IL GOVERNO FORNISCE CHIARIMENTI SULLA RIFORMA DEL

Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013
NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA DELLA MUTUALITÀ
La Federazione italiana della mutualità integrativa volontaria (Fimiv) è stata fondata nel 1900 come
Federazione italiana delle società di
mutuo soccorso.
Fimiv opera per la promozione, lo
sviluppo e la difesa del movimento
mutualistico italiano nel campo assistenziale, socio-sanitario, previdenziale e culturale, per contribuire
a migliorare le condizioni economiche e sociali della collettività,
nell’ambito di un completo e moderno sistema di sicurezza sociale.
Fimiv aderisce alla Lega delle
cooperative, al Forum del terzo settore e all’Aim (Associazione internazionale della mutualità).
SOMMARIO
• PRIMO PIANO
- Chiarimenti del Governo sulla
riforma L. 3818
- Seminario Ancona
- Convegno Jesi
- Cure Transfrontaliere
• WELFARE
- Convegno Cergas Bocconi
- Abstract relazioni:
- Placido Putzolu
- Stefano Maggi
- Matteo Lippi Bruni
- Cristina Ugolini
- Carlo De Pietro
- Marianna Cavazza
- Francesco Longo
- Tavola Rotonda
• VITA DEL MOVIMENTO
- Alghero/mutualità Sarda
- Genova/ Soms La Casagna
- Soms Modena
- Forte dei Marmi
- Co.Re.Si. Belpasso
- Ricordo Prof. Siino
- IN BREVE
• SERVIZI ASSOCIATIVI
Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013
IL GOVERNO FORNISCE CHIARIMENTI
SULLA RIFORMA DEL MUTUO SOCCORSO
L’11 ottobre scorso il vice ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, è
intervenuto alla Camera dei deputati, a nome del Governo, per rispondere ad
una interpellanza parlamentare in merito alla riforma delle società di mutuo
soccorso introdotta dal Decreto Legge 179/2012 (art.23), convertito in legge il
17 dicembre 2012. L’interpellanza (“Iniziative normative volte a garantire alle
società di mutuo soccorso la possibilità di svolgere altre attività rispetto alle sole
prestazioni di mutualità integrativa” – n. 2-00231) era stata sottoscritta dai
deputati Zanin e De Maria.
Di seguito si riporta il testo stenografico dell’intervento del vice ministro,
che a nome del Governo contribuisce a chiarire alcuni aspetti controversi
della norma e fornisce anche rassicurazioni rispetto a legittime
preoccupazioni e taluni allarmismi, quali quelli relativi alla perdita del
patrimonio, non contemplata in caso di perdita della qualifica di società
di mutuo soccorso con personalità giuridica, ma solo in caso di perdita
della
natura
di
società
di
mutuo
soccorso,
cioè:
liquidazione/scioglimento della SMS o trasformazione della stessa in
società lucrativa (profit).
CARLO CALENDA, Viceministro dello Sviluppo economico.
Signor Presidente, le modifiche apportate dall'articolo 23 del decreto-legge n.179 del 2012
alla disciplina delle società di mutuo soccorso, contenuta nella legge n. 3818 del 1886, hanno
avuto lo scopo di adeguare – dopo 126 anni – la normativa originaria alle evoluzioni storiche
dell'istituto così come si sono delineate nel tempo, anche per effetto delle indicazioni pervenute
dalla giurisprudenza e dalla dottrina.
La norma è volta, tra l'altro, a recepire il dettato del regolamento (CE) n. 1435/2003 del
22 luglio 2003, relativo allo statuto della società cooperativa europea.
- Da un punto di vista formale,
FIMIV E FEDERAZIONESANITÀ CHIEDONO UNA PROROGA
DEL TERMINE PER L’ISCRIZIONE AL REGISTRO IMPRESE
Com’è noto, il 18 novembre 2013 scade il termine ordinatorio (non
perentorio) per l’iscrizione delle società di mutuo soccorso nell’apposita
sezione “Imprese sociali” del Registro imprese della Camera di Commercio.
Essendo ancora in attesa della validazione, da parte del Ministero, dei moduli
(predisposti da Unioncamere) per l’iscrizione delle Soms/SMS ma, soprattutto,
con riferimento alla necessità di dover adeguare statuti e regolamenti (che per
alcune società di mutuo soccorso storiche risalgono anche all’Ottocento),
Fimiv e FederazioneSanità/Confcooperative, in rappresentanza delle società di
mutuo soccorso aderenti, hanno sottoposto al Ministero dello Sviluppo
economico l’esigenza di posporre di sei mesi la scadenza per l’iscrizione al
Registro imprese della Camera di commercio – Sezione Imprese Sociali.
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Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013
(costituzione acquisizione
della personalità giuridica, registrazione,
vigilanza). In tale ambito, è stata stabilita
l'iscrizione delle società di mutuo soccorso al
Registro delle imprese (nella sezione «imprese
sociali»), secondo criteri e modalità stabiliti con
decreto 6 marzo 2013 del Ministro dello
sviluppo economico, al fine di superare i dubbi
interpretativi circa l'obbligo di iscrizione al
REA delle stesse società, stante la loro
particolare natura. È stata altresì prevista
l'automatica iscrizione presso l'Albo delle
società cooperative, Sezione società di mutuo
soccorso, analogamente a quanto previsto dal
comma 2, dell'articolo 10, della legge n.99 del
2009 per le imprese cooperative.
- Da un punto di vista sostanziale
, precisando ulteriormente il campo di attività,
già delineato dal precedente regime normativo, che distingueva tra scopi principali e scopi secondari. Quanto ai primi, il numero delle
attività che contraddistinguono il tipo sociale disciplinato è stato ampliato rispetto alla originaria formulazione della norma del 1886, che
prevedeva soltanto la possibilità di assicurare ai soci un sussidio, nei casi di malattia, di inabilità al lavoro o di vecchiaia e di venire in
aiuto alle famiglie dei soci defunti. È previsto, infatti, che le società di mutuo soccorso possano svolgere in esclusivo favore dei soci e dei loro
familiari conviventi le seguenti attività: erogazione di trattamenti e prestazioni socio-sanitarie nei casi di infortunio, malattia ed invalidità
al lavoro, nonché in presenza di inabilità temporanea o permanente; erogazione di sussidi in caso di spese sanitarie sostenute dai soci per
la diagnosi e la cura delle malattie e degli infortuni; erogazione di servizi di assistenza familiare o di contributi economici ai familiari dei
soci deceduti; erogazione di contributi economici e di servizi di assistenza ai soci che si trovino in condizione di gravissimo disagio
economico a seguito dell'improvvisa perdita di fonti reddituali personali e familiari e in assenza di provvidenze pubbliche. È altresì
prevista la possibilità di svolgere le predette attività anche attraverso l’istituzione o la gestione dei fondi sanitari integrativi.
- Quanto alle altre attività esercitabili, la nuova disciplina, emanata con l'articolo 23 del decreto legge 179 del 2012, comma 3, non fa
altro che chiarire quanto già la giurisprudenza e la dottrina avevano avuto modo di individuare nel corso degli anni. Ciò in particolare
sia con riferimento
dell'ente che non deve causare lo snaturamento
del tipo sociale, sia alla sussistenza di un rapporto di strumentalità delle attività accessorie rispetto alle principali, nel senso che le prime
servano in sostanza al conseguimento delle seconde (oppure che si tratti comunque di attività attinenti a fenomeni che riguardano la vita e
la capacità lavorativa del socio), sia al divieto di svolgere attività di impresa.
- Le nuove disposizioni sembrano essere in linea con quanto già stabiliva la normativa originaria. Se una società di mutuo soccorso non
svolgerà le attività di cui all'articolo 1 e non rispetterà gli adempimenti previsti dalla legge, non potrà qualificarsi società di mutuo
soccorso ai sensi della legge 3818 del 1886, non acquisirà o manterrà la personalità giuridica, non potrà godere dei benefici fiscali tipici
delle medesime.
Come autorevole dottrina e giurisprudenza hanno affermato, esse potrebbero
, in quanto enti che possiedono i relativi requisiti: perseguono uno scopo economico di carattere mutualistico, svolgono
cioè attività economiche senza scopo di lucro a vantaggio dei soci; i soci non hanno diritto alla percezione di dividendi e alla restituzione
degli importi conferiti all'atto dello scioglimento; hanno una struttura aperta; rispettano il principio del voto capitario.
A fronte di tali rinunce, le associazioni mutualistiche non avranno limiti relativi all'oggetto sociale, non saranno obbligate ad iscriversi al
registro delle imprese (salvo che non svolgano attività economiche che impongano tale adempimento), all'albo delle cooperative, a sottoporsi
alla vigilanza, eccetera. Tutto ciò non può essere considerata una novità perché alle stesse conclusioni si giungeva anche in vigenza della
precedente versione della legge 3818 del 1886.
- Per ciò che riguarda, invece, quanto previsto al comma 5 dell'articolo 23 del decreto-legge 179/2012 circa l'obbligo di devoluzione del
patrimonio ad altre società di mutuo soccorso o ai fondi mutualistici o al bilancio dello Stato in caso di liquidazione o di
, la ratio può essere parzialmente
individuata nella contiguità delle società di mutuo soccorso alle cooperative, per le quali la medesima devoluzione ai fondi mutualistici è
prevista in caso di
, secondo quanto previsto dall'articolo 2545-undecies del codice civile. L'aspetto peculiare comunque rimane nella possibilità
che le SMS devolvano il patrimonio anche ad altre società di mutuo soccorso.
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Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013
INCONTRO FIMIV SU “ADEGUAMENTO DELLE SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO
STORICHE E TERRITORIALI ALLA RIFORMA DELLA LEGGE 3818/1886”.
ANCONA, 14 SETTEMBRE 2013
Nell’ambito del ricco calendario di iniziative territoriali incentrate sulla riforma della Legge 3818/1886 (DL
179/2012, art. 23) ed ai relativi adempimenti da parte delle SMS/Soms – Fimiv ha organizzato ad Ancona una
ulteriore occasione di aggiornamento dedicata alle particolari problematiche delle Società di mutuo soccorso storiche
e territoriali.
L’iniziativa seminariale, a carattere interregionale, si è tenuta il 14 settembre 2013 ad Ancona, presso il Salone Centro
Armatura (Cisl).
Come avvenuto nei precedenti incontri, sono stati forniti ai partecipanti alcuni documenti:
a) Statuto-tipo SMS con gli opportuni riferimenti alla nuova normativa;
b) Vademecum pratico ai fini dell’aggiornamento delle SMS alla riforma della legge 3818, corredato da risposte a
quesiti ricorrenti;
c) Documento per la Rendicontazione economica annuale;
d) Convenzione-tipo per la Mutualità
Mediata.
Ha presieduto il seminario il presidente
della Fimiv, Placido Putzolu, coadiuvato
dal presidente della SMS tra Marchigiani
a Roma, Giancarlo Marcelli, ed il
presidente della SNMS Cesare Pozzo
CR Marche, Guido Mantoni. Ha
partecipato ai lavori il dott. Mauro
Iengo,
responsabile
dell’ufficio
legislativo
della
Lega
nazionale
cooperative e mutue, che assiste la
Federazione nei rapporti con i Ministeri
competenti.
Alessandro Molina, presidente di Fimiv Lombardia, interviene al seminario di Ancona
JESI: RADICI E SVILUPPO DELLE SMS
Sempre sul tema dell’adeguamento della legge 3818/1886 (DL
179/2012, art. 23), si è svolto a Jesi, presso il dipartimento di
Giurisprudenza dell’Università di Macerata, sabato 19 ottobre, un
convegno dal titolo “Radici e sviluppo delle società di mutuo soccorso
- A proposito dell'art. 23 D.L. n. 179 del 2012”. Tale iniziativa
accademica ha visto la partecipazione di Eleonora Cutrini (docente di
Economia Politica - Università di Macerata), Erik Longo (docente di
Diritto Costituzionale - Università di Macerata), Didia Lucarini
(docente di Diritto Commerciale - Università di Macerata),
Emmanuele Pavolini (docente di Sociologia Economica - Università di
Macerata) e Monica Stronati (docente di Storia del Diritto - Università
di Macerata). Per la Fimiv è intervenuto il direttore della Mutua
Integrativa Campa, Massimo Piermattei e, per Aisms, il presidente
Sergio Capitoli. Piermattei ha esposto il punto di vista della
Federazione in merito ai risultati ottenuti, ai punti controversi che
richiedono ulteriori interventi normativi e all'esigenza di ottenere
precise linee - guida interpretative per l'attività di revisione, anche a
salvaguardia delle attività culturali a carattere complementare.
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Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013
DIRETTIVA EUROPEA SULLE CURE TRANSFRONTALIERE
È stato fissato al 4 dicembre 2013Il 25 ottobre 2013 il termine per il recepimento
italiano della direttiva europea n. 24/2011 sulle cure transfrontaliere, ossìa sulla
possibilità per i pazienti di scegliere liberamente dove farsi curare all'interno dell'Ue.
Tale direttiva disciplina i diritti dei pazienti all’assistenza sanitaria
transfrontaliera e il rimborso delle spese sostenute, con riferimento sia
all’assistenza di base sia alle cure ospedaliere, al fine di garantire la libertà
di scelta del paziente sul prestatore di assistenza sanitaria (nell'ambito
dell'Unione europea). La direttiva fissa gli obblighi degli Stati membri,
anche al fine di garantire la continuità delle cure. In particolare, lo Stato
membro di cura ha l’obbligo di prestare l’assistenza sanitaria transfrontaliera conformemente alla propria legislazione
in vigore, ai propri standard ed orientamenti di qualità e sicurezza e alla normativa dell'Unione in materia di standard
di sicurezza. Ogni Stato membro, inoltre, deve istituire punti di contatto nazionali, al fine di garantire le informazioni
ai pazienti sia sui loro diritti in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera sia sui prestatori di assistenza sanitaria
dello Stato membro medesimo.
I lavori per il recepimento da parte degli stati membri sono partiti in ritardo, in Italia come negli altri Stati membri.
Ma ministero della Salute e Regioni sono a lavoro. La matassa non è facile da dipanare, tra tariffario ancora da
costruire, sistema autorizzativo da definire, certificati e fatture in tutte le lingue dell'Unione, punti di contatto e
censimento delle strutture che erogheranno l'assistenza.
Su questo tema, l’AIM (Associazione internazionale delle mutue, cui partecipa Fimiv) e l’organizzazione delle mutue
belghe Mutualité Libre (MLOZ), hanno organizzato un seminario congiunto lo scorso 17 settembre, a Bruxelles, al
quale hanno partecipato diversi stakeholders del mondo delle mutue di diversi Stati membri, rappresentanti delle
istituzioni UE, rappresentanti delle amministrazioni pubbliche della sanità, del settore ospedaliero, farmaceutico,
delle assicurazioni.
La direttiva sulle cure transfrontaliere, adottata il 9 marzo 2011, è finalizzata a dare maggior chiarezza in merito alle
opportunità di usufruire di prestazioni sanitarie in uno Stato membro diverso da quello di provenienza. Dal
workshop svolto a Bruxelles, in cui i rappresentanti di vari Stati membri hanno presentato le procedure
d’implementazione della normativa nei rispettivi ordinamenti nazionali, è apparso chiaro che il recepimento della
direttiva varia fortemente da un paese all’altro: se il Belgio è praticamente pronto a trasporre la direttiva, si è ancora
nella fasi iniziali in paesi come la Repubblica ceca e la Croazia, neo Stato membro entrato nell’UE lo scorso 1° luglio.
In Belgio la sfida principale consiste nel semplificare e unificare tutti gli strumenti giuridici nazionali già esistenti per
le cure transfrontaliere, che prevedono procedure di rimborso differenti. In Croazia, il rimborso delle cure mediche
prestate da ospedali privati rappresenta un grande cambiamento; la Repubblica ceca sarà uno tra i pochi paesi che
non introdurrà la procedura di pre-autorizzazione contemplata dalla direttiva europea.
Si prefigura pertanto una situazione abbastanza complessa, che andrà gestita attentamente soprattutto attraverso
un’informazione corretta ai cittadini, sulle cure e le prestazioni effettuate all’estero e rimborsabili nei rispettivi paesi
di provenienza.
Incertezze esistono sulle reti europee di riferimento, che
avranno la funzione di assicurare una miglior cooperazione e
la raccolta d’informazioni attraverso gli stati membri. I criteri
e le modalità di finanziamento per partecipare a queste reti
non sono chiari e alcuni Stati temono un ‘annacquamento’
dei propri standard qualitativi. Altre problematiche si temono
per quanto riguarda le prescrizioni mediche, dal punto di
vista del soggetto autorizzato a rilasciarle, della lingua, del
riconoscimento reciproco tra Stati.
Il workshop ha rappresentato una valida opportunità per uno
scambio costruttivo di informazioni ed esperienze concrete
tra diverse realtà nazionali. Importante sarà il ruolo dell’AIM
e
delle
organizzazioni
nazionali
delle
mutue,
nell’accompagnare un processo di recepimento che si
preannuncia abbastanza complesso.
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Anno VII, n. 23 - 25 ottobre 2013
WELFARE E TERZO SETTORE
RUOLO E PROSPETTIVE DELLA MUTUALITÀ
NEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO
CERGAS BOCCONI, MILANO 25 SETTEMBRE 2013
Il giorno 25 settembre 2013, presso l’Università Bocconi di Milano - si è tenuto un importante convegno sul tema:
“Ruolo e prospettive della mutualità nel sistema sanitario italiano”. L’iniziativa è stata promossa da Cergas Bocconi
(il centro studi del prestigioso Ateneo) in collaborazione con la Fimiv e la Fondazione per la Mutualità Cesare Pozzo.
Dopo il saluto introduttivo del prof. Elio Borgonovi (presidente di Cergas Bocconi), ha aperto i lavori il presidente
della
Fimiv,
Placido
Putzolu
su:
“La
mutualità
integrativa
volontaria
in
campo
sanitario”.
Il programma della dei lavori ha quindi registrato le seguenti relazioni: Stefano
Maggi, Università degli Studi di Siena e presidente Fondazione Cesare Pozzo
per la mutualità “Interventi in ambito sanitario nella storia del mutuo
soccorso”; Matteo Lippi Bruni, Aiccon Ricerca “Il ruolo delle mutue sanitarie
integrative: sintesi di un progetto di ricerca”; Cristina Ugolini, Università degli
Studi di Bologna “Condizioni economiche per il successo delle SMS in ambito
sanitario”; Carlo De Pietro, Cergas Università Bocconi e OCPS SDA Bocconi
“Perché e come differenziare le SMS nel settore dei fondi sanitari”; Marianna
Cavazza, Cergas Università Bocconi e OCPS SDA Bocconi “Obiettivi e forme
d’intervento in ambito odontoiatrico”; Francesco Longo, Cergas Università Elio Borgonovi, presidente di Cergas Bocconi
Bocconi “Obiettivi e forme d'intervento in ambito di Long Term Care.
IN ATTESA DELLA PUBBLICAZIONE DEGLI ATTI DEL CONVEGNO, SI RIPORTA DI SEGUITO UNA SINTESI DEGLI INTERVENTI.
LA MUTUALITÀ INTEGRATIVA VOLONTARIA IN CAMPO SANITARIO
Una società di mutuo soccorso (più sinteticamente mutua) è un soggetto non lucrativo con personalità giuridica ai
sensi della legge istitutiva (legge n. 3818 del 1886, recentemente aggiornata dal decreto “Crescita bis” n. 179/2012,
art. 23), che persegue finalità di interesse generale, sulla base del principio costituzionale della sussidiarietà.
Come prevede la citata legge di riferimento (n. 3818 del 1886), le società di mutuo soccorso svol¬gono attività di
copertura economica di biso¬gni assistenziali sociali e/o sanitari a favore dei soci e dei loro familiari a seguito di
malattia, inabilità al lavoro o decesso. Il socio versa una quota associativa uniforme a parità di tutele, il cui valore non
è mai in re¬lazione al rischio individuale. La quota annua di adesione afferma un rapporto di tipo associa¬tivo e
non contrattuale in cui il socio è parte attiva della collettività associata e solamente lui può decidere quando uscirne.
Egli determina la destinazione delle risorse e ne controlla la gestione attraverso la partecipazione demo¬cratica,
mettendo in risalto il principio della condivisione solidale del danno il cui onere è ripartito sull’intera base
associativa. Le prestazioni sussidiate comprendono ogni genere di spesa medico-sanitaria: ricoveri, inter¬venti,
accertamenti diagnostici, visite speciali¬stiche, oculistica e lenti da vista, cure odonto¬iatriche, ma sono anche
previste integrazioni economiche per carichi di
spesa sociosanitaria e assistenziale domiciliare,
protesi e presidi sa¬nitari. Sussidi socioeconomici sono altresì ero¬gati a integrazione
dello stipendio, in caso di prolungati periodi di
assenza dal lavoro per malattia o infortunio, o a
sostegno del nucleo familiare del socio, in caso
di inabilità perma¬nente al lavoro o decesso.
Nell’ambito degli interventi di assistenza sono
anche previste erogazioni economiche per
gravidanza a rischio e per parto o adozione.
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Le mutue sanitarie, pur in presenza di un limite di età per
l’adesione iniziale (mediamente tra 65 e 75 anni) garantiscono
l’assistenza per tutta la vita perché non esercitano mai il diritto
di recesso. I lavoratori possono restare iscritti anche al termine
del rapporto di lavoro.
Fimiv svolge un ruolo di rappresentanza, promozione, sviluppo
e difesa delle istanze delle società di mutuo soccorso, fornendo
alle proprie associate assistenza e servizi di sostegno. Fimiv
aderisce a Legacoop (Lega nazionale delle cooperative e mutue),
all’Aim (Associa¬zione internazionale delle mutualità) e
parte¬cipa al Forum del terzo settore.
La mutualità in Europa
In Europa, la mutualità è molto diffusa e consistente. La forma
mutualistica è riconosciuta nella maggior parte degli Stati
membri anche se le legislazioni nazionali che orientano
l’operato delle mutue sanitarie presentano numerose differenziazioni. In alcuni paesi, svolge un fondamentale ruolo
di partenariato al servizio pubblico; in altri, come da noi in Italia, svolge un ruolo integrativo al sistema
universalistico nazionale. Il 14 marzo 2013 il Parlamento europeo ha adottato all’unanimità il parere d’iniziativa sullo
Statuto della Mutualità Europea, contenuto nel documento formulato ed approvato congiuntamente dalla
Commissione giuridica e Occupazione e dalla Commissione Affari sociali, con il quale si chiede alla Commissione
Europea di procedere alla emanazione di un Regolamento sullo Statuto della Mutualità. Proprio a seguito dei diversi
pronunciamenti del Parlamento europeo, la Commisione UE sta ora aprendo il dossier dello statuto della mutua
europea, che dovrebbe consentire alla realtà mutualistica, anche quella italiana, di dispiegare ulteriormente la sua
missione.
Fondi integrativi sanitari
Le società di mutuo soccorso sono espressamente indicate tra i soggetti chiamati ad istituire o a gestire i Fondi
integrativi del Servizio sanitario nazionale (art 9 D.Lgs. n. 229/99) e sono pertanto non solo pienamente legittimate,
ma anche quelli più qualificate per le loro caratteristiche mutualistiche (assenza di scopo lucrativo e finalità
esclusivamente assistenziali) per fornire un contributo rilevante alle esigenze di integrazione sanitaria dei cittadini.
Una mutua è di fatto un fondo aperto a tutti i cittadini che possono aderirvi individualmente e avvalersi delle
prestazioni di assistenza, beneficiando della detraibilità fiscale dei contributi associativi annui versati (D. Lgs.
460/97).
Una mutua può inoltre essere soggetto attivatore di accordi/contratti aziendali e istitutivo di fondi sanitari aziendali:
i contributi versati per la copertura delle prestazioni erogate godono della deducibilità fiscale agli effetti dell’art. 51
del Tuir, DPR 917/86. In questo caso una mutua può diventare un fondo pluriaziendale così come accade per le
casse.
Una mutua può assumere anche la sola funzione di gestore tecnico delle prestazioni erogate da un fondo aziendale o
di categoria autonomamente costituito instaurando con esso un rapporto di mutualità mediata: il fondo diventa
socio della mutua ed esso eroga ai propri iscritti le prestazioni attraverso la mutua gestore. Lo stesso meccanismo si
può applicare al rapporto tra due società di mutuo soccorso.
Le gestioni delle coperture sanitarie integrative affidate alle società di mutuo soccorso garantiscono la piena
applicazione dei principi mutualistici:
• assenza di fini lucrativi;
• principio della porta aperta;
• nessuna discriminazione delle persone assistite e garanzia di assistenza per tutta la vita (le società di mutuo
soccorso non esercitano mai il diritto di recesso);
• partecipazione democratica delle persone assistite che diventano soci della società di mutuo soccorso.
Anche in relazione allo sviluppo dei fondi sanitari integrativi, occorre far comprendere all’opinione pubblica la
grande differenza fra società di mutuo soccorso e assicurazioni, fra socio e assicurato, fra integrazione della sanità
pubblica e privatizzazione della stessa.
Sussidiarietà e welfare community: progetto salute Legacoop
Nella costruzione di un sistema di welfare capace di beneficiare dei processi di innovazione sociale partecipata,
ovvero composta da relazioni sociali, forme di collaborazione, fiducia, coinvolgimento diretto dei beneficiari, le
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mutue sanitarie integrative possono rivestire un ruolo importante nella direzione di rendere maggiormente
compatibile gli obiettivi di universalità dello Stato sociale con la sostenibilità economica del sistema.
Una delle strategie perseguibili per rendere sostenibile l’universalismo sanitario, è quella di responsabilizzare
maggiormente gli stessi cittadini, attraverso realtà in grado di aggregare una domanda consapevole ed informata
rispetto alle problematiche in ambito sanitario e socio-sanitario.
Le società di mutuo soccorso sono entità sociali che possono aiutare a sviluppare ed esercitare nella comunità quel
protagonismo competente necessario ad organizzare e condividere progetti utili e migliorativi dei livelli di welfare.
Le persone devono e possono essere aiutate a maturare questa consapevolezza, a fare propria una cultura
comunitaria e le organizzazioni sociali volontarie sono i primi attori di questo processo.
Legacoop, di cui Fimiv è organismo di settore, ha lanciato recentemente una proposta di filiera del buon vivere che
punta alla costruzione di reti assistenziali di prossimità a modulazione variabile in funzione della complessità del
bisogno, il cui onere economico possa essere compensato per mezzo di strumenti a contribuzione mutualistica,
integrativi alla copertura pubblica.
Si tratta di un progetto innovativo di filiera, che va nella direzione della costruzione di un network territoriale tra
cooperative e mutue. Un progetto che vede impegnati i diversi settori di utenza e di servizi della cooperazione
nell’area del welfare (società di mutuo soccorso sanitarie, cooperative sociali, cooperazione di medici, cooperative di
abitazione, cooperative di consumo), con particolare attenzione agli interventi di assistenza domiciliare, di utilizzo
appropriato delle risorse sul territorio, di riduzione dei tempi di attesa negli accertamenti diagnostici, in una logica di
integrazione, non di sostituzione o di concorrenza, ai livelli essenziali di assistenza erogati dal servizio pubblico.
GLI INTERVENTI IN AMBITO SANITARIO NELLA STORIA DEL MUTUO SOCCORSO
Le società di mutuo soccorso nacquero nel corso del 1800 per fare
fronte ai bisogni di assistenza e di previdenza degli operai, degli
artigiani, degli impiegati e in genere dei lavoratori che vivevano nelle
città, i quali in caso di problemi di salute non erano in grado di
superare le avversità.
Grazie al pagamento di una piccola quota associativa, garantivano
sussidi a chi si trovava in una situazione di bisogno, prevista
secondo casistiche contenute negli statuti o nei regolamenti.
Occorre tenere presente che non esisteva nessuna forma di servizio
sanitario, pertanto in caso di malattia del capo famiglia la moglie e i
figli piccoli erano ridotti alla fame, o nella migliore delle ipotesi
erano costretti a chiedere aiuto a parenti e amici.
Fin dall’inizio le società di mutuo soccorso ebbero il compito di
aiutare i propri iscritti con sussidi di infortunio, di malattia o di
morte; inoltre venne talvolta garantito il medico gratuito ai soci e ai
loro familiari.
Nell’assenza del servizio sanitario, la mutualità volontaria svolgeva un ruolo fondamentale, tanto che nel 1886 fu
emanata la legge 3818 per garantire alle società mutualistiche il riconoscimento legale, che veniva concesso purché si
occupassero di una delle seguenti attività: assicurare ai soci un sussidio nei casi di malattia, di impotenza al lavoro o di
vecchiaia; venire in aiuto alle famiglie dei soci defunti.
Numerosi furono i provvedimenti statali di legislazione sanitaria emanati tra il 1901 e il 1913, come l’istituzione delle
farmacie comunali e i provvedimenti per la cura e la profilassi della malaria basati sulla distribuzione gratuita del
chinino.
Nonostante le prime tutele pubbliche, il ruolo delle società di mutuo soccorso rimase rilevante almeno fino al
ventennio fascista.
Le tradizionali società di mutuo soccorso volontarie rappresentavano una forma di auto-organizzazione che il
fascismo mal tollerava, nel suo tentativo di ricondurre l’associazionismo e l’assistenza sociale sotto il controllo dello
Stato, anteponendo a tutto l’interesse nazionale. Pertanto si cercò di assorbirle in enti previdenziali di matrice
padronale o parastatale, controllati dal regime.
Per estendere le tutele mutualistiche a tutte le categorie sociali, furono istituite numerose casse, mutue aziendali,
interaziendali e professionali, i cui amministratori erano nominati dall’alto anziché essere eletti dai soci.
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Per quanto riguarda il mutualismo volontario tradizionale, si ebbe un ridimensionamento del fenomeno, passando da
5.719 mutue volontarie con 885.400 soci nel dicembre 1924, a 3.448 società di mutuo soccorso con 404.600 soci nel
dicembre 1939. Dopo la seconda guerra mondiale e fino al 1978 – quando si formò il servizio sanitario nazionale –
furono costituite grandi mutue di categoria per le tutele sanitarie, che organizzavano in proprio l’assistenza, con
sperequazioni tra le varie categorie. La più grande di queste mutue era l’Inam (Istituto nazionale per l’assicurazione
contro le malattie), nato nel 1943 come Ente mutualità fascista, al quale nel 1947 fu cambiato nome. L’Inam
assisteva i lavoratori privati, mentre l’Enpas (Ente nazionale previdenza e assistenza ai dipendenti statali) si dedicava
ai dipendenti pubblici.
Altre mutue furono fondate come volontarie per le categorie non interessate dalle coperture statali; ad esempio, nel
1958, la Cassa assistenza malattie professionisti e artisti (Campa), che all’inizio forniva l’assistenza medica diretta,
con l’auspicio di arrivare anche all’assistenza farmaceutica.
In definitiva, dall’Ottocento al Novecento, il mutuo soccorso si è sempre in buona parte dedicato alle esigenze
sanitarie dei soci, adattando la sua presenza al contesto sociale e alle coperture pubbliche.
IL RUOLO DELLE MUTUE SANITARIE INTEGRATIVE:
SINTESI DI UN PROGETTO DI RICERCA
Diverse società di mutuo soccorso, nate a fine Ottocento quale
risposta organizzata della classe operaia al verificarsi di
situazioni di difficoltà dei singoli (malattia, incidenti, morte dei
parenti, ecc.), nonostante l’istituzione nel 1978 del Sistema
Sanitario Nazionale (SSN), riuscirono a sopravvivere grazie alla
possibilità, prevista dalla legge n. 833/1978, di integrare
l’offerta pubblica di servizi sanitari e socio-sanitari da parte di
soggetti privati.
Oggi, il contesto socio-economico del nostro paese evidenzia
una rapida modificazione dei bisogni di tutela e della domanda
di assistenza, nonché una difficoltà crescente del sistema
pubblico a convogliare adeguati volumi di risorse e a proporre
modelli di intervento sufficientemente flessibili.
Alla luce di tali premesse, l’indagine condotta e conclusasi nella
prima metà del 2012 scaturisce da esigenze complementari: da
un lato esiste fra gli studiosi un crescente interesse conoscitivo
per soluzioni organizzative che si propongano di rinnovare il sistema di protezione sociale; dall’altro, le
organizzazioni mutualistiche, attraverso FIMIV, “Federazione Italiana della mutualità integrativa volontaria”, hanno
manifestato l’esigenza di un approfondimento analitico dell’attività da esse svolta.
La ricerca ha analizzato le modalità di organizzazione e di intervento delle società di mutuo soccorso attive oggi in
Italia nei settori sanitario e socio-sanitario, muovendo da una ricostruzione del ruolo che tali organizzazioni hanno
svolto storicamente per il sostegno dei propri associati che versavano in condizioni di fragilità quali malattia,
disabilità o decesso dei congiunti, delineandone il loro assetto giuridico e le caratteristiche distintive e tendenze più
recenti proprie dell’attività delle organizzazioni mutualistiche (tale illustrazione è stata possibile grazie all’analisi di un
ampio materiale istituzionale messo a disposizione dalle società di mutuo soccorso (statuti e regolamenti, bilanci
economici e sociali, ecc).
Inoltre, è stato analizzato il contributo che le mutue sanitarie, e più in generale le organizzazioni del Terzo settore,
possono apportare al rinnovamento del sistema di welfare alla luce dell’odierno contesto socio-economico, nonché
sono stati affrontati, in particolare, i problemi relativi alla protezione contro i rischi connessi alla salute in presenza
di un soggetto pubblico dominante, quali: l’analisi comparativa finalizzata ad inquadrare il tema dell’integrazione
delle coperture sanitarie nel contesto europeo; il ruolo del Sistema Sanitario Nazionale italiano e i limiti delle
possibilità di intervento di fronte ai vincoli macroeconomici e al differenziarsi della domanda di assistenza;
l’evoluzione normativa sul ruolo dei fondi sanitari integrativi.
Ulteriore obiettivo della ricerca condotta è stato quello di analizzare il valore aggiunto della mutualità sanitaria
integrativa all’interno del sistema di welfare nazionale. A fronte della crisi del sistema pubblico di protezione sociale,
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oggi le mutue sanitarie integrative si trovano davanti a nuove sfide ed opportunità: il valore aggiunto della mutualità
sanitaria integrativa, evidente soprattutto nel caso di prestazioni ad alto contenuto sociale piuttosto che sanitario (ad
esempio, assistenza ad anziani non autosufficienti), deriva dalla capacità di coniugare all’interno delle attività
condotte sia aspetti economici (legati alla dimensione dell’efficienza), che sociali (connessi alla rete di relazioni con la
base sociale e il proprio personale e, quindi, alla produzione dei cd. beni relazionali), ma anche culturali (che
rimandano direttamente ai principi e ai valori espressi nella loro mission) ed istituzionali (in particolare, in termini di
capacità di generare capitale sociale e, quindi, rispetto alla dimensione relazionale esterna).
CONDIZIONI ECONOMICHE PER IL SUCCESSO DELLE SMS IN AMBITO SANITARIO
Negli ultimi anni è emersa con forza la necessità di ridefinire
l’intervento pubblico nell’ambito dei sistemi di protezione sociale,
a fronte di importanti mutamenti demografici ed economici.
Anche i processi di terziarizzazione e di flessibilizzazione dei
rapporti di lavoro hanno accentuato la frammentazione categoriale
dei rischi creando difficoltà aggiuntive per quanto riguarda
l’adeguatezza degli attuali strumenti della protezione sociale, in un
contesto in cui la globalizzazione, con l’accresciuta mobilità
internazionale dei beni e dei fattori, limita oggi molto più che in
passato l’autonomia fiscale degli stati nazionali e quindi tende in
prospettiva a diminuire sempre più la copertura offerta. Queste
trasformazioni hanno posto una serie di vincoli e fatto emergere
nuovi bisogni di copertura dei rischi sociali, sottolineando
l‘esigenza di un complessivo riadattamento dei sistemi di welfare,
con una domanda più differenziata di tutela a cui dovrebbe
corrispondere un diverso indirizzo della protezione sociale che
superi gli schemi di protezione resi obsoleti dai processi di cambiamento e tenga al tempo stesso sotto controllo la
dinamica dei costi. In generale, al di là delle diverse impostazioni, il compito prevalente che emerge nei sistemi
maturi di welfare è l’attribuzione allo Stato del compito di gestione dell’elevata complessità sociale e istituzionale, con
l’obiettivo di coordinare e integrare le forme di assistenza pubbliche esistenti con i programmi di intervento
promossi autonomamente dai cittadini e con le risposte assicurate dai sistemi di sostegno informale delle reti
familiari, valorizzandone il ruolo e favorendo cosi il rafforzamento di un rapporto sinergico fra mercato privato e
welfare pubblico. A fronte di questi elementi, la recente letteratura economica sottolinea l’esigenza di trasformare il
welfare state nella direzione di una welfare society a cui si avvicina il modello di welfare “sussidiario” o modello civile
di welfare che sta caratterizzando sempre più il nostro paese.
Due le possibilità prefigurate. Una situazione denominata welfare mix in cui gli enti pubblici conservano il
monopolio della committenza, pur rinunciando, in tutto o in parte, al monopolio della gestione dei servizi. Nella
effettiva erogazione dei servizi si avvalgono della collaborazione e del concorso dei soggetti del Terzo settore, ma
questi devono intervenire ex post, cioè nella fase della implementazione delle decisioni prese a livello politico.
Oppure, in una prospettiva di maggiore coinvolgimento per la società civile, quello che viene chiamato welfare
plurale, in cui ai soggetti della società civile si attribuisce un ruolo di collaboratori attivi anche nel processo di
programmazione degli interventi e nella adozione delle conseguenti scelte strategiche. Ciò, a sua volta, presuppone
che la società civile si organizzi in maniera adeguata per trovare il modo di convertire i bisogni concreti in un’offerta
di prestazioni che sia rispettosa dell’autonomia personale. E’ in particolare dal lato della domanda che il nuovo
sistema sociale è chiamato a rinnovarsi con forza per fare in modo che la strutturazione dell’offerta avvenga a partire
dall’espressione della domanda, in un contesto in cui il soggetto pubblico si rinnova integrando la sua dimensione
solidaristica con l’apporto di una pluralità di componenti operanti in particolare nell’ambito del terzo settore e
dell’economia civile. In questo contesto, trova oggi nuove ragioni di essere la Mutualità Sanitaria Integrativa capace di
porre al centro del proprio agire una ripartizione rischi che prescinde da fenomeni di selezione a danno dei soggetti
ad alto rischio e che colloca la dimensione relazionale fra gli aderenti al centro della propria azione sociale ed
economica. Nella costruzione di un welfare basato su forme partecipate di innovazione sociale, ovvero composta da
relazioni sociali, forme di collaborazione, fiducia, coinvolgimento diretto dei beneficiari, le Mutue Sanitarie
Integrative possono rivestire un ruolo importante nella direzione di rendere maggiormente compatibili gli obiettivi di
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universalità dello Stato sociale con la sostenibilità economica del sistema. Esse possono contribuire in particolare a
responsabilizzare maggiormente gli stessi cittadini, favorendo l’aggregazione di una domanda consapevole ed
informata rispetto alle problematiche in ambito sanitario e socio-sanitario.
Per raggiungere con efficacia i propri obiettivi, le Società di Mutuo Soccorso, necessitano, da un lato, di un
cambiamento culturale, a partire da un ripensamento dei concetti di innovazione, imprenditorialità, coesione sociale e
sostenibilità, in grado di ricollocare il ruolo della mutualità nel mutato contesto sociale e sanitario; dall’altro, di essere
in grado di individuare e valorizzare il loro valore sociale, sia nella prospettiva dei soci che delle risorse umane interne.
In tale prospettiva, la ricerca svolta dagli autori sull’attività delle Mutue Sanitarie Integrative e pubblicata nel 2012 per
l’editore il Mulino ha permesso di acquisire fornire elementi quantitativi di valutazione e di evidenziare tanto i punti
di forza e le opportunità di sviluppo, quanto gli elementi di criticità che la mutualità dovrà affrontare per rispondere
alle sfide proposte da un contesto socio-economico in profondo e rapido cambiamento quale quello sopra descritto.
PERCHÉ E COME DIFFERENZIARE LE SMS NEL SETTORE DEI FONDI SANITARI
Le Società di Mutuo Soccorso operanti in ambito sanitario si
trovano oggi confrontate alla crescente concorrenza dovuta al
rapido diffondersi di coperture assicurative sanitarie private
promosse da datori di lavoro e contrattazione collettiva.
Tali forme di copertura assicurativa erano fino a pochi anni fa
appannaggio esclusivo di pochi individui, negli ultimi anni invece
tali coperture sono state progressivamente estese a numerosi
lavoratori e alle loro famiglie, soprattutto attraverso i contratti
collettivi nazionali di lavoro o accordi sindacali presi nelle singole
aziende. Così facendo, ad avere una copertura sanitaria privata
sono oggi anche molti quadri, impiegati, operai, attivi in un
numero crescente di settori economici.
Pur non disponendo di una fotografia reale del fenomeno
“mutue, casse, assicurazioni e fondi sanitari”, si può
ragionevolmente stimare in oltre 12 milioni (Censis 2013, p. 5) il
numero di persone dotate di una qualche forma di copertura
privata sanitaria (la copertura differisce molto tra i piani assicurativi, parallelamente ai premi o ai costi pro-capite, che
vanno da poche decine di euro a quasi duemila euro per le coperture più ricche e generose). Se un italiano su cinque
dispone di una copertura assicurativa sanitaria privata e il loro numero continua ad aumentare, è evidente che gli spazi
del potenziale mercato per le SMS si riducono. In altre parole, lo spazio di azione dei fondi e il loro posizionamento
devono essere pensati in relazione alla profonda e rapida evoluzione del settore.
Al fine di capire quali sono gli obiettivi e quali le possibili forme di differenziazione delle SMS, è allora utile
identificarne punti di debolezza e di forza, opportunità e minacce di mercato riconducibili alle SMS, a confronto con
gli altri attori che operano nel settore dei fondi sanitari:
1. PUNTI DI FORZA: il primo carattere distintivo delle SMS riposa sulla loro storia e sulla fiducia che si sono
guadagnate con il loro operato. Le SMS non sono “fornitori anonimi” di servizi di tutela e promozione sociale, ma
sono invece attori spesso radicati nelle collettività locali o nella storia dei “mestieri”. Il lavoro volontario di cui spesso
si avvalgono funge da motore di trasmissione e da testimone credibile della loro natura mutualistica, orientata al
finalità sociali, priva di scopi di lucro. Per apprezzare la misura di tale elemento, basta paragonarlo alla notorietà e alla
fiducia di cui godono gli altri attori del settore. Ebbene, al di là di poche compagnie di assicurazione operanti nel
mercato, gli altri attori – anche i principali – non godono di alcuna riconoscibilità presso il pubblico.
2. PUNTI DI DEBOLEZZA: il principale elemento di debolezza di tante SMS riguarda il numero limitato di iscritti.
Il problema qui non è tanto di natura assicurativa, poiché i rischi legati al basso numero di iscritti può
ragionevolmente essere superato dalla sottoscrizione di una polizza assicurativa. Le criticità riguardano invece le basse
economie di scala, che possono comportare alto costi amministrativi, debole potere contrattuale nei confronti dei
provider dei servizi sanitari, difficoltà nel governare la domanda di prestazioni e nel verificare la loro qualità.
3. OPPORTUNITÀ: le principali opportunità di mercato per le SMS sono riassumibili nella debolezza del sistema
pubblico e nella necessità che il nostro paese ha di riconfigurare la copertura dei rischi economici della non
autosufficienza.
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4. MINACCE: importanti “minacce” allo sviluppo delle SMS sono un possibile ulteriore e diffuso sviluppo dei fondi
sanitari originati nella contrattazione collettiva di lavoro nazionale o decentrata e l’ulteriore indebolimento del
Servizio Sanitario Nazionale, qualora le SMS vogliano giocare un ruolo realmente integrativo.
OBIETTIVI E FORME D’INTERVENTO IN AMBITO ODONTOIATRICO
È evidente ormai la presenza di una scarsa equità nell’accesso alle
cure odontoiatriche. L’assistenza in questione è stata sempre un’area
residuale della copertura SSN, e tale situazione è stata in qualche
modo sancita con la sua esclusione dai Livelli Essenziali di Assistenza
(LEA). Inoltre l’analisi multiscopo dell’ISTAT, seppure ormai del
2005, fotografa il notevole sforzo finanziario sostenuto direttamente
dai pazienti e l’impatto che tale situazione ha sulla frequenza e sulle
modalità di accesso. Bisogna perciò individuare gli obiettivi e gli
strumenti delle principali tipologie di politiche di intervento per
ovviare a questa situazione e proporre una prima valutazione della
loro efficacia attraverso la reazione degli attori coinvolti.
1. Gli obiettivi delle politiche di intervento possono essere
individuate in due grandi tipologie:
a. Garantire la copertura finanziaria solo alle fasce deboli della
popolazione e in particolare a persone con fragilità di tipo sociale e
sanitario oltre ai cittadini nell’età evolutiva. Nell’applicare questo principio, si è tuttavia riprodotta una situazione di
iniquità interregionale, in quanto le modalità di attuazione delle regioni sono assai disomogenee tra loro.
b. Facilitare l’accesso del resto della popolazione attraverso tre categorie di strumenti che sono stati fino ad ora solo
progettati o parzialmente utilizzati o pienamente applicati.
i. Supporto finanziario: si tratta di uno strumento più frequentemente proposto (proposta di legge regionali del Friuli
Venezia-Giulia di offrire garanzie bancarie per prestiti finalizzati all’impianto di protesi) che effettivamente utilizzato
(nel 2009 bonus della regione Lombardia per la popolazione al di sotto dei 14 anni).
ii. Calmierare il mercato ossia garantire dei prezzi / tariffe al di sotto di quelle del mercato dei liberi professionisti
privati attraverso:
iii. Convenzioni dirette con dentisti privati: si tratta di operatori per conto di assicurazioni e fondi integrativi sanitari o
di società di mutuo soccorso (SMS) (e cooperative che si appoggiano alla rete delle SMS) che costruiscono una rete di
professionisti privati disposti ad adottare un tariffario concordato per i pazienti loro iscritti.
iv. Condividere il rischio che nel caso dell’odontoiatria è altamente frequente per prestazioni non eccessivamente
costose. Queste caratteristiche dell’accesso alle prestazioni odontoiatriche rendono questa area poco attraente per un
ente assicurativo.
La risposta a questi obiettivi per l’assistenza odontoiatrica è stata, da parte dei dentisti italiani, dopo un iniziale rifiuto
di strategie mirate a calmierare i prezzi di mercato attraverso convenzioni o altre modalità sopra citate, una sostanziale
accettazione di queste iniziative. I fondi sanitari integrativi chiusi, invece, hanno reagito al loro coinvolgimento
nell’area dell’odontoiatria, impegnando solo il volume di risorse necessario ad ottemperare alle condizioni della
normativa e utilizzando tutti gli strumenti cautelativi tipici dell’assicuratore, dalla franchigia ai tetti del numero di
prestazioni a cui accedere o a quote aggiuntive alla polizza di base. Infine, i fondi sanitari integrativi aperti, hanno
chiaramente delle difficoltà ad intervenire in un campo caratterizzato da un rischio elevato benché da un costo
contenuto delle prestazioni (ad esempio, rispetto a quelle ospedaliere). La strada scelta sembra, quindi, essere sia di
adottare strategie simili a quelle sopra descritte per i fondi sanitari chiusi sia di assumere il ruolo di guida dei propri
iscritti nella mare dell’odontoiatria low-cost limitando situazioni di asimmetria informativa a svantaggio dei pazienti.
In conclusione l’assistenza odontoiatrica è certamente un’area scoperta da parte del SSN che richiede degli interventi
di tipo integrativo rispetto a quest’ultimo. Tuttavia, le caratteristiche di questo tipo di assistenza rendono assai
complesso qualsiasi intervento teso a superare situazioni di iniquità nell’accesso che implicano a loro volta bisogni
non soddisfatti. A fronte di una simile situazione, la via più immediata per superarla è perseguire strategie mirate alla
piena condivisione del rischio con i cittadini in modo da garantire loro equità nell’accesso. Tuttavia, esperienze
passate e presenti in questo ambito hanno dimostrato la loro difficile sostenibilità economica, richiedendo il ricorso a
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strumenti tesi proprio a limitare la condivisione del rischio oppure a farlo in cambio di ingenti risorse, riproponendo
di fatto problemi di equità. La via di fatto più facilmente percorribile, benché di efficacia più limitata in termini di
superamento di iniquità nell’accesso, è ricorrere ad attori, dotati di un proprio capitale di riconoscibilità sociale, che
svolgano tre ruoli: il primo è di collettore di risorse, costringendo di fatto i cittadini ad accantonarle per questo tipo
di bisogno spesso ritenuto residuale; il secondo è di guida dei pazienti nel mercato dell’assistenza odontoiatrica,
individuando il miglior rapporto qualità / prezzo e consentendo così di superare situazioni di asimmetria informativa
tra dentista e paziente; il terzo è limitare la necessità dei liberi professionisti di scaricare completamente il rischio di
impresa sui propri clienti attraverso le garanzie di flusso certo di domanda.
OBIETTIVI E FORME D'INTERVENTO IN AMBITO DI LONG TERM CARE
La LTC riguarda molteplici categorie di persone che hanno bisogni stabili e
spesso progressivamente peggiorativi di assistenza: gli anziani, i disabili
bambini o adulti dalla nascita o acquisiti, le persone affette da patologie
invalidanti o da grave disagio psichico. In questa sede analizzeremo solo la
prima categoria (anziani non autosufficienti) perché è la componente
maggioritaria e perché viene proposta come caso esemplificativo, che può
poi essere contestualizzato su tutti gli altri cluster di LTC.
La popolazione over 65 anni nel nostro paese è pari a circa 12.300.000
persone, e si stima che siano in condizioni di non autosufficienza circa
2.275.000 anziani. L’Italia spende meno per il proprio welfare rispetto a
paesi come Francia e Germania. Rispetto ai circa 7.000 euro procapite che
l’Italia ha destinato al proprio welfare, la Francia ne alloca circa 10.000 e la
Germania 9.000. Il PIL procapite italiano è inferiore a quello degli altri paesi
e questo spiega in parte il differenziale di spesa in protezione sociale.
Contrariamente alla retorica diffusa, l’incidenza della spesa per il welfare sul
PIL in Italia è pari a circa il 27%, al 32,7% in Francia, al 28,4% in Germania.
Il peso relativo della spesa di welfare sulla spesa pubblica complessiva è il
53,3% in Italia, il 58,5% in Francia, il 63,3% in Germania .
Le risorse investite sulla popolazione anziana sono una componente consistente del welfare, e sono ripartite
prevalentemente su 4 aree: il sistema previdenziale, che vale da solo il 53% del welfare complessivo del nostro paese;
i trasferimenti finanziari alle famiglie per assistenza, erogati dall’INPS a fronte di condizioni di non autosufficienza;
le risorse che le AUSL allocano per i servizi reali in ambito sociosanitario (le strutture residenziali per anziani, i centri
diurni integrati, la stessa assistenza domiciliare integrata); la spesa dei comuni per i loro servizi sociali (soprattutto di
assistenza domiciliare e di integrazione delle rette per strutture protette per pazienti indigenti) destinati agli anziani.
L’esito, peculiare del modello italiano, è stato la generazione di due sistemi di offerta paralleli e separati. Il primo
sistema è quello governato dagli enti locali e dalle regioni attraverso le AUSL, composto da una offerta di prestazioni
che i comuni e le AUSL finanziano in parte o in toto. Le prestazioni sono di norma erogate da organizzazioni private
profit o non profit, in misura sempre più residuale dai soggetti pubblici. In regioni con sistemi di welfare
particolarmente sviluppati, come Emilia – Romagna e Lombardia, questo sistema di offerta riesce a prendere in
carico circa il 30% della popolazione in condizioni di non autosufficienza.
Il secondo sistema di offerta è quello delle cure informali: le famiglie, dotate di trasferimenti per la non
autosufficienza, integrati con le proprie pensioni o con il proprio patrimonio, acquistano direttamente servizi nel
mercato del lavoro di cura informale, dalle cosiddette “badanti”. Questo secondo mercato ha un numero di occupati
superiore a quello dell’intero SSN (le badanti in Italia sono più di 700.000, mentre i dipendenti del SSN sono circa
650.000): in provincia di Bologna si tratta di un mercato (stimato) da circa 280 milioni di Euro, a Milano città attorno
ai 320 milioni.
Con una sintesi estrema: il sistema pubblico sostiene due differenti mercati: il primo finanziato esclusivamente (o
quasi) con risorse pubbliche, più concentrato, ma più ristretto, che copre circa il 30% dei bisogni e non
necessariamente i più gravi. Il secondo finanziato sia con risorse pubbliche sia con redditi e risparmi delle famiglie,
estremamente frammentato, ma molto più ricco e più ampio a cui si rivolge la generalità rimanente della popolazione
anziana non autosufficiente.
Il settore della LTC in Italia è frammentato e disperso, perciò è difficile capire cosa sia già garantito da assicurazioni
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del welfare pubbliche e cosa no. Questo rende difficile se non impossibile per soggetti del comparto delle mutue o
assicurativo inserirsi con chiarezza in questo settore. Infatti, nonostante una previsione normativa che impone con
decisione alle mutue e assicurazioni di concentrarsi anche sulla LTC per ottenere significativi incentivi fiscali, esse
stentano, giustamente, a investire in questo ambito, proprio a causa dell’incertezza dei confini dell’oggetto da
assicurare.
Per cui, le soluzioni potrebbero essere quelle di assicurare nell’arcipelago incompleto dei servizi di welfare i buchi
palesemente e sicuramente scoperti dalla garanzia pubblica; cercare di modificare lo scenario in essere, per renderlo
più razionale e coordinato, alla luce delle risorse già in campo oppure allearsi con un sistema di produttori che
operano a livello locale ma su una base territoriale sufficientemente estesa (es. di AUSL o provincia): i produttori
dovrebbero essere in grado, proprio perché in rete o fusi tra di loro, di offrire l’intera filiera dei servizi per anziani
(ADI, SAD, vacanza assistenziale, centro diurno, ricovero, ecc.), costituendo una rete locale in grado di intercettare
buona parte o tutta la committenza pubblica proveniente da AUSL e da enti locali, ricomponendo a valle il
portafoglio di risorse pubbliche a disposizione delle famiglie, evitando quindi ad esse il difficile lavoro di
identificazioni dei vari servizi da integrare.
CONTRIBUTI DALLA TAVOLA ROTONDA
La seconda parte del convegno ha registrato una tavola rotonda , moderata da da Giorgio Fiorentini (CERGAS
Università Bocconi) con interventi di Giovanni Bissoni, presidente dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari
(Agenas), Franco Bonanni, direttore dell'Agenzia sanitaria regionale ligure e Angelo Lino Del Favero, direttore
generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria delle Molinette di Torino.
Bissoni ha incentrato il suo intervento sulla mancanza di fondi a disposizione dei sistemi sanitari regionali. Il Sistema
Sanitario Nazionale, nel suo insieme, deve fare delle scelte coraggiose, deve decidere chi e come tutelare: “non è
possibile continuare con finanziamenti a pioggia, che sono totalmente insufficienti in alcuni casi e inutili sprechi in
altri”. Per questo, conclude il presidente dell’Agenas, occorre una maggior collaborazione tra il SSN e i fondi sanitari
integrativi, che possono meglio verificare le varie esigenze concrete della cittadinanza. Altro ruolo centrale, potrebbe
essere quello delle società di mutuo soccorso, anche come gestori di questi fondi, in quanto queste realtà sono molto
legate ai territori e ne possono interpretare correttamente le priorità.
Di seguito a prendere la parola è stato Franco Bonanni, il quale si è soffermato sull’esigenza, da parte della sanità
regionale, di rapportarsi in maniera più cooperativa e collaborativa con i sistemi sanitari integrativi, che stanno
venendo alla luce. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche l’intervento del direttore dell'Azienda Ospedaliera
Universitaria delle Molinette, Angelo Lino Del Favero, il quale, ribadendo la necessità di una maggior collaboratività
tra la sanità pubblica e quella integrativa, ricorda che mentre nel Nord Italia quest’ultima è in via di rafforzamento,
nel sud, permangono delle difficoltà
per il suo sviluppo.
Prima di concludere i lavori, il
convegno si avvale di contributi dal
pubblico. Tra questi interviene
Valerio Ceffa, direttore di Insieme
Salute Lombardia, che ricorda come
le mutue integrative, nonostante le
difficoltà che hanno per emergere
mediaticamente a livello di massa - i
grandi Media raramente le tengono in
considerazione - a livello territoriale
sono parte integrante del tessuto, non
solo economico, della società civile.
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VITA DEL MOVIMENTO
ALGHERO: INCONTRO DELLA MUTUALITÀ SARDA
La mutualità si esplica attraverso I'operato di organi che, singolarmente
o in contesti di più ampio respiro, sono volti alla soluzione di problemi
sociali in senso lato. Alla base della piramide, funzionale ma non
gerarchica, che sembra emergere dall'attuale organizzazione della
mutualità, trovano collocazione, con il ruolo di primissimo piano, le
singole società di mutuo soccorso, che perseguono i fini prescritti dai
propri statuti. Via via che si sale verso il vertice della piramide è
possibile individuare degli organi più allargati,rappresentativi delle
organizzazioni di base e di fatto loro emanazione, che svolgono un
ruolo di coordinamento fra le singole società e/o interloquiscono
attivamente con enti, istituzioni e altre organizzazioni. L'incontro che si
è svolto il 5 ottobre 2013 ad Alghero, in occasione del 130° anniversario
della fondazione della Società Operaia di Mutuo Soccorso (presidente
Luciano Pinna), è rappresentativo di questa organizzazione e ha visto la
presenza di Società di Mutuo Soccorso, nate in Sardegna a partire dalla metà dell'Ottocento e sopravvissute ad
alterne vicende e del Coordinamento delle Società di Mutuo Soccorso Regione Sardegna, costituito nel 1999 da 7
Società di Mutuo Soccorso e successivamente allargatosi, allo scopo sia di salvaguardare il patrimonio storico e
culturale delle società: a tale scopo è stato costituito il Centro Ricerca e Studio delle Società di Mutuo Soccorso
Sarde, che intende operare per il raggiungimento di obbiettivi connessi alla sanità e alla previdenza integrativa.
Inoltre, ha partecipato all’iniziativa, la Federazione Italiana della Mutualità Integrativa Volontaria (Fimiv), già
Federazione italiana delle Società di mutuo soccorso, fondata nel 190O in occasione del Congresso delle Soms.
Infine è intervenuta anche l'Associazione internazionale della Mutualità, alla quale aderiscono organismi autonomi di
assicurazione malattia, protezione sociale e salvaguardia della cultura mutualistica secondo i principi della solidarietà
e del no profit, allo scopo di promuovere, a livello internazionale, i valori sociali e i principi di base, con particolare
attenzione a garantire per tutti l'accesso a cure mediche di qualità.
In occasione di tale ricorrenza, Poste Italiane ha attivato ad Alghero un servizio postale temporaneo con l’emissione
di un annullo speciale filatelico celebrativo proprio del 130° anniversario della fondazione della Società Operaia di
Mutuo Soccorso.
GENOVA: SOMS CHE STORIA!
La Soms Castagna, di Genova Quarto (presidente Franco Compagnino), ha organizzato, per i suoi 131 anni, martedi
5 novembre 2013, una serata evento, in cui vi sarà la presentazione dello spettacolo teatrale dal titolo “Soms che
storia”, scritto da Ivano Malcotti, poeta, autore di testi teatrali e paroliere. È tra i fondatori del Centro Studi Eielson
e svolge attività di ricerca e consulenza teatrale a livello istituzionale. Nel 2012 è stato nominato “erede”
dell’A.N.E.D. (Associazione Nazionale Ex Deportati Politici nei campi nazisti) e ha all’attivo numerosi libri, testi di
canzone, spettacoli teatrali e progetti culturali.
L’accompagnamento musicale sarà opera di Augusto Forin.
Questa giornata, sarà anche l’occasione per introdurre un progetto che
Malcotti sta portando avanti sulla storia e le origini delle Società di
Mutuo Soccorso. Tale progetto prevede la collaborazione di Cristiana
Ricci, formatrice, counselor professionista ad indirizzo analiticotransazionale e metodologie umanistiche in ambito privato e sociolavorativo, iscritta all’AIF (Associazione Italiana Formatori).
Tale progetto si prefigge di valorizzare la storia delle Soms e di far
conoscere alle nuove generazioni il valore alto della solidarietà e
l’apporto che ogni individuo può dare, se si hanno le capacità ad unirsi
e darsi la forza nell’insieme. Ad alimentare questo lavoro saranno vari
progetti correlati, tra cui Docu-film sulle attività svolte previste dal
progetto, colonna sonora di Augusto Forin, pubblicazione di un libro,
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pagina Facebook, sito web aggiornato in tempo reale delle varie date dello spettacolo e dei laboratori e per finire una
mostra fotografica delle SOMS italiane e particolari panoramici dei comuni ospitanti. Il progetto in questione sarà
itinerante e partirà dalle seguenti regioni: Liguria – Piemonte – Lombardia – Toscana.
MODENA: NELLA VITA SOCIALE E CULTURALE DELLA CITTÀ
Compleanno significativo per la Società fondata nel 1863 all'indomani
dell'Unità d'Italia, che ha rappresentato per la Modena di un secolo fa una vera
e propria istituzione. Un libro e una conferenza per celebrare l'evento.
Non molti tra i più giovani ne conoscono la storia e le attività, ma la Società
Operaia di Mutuo Soccorso (Soms) di Modena ha rappresentato un tassello
assolutamente importante nella vita sociale e culturale della nostra città. Una
storia lunga 150 anni che è stata celebrata con la pubblicazione di un volume e
una conferenza dedicata che si è tenuta domenica 29 settembre 2013, al Teatro
San Carlo di Modena.
La Società ha rappresentato un importante punto di riferimento per la
comunità cittadina, sin dal periodo post-unitario, raccogliendo intorno a sè
persone ed esperienze che avrebbero poi dato origine ad istituzioni
importantissime. Banca Popolare, Teatro Storchi e Società del Sandrone, solo per citarne alcune.
Un ruolo chiave nella Modena unitaria e nel processo di costruzione di una società di massa, laddove la Soms, di
ispirazione laica e mazziniana, ha sostenuto e promosso il dialogo fra operai, artigiani e borghesi, sempre in ottica
mutualistica. Dai sussidi d'infermità, prestiti e contributi per la vecchiaia, fino all'Istituto Alimentare ed al Patronato
dei Figli del Popolo, passando per l'istruzione e l'alfabetizzazione: un punto di riferimento fondamentale per una
città che subiva lentamente le grandi rivoluzioni sociali della contemporaneità. Nomi forse lontani, di un fascino
antico, ma a ben vedere essenziali per le sorti della Modena di fine '800 e inizio '900.
Lo scorrere del tempo e i cambiamenti sociali hanno inevitabilmente modificato la natura dell'associazione, che
tuttavia non trascura le proprie finalità vecchie di un secolo e mezzo. “Si può parlare a buon proposito di 150 anni
spesi bene e per il bene della collettività nel nome di un mutualismo filantropico ed assistenziale che ha creato le
premesse di una sorta di welfare ante litteram – scrive l'attuale Presidente della Soms, Enzo Crotti – E ancora oggi, i
soci iscritti ricevono sussidi economici in caso di ricovero in ospedale sotto forma di diaria, un contributo finanziario
considerevole per le puerpere e per le spese di tumulazione del socio, oltre ad agevolazioni di varia natura”.
La conferenza, intitolata “La Società Operaia di Mutuo Soccorso nella vita culturale e sociale di Modena”, ha visto la
partecipazione del prof. Massimo Iasonni, ordinario di Diritto ecclesiastico alla Facoltà di Giurisprudenza
dell'Ateneo di Modena e Reggio Emilia che si è occupato di “Mutualità: un impegno per la Soms”, del prof. Giorgio
Montecchi, presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento – Comitato di Modena, docente di
Biblioteconomia all'Università Statale di Milano, con la relazione “La Soms nella vita sociale ed economica di
Modena” e si è conclusa con l’intervento su “Arte modenese nei dipinti della Soms” a cura della dott.ssa Graziella
Martinelli Braglia, socia dell'Accademia di Scienze, Lettere ed Arti.
FORTE DEI MARMI: PIANTA COROGRAFICA DEL CAPITANATO DI PIETRASANTA
Sabato 28 settembre nella sala di rappresentanza della Società di Mutuo Soccorso
di Forte dei Marmi i sindaci della Versilia mediceo-lorenese hanno ricevuto in
dono una riproduzione della monumentale “Pianta Corografica del Capitanato di
Pietrasanta” realizzata nel 1764 dal cartografo Carlo Maria Mazzoni. Al suo
indiscusso pregio artistico e documentario, la pianta del Mazzoni unisce infatti un
alto valore simbolico rappresentando l’unità geografica, l’identità territoriale e
l’originalità culturale del comprensorio versiliese che la lunga dominazione
fiorentina, protrattasi dall’epoca rinascimentale all’Unità d’Italia, separò dai
circostanti possedimenti lucchesi.
L’evento è stato promosso dalla Società di Mutuo Soccorso di Forte dei Marmi,
una delle più antiche e benemerite associazioni versiliesi, e giunge al termine di un
paziente lavoro di oltre un anno teso alla riscoperta di un autentico gioiello della
cartografia settecentesca toscana, ossia la pianta che Carlo Maria Mazzoni realizzò
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con rara perizia fra il 1762 e il 1764. Nella sua grande opera – disegnata e colorata su un enorme foglio di carta telata
di oltre due metri di altezza per un metro e mezzo di larghezza – il cartografo stazzemese fece una descrizione
accuratissima e completa dei caratteri geografici-fisici, politici ed antropici del Capitanato di Pietrasanta raffigurando
tutte le componenti del quadro paesistico: orografia, zone coltivate, boschi, aree lacustri, lame litoranee, strade,
sentieri, fossi, centri abitati, case sparse, chiese, insediamenti produttivi (fabbriche, frantoi, mulini) nonché giacimenti
di marmi e di vari minerali (rame, piombo, argento, oro, ferro, mercurio…) indicando di questi ultimi addirittura i
filoni e le gallerie. Un’autentica “fotografia” della Versilia granducale, dunque.
“È stato un lavoro difficile ma entusiasmante, che la nostra associazione ha avviato ancor prima che si iniziasse a
parlare dei cinquecento anni del Lodo di Papa Leone X – ha dichiarato Umberto Tommasi, presidente della Società
di Mutuo Soccorso di Forte dei Marmi – ci è parso in ogni caso naturale inserire l’iniziativa nel calendario delle
celebrazioni leonine che i comuni hanno promosso per sottolineare l’identità medicea della Versilia e la sua unità,
fondata su un atto pacifico, il Lodo di Giovanni de’ Medici, e maturata sotto l’ala protettrice della città di Firenze.
Siamo felici di fare questo omaggio ai comuni perché ciò significherà rendere visibile e godibile la carta di Carlo
Maria Mazzoni al grande pubblico dei cittadini e degli ospiti della Versilia”. Il dono delle riproduzioni della “Pianta
corografica del Capitanato di Pietrasanta” ai sindaci ed alle altre autorità presenti è avvenuto nel corso di una
cerimonia che ha contemplato un intervento di Leopoldo Belli sul significato dell’iniziativa e l’esecuzione di alcuni
interludi musicali.
CORESI: 150 ANNI PER IL SODALIZIO DI BELPASSO (CT)
Per i festeggiamenti dei 150 anni del Circolo Operai di Belpasso, sono state organizzate varie iniziative. Si è
cominciato giovedì 3 ottobre presso i Saloni Sociali, con l’inaugurazione della Mostra Storica su Giuseppe Garibaldi,
realizzata in collaborazione con il Co.Re.Si. In contemporanea è stata aperta un'esposizione di cimeli e documenti
storici in riguardo a 150 Anni di Storia del Circolo Operai di Belpasso. In serata si è parlato di “Calcio, un Talento a
Belpasso” in collaborazione con il Calcio Catania ed il Club Calcio Belpasso; che ha visto tra gli ospiti Antonino
Pulvirenti, presidente del Calcio Catania, già socio onorario del Circolo Operai di Belpasso, Pino Rigoli, allenatore
squadre di Prima Categoria e Uefa e Orazio Prezzavento, direttore tecnico del Centro Federale - F.I.G.C.
Durante la serata sono stati consegnati Riconoscimenti ai Nuovi Talenti Belpassesi.
Sabato 5 ottobre, dopo il Consiglio Regionale Straordinario del Co.Re.Si Soms Sms e l’annullo Postale su cartoline
con foto storiche del Circolo Operai, nel pomeriggio si è svolto il Seminario Nazionale Soms – FIMIV
“Adeguamento delle Società di Mutuo Soccorso Storiche e Territoriali alla riforma della Legge n° 3818 del 1886”. A
tale Convegno sono intervenuti Graziella Manitta, presidente del Circolo Operai di Mutuo Soccorso di Belpasso,
Giuseppe Civirella, presidente Co.Re.Si. Soms Sms e Giuseppe Bivona, vice presidente Co.Re.Si.
Successivamente vi è stata una conferenza sulla storia del Circolo Operai di Mutuo Soccorso di Belpasso, presso il
Teatro Comunale, dal titolo “150 Anni di Storia tra Solidarietà e Mutualismo”.
Al convegno sono intervenuti: Graziella Manitta, presidente del Circolo Operai di Mutuo Soccorso di Belpasso che
ha parlato del “Passato e Presente per continuare un cammino 150 Anni fa”; Giuseppe Ciavirella, presidente
Co.Re.Si Soms Sms e Sebastiano Solano, presidente Fondazione Centro per lo Studio e la Documentazione delle
Società di Mutuo Soccorso intervenuti su “Una Legge per le Soms Siciliane dopo 150 Anni - L.R. 10/08/2012 n°
46”; Michelangelo Ingrassia, docente di Storia Contemporanea Università di Palermo, il quale ha esposto “150 Anni
di Mutualismo Siciliano: Dall'Unità d'Italia a Oggi”. A concludere l’iniziativa sono stati Carlo Caputo, sindaco di
Belpasso e Mons. Francesco Mio, Rettore del Santuario Maria S.S. Del Monte Carmelo – Belpasso.
RICORDO DEL PROF. PIETRO SIINO
Il Co.Re.Si., comunica la grave perdita avvenuta in data 11 ottobre 2013 del Prof. Pietro Siino, esimio Professore che
ha collaborato con il Coordinamento Soms siciliano in diversi Convegni per tutta la Sicilia, contribuendo in maniera
determinante ad accrescere i valori Risorgimentali e di amore nei confronti dell’Italia.
Il professore ha dedicato le sue energie intellettuali e morali allo studio e all’insegnamento, ha coltivato la passione
della ricerca storica e approfondito temi dell’età contemporanea siciliana e nazionale. La sua produzione scientifica e
la partecipazione come relatore a numerosi convegni di studio promossi da prestigiosi istituti culturali in Sicilia, in
Italia e all’estero, attestano la sua chiara fama di storico attento e rigoroso. Ha svolto quella che considerava una
missione educativa dal 1949 al 2003, da maestro elementare e poi da docente universitario.
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IN BREVE
BORGO VERCELLI (VC)
Domenica 20 ottobre 2013, la Società Operaia di Mutuo
Soccorso di Borgovercelli ha inaugurato un nuovo
alloggio, nella propria sede sociale, realizzato nell’ambito
del progetto della Regione Piemonte “Nessuno è
un’isola”. Obiettivo del progetto è la creazione di una
rete di accoglienza e servizi nelle sedi delle Società di
Mutuo Soccorso piemontesi, per il superamento del
disagio abitativo.
La realizzazione dell’alloggio è stata possibile grazie
all’impegno e alle risorse della Soms di Borgovercelli ed
al sostegno della Regione Piemonte attraverso la legge
regionale 24/90 “Tutela e promozione del patrimonio e
dei valori storici, sociali e culturali delle Società di Mutuo Soccorso” e della Fondazione CRT nell’ambito del
progetto “Edificio ecocompatibile”.
Gli alloggi del progetto “Nessuno è un’isola” sono infatti realizzati secondo i dettami della bioarchitettura,
applicando i criteri di risparmio energetico, al fine di garantire il pieno rispetto dell’ambiente.
TORINO – ALESSANDRIA
La Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle Società di mutuo soccorso, l’Istituto per la storia della
resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria “Carlo Gilardenghi” e l’INAIL di Torino sono i
promotori e gli organizzatori di un progetto culturale itinerante che durerà circa un anno.
In particolare il progetto prevede l’allestimento di una mostra fotografica, intitolata "Donne al lavoro nel secolo
dell’industria", curata e realizzata dall’INAIL di Torino nel 2012. La mostra, consistente in venti pannelli fotografici
fronte-retro, propone immagini di lavoratrici piemontesi del secolo scorso ed è stata allestita presso la sala espositiva
del Museo della Gambarina “C’era una volta”.
Inoltre, sabato 19 ottobre, presso la sala polivalente della Società Operaia di Mutuo Soccorso del Cristo si è tenuto
un convegno incentrato sul lavoro femminile in
provincia di Alessandria. Sono intervenuti:
Stefano Musso (Donne al lavoro nel secolo
dell’industria), Cesare Panizza (Il lavoro
femminile in provincia di Alessandria e Asti: un
excursus per immagini), Alberto Ballerino (La
Scuola professionale femminile di Alessandria),
Barbara Menegatti (Le Società di mutuo soccorso
femminili) e Franco Castelli (Il lavoro in filanda:
canti e memorie).
Il progetto si avvale della fattiva collaborazione e
partecipazione del Museo cittadino “C’era una
volta” e della Società Operaia di Mutuo Soccorso
“Cristo” ed ha ottenuto il patrocinio della
Regione Piemonte e della Città di Alessandria,
nonché il sostegno delle tre confederazioni
sindacali cittadine.
OVIGLIO (AL)
La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Oviglio quest’anno festeggia il suo 140° anniversario. Per l’occasione, il 22
settembre la Società ha organizzato una giornata celebrativa in cui, dopo l’incontro con le Consorelle nella sede
sociale, ha visto la partecipazione dei soci con la cittadinanza lungo un corteo con le bandiere degli antichi Sodalizi
accompagnate dalla Banda. Successivamente si è svolta l’Orazione ufficiale seguita dalla Messa in onore dei soci
defunti. La giornata si è conclusa con i brindisi di rito.
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AQUI TERME (AL)
Per 155° anniversario della fondazione, la Soms “Jona Ottolenghi” di Aqui
Terme, ha organizzato un’iniziativa per celebrare tale ricorrenza domenica 22
settembre.
Il programma prevede, dopo il saluto delle autorità e delle Soms consorelle, un
corteo con le bandiere storiche. Successivamente è prevista una celebrazione
religiosa in ricordo dei Soci defunti, per poi concludere la giornata, con
l’inaugurazione dei nuovi locali della Società.
FOSSANO (CN)
Giovedì 24 ottobre, presso il salone della Società di Mutuo Soccorso di
Fossano, si è tenuta la conferenza dal titolo “La medicina e il paziente. La
medicina è in crisi o lo è l’approccio al malato?”, con interventi di: Antonio
Silvestri (medicine complementari, Asti) e Gabriella Perusia (psicologa e
psicoterapeuta, docente presso l’Università di Torino). Ha moderato l'incontro
Ileana Pettiti (psichiatra, esperta di medicine complementari). L’evento è stato
organizzato dalla Soms di Fossano con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi
del Piemonte.
La serata ha affrontato da molteplici punti di vista il rapporto medico-paziente. Si tratta di un rapporto complesso,
che sta attraversando un profondo mutamento. Si sta infatti passando da un rapporto “a senso unico” in cui un
esperto (il medico) dispone di conoscenze e tecniche utili a individuare e risolvere il problema che affligge un non
esperto (il paziente), a un rapporto in cui non esistono più l’esperto dotato di soluzioni valide per tutti e il non
esperto che si affida al medico come fosse il depositario di un sapere esoterico. Il rapporto stesso, benché
regolamentato dalle regole chiare ed esplicite della deontologia professionale, non lascia più da parte gli aspetti
esistenziali, quelli relazionali e le variabili emotive del paziente. Né la cura viene più intesa in senso strettamente
tecnico, ma viene vista come un processo che investe olisticamente tutti gli aspetti della persona. Per altro verso, poi,
per certe malattie la “cura” cui si sottopone il paziente è sempre meno una pratica standardizzata, ma viene
personalizzata, grazie anche ai recenti successi conseguiti dalla ricerca in campo genetico. Si tratta, com’è evidente, di
tematiche di scottante attualità, che sono state interpretate anche alla luce della crisi che sta colpendo il settore sociosanitario (e non solo quello).
FONDOTOCE (VB)
Da 140 anni al servizio della comunità: è la storia della
Società operaia di mutuo soccorso di Fondotoce, che ha
celebrato il 12 e 13 ottobre l’anniversario della fondazione,
avvenuta nel 1873. Per festeggiare è stato predisposto un
programma articolato di iniziative su due giorni, in
coincidenza con l’annuale festa dello Scalpellino.
La Soms di Fondotoce, che ancora oggi conta più di 100 soci,
fu fondata nel 1873 da 37 scalpellini con il nome di
«Associazione degli operai fratelli di Fondotoce», sotto il
titolo di San Pietro, San Paolo e San Giuseppe. Mentre a
Pallanza e Intra si era già affacciata la rivoluzione industriale,
Fondotoce, lontana dai due centri principali, era rimasta
legata alla tradizionale attività dei «picasass». In quegli anni
però, non esistevano le protezioni sociali tipiche dell’era
moderna a tutela dei lavoratori in caso di malattie, invalidità.
La società, come previsto dal suo statuto, fornì sussidi ai più
bisognosi e agli ammalati, istituì il medico sociale gratuito,
appannaggio fino ad allora solo dei benestanti, avviò corsi di alfabetizzazione, che nei primi decenni del ‘900
divennero corsi di specializzazione professionale in disegno.
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FERMO
Quasi 1500 i libri dati in prestito nel corso delle sei settimane
del Bibliobus-Libringiro 2013, servizio di prestito librario per
adulti e bambini sul lungomare di Fermo e Porto San Giorgio,
frutto della stretta collaborazione tra la Biblioteca Comunale
“Spezioli” di Fermo, la Biblioteca Civica “Gino Pieri” di Porto
San Giorgio e la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Porto
San Giorgio. Grandi presenze anche per l’edizione 2013 di
Biblioteca con vista, consueto appuntamento estivo che, in
concomitanza con il mercatino dei giovedì di luglio e agosto,
vede la Biblioteca – sezione ragazzi inclusa - aperta nelle ore
serali. Circa 4.000 le visite complessive, che molto spesso non
si sono fermate sul belvedere del “passetto” ma hanno
proseguito, con una formula speciale di biglietto a prezzo
ridotto, il percorso all’interno della Pinacoteca, facendo tappa
nella richiestissima Sala del mappamondo.
Quest’anno l’apertura della Biblioteca è stata impreziosita dall’esposizione di alcune “eccellenze” bibliografiche che,
dal più antico codice manoscritto posseduto (secolo X) alla meravigliosa edizione secentesca dell’Atlante celeste del
Cellario, hanno consentito di mostrare il significativo percorso culturale che il nostro istituto, in virtù della sua storia,
è in grado di delineare.
Nella sezione ragazzi, al primo piano, l’apertura serale, sempre affollatissima di giovani lettori, è stata contraddistinta
da percorsi di lettura e laboratori orientati alla storia (Medioevo ed Egitto) e alla creatività manuale.
ROCCAGORGA (LT)
Edito dalla Noctua, il libro "La Società Agricola di Mutuo Soccorso Savoia" di Benito Allatta e Lorella De Meis, è un
lavoro legato alla territorialità di Roccagorga del secolo scorso. Il fenomeno associativo locale rappresenta tutte
quelle organizzazioni di lavoratori che sull’intero territorio nazionale rivendicarono condizioni di lavoro dignitose
affrontando spesso la repressione militare, come risposta dello Stato liberale.
Il lavoro si inserisce in uno spaccato dell’Italia Giolittiana del 1913, quando gli effetti del liberismo economico erano
stati tali, da imporre condizioni di sfruttamento estremo, sottomissione e emigrazione su tutta la popolazione non
organica al sistema.
In un contesto difficile, di miseria, di ignoranza e ricattabilità, i contadini, uniti nella Società di Mutuo Soccorso,
erano riusciti con la redazione del loro Statuto ad immaginare una diversa e possibile dinamica interpersonale,
animata da uno spirito interclassista. Ripensare i rapporti tra di loro e quelli con i padroni delle terre diede vita ad un
progetto per l’elevazione morale e materiale dei lavoratori della terra.
MARANO (NA)
Compie 120 anni la società di Mutuo Soccorso di Marano, traguardo storico che è stato celebrato in paese con una
settimana di incontri, concerti e feste la prima settimana di settembre. La società è stata fondata nel 1893 da 32
cittadini di varie estrazioni sociali con lo scopo di creare una
rete di solidarietà attraverso la mutua assistenziale. In più di
un secolo il Mutuo Soccorso ha contribuito a far nascere una
biblioteca, la scuola di avviamento al lavoro e il centro di
cultura popolare, oltre ad associazioni quali il "Coro
Ciclamino", il gruppo ciclistico e la squadra del Marano
Calcio. «Molto è cambiato in questi 120 anni - precisa Gian
Domenico Ettandi, presidente del Mutuo Soccorso - ma non
l'impegno dei numerosi soci, oggi arrivati a quota 245, che
attraverso la loro attività contribuiscono al bene del paese.
Tra le iniziative portate avanti negli ultimi anni figurano, ad
esempio, borse di studio per gli alunni meritevoli, bonus per
il primo figlio nato, contributi per l'acquisto dei medicinali e
una piccola diaria in caso di malattia». «L'Amministrazione è
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orgogliosa di poter prendere parte a questo momento storico per Marano – ha concluso il vice sindaco Marco
Guzzonato - che deve molto al Mutuo Soccorso. La società da 120 anni porta avanti un'importante missione sociale
e culturale all'interno del tessuto del nostro paese, sapendosi modellare alle esigenze di una società in continuo
mutamento».
PALMI (RC)
Si è tenuta a Palmi il 3 agosto scorso la prima edizione de “La Notte Rosa”, una manifestazione culturale in memoria
delle vittime del femminicidio, cui ha seguito una serie di eventi in tutte le piazze della Città.
La manifestazione, organizzata dal Comitato Festeggiamenti Maria SS.ma del Soccorso e dalla Società Operaia di
Mutuo Soccorso, in collaborazione con il Comune di Palmi e la Provincia di Reggio Calabria, è stata preceduta da un
convegno presso la sede della S.O.M.S..
Alla presenza del Sindaco di Palmi Giovanni Barone e del Vice Presidente del Consiglio Provinciale di Reggio
Calabria, dopo i saluti del Presidente della S.O.M.S. Saverio Saffioti, sono intervenute Franca Hyerace, la dott.ssa
Maria Giovanna Ursida, Dirigente Nazionale del Dipartimento Servizi Sociali e PP.OO. M.A.O.X. e la dott.ssa
Daniela De Blasio, Consigliera Nazionale di Parità.
L’avv. Saletta ha inteso sottolineare “l’importanza socio-culturale di un incontro tutto al femminile, con il quale la
Città di Palmi e la Provincia di Reggio Calabria, nel contesto di un dibattito attuale ed ampio, lanciano un segnale
importante verso una autentica e non solo proclamata parità di genere”.
La dott.ssa Ursida, ponendo l’attenzione sulla Convenzione di Istanbul “come strumento al mondo giuridicamente
vincolante, in grado di creare un quadro normativo completo per prevenire la violenza contro le donne, proteggere
le vittime e contrastare l’impunità dei colpevoli”, ha sottolineato l’importanza del Piano nazionale contro la violenza
di genere e lo stalking, nonché la necessità di “integrare gli interventi repressivi con politiche e ed azioni puntuali e
coordinate in ambito sociale, educativo, informativo e normativo”.
La dott.ssa De Blasio, in continuità con gli interventi precedenti, ha inteso richiamare la platea alla necessità di un
“cambiamento radicale di cultura e mentalità, di una rappresentanza appropriata delle donne e degli uomini in ogni
ambito della società, di un deciso intervento delle Istituzioni che non possono lasciare le cittadine e i cittadini soli
davanti a un tale fenomeno.
Le Istituzioni – ha concluso
De Blasio – sono tenute a
prevenire,
contrastare
e
proteggere
con
politiche
attive, coerenti e coordinate
l’intera popolazione, con il
sostegno delle reti locali a
partire
dai
centri
antiviolenza”.
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SERVIZI ASSOCIATIVI
• Rete sanitaria convenzionata
Fimiv (assieme al Consorzio Mu.Sa.) mette a
disposizione delle società di mutuo soccorso
aderenti una rete convenzionata di qualificate
strutture sanitarie e socioassistenziali, a tariffe
agevolate, alla quale possono accedere tutti i soci e
loro familiari utilizzando la “Tessera Salute” Fimiv.
• Agevolazioni per gli enti associati
Fimiv è riconosciuta dal Ministero dell'Interno
(D.M. 559/C15185.12000.A (139) del 1° agosto
2000) quale "Ente nazionale con finalità
assistenziali". Da tale riconoscimento giuridico
derivano alcune agevolazioni per le società di
mutuo soccorso ad essa aderenti:
La gestione di una mensa o di uno spacciodi una società di mutuo soccorso, riservata ai soci, non è
subordinata al rilascio di alcuna licenza o tipo di permesso, ma è sufficiente ottemperare alle norme
igieniche e tributarie e documentare la qualifica di società di mutuo soccorso aderente alla Fimiv. Stante
l'uso invalso in numerose province di richiedere al circolo una specifica autorizzazione rilasciata
dall'Associazione di appartenenza, Fimiv trasmette alle SMS che ne facciano richiesta l'autorizzazione per
la gestione di una mensa da esporre in modo visibile.
Per le società di mutuo soccorso aderenti alla Fimiv (in quanto associazione riconosciuta dal
Ministero dell'Interno) è prevista la riduzione del 15% sui compensi fissi della SIAE.
• Fimiv mette inoltre a disposizione delle Società aderenti: servizio di consulenza legale e fiscale;
elaborazione statuti; servizio di consulenza per la costituzione di nuove mutue; consulenza sulle garanzie
di copertura sanitaria.
Direttore responsabile: Placido Putzolu.
Segreteria di redazione e grafica: Andrea Folchitto, Riccardo Guidoni.
Hanno collaborato: Marianna Cavazza, Giuseppe Ciavirella, Franco Compagnino, Carlo De Pietro, Luigi Ghigo, Matteo Lippi Bruni, Francesco
Longo, Sabrina Luise, Stefano Maggi, Barbara Menegatti, Stefano Minerdo, Luciano Pinna, Ermanno Sacchetto, Sebastiano Solano, Umberto
Tommasi, Cristina Ugolini, Mariella Zanetta.
Si prega di inviare materiale e notizie da pubblicare, via e-mail, a: [email protected]
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