Dott.ssa Annamaria Malgioglio - Star bene a scuola

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LA DISLESSIA, DALLA SCUOLA
ALL’UNIVERSITA’
Percorso ad ostacoli tra normativa e
didattica
Università degli Studi di Catania
CInAP, servizi per la disabilità e i DSA
Catania, 29 febbraio 2016
Anna M. Malgioglio
Star bene a scuola: strategie didattiche per il
successo formativo
 PREMESSA: Il benessere dell’alunno
rappresenta il requisito di base, in assenza del
quale risulta difficile assicurare le condizioni del
suo successo scolastico e formativo.
 Concetto di “speciale normalità inclusiva”:
valorizzazione di ciascun soggetto e diversità
come risorsa.
 Scuola che promuova la centralità della persona
Linee Guida DM 12 luglio 2011
“Vygotskij in classe”
Le ricerche svolte dallo psicologo russo hanno
dimostrato che una buona cooperazione tra i pari e
tra questi e gli adulti fornisce la struttura di base
dello sviluppo individuale : “ La differenza tra il
livello dei compiti eseguibili con l’aiuto degli adulti
e il livello dei compiti che possono essere svolti
con un’attività indipendente definisce l’area di
sviluppo prossimale”
( ZSP: distanza tra il livello di sviluppo attuale e
il livello di sviluppo potenziale)
“Vygotskij in classe”
Apprendimento e sviluppo sono aspetti
complementari in continua interazione.
Dall’impostazione data da Vygotskij al rapporto tra
insegnamento e apprendimento si ricava
l’importanza di una serie di indicatori relativi alla
qualità didattica che una scuola deve assicurare
ai propri studenti.
Quali dunque le buone pratiche?
La classe come “Comunità che apprende”
 BEST PRACTICE: approccio razionale per
affrontare un problema o una situazione ritenuta
migliorabile;
 individuazione e gestione della situazione;
 MISURABILITA’ della proposta;
BEST PRACTICES
 Trasferibilità dell’esperienza affinchè una
buona metodologia modifichi in senso positivo
lo stato delle cose e diventi una
 “migliore prassi”
Buona prassi si nasce… Best practice si diventa!
Indicatori relativi alla qualità didattica
 Clima sociale positivo: nello sviluppo del
bambino ogni funzione compare due volte:
prima sul piano sociale e successivamente sul
piano psicologico
 Apprendimento socializzato nell’area di sviluppo
prossimale
 Potenziamento della metacognizione
 Sviluppo delle competenze individuali
Indicatori relativi alla qualità didattica, dunque…
 Valorizzazione delle diverse competenze tra i
membri ai quali è dato appoggio per lo sviluppo
 Definizione di obiettivi di avanzamento continuo
delle conoscenze
 Enfasi su come imparare ad apprendere
 Meccanismi per condividere ciò che si è
imparato
Il regista di tutto ciò è … l’insegnante
Regista, non …mago!
Insegnante
“sufficientemente buono”
( D. Winnicott)
Viene chiesto di:
 Creare percorsi che valorizzino i diversi tipi di
intelligenza e di stili cognitivi
 Utilizzare più strategie di insegnamento di tipo
analitico, di tipo pratico, di tipo creativo
 Valutare la propria qualità, i propri esiti ma
anche la qualità del processo di apprendimento
tenendo conto del punto di partenza degli alunni,
per valutare il “ guadagno apprenditivo”
Clima di classe positivo:
Tre principali dimensioni
Dimensione democratica-cooperativa
I ragazzi con difficoltà di apprendimento hanno
generalmente uno status basso all’interno del
gruppo classe, questo fa sì che da parte dei
compagni e degli insegnanti scattino aspettative
di prestazioni scolastiche più scarse rispetto agli
altri. Per modificare uno status sociale basso
occorre far sperimentare a questi ragazzi
situazioni nelle quali non si sentano inferiori ma
abili rispetto ai compagni, cercando di
individuare le loro aree forti ed insegnarle ad
altri.
Dimensione democratica-cooperativa
Insegnante che vuole dare pari dignità a
tutte le attività formative e sviluppare
intelligenze duttili sia analitiche, sia
pratiche, creative, emotive e sociali.
INCLUSIONE
FLESSIBILITÀ
RESPONSABILITÀ
INCLUSIONE
Il termine non deve far pensare a qualcosa di
deviante rispetto alla normalità ma a situazioni
che necessitano di risorse e competenze
MIGLIORI
IPRASE – Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa
Ente strumentale della Provincia Autonoma di Trento
Valutazione, criteri valutativi e limiti
Criterio di NORMALITÀ / SPECIALITÀ
FLESSIBILITÀ
Didattica inclusiva
Apprendimento cooperativo metacognitivo:
Elisabeth Cohen:
“Non esiste uno studente che abbia tutte le abilità, ma non
esiste uno studente che non ne abbia almeno una”
differenziazione dei percorsi
sinergia delle competenze e delle risorse
lavoro di rete
RESPONSABILITÀ
LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170- Nuove norme
in materia di disturbi specifici di
apprendimento in ambito scolastico
Art. 2- Finalità
a) garantire il diritto all’istruzione
b) favorire il successo scolastico, anche
attraverso misure didattiche di supporto…
c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali
d) adottare forme di verifica e di valutazione
adeguate alle necessità formative degli studenti
e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i
genitori nei confronti delle problematiche legate
ai DSA
f) Favorire la diagnosi precoce e percorsi
didattici riabilitativi
g) incrementare la comunicazione e la
collaborazione tra famiglia, scuola e servizi
sanitari durante il percorso di istruzione e di
formazione
h) assicurare eguali opportunità di sviluppo
delle capacità in ambito sociale e professionale
LINEE GUIDA legate al DM 12 luglio 2011
INDIVIDUALIZZAZIONE
La Didattica individualizzata consiste nelle attività
di recupero individuale che può svolgere l’alunno
per potenziare determinate abilità o per acquisire
specifiche competenze…Tali attività possono
essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale in
classe o in momenti ad esse dedicati, secondo
tutte le forme di flessibilità del lavoro scolastico
consentite dalla normativa vigente.
PERSONALIZZAZIONE
La Didattica personalizzata calibra l’offerta
didattica sulla specificità ed unicità a livello
personale dei bisogni educativi che caratterizzano
gli alunni della classe, considerando le differenze
individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo,
attraverso l’impiego di una varietà di metodologie
e strategie didattiche ( mediatori didattici: mappe
concettuali, schemi) tali da promuovere le
potenzialità e il successo formativo in ogni alunno
DIRETTIVA MINISTERIALE 27/ 12/ 2012
Strumenti di intervento per alunni con
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
L’area dello svantaggio scolastico è molto più
ampia di quella riferibile esplicitamente alla
presenza del deficit. In ogni classe ci sono
alunni che presentano una richiesta di speciale
attenzione per una varietà di ragioni.
SOTTOCATEGORIE:
Disabilità – Disturbi specifici- Svantaggio socio
economico, linguistico, culturale.
Strategie di intervento
 Elaborare un percorso individualizzato e
personalizzato attraverso un Piano Didattico
Personalizzato che serva come strumento di
lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia
funzione di documentare alle famiglie le
strategie di intervento programmate
 Avvalersi di strumenti compensativi e delle
misure dispensative previste dalle disposizioni
attuative della legge 170/ 2010
Principio di equità
Buone prassi
Inserimento delle tecnologie e “facilitatori”
Potenziamento dei processi cognitivi e
metacognitivi
Feedback delle strategie utilizzate
Emozioni
Rete tra istituzioni
Facilitatori
 Secondo il modello concettuale della
classificazione ICF il termine “facilitatore” indica
quei fattori ambientali che, mediante la loro
presenza o assenza, migliorano il
funzionamento e riducono la disabilità della
persona. Essi includono: strumenti, ausili e/o
prodotti tecnologici….
Individuazione precoce
Screening
Pronti per la Prima, Ed. Giunti OS
La scheda di osservazione
La scheda di osservazione
Adattamento dei materiali e tecnologie
Adattamento dei materiali e tecnologie
Autonomia nello studio
 Adulto canotto (si sostituisce al ragazzo)
 Adulto salvagente (assiste costantemente)
 Adulto trampolino (spinge per spiccare il salto)
Solo un approccio educante
permette il raggiungimento
dell’autonomia, nel senso di
“indipendenza”.
L’informatica è al momento
uno dei migliori “ trampolini”
per i ragazzi con dislessia.
Strumenti per tutti?
Certamente NO!!!
Non gli stessi!!!
Rete
Bibliografia
 Vygotskij LS, ( 1992) , Pensiero e linguaggio
 Capaldo e Rondanini, ( 2002), Gestiere e organizzare la
scuola dell’autonomia, Erickson, Trento
 Stella, Peroni, Grandi… , Dislessia, Anastasis, Bologna
 AA.VV, Vygotskij nella classe, Erickson
 Documento divulgativo IPRASE
 A. Goussot, R. Zucchi, La Pedagogia di L. Vygotskij
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