UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PARMA Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario VIII ciclo a.s. 2006-2007 Indirizzo F.I.M. Didattica della Fisica con Laboratorio I Laboratorio di Didattica della Fisica I UNITA’ DIDATTICA SISTEMA MASSA-MOLLA Raschellà Raffaella Gruppo di studio III: Mariani Flavia Meli Claudio Raschellà Raffaella Previ Giuseppina 1 Introduzione Scopo di questa unità didattica è lo studio della forza elastica. In particolare, si studierà il comportamento di molle elicoidali, sia nel caso statico, sia nel caso dinamico. Questa unità didattica è destinata a: Istituto scolastico: Liceo Scientifico. Anno scolastico: Terzo. Schema dell’unità didattica Prerequisiti unità di misura: utilizzo e conversione proporzionalità diretta rappresentazione grafica di una legge lineare e significato della pendenza della retta funzioni trigonometriche moto circolare uniforme grandezze fisiche: posizione, velocità, accelerazione, forza, massa, lavoro, energia cinetica relazione tra il peso e la massa di un oggetto II e III principio della dinamica Forze conservative: energia potenziale, conservazione dell’energia meccanica Obiettivi Obiettivi generali: Ricavare una legge dai dati sperimentali Verificare una legge sperimentalmente Obiettivi metodologici: Rappresentare i dati su un grafico Presentare e discutere i risultati sperimentali in una relazione Uso di una bilancia digitale Uso del software Curve Expert per rappresentare e interpolare i dati Uso del software DataStudio per acquisire i dati Obiettivi specifici: Legge di Hooke Legge oraria di un oscillatore armonico Energia cinetica e potenziale di un sistema massa-molla 2 Fasi FASE 1 TIPOLOGIA verifica in classe 1h attività di laboratorio 2h DESCRIZIONE test di ingresso: verifica dei prerequisiti PREREQUISITI quelli dell’unità didattica OBIETTIVI capire quali prerequisiti richiedono ripasso misura delle elongazioni di pesi di massa diversa appesi a una molla, in condizioni di equilibrio unità di misura e conversione; proporzionalità diretta e rappresentazione grafica posizione, massa, peso equilibrio utilizzo del software di acquisizione riconoscere il legame tra lo studio di x(P) e di Fmolla(x) dedurre dai dati la dipendenza lineare tra Fmolla e x 3 lezione frontale 2h Legge di Hooke Oscillatore armonico Energia potenziale elastica posizione, velocità, accelerazione II principio della dinamica funzioni trigonometriche 4 attività di laboratorio 1h precedenti + III principio dinamica 5 attività di laboratorio 1h 6 verifica in classe 1h misura della posizione, della velocità e dell’accelerazione al variare del tempo di una massa in moto soggetta a una forza elastica Analisi dati presi in lab: verifica della conservazione dell’energia meccanica e discussione test di uscita: verifica della comprensione dei contenuti dell’unità didattica legge oraria di un corpo soggetto a una forza elastica lavoro ed energia potenziale della forza elastica verificare la legge oraria di un corpo soggetto a una forza elastica studiare le proprietà del moto armonico 2 comprensione delle attività precedenti discutere criticamente le discrepanze tra dati sperimentali e attesi fissare i contenuti Scheda insegnante Teoria Una forza F lineare nella posizione e diretta in verso opposto allo spostamento x è detta forza elastica e si può scrivere nella forma: F=-kx dove k è detta costante elastica. Una legge di questo tipo, che lega in modo lineare la forza di richiamo e la deformazione lineare, prende il nome di Legge di Hooke. L’equazione del moto in presenza di una forza elastica è mx kx (1) che ha come soluzione x(t)=x0cos(t) se le condizioni iniziali sono x(0)=x0 e x (0)=0, avendo definito =k/m. La velocità è v(t)= x (t)= -x0sin(t) e l’accelerazione a(t)= x (t)= -x0cos(t). 3 Un sistema reale che segue in buona approssimazione, per un certo intervallo delle x, la legge della forza elastica è composto da una massa attaccata a una molla, nel caso in cui la massa della molla sia trascurabile, e avendo definito la x come l’elongazione rispetto alla lunghezza di riposo l0. In una situazione reale in cui il sistema è verticale, e quindi la massa è soggetta anche alla forza peso, l’equazione del moto diventa mx kx mg che equivale a traslare il riferimento in cui si scrive l’equazione (1) di una quantità mg/k. Una molla reale non ha in generale una massa trascurabile, e per descrivere il moto si dovrebbe tener conto del contributo di ogni elemento infinitesimo di molla, che è soggetta a una forza elastica che dipende dalla posizione in cui si trova rispetto alla molla: un elemento nella posizione x di una molla con lunghezza a riposo l0, è soggetto a un richiamo elastico pari a –k*x/l0*l, con l l’elongazione misurata all’estremo della molla. La trattazione dettagliata porta a concludere che il sistema si può schematizzare come una molla ideale a cui è attaccata una “massa equivalente”, pari a M eq=M+m/3, dove M è la massa effettivamente attaccata, e m la massa della molla. Quindi la relazione tra periodo e costante elastica deve essere corretta: T = 2 ((M+m/3)/k), e la stessa Meq deve essere usata per il calcolo dell’energia cinetica. Si arriva allo stesso risultato nell’ipotesi che la velocità di ogni elemento di molla sia proporzionale alla posizione in cui si trova rispetto alla lunghezza a riposo della molla: v(x) = x/l 0 V, dove V è la velocità dell’oggetto attaccato all’estremo libero della molla. L’energia cinetica K del sistema è quindi la somma dell’energia cinetica dell’oggetto e delle energie cinetiche di tutti gli elementi: 2 x 1 1m dK dm v 2 dx V 2 2 l0 l0 2 l0 1 1 mV 1 K MV 2 x 2 dx M m 3 V 2 3 0 2 2 l0 2 La forza elastica è una forza conservativa, quindi si può definire l’energia potenziale U=-L0x=½kx2, avendo preso come riferimento per cui U=0 la posizione di equilibrio x=0, cioè la lunghezza a riposo (o di equilibrio se il sistema è soggetto anche alla forza peso). L’energia totale elastica, E=U+K si conserva. 4 Laboratorio MATERIALE Sono messe a disposizione molle di diversa massa e costante elastica, un portapeso e pesi di diversa massa. La molla può essere appesa a un sensore di forza PASCO CI-6537, mentre la posizione della base del portapesi può essere rilevata da un sonar PASCO CI-6529. Entrambi gli strumenti sono connessi al computer tramite un’interfaccia di acquisizione PASCO Science Workshop 500 e l’acquisizione e la registrazione dei dati è effettuata con il software DataStudio. Per la misura delle masse è disponibile una bilancia digitale. x x0 x x0 5 TARATURA Taratura del sonar: si posiziona il sensore a una distanza nota dal muro (ad esempio 1 m), la si immette nella casella Distanza di calibrazione, nella finestra Proprietà del sensore Sensore di moto rettilineo, quindi si preme il tasto Calibra. Taratura del sensore di forza: si lascia libero il gancio del sensore, si preme il bottone di azzeramento sullo strumento, quindi si immette il valore 0 nella casella Punto di minimo - Valore nella finestra Proprietà del sensore Calibrazione, quindi si preme il tasto Calibra. Analogamente, si appende una massa nota al gancio, e si procede allo stesso modo nella casella Punto di massimo, inserendo il valore in Newton del peso noto, preceduto dal segno meno (per il sensore, una trazione è una forza negativa e una spinta una forza positiva). Nell’esempio in figura, si è appesa una massa totale di 339,66 g, cioè 3,331 N usando il valore per l’accelerazione di gravità 9,806 m/s 2, valido alla latitudine di 45° (Parma è 44° 48' 0'' N). 6 POSIZIONAMENTO Il sonar deve essere posto a distanza sufficiente dal tavolo, per non essere disturbato dalla sua presenza nella misura. Si pone quindi il sensore di forza a distanza sufficiente, quindi con un filo a piombo si posiziona il sonar. MISURA DELLE MASSE Le masse degli oggetti usati nell’esperimento vengono misurate con la bilancia digitale, che ha un’incertezza di 0,01 g, e sono riassunte in tabella OGGETTO MOLLA PESO PESI USATI PER LA CALIBRAZIONE ROSSA BIANCA VIOLA 25 CHIARO 25 SCURO 50 CHIARO 50 SCURO 50 A 50 B 50 C PORTAPESO MASSA (g) 12,03 12,03 23,88 25,09 24,98 50,00 50,07 50,11 49,96 49,89 39,56 VERIFICA DELLA LINEARITÀ FORZA-ALLUNGAMENTO Si misurano le posizioni in cui il sistema massa-molla è all’equilibrio, per diversi valori della massa appesa e per due diverse molle. In questo modo si può confrontare la dipendenza dell’elongazione della molla dalla forza applicata P, che è uguale in modulo alla forza elastica F esercitata dalla molla, cioè si può osservare x(F). Un primo problema è la difficoltà nel raggiungere l’equilibrio. Dopo aver fermato il più possibile il sistema, è conveniente acquisire la posizione per qualche secondo, e usare come valore della posizione di equilibrio la media dei valori ottenuti. I risultati riportati nella tabella seguente sono ricavati da misure di 2 s con un campionamento di 40 Hz. MOLLA VIOLA (□) oggetto massa (g) mg (N) x (m) MOLLA BIANCA (o) x (m) x (m) x (m) portapeso 39.56 0.0000 0.747 0 0.781 0 25 C 24.09 0.2362 0.721 0.026 0.769 0.012 50 S 50.00 0.4903 0.695 0.052 0.757 0.024 50 S + 25 C 74.09 0.7265 0.668 0.079 0.746 0.035 50 S + 50 C 100.07 0.9813 0.642 0.105 0.734 0.047 50 S + 50 C + 25 C 124.16 1.2175 0.615 0.132 0.723 0.058 50 S + 50 C + 25 C + 25 S 149.14 1.4625 0.589 0.158 0.712 0.069 7 Riportando su un grafico i dati di peso ed elongazione per entrambe le molle, si può immediatamente verificare la dipendenza lineare. Da un fit lineare si calcola la costante elastica di entrambe le molle, pari alla pendenza della retta. 1.6 y = 21.241x - 0.0128 R2 = 0.9998 1.4 peso (N) 1.2 y = 9.2566x + 0.0007 R2 = 0.9999 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0 0 0.05 0.1 0.15 0.2 elongazione (m) MOLLA VIOLA: k = 9,26 0.05 N/m MOLLA BIANCA: k = 21.24 0.14 N/m Nota bene Il sensore di forza funziona con un cristallo piezoelettrico. Oltre alla taratura, bisogna azzerare prima di ogni misura, per evitare effetti di deriva che possono introdurre errori sistematici. Si può verificare l’entità di questo problema, e quindi la necessità dell’azzeramento, confrontando i valori dei pesi calcolati come (mmolla+mportapesi+mpeso)g con quelli della forza misurata durante le misure precedenti, avvenute azzerando solo una volta per ogni molla. Si vede che i valori misurati si allontanano sensibilmente da quelli calcolati dopo un certo numero di misure. Con l’azzeramento prima di ogni misura, i valori invece corrispondono entro le incertezze di misura. viola (23.88 g) oggetto massa (g) peso calc (N) bianca (12.03 g) F reazione peso calc (N) F reazione portapeso 39.56 0.62 0.57 0.51 0.49 25 C 24.09 0.86 0.80 0.74 0.73 50 S 50.00 1.11 1.02 1.00 1.00 50 S + 25 C 74.09 1.35 1.25 1.23 1.21 50 S + 50 C 100.07 1.60 1.47 1.49 1.45 50 S + 50 C + 25 C 124.16 1.84 1.69 1.72 1.68 50 S + 50 C + 25 C + 25 S 149.14 2.08 1.93 1.97 1.91 Questo non influenza la misura della costante elastica, ma risulta importante nella misura dinamica, perché dalla misura della forza della reazione vincolare si può ricavare l’accelerazione del sistema. 8 Figura 1. Dati di forza e posizione all’equilibrio relativi a diverse masse appese alla molla bianca. Ogni acquisizione è di 2 secondi con un campionamento di 40 Hz. 9 Figura 2. Dati di forza e posizione all’equilibrio relativi a diverse masse appese alla molla viola. Ogni acquisizione è di 2 secondi con un campionamento di 40 Hz. 10 Figura 3. Dati di posizione, velocità, accelerazione e forza acquisiti durante l’oscillazione del sistema massamolla, costituito dalla molla bianca, il portapeso e una massa da 50 g. 11 Figura 4. Dati di posizione, velocità, accelerazione e forza acquisiti durante l’oscillazione del sistema massamolla, costituito dalla molla viola, il portapeso e una massa da 50 g. 12 MOTO DI UNA MASSA SOGGETTA A UNA FORZA ELASTICA Per ogni molla, si è appeso il portapeso con il peso 50 S (M = 89,56 g in totale), e si è imposto un allungamento iniziale di pochi centimetri, per poi rilasciare il peso e acquisire posizione e forza. La velocità viene calcolata dal software di acquisizione. La rappresentazione grafica (vd. Figura 3 e Figura 4) permette di verificare facilmente gli aspetti qualitativi della teoria: la posizione ha un andamento che ben approssima una funzione sinusoidale, la velocità risulta sfasata di /2, l’accelerazione opposta in fase. La velocità è calcolata dai dati di posizione attraverso un rapporto incrementale discreto (come descritto in dettaglio più avanti), e analogamente per l’accelerazione, calcolata dalla velocità. Il doppio passaggio di un calcolo alle differenze finite dà un risultato troppo rumoroso, quindi è meglio usare i dati misurati della reazione vincolare R. Ricavare l’accelerazione in questo modo permette inoltre di applicare, e quindi ripassare, il III principio della dinamica. Infatti, il sistema oscillante è soggetto a una risultante delle forze esterne F ( M m)aG ( M m)g R , quindi R ( M m) aG g . Quindi la reazione uguaglia, a meno di una costante data dal peso del sistema, la forza agente sul sistema, e per il terzo principio tale forza è pari in modulo a quella che il sistema compie sul vincolo, cioè quella misurata dal sensore di forza Fmis. R ( M m) g aG k x Mg Se la massa della molla fosse trascurabile, si avrebbe Fmis = Mg - Ma, con a accelerazione del blocco appeso, cioè quella di interesse. Se la massa m non è trascurabile, il sistema è equivalente a una massa (M+m/3) collegata a una molla ideale (vd capitolo precedente), quindi Fmis = (M+m)g - (M+m/3)a. 13 Una verifica quantitativa delle relazioni tra posizione, velocità e accelerazione, richiede la determinazione di ampiezza e pulsazione delle tre grandezze oscillanti. Un fit sinusoidale è possibile in modo semplice e immediato direttamente da DataStudio, e permette di verificare l’uguaglianza dei periodi delle tre grandezze, e le relazioni a0=2x0sin(t) e =k/M. I risultati sono riportati nelle seguenti tabelle (x(t)=xm + x0sin(t); F(t)=Fm + F0sin(t)). MOLLA VIOLA: m=23,88 g – M=89,56 g – k=9,25 N/m MOLLA BIANCA: m=12,03 g – M=89,56 g – k=21,2 N/m ω misurato ω=(k/M) ω=(k/(M+m/3)) F0 misurato F0=x0*Mω^2 F0=x0*(M+m/3)ω^2 Fm misurato Fm = (M+m)g viola 9.74 s-1 10.166 s-1 9.743 s-1 0.309 N 0.276 N 0.301 N 1.11 N 1.112 N bianca 15.02 s-1 15.400 s-1 15.067 s-1 0.297 N 0.288 N 0.301 N 0.97 N 0.996 N Come si vede, in entrambi i casi è necessario correggere il valore della massa sommando 1/3 della massa della molla, come discusso nella sezione di teoria, ottenendo un accordo con il valore misurato entro l’1% per la molla viola e il 3% per la molla bianca. L’accordo sembra ragionevole, anche se non è possibile una stima dell’incertezza di misura, che non è solo dovuta alla opportuna propagazione delle incertezze delle misure dirette e della determinazione dei parametri di fit, ma anche alla deviazione del moto dalla verticale, difficilmente riducibile e non misurabile con il sistema a disposizione. 14 FIT SINUSOIDALE Il fit eseguito da DataStudio sembra la scelta migliore per praticità (non richiede l’esportazione dei dati a un altro programma, né valori iniziali per i parametri) e velocità, ma proprio per queste caratteristiche non sempre può essere usato. Su certe serie di dati il fit restituisce funzioni che non si sovrappongono ai dati (Figura 5), e non prevedendo l’intervento dell’utente per definire i valori iniziali, costringe a usare un programma esterno. Questo si è reso necessario nel nostro caso per il fit della posizione per la molla viola. Figura 5. Dati di posizione e interpolazione sinusoidale effettuata con DataStudio, riferiti alla molla viola. Di seguito sono riportati i risultati dei fit delle posizioni e le velocità per le due molle ottenuti con Matlab, che permette la scelta dell’intervallo su cui eseguire il fit, e l’inserimento dei parametri iniziali. Fit con Matlab: f(x) = A*sin(*x +)+c viola posizione viola velocità A (m) 0.03249 (0.03245, 0.03253) 0.3096 (0.3088, 0.3103) (s ) 9.743 (9.741, 9.744) 9.743 (9.74, 9.746) 1.776 (1.773, 1.779) -2.936 (-2.941, -2.931) c (m) 0.6903 (0.6903, 0.6903) -2.789e-005 (-0.0005518, 0.000496) SSE 3.183e-006 0.0008989 0.9999 0.9998 RMSE 0.0001686 0.002833 A (m) (s-1) c (m) SSE R2 RMSE bianca posizione 0.01425 (0.01418, 0.01432) 15.02 (15.02, 15.03) -1.765 (-1.775, -1.755) 0.7552 (0.7551, 0.7552) 8.415e-006 0.9993 0.0002741 bianca velocità 0.2028 (0.2017, 0.2038) 15.02 (15.01, 15.02) -0.1821 (-0.1928, -0.1714) 0.0004101 (-0.0003218, 0.001142) 0.001767 0.9993 0.003972 -1 R 2 tra parentesi gli intervalli di confidenza al 95% 15 molla viola - posizione 0.72 0.7 0.68 0.66 0.5 1 -4 10 1.5 2 2.5 2 2.5 Residuals x 10 5 0 -5 0.5 1 1.5 molla viola - velocità 0.2 0 -0.2 0.5 1 1.5 2 2.5 2 2.5 Residuals 0.01 0.005 0 -0.005 -0.01 0.5 1 1.5 16 molla bianca - posizione 0.77 0.76 0.75 0.74 0.5 1 -3 1 1.5 2 2.5 2 2.5 Residuals x 10 0 -1 -2 -3 0.5 1 1.5 molla bianca - velocità 0.2 0.1 0 -0.1 -0.2 0.5 1 1.5 2 2.5 2 2.5 Residuals 0.04 0.03 0.02 0.01 0 -0.01 0.5 1 1.5 17 ENERGIA TOTALE ELASTICA Con i valori misurati di costante elastica k, pulsazione e massa equivalente Meq=M+m/3, si possono calcolare le energie potenziale U = ½ k x2 e cinetica Ecin = ½ Meq v2 sui dati di posizione e velocità acquisiti. Calcolo di x: per calcolare x = x – xeq, dove xeq è la posizione della massa all’equilibrio, non è conveniente usare il valore di xeq misurato, in quanto l’incertezza sulla posizione è di 1 mm, e l’ampiezza delle oscillazioni circa 2-3 cm, quindi si avrebbe un’incertezza di circa il 5%, che diventa 10% sul quadrato che serve per calcolare l’energia potenziale. Dato che i dati si adattano bene a una curva sinusoidale, si può prendere come valore di xeq la media dei dati di posizione, oppure la costante additiva risultante dal fit con la funzione x(t)=xm + x0sin(t). I risultati per entrambe le molle sono mostrati in Figura 6 e Figura 7. Si vede che il valore dato dal fit riduce notevolmente la differenza di ampiezza tra due periodi successivi. Massa equivalente: abbiamo già dimostrato nella sezione di teoria e verificato nel paragrafo precedente che il sistema massa-molla si comporta come una massa Meq=(M+m/3) appesa a una molla ideale priva di massa. L’energia cinetica è stata quindi calcolata come Ecin = ½ (M+m/3) v2 Calcolo dell’energia totale: l’energia totale non può essere calcolata direttamente come U+Ecin, perché i dati di posizione e velocità non sono riferiti agli stessi istanti. In Figura 6 e Figura 7 i valori di U e Ecin calcolati sui dati sono sovrapposti da curve ottenute con un’interpolazione spline, in modo da avere i valori per istanti intermedi, uguali per entrambe le energie. Su queste interpolazioni è calcolata Etot. -3 -3 bianca 3 energia (J) viola x 10 2.5 U Ecin 2 Etot 1.5 1 U Ecin 6 energia (J) x 10 Etot 4 2 0.5 0 0 0.2 0.4 tempo (s) 0.6 0.8 0 0 0.2 0.4 0.6 0.8 tempo (s) 1 1.2 Figura 6. Energia potenziale, cinetica e totale per entrambe le molle, calcolate dai valori dei dati di posizione e velocità. La posizione di equilibrio x eq è stata calcolata dalla media dei dati di posizione. 18 -3 -3 bianca 3 energia (J) viola x 10 2.5 U Ecin 2 Etot 1.5 1 U Ecin 6 energia (J) x 10 Etot 4 2 0.5 0 0 0.2 0.4 tempo (s) 0.6 0 0.8 0 0.2 0.4 0.6 0.8 tempo (s) 1 1.2 Figura 7. Energia potenziale, cinetica e totale per entrambe le molle, calcolate dai valori dei dati di posizione e velocità. La posizione di equilibrio x eq è stata ricavata dal fit, descritto nel paragrafo precedente. In Figura 8 sono mostrate le energie potenziale, cinetica e totale calcolate dal fit dei dati di posizione e velocità, usando le funzioni modello xm+x0sin(t+) e vm+v0sin(t+): U=1/2*k* [x0sin(t+)]2, Ecin=1/2*Meq* [v0sin(t+)]2 e Etot = U + Ecin. Questa rappresentazione non permette di osservare le anarmonicità delle curve sperimentali, ma permette di evidenziare come l’energia cinetica sia sottostimata rispetto a quella potenziale. -3 -3 bianca 3 energia (J) viola x 10 2.5 U Ecin 2 Etot 1.5 1 U Ecin 6 energia (J) x 10 Etot 4 2 0.5 0 0 0.2 0.4 tempo (s) 0.6 0.8 0 0 0.2 0.4 0.6 0.8 tempo (s) 1 1.2 Figura 8. Energia potenziale, cinetica e totale per entrambe le molle, calcolate dai fit dei dati di posizione e velocità. Ampiezza delle oscillazioni. Le oscillazioni dell’energia cinetica sono confrontabili in valore assoluto per entrambe le molle (circa 1*10-4 J), ma meno evidenti per la molla viola, per la quale l’ampiezza del 19 moto armonico è maggiore. Il problema pratico di questo esperimento è porre l’oggetto appeso in oscillazione lungo la verticale, cosa sempre più difficile all’aumentare dell’allungamento iniziale, che quindi non permetterebbe di avere una maggiore costanza dell’energia totale. molla bianca molla viola ampiezza oscillazioni di posizione 14,2 mm 32,5 mm energia totale media Etot 2,03 mJ 4,776 mJ ampiezza oscillazioni Etot (assoluta) 0,115 mJ 0,107 mJ ampiezza oscillazioni Etot (%) 5,6% 2,2% La non conservazione dell’energia totale non può essere attribuita all’attrito dell’aria, in quanto si sono considerate solo i primi periodi, dove non c’è un’apprezzabile diminuzione dell’ampiezza di oscillazione; inoltre lo smorzamento indurrebbe un andamento decrescente dell’energia totale, e non oscillante. L’andamento oscillante deve essere attribuito a errori nella misura delle costanti k e Meq, e/o dei valori di posizione e velocità nei diversi istanti. Velocità. La velocità è calcolata come rapporto incrementale tra due istanti t1 e t4, e attribuita all’istante t=(t2 + t3)/2. Questo è equivalente a eseguire uno smooth dei dati mediando tra il valore centrale e i primi vicini, e calcolare il rapporto incrementale tra due dati successivi della serie così ottenuta. La velocità così calcolata risulta sempre sottostimata: v(t)= (sin(t+3t/2)- sin(t-3t/2))/(3t) = 2sin(3t/2)/(3t) * cos(t) cioè la quantità v2, da cui si ricava l’energia cinetica, è [sin(3t/2)/(3t/2)]2 * cos2(t) < 2cos2(t), dove 2cos2(t) è la quantità esatta per v2. E’ possibile stimare l’errore commesso dal calcolo discreto, supponendo i dati di posizione perfettamente sinusoidali, e usando i dati di campionamento e del periodo dell’esperimento: v% = (vdiscreta – vanalitica)/vanalitica = ([sin(3t/2)/(3t/2)]2 - 2)/2 *100 Campionamento: 40 Hz separazione tra istanti successivi t=0,025 s molla viola: =9,74 s-1 v% = 4,4% molla viola: =15,02 s-1 v% = 10,4% Queste percentuali sembrano rendere conto della differenza tra il massimo dell’energia potenziale e il massimo dell’energia cinetica (cioè il doppio dell’ampiezza di oscillazione dell’energia totale), quindi il calcolo discreto della velocità può essere considerato la causa dominante dell’apparente non conservazione dell’energia totale. 20 Misura di k e delle masse. L’incertezza nella misura della costante elastica e delle masse potrebbe contribuire alla non conservazione dell’energia totale calcolata, dato che queste quantità compaiono a fattore rispettivamente dell’energia potenziale e dell’energia cinetica, influenzandone l’ampiezza. Tuttavia, le incertezze sono dell’ordine dello 0,5% per le k e 0.01% per le masse, quindi trascurabili rispetto all’errore sul calcolo delle derivate. Infatti, se si suppone i dati di posizione sinusoidali (cosa giustificata dal risultato dei fit) e si calcola l’energia cinetica con le velocità calcolate come v(t)=*x0cos(t), con e x0 ottenuti dal fit dei dati di posizione, l’energia totale risulta costante, confermando che i valori ottenuti per k e le masse forniscono i coefficienti corretti per i due tipi di energia (Figura 9). -3 -3 bianca x 10 3 U Ecin 2.5 2 1.5 1 U Ecin 6 energia (J) energia (J) viola x 10 4 2 0.5 0 0 0.2 0.4 tempo (s) 0.6 0.8 0 0 0.2 0.4 0.6 0.8 tempo (s) 1 1.2 Figura 9. Energia potenziale, cinetica e totale (.) per entrambe le molle, calcolate dai fit dei dati di posizione. 21 Test d’ingresso 1. Nel SI, la forza si misura in: a. newton, pari a g m s-2 b. newton, pari a kg m s-2 c. joule, pari a kg m s-2 d. joule, pari a N m soluzione: b. verifiche: unità di misura 2. Dato un oggetto di massa m=56,07 g, calcola il suo peso. soluzione: 0,55 N. verifiche: massa e peso, conversione unità di massa 3. Un oggetto di massa m=2 kg, inizialmente fermo, viene trascinato lungo un piano orizzontale per 13 m da una forza costante F = 5 N diretta lungo una direzione che forma un angolo =30° con l’orizzontale, verso il basso. Calcola a) il lavoro compiuto dalla forza per trascinare l’oggetto; b) l’accelerazione dell’oggetto; c) la velocità e l’energia cinetica dell’oggetto dopo aver percorso 13 m. Trascurare l’attrito. soluzione: a) 56,29 J; b) 2,17 m s-2; c) v=7,5 m/s; K=56,29 J verifiche: a) lavoro, coseno di un angolo; b) accelerazione, II principio della dinamica; c) velocità, energia cinetica 4. Osserva il grafico in figura, che rappresenta sulle ascisse la temperatura T e in ordinata il numero di tacche non coperte dalla colonnina di mercurio, N. La legge che lega le due quantità è: a. di proporzionalità inversa b. quadratica N c. di proporzionalità diretta d. lineare T soluzione: d. verifiche: concetto di proporzionalità diretta/ linearità e rappresentazione grafica 22 5. Due blocchi, di massa m1=4 kg e m2=2 kg, sono a contatto e appoggiati su un piano orizzontale con attrito trascurabile. Al blocco 1 si applica una forza orizzontale F=6 N. Determinare la forza di contatto e l’accelerazione del sistema. soluzione: a=F/(m1+m2); T=m2/(m1+m2)*F; verifiche: II e III principio 6. In un moto circolare uniforme, se il modulo della velocità tangenziale e il raggio raddoppiano, l’accelerazione: a. raddoppia b. triplica c. quadruplica d. nessuna delle risposte precedenti è esatta soluzione: a; verifiche: moto circolare uniforme 23 Lezione 1 Legge di Hooke L’esperienza di laboratorio ha permesso di studiare la risposta di una molla a una deformazione lineare. La forza esercitata dalla molla risulta proporzionale all’elongazione e diretta in verso opposto a essa. La legge che lega la forza all’elongazione si chiama legge di Hooke: F = - kl Un forza di questo tipo si chiama forza elastica, e la costante di proporzionalità si chiama costante elastica. L’elongazione l è calcolata come l – l,0, cioè come differenza tra la lunghezza l e una lunghezza l0 “a riposo”, che è la lunghezza naturale della molla quando non è soggetta a nessuna forza. Lavoro della forza elastica Il lavoro compiuto dalla forza elastica nello spostare una massa appesa alla molla dalla posizione coincidente con la lunghezza a riposo alla posizione x, cioè di un tratto x=x-l0, non si può calcolare in modo semplice, perché la forza non è costante durante lo spostamento. Sappiamo però che in questi casi, il lavoro è pari all’area sottesa al grafico F(x). Prendiamo come origine della posizione della massa la lunghezza a riposo l0, in modo che x sia l’elongazione. Dalla figura si vede che il lavoro è l’area del triangolo di base x e altezza kx: L = - ½ k x2. Moto armonico Per studiare il moto di una massa attaccata a una molla, cioè soggetta a una forza elastica, supponiamo di allungare la molla di una quantità x-l0 rispetto alla lunghezza a riposo l0, e di rilasciare la massa, cioè la velocità iniziale della massa è nulla. Dalla legge di Hooke, la forza cui è soggetta la molla dipende dalla sua posizione secondo l’espressione F = -kx (avendo preso come origine la lunghezza a riposo l0). Dal secondo principio della dinamica, F = ma, quindi l’accelerazione della massa deve essere proporzionale all’opposto della posizione: ma = -kx a = -k/m x 24 Il moto che ha queste caratteristiche si chiama moto armonico e la sua legge oraria ha una forma sinusoidale: x(t) = cos(t) Si può capire il perché considerando il moto armonico come proiezione del moto circolare lungo un diametro. Infatti, il seno e il coseno sono stati introdotti come proiezione del raggio della circonferenza unitaria lungo gli assi verticale e orizzontale, rispettivamente. Se il raggio è pari ad A, i due cateti del triangolo rettangolo in figura sono lunghi Acos e Asin. Se il raggio viene fatto ruotare di moto circolare uniforme, l’angolo varia nel tempo secondo la legge =t, e il cateto orizzontale varia la sua lunghezza secondo la legge x=Acos(t). La velocità tangenziale del moto circolare uniforme ha modulo v=r=A. Dalla figura si vede che la sua proiezione lungo la x è vx=-Asin(t). Allo stesso modo si può ricavare la forma dell’accelerazione lungo la x al variare del tempo, sapendo che è la proiezione dell’accelerazione centripeta a=2r=2A: ax=-2Acos(t), cioè abbiamo trovato un moto per cui l’accelerazione è proporzionale in ogni istante all’opposto della posizione, che è quello che viene richiesto imponendo il secondo principio della dinamica al caso della forza elastica. Conoscendo quindi solo le leggi della dinamica e la dipendenza della forza dalla posizione, ricavata sperimentalmente in condizioni statiche, si può dedurre, per via puramente matematica, il moto di un corpo soggetto a questo tipo di forza. Questo diventa un’ipotesi da verificare sperimentalmente. In figura sono riassunte le forme nel tempo della posizione x(t), la velocità v(t) e l’accelerazione a(t) del moto armonico, con le relazioni tra le loro ampiezze e le corrispondenze tra i massimi, i minimi e gli zeri. 25 Forza di gravità Nella trattazione precedente è stata trascurata la forza di gravità, cioè si è supposto che un oggetto appeso a una molla risenta solo della forza elastica dovuta all’azione della molla. Verifichiamo la legittimità di questa assunzione. Dall’esperimento già effettuato, si intuisce che la forza di gravità non possa essere considerata trascurabile in quanto il suo effetto è visibile e confrontabile con quello della molla, infatti appendendo diversi pesetti la molla veniva allungata finché la forza peso non uguagliava in modulo la forza elastica. Tuttavia, il suo effetto è solo quello di spostare la posizione di equilibrio, cioè le oscillazioni devono essere riferite alla lunghezza di equilibrio, per la quale forza elastica e forza peso si uguagliano, invece che alla lunghezza di riposo naturale della molla. Infatti, riscrivendo il secondo principio della dinamica tenendo conto anche della gravità, F = ma = -kx + mg siccome mg è costante, l’equazione precedente si può riscrivere come: ma = -k(x-mg/k) cioè la forza peso ha solo l’effetto di traslare l’origine del riferimento, e la scelta del riferimento non può cambiare la fisica del fenomeno, ma solo i valori misurati: la x non è l’elongazione rispetto alla lunghezza a riposo l0, ma rispetto alla lunghezza di equilibrio l0+mg/k. Energia potenziale Il lavoro della forza elastica per spostare un oggetto dalla posizione x1 alla posizione x2 si può calcolare come area del trapezio di basi kx1 e kx2, e altezza x2-x1: L = ½ (kx1 + kx2)*(x2-x1) = ½ (kx22 – kx12). Si vede che il lavoro dipende solo dalle posizioni di partenza e arrivo, e non dal percorso fatto (compito: calcolare il lavoro della forza elastica per uno spostamento da x1 a x2, passando per una posizione x3 in direzione opposta). Quindi la forza elastica è una forza conservativa, e si può definire un’energia potenziale associata: U(x) = ½ k x2 che esprime l’energia “accumulata” nella molla, cioè il lavoro che è in grado di fare. L’energia totale elastica, cioè la somma dell’energia potenziale elastica e dell’energia cinetica, si conserva: E = U + K = ½ k x2 + ½ m v2 26 Test d’uscita 1. La costante elastica k di una molla è: e. la costante di proporzionalità tra elongazione e forza di richiamo, x = -kF f. la costante di proporzionalità tra forza di richiamo ed elongazione, F = -kx g. la costante di proporzionalità quadratica tra forza di richiamo ed elongazione, F = ½ kx2 h. la costante di proporzionalità inversa tra forza di richiamo ed elongazione, F = -k/x soluzione: b. verifiche: legge di Hooke 2. Scrivi le dimensioni di k e indica un’unità di misura appropriata (possono essere corrette più risposte): a. [k]=[F*L-1], si può misurare in dine/cm b. [k]=[F*L], si può misurare in N*m c. [k]=[F*L-1], si può misurare in N/m d. [k]=[F*L2], si può misurare in N*m2 soluzione: a-c. verifiche: legge di Hooke, analisi dimensionale, unità di misura 3. Il moto di un corpo soggetto a una forza elastica è: a. circolare b. parabolico c. armonico d. il corpo rimane in equilibrio e. (c) o (d) a seconda della posizione e velocità iniziali soluzione: e. verifiche: legge di Hooke, moto di una massa soggetta a una forza elastica 4. In un moto armonico l’accelerazione è: a. costante b. direttamente proporzionale allo spostamento rispetto alla posizione di equilibrio e diretta nello stesso verso dello spostamento c. direttamente proporzionale allo spostamento rispetto alla posizione di equilibrio e diretta nel verso opposto dello spostamento d. inversamente proporzionale allo spostamento e diretta nel verso opposto soluzione: c. verifiche: moto armonico 27 5. Una molla oscilla con un periodo uguale a T. A un’altra molla con la stessa costante elastica della prima è appeso un corpo di massa doppia. Qual è il periodo di oscillazione della seconda molla? a. T b. 2T c. ½ T d. 2T soluzione: d. verifiche: relazione periodo moto armonico e proprietà del sistema, k e m 6. La pallina di un flipper (m = 150g) viene lanciata usando una molla di massa trascurabile e di costante elastica k = 800N/m. a) Se si comprime la molla al massimo (3 cm), con che velocità viene lanciata la pallina? b) Quanto bisogna comprimere la molla per lanciare la pallina con una velocità dimezzata? soluzione: a) 2,2 m/s; b) x(v/2)=x(v)/2=1,5 cm. verifiche: energia cinetica ed energia potenziale elastica, conservazione energia, calcolo letterale per semplificare i calcoli numerici 7. Una massa di 0,5 kg fissata ad una molla oscilla di moto armonico con frequenza uguale a 2 Hz e ampiezza massima dell’oscillazione uguale a 10 cm. Determina il valore massimo della forza ad essa applicata e il valore della costante elastica della molla. soluzione: 7,9 N; 79N/m. verifiche: relazione T(k,m); accelerazione nel moto armonico; II principio dinamica 8. Una molla di costante elastica K=100 N/m oscilla con periodo T di 1 secondo. Determina la massa del corpo appeso. soluzione: 2,5 kg. verifiche: relazione T(k,m); equazioni algebriche Esame di alcuni libri di testo Sono stati esaminati tre testi rivolti al Liceo Scientifico. Amaldi, “Corso di Fisica”, Zanichelli Gli argomenti trattati qui in un’unica unità didattica sono invece trattati in questo libro separatamente, in diversi capitoli della sezione di meccanica, in un arco che copre cinque capitoli: 4 – il moto armonico dal punto di vista cinematico Il moto armonico viene introdotto come proiezione del moto circolare; non si fa uso delle funzioni goniometriche, ma si dà un’idea qualitativa dell’andamento della posizione. Non si 28 ricava la relazione tra velocità e posizione, si ricava invece quella tra accelerazione e posizione utilizzando gli angoli simili che si formano tracciando i vettori posizione e accelerazione centripeta. 5 – definizione operativa della forza attraverso l’uso del dinamometro La molla viene introdotta come elemento del dinamometro, ma non si evidenzia la linearità tra pesi e allungamento; per la definizione di forza è necessario solo che a pesi uguali corrispondano allungamenti uguali (in figura tuttavia la linearità è mostrata). 6 – principi della dinamica Viene trattato qui il moto armonico dal punto di vista dinamico, come moto che verifica il secondo principio della dinamica nel caso della forza elastica, definita qui per la prima volta. 7 – Lavoro Il lavoro della forza elastica viene mostrato brevemente come esempio di lavoro di una forza non costante. 8 – Conservazione dell’energia Viene definita l’energia potenziale elastica. Non viene evidenziato l’andamento nel tempo dell’energia cinetica e potenziale. Nel complesso la forza elastica e la molla vengono trattati in modo frammentario e poco approfondito, dando quindi poca importanza alla forza elastica e al moto armonico come modello per diversi fenomeni, e usandola invece come esempio ogni volta che si introduce un concetto nuovo. Parodi, Ostili, Mochi Onori, “L’evoluzione della fisica”, Paravia La struttura degli argomenti ricalca l’impostazione “tradizionale”, seguita anche dall’Amaldi: cinematica, dinamica (definizione operativa con dinamometro, principi dinamica, lavoro, conservazione energia meccanica), ma la forza elastica e il moto armonico vengono trattati in modo più unitario: nel capitolo di cinematica si anticipa solo il moto circolare, mentre il moto armonico viene introdotto come moto dovuto a una forza di tipo elastico nel capitolo dedicato alle “forze e il moto”, unendo quindi gli aspetti cinematici, statici e dinamici. Anche qui il moto è presentato come proiezione del moto circolare, ma con qualche dettaglio in più, facendo ricorso alle funzioni goniometriche, e quindi dando l’espressione esatta della legge oraria e della velocità e dell’accelerazione nel tempo. Gli aspetti energetici vengono invece trattati molto più avanti, dopo un capitolo sull’equilibrio, uno sui sistemi di riferimento, un’ampia trattazione della forza gravitazionale (dall’approssimazione uniforme della forza peso alle leggi di Keplero, addirittura arrivando a cenni di relatività generale), la 29 conservazione della quantità di moto e gli urti, dove si definisce l’energia cinetica, e la conservazione del momento angolare. Il lavoro e l’energia potenziale della forza elastica non vengono proposti solo come brevi esempi di calcolo di queste due grandezze, ma viene dato un certo spazio alla conservazione dell’energia elastica, mostrando anche l’andamento temporale dell’energia cinetica e potenziale, ed esplicitando il valore costante dell’energia totale. Wilson, Buffa, “Fisica, percorsi e metodo”, Principato E’ il libro, tra quelli esaminati, che tratta la forza elastica in modo meno approfondito. Il moto armonico non viene trattato né dal punto di vista cinematico né dinamico, la forza elastica viene trattata solo dal punto di vista statico attraverso la legge di Hooke, e di conseguenza anche dal punto di vista energetico ci sono pochi accenni. In definitiva, tutti i libri seguono l’impostazione tradizionale di presentazione della meccanica, divisa in cinematica e dinamica, e in “concetti”: forza, lavoro, energia potenziale… In questo modo si frammenta la descrizione di un fenomeno fisico, perché per ogni concetto si trattano diversi esempi. Nella presente unità didattica si è invece supposto di presentare gradualmente le grandezze fondamentali per la descrizione della meccanica all’interno della trattazione di un tipo di fenomenologia (ad esempio, la gravitazione), per poi riprenderli in modo unitario riferiti a nuovi fenomeni (i moti dei sistemi, dei corpi rigidi, la forza elastica,…) Inoltre, l’introduzione della forza con il dinamometro separa la “molla da dinamometro” dalla “molla da legge di Hooke”, come se fossero due oggetti diversi, uno che subisce una deformazione proporzionale alla forza applicata, e l’altro che risponde con una forza proporzionale alla deformazione subita. 30 Scheda studente Test d’ingresso 1. Nel SI, a. b. c. d. la forza si misura in: newton, pari a g m s-2 newton, pari a kg m s-2 joule, pari a kg m s-2 joule, pari a N m 2. Dato un oggetto di massa m=56,07 g, calcola il suo peso. 3. Un oggetto di massa m=2 kg, inizialmente fermo, viene trascinato lungo un piano orizzontale per 13 m da una forza costante F = 5 N diretta lungo una direzione che forma un angolo =30° con l’orizzontale, verso il basso. Calcola a) il lavoro compiuto dalla forza per trascinare l’oggetto; b) l’accelerazione dell’oggetto; c) la velocità e l’energia cinetica dell’oggetto dopo aver percorso 13 m. Trascurare l’attrito. 4. Osserva il grafico in figura, che rappresenta sulle ascisse la temperatura T e in ordinata il numero di tacche non coperte dalla colonnina di mercurio, N. La legge che lega le due quantità è: N a. b. c. d. di proporzionalità inversa quadratica di proporzionalità diretta lineare T 5. Due blocchi, di massa m1=4 kg e m2=2 kg, sono a contatto e appoggiati su un piano orizzontale con attrito trascurabile. Al blocco 1 si applica una forza orizzontale F=6 N. Determinare la forza di contatto e l’accelerazione del sistema. 6. In un moto circolare uniforme, se il modulo della velocità tangenziale e il raggio raddoppiano, l’accelerazione: a. raddoppia b. triplica c. quadruplica d. nessuna delle risposte precedenti è esatta 31 Esperimento 1 TITOLO Studio della deformazione di una molla INTRODUZIONE Con questo esperimento vogliamo studiare la relazione che lega l’allungamento di un oggetto elastico (nel nostro caso una molla) alla forza che lo causa, e la risposta dell’oggetto a una deformazione. PREPARAZIONE DELL’ESPERIMENTO Posizionare il sonar sulla verticale, usando il filo a piombo FASE 1 Misura delle masse a disposizione: 2 molle, 1 portapeso, 4 pesetti. Azzerare la bilancia prima di ogni misura Appoggiare un peso Leggere il valore e riportarlo nella seguente tabella Ripetere per ogni oggetto OGGETTO PESO PORTAPESO BIANCA VIOLA 25 CHIARO 25 SCURO 50 CHIARO 50 SCURO MASSA (g) 12,03 23,88 25,09 24,98 50,00 50,07 39,56 FASE 2 Studio dell’allungamento di una molla soggetta a una forza. Appendere la prima molla al gancio, e il portapeso al gancio inferiore della molla Aspettare che sia raggiunto l’equilibrio e acquisire la posizione per 2 secondi Aggiungere al portapeso le combinazioni di pesetti indicate in tabella, e per ognuna acquisire la posizione di equilibrio come indicato nel punto precedente Compilare le colonne 1, 3 e 5 della tabella seguente; come posizione di equilibrio del portapeso e delle diverse combinazioni di pesetti scrivere media dei dati acquisiti (visualizzata automaticamente dal software) DOMANDE: o E’ possibile arrivare all’equilibrio perfetto? Come hai deciso che la situazione era di equilibrio? o Perché abbiamo preso come posizione la media sui dati acquisiti per 2 secondi? FASE 3 Vogliamo ricavare la legge che lega l’allungamento dell’oggetto molla+massa+portapeso alla forza che lo induce, cioè il peso dei pesetti aggiunti. Calcolare l’allungamento come x = x0-x, dove x0 è la posizione dell’oggetto a riposo. Calcolare i pesi degli oggetti appesi Compilare le colonne 2, 4 e 6 della tabella con i valori ottenuti 32 oggetto portapeso 25 C 50 S 50 S + 25 50 S + 50 50 S + 50 50 S + 50 MOLLA VIOLA MOLLA COL 1 COL 2 COL 3 COL 4 COL 5 massa (g) mg (N) x (m) deltaX (m) x (m) 39.56 0.0000 0.747 0 0.781 24.09 0.2362 0.721 0.026 0.769 50.00 0.4903 0.695 0.052 0.757 C 74.09 0.7265 0.668 0.079 0.746 C 100.07 0.9813 0.642 0.105 0.734 C + 25 C 124.16 1.2175 0.615 0.132 0.723 C + 25 C + 25 S 149.14 1.4625 0.589 0.158 0.712 BIANCA COL 6 deltaX (m) 0 0.012 0.024 0.035 0.047 0.058 0.069 Riporta su un grafico i valori delle forze peso in ascissa e degli allungamenti in ordinata, per entrambe le molle DOMANDE: o C’è correlazione tra allungamento e forza peso? Se sì, che dipendenza c’è? o Che differenza c’è tra le due molle? o Considerando che le posizioni misurate sono all’equilibrio, chi esercita la forza che compensa il peso? Riporta su un grafico la forza esercitata dalla molla (che abbiamo capito essere in modulo pari al peso) in funzione dell’allungamento. DOMANDE: o La dipendenza è uguale a prima? Scrivi la legge che lega la forza della molla all’allungamento o I due grafici relativi alle due molle mostrano entrambi una dipendenza lineare, ma con pendenza diversa. Sapresti dire da quale proprietà della molla dipende la pendenza del grafico (massa, densità, rigidità, materiale, …)? Abbiamo trovato che la molla risponde a un allungamento x con una forza F = kx, dove k è la costante di proporzionalità, detta COSTANTE ELASTICA. Riporta i dati (x,F) di una molla in CurveExpert Esegui il fit lineare Fai lo stesso con la seconda molla Riporta le costanti elastiche trovate: MOLLA VIOLA: k = MOLLA BIANCA: k = 33 Esperimento 2 TITOLO Studio del moto di una massa soggetta a una forza elastica PREPARAZIONE DELL’ESPERIMENTO Posizionare il sonar sulla verticale, usando il filo a piombo FASE 1 Misura delle masse a disposizione: 2 molla, 1 portapeso, 1 pesetto da 50g. Azzerare la bilancia prima di ogni misura Appoggiare un peso Leggere il valore e riportarlo nella seguente tabella Ripetere per ogni oggetto OGGETTO MOLLA VIOLA BIANCA 50 SCURO PESO PORTAPESO MASSA (g) 12,03 12,03 25,09 39,56 FASE 2 Oscillazione della massa appesa alla molla Azzerare il sensore di forza prima di appendere qualsiasi cosa Appendere una molla al gancio del sensore di forza, il portapeso alla molla e il pesetto al portapeso Tirare la massa il più possibile lungo la verticale Rilasciare la massa e acquisire per 3 secondi. La posizione e la forza vengono misurati, la velocità e l’accelerazione calcolati. Ripetere la procedura per la seconda molla, ricordandosi di azzerare prima di cominciare. FASE 3 Analisi dei dati qualitativa. Verificare che posizione, velocità e accelerazione sono sinusoidali e con uguale periodo Verificare che la velocità presenta massimi e minimi dove la posizione si annulla e viceversa Verificare che l’accelerazione presenta minimo dove la posizione ha massimo e viceversa Analisi dei dati quantitativa Il sensore di forza misura la forza che il sistema massa-molla esercita su di esso, opposta, per il terzo principio della dinamica, alla reazione del gancio R=m(g-a). Quindi per avere dei dati di accelerazione meno rumorosi, si possono dare i dati della forza. Scrivere l’espressione che rappresenta i dati di posizione, velocità e forza Riportare in tabella i valori del periodo, dell’ampiezza e del valore medio di posizione, velocità e forza ampiezza viola periodo media ampiezza bianca periodo media posizione velocità forza Applicare un fit sinusoidale alle tre grandezze e riportarli in tabella di fianco a quelli trovati a mano Verificare che i periodi delle tre grandezze sono uguali 34 Calcolare la pulsazione dal periodo (=2/T) per entrambe le molle; calcolare la costante elastica dalla relazione k=m2 Confrontare le due k calcolate con quelle ricavate dall’esperimento precedente. Calcolare l’ampiezza dell’accelerazione dalla relazione F0=m2x0 per entrambe le molle, e confrontarle con quelle ricavate dal fit dei dati sperimentali. Compilare la tabella con i valori ottenuti. viola misurata bianca attesa misurata attesa costante elastica k ampiezza F0 DOMANDA: Perché i valori calcolati sono diversi da quelli misurati? Cosa abbiamo trascurato? Studio della conservazione dell’energia. Calcolare in DataStudio L’energia potenziale U = ½ k x2 e l’energia Ecin = ½ m v2. x = x-xm, dove x sono i dati di posizione e xm è il valore medio restituito dal fit. Calcolare l’energia totale elastica Etot = U+Ecin. DOMANDA: Perché non si conserva? Cosa abbiamo trascurato? FASE 4 Ricalcolare le grandezze calcolate nella fase 3 (k, F0 e Ecin) sostituendo alla massa appesa la quantità meq=mappesa+mmolla/3. Verificare se l’accordo tra i dati misurati e attesi migliora Usando il periodo T e l’ampiezza x0 ottenuti con il fit dei dati di posizione, costruire in Excel una colonna di tempi e una con le posizioni calcolate come x=x 0*cos(2/T*t). Affiancare una colonna di velocità calcolate come v=-x0*sin(2/T*t). Costruire le due colonne dell’energia potenziale U e dell’energia cinetica K calcolate su questi valori di posizione e velocità, e una colonna dell’energia totale. Rappresentare su un grafico U, Ecin ed Etot. DOMANDA: l’energia ora si conserva? Perché? 35 Test di uscita 1. La costante elastica k di una molla è: a. la costante di proporzionalità tra elongazione e forza di richiamo, x = -kF b. la costante di proporzionalità tra forza di richiamo ed elongazione, F = -kx c. la costante di proporzionalità quadratica tra forza di richiamo ed elongazione, F = ½ kx2 d. la costante di proporzionalità inversa tra forza di richiamo ed elongazione, F = -k/x 2. Scrivi le dimensioni di k e indica un’unità di misura appropriata (possono essere corrette più risposte): a. [k]=[F*L-1], si può misurare in dine/cm b. [k]=[F*L], si può misurare in N*m c. [k]=[F*L-1], si può misurare in N/m d. [k]=[F*L2], si può misurare in N*m2 3. Il moto a. b. c. d. e. di un corpo soggetto a una forza elastica è: circolare parabolico armonico il corpo rimane in equilibrio (c) o (d) a seconda della posizione e velocità iniziali 4. In un moto armonico l’accelerazione è: a. costante b. direttamente proporzionale allo spostamento rispetto alla posizione di equilibrio e diretta nello stesso verso dello spostamento c. direttamente proporzionale allo spostamento rispetto alla posizione di equilibrio e diretta nel verso opposto dello spostamento d. inversamente proporzionale allo spostamento e diretta nel verso opposto 5. Una molla oscilla con un periodo uguale a T. A un’altra molla con la stessa costante elastica della prima è appeso un corpo di massa doppia. Qual è il periodo di oscillazione della seconda molla? a. T b. 2T c. ½ T d. 2T 6. La pallina di un flipper (m = 150g) viene lanciata usando una molla di massa trascurabile e di costante elastica k = 800N/m. a) Se si comprime la molla al massimo (3 cm), con che velocità viene lanciata la pallina? b) Quanto bisogna comprimere la molla per lanciare la pallina con una velocità dimezzata? 7. Una massa di 0,5 kg fissata ad una molla oscilla di moto armonico con frequenza uguale a 2 Hz e ampiezza massima dell’oscillazione uguale a 10 cm. Determina il valore massimo della forza ad essa applicata e il valore della costante elastica della molla. 8. Una molla di costante elastica K=100 N/m oscilla con periodo T di 1 secondo. Determina la massa del corpo appeso. 36