Microeconomia, Esercitazione 4. A cura di Giuseppe Gori ([email protected]) 1 1.1 Esercizi. Offerta/1 L’impresa Guido Guidi opera nel settore del catering che é perfettamente concorrenziale. I suoi macchinari costano 100 euro al giorno e sono l’unico fattore di produzione fisso. Il costo variabile della Guido Guidi (i salari pagati ai cuochi e gli ingredienti delle ricette) é riportato nella tabella che segue, per diversi livelli di produzione: Quantità di pasti VC (euro) 0 0 10 200 20 300 30 480 40 700 50 1000 (i) Calcolate il costo totale, il costo medio variabile, il costo medio totale e il costo marginale per ogni quantitá di prodotto. (ii) Qual’é il prezzo di pareggio? E quello di chiusura? (iii) Supponiamo che il prezzo di mercato sia 21 euro a pasto servito. Nel breve periodo Guido Guidi realizza un profitto? Dovrebbe continuare a produrre o cessare l’attivitá? (iv) Supponiamo che il prezzo di mercato sia 17 euro a pasto servito. Nel breve periodo Guido Guidi realizza un profitto? Dovrebbe continuare a produrre o cessare l’attivitá? (v) Supponiamo che il prezzo di mercato sia 13 euro a pasto servito. Nel breve periodo Guido Guidi realizza un profitto? Dovrebbe continuare a produrre o cessare l’attivitá? 1.2 Offerta/2 Aldo gestisce un servizio di falciatura prati: un’impresa concorrenziale che massimizza il profitto. Aldo falcia un prato per 27 euro. Ogni giorno il suo costo totale é di 280 euro, dei quali 30 di 1 costi fissi. Ogni giorno falcia 10 prati. Se foste nei panni di Aldo, cosa decidereste in merito alla sospensione della produzione nel breve e all’uscita dal mercato nel lungo periodo? 1.3 Offerta/3 Un bar ha la seguente scheda di costo: Quantità VC (euro) TC (euro) 0 0 30 1 10 40 2 25 55 3 45 75 4 70 100 5 100 130 6 135 165 e il prezzo di mercato é pari a 20. (i) Calcolate il costo medio variabile, il costo medio totale e il costo marginale per ogni quantitá. (ii) Tracciate le tre curve. Quale relazione riscontrate tra la curva del costo marginale e quella di costo medio totale? Quale tra la curva di costo marginale e quella di costo medio variabile? Spiegate perché. (iii) In corrispondenza del prezzo di mercato converrá al bar chiudere o rimanere aperto nel breve periodo? E nel lungo periodo? Supponete adesso che il prezzo di mercato in corrispondenza delle diverse quantitá prodotte sia, in due casi alternativi, quello descritto dalle seguenti funzioni: (1) P = 50 4Q (2) P = 47 9Q (iv) Qual’é la quantitá che l’impresa sceglierá di produrre nel caso (1)? E nel caso (2)? (v) Cosa deciderá l’impresa in merito alla scelta di produrre o sospendere l’attivitá nel breve e nel lungo periodo nei due casi? 2 1.4 Offerta/4 Un’impresa concorrenziale ha la seguente funzione di costo di breve periodo: T C = 30 + 7Q + Q2 (i) Calcolate il profitto economico dell’impresa nel caso in cui il prezzo di mercato sia p = 23 o p = 17. Cosa converrá fare all’impresa nei due casi, continuare a produrre o cessare l’attivitá? (ii) Ricavate l’equazione della curva di offerta di settore nel caso in cui le imprese siano 10 e tutte aventi la stessa funzione di costo. (iii) Nel caso in cui la curva di domanda sia descritta da P = 49 4Q, qual’é il prezzo di equilibrio di mercato? e Qual’é la quantitá prodotta da ciascuna impresa? Quale il suo profitto? 1.5 Offerta/5 Un’impresa concorrenziale che opera in un mercato con altre 50 imprese identiche,ha la seguente funzione di costo di lungo periodo: 32Q2 + 8Q3 T C = 40Q (i) Qual’é il prezzo di lungo periodo del settore? (ii) Quale la quantitá scambiata in equilibrio sul mercato del bene? 3 Soluzioni suggerite 1.1: (i) La tabella dei costi é: Quantità TC AVC ATC MC 0 100 - - - 10 300 20 30 20 20 400 15 20 10 30 580 16 19,3 18 40 800 17,5 20 22 50 1100 20 22 30 si noti che per calcolare il costo marginale è necessario assumere che questo sia costante tra la prima e la 10 unità così come, in corrispondenza di un diverso valore, tra la 10 e la 20esima, e così via. In effetti, date le informazioni dell’esercizio sappiamo solo che passando, ad esempio, dal produrre 10 unità al produrne 20, l’impresa di catering osserva un aumento del costo totale pari a 100 euro (400-300), questo è il costo marginale di 10 pasti. Dato che dobbiamo ottenere il costo marginale di un solo pasto per confrontarlo con costo variabile medio e costo totale medio possiamo allora supporre che questi 100 euro siano il risultato di un aumento di 10 euro associato alla produzione di ciascuno dei 10 pasti (dall’11esimo al 20esimo) e scrivere MC=10. Stesso ragionamento per il passaggio da 20 a 30 pasti serviti: in questo caso il costo marginale di 10 pasti è 180 euro e, in assenza di altre indicazioni, noi supponiamo che quello di ciascun pasto, dal 21esimo al 30esimo sia di 18 euro. (ii) Il prezzo di chiusura, che corrisponde al prezzo in corrispondenza del quale l’impresa concorrenziale riesce esattamente a corpire i suoi costi variabili, é pari a 15. Questo perchè 15 è il valore minimo del costo variabile medio: per prezzi superiori il costo variabile medio sarà necessariamente inferiore al costo marginale. Questo comporta che, scegliendo necessariamente l’impresa la quantità per cui p=MC, non solo copre il costo varibile medio ma riesce anche a coprire una parte o la totalità dei costi fissi. Viceversa, per prezzi inferiori a 15 il costo marginale (uguale al prezzo) sarà inferiore al costo variabile medio e con i proventi derivanti dalla vendita di cisacuna unità sul mercato, l’impresa non riuscirà a coprire nemmeno il costo varibile sostenuto per produrla (non paga gli stipendi ai cuochi ad esempio) e 4 le converrà chiudere immediatamente, onde non incorrere in perdite superiori a quelle rappresentate dai costi fissi. Il prezzo di pareggio è invece 19,3; in questo caso il ragionamento, analogo a quello appena descritto, riguarda il costo totale medio. Per prezzi inferiori a 19,3 l’impresa realizza un ricavo unitario inferiore al costo unitario e ottiene profitti economici negativi, viceversa per prezzi maggiori di 19,3. Si noti che, nel caso specifico di questo esercizio non è possibile riscontrare la condizione prezzo di chiusura=costo marginale=costo variabile medio, così come l’analoga riguardo al prezzo di pareggio. In effetti, se volessimo identificare un valore per il quale costo marginale e costo totale medio coincidono non potremmo, inoltre costo marginale e costo variabile medio coincidono in corrispondenza di 10 unità, ma sappiamo che 20 euro (il valore corrispondente) non è il costo variabile medio minimo. Perchè? Questo è conseguenza dell’approssimazione che abbiamo dovuto operare nel calcolo del costo marginale (descritta al punto (i)): sappiamo che in corrispondenza del decimo pasto produtto il costo variabile medio è pari a 20 euro, non sappiamo dire però con esattezza se il costo marginale è 20 euro. Venti euro è infatti una media dei costi marginali dalla 1 alla 10 unità. In questo caso quindi l’unico metodo certo per individuare i prezzi di chiusura e di pareggio è quello di osservare le rispettive dinamiche dei costi variabili medi e totali medi. (iii) Dato che il prezzo è superiore al prezzo di pareggio (p = M C > AT C) l’impresa realizza un profitto e deve continuare a produrre. (iv) Dato che il prezzo è inferiore al prezzo di pareggio (p = M C < AT C) ma superiore al prezzo di chiusura (p = M C > AV C), l’impresa pur non realizzando un profitto deve continuare a produrre nel breve periodo. (v) Dato che il prezzo è inferiore al prezzo di chiusura (p = M C < AV C) l’impresa non realizza un profitto e deve cessare l’attivitá. 1.2: Il prezzo di mercato di una falciatura è p = 27. Ogni giorno sostiene costi fisi pari a 30 e costi variabili pari a 250 (V C = T C F C = 280 30) e quindi, dato che iresce a fal- ciare 10 prati al giorno, avremo che AT C = 28 e AV C = 25. Possiamo concludere che al prezzo di mercato aldo non dovrá sospendere l’attivitá nel breve periodo dato che i suoi ricavi totali coprono i costi variabili, ovvero, analogamente, il prezzo copre il costo variabile medio (p = 27 > 25 = AV C). Aldo dovrá invece uscire dal mercato nel lungo periodo dato che i suoi ricavi totali sono inferiori al costo totale di produzione ovvero il prezzo non copre il costo totale 5 medio (p = 27 < 28 = AT C). In effetti, per ogni prato che falcia Aldo non riesce a mettere da parte solo 2 euro (p AV C = 2) dei 3 euro di costi fissi (AF C = 3) che ciascun prato richiede. 1.3: (i) La tabella dei costi é: Quantità AVC ATC MC 0 - - - 1 10 40 10 2 12,5 27,5 15 3 15 25 20 4 17,5 25 25 5 20 26 30 6 22,5 27,5 35 (iii) Si noti che in questo caso, a differenza dell’esercizio 1.1 è possibile identificare con sicurezza la quantità in corrispondenza della quale p=MC, dato che i costi marginali sono relativi alle singole unità prodotte. Il costo marginale della terza unità prodotta è pari a 20 euro esattamente pari al prezzo, il costa variabile medio del produrre 3 unità del bene è 15 euro, il costo totale medio 25 euro. Quindi vale che l’impresa produrrà 3 unità del bene nel breve periodo e cessarà l’attivitá nel lungo. (iv) Per rispondere al punto è necessario calcolare i prezzi di mercato che derivano dalle due alternative curve di domanda: Quantità p(1) p(2) 0 0 0 1 46 38 2 42 29 3 38 20 4 34 11 5 30 2 6 26 0 (-7) dato che l’impresa risponde alla regola p=MC, produrrá 5 unità nel caso (1) e 3 unità nel caso (2). 6 (v) nel caso (1) l’impresa produrrá sia nel breve che nel lungo periodo dato che in corrispondenza di 5 unità prodotte p = M C > AT C > AV C, nel caso (2) solo nel breve dato che torniamo al prezzo del punto (iii). 1.4: Punto (i): Per calcolare il profitto dell’impresa nel caso in cui il prezzo sia quello descritto nell’esercizio (p = 23 o p = 17) dobbiamo individuare qual’é la quantitá di bene che l’impresa produce in corrispondenza di quel prezzo. L’impresa concorrenziale massimizzerá il suo profitto uguagliando il prezzo al costo marginale, ovvero produrrá la quantitá di bene in corrispondenza della quale questa uguaglianza sará soddisfatta. Dobbiamo quindi ricavare la funzione del costo marginale a partire da quella di costo totale: MC = @(30 + 7Q + Q2 ) @T C = = 7 + 2Q @Q @Q Imponiamo quindi la condizione di massimizzazione del profitto nel caso p = 23: p = M C ! 7 + 2Q = 23 2Q = 16 =) Q = 8 Questa é quindi la quantitá che massimizza il profitto dell’impresa data la sua funzione di costo totale e il prezzo di mercato p=23. Possiamo indicarla come Qp=23 . Nel caso in cui il prezzo sia invece p = 17 avremo: 7 + 2Q = 17 =) Qp=17 = 5 Individuate le quantitá che massimizzano il profitto in corrispondenza dei due diversi livelli di prezzo di mercato possiamo calcolare il profitto. Nel primo caso: ⇧p=23 = T Rp=23 T Cp=23 dove T R = p · Q e T C = 30 + 7Q + Q2 . Otteniamo quindi: ⇧p=23 = T Rp=23 T Cp=23 = (23 · 8) (30 + 7 · 8 + 82 ) = 184 150 ⇧p=23 = 34 Nel secondo caso: ⇧p=17 = T Rp=17 T Cp=17 = (17 · 5) 7 (30 + 7 · 5 + 52 ) = 85 90 ⇧p=17 = 5 Le informazioni che abbiamo ottenuto non sono peró sufficienti per rispondere alla seconda parte del punto (a). In effetti sappiamo che per p = 23 l’impresa otterrá un profitto positivo e quindi sicuramente continuerá a produrre nel breve periodo, ma non possiamo dire se continuerá a produrre anche nel caso in cui p = 17. In quel caso il profitto é negativo, ma sappiamo che anche nel caso di profitti economici negativi, nel breve periodo, un’impresa puó trovare conveniente continuare a produrre: esattamente nel caso in cui il costo marginale (e quindi il prezzo unitario) sia superiore al costo variabile medio. In questo modo l’impresa riesce almeno a coprire i costi variabili e la perdita in cui incorre é inferiore a quella in cui incorrerebbe cessando la produzione, ovvero rinunciando a recuperare i costi fissi. Per rispondere adeguatamente alla domanda dobbiamo quindi prendere in considerazione anche i costi variabili medi, che deriviamo a partire dalla funzione di costo totale: AV C = VC 7Q + Q2 = Q Q AV C = 7 + Q Nel caso in cui p = 17 avremo Qp=17 = 5 e quindi: AV C = 7 + 5 = 12 12 = AV C < M C = p = 17 All’impresa converrá quindi comunque rimanere in attivitá. Un’altro modo per rispondere alla seconda parte del punto (i) é quello di individuare il prezzo di pareggio ed il prezzo di chiusura. Il primo (chiamiamolo ppar ) é il prezzo in corrispondenza del quale l’impresa ottiene profitti economici nulli ed é tale che p = M C = AT C; il secondo invece (chiamiamolo pchi ) é il prezzo in corrispondenza del quale l’impresa copre esattamente i propri costi variabili, ed al di sotto del quale l’impresa trova convenienza a cessare l’attivitá anche nel breve periodo: p = M C = AV C. Per trovare il prezzo di pareggio eguagliamo quindi costo medio totale e costo marginale: AT C = M C ! 30 + 7Q + Q2 = 7 + 2Q Q 8 ovvero 30 + 7Q + Q2 Q 2Q2 7Q = 0 =) da cui Qpar = p Q2 30 Q = 0 =) 30 Q2 = 0 30 ⇠ = 5, 5 ppar = M Cpar = 7 + 2 · Qpar = 7 + 2 · 5, 5 = 18 Per trovare il prezzo di chiusura eguagliamo quindi costo medio variabile e costo marginale: AV C = M C ! ovvero 7Q + Q2 7Q Q 7Q + Q2 = 7 + 2Q Q 2Q2 = 0 =) Qchi = 0 pchi = M Cchi = 7 + 2 · Qchi = 7 Confrontando con i prezzi dati dall’esercizio osserviamo che p = 23 é maggiore del prezzo di pareggio e di chiusura mentre p = 17 é minore del prezzo di pareggio ma maggiore del prezzo di chiusura. Punto (ii): Per scrivere l’equazione della curva di offerta di settore dobbiamo ricavare la curva di offerta individuale delle imprese. La curva sará uguale per ogni impresa dato che queste condividono la stessa funzione di costo. Sappiamo che la curva di offerta individuale di un impresa coincide con il tratto crescente della curva di costo marginale per valori superiori al prezzo di chiusura, nel nostro caso quindi sará: p = 7 + 2Q riscrivendola in funzione di p: 8 > <Qi = 1 (p 2 > :Q = 0 i 7) 8p > 7 8p 7 dove il pedice i indica la singola impresa. Abbiamo che la funzione di offerta di settore sará la somma di quelle individuali: Q= n X Qi = nQi i=1 9 con n = 10 1 Q = 10 · (p 2 7) = 5(p 7) = 5p 35 ovvero: 1 p=7+ Q 5 Punto (iii): Per individuare la coppia prezzo-quantitá di equilibrio sul mercato é necessario mettere a sistema domanda ed offerta: 8 > <p = 49 > :p = 7 + 1 Q 5 che implica: 49 4Q 1 4Q = 7 + Q =) 5 4Q 1 Q=7 5 21 Q= 5 49 =) 42 =) Q⇤ = 10 Ciascuna delle 10 imprese identiche produrrá quindi una sola unitá del bene. Sostituendo la quatitá di equilibrio in una delle due funzioni (ad esempio quella di domanda) otteniamo il prezzo di equilibrio di mercato: p = 49 4 · 10 =) p⇤ = 9 Per calcolare il profitto facciamo uso ancora dlla funzione di costo totale dell’impresa: ⇧p=9 = T Rp=9 T Cp=9 = (9 · 1) ⇧p=17 = (30 + 7 · 1 + 12 ) = 9 38 29 L’impresa ottiene quindi un profitto negativo, questo é coerente con il fatto che il prezzo di mercato é inferiore al prezzo di pareggio individuato in precedenza. 1.5: Punto (i): Nel mercato concorrenziale i profitti economici dell’impresa dovranno necessariamente essere nulli ed il prezzo di mercato dovrá necessariamente intersecare la sua curva di costo totale medio nel suo punto di minimo. Per trovare il prezzo di mercato sará dunque necessario ricavare dalla curva di costo totale la curva di costo totale medio e di costo marginale: AT C = 40Q 32Q2 + 8Q3 = 40 Q e 10 32Q + 8Q2 MC = @T C @(40Q = @Q 32Q2 + 8Q3 ) = 40 @Q 64Q + 24Q2 imponendo poi l’uguaglianza ATC=MC: M C = T C ! 40 32Q + 8Q2 = 40 64Q + 24Q2 ! 32Q 16Q2 = 0 da cui 16Q(Q 2) = 0 ! Qi = 2 dove il pedice i indica la singola impresa. Sostituendo la quantitá prodotta da ogni singola impresa nella sua curva di costo medio totale troviamo il prezzo di mercato di lungo periodo: p = AT C = 32 · 22 + 8 · 23 80 2 40 · 2 128 + 64 16 = =8 2 2 Un altro modo per trovare la quantità ottimale è quello di trovare il valore minimo della funzione di costo totale medio derivando quest’ultima rispetto alla quantitá ed uguagliare la derivata prima a zero. @AT C @(40 = @Q 32Q + 8Q2 ) = @Q 32 + 16Q = 0 16Q = 32 =) Qi = 2 Punto (ii): La quantitá scambiata in equilibrio sará pari alla quantitá offerta in equilibrio da ciascuna impresa per il numero di imprese, ovvero Q = 2 · 50 = 100. 11