Dr. Fabrizio Pregliasco Istituto di Virologia, Università degli Studi di Milano Le infezioni respiratorie acute (IRA) sono ancor oggi in tutto il mondo una fra le maggiori cause di morbosità e di mortalità. Si stima che raffreddore, faringite, influenza, bronchite e polmonite costituiscano un quarto delle visite di un medico di medicina generale. Gli agenti eziologici coinvolti sono numerosi e spesso causano reinfezioni nell’arco di una medesima stagione invernale: batteri, clamidie, micoplasmi, ma la causa più importante e frequente sono i virus e, fra questi, quelli influenzali sono i più rilevanti dal punto di vista epidemiologico. Come si manifesta l’influenza nella comunità? Un episodio epidemico in una determinata area geografica segue generalmente uno schema standard: esordio brusco, raggiungimento di un picco massimo di incidenza della malattia in circa 2-3 settimane, declino rapido e, dopo circa 5-6 settimane, spegnimento quasi completo del fenomeno. Solitamente l’episodio è anticipato da casi sporadici che però il più delle volte non vengono identificati. Dapprima si ha un incremento del numero di bambini affetti da patologie respiratorie febbrili che si evidenzia con l’assenteismo scolastico; segue l’estendersi di manifestazioni similinfluenzali alla popolazione adulta con un conseguente assenteismo al lavoro ed un aumento di bisogno di assistenza medica comprovato da un aumento del numero di visite mediche e di ricoveri ospedalieri per polmoniti, esacerbazioni di malattie croniche respiratorie ed insufficienza cardiaca congestizia. Un indice altamente specifico di epidemia influenzale è l’aumento di mortalità associata a polmonite ed influenza. L’influenza nel tempo Le epidemie influenzali si verificano ciclicamente e sono causate da virus sia di tipo A che di tipo B. Il tipo C è per lo più responsabile di infezioni non apparenti. I virus di tipo C e B si modificano con lente derive antigeniche mentre i virus di tipo A possono 1 andare incontro a modificazioni antigeniche maggiori che possono determinare le tanto temute ed imprevedibili pandemie. Negli ultimi anni si è assistito alla cocircolazione di virus A e B con differenti livelli di diffusione. Nei paesi temperati dell’emisfero boreale la “stagione influenzale” si estende circa da novembre ad aprile, nell’emisfero australe da maggio ad ottobre; in entrambi i casi quindi sono sempre i mesi freddi quelli interessati. E’ possibile riconoscere la vera influenza? Le sorgenti di infezione sono rappresentate da individui infetti che eliminano il virus per via respiratoria da 1 giorno prima fino a 4-5 giorni dopo l’esordio della forma clinica. La trasmissione avviene per via aerea e ciò facilita la circolazione del virus soprattutto in popolazioni con alti livelli di densità. La porta d’ingresso e la successiva localizzazione del virus sono le cellule epiteliali delle alte e basse vie respiratorie. Le manifestazioni cliniche della malattia insorgono dopo un breve periodo di incubazione (1-2 giorni), durante il quale il virus può già essere eliminato nell’ambiente dal soggetto infetto e consistono prevalentemente in una febbre ad esordio brusco ed a carattere remittente-intermittente (con puntate sino a 40°C) che si accompagna a dolori ossei e muscolari diffusi, cefalea e dolore retroorbitale, oltre ad un notevole malessere generale associato all’aumento della temperatura corporea. Sintomi e segni di interessamento dell’albero respiratorio consistono spesso in una tosse scarsamente produttiva ed in una modesta faringodinia cui talora si accompagna una secrezione nasale acquosa con sensazione di naso chiuso. L’esame obiettivo, in caso di influenza non complicata, è in genere del tutto negativo e solo occasionalmente è possibile ravvisare all’auscultazione del torace ronchi diffusi da interessamento flogistico della mucosa tracheo-bronchiale. Il corteo sintomatologico descritto tende a risolversi spontaneamente entro 3-4 giorni dalla sua insorgenza, con rare eccezioni in cui esso può protrarsi per una o due settimane. E’ da ricordare che la vera influenza non ha una sintomatologia a livello gastrointestinale. Le complicanze sono spesso fatali e colpiscono prevalentemente bambini di età inferiore ad 1 anno, anziani defedati, affetti da malattie cardiovascolari o polmonari croniche e donne gravide. La complicanza più frequente è la polmonite, che nel 20% dei casi è secondaria al diretto interessamento dei setti alveolari da parte dell’agente virale, 2 mentre nella restante percentuale è prodotta da una superinfezione batterica a questo livello Dal punto di vista clinico, salvo variazioni per le età estreme ( in particolare gli anziani mostrano un rialzo febbrile meno intenso) la diagnosi clinica di influenza può essere posta nel caso di affezione respiratoria acuta : ad esordio brusco ed improvviso con febbre 38°C accompagnata da almeno un sintomo tra i seguenti cefalea, malessere generalizzato, sensazione di febbre (sudorazioni, brividi), astenia e da almeno uno dei seguenti sintomi respiratori: tosse, faringodinia, congestione nasale Perché nuovi test rapidi per l’influenza? La capacità di diagnosticare l’influenza solo con l’esame clinico ha delle oggettive limitazioni in quanto studi retrospettivi su casi di influenza confermati in laboratorio con le metodiche classiche dimostrano una sensibilità del 70% nel periodo centrale dell'epidemia stagionale, con un ulteriore peggioramento nelle fasi iniziali e finali, in tal senso la disponibilità di sistemi di diagnosi rapida può permettere al medico una più precisa diagnosi e una prescrizione mirata dei nuovi farmaci antivirali specifici che agiscono solo sulle sindromi influenzali dovute ai virus dell’influenza. Fino a ieri la diagnosi virologica di influenza poteva essere posta solo mediante metodi di laboratorio complessi, costosi e soprattutto lenti. Infatti la coltura cellulare o su uovo embrionato di pollo necessita anche 15 giorni per poter dare una risposta. Anche i metodi di biologia molecolare come la PCR (polimerase chain reaction) necessitano comunque di 24/48 ore per la risposta. 3 Oggi con la disponibilità dei nuovi farmaci antivirali è divenuto più importante avere mezzi di diagnosi rapida per instaurare una terapia mirata, che per le caratteristiche della malattia, deve essere quanto più precoce. I diagnostici rapidi, basati su un semplice tampone nasale e un test di pochi minuti eseguibile da parte del medico di medicina generale durante la visita, possono permettere una piú oggettiva diagnosi di infezione da Virus dell' Influenza, a supporto della decisione terapeutica. Modalità di controllo della malattia Al fine di limitare l'impatto dell'influenza sulla popolazione, esistono diverse modalità di intervento. La prima, di tipo preventivo, è la vaccinazione antinfluenzale, disponibile ormai da anni, anche se a tutt'oggi non ha una diffusione adeguata neppure tra le categorie a rischio (anziani, soggetti affetti da BPCO, ecc.). Oltre alle campagne di vaccinazione annuali (necessarie in quanto i virus si modificano nel tempo) è importante attuare una sorveglianza che monitori in tempo reale la diffusione di tale malattia nella popolazione. Da quest’anno è attiva anche in Italia, così come già da anni in Europa (http://www.eiss.org), una rete di sorveglianza epidemiologica con medici di medicina generale "sentinella", che copre tutto il territorio nazionale (http://www.influnet.it), che rende disponibile in tempo reale l'andamento dell'influenza per territorio. La ricerca attualmente è orientata, da un lato, a mettere a disposizione nuovi vaccini sempre più efficaci (ad esempio, vaccini inattivati con adiuvanti, vaccini vivi attenuati), dall'altro alla messa a punto di nuovi farmaci. Da quest'anno infatti è disponibile Zanamivir in polvere inalabile, il primo di una nuova classe di farmaci "inibitori della neuraminidasi" (enzima chiave per la diffusione dell'infezione da virus influenzali), seguirà oseltamivir in pastiglie, che hanno dimostrato una reale efficacia nella riduzione della durata della malattia dell'intensità dei sintomi e dell’insorgenza di complicanze senza effetti collaterali e senza lo sviluppo di resistenze, al contrario di quanto accadeva con l'amantadina e la rimantidina. L'uso combinato dei nuovi farmaci e dei vaccini, unitamente ad un miglioramento della sorveglianza e la disponibilità di metodi di diagnosi rapida al letto del paziente permetterà di controllare la diffusione della malattia e di evitare quegli effetti che le passate pandemie hanno avuto sulla popolazione mondiale. 4