CILE La Nuova Canzone Cilena La “Nuova Canzone Cilena” (“Nueva Canción Chilena”) fu un movimento culturale e musicale che si sviluppò fra gli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta in Cile, volto al recupero e alla rielaborazione del repertorio tradizionale latinoamericano e all'utilizzo della musica come arma di lotta ed impegno sociale e politico. Fonte d’ispirazione per la nascita del movimento fu l’attività di Violeta Parra (19171967), che tuttavia morì prima che questo acquisisse il suo nome. Cantautrice, poetessa e pittrice, a lei si deve un'importante opera di recupero e diffusione della tradizione popolare del Cile; nelle sue canzoni, inoltre, sono sempre presenti la denuncia e la protesta per le ingiustizie sociali. Colpita da una grave forma di depressione, Violeta muore suicida nel 1967; la sua celebre canzone “Gracias a la vida” è considerata il suo testamento spirituale ed è stata interpretata da numerosi cantanti. Furono i figli di Violeta, nel 1965, a fondare la “Peña de los Parra” a Santiago, un gruppo di musicisti e ricercatori con l'obiettivo comune di recuperare la musica tradizionale cilena e dedicarsi all'impegno politico attraverso la musica. La “Peña de los Parra” fu anche un'etichetta discografica che pubblicò alcuni tra i primi album ascrivibili al movimento. Esponenti di spicco della peña furono Víctor Jara e il gruppo musicale “Inti-Illimani”, che influenzarono la politica cilena con le loro canzoni e il loro sostegno al partito socialista di colui che sarebbe diventato, nel 1970, il presidente cileno: Salvador Allende. Questi artisti, infatti vedevano nella sua figura un futuro di libertà per la loro nazione, dominata per molto tempo dalle dittature e da partiti conservatori. Víctor Jara (1932-1973), cantautore, musicista, regista teatrale e poeta, fondò tutta la sua attività sull’impegno politico, tanto da divenire negli anni un riferimento internazionale nel mondo della canzone di protesta. Sostenitore del presidente Allende, fu una delle primissime vittime delle repressioni in seguito al golpe dell'11 settembre 1973 operato dal generale Augusto Pinochet. Sorpreso all'università, fu preso prigioniero insieme a numerosi alunni e professori e condotto allo stadio nazionale, trasformato in campo di concentramento. Dopo averlo torturato e ucciso dopo cinque giorni, i militari cileni non solo proibirono la vendita dei suoi dischi, ma ordinano anche la distruzione delle matrici. Il destino di tutti gli artisti della Nuova Canzone Cilena fu profondamente segnato dal golpe di Pinochet: molti esponenti furono costretti all'esilio, continuando però la propria carriera musicale e l'impegno politico per il proprio Paese. Con il regime militare fu anche soppressa l'etichetta che pubblicava i dischi di quasi tutti i musicisti della Nueva Canción, la DICAP (Discoteca di canto popolare). Gli Inti-Illimani, un gruppo vocale e strumentale cileno nato nel 1967 nell'ambito del movimento della Nuova Canzone Cilena, si trovavano proprio in Italia nel momento del golpe, e qui proseguirono la loro attività come rifugiati politici fino al 1988, quando tornarono in patria. Il nome è composto da due parole: Inti (dio del sole nella cultura inca) e Illimani (nome di una cima della catena delle Ande). Il loro repertorio, basato inizialmente su molti brani di autori cileni come Violeta Parra e Víctor Jara, spazia dalla musica andina alla canzone rivoluzionaria, con un'ampia gamma di colorazioni intermedie, insolite e originali: numerosi sono i brani allegri nella musica ma struggenti nei testi; altrettanto frequenti i brani strumentali, dedicati alle località. Uno di questi, “Alturas”, è uno dei brani più famosi in Italia in quanto contenuto nel primo loro disco italiano.