Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA DELLA MUTUALITÀ La Federazione italiana della mutualità integrativa volontaria (Fimiv) è stata fondata nel 1900 come Federazione italiana delle società di mutuo soccorso. Fimiv opera per la promozione, lo sviluppo e la difesa del movimento mutualistico italiano nel campo assistenziale, socio-sanitario, previdenziale e culturale, per contribuire a migliorare le condizioni economiche e sociali della collettività, nell’ambito di un completo e moderno sistema di sicurezza sociale. Fimiv aderisce alla Lega delle cooperative, al Forum del terzo settore e all’Aim (Associazione internazionale della mutualità). SOMMARIO • PRIMO PIANO - Chiarimenti del Governo sulla riforma L. 3818 - Seminario Ancona - Convegno Jesi - Cure Transfrontaliere • WELFARE - Convegno Cergas Bocconi - Abstract relazioni: - Placido Putzolu - Stefano Maggi - Matteo Lippi Bruni - Cristina Ugolini - Carlo De Pietro - Marianna Cavazza - Francesco Longo - Tavola Rotonda • VITA DEL MOVIMENTO - Alghero/mutualità Sarda - Genova/ Soms La Casagna - Soms Modena - Forte dei Marmi - Co.Re.Si. Belpasso - Ricordo Prof. Siino - IN BREVE • SERVIZI ASSOCIATIVI Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 IL GOVERNO FORNISCE CHIARIMENTI SULLA RIFORMA DEL MUTUO SOCCORSO L’11 ottobre scorso il vice ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, è intervenuto alla Camera dei deputati, a nome del Governo, per rispondere ad una interpellanza parlamentare in merito alla riforma delle società di mutuo soccorso introdotta dal Decreto Legge 179/2012 (art.23), convertito in legge il 17 dicembre 2012. L’interpellanza (“Iniziative normative volte a garantire alle società di mutuo soccorso la possibilità di svolgere altre attività rispetto alle sole prestazioni di mutualità integrativa” – n. 2-00231) era stata sottoscritta dai deputati Zanin e De Maria. Di seguito si riporta il testo stenografico dell’intervento del vice ministro, che a nome del Governo contribuisce a chiarire alcuni aspetti controversi della norma e fornisce anche rassicurazioni rispetto a legittime preoccupazioni e taluni allarmismi, quali quelli relativi alla perdita del patrimonio, non contemplata in caso di perdita della qualifica di società di mutuo soccorso con personalità giuridica, ma solo in caso di perdita della natura di società di mutuo soccorso, cioè: liquidazione/scioglimento della SMS o trasformazione della stessa in società lucrativa (profit). CARLO CALENDA, Viceministro dello Sviluppo economico. Signor Presidente, le modifiche apportate dall'articolo 23 del decreto-legge n.179 del 2012 alla disciplina delle società di mutuo soccorso, contenuta nella legge n. 3818 del 1886, hanno avuto lo scopo di adeguare – dopo 126 anni – la normativa originaria alle evoluzioni storiche dell'istituto così come si sono delineate nel tempo, anche per effetto delle indicazioni pervenute dalla giurisprudenza e dalla dottrina. La norma è volta, tra l'altro, a recepire il dettato del regolamento (CE) n. 1435/2003 del 22 luglio 2003, relativo allo statuto della società cooperativa europea. - Da un punto di vista formale, FIMIV E FEDERAZIONESANITÀ CHIEDONO UNA PROROGA DEL TERMINE PER L’ISCRIZIONE AL REGISTRO IMPRESE Com’è noto, il 18 novembre 2013 scade il termine ordinatorio (non perentorio) per l’iscrizione delle società di mutuo soccorso nell’apposita sezione “Imprese sociali” del Registro imprese della Camera di Commercio. Essendo ancora in attesa della validazione, da parte del Ministero, dei moduli (predisposti da Unioncamere) per l’iscrizione delle Soms/SMS ma, soprattutto, con riferimento alla necessità di dover adeguare statuti e regolamenti (che per alcune società di mutuo soccorso storiche risalgono anche all’Ottocento), Fimiv e FederazioneSanità/Confcooperative, in rappresentanza delle società di mutuo soccorso aderenti, hanno sottoposto al Ministero dello Sviluppo economico l’esigenza di posporre di sei mesi la scadenza per l’iscrizione al Registro imprese della Camera di commercio – Sezione Imprese Sociali. Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 (costituzione acquisizione della personalità giuridica, registrazione, vigilanza). In tale ambito, è stata stabilita l'iscrizione delle società di mutuo soccorso al Registro delle imprese (nella sezione «imprese sociali»), secondo criteri e modalità stabiliti con decreto 6 marzo 2013 del Ministro dello sviluppo economico, al fine di superare i dubbi interpretativi circa l'obbligo di iscrizione al REA delle stesse società, stante la loro particolare natura. È stata altresì prevista l'automatica iscrizione presso l'Albo delle società cooperative, Sezione società di mutuo soccorso, analogamente a quanto previsto dal comma 2, dell'articolo 10, della legge n.99 del 2009 per le imprese cooperative. - Da un punto di vista sostanziale , precisando ulteriormente il campo di attività, già delineato dal precedente regime normativo, che distingueva tra scopi principali e scopi secondari. Quanto ai primi, il numero delle attività che contraddistinguono il tipo sociale disciplinato è stato ampliato rispetto alla originaria formulazione della norma del 1886, che prevedeva soltanto la possibilità di assicurare ai soci un sussidio, nei casi di malattia, di inabilità al lavoro o di vecchiaia e di venire in aiuto alle famiglie dei soci defunti. È previsto, infatti, che le società di mutuo soccorso possano svolgere in esclusivo favore dei soci e dei loro familiari conviventi le seguenti attività: erogazione di trattamenti e prestazioni socio-sanitarie nei casi di infortunio, malattia ed invalidità al lavoro, nonché in presenza di inabilità temporanea o permanente; erogazione di sussidi in caso di spese sanitarie sostenute dai soci per la diagnosi e la cura delle malattie e degli infortuni; erogazione di servizi di assistenza familiare o di contributi economici ai familiari dei soci deceduti; erogazione di contributi economici e di servizi di assistenza ai soci che si trovino in condizione di gravissimo disagio economico a seguito dell'improvvisa perdita di fonti reddituali personali e familiari e in assenza di provvidenze pubbliche. È altresì prevista la possibilità di svolgere le predette attività anche attraverso l’istituzione o la gestione dei fondi sanitari integrativi. - Quanto alle altre attività esercitabili, la nuova disciplina, emanata con l'articolo 23 del decreto legge 179 del 2012, comma 3, non fa altro che chiarire quanto già la giurisprudenza e la dottrina avevano avuto modo di individuare nel corso degli anni. Ciò in particolare sia con riferimento dell'ente che non deve causare lo snaturamento del tipo sociale, sia alla sussistenza di un rapporto di strumentalità delle attività accessorie rispetto alle principali, nel senso che le prime servano in sostanza al conseguimento delle seconde (oppure che si tratti comunque di attività attinenti a fenomeni che riguardano la vita e la capacità lavorativa del socio), sia al divieto di svolgere attività di impresa. - Le nuove disposizioni sembrano essere in linea con quanto già stabiliva la normativa originaria. Se una società di mutuo soccorso non svolgerà le attività di cui all'articolo 1 e non rispetterà gli adempimenti previsti dalla legge, non potrà qualificarsi società di mutuo soccorso ai sensi della legge 3818 del 1886, non acquisirà o manterrà la personalità giuridica, non potrà godere dei benefici fiscali tipici delle medesime. Come autorevole dottrina e giurisprudenza hanno affermato, esse potrebbero , in quanto enti che possiedono i relativi requisiti: perseguono uno scopo economico di carattere mutualistico, svolgono cioè attività economiche senza scopo di lucro a vantaggio dei soci; i soci non hanno diritto alla percezione di dividendi e alla restituzione degli importi conferiti all'atto dello scioglimento; hanno una struttura aperta; rispettano il principio del voto capitario. A fronte di tali rinunce, le associazioni mutualistiche non avranno limiti relativi all'oggetto sociale, non saranno obbligate ad iscriversi al registro delle imprese (salvo che non svolgano attività economiche che impongano tale adempimento), all'albo delle cooperative, a sottoporsi alla vigilanza, eccetera. Tutto ciò non può essere considerata una novità perché alle stesse conclusioni si giungeva anche in vigenza della precedente versione della legge 3818 del 1886. - Per ciò che riguarda, invece, quanto previsto al comma 5 dell'articolo 23 del decreto-legge 179/2012 circa l'obbligo di devoluzione del patrimonio ad altre società di mutuo soccorso o ai fondi mutualistici o al bilancio dello Stato in caso di liquidazione o di , la ratio può essere parzialmente individuata nella contiguità delle società di mutuo soccorso alle cooperative, per le quali la medesima devoluzione ai fondi mutualistici è prevista in caso di , secondo quanto previsto dall'articolo 2545-undecies del codice civile. L'aspetto peculiare comunque rimane nella possibilità che le SMS devolvano il patrimonio anche ad altre società di mutuo soccorso. 2 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 INCONTRO FIMIV SU “ADEGUAMENTO DELLE SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO STORICHE E TERRITORIALI ALLA RIFORMA DELLA LEGGE 3818/1886”. ANCONA, 14 SETTEMBRE 2013 Nell’ambito del ricco calendario di iniziative territoriali incentrate sulla riforma della Legge 3818/1886 (DL 179/2012, art. 23) ed ai relativi adempimenti da parte delle SMS/Soms – Fimiv ha organizzato ad Ancona una ulteriore occasione di aggiornamento dedicata alle particolari problematiche delle Società di mutuo soccorso storiche e territoriali. L’iniziativa seminariale, a carattere interregionale, si è tenuta il 14 settembre 2013 ad Ancona, presso il Salone Centro Armatura (Cisl). Come avvenuto nei precedenti incontri, sono stati forniti ai partecipanti alcuni documenti: a) Statuto-tipo SMS con gli opportuni riferimenti alla nuova normativa; b) Vademecum pratico ai fini dell’aggiornamento delle SMS alla riforma della legge 3818, corredato da risposte a quesiti ricorrenti; c) Documento per la Rendicontazione economica annuale; d) Convenzione-tipo per la Mutualità Mediata. Ha presieduto il seminario il presidente della Fimiv, Placido Putzolu, coadiuvato dal presidente della SMS tra Marchigiani a Roma, Giancarlo Marcelli, ed il presidente della SNMS Cesare Pozzo CR Marche, Guido Mantoni. Ha partecipato ai lavori il dott. Mauro Iengo, responsabile dell’ufficio legislativo della Lega nazionale cooperative e mutue, che assiste la Federazione nei rapporti con i Ministeri competenti. Alessandro Molina, presidente di Fimiv Lombardia, interviene al seminario di Ancona JESI: RADICI E SVILUPPO DELLE SMS Sempre sul tema dell’adeguamento della legge 3818/1886 (DL 179/2012, art. 23), si è svolto a Jesi, presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Macerata, sabato 19 ottobre, un convegno dal titolo “Radici e sviluppo delle società di mutuo soccorso - A proposito dell'art. 23 D.L. n. 179 del 2012”. Tale iniziativa accademica ha visto la partecipazione di Eleonora Cutrini (docente di Economia Politica - Università di Macerata), Erik Longo (docente di Diritto Costituzionale - Università di Macerata), Didia Lucarini (docente di Diritto Commerciale - Università di Macerata), Emmanuele Pavolini (docente di Sociologia Economica - Università di Macerata) e Monica Stronati (docente di Storia del Diritto - Università di Macerata). Per la Fimiv è intervenuto il direttore della Mutua Integrativa Campa, Massimo Piermattei e, per Aisms, il presidente Sergio Capitoli. Piermattei ha esposto il punto di vista della Federazione in merito ai risultati ottenuti, ai punti controversi che richiedono ulteriori interventi normativi e all'esigenza di ottenere precise linee - guida interpretative per l'attività di revisione, anche a salvaguardia delle attività culturali a carattere complementare. 3 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 DIRETTIVA EUROPEA SULLE CURE TRANSFRONTALIERE È stato fissato al 4 dicembre 2013Il 25 ottobre 2013 il termine per il recepimento italiano della direttiva europea n. 24/2011 sulle cure transfrontaliere, ossìa sulla possibilità per i pazienti di scegliere liberamente dove farsi curare all'interno dell'Ue. Tale direttiva disciplina i diritti dei pazienti all’assistenza sanitaria transfrontaliera e il rimborso delle spese sostenute, con riferimento sia all’assistenza di base sia alle cure ospedaliere, al fine di garantire la libertà di scelta del paziente sul prestatore di assistenza sanitaria (nell'ambito dell'Unione europea). La direttiva fissa gli obblighi degli Stati membri, anche al fine di garantire la continuità delle cure. In particolare, lo Stato membro di cura ha l’obbligo di prestare l’assistenza sanitaria transfrontaliera conformemente alla propria legislazione in vigore, ai propri standard ed orientamenti di qualità e sicurezza e alla normativa dell'Unione in materia di standard di sicurezza. Ogni Stato membro, inoltre, deve istituire punti di contatto nazionali, al fine di garantire le informazioni ai pazienti sia sui loro diritti in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera sia sui prestatori di assistenza sanitaria dello Stato membro medesimo. I lavori per il recepimento da parte degli stati membri sono partiti in ritardo, in Italia come negli altri Stati membri. Ma ministero della Salute e Regioni sono a lavoro. La matassa non è facile da dipanare, tra tariffario ancora da costruire, sistema autorizzativo da definire, certificati e fatture in tutte le lingue dell'Unione, punti di contatto e censimento delle strutture che erogheranno l'assistenza. Su questo tema, l’AIM (Associazione internazionale delle mutue, cui partecipa Fimiv) e l’organizzazione delle mutue belghe Mutualité Libre (MLOZ), hanno organizzato un seminario congiunto lo scorso 17 settembre, a Bruxelles, al quale hanno partecipato diversi stakeholders del mondo delle mutue di diversi Stati membri, rappresentanti delle istituzioni UE, rappresentanti delle amministrazioni pubbliche della sanità, del settore ospedaliero, farmaceutico, delle assicurazioni. La direttiva sulle cure transfrontaliere, adottata il 9 marzo 2011, è finalizzata a dare maggior chiarezza in merito alle opportunità di usufruire di prestazioni sanitarie in uno Stato membro diverso da quello di provenienza. Dal workshop svolto a Bruxelles, in cui i rappresentanti di vari Stati membri hanno presentato le procedure d’implementazione della normativa nei rispettivi ordinamenti nazionali, è apparso chiaro che il recepimento della direttiva varia fortemente da un paese all’altro: se il Belgio è praticamente pronto a trasporre la direttiva, si è ancora nella fasi iniziali in paesi come la Repubblica ceca e la Croazia, neo Stato membro entrato nell’UE lo scorso 1° luglio. In Belgio la sfida principale consiste nel semplificare e unificare tutti gli strumenti giuridici nazionali già esistenti per le cure transfrontaliere, che prevedono procedure di rimborso differenti. In Croazia, il rimborso delle cure mediche prestate da ospedali privati rappresenta un grande cambiamento; la Repubblica ceca sarà uno tra i pochi paesi che non introdurrà la procedura di pre-autorizzazione contemplata dalla direttiva europea. Si prefigura pertanto una situazione abbastanza complessa, che andrà gestita attentamente soprattutto attraverso un’informazione corretta ai cittadini, sulle cure e le prestazioni effettuate all’estero e rimborsabili nei rispettivi paesi di provenienza. Incertezze esistono sulle reti europee di riferimento, che avranno la funzione di assicurare una miglior cooperazione e la raccolta d’informazioni attraverso gli stati membri. I criteri e le modalità di finanziamento per partecipare a queste reti non sono chiari e alcuni Stati temono un ‘annacquamento’ dei propri standard qualitativi. Altre problematiche si temono per quanto riguarda le prescrizioni mediche, dal punto di vista del soggetto autorizzato a rilasciarle, della lingua, del riconoscimento reciproco tra Stati. Il workshop ha rappresentato una valida opportunità per uno scambio costruttivo di informazioni ed esperienze concrete tra diverse realtà nazionali. Importante sarà il ruolo dell’AIM e delle organizzazioni nazionali delle mutue, nell’accompagnare un processo di recepimento che si preannuncia abbastanza complesso. 4 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 WELFARE E TERZO SETTORE RUOLO E PROSPETTIVE DELLA MUTUALITÀ NEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO CERGAS BOCCONI, MILANO 25 SETTEMBRE 2013 Il giorno 25 settembre 2013, presso l’Università Bocconi di Milano - si è tenuto un importante convegno sul tema: “Ruolo e prospettive della mutualità nel sistema sanitario italiano”. L’iniziativa è stata promossa da Cergas Bocconi (il centro studi del prestigioso Ateneo) in collaborazione con la Fimiv e la Fondazione per la Mutualità Cesare Pozzo. Dopo il saluto introduttivo del prof. Elio Borgonovi (presidente di Cergas Bocconi), ha aperto i lavori il presidente della Fimiv, Placido Putzolu su: “La mutualità integrativa volontaria in campo sanitario”. Il programma della dei lavori ha quindi registrato le seguenti relazioni: Stefano Maggi, Università degli Studi di Siena e presidente Fondazione Cesare Pozzo per la mutualità “Interventi in ambito sanitario nella storia del mutuo soccorso”; Matteo Lippi Bruni, Aiccon Ricerca “Il ruolo delle mutue sanitarie integrative: sintesi di un progetto di ricerca”; Cristina Ugolini, Università degli Studi di Bologna “Condizioni economiche per il successo delle SMS in ambito sanitario”; Carlo De Pietro, Cergas Università Bocconi e OCPS SDA Bocconi “Perché e come differenziare le SMS nel settore dei fondi sanitari”; Marianna Cavazza, Cergas Università Bocconi e OCPS SDA Bocconi “Obiettivi e forme d’intervento in ambito odontoiatrico”; Francesco Longo, Cergas Università Elio Borgonovi, presidente di Cergas Bocconi Bocconi “Obiettivi e forme d'intervento in ambito di Long Term Care. IN ATTESA DELLA PUBBLICAZIONE DEGLI ATTI DEL CONVEGNO, SI RIPORTA DI SEGUITO UNA SINTESI DEGLI INTERVENTI. LA MUTUALITÀ INTEGRATIVA VOLONTARIA IN CAMPO SANITARIO Una società di mutuo soccorso (più sinteticamente mutua) è un soggetto non lucrativo con personalità giuridica ai sensi della legge istitutiva (legge n. 3818 del 1886, recentemente aggiornata dal decreto “Crescita bis” n. 179/2012, art. 23), che persegue finalità di interesse generale, sulla base del principio costituzionale della sussidiarietà. Come prevede la citata legge di riferimento (n. 3818 del 1886), le società di mutuo soccorso svol¬gono attività di copertura economica di biso¬gni assistenziali sociali e/o sanitari a favore dei soci e dei loro familiari a seguito di malattia, inabilità al lavoro o decesso. Il socio versa una quota associativa uniforme a parità di tutele, il cui valore non è mai in re¬lazione al rischio individuale. La quota annua di adesione afferma un rapporto di tipo associa¬tivo e non contrattuale in cui il socio è parte attiva della collettività associata e solamente lui può decidere quando uscirne. Egli determina la destinazione delle risorse e ne controlla la gestione attraverso la partecipazione demo¬cratica, mettendo in risalto il principio della condivisione solidale del danno il cui onere è ripartito sull’intera base associativa. Le prestazioni sussidiate comprendono ogni genere di spesa medico-sanitaria: ricoveri, inter¬venti, accertamenti diagnostici, visite speciali¬stiche, oculistica e lenti da vista, cure odonto¬iatriche, ma sono anche previste integrazioni economiche per carichi di spesa sociosanitaria e assistenziale domiciliare, protesi e presidi sa¬nitari. Sussidi socioeconomici sono altresì ero¬gati a integrazione dello stipendio, in caso di prolungati periodi di assenza dal lavoro per malattia o infortunio, o a sostegno del nucleo familiare del socio, in caso di inabilità perma¬nente al lavoro o decesso. Nell’ambito degli interventi di assistenza sono anche previste erogazioni economiche per gravidanza a rischio e per parto o adozione. 5 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 Le mutue sanitarie, pur in presenza di un limite di età per l’adesione iniziale (mediamente tra 65 e 75 anni) garantiscono l’assistenza per tutta la vita perché non esercitano mai il diritto di recesso. I lavoratori possono restare iscritti anche al termine del rapporto di lavoro. Fimiv svolge un ruolo di rappresentanza, promozione, sviluppo e difesa delle istanze delle società di mutuo soccorso, fornendo alle proprie associate assistenza e servizi di sostegno. Fimiv aderisce a Legacoop (Lega nazionale delle cooperative e mutue), all’Aim (Associa¬zione internazionale delle mutualità) e parte¬cipa al Forum del terzo settore. La mutualità in Europa In Europa, la mutualità è molto diffusa e consistente. La forma mutualistica è riconosciuta nella maggior parte degli Stati membri anche se le legislazioni nazionali che orientano l’operato delle mutue sanitarie presentano numerose differenziazioni. In alcuni paesi, svolge un fondamentale ruolo di partenariato al servizio pubblico; in altri, come da noi in Italia, svolge un ruolo integrativo al sistema universalistico nazionale. Il 14 marzo 2013 il Parlamento europeo ha adottato all’unanimità il parere d’iniziativa sullo Statuto della Mutualità Europea, contenuto nel documento formulato ed approvato congiuntamente dalla Commissione giuridica e Occupazione e dalla Commissione Affari sociali, con il quale si chiede alla Commissione Europea di procedere alla emanazione di un Regolamento sullo Statuto della Mutualità. Proprio a seguito dei diversi pronunciamenti del Parlamento europeo, la Commisione UE sta ora aprendo il dossier dello statuto della mutua europea, che dovrebbe consentire alla realtà mutualistica, anche quella italiana, di dispiegare ulteriormente la sua missione. Fondi integrativi sanitari Le società di mutuo soccorso sono espressamente indicate tra i soggetti chiamati ad istituire o a gestire i Fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale (art 9 D.Lgs. n. 229/99) e sono pertanto non solo pienamente legittimate, ma anche quelli più qualificate per le loro caratteristiche mutualistiche (assenza di scopo lucrativo e finalità esclusivamente assistenziali) per fornire un contributo rilevante alle esigenze di integrazione sanitaria dei cittadini. Una mutua è di fatto un fondo aperto a tutti i cittadini che possono aderirvi individualmente e avvalersi delle prestazioni di assistenza, beneficiando della detraibilità fiscale dei contributi associativi annui versati (D. Lgs. 460/97). Una mutua può inoltre essere soggetto attivatore di accordi/contratti aziendali e istitutivo di fondi sanitari aziendali: i contributi versati per la copertura delle prestazioni erogate godono della deducibilità fiscale agli effetti dell’art. 51 del Tuir, DPR 917/86. In questo caso una mutua può diventare un fondo pluriaziendale così come accade per le casse. Una mutua può assumere anche la sola funzione di gestore tecnico delle prestazioni erogate da un fondo aziendale o di categoria autonomamente costituito instaurando con esso un rapporto di mutualità mediata: il fondo diventa socio della mutua ed esso eroga ai propri iscritti le prestazioni attraverso la mutua gestore. Lo stesso meccanismo si può applicare al rapporto tra due società di mutuo soccorso. Le gestioni delle coperture sanitarie integrative affidate alle società di mutuo soccorso garantiscono la piena applicazione dei principi mutualistici: • assenza di fini lucrativi; • principio della porta aperta; • nessuna discriminazione delle persone assistite e garanzia di assistenza per tutta la vita (le società di mutuo soccorso non esercitano mai il diritto di recesso); • partecipazione democratica delle persone assistite che diventano soci della società di mutuo soccorso. Anche in relazione allo sviluppo dei fondi sanitari integrativi, occorre far comprendere all’opinione pubblica la grande differenza fra società di mutuo soccorso e assicurazioni, fra socio e assicurato, fra integrazione della sanità pubblica e privatizzazione della stessa. Sussidiarietà e welfare community: progetto salute Legacoop Nella costruzione di un sistema di welfare capace di beneficiare dei processi di innovazione sociale partecipata, ovvero composta da relazioni sociali, forme di collaborazione, fiducia, coinvolgimento diretto dei beneficiari, le 6 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 mutue sanitarie integrative possono rivestire un ruolo importante nella direzione di rendere maggiormente compatibile gli obiettivi di universalità dello Stato sociale con la sostenibilità economica del sistema. Una delle strategie perseguibili per rendere sostenibile l’universalismo sanitario, è quella di responsabilizzare maggiormente gli stessi cittadini, attraverso realtà in grado di aggregare una domanda consapevole ed informata rispetto alle problematiche in ambito sanitario e socio-sanitario. Le società di mutuo soccorso sono entità sociali che possono aiutare a sviluppare ed esercitare nella comunità quel protagonismo competente necessario ad organizzare e condividere progetti utili e migliorativi dei livelli di welfare. Le persone devono e possono essere aiutate a maturare questa consapevolezza, a fare propria una cultura comunitaria e le organizzazioni sociali volontarie sono i primi attori di questo processo. Legacoop, di cui Fimiv è organismo di settore, ha lanciato recentemente una proposta di filiera del buon vivere che punta alla costruzione di reti assistenziali di prossimità a modulazione variabile in funzione della complessità del bisogno, il cui onere economico possa essere compensato per mezzo di strumenti a contribuzione mutualistica, integrativi alla copertura pubblica. Si tratta di un progetto innovativo di filiera, che va nella direzione della costruzione di un network territoriale tra cooperative e mutue. Un progetto che vede impegnati i diversi settori di utenza e di servizi della cooperazione nell’area del welfare (società di mutuo soccorso sanitarie, cooperative sociali, cooperazione di medici, cooperative di abitazione, cooperative di consumo), con particolare attenzione agli interventi di assistenza domiciliare, di utilizzo appropriato delle risorse sul territorio, di riduzione dei tempi di attesa negli accertamenti diagnostici, in una logica di integrazione, non di sostituzione o di concorrenza, ai livelli essenziali di assistenza erogati dal servizio pubblico. GLI INTERVENTI IN AMBITO SANITARIO NELLA STORIA DEL MUTUO SOCCORSO Le società di mutuo soccorso nacquero nel corso del 1800 per fare fronte ai bisogni di assistenza e di previdenza degli operai, degli artigiani, degli impiegati e in genere dei lavoratori che vivevano nelle città, i quali in caso di problemi di salute non erano in grado di superare le avversità. Grazie al pagamento di una piccola quota associativa, garantivano sussidi a chi si trovava in una situazione di bisogno, prevista secondo casistiche contenute negli statuti o nei regolamenti. Occorre tenere presente che non esisteva nessuna forma di servizio sanitario, pertanto in caso di malattia del capo famiglia la moglie e i figli piccoli erano ridotti alla fame, o nella migliore delle ipotesi erano costretti a chiedere aiuto a parenti e amici. Fin dall’inizio le società di mutuo soccorso ebbero il compito di aiutare i propri iscritti con sussidi di infortunio, di malattia o di morte; inoltre venne talvolta garantito il medico gratuito ai soci e ai loro familiari. Nell’assenza del servizio sanitario, la mutualità volontaria svolgeva un ruolo fondamentale, tanto che nel 1886 fu emanata la legge 3818 per garantire alle società mutualistiche il riconoscimento legale, che veniva concesso purché si occupassero di una delle seguenti attività: assicurare ai soci un sussidio nei casi di malattia, di impotenza al lavoro o di vecchiaia; venire in aiuto alle famiglie dei soci defunti. Numerosi furono i provvedimenti statali di legislazione sanitaria emanati tra il 1901 e il 1913, come l’istituzione delle farmacie comunali e i provvedimenti per la cura e la profilassi della malaria basati sulla distribuzione gratuita del chinino. Nonostante le prime tutele pubbliche, il ruolo delle società di mutuo soccorso rimase rilevante almeno fino al ventennio fascista. Le tradizionali società di mutuo soccorso volontarie rappresentavano una forma di auto-organizzazione che il fascismo mal tollerava, nel suo tentativo di ricondurre l’associazionismo e l’assistenza sociale sotto il controllo dello Stato, anteponendo a tutto l’interesse nazionale. Pertanto si cercò di assorbirle in enti previdenziali di matrice padronale o parastatale, controllati dal regime. Per estendere le tutele mutualistiche a tutte le categorie sociali, furono istituite numerose casse, mutue aziendali, interaziendali e professionali, i cui amministratori erano nominati dall’alto anziché essere eletti dai soci. 7 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 Per quanto riguarda il mutualismo volontario tradizionale, si ebbe un ridimensionamento del fenomeno, passando da 5.719 mutue volontarie con 885.400 soci nel dicembre 1924, a 3.448 società di mutuo soccorso con 404.600 soci nel dicembre 1939. Dopo la seconda guerra mondiale e fino al 1978 – quando si formò il servizio sanitario nazionale – furono costituite grandi mutue di categoria per le tutele sanitarie, che organizzavano in proprio l’assistenza, con sperequazioni tra le varie categorie. La più grande di queste mutue era l’Inam (Istituto nazionale per l’assicurazione contro le malattie), nato nel 1943 come Ente mutualità fascista, al quale nel 1947 fu cambiato nome. L’Inam assisteva i lavoratori privati, mentre l’Enpas (Ente nazionale previdenza e assistenza ai dipendenti statali) si dedicava ai dipendenti pubblici. Altre mutue furono fondate come volontarie per le categorie non interessate dalle coperture statali; ad esempio, nel 1958, la Cassa assistenza malattie professionisti e artisti (Campa), che all’inizio forniva l’assistenza medica diretta, con l’auspicio di arrivare anche all’assistenza farmaceutica. In definitiva, dall’Ottocento al Novecento, il mutuo soccorso si è sempre in buona parte dedicato alle esigenze sanitarie dei soci, adattando la sua presenza al contesto sociale e alle coperture pubbliche. IL RUOLO DELLE MUTUE SANITARIE INTEGRATIVE: SINTESI DI UN PROGETTO DI RICERCA Diverse società di mutuo soccorso, nate a fine Ottocento quale risposta organizzata della classe operaia al verificarsi di situazioni di difficoltà dei singoli (malattia, incidenti, morte dei parenti, ecc.), nonostante l’istituzione nel 1978 del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), riuscirono a sopravvivere grazie alla possibilità, prevista dalla legge n. 833/1978, di integrare l’offerta pubblica di servizi sanitari e socio-sanitari da parte di soggetti privati. Oggi, il contesto socio-economico del nostro paese evidenzia una rapida modificazione dei bisogni di tutela e della domanda di assistenza, nonché una difficoltà crescente del sistema pubblico a convogliare adeguati volumi di risorse e a proporre modelli di intervento sufficientemente flessibili. Alla luce di tali premesse, l’indagine condotta e conclusasi nella prima metà del 2012 scaturisce da esigenze complementari: da un lato esiste fra gli studiosi un crescente interesse conoscitivo per soluzioni organizzative che si propongano di rinnovare il sistema di protezione sociale; dall’altro, le organizzazioni mutualistiche, attraverso FIMIV, “Federazione Italiana della mutualità integrativa volontaria”, hanno manifestato l’esigenza di un approfondimento analitico dell’attività da esse svolta. La ricerca ha analizzato le modalità di organizzazione e di intervento delle società di mutuo soccorso attive oggi in Italia nei settori sanitario e socio-sanitario, muovendo da una ricostruzione del ruolo che tali organizzazioni hanno svolto storicamente per il sostegno dei propri associati che versavano in condizioni di fragilità quali malattia, disabilità o decesso dei congiunti, delineandone il loro assetto giuridico e le caratteristiche distintive e tendenze più recenti proprie dell’attività delle organizzazioni mutualistiche (tale illustrazione è stata possibile grazie all’analisi di un ampio materiale istituzionale messo a disposizione dalle società di mutuo soccorso (statuti e regolamenti, bilanci economici e sociali, ecc). Inoltre, è stato analizzato il contributo che le mutue sanitarie, e più in generale le organizzazioni del Terzo settore, possono apportare al rinnovamento del sistema di welfare alla luce dell’odierno contesto socio-economico, nonché sono stati affrontati, in particolare, i problemi relativi alla protezione contro i rischi connessi alla salute in presenza di un soggetto pubblico dominante, quali: l’analisi comparativa finalizzata ad inquadrare il tema dell’integrazione delle coperture sanitarie nel contesto europeo; il ruolo del Sistema Sanitario Nazionale italiano e i limiti delle possibilità di intervento di fronte ai vincoli macroeconomici e al differenziarsi della domanda di assistenza; l’evoluzione normativa sul ruolo dei fondi sanitari integrativi. Ulteriore obiettivo della ricerca condotta è stato quello di analizzare il valore aggiunto della mutualità sanitaria integrativa all’interno del sistema di welfare nazionale. A fronte della crisi del sistema pubblico di protezione sociale, 8 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 oggi le mutue sanitarie integrative si trovano davanti a nuove sfide ed opportunità: il valore aggiunto della mutualità sanitaria integrativa, evidente soprattutto nel caso di prestazioni ad alto contenuto sociale piuttosto che sanitario (ad esempio, assistenza ad anziani non autosufficienti), deriva dalla capacità di coniugare all’interno delle attività condotte sia aspetti economici (legati alla dimensione dell’efficienza), che sociali (connessi alla rete di relazioni con la base sociale e il proprio personale e, quindi, alla produzione dei cd. beni relazionali), ma anche culturali (che rimandano direttamente ai principi e ai valori espressi nella loro mission) ed istituzionali (in particolare, in termini di capacità di generare capitale sociale e, quindi, rispetto alla dimensione relazionale esterna). CONDIZIONI ECONOMICHE PER IL SUCCESSO DELLE SMS IN AMBITO SANITARIO Negli ultimi anni è emersa con forza la necessità di ridefinire l’intervento pubblico nell’ambito dei sistemi di protezione sociale, a fronte di importanti mutamenti demografici ed economici. Anche i processi di terziarizzazione e di flessibilizzazione dei rapporti di lavoro hanno accentuato la frammentazione categoriale dei rischi creando difficoltà aggiuntive per quanto riguarda l’adeguatezza degli attuali strumenti della protezione sociale, in un contesto in cui la globalizzazione, con l’accresciuta mobilità internazionale dei beni e dei fattori, limita oggi molto più che in passato l’autonomia fiscale degli stati nazionali e quindi tende in prospettiva a diminuire sempre più la copertura offerta. Queste trasformazioni hanno posto una serie di vincoli e fatto emergere nuovi bisogni di copertura dei rischi sociali, sottolineando l‘esigenza di un complessivo riadattamento dei sistemi di welfare, con una domanda più differenziata di tutela a cui dovrebbe corrispondere un diverso indirizzo della protezione sociale che superi gli schemi di protezione resi obsoleti dai processi di cambiamento e tenga al tempo stesso sotto controllo la dinamica dei costi. In generale, al di là delle diverse impostazioni, il compito prevalente che emerge nei sistemi maturi di welfare è l’attribuzione allo Stato del compito di gestione dell’elevata complessità sociale e istituzionale, con l’obiettivo di coordinare e integrare le forme di assistenza pubbliche esistenti con i programmi di intervento promossi autonomamente dai cittadini e con le risposte assicurate dai sistemi di sostegno informale delle reti familiari, valorizzandone il ruolo e favorendo cosi il rafforzamento di un rapporto sinergico fra mercato privato e welfare pubblico. A fronte di questi elementi, la recente letteratura economica sottolinea l’esigenza di trasformare il welfare state nella direzione di una welfare society a cui si avvicina il modello di welfare “sussidiario” o modello civile di welfare che sta caratterizzando sempre più il nostro paese. Due le possibilità prefigurate. Una situazione denominata welfare mix in cui gli enti pubblici conservano il monopolio della committenza, pur rinunciando, in tutto o in parte, al monopolio della gestione dei servizi. Nella effettiva erogazione dei servizi si avvalgono della collaborazione e del concorso dei soggetti del Terzo settore, ma questi devono intervenire ex post, cioè nella fase della implementazione delle decisioni prese a livello politico. Oppure, in una prospettiva di maggiore coinvolgimento per la società civile, quello che viene chiamato welfare plurale, in cui ai soggetti della società civile si attribuisce un ruolo di collaboratori attivi anche nel processo di programmazione degli interventi e nella adozione delle conseguenti scelte strategiche. Ciò, a sua volta, presuppone che la società civile si organizzi in maniera adeguata per trovare il modo di convertire i bisogni concreti in un’offerta di prestazioni che sia rispettosa dell’autonomia personale. E’ in particolare dal lato della domanda che il nuovo sistema sociale è chiamato a rinnovarsi con forza per fare in modo che la strutturazione dell’offerta avvenga a partire dall’espressione della domanda, in un contesto in cui il soggetto pubblico si rinnova integrando la sua dimensione solidaristica con l’apporto di una pluralità di componenti operanti in particolare nell’ambito del terzo settore e dell’economia civile. In questo contesto, trova oggi nuove ragioni di essere la Mutualità Sanitaria Integrativa capace di porre al centro del proprio agire una ripartizione rischi che prescinde da fenomeni di selezione a danno dei soggetti ad alto rischio e che colloca la dimensione relazionale fra gli aderenti al centro della propria azione sociale ed economica. Nella costruzione di un welfare basato su forme partecipate di innovazione sociale, ovvero composta da relazioni sociali, forme di collaborazione, fiducia, coinvolgimento diretto dei beneficiari, le Mutue Sanitarie Integrative possono rivestire un ruolo importante nella direzione di rendere maggiormente compatibili gli obiettivi di 9 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 universalità dello Stato sociale con la sostenibilità economica del sistema. Esse possono contribuire in particolare a responsabilizzare maggiormente gli stessi cittadini, favorendo l’aggregazione di una domanda consapevole ed informata rispetto alle problematiche in ambito sanitario e socio-sanitario. Per raggiungere con efficacia i propri obiettivi, le Società di Mutuo Soccorso, necessitano, da un lato, di un cambiamento culturale, a partire da un ripensamento dei concetti di innovazione, imprenditorialità, coesione sociale e sostenibilità, in grado di ricollocare il ruolo della mutualità nel mutato contesto sociale e sanitario; dall’altro, di essere in grado di individuare e valorizzare il loro valore sociale, sia nella prospettiva dei soci che delle risorse umane interne. In tale prospettiva, la ricerca svolta dagli autori sull’attività delle Mutue Sanitarie Integrative e pubblicata nel 2012 per l’editore il Mulino ha permesso di acquisire fornire elementi quantitativi di valutazione e di evidenziare tanto i punti di forza e le opportunità di sviluppo, quanto gli elementi di criticità che la mutualità dovrà affrontare per rispondere alle sfide proposte da un contesto socio-economico in profondo e rapido cambiamento quale quello sopra descritto. PERCHÉ E COME DIFFERENZIARE LE SMS NEL SETTORE DEI FONDI SANITARI Le Società di Mutuo Soccorso operanti in ambito sanitario si trovano oggi confrontate alla crescente concorrenza dovuta al rapido diffondersi di coperture assicurative sanitarie private promosse da datori di lavoro e contrattazione collettiva. Tali forme di copertura assicurativa erano fino a pochi anni fa appannaggio esclusivo di pochi individui, negli ultimi anni invece tali coperture sono state progressivamente estese a numerosi lavoratori e alle loro famiglie, soprattutto attraverso i contratti collettivi nazionali di lavoro o accordi sindacali presi nelle singole aziende. Così facendo, ad avere una copertura sanitaria privata sono oggi anche molti quadri, impiegati, operai, attivi in un numero crescente di settori economici. Pur non disponendo di una fotografia reale del fenomeno “mutue, casse, assicurazioni e fondi sanitari”, si può ragionevolmente stimare in oltre 12 milioni (Censis 2013, p. 5) il numero di persone dotate di una qualche forma di copertura privata sanitaria (la copertura differisce molto tra i piani assicurativi, parallelamente ai premi o ai costi pro-capite, che vanno da poche decine di euro a quasi duemila euro per le coperture più ricche e generose). Se un italiano su cinque dispone di una copertura assicurativa sanitaria privata e il loro numero continua ad aumentare, è evidente che gli spazi del potenziale mercato per le SMS si riducono. In altre parole, lo spazio di azione dei fondi e il loro posizionamento devono essere pensati in relazione alla profonda e rapida evoluzione del settore. Al fine di capire quali sono gli obiettivi e quali le possibili forme di differenziazione delle SMS, è allora utile identificarne punti di debolezza e di forza, opportunità e minacce di mercato riconducibili alle SMS, a confronto con gli altri attori che operano nel settore dei fondi sanitari: 1. PUNTI DI FORZA: il primo carattere distintivo delle SMS riposa sulla loro storia e sulla fiducia che si sono guadagnate con il loro operato. Le SMS non sono “fornitori anonimi” di servizi di tutela e promozione sociale, ma sono invece attori spesso radicati nelle collettività locali o nella storia dei “mestieri”. Il lavoro volontario di cui spesso si avvalgono funge da motore di trasmissione e da testimone credibile della loro natura mutualistica, orientata al finalità sociali, priva di scopi di lucro. Per apprezzare la misura di tale elemento, basta paragonarlo alla notorietà e alla fiducia di cui godono gli altri attori del settore. Ebbene, al di là di poche compagnie di assicurazione operanti nel mercato, gli altri attori – anche i principali – non godono di alcuna riconoscibilità presso il pubblico. 2. PUNTI DI DEBOLEZZA: il principale elemento di debolezza di tante SMS riguarda il numero limitato di iscritti. Il problema qui non è tanto di natura assicurativa, poiché i rischi legati al basso numero di iscritti può ragionevolmente essere superato dalla sottoscrizione di una polizza assicurativa. Le criticità riguardano invece le basse economie di scala, che possono comportare alto costi amministrativi, debole potere contrattuale nei confronti dei provider dei servizi sanitari, difficoltà nel governare la domanda di prestazioni e nel verificare la loro qualità. 3. OPPORTUNITÀ: le principali opportunità di mercato per le SMS sono riassumibili nella debolezza del sistema pubblico e nella necessità che il nostro paese ha di riconfigurare la copertura dei rischi economici della non autosufficienza. 10 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 4. MINACCE: importanti “minacce” allo sviluppo delle SMS sono un possibile ulteriore e diffuso sviluppo dei fondi sanitari originati nella contrattazione collettiva di lavoro nazionale o decentrata e l’ulteriore indebolimento del Servizio Sanitario Nazionale, qualora le SMS vogliano giocare un ruolo realmente integrativo. OBIETTIVI E FORME D’INTERVENTO IN AMBITO ODONTOIATRICO È evidente ormai la presenza di una scarsa equità nell’accesso alle cure odontoiatriche. L’assistenza in questione è stata sempre un’area residuale della copertura SSN, e tale situazione è stata in qualche modo sancita con la sua esclusione dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Inoltre l’analisi multiscopo dell’ISTAT, seppure ormai del 2005, fotografa il notevole sforzo finanziario sostenuto direttamente dai pazienti e l’impatto che tale situazione ha sulla frequenza e sulle modalità di accesso. Bisogna perciò individuare gli obiettivi e gli strumenti delle principali tipologie di politiche di intervento per ovviare a questa situazione e proporre una prima valutazione della loro efficacia attraverso la reazione degli attori coinvolti. 1. Gli obiettivi delle politiche di intervento possono essere individuate in due grandi tipologie: a. Garantire la copertura finanziaria solo alle fasce deboli della popolazione e in particolare a persone con fragilità di tipo sociale e sanitario oltre ai cittadini nell’età evolutiva. Nell’applicare questo principio, si è tuttavia riprodotta una situazione di iniquità interregionale, in quanto le modalità di attuazione delle regioni sono assai disomogenee tra loro. b. Facilitare l’accesso del resto della popolazione attraverso tre categorie di strumenti che sono stati fino ad ora solo progettati o parzialmente utilizzati o pienamente applicati. i. Supporto finanziario: si tratta di uno strumento più frequentemente proposto (proposta di legge regionali del Friuli Venezia-Giulia di offrire garanzie bancarie per prestiti finalizzati all’impianto di protesi) che effettivamente utilizzato (nel 2009 bonus della regione Lombardia per la popolazione al di sotto dei 14 anni). ii. Calmierare il mercato ossia garantire dei prezzi / tariffe al di sotto di quelle del mercato dei liberi professionisti privati attraverso: iii. Convenzioni dirette con dentisti privati: si tratta di operatori per conto di assicurazioni e fondi integrativi sanitari o di società di mutuo soccorso (SMS) (e cooperative che si appoggiano alla rete delle SMS) che costruiscono una rete di professionisti privati disposti ad adottare un tariffario concordato per i pazienti loro iscritti. iv. Condividere il rischio che nel caso dell’odontoiatria è altamente frequente per prestazioni non eccessivamente costose. Queste caratteristiche dell’accesso alle prestazioni odontoiatriche rendono questa area poco attraente per un ente assicurativo. La risposta a questi obiettivi per l’assistenza odontoiatrica è stata, da parte dei dentisti italiani, dopo un iniziale rifiuto di strategie mirate a calmierare i prezzi di mercato attraverso convenzioni o altre modalità sopra citate, una sostanziale accettazione di queste iniziative. I fondi sanitari integrativi chiusi, invece, hanno reagito al loro coinvolgimento nell’area dell’odontoiatria, impegnando solo il volume di risorse necessario ad ottemperare alle condizioni della normativa e utilizzando tutti gli strumenti cautelativi tipici dell’assicuratore, dalla franchigia ai tetti del numero di prestazioni a cui accedere o a quote aggiuntive alla polizza di base. Infine, i fondi sanitari integrativi aperti, hanno chiaramente delle difficoltà ad intervenire in un campo caratterizzato da un rischio elevato benché da un costo contenuto delle prestazioni (ad esempio, rispetto a quelle ospedaliere). La strada scelta sembra, quindi, essere sia di adottare strategie simili a quelle sopra descritte per i fondi sanitari chiusi sia di assumere il ruolo di guida dei propri iscritti nella mare dell’odontoiatria low-cost limitando situazioni di asimmetria informativa a svantaggio dei pazienti. In conclusione l’assistenza odontoiatrica è certamente un’area scoperta da parte del SSN che richiede degli interventi di tipo integrativo rispetto a quest’ultimo. Tuttavia, le caratteristiche di questo tipo di assistenza rendono assai complesso qualsiasi intervento teso a superare situazioni di iniquità nell’accesso che implicano a loro volta bisogni non soddisfatti. A fronte di una simile situazione, la via più immediata per superarla è perseguire strategie mirate alla piena condivisione del rischio con i cittadini in modo da garantire loro equità nell’accesso. Tuttavia, esperienze passate e presenti in questo ambito hanno dimostrato la loro difficile sostenibilità economica, richiedendo il ricorso a 11 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 strumenti tesi proprio a limitare la condivisione del rischio oppure a farlo in cambio di ingenti risorse, riproponendo di fatto problemi di equità. La via di fatto più facilmente percorribile, benché di efficacia più limitata in termini di superamento di iniquità nell’accesso, è ricorrere ad attori, dotati di un proprio capitale di riconoscibilità sociale, che svolgano tre ruoli: il primo è di collettore di risorse, costringendo di fatto i cittadini ad accantonarle per questo tipo di bisogno spesso ritenuto residuale; il secondo è di guida dei pazienti nel mercato dell’assistenza odontoiatrica, individuando il miglior rapporto qualità / prezzo e consentendo così di superare situazioni di asimmetria informativa tra dentista e paziente; il terzo è limitare la necessità dei liberi professionisti di scaricare completamente il rischio di impresa sui propri clienti attraverso le garanzie di flusso certo di domanda. OBIETTIVI E FORME D'INTERVENTO IN AMBITO DI LONG TERM CARE La LTC riguarda molteplici categorie di persone che hanno bisogni stabili e spesso progressivamente peggiorativi di assistenza: gli anziani, i disabili bambini o adulti dalla nascita o acquisiti, le persone affette da patologie invalidanti o da grave disagio psichico. In questa sede analizzeremo solo la prima categoria (anziani non autosufficienti) perché è la componente maggioritaria e perché viene proposta come caso esemplificativo, che può poi essere contestualizzato su tutti gli altri cluster di LTC. La popolazione over 65 anni nel nostro paese è pari a circa 12.300.000 persone, e si stima che siano in condizioni di non autosufficienza circa 2.275.000 anziani. L’Italia spende meno per il proprio welfare rispetto a paesi come Francia e Germania. Rispetto ai circa 7.000 euro procapite che l’Italia ha destinato al proprio welfare, la Francia ne alloca circa 10.000 e la Germania 9.000. Il PIL procapite italiano è inferiore a quello degli altri paesi e questo spiega in parte il differenziale di spesa in protezione sociale. Contrariamente alla retorica diffusa, l’incidenza della spesa per il welfare sul PIL in Italia è pari a circa il 27%, al 32,7% in Francia, al 28,4% in Germania. Il peso relativo della spesa di welfare sulla spesa pubblica complessiva è il 53,3% in Italia, il 58,5% in Francia, il 63,3% in Germania . Le risorse investite sulla popolazione anziana sono una componente consistente del welfare, e sono ripartite prevalentemente su 4 aree: il sistema previdenziale, che vale da solo il 53% del welfare complessivo del nostro paese; i trasferimenti finanziari alle famiglie per assistenza, erogati dall’INPS a fronte di condizioni di non autosufficienza; le risorse che le AUSL allocano per i servizi reali in ambito sociosanitario (le strutture residenziali per anziani, i centri diurni integrati, la stessa assistenza domiciliare integrata); la spesa dei comuni per i loro servizi sociali (soprattutto di assistenza domiciliare e di integrazione delle rette per strutture protette per pazienti indigenti) destinati agli anziani. L’esito, peculiare del modello italiano, è stato la generazione di due sistemi di offerta paralleli e separati. Il primo sistema è quello governato dagli enti locali e dalle regioni attraverso le AUSL, composto da una offerta di prestazioni che i comuni e le AUSL finanziano in parte o in toto. Le prestazioni sono di norma erogate da organizzazioni private profit o non profit, in misura sempre più residuale dai soggetti pubblici. In regioni con sistemi di welfare particolarmente sviluppati, come Emilia – Romagna e Lombardia, questo sistema di offerta riesce a prendere in carico circa il 30% della popolazione in condizioni di non autosufficienza. Il secondo sistema di offerta è quello delle cure informali: le famiglie, dotate di trasferimenti per la non autosufficienza, integrati con le proprie pensioni o con il proprio patrimonio, acquistano direttamente servizi nel mercato del lavoro di cura informale, dalle cosiddette “badanti”. Questo secondo mercato ha un numero di occupati superiore a quello dell’intero SSN (le badanti in Italia sono più di 700.000, mentre i dipendenti del SSN sono circa 650.000): in provincia di Bologna si tratta di un mercato (stimato) da circa 280 milioni di Euro, a Milano città attorno ai 320 milioni. Con una sintesi estrema: il sistema pubblico sostiene due differenti mercati: il primo finanziato esclusivamente (o quasi) con risorse pubbliche, più concentrato, ma più ristretto, che copre circa il 30% dei bisogni e non necessariamente i più gravi. Il secondo finanziato sia con risorse pubbliche sia con redditi e risparmi delle famiglie, estremamente frammentato, ma molto più ricco e più ampio a cui si rivolge la generalità rimanente della popolazione anziana non autosufficiente. Il settore della LTC in Italia è frammentato e disperso, perciò è difficile capire cosa sia già garantito da assicurazioni 12 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 del welfare pubbliche e cosa no. Questo rende difficile se non impossibile per soggetti del comparto delle mutue o assicurativo inserirsi con chiarezza in questo settore. Infatti, nonostante una previsione normativa che impone con decisione alle mutue e assicurazioni di concentrarsi anche sulla LTC per ottenere significativi incentivi fiscali, esse stentano, giustamente, a investire in questo ambito, proprio a causa dell’incertezza dei confini dell’oggetto da assicurare. Per cui, le soluzioni potrebbero essere quelle di assicurare nell’arcipelago incompleto dei servizi di welfare i buchi palesemente e sicuramente scoperti dalla garanzia pubblica; cercare di modificare lo scenario in essere, per renderlo più razionale e coordinato, alla luce delle risorse già in campo oppure allearsi con un sistema di produttori che operano a livello locale ma su una base territoriale sufficientemente estesa (es. di AUSL o provincia): i produttori dovrebbero essere in grado, proprio perché in rete o fusi tra di loro, di offrire l’intera filiera dei servizi per anziani (ADI, SAD, vacanza assistenziale, centro diurno, ricovero, ecc.), costituendo una rete locale in grado di intercettare buona parte o tutta la committenza pubblica proveniente da AUSL e da enti locali, ricomponendo a valle il portafoglio di risorse pubbliche a disposizione delle famiglie, evitando quindi ad esse il difficile lavoro di identificazioni dei vari servizi da integrare. CONTRIBUTI DALLA TAVOLA ROTONDA La seconda parte del convegno ha registrato una tavola rotonda , moderata da da Giorgio Fiorentini (CERGAS Università Bocconi) con interventi di Giovanni Bissoni, presidente dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas), Franco Bonanni, direttore dell'Agenzia sanitaria regionale ligure e Angelo Lino Del Favero, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria delle Molinette di Torino. Bissoni ha incentrato il suo intervento sulla mancanza di fondi a disposizione dei sistemi sanitari regionali. Il Sistema Sanitario Nazionale, nel suo insieme, deve fare delle scelte coraggiose, deve decidere chi e come tutelare: “non è possibile continuare con finanziamenti a pioggia, che sono totalmente insufficienti in alcuni casi e inutili sprechi in altri”. Per questo, conclude il presidente dell’Agenas, occorre una maggior collaborazione tra il SSN e i fondi sanitari integrativi, che possono meglio verificare le varie esigenze concrete della cittadinanza. Altro ruolo centrale, potrebbe essere quello delle società di mutuo soccorso, anche come gestori di questi fondi, in quanto queste realtà sono molto legate ai territori e ne possono interpretare correttamente le priorità. Di seguito a prendere la parola è stato Franco Bonanni, il quale si è soffermato sull’esigenza, da parte della sanità regionale, di rapportarsi in maniera più cooperativa e collaborativa con i sistemi sanitari integrativi, che stanno venendo alla luce. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche l’intervento del direttore dell'Azienda Ospedaliera Universitaria delle Molinette, Angelo Lino Del Favero, il quale, ribadendo la necessità di una maggior collaboratività tra la sanità pubblica e quella integrativa, ricorda che mentre nel Nord Italia quest’ultima è in via di rafforzamento, nel sud, permangono delle difficoltà per il suo sviluppo. Prima di concludere i lavori, il convegno si avvale di contributi dal pubblico. Tra questi interviene Valerio Ceffa, direttore di Insieme Salute Lombardia, che ricorda come le mutue integrative, nonostante le difficoltà che hanno per emergere mediaticamente a livello di massa - i grandi Media raramente le tengono in considerazione - a livello territoriale sono parte integrante del tessuto, non solo economico, della società civile. 13 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 VITA DEL MOVIMENTO ALGHERO: INCONTRO DELLA MUTUALITÀ SARDA La mutualità si esplica attraverso I'operato di organi che, singolarmente o in contesti di più ampio respiro, sono volti alla soluzione di problemi sociali in senso lato. Alla base della piramide, funzionale ma non gerarchica, che sembra emergere dall'attuale organizzazione della mutualità, trovano collocazione, con il ruolo di primissimo piano, le singole società di mutuo soccorso, che perseguono i fini prescritti dai propri statuti. Via via che si sale verso il vertice della piramide è possibile individuare degli organi più allargati,rappresentativi delle organizzazioni di base e di fatto loro emanazione, che svolgono un ruolo di coordinamento fra le singole società e/o interloquiscono attivamente con enti, istituzioni e altre organizzazioni. L'incontro che si è svolto il 5 ottobre 2013 ad Alghero, in occasione del 130° anniversario della fondazione della Società Operaia di Mutuo Soccorso (presidente Luciano Pinna), è rappresentativo di questa organizzazione e ha visto la presenza di Società di Mutuo Soccorso, nate in Sardegna a partire dalla metà dell'Ottocento e sopravvissute ad alterne vicende e del Coordinamento delle Società di Mutuo Soccorso Regione Sardegna, costituito nel 1999 da 7 Società di Mutuo Soccorso e successivamente allargatosi, allo scopo sia di salvaguardare il patrimonio storico e culturale delle società: a tale scopo è stato costituito il Centro Ricerca e Studio delle Società di Mutuo Soccorso Sarde, che intende operare per il raggiungimento di obbiettivi connessi alla sanità e alla previdenza integrativa. Inoltre, ha partecipato all’iniziativa, la Federazione Italiana della Mutualità Integrativa Volontaria (Fimiv), già Federazione italiana delle Società di mutuo soccorso, fondata nel 190O in occasione del Congresso delle Soms. Infine è intervenuta anche l'Associazione internazionale della Mutualità, alla quale aderiscono organismi autonomi di assicurazione malattia, protezione sociale e salvaguardia della cultura mutualistica secondo i principi della solidarietà e del no profit, allo scopo di promuovere, a livello internazionale, i valori sociali e i principi di base, con particolare attenzione a garantire per tutti l'accesso a cure mediche di qualità. In occasione di tale ricorrenza, Poste Italiane ha attivato ad Alghero un servizio postale temporaneo con l’emissione di un annullo speciale filatelico celebrativo proprio del 130° anniversario della fondazione della Società Operaia di Mutuo Soccorso. GENOVA: SOMS CHE STORIA! La Soms Castagna, di Genova Quarto (presidente Franco Compagnino), ha organizzato, per i suoi 131 anni, martedi 5 novembre 2013, una serata evento, in cui vi sarà la presentazione dello spettacolo teatrale dal titolo “Soms che storia”, scritto da Ivano Malcotti, poeta, autore di testi teatrali e paroliere. È tra i fondatori del Centro Studi Eielson e svolge attività di ricerca e consulenza teatrale a livello istituzionale. Nel 2012 è stato nominato “erede” dell’A.N.E.D. (Associazione Nazionale Ex Deportati Politici nei campi nazisti) e ha all’attivo numerosi libri, testi di canzone, spettacoli teatrali e progetti culturali. L’accompagnamento musicale sarà opera di Augusto Forin. Questa giornata, sarà anche l’occasione per introdurre un progetto che Malcotti sta portando avanti sulla storia e le origini delle Società di Mutuo Soccorso. Tale progetto prevede la collaborazione di Cristiana Ricci, formatrice, counselor professionista ad indirizzo analiticotransazionale e metodologie umanistiche in ambito privato e sociolavorativo, iscritta all’AIF (Associazione Italiana Formatori). Tale progetto si prefigge di valorizzare la storia delle Soms e di far conoscere alle nuove generazioni il valore alto della solidarietà e l’apporto che ogni individuo può dare, se si hanno le capacità ad unirsi e darsi la forza nell’insieme. Ad alimentare questo lavoro saranno vari progetti correlati, tra cui Docu-film sulle attività svolte previste dal progetto, colonna sonora di Augusto Forin, pubblicazione di un libro, 14 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 pagina Facebook, sito web aggiornato in tempo reale delle varie date dello spettacolo e dei laboratori e per finire una mostra fotografica delle SOMS italiane e particolari panoramici dei comuni ospitanti. Il progetto in questione sarà itinerante e partirà dalle seguenti regioni: Liguria – Piemonte – Lombardia – Toscana. MODENA: NELLA VITA SOCIALE E CULTURALE DELLA CITTÀ Compleanno significativo per la Società fondata nel 1863 all'indomani dell'Unità d'Italia, che ha rappresentato per la Modena di un secolo fa una vera e propria istituzione. Un libro e una conferenza per celebrare l'evento. Non molti tra i più giovani ne conoscono la storia e le attività, ma la Società Operaia di Mutuo Soccorso (Soms) di Modena ha rappresentato un tassello assolutamente importante nella vita sociale e culturale della nostra città. Una storia lunga 150 anni che è stata celebrata con la pubblicazione di un volume e una conferenza dedicata che si è tenuta domenica 29 settembre 2013, al Teatro San Carlo di Modena. La Società ha rappresentato un importante punto di riferimento per la comunità cittadina, sin dal periodo post-unitario, raccogliendo intorno a sè persone ed esperienze che avrebbero poi dato origine ad istituzioni importantissime. Banca Popolare, Teatro Storchi e Società del Sandrone, solo per citarne alcune. Un ruolo chiave nella Modena unitaria e nel processo di costruzione di una società di massa, laddove la Soms, di ispirazione laica e mazziniana, ha sostenuto e promosso il dialogo fra operai, artigiani e borghesi, sempre in ottica mutualistica. Dai sussidi d'infermità, prestiti e contributi per la vecchiaia, fino all'Istituto Alimentare ed al Patronato dei Figli del Popolo, passando per l'istruzione e l'alfabetizzazione: un punto di riferimento fondamentale per una città che subiva lentamente le grandi rivoluzioni sociali della contemporaneità. Nomi forse lontani, di un fascino antico, ma a ben vedere essenziali per le sorti della Modena di fine '800 e inizio '900. Lo scorrere del tempo e i cambiamenti sociali hanno inevitabilmente modificato la natura dell'associazione, che tuttavia non trascura le proprie finalità vecchie di un secolo e mezzo. “Si può parlare a buon proposito di 150 anni spesi bene e per il bene della collettività nel nome di un mutualismo filantropico ed assistenziale che ha creato le premesse di una sorta di welfare ante litteram – scrive l'attuale Presidente della Soms, Enzo Crotti – E ancora oggi, i soci iscritti ricevono sussidi economici in caso di ricovero in ospedale sotto forma di diaria, un contributo finanziario considerevole per le puerpere e per le spese di tumulazione del socio, oltre ad agevolazioni di varia natura”. La conferenza, intitolata “La Società Operaia di Mutuo Soccorso nella vita culturale e sociale di Modena”, ha visto la partecipazione del prof. Massimo Iasonni, ordinario di Diritto ecclesiastico alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Ateneo di Modena e Reggio Emilia che si è occupato di “Mutualità: un impegno per la Soms”, del prof. Giorgio Montecchi, presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento – Comitato di Modena, docente di Biblioteconomia all'Università Statale di Milano, con la relazione “La Soms nella vita sociale ed economica di Modena” e si è conclusa con l’intervento su “Arte modenese nei dipinti della Soms” a cura della dott.ssa Graziella Martinelli Braglia, socia dell'Accademia di Scienze, Lettere ed Arti. FORTE DEI MARMI: PIANTA COROGRAFICA DEL CAPITANATO DI PIETRASANTA Sabato 28 settembre nella sala di rappresentanza della Società di Mutuo Soccorso di Forte dei Marmi i sindaci della Versilia mediceo-lorenese hanno ricevuto in dono una riproduzione della monumentale “Pianta Corografica del Capitanato di Pietrasanta” realizzata nel 1764 dal cartografo Carlo Maria Mazzoni. Al suo indiscusso pregio artistico e documentario, la pianta del Mazzoni unisce infatti un alto valore simbolico rappresentando l’unità geografica, l’identità territoriale e l’originalità culturale del comprensorio versiliese che la lunga dominazione fiorentina, protrattasi dall’epoca rinascimentale all’Unità d’Italia, separò dai circostanti possedimenti lucchesi. L’evento è stato promosso dalla Società di Mutuo Soccorso di Forte dei Marmi, una delle più antiche e benemerite associazioni versiliesi, e giunge al termine di un paziente lavoro di oltre un anno teso alla riscoperta di un autentico gioiello della cartografia settecentesca toscana, ossia la pianta che Carlo Maria Mazzoni realizzò 15 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 con rara perizia fra il 1762 e il 1764. Nella sua grande opera – disegnata e colorata su un enorme foglio di carta telata di oltre due metri di altezza per un metro e mezzo di larghezza – il cartografo stazzemese fece una descrizione accuratissima e completa dei caratteri geografici-fisici, politici ed antropici del Capitanato di Pietrasanta raffigurando tutte le componenti del quadro paesistico: orografia, zone coltivate, boschi, aree lacustri, lame litoranee, strade, sentieri, fossi, centri abitati, case sparse, chiese, insediamenti produttivi (fabbriche, frantoi, mulini) nonché giacimenti di marmi e di vari minerali (rame, piombo, argento, oro, ferro, mercurio…) indicando di questi ultimi addirittura i filoni e le gallerie. Un’autentica “fotografia” della Versilia granducale, dunque. “È stato un lavoro difficile ma entusiasmante, che la nostra associazione ha avviato ancor prima che si iniziasse a parlare dei cinquecento anni del Lodo di Papa Leone X – ha dichiarato Umberto Tommasi, presidente della Società di Mutuo Soccorso di Forte dei Marmi – ci è parso in ogni caso naturale inserire l’iniziativa nel calendario delle celebrazioni leonine che i comuni hanno promosso per sottolineare l’identità medicea della Versilia e la sua unità, fondata su un atto pacifico, il Lodo di Giovanni de’ Medici, e maturata sotto l’ala protettrice della città di Firenze. Siamo felici di fare questo omaggio ai comuni perché ciò significherà rendere visibile e godibile la carta di Carlo Maria Mazzoni al grande pubblico dei cittadini e degli ospiti della Versilia”. Il dono delle riproduzioni della “Pianta corografica del Capitanato di Pietrasanta” ai sindaci ed alle altre autorità presenti è avvenuto nel corso di una cerimonia che ha contemplato un intervento di Leopoldo Belli sul significato dell’iniziativa e l’esecuzione di alcuni interludi musicali. CORESI: 150 ANNI PER IL SODALIZIO DI BELPASSO (CT) Per i festeggiamenti dei 150 anni del Circolo Operai di Belpasso, sono state organizzate varie iniziative. Si è cominciato giovedì 3 ottobre presso i Saloni Sociali, con l’inaugurazione della Mostra Storica su Giuseppe Garibaldi, realizzata in collaborazione con il Co.Re.Si. In contemporanea è stata aperta un'esposizione di cimeli e documenti storici in riguardo a 150 Anni di Storia del Circolo Operai di Belpasso. In serata si è parlato di “Calcio, un Talento a Belpasso” in collaborazione con il Calcio Catania ed il Club Calcio Belpasso; che ha visto tra gli ospiti Antonino Pulvirenti, presidente del Calcio Catania, già socio onorario del Circolo Operai di Belpasso, Pino Rigoli, allenatore squadre di Prima Categoria e Uefa e Orazio Prezzavento, direttore tecnico del Centro Federale - F.I.G.C. Durante la serata sono stati consegnati Riconoscimenti ai Nuovi Talenti Belpassesi. Sabato 5 ottobre, dopo il Consiglio Regionale Straordinario del Co.Re.Si Soms Sms e l’annullo Postale su cartoline con foto storiche del Circolo Operai, nel pomeriggio si è svolto il Seminario Nazionale Soms – FIMIV “Adeguamento delle Società di Mutuo Soccorso Storiche e Territoriali alla riforma della Legge n° 3818 del 1886”. A tale Convegno sono intervenuti Graziella Manitta, presidente del Circolo Operai di Mutuo Soccorso di Belpasso, Giuseppe Civirella, presidente Co.Re.Si. Soms Sms e Giuseppe Bivona, vice presidente Co.Re.Si. Successivamente vi è stata una conferenza sulla storia del Circolo Operai di Mutuo Soccorso di Belpasso, presso il Teatro Comunale, dal titolo “150 Anni di Storia tra Solidarietà e Mutualismo”. Al convegno sono intervenuti: Graziella Manitta, presidente del Circolo Operai di Mutuo Soccorso di Belpasso che ha parlato del “Passato e Presente per continuare un cammino 150 Anni fa”; Giuseppe Ciavirella, presidente Co.Re.Si Soms Sms e Sebastiano Solano, presidente Fondazione Centro per lo Studio e la Documentazione delle Società di Mutuo Soccorso intervenuti su “Una Legge per le Soms Siciliane dopo 150 Anni - L.R. 10/08/2012 n° 46”; Michelangelo Ingrassia, docente di Storia Contemporanea Università di Palermo, il quale ha esposto “150 Anni di Mutualismo Siciliano: Dall'Unità d'Italia a Oggi”. A concludere l’iniziativa sono stati Carlo Caputo, sindaco di Belpasso e Mons. Francesco Mio, Rettore del Santuario Maria S.S. Del Monte Carmelo – Belpasso. RICORDO DEL PROF. PIETRO SIINO Il Co.Re.Si., comunica la grave perdita avvenuta in data 11 ottobre 2013 del Prof. Pietro Siino, esimio Professore che ha collaborato con il Coordinamento Soms siciliano in diversi Convegni per tutta la Sicilia, contribuendo in maniera determinante ad accrescere i valori Risorgimentali e di amore nei confronti dell’Italia. Il professore ha dedicato le sue energie intellettuali e morali allo studio e all’insegnamento, ha coltivato la passione della ricerca storica e approfondito temi dell’età contemporanea siciliana e nazionale. La sua produzione scientifica e la partecipazione come relatore a numerosi convegni di studio promossi da prestigiosi istituti culturali in Sicilia, in Italia e all’estero, attestano la sua chiara fama di storico attento e rigoroso. Ha svolto quella che considerava una missione educativa dal 1949 al 2003, da maestro elementare e poi da docente universitario. 16 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 IN BREVE BORGO VERCELLI (VC) Domenica 20 ottobre 2013, la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Borgovercelli ha inaugurato un nuovo alloggio, nella propria sede sociale, realizzato nell’ambito del progetto della Regione Piemonte “Nessuno è un’isola”. Obiettivo del progetto è la creazione di una rete di accoglienza e servizi nelle sedi delle Società di Mutuo Soccorso piemontesi, per il superamento del disagio abitativo. La realizzazione dell’alloggio è stata possibile grazie all’impegno e alle risorse della Soms di Borgovercelli ed al sostegno della Regione Piemonte attraverso la legge regionale 24/90 “Tutela e promozione del patrimonio e dei valori storici, sociali e culturali delle Società di Mutuo Soccorso” e della Fondazione CRT nell’ambito del progetto “Edificio ecocompatibile”. Gli alloggi del progetto “Nessuno è un’isola” sono infatti realizzati secondo i dettami della bioarchitettura, applicando i criteri di risparmio energetico, al fine di garantire il pieno rispetto dell’ambiente. TORINO – ALESSANDRIA La Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle Società di mutuo soccorso, l’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria “Carlo Gilardenghi” e l’INAIL di Torino sono i promotori e gli organizzatori di un progetto culturale itinerante che durerà circa un anno. In particolare il progetto prevede l’allestimento di una mostra fotografica, intitolata "Donne al lavoro nel secolo dell’industria", curata e realizzata dall’INAIL di Torino nel 2012. La mostra, consistente in venti pannelli fotografici fronte-retro, propone immagini di lavoratrici piemontesi del secolo scorso ed è stata allestita presso la sala espositiva del Museo della Gambarina “C’era una volta”. Inoltre, sabato 19 ottobre, presso la sala polivalente della Società Operaia di Mutuo Soccorso del Cristo si è tenuto un convegno incentrato sul lavoro femminile in provincia di Alessandria. Sono intervenuti: Stefano Musso (Donne al lavoro nel secolo dell’industria), Cesare Panizza (Il lavoro femminile in provincia di Alessandria e Asti: un excursus per immagini), Alberto Ballerino (La Scuola professionale femminile di Alessandria), Barbara Menegatti (Le Società di mutuo soccorso femminili) e Franco Castelli (Il lavoro in filanda: canti e memorie). Il progetto si avvale della fattiva collaborazione e partecipazione del Museo cittadino “C’era una volta” e della Società Operaia di Mutuo Soccorso “Cristo” ed ha ottenuto il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Alessandria, nonché il sostegno delle tre confederazioni sindacali cittadine. OVIGLIO (AL) La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Oviglio quest’anno festeggia il suo 140° anniversario. Per l’occasione, il 22 settembre la Società ha organizzato una giornata celebrativa in cui, dopo l’incontro con le Consorelle nella sede sociale, ha visto la partecipazione dei soci con la cittadinanza lungo un corteo con le bandiere degli antichi Sodalizi accompagnate dalla Banda. Successivamente si è svolta l’Orazione ufficiale seguita dalla Messa in onore dei soci defunti. La giornata si è conclusa con i brindisi di rito. 17 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 AQUI TERME (AL) Per 155° anniversario della fondazione, la Soms “Jona Ottolenghi” di Aqui Terme, ha organizzato un’iniziativa per celebrare tale ricorrenza domenica 22 settembre. Il programma prevede, dopo il saluto delle autorità e delle Soms consorelle, un corteo con le bandiere storiche. Successivamente è prevista una celebrazione religiosa in ricordo dei Soci defunti, per poi concludere la giornata, con l’inaugurazione dei nuovi locali della Società. FOSSANO (CN) Giovedì 24 ottobre, presso il salone della Società di Mutuo Soccorso di Fossano, si è tenuta la conferenza dal titolo “La medicina e il paziente. La medicina è in crisi o lo è l’approccio al malato?”, con interventi di: Antonio Silvestri (medicine complementari, Asti) e Gabriella Perusia (psicologa e psicoterapeuta, docente presso l’Università di Torino). Ha moderato l'incontro Ileana Pettiti (psichiatra, esperta di medicine complementari). L’evento è stato organizzato dalla Soms di Fossano con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte. La serata ha affrontato da molteplici punti di vista il rapporto medico-paziente. Si tratta di un rapporto complesso, che sta attraversando un profondo mutamento. Si sta infatti passando da un rapporto “a senso unico” in cui un esperto (il medico) dispone di conoscenze e tecniche utili a individuare e risolvere il problema che affligge un non esperto (il paziente), a un rapporto in cui non esistono più l’esperto dotato di soluzioni valide per tutti e il non esperto che si affida al medico come fosse il depositario di un sapere esoterico. Il rapporto stesso, benché regolamentato dalle regole chiare ed esplicite della deontologia professionale, non lascia più da parte gli aspetti esistenziali, quelli relazionali e le variabili emotive del paziente. Né la cura viene più intesa in senso strettamente tecnico, ma viene vista come un processo che investe olisticamente tutti gli aspetti della persona. Per altro verso, poi, per certe malattie la “cura” cui si sottopone il paziente è sempre meno una pratica standardizzata, ma viene personalizzata, grazie anche ai recenti successi conseguiti dalla ricerca in campo genetico. Si tratta, com’è evidente, di tematiche di scottante attualità, che sono state interpretate anche alla luce della crisi che sta colpendo il settore sociosanitario (e non solo quello). FONDOTOCE (VB) Da 140 anni al servizio della comunità: è la storia della Società operaia di mutuo soccorso di Fondotoce, che ha celebrato il 12 e 13 ottobre l’anniversario della fondazione, avvenuta nel 1873. Per festeggiare è stato predisposto un programma articolato di iniziative su due giorni, in coincidenza con l’annuale festa dello Scalpellino. La Soms di Fondotoce, che ancora oggi conta più di 100 soci, fu fondata nel 1873 da 37 scalpellini con il nome di «Associazione degli operai fratelli di Fondotoce», sotto il titolo di San Pietro, San Paolo e San Giuseppe. Mentre a Pallanza e Intra si era già affacciata la rivoluzione industriale, Fondotoce, lontana dai due centri principali, era rimasta legata alla tradizionale attività dei «picasass». In quegli anni però, non esistevano le protezioni sociali tipiche dell’era moderna a tutela dei lavoratori in caso di malattie, invalidità. La società, come previsto dal suo statuto, fornì sussidi ai più bisognosi e agli ammalati, istituì il medico sociale gratuito, appannaggio fino ad allora solo dei benestanti, avviò corsi di alfabetizzazione, che nei primi decenni del ‘900 divennero corsi di specializzazione professionale in disegno. 18 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 FERMO Quasi 1500 i libri dati in prestito nel corso delle sei settimane del Bibliobus-Libringiro 2013, servizio di prestito librario per adulti e bambini sul lungomare di Fermo e Porto San Giorgio, frutto della stretta collaborazione tra la Biblioteca Comunale “Spezioli” di Fermo, la Biblioteca Civica “Gino Pieri” di Porto San Giorgio e la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Porto San Giorgio. Grandi presenze anche per l’edizione 2013 di Biblioteca con vista, consueto appuntamento estivo che, in concomitanza con il mercatino dei giovedì di luglio e agosto, vede la Biblioteca – sezione ragazzi inclusa - aperta nelle ore serali. Circa 4.000 le visite complessive, che molto spesso non si sono fermate sul belvedere del “passetto” ma hanno proseguito, con una formula speciale di biglietto a prezzo ridotto, il percorso all’interno della Pinacoteca, facendo tappa nella richiestissima Sala del mappamondo. Quest’anno l’apertura della Biblioteca è stata impreziosita dall’esposizione di alcune “eccellenze” bibliografiche che, dal più antico codice manoscritto posseduto (secolo X) alla meravigliosa edizione secentesca dell’Atlante celeste del Cellario, hanno consentito di mostrare il significativo percorso culturale che il nostro istituto, in virtù della sua storia, è in grado di delineare. Nella sezione ragazzi, al primo piano, l’apertura serale, sempre affollatissima di giovani lettori, è stata contraddistinta da percorsi di lettura e laboratori orientati alla storia (Medioevo ed Egitto) e alla creatività manuale. ROCCAGORGA (LT) Edito dalla Noctua, il libro "La Società Agricola di Mutuo Soccorso Savoia" di Benito Allatta e Lorella De Meis, è un lavoro legato alla territorialità di Roccagorga del secolo scorso. Il fenomeno associativo locale rappresenta tutte quelle organizzazioni di lavoratori che sull’intero territorio nazionale rivendicarono condizioni di lavoro dignitose affrontando spesso la repressione militare, come risposta dello Stato liberale. Il lavoro si inserisce in uno spaccato dell’Italia Giolittiana del 1913, quando gli effetti del liberismo economico erano stati tali, da imporre condizioni di sfruttamento estremo, sottomissione e emigrazione su tutta la popolazione non organica al sistema. In un contesto difficile, di miseria, di ignoranza e ricattabilità, i contadini, uniti nella Società di Mutuo Soccorso, erano riusciti con la redazione del loro Statuto ad immaginare una diversa e possibile dinamica interpersonale, animata da uno spirito interclassista. Ripensare i rapporti tra di loro e quelli con i padroni delle terre diede vita ad un progetto per l’elevazione morale e materiale dei lavoratori della terra. MARANO (NA) Compie 120 anni la società di Mutuo Soccorso di Marano, traguardo storico che è stato celebrato in paese con una settimana di incontri, concerti e feste la prima settimana di settembre. La società è stata fondata nel 1893 da 32 cittadini di varie estrazioni sociali con lo scopo di creare una rete di solidarietà attraverso la mutua assistenziale. In più di un secolo il Mutuo Soccorso ha contribuito a far nascere una biblioteca, la scuola di avviamento al lavoro e il centro di cultura popolare, oltre ad associazioni quali il "Coro Ciclamino", il gruppo ciclistico e la squadra del Marano Calcio. «Molto è cambiato in questi 120 anni - precisa Gian Domenico Ettandi, presidente del Mutuo Soccorso - ma non l'impegno dei numerosi soci, oggi arrivati a quota 245, che attraverso la loro attività contribuiscono al bene del paese. Tra le iniziative portate avanti negli ultimi anni figurano, ad esempio, borse di studio per gli alunni meritevoli, bonus per il primo figlio nato, contributi per l'acquisto dei medicinali e una piccola diaria in caso di malattia». «L'Amministrazione è 19 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 orgogliosa di poter prendere parte a questo momento storico per Marano – ha concluso il vice sindaco Marco Guzzonato - che deve molto al Mutuo Soccorso. La società da 120 anni porta avanti un'importante missione sociale e culturale all'interno del tessuto del nostro paese, sapendosi modellare alle esigenze di una società in continuo mutamento». PALMI (RC) Si è tenuta a Palmi il 3 agosto scorso la prima edizione de “La Notte Rosa”, una manifestazione culturale in memoria delle vittime del femminicidio, cui ha seguito una serie di eventi in tutte le piazze della Città. La manifestazione, organizzata dal Comitato Festeggiamenti Maria SS.ma del Soccorso e dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso, in collaborazione con il Comune di Palmi e la Provincia di Reggio Calabria, è stata preceduta da un convegno presso la sede della S.O.M.S.. Alla presenza del Sindaco di Palmi Giovanni Barone e del Vice Presidente del Consiglio Provinciale di Reggio Calabria, dopo i saluti del Presidente della S.O.M.S. Saverio Saffioti, sono intervenute Franca Hyerace, la dott.ssa Maria Giovanna Ursida, Dirigente Nazionale del Dipartimento Servizi Sociali e PP.OO. M.A.O.X. e la dott.ssa Daniela De Blasio, Consigliera Nazionale di Parità. L’avv. Saletta ha inteso sottolineare “l’importanza socio-culturale di un incontro tutto al femminile, con il quale la Città di Palmi e la Provincia di Reggio Calabria, nel contesto di un dibattito attuale ed ampio, lanciano un segnale importante verso una autentica e non solo proclamata parità di genere”. La dott.ssa Ursida, ponendo l’attenzione sulla Convenzione di Istanbul “come strumento al mondo giuridicamente vincolante, in grado di creare un quadro normativo completo per prevenire la violenza contro le donne, proteggere le vittime e contrastare l’impunità dei colpevoli”, ha sottolineato l’importanza del Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking, nonché la necessità di “integrare gli interventi repressivi con politiche e ed azioni puntuali e coordinate in ambito sociale, educativo, informativo e normativo”. La dott.ssa De Blasio, in continuità con gli interventi precedenti, ha inteso richiamare la platea alla necessità di un “cambiamento radicale di cultura e mentalità, di una rappresentanza appropriata delle donne e degli uomini in ogni ambito della società, di un deciso intervento delle Istituzioni che non possono lasciare le cittadine e i cittadini soli davanti a un tale fenomeno. Le Istituzioni – ha concluso De Blasio – sono tenute a prevenire, contrastare e proteggere con politiche attive, coerenti e coordinate l’intera popolazione, con il sostegno delle reti locali a partire dai centri antiviolenza”. 20 Via A. Guattani, 9 – 00161 Roma - tel. 06.84439366-7 - fax 06. 84439406-84439379 - e-mail: [email protected] - www.fimiv.it Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013 SERVIZI ASSOCIATIVI • Rete sanitaria convenzionata Fimiv (assieme al Consorzio Mu.Sa.) mette a disposizione delle società di mutuo soccorso aderenti una rete convenzionata di qualificate strutture sanitarie e socioassistenziali, a tariffe agevolate, alla quale possono accedere tutti i soci e loro familiari utilizzando la “Tessera Salute” Fimiv. • Agevolazioni per gli enti associati Fimiv è riconosciuta dal Ministero dell'Interno (D.M. 559/C15185.12000.A (139) del 1° agosto 2000) quale "Ente nazionale con finalità assistenziali". Da tale riconoscimento giuridico derivano alcune agevolazioni per le società di mutuo soccorso ad essa aderenti: La gestione di una mensa o di uno spacciodi una società di mutuo soccorso, riservata ai soci, non è subordinata al rilascio di alcuna licenza o tipo di permesso, ma è sufficiente ottemperare alle norme igieniche e tributarie e documentare la qualifica di società di mutuo soccorso aderente alla Fimiv. Stante l'uso invalso in numerose province di richiedere al circolo una specifica autorizzazione rilasciata dall'Associazione di appartenenza, Fimiv trasmette alle SMS che ne facciano richiesta l'autorizzazione per la gestione di una mensa da esporre in modo visibile. Per le società di mutuo soccorso aderenti alla Fimiv (in quanto associazione riconosciuta dal Ministero dell'Interno) è prevista la riduzione del 15% sui compensi fissi della SIAE. • Fimiv mette inoltre a disposizione delle Società aderenti: servizio di consulenza legale e fiscale; elaborazione statuti; servizio di consulenza per la costituzione di nuove mutue; consulenza sulle garanzie di copertura sanitaria. Direttore responsabile: Placido Putzolu. Segreteria di redazione e grafica: Andrea Folchitto, Riccardo Guidoni. Hanno collaborato: Marianna Cavazza, Giuseppe Ciavirella, Franco Compagnino, Carlo De Pietro, Luigi Ghigo, Matteo Lippi Bruni, Francesco Longo, Sabrina Luise, Stefano Maggi, Barbara Menegatti, Stefano Minerdo, Luciano Pinna, Ermanno Sacchetto, Sebastiano Solano, Umberto Tommasi, Cristina Ugolini, Mariella Zanetta. Si prega di inviare materiale e notizie da pubblicare, via e-mail, a: [email protected] 21 Via A. 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