatici; • la tonaca muscolare: è costituita da due strati di muscolatura liscia (uno interno con cellule disposte in modo circolare e uno esterno con cellule disposte in modo longitudinale); • la sierosa o peritoneo: rivestimento esterno di tessuto connettivo. ENZIMI SPECIFICI La funzione principale del sistema digerente è demolire gli alimenti per trasformarli in molecole assorbibili dall’epitelio intestinale. Questo avviene tramite idrolisi per azione degli enzimi, catalizzatori proteici che si legano con le moleole alimenari e con una molecola d’acqua riducono i polimeri in monomeri. Sito di produzione Enzima digestivo Effetti principali Ghiandole salivari Ptialina Digestione degli amidi Stomaco Pepsina Scomposizione delle proteine in peptidi Pancreas Amilasi Digestione degli amidi Lipasi Digestione dei glucidi Nucleasi Digestione degli acidi nucleici Tripsina, chimotripsina, carbossipeptide Demolizione di proteine e amminoacidi Amminopeptidasi e dipeptidasi Digestione di polipeptidi in peptidi a catena corta e amminoacidi Saccarasi, maltasi, lattasi Digestione dei disaccaridi in monosaccaridi Intestino tenue LA PERISTALSI Il canale alimentare misura nove metri. Le contrazioni coordinate dai due stati della muscolatura liscia della tonaca muscolare producono un insieme di movimenti detto peristalsi. La peristalsi mescola il cibo e lo fa avanzare. GLI SFINTERI Gli sfinteri sono delle fasce di muscolatura circolare più spessa. Contraendosi e rilasciandosi agiscono come valvole che controllano il passaggio da una zona all’altra del canale digerente. L’EVOLUZIONE DEL CANALE DIGERENTE Luccio Sanguisuga Squalo Necturus Maiale Tartaruga Pollo Uomo LE IDRE Le idre hanno un sistema digerente molto semplice formato da una cavità dotata di una sola apertura. Le prede vengono catturate e paralizzate con sostanze urticanti e poi digerite grazie agli enzimi. LE PLANARIE Le planarie sono vermi piatti dotati di un’unica apertura attraverso la quale estroflettono una faringe che libera enzimi digestivi direttamente sugli alimenti. I LOMBRICHI I lombrichi sono vermi cilindrici con un sistema digerente dotato di due aperture. Ingeriscono il terriccio e le sostanze organiche in esso contenute. LA CHIOCCIOLA I molluschi come la chiocciola presentano una bocca e un ano. Si ha una suddivisione in regioni che svolgono funzioni diverse. GLI UCCELLI Gli uccelli hanno un sistema digerente maggiormente specializzato. Il cibo viene accumulato nel gozzo, passa nel ventriglio (una sacca che lo sminuzza grazie alla muscolatura molto potente, ai dentelli e ai sassolini ingeriti con il cibo) e infine l’intestino permette il passaggio delle sostanze nel sangue. ERBIVORI E CARNIVORI L’APPARATO DIGERENTE DEI RUMINANTI BOCCA La bocca o cavità orale è formata: •labbra •guance •palato duro •palato molle •lingua •denti (arcata superiore e inferiore) BOCCA Nella bocca avviene: Masticazione: l'azione meccanica di trituramento del cibo con i denti; Mescolamento: l'azione della lingua e delle guance sul cibo tramite la quale viene facilitata la masticazione e l'insalivazione; Insalivazione: l'azione della saliva, prodotta dalle ghiandole salivari, che impregnado il cibo lo inumidisce, lo impasta, lo sterilizza con l'azione di enzimi (lisozima, …), e ne inizia la digestione dell'amido con l'azione di un'enzima; Deglutizione: l'insieme delle azioni volontarie e involontarie che permettono la spinta del cibo masticato e insalivato, detto bolo, che viene spinto verso la faringe. MASTICAZIONE E DEGLUTIZIONE DENTI I denti sono organi accessori collocati in alveoli ossei, che sono cavità contenute nelle ossa mascellari e nella mandibola. Sono costituiti da tre regioni superficiali (corona, colletto e radice) composti principalmente da dentina, in parte ricoperta dallo smalto. All’interno del dente la cavità (o camera) pulpare è ripiena di polpa innervata e irrorata da vasi sanguigni e linfatici. Gli esseri umani adulti possiedono 32 denti che presentano delle forme particolare funzionali ad una alimentazione da onnivoro (ci sono infatti quelli adatti o per tagliare, o per lacerare, o per triturare). LA LINGUA •La lingua é un organo accessorio di prevalenza muscolare ricoperto di una membrana mucosa. •I muscoli linguali manipolano il cibo per la masticazione, lo compattano e lo spingono sul retro della bocca per la deglutizione. •É dotata di numerose papille, sulle quali si dispongono i bottoni gustativi. •Tramite i neuroni le proprietà chimiche degli alimenti vengono trasmesse al cervello. • Ha una funzione immunitaria (due tonsille linguali). •Serve ad articolare i suoni del linguaggio. SALIVA •Il cibo dopo essere stato impastato dalla lingua e triturato dai denti viene inumidito dalla saliva. •É prodotta da tre grandi ghiandole salivarie e composta per il 98 % di acqua. •Funzione umettante: contiene un muco che lubrificando il cibo ne facilita la deglutizione •Funzione digestiva: contiene un enzima digestivo, l’amilasi (o ptialina), che permette l’inizio della digestione già nella bocca. •Funzione antibatterica: la presenza di lisozima, lattoferina e anticorpi ci proteggono da batteri infettivi che vengono introdotti all’interno della cavità orale. •Contiene l’opiorfina, molecola avente un elevato potere antidolorifico. DEGLUTIZIONE La deglutizione é il passaggio del cibo dalla bocca all’esofago e da esso quindi nello stomaco: inizia come un processo volontario, per poi continuare involontariamente. Fase orale: Il bolo é spinto sul retro della cavità orale dal movimento della lingua e del palato (fase volontaria). Fase faringea: il palato molle e l’ugola si sollevano per chiudere il nasofaringe; il bolo passa attraverso l’orofaringe. (fase involontaria). Fase esofagea: il cibo é spinto attraverso l’esofago nel processo della peristalsi (fase involontaria). Fase orale Fase faringea Fase esofagea FASE ORALE • La lingua compatta il cibo e con l’apporto della saliva crea il bolo. •Quando il bolo é pronto per essere deglutito é portato volontariamente nella parte posteriore della bocca grazie al movimento della lingua e del palato mobile. •L’ugola si ritrae per evitare che il bolo entri nella zona nasofaringea. FASE FARINGEA •Il bolo é spinto quindi all’interno della zona orofaringea. •La faringe é il canale composto di muscoli e membrane che connette la cavità nasale con la cavità orale e quindi con l’esofago. •La trachea viene chiusa grazie al movimento verso l’alto della laringe, e in particolare al movimento dell’epiglottide. •L’esofago viene quindi aperto FASE ESOFAGEA •Il bolo é quindi pronto per accedere all’esofago. •L’esofago é un organo della lunghezza di circa 25-30 cm e larghezza 2-3 cm. •Esso permette il veloce passaggio del bolo alimentare allo stomaco e inoltre ne impedisce il reflusso. •Il bolo procede lungo l’esofago grazie al movimento della peristalsi, data dalla contrazione ordinata e coordinata della muscolatura liscia dello stesso organo di passaggio. STOMACO E DEMOLIZIONE DEL CIBO STOMACO •Una volta disceso tutto l’esofago il bolo giunge quindi allo stomaco. •Lo stomaco é un organo muscolare a forma di sacco che negli adulti ha una capacità di circa 1,2 litri posto tra l’esofago e intestino tenue. •La parete dello stomaco é molto spessa é contiene delle piccole aperture con minuscole cavità, le fossette gastriche. •Funzione principale: ricevere gli alimenti deglutiti per esporli all’azione digestiva del succo gastrico, fortemente acido per la presenza dell’acido cloridrico (HCl). PARTI PRINCIPALI DELLO STOMACO •Cardias: restringimento che lo delimita, in alto, dall’esofago. •Piloro: restringimento, con un anello muscolare sfinterico, che lo delimita dal duodeno. Oltre al cardias e al piloro si distinguono tre porzioni principali all’interno dello stomaco: •Fondo: porzione più alta, a forma di cupola, in contatto con la concavità diaframmatica. •Corpo: porzione più ampia, solcata da pliche (o rughe gastriche). •Parte pilorica (antro ecanale pilorico): parte più bassa, che durante i pasti si riempie per prima. La mucosa non produce acido, ma molto muco. FASE PREPARATORIA Quando lo stomaco è vuoto la mucosa (lo strato più interno dell’organo) si solleva in larghe pieghe chiamate rughe. L’epitelio di superficie si estende formando numerose colonne di cellule secretrici chiamate ghiandole gastriche, che ricoprono stretti canali, le fossette gastriche. Le secrezioni delle ghiandole gastriche (dette succhi gastrici) fluiscono nelle fossette gastriche e da qui si riversano nel lume dello stomaco. Spesso é sufficiente la semplice vista di un alimento per stimolare, attraverso specifiche vie nervose, la produzione di succhi gastrici da parte dello stomaco. PARETE DELLO STOMACO •La tonaca muscolare è formata da tre diversi strati di fibre, di cui le più esterne sono orientate longitudinalmente, le intermedie circolarmente e le più interne in maniera obliqua. La contrazione dei muscoli gastrici è fondamentale per favorire il rimescolamento del bolo e lo svuotamento dello stomaco. •La mucosa gastrica è lo strato più interno dell'organo e quindi si affaccia direttamente sul lume dello stomaco, a stretto contatto con i prodotti della digestione. In essa sono presenti le fossette gastriche. FOSSETTE GASTRICHE •Cellule mucose: secernono il muco che protegge tutta la parete interna dello stomaco dall’aggressione dei succhi gastrici stessi (che hanno un pH molto elevato, tra 1,5 e 2,5). •Cellule parietali: secernono acido cloridrico e fattore intrinseco di Castle. •Cellule principali: secernono pepsinogeno, proenzima importante per la digestione delle proteine che si trasforma in pepsina a contatto con HCL. •Cellule G: secernono gastrina, ormone che stimola la secrezione di HCl da parte delle cellule parietali del fondo e del corpo della mucosa gastrica. RIASSUMENDO Una volta che il cibo ha raggiunto lo stomaco, le pareti si stendono, il pH aumenta e si avviano le onde di mescolamento (favorite dalla tonaca muscolare). Esse macerano il cibo che, mescolato con il succo gastrico, diventa chimo. Quindi questa massa semiliquida passa, grazie alla peristalsi, attraverso il piloro, che separa lo stomaco dall’intestino tenue. Il piloro lascia passare circa 3ml di chimo alla volta; nel duodendo entra infatti la parte di chimo più fine, mentre il resto del materiale viene spinto verso la parte più alta dello stomaco per essere rimescolato. Questo processo dunque comporta una digestione molto lunga; lo stomaco é generalmente del tutto vuoto solo dopo quattro ore dopo il pasto. INTESTINO E GHIANDOLE ANNESSE • Intestino, dove si svolge la maggior parte del processo di demolizione delle molecole alimentari e dell’assorbimento delle sostanze nutritive. È suddiviso in: • Intestino tenue • Intestino crasso • Fegato • Pancreas INTESTINO TENUE: CARATTERISTICHE In esso si completa la frammentazione del cibo iniziata nella bocca e nello stomaco. Ha una lunghezza di 6-7 metri. Viene suddiviso in duodeno e intestino tenue mesenteriale (digiuno e ileo). È caratterizzato da • pieghe circolari: creste permanenti della mucosa, aumentano la superficie di assorbimento. • villi: estensioni della mucosa, che contengono capillari, dotti linfatici e fibre nervose. • microvilli: estroflessioni citoplasmatiche presenti sulla superficie delle cellule epiteliali. INTESTINO TENUE: CARATTERISTICHE Le cellule epiteliali (enterociti) producono muco ed enzimi digestivi, i quali agiscono in sequenza. L’intestino ha una funzione meccanica (movimenti peristaltici e contrazione segmentaria) e una chimica (ghiandole secretrici nel duodeno). DUODENO È il tratto più breve dell’intestino tenue, collegato al piloro. Il chimo, passato dal piloro al duodeno, ha ancora pH acido a causa dei succhi gastrici. Il duodeno libera allora secretina (cellule S), ormone che stimola fegato e pancreas a secernere liquidi alcalini, in modo da neutralizzare l’acidità del chimo. Il chimo diventa chilo, denso liquido lattiginoso su cui galleggiano milioni di goccioline di grasso. Le ghiandole di Galeazzi - Lieberkuehn secernono succo enterico, limpido e giallognolo, che fornisce un substrato liquido per facilitare l’assorbimento dei nutrienti. Le ghiandole di Brunner secernono muco alcalino. DUODENO Suddiviso in quattro “tonache”: • tonaca mucosa: tipica per la presenza di villi • tonaca sottomucosa: contiene le ghiandole di Brunner • tonaca muscolare: presenta gli strati circolari e longitudinali • tonaca sierosa: costituita dal peritoneo, che riveste la parte anteriore del duodeno Ghiandola di Brunner INTESTINO MESENTERIALE Digiuno e ileo presentano la tipica struttura a pieghe della superficie interna dell’intestino. L’ileo è la parte finale dell’intestino tenue. È separato dal cieco attraverso la valvola ileocecale; la sua funzione principale è quella di assorbire la vitamina B12. INTESTINO CRASSO: CARATTERISTICHE È lungo circa 2 metri. È suddiviso in cieco, colon e retto. Nell’intestino crasso il chilo viene completamente digerito; per l’assorbimento dell’acqua esso assume consistenza solida o semisolida e prende il nome di feci. CIECO Presenta una struttura, l’appendice, nei pressi della quale si trova la valvola ileocecale. L’appendice ha la funzione di distruggere i batteri sopravvissuti alla digestione. Talvolta, a causa del ristagno delle feci, essa si infiamma e infetta, per cui va asportata. COLON Il colon si distingue in ascendente, trasverso e discendente. In esso non sono presenti villi. Ospita colonie di batteri simbiotici che scindono le sostanze alimentari sfuggite alla digestione e all’assorbimento dell’intestino tenue. I batteri sintetizzano amminoacidi e vitamine (B1, B2 e K) ed effettuano processi fermentativi, rilasciando gas che si accumulano provocando flatulenze. In questo tratto numerose sono le ghiandole che secernono muco. La massa delle feci si forma nel tratto terminale del colon. RETTO E ANO Nel retto si accumulano le feci in attesa di essere espulse attraverso l’ano. L’ano è circondato da una valvola interna di muscolatura liscia (involontaria) e da uno esterno di muscolatura scheletrica (volontaria). FEGATO È disposto dietro al diaframma, nella parte destra della cavità addominale, ed è ricoperto di tessuto connettivo. È una ghiandola sia esocrina che endocrina. Le sue unità sono i lobuli, strutture rotonde costituite da epatociti, circondati da capillari (sinusoidi) che convergono nella vena centrale del lobulo. I sinusoidi rilasciano al fegato le sostanze nutritive. Le cosiddette cellule di Kupffer fagocitano globuli rossi ed eventuali batteri. Gli epatociti producono la bile (ghiandola esocrina). FEGATO: FUNZIONI • digestive Ghiandola endocrina • escrezione • deposito di grassi: immagazzina grassi in eccesso e li demolisce per fornire energia • regolazione della glicemia • sintesi e demolizione delle proteine • deposito di farmaci e ormoni • deposito di vitamine e sali minerali • disintossicazione BILE Viene prodotta dagli epatociti. È un liquido verdastro, privo di enzimi, che contiene un miscuglio di sali che emulsionano i grassi, in modo da creare una superficie d’attacco per gli enzimi pancreatici. Inoltre neutralizza l’azione dell’HCl. Il suo pigmento principale è la bilirubina, che dopo aver attraversato il canale digerente diventa stercobilina. La bile viene raccolta a livello dei lobuli epatici per poi essere raccolta nella cistifellea, un piccolo sacco a forma di pera che pende verso il basso dal bordo anteriore del fegato. La cistifellea rilascia la bile nel duodeno attraverso il dotto cistico. DOTTI BILIARI I dotti biliari si fondono a formare il dotto epatico destro e sinistro, che si uniscono e fuoriescono nel dotto epatico comune; più avanti questo si unisce al dotto cistico che proviene dalla cistifellea per formare il dotto biliare comune (coledoco). PANCREAS È posizionato al di sotto dello stomaco. Ghiandola sia esocrina che endocrina. Organizzato in acini, che secernono il succo pancreatico (gh. esocrina) tramite due condotti: dotto di Wirsung e dotto di Santorini. La secrezione del succo pancreatico è regolata dalla secretina. Le isole di Langerhans sono ammassi di cellule pancreatiche che producono insulina e glucagone. Ghiandola esocrina PANCREAS Secerne ormoni, succhi digestivi e liquidi alcalini che raggiungono l’intestino tenue (vengono immessi nel duodeno): • amilasi pancreatica: prosegue la scissione dell’amido • lipasi: idrolizza i lipidi in acidi grassi e glicerolo • tripsina e chimotripsina: enzimi attivati nel duodeno • nucleasi: spezza gli acidi nucleici in nucleotidi. ASSORBIMENTO DELLE SOSTANZE NUTRITIVE Gran parte dell’assorbimento ha luogo attraverso le pareti del digiuno e dell’ileo. Dopo l’assorbimento nell’intestino tenue il chilo prosegue all’interno dell’intestino crasso, dove vengono riassorbiti acqua, Na e K. È importante che l’acqua venga riassorbita in quanto ogni giorno nel tubo digerente passano 7 litri di liquidi. I nutrienti possono essere assorbiti tramite trasporto attivo, passivo o facilitato, a seconda del tipo di molecole biologiche a cui appartengono. CARBOIDRATI I carboidrati vengono assorbiti sia attivamente che passivamente. Una volta assorbiti, i monosaccaridi passano nel sangue e, attraverso il sistema circolatorio, sono trasportati ai vari organi dove vengono usati come combustibile per ottenere energia a rapida disponibilità. Una parte dei carboidrati viene però trasportata al fegato, dove viene formato il glicogeno, polisaccaride di accumulo. Gli zuccheri in eccesso vengono trasformati in acidi grassi e sono accumulati negli adipociti. LIPIDI Il sangue umano contiene trigliceridi, fosfolipidi, colesterolo e acidi grassi. Ad eccezione degli acidi grassi, che circolano associati alle albumine, gli altri lipidi sono finemente dispersi nel sangue sotto forma di lipoproteine. La concentrazione lipidica del sangue è il risultato di un equilibrio dinamico tra apporto e allontanamento. PROTEINE Gli amminoacidi e i dipeptidi sono assorbiti per trasporto attivo a livello del digiuno. I dipeptidi sono scomposti in amminoacidi nei microvilli. Le molecole entrano in circolazione attraverso i capillari dei villi e sono portate al fegato, dove vengono • convertiti in glucosio • convertiti in grassi • rilasciati nel circolo sanguigno sotto forma di albumina o amminoacidi liberi. ACQUA, SALI MINERALI E VITAMINE • Acqua e sali minerali: assorbiti sia nell’intestino tenue che nell’intestino crasso. • Vitamine • liposolubili: assorbite insieme ai grassi. • idrosolubili: assorbite per diffusione semplice. METABOLISMO È “il complesso delle trasformazioni chimiche che avvengono nelle cellule degli organismi eucarioti e procarioti in modo finalizzato e coordinato, al quale cooperano molti enzimi e sistemi multienzimatici intracellulari”. (Enciclopedia Treccani) DA COSA È REGOLATA LA DIGESTIONE? • Sistema nervoso autonomo, che comunica con quello centrale. Esso regola il movimento di stomaco e intestino durante la digestione. La stimolazione dei nervi cranici fa produrre saliva e succhi gastrici. • Ormoni, come la colecistochinina prodotta nell’intestino tenue quando ci sono amminoacidi e acidi grassi nel chimo. Essa stimola la produzione di succhi pancreatici e lo svuotamento della cistifellea. ALIMENTAZIONE PERCHÉ DOBBIAMO MANGIARE? Tutti abbiamo bisogno di mangiare per vivere perché il cibo serve per: ricavare energia fabbricare i materiali per rinnovare i tessuti proteggere il corpo dalle malattie SOSTANZE NUTRITIVE NEGLI ALIMENTI SOSTANZE NUTRITIVE NEGLI ALIMENTI SOSTANZE NUTRITIVE NEGLI ALIMENTI SOSTANZE NUTRITIVE NEGLI ALIMENTI VITAMINE Sono un altro gruppo di molecole indispensabili al nostro organismo e non sintetizzabili dalle cellule animali: il nostro organismo infatti deve assumerle con il cibo. Alcune vitamine liposolubili (vitamina A, D, K) se assunte in dosi esagerate si accumulano nei tessuti e diventano tossiche per l’organismo La vitamina C, invece, non presenta rischio di accumulo perché l’eccesso viene eliminato per via renale COSA MANGIARE? La dieta mediterranea… una dieta equilibrata La dieta mediterranea è caratterizzata da: un consumo piuttosto elevato di verdura, frutta e pesce; come condimento si utilizzano grassi polinsaturi (olio extravergine di oliva) basso consumo di grassi saturi (burro e lardo) notevole consumo di pasta scarsa presenza di piatti a base di carne INTOLLERANZA AL LATTOSIO L’intolleranza dipende dalla carenza dell’enzima lattasi che scinde il lattosio in galattosio e glucosio. Il lattosio ingerito rimane nel lume intestinale, lì i batteri lo utilizzano per produrre gas e metaboliti Ciò causa gonfiore e diarrea La diagnosi viene effettuata tramite il breath test che misura l’idrogeno prodotto dai batteri i batteri, quando fermentano il lattosio, rilasciano idrogeno che viene assorbito dalla parete intestinale e poi eliminato con il respiro. I neonati inizialmente producono molta lattasi, ma dopo i due anni di età è programmata geneticamente una diminuzione dell’enzima dal momento che la dieta non è più basata solo sul latte materno. CELIACHIA O SENSIBILITÀ AL GLUTINE? diversa reazione immunitaria al glutine Chi soffre di celiachia ha un tipo preciso di lesione all’intestino, in cui le proteine complesse del frumento, segale ed orzo inducono il sistema immunitario ad attaccare l’intestino tenue Il glutine è combattuto sia dall’immunità innata sia da quella adattativa. I problemi di comunicazione delle cellule nel sistema immunitario permettono alle cellule stesse di attaccare i tessuti dell’organismo. Chi soffre di sensibilità al glutine non presenta questo tipo di lesione, ma avverte comunque l’infiammazione provocata dal glutine L’immunità innata reagisce all’ingestione del glutine provocando un’infiammazione a livello dell’apparato digerente e di altre parti dell’organismo. CELIACHIA È un’intolleranza alimentare permanente alla gliadina: una proteina contenuta nel glutine di frumento, orzo, farro e avena. Chi è affetto da celiachia è dotato di un sistema immunitario che produce anticorpi anti-gliadina I villi intestinali sono piatti per aggressione a questa proteina, ciò compromette l’assorbimento delle sostanze nutritive. Non ci sono terapie se non una dieta priva di glutine Una reazione immunitaria intestinale può essere causata anche da minimi contenuti di glutine ANORESSIA E BULIMIA PATOLOGIE PATOLOGIE Le malattie dell’apparato digerente comprendono patologie quali malformazioni, degenerazioni, infiammazioni e i tumori che riguardano il tubo digerente e gli organi annessi come fegato, vie biliari e pancreas. Le malattie gastroenterologiche sono alcune tra le patologie più diffuse nella popolazione italiana. Alcune di esse sono caratterizzate da sintomi acuti che possono portare a manifestazioni gravi come l’emorragia digestiva e richiedere interventi di emergenza. Altre patologie, invece, hanno un decorso prolungato nel tempo e tendono a cronicizzarsi, cioè a divenire permanenti, con un pesante impatto sulla qualità della vita dei malati. MALATTIE DELL’APPARATO DIGERENTE esofago • Esofagite da reflusso Fegato • Epatite cronica virale • Calcolosi biliare • Cirrosi Pancreas Stomaco e duodeno Intestino tenue e colon • Morbo di Crohn • Colite ulcerosa • Malattia diverticolare del colon • Polipi intestinali • Colera • Pancreatite acuta • Pancreatite cronica • Infezioni da Helicobacter pylori • Gastriti • Ulcera peptica EPATITE A In genere la comparsa della malattia avviene in un periodo di tempo compreso tra le 2 e le 7 settimane dopo il contagio e la sintomatologia di solito è lieve. Quali sono le cause? L’epatite A è una malattia acuta del fegato causata dal virus HAV. Nella maggior parte dei casi la malattia è dovuta al mancato rispetto di norme igieniche, con conseguente contaminazione fecale di cibi ed acqua. Le cause più comuni di trasmissione sono quindi: scarsa igiene personale delle persone coinvolte nella preparazione di cibi e pasti; mangiare pesce crudo o poco cotto proveniente da acque inquinate da scolo fognario; rapporti sessuali non protetti; utilizzo di materiale già usato per iniettarsi droghe. EPATITE A I sintomi di solito spariscono spontaneamente in 2 mesi. Da notare che i bambini possono essere del tutto asintomatici. Quali sono i sintomi? Il sintomo più frequente è l’astenia, cioè debolezza febbre perdita di appetito nausea fatica mal di testa dolore muscolare e dolore addominale ittero (cioè la comparsa di un colorito giallastro della cute e delle sclere oculari). EPATITE B Quali sono le cause? L’epatite B è una malattia del fegato causata dal HBV. Il virus viene trasmesso attraverso fluidi corporei quali sangue, liquido seminale e secrezioni vaginali. Quindi le cause più frequenti di contagio da parte del virus HBV sono: • rapporti sessuali non protetti; • condivisione di rasoi e spazzolini da denti; • condivisione di siringhe che dovrebbero essere monouso • trasmessa dalla madre al nascituro durante il parto. EPATITE B Quali sono i sintomi? Non si utilizza alcuna terapia nella forma acuta dell’epatite B in quanto di solito la Lamalattia maggiorèparte delle persone con epatite B, autolimitante. siaSe nella forma acuta che l’epatite in quella Bcronica, viene diagnosticata acuta è opportuno seguire periodici controlli del sono asintomatici. sangue per stabilire l'andamento della risposta immunitaria al virus HBV. sviluppato anticorpi contro virus, una si dovrebbe essere protetti a vita NelDopo casoaver di una epatite Bglisintomatica si può ilavere dall’infezione. serie di sintomi poco specifici: debolezza, febbre, perdita di appetito, nausea, dolore muscolare, dolore addominale. Il quadro di epatite diventa più chiaro se si presenta ittero (cioè un colorito giallastro della cute e delle sclere oculari). EPATITE C Quali sono le cause? l’utilizzo promiscuo di aghi e siringhe infette C è una di malattia del fegatoo causata dalunghie virus con HCV. L’epatite la condivisione rasoi, spazzolini forbici da persone infette; La via di trasmissione è quella del contatto diretto con il sangue di qualcuno già il contatto infettatoaccidentale dal virus. con sangue infetto l'esecuzione di tatuaggi e piercing con materiali non sterili; praticare sesso anale non protetto con partner infetti; praticare attività sessuale tra persone ad elevata promiscuità (partner multipli): questo aumenta il rischio di contrarre vari tipi di malattie veneree, le cui lesioni mucose possono rappresentare un fattore di rischio di trasmissione dell'epatite C. In rari casi l’HCV può essere trasmessa dalla madre infetta al bambino, durante il parto. EPATITE C Quali sono i sintomi? La maggior parte delle persone con epatite C acuta e cronica sono asintomatici. Per tale motivo l’epatite C può addirittura richiedere decenni prima di dare manifestazioni clinicamente rilevanti e quindi essere diagnosticata. I sintomi non differiscono in maniera sostanziale da quelli delle altre epatiti e includono debolezza, dolori articolari, prurito cutaneo, dolore muscolare, mal di stomaco e ittero (il presentarsi di un colorito giallastro della cute e delle sclere oculari). EPATITE C Come trattare l’HCV? Alcuni pazienti con epatite C potrebbero beneficiare di terapie antivirali con Peginterferone e ribavirina per combattere la carica virale e limitare il danno epatico. Tali farmaci però non possono essere utilizzati in tutti i pazienti infetti da HCV e potrebbero inoltre causare importanti effetti collaterali: ad esempio le donne in gravidanza non possono utilizzare tali terapie. EPATITE D Il virus Delta (HDV) rientra nella categoria dei virus cosiddetti “difettivi” poiché ha bisogno della contemporanea presenza del virus B per potersi riprodurre. La La maggioranza delle infezioni Delta si presenta sotto forma di epatite conseguenza di ciò è che l’epatite D può svilupparsi solo in soggetti HBS o HBV acuta di gravità variabile a seconda della presenza o meno di danno positivi, cioè, soggetti affetti da Epatite B. epatico preesistente. L’infezione tende a cronicizzare nel 90% dei casi. Il tempo di incubazione puòd'infezione arrivare finodaa HDV: sei mesi come nel caso Ci sono due modalità dell’Epatite B o C. la co-infezione che ènon la condizione in cui laefficaci. trasmissione dei virus D e HBV Ifarmaci per la curaDelta, dell’epatite sono al momento sono contemporanei; la super-infezione Delta, che è la condizione in cui un soggetto già portatore cronico di HBV si infetta con il virus Delta. EPATITE E esistono altri virus, che accanto E, alla malattia base possono a volte causare UnInoltre caso esemplare è quello dell'epatite molto similedialla A per quanto riguarda quadrodiditrasmissione epatite di varia gravità.normale, Questi vengono definiti virus epatitici le un modalità e il decorso ma più soggetta minori e principalmente a complicazioni e a dannosono: epatico severo. citomegalovirus virus di Epsteun-Barr virus Coxsackie herpesvirus CALCOLI BILIARI I calcoliassumere biliari si farmaci originano a causao di pigmenti biliari precipitati Si possono specifici ricorrere alla litotripsia (tecniche per soffre sminuzzare in parti possono tramiterisultati il dottocon Chi calcolosi recidiva o chi nonpassare ottiene buoni Tra leperò causeidicalcoli predisponenti ciche sono: biliare terapie, comune).si può optare per l’asportazione chirurgica della queste l’aumento del colesterolo in circolo cistifellea. sovrappeso avanzamento dell’età POLIPI INTESTINALI Sono delle escrescenze della mucosa dell’intestino a crescita lenta e benigna. Molto spesso i polipi sono asintomatici anche se a volte possono provocare: diarrea presenza di sangue nelle feci presenza di muco nelle feci Anche se sono di natura benigna si consiglia sempre l’asportazione chirurgica per evitare che nel tempo mutino in una forma maligna. DIVERTICOLI Sono delle sacche che si formano nel colon, spesso causati da una dieta povera di fibre e da una eccessiva contrazione del colon. Molto spesso sono asintomatici ma quando si infiammano danno diverticolite; i principali sintomi possono essere: diarrea o stipsi nausea febbre Per evitare la diverticolite è consigliata una dieta ricca di fibre. CANCRO AL COLON Il tumore del colon-retto si sviluppa a partire da una lesione preesistente, inizialmente benigna, chiamata polipo adenomatoso, in un intervallo di tempo di circa 10 anni. Esso è una protrusione della mucosa del colon ed è formato dalle stesse cellule della mucosa che si moltiplicano in maniera incontrollata. Inizia come benigno per poi evolvere in maligno quando, oltre la mucosa, questa proliferazione incontrollata comincia ad invadere anche gli strati sottostanti (sottomucosa, muscolare, sierosa) e gli organi vicini. CANCRO AL COLON • Il 50 % dei casi è a carattere ereditario, l’altra metà è favorita da una dieta ricca di grassi animali e alcol. I principali sintomi sono: diarrea e stipsi dolori addominali presenza di sangue nelle feci I polipi benigni, adenomatosi, possono essere asportati prima della loro evoluzione in maligni tramite un esame molto diffuso, la colonscopia, che fornisce un importantissimo ausilio per la diagnosi precoce di questo tumore, oltre che per il trattamento non invasivo (non chirurgico) degli stessi polipi non ancora degenerati. MALATTIA DI CROHN La malattia di Crohn è un'infiammazione cronica che può colpire teoricamente tutto il canale alimentare, dalla bocca all'ano, ma che si localizza prevalentemente nell'ultima parte dell'intestino tenue chiamato ileo o nel colon oppure in entrambi. Nei tratti intestinali colpiti si hanno infiammazione, gonfiore ed ulcerazioni che interessano a tutto spessore la parete intestinale. MALATTIA DI CROHN L'insorgenza del morbo di Crohn può essere ricondotta a tre fattori interagenti tra loro: una suscettibilità alla malattia determinata geneticamente (gene NOD2 alterato) un danneggiamento dei tessuti per una reazione immunitaria innescata dai batteri della flora del tratto gastrointestinale vari fattori ambientali MALATTIA DI CROHN Quali sono i sintomi della malattia di Crohn? • dolori addominali associati a diarrea e a febbre • dolori alle articolazioni • diminuzione dell'appetito • dimagrimento • presenza di fistole anali (aperture tra l'intestino e la superficie cutanea vicino all'ano) • ascessi Il dolore si localizza nella sede dell'ombelico o nella parte destra dell'addome e spesso si presenta dopo i pasti. Le terapie si basano su una dieta accurata, medicine che regolano il sistema immunitario e a volte la chirurgia Biopsia endoscopica: infiammazione granulomatosa del colon in un caso di malattia di Crohn. COLERA Il colera è un’infezione diarroica acuta causata dal batterio Vibrio cholerae. La sua tramissione avviene per contatto orale, diretto o indiretto, con feci o alimenti contaminati e nei casi più gravi può portare a pericolosi fenomeni di disidratazione. I cibi più a rischio per la trasmissione della malattia sono quelli crudi o poco cotti e, in particolare, i frutti di mare. Le scarse condizioni igienico-sanitarie di alcuni Paesi e la cattiva gestione degli impianti fognari e dell’acqua potabile sono le principali cause di epidemie di colera. Il batterio può vivere anche in ambienti naturali, come i fiumi salmastri e le zone costiere. COLERA Il periodo d’incubazione della malattia varia solitamente tra i 2-3 giorni in funzione del numero di batteri ingeriti. Nel 75% dei casi le persone infettate non manifestano alcun sintomo; tra coloro che lo manifestano, solo pochi sviluppano una forma grave della malattia. Quando presente, il sintomo prevalente è la diarrea che in alcuni soggetti può portare alla disidratazione e allo shock. Altri sintomi possono essere vomito e crampi alle gambe. COLERA Per trattare l’infezione è fondamentale reintegrare liquidi e sali persi con la diarrea e il vomito. • Nella maggior parte dei casi basta la reidratazione orale che può avvenire tramite assunzione di soluzioni ricche di zuccheri, elettroliti e acqua. • I casi più gravi necessitano di un ripristino dei fluidi intravenoso. FONTI invito alla biologia.blu plus http://www.fondazionefegato.it/ http://www.siucp.org/ http://www.epicentro.iss.it/ www.enzomardegan.net online.scuola.zanichelli.it www.docente.unicas.it/useruploads/193/files/apparato_digerente.pdf www.scamat.it/wordpress/wp-content/uploads/lezioni/scienze/digestione.pdf www-3.unipv.it https://www.unisalento.it/c/document_library/get_file?folderId=2783139...pdf www.med.unipg.it/ccl/.../Fisiologia%20del%20Sistema%20Gastrointestinale.pdf FINE