UN PUNTO DI INCONTRO TRA MEDICINA E AGRICOLTURA: IL “MOLECULAR PHARMING” di Luana Ilarioni * With the concept of “Molecular Pharming” we refer to the production, through the use of vegetal systems, of medical and other substances with a high biological value. This approach could prove to be a valid alternative also to chemical synthesis. If the use of plants for healing purposes is an old practice, the impulse given to “Molecular Pharming” is quite near our age due to the growing intervention by the pharmaceutical industry in the improvement in the production of medicines. This last kind of production guarantees a better synthesis of high standard products without pathogens, which could prove dangerous for the health of men, as well as low costs at the same time. L’ uso delle piante a scopi curativi è una pratica comune da migliaia di anni; vegetali che contengono nei loro tessuti sostanze utili, vengono ancora oggi impiegati come pro__________________ * Dottore in Scienze e Tecnologie dei Sistemi Colturali Anno I - n. 3 Con “Molecular Pharming” si intende la produzione di sostanze medicinali o di altre sostanze ad alto valore biologico presenti nelle piante utilizzando sistemi vegetali. Questo approccio potrebbe rivelarsi valida alternativa anche alla sintesi chimica. Se è antica la pratica dell’uso delle piante a scopi curativi, è relativamente più vicino a noi nel tempo il forte impulso dato al “Molecular Pharming”, dovuto al crescente intervento dell’industria farmaceutica per la messa a punto di sistemi innovativi relativi alla produzione di farmaci. Questo tipo di produzione garantisce la sintesi di prodotti di qualità elevata e privi di patogeni pericolosi per la salute dell’uomo, e nel contempo costi di produzione contenuti. SILVÆ 307 Un punto di incontro tra medicina e agricoltura: il “Molecular Pharming” Anno I - n. 3 dotti farmaceutici attraverso processi di purificazione o di eventuale modifica chimica. Il crescente interesse dell’industria farmaceutica per la messa a punto di sistemi innovativi relativi alla produzione di farmaci ha dato un forte impulso al cosiddetto Molecular Pharming. Con tale termine si intende la produzione di sostanze medicinali o di altre sostanze ad alto valore biologico nelle piante. Le cellule vegetali sono infatti in grado di sintetizzare proteine strutturalmente e funzionalmente equiparabili a quelle prodotte dalle cellule di mammiferi, garantendo la sintesi di un prodotto di qualità elevata e contemporaneamente privo di patogeni pericolosi per la salute umana (vedi Tabella 1). Anche dal punto di vista economico, le piante presentano vantaggi significativi. La coltivazione di piante per la produzione di biofarmaci non richiede, infatti, accorgimenti particolari (se non quelli legati allo sconfinamento delle piante stesse per motivi di sicurezza ambientale e di qualità del prodotto) e garantisce, pertanto, costi di produzione decisamente più contenuti rispetto agli altri sistemi di espressione. Inoltre se si opera in modo che il prodotto di interesse venga sintetizzato in tessuti di accumulo, come tuberi o semi, è possibile conservarlo e trasportarlo a temperatura ambiente risparmiando sui costi di mantenimento della “catena del freddo”. Un altro interessante vantaggio derivante dall’impiego dei sistemi vegetali consiste nel fatto che, se viene scelta una pianta edibile come sistema di espressione, si può pensare di somministrare direttamente il prodotto ricombinante, ad esempio un vaccino, senza bisogno di estrarlo e purificarlo, fornendogli al contempo una sorta di “capsula” protettiva naturale qual è la parete vegetale. Questo potrebbe rappresentare una garanzia di protezione della degradazione che si potrebbe verificare durante il transito nel tratto gastrointestinale, e di permanenza più duratura a contatto con le mucose. 308 SILVÆ Un punto di incontro tra medicina e agricoltura: il “Molecular Pharming” Tabella 1 - Potenziali vantaggi del Pharming Modesta dotazione di impianti Facilità di incremento del livello produttivo Immagazzinamento, conservazione e spedizione senza particolari accorgimenti Possono essere prodotti più vaccini in uno stesso organo/tessuto Gli organi vegetali sono esenti da patogeni che potrebbero attaccare l’uomo Distribuzione vantaggiosa attraverso l’alimentazione sia dell’uomo che degli animali eliminando costi per siringhe e materiale annessi È sufficiente un’assistenza medica ridotta È importante ricordare che le piante possono essere utilizzate come biofabbrica anche di molecole endogene, come l’acido acetilsalicilico o gli oppiacei, semplicemente operando modifiche a carico dei geni che regolano le vie biosintetiche in modo da aumentare i livelli di espressione basali. Circa il 70% degli attuali prodotti farmaceutici sono o derivano da prodotti naturali ed in massima parte dalle piante. Sebbene siano passati soltanto 14 anni da quando il Pharming è entrato a far parte del mondo scientifico, i lavori, e di conseguenza le conoscenze acquisite dagli studi prodotti, suggeriscono che l’utilizzo delle piante come “bireattori” per produrre vaccini e proteine ad alto valore biologico, sarà una vera e propria realtà in un prossimo futuro. Il primo caso di proteina ricombinante di interesse farmaceutico sintetizzata nelle piante si è avuto nel 1986 con l’ormone della crescita umano, ma solo nel 1990 Curtiss e Cradinean presentarono il primo Anno I - n. 3 Elimina il timore per la vaccinazione attraverso siringa (soprattutto per i bambini) SILVÆ 309 Un punto di incontro tra medicina e agricoltura: il “Molecular Pharming” Anno I - n. 3 esempio di utilizzazione delle piante transgeniche come vaccino orale. Gli autori produssero piante transgeniche di tabacco in grado di esprimere un antigene di parete (SpaA) dello Streptococcus mutans, l’agente eziologico della carie dentale. L’aggiunta di tessuti di tabacco transgenico alla dieta dei topi da laboratorio indusse nella mucosa degli animali una risposta immunitaria verso la proteina SpaA. Nel 1995, Haq e collaboratori riportarono un interessante risultato nella vaccinazione orale contro l’epatite B. Topi da laboratorio furono alimentati con tuberi di patata freschi che producevano la proteina LT-B in quantità di 2 µg/g. Nonostante la modesta quantità di proteina LT-B presente nei tuberi, gli animali svilupparono anticorpi anti- LT-B e si dimostrarono più resistenti alla malattia. Simili esperienze sono state riportate da Arakawa e collaboratori in relazione all’espressione della tossina B (CT-B) dell’agente eziologico del colera. Topi alimentati con tuberi di patata transgenica che esprimevano la proteina CT-B, mostrarono una riduzione del 60% nell’accumulo di fluidi diarreali nell’intestino quando sfidati tramite somministrazione della tossina del colera. Nel 1993, Usha e collaboratori riportarono i risultati dell’espressione di un epitopo del virus footh and mouth (FMDV) attraverso l’utilizzo di un vettore virale che infetta i vegetali. Gli autori produssero un costrutto in cui l’epitopo del FMDV veniva esposto sulla superficie del capside del Cowpea Mosaic Virus (CPMV) che era poi adoperato per infettare piante di Vigna unguiculata. Da quella esperienza molti altri epitopi sono stati espressi tramite vettori. Nel 1998, Modelska e collaboratori furono i primi a rilevare una risposta immunitaria della mucosa in seguito alla somministrazione orale di un vaccino prodotto nelle piante tramite un vettore virale. Il virus del mosaico dell’erba medica (AIMV) fu ingegnerizzato per esprimere due epitopi dell’agente eziologico del virus della rabbia. Topi immunizzati attraverso intubazione gastrica o tramite alimentazione con spinaci infettati con il virus ingegnerizzato svilupparono IgA specifiche per gli epitopi della rabbia. Successivamente analisi quantitative del livello di IgA sviluppate tramite le due vie di somministrazione del 310 SILVÆ vaccino dimostrarono che l’inclusione del vaccino nella dieta era più efficiente di almeno 10 volte rispetto all’intubazione gastrica. Gli autori discussero i risultati ipotizzando che le cellule vegetali avessero funzioni come “bioincapsulatori” del vaccino permettendo una più efficiente immunizzazione. L’anno dopo Brenn e collaboratori presentarono una estesa caratterizzazione dell’immunizzazione ottenibile con vaccini orali contro lo Staphilococcus aureus. Gli autori effettuarono una ricerca sistematica sull’effetto dell’aggiunta di adiuvanti ai presidi immunizzanti prodotti nelle piante tramite vettori virali e somministrati ad animali di laboratorio per via orale ed intranasale. Oltre alla usuale analisi del siero e delle feci furono prelevati anche i fluidi di lavaggio dei bronchi, dell’intestino e della vagina. Anticorpi contro lo Staphilococcus aureus furono ritrovati in tutti i tessuti analizzati indipendentemente dalla presenza e dal tipo di adiuvante. Molto recentemente la sperimentazione è stata estesa all’uomo. Le prime prove cliniche coinvolgenti volontari umani sono state pianificate, approvate ed eseguite a partire dal 1997. Patate transgeniche che esprimevano un gene del batterio che causa la diarrea vennero distribuite per via orale ad alcuni dei volontari nelle fasi I e II di prove cliniche. Undici dei quattordici partecipanti al test ricevettero da 50 a 100 grammi di patata transgenica cruda mentre i restanti tre partecipanti ricevettero 50 grammi di patata non transgenica, cruda. Prima e diverse volte dopo l’ingestione delle patate, campioni di sangue e di feci furono prelevati e analizzati per la presenza di anticorpi specifici antiLT-B. Dieci degli undici partecipanti alimentati con patate transgeniche svilupparono anticorpi anti-LT-B mentre nessuno dei tre partecipanti alimentati con patate non trasformate mostrò la presenza di anticorpi anti-LT-B. Molti altri antigeni sono stati espressi nelle piante: tra i più recenti si ricordano l’antigene dell’epatite B espresso nella lattuga, l’antigene della rabbia nel pomodoro, l’antigene del colera del tabacco e patate, l’antigene di un citomegalovirus umano nel tabacco. Per una rassegna completa vedi Tabella 2. Anno I - n. 3 Un punto di incontro tra medicina e agricoltura: il “Molecular Pharming” SILVÆ 311 Un punto di incontro tra medicina e agricoltura: il “Molecular Pharming” Tabella 2 - Produzione di vaccini in piante transgeniche POTENZIALI APPLICAZIONI PIANTA PROTEINA SISTEMI DI ESPRESSIONE Tabacco HbsAg ricombinante AMT Epatite B Epitomi dell epatite Murina Proteina di superficie Carie dentale Tabacco SpaA di streptococcus mutans Subunità umana della tosPatata sina B del Vibro cholerae Diabete autoimmune Acido glutammico Patata decarbosslasi Cholera e E. coli della Enterotossina termolabile Tabacco Patata diarrea LT-B di E. coli Subunità delle tossine Vaccino orale contro Patata CtoxA e CtoxB il colera del V. cholerae Peptide D2 della proteina Vaccini mucosali B Staphilococcus aureus Cow-pea che non richiedono che si lega additivi alla fibronectina Diarrea dovuta al Tabacco Proteina del capside del virus Norwalk Patata virus Norwalk Tabacco Glicoproteina del virus Rabbia Spinacio della rabbia Tabacco Epitopo HIV (gp 120) Fagiolo HIV Cow pea Epitopo HIV (gp 41) Tabacco Epitopo umano del Rhinovirus (HR 14) Epitopo del virus Foot & mouth (VP1) Epitopo del virus dell’enterite Epitopo delle cellule-B della malaria TMV AMT AMT AMT AMT AMT CPMV AMT AMT CPMV/AMT CPMV Anno I - n. 3 Rhinovirus Fagiolo CPMV Foot & mouth Fagiolo Virus dell’enterite Fagiolo Malaria Tabacco Influenza Tabacco Emaglutinina TMV Cancro Tabacco c-Myc TMV CPMV CPMV TMV Legenda: AMT: trasformazione mediata da agrobatterio; TMV: virus mosaico del tabacco; CPMV: virus del mosaico del pisello 312 SILVÆ Un punto di incontro tra medicina e agricoltura: il “Molecular Pharming” Per alcuni di questi sistemi sono stati resi pubblici anche i livelli di protezione immunitaria ottenibili. In generale i risultati dimostrano l’alta fattibilità della produzione di vaccini orali nelle piante. La società Applied Phytologics ha modificato geneticamente il riso per produrre l’a-1 anti-tripsina, una proteina con potenzialità terapeutiche per la fibrosi cistica, per alcune malattie del fegato e per le emorragie. Dal 1998 sono in corso prove cliniche per verificare l’efficacia della a1 anti-tripsina purificata dal riso transgenico. La malattia di Gaucher è causata da un disordine lisosomiale che ha come conseguenza un insufficiente accumulo di idrolisi glucocerebrosidasi. Una sostanza estraibile dalla placenta umana può specificatamente interferire con l’insorgenza dei sintomi clinici della malattia. Purtroppo l’enorme fabbisogno annuale di placenta umana, calcolato nell’ordine di 10-12 tonnellate, è difficilmente soddisfacibile. Cramer e collaboratori hanno presentato nel 1999 un efficiente sistema di produzione di glucocerebrosidasi in tabacco transgenico. I dati fino ad ora accumulati lasciano sperare che in futuro la produzione di glucocerebrosidasi ottenibili da piante transgeniche possa ricoprire gran parte del fabbisogno annuale. Un’altra proteina prodotta nelle piante è l’irudina un anticoagulante molto adoperato per trattare le trombosi. Originariamente purificato da Hirudo medicinalis e successivamente prodotto in lievito e nei batteri è stato di recente prodotto anche nel colza e nel tabacco. Una lista aggiornata di biofarmaceutici prodotti nelle piante è riportata nella Tabella 3. Tabella 3 - Produzioni di biofarmaci in piante transgeniche POTENZIALI APPLICAZIONI PIANTA PROTEINA SISTEMI DI ESPRESSIONE Proteina C Tabacco Proteina C umana Inibitori indiretti della Tabacco Irudina variante 2 umana trombina Mostarda etiopica AMT AMT segue---> Anno I - n. 3 Anticoagulanti SILVÆ 313 Un punto di incontro tra medicina e agricoltura: il “Molecular Pharming” Segue Tab. 3 POTENZIALI APPLICAZIONI PIANTA PROTEINA SISTEMI DI ESPRESSIONE Proteine/Ormoni ricombinanti Neutropenia Tabacco Fattore stimolante macrofagi e granulociti umani AMT Anemia Tabacco Eritropoietina umana AMT Antiperanalgesici Thale cress Encefalina umana AMT Tabacco Fattore di crescita epidermico umano AMT Riso Interferone - a umano AMT Cirrosi epatica Patata Tabacco Sieroalbumina umana AMT Sostituto del sangue Tabacco Emoglobina umana AMT Collagene Tabacco Collagene omotrimerico I umano AMT Controllo della proliferazione delle cellule Trattamento dell’epatite B e C Inibitori proteici/peptidici Fibrosi cistica, malattie del fegato, emorragie Riso Antitripsina -1-a umana Bombardamento particelle Inibitore tripsina per intervento di trapianto Mais Aprotinina umana Bombardamento particelle Ipertensione Tabacco Pomodoro Enzima che converte l’Angiotensina I AMT Terapia HIV Tabacco a - tricosantina del TMV AMT Enzimi ricombinanti Malattia di gaucher’s Tabacco Glucocerebrosidasi AMT Nutraceuticals Anno I - n. 3 Deficienza provitamina A Riso Deficienza di aminoacidi Patata Daffodil phitoene synthase Amaranthus hypochondriacus albumina del seme Ama 1 Legenda: AMT . trasformazione mediata da agrobatterio 314 SILVÆ Bombardamento particelle AMT Il calcolo dei costi di produzione di proteine ad uso industriale, farmaceutico analitico e/o diagnostico nelle piante dipende da diversi fattori. In primo luogo, il livello di espressione della proteina nelle piante e la richiesta del mercato e secondariamente (ed eventualmente) i costi per la estrazione e la purificazione delle proteine ed il livello di purificazione necessario. Una valutazione dei costi di produzione, estrazione e purificazione della beta glucoronidasi dai semi di mais transgenico ha indicato un costo per grammo di circa 43 dollari. Tale valore è riferito ad un livello di produzione di 130 kg con una percentuale di espressione dello 0,015% del peso secco ed un livello di purezza dell’enzima dell’83%. Nell’analisi non erano inclusi i costi della ricerca e delle royalties. La produzione di 100 kg di proteina eterologa nel latte di capre transgeniche ha un costo medio di 105 dollari per grammo mentre il valore sale fino a 300-3.000 dollari se la produzione viene effettuata in cellule di mammifero in coltura. In media la produzione agraria di proteine eterologhe è stata valutata dalle 10 alle 50 volte più economica che in Escherichia coli. Anche quando il bilancio economico della produzione è riferito a piante coltivate in ambiente controllato i costi sono estremamente competitivi. È stato infatti calcolato che la produzione di proteine eterologhe in serra ammonta a circa 500-600 dollari per grammo di proteina, considerando serre di circa 250 mq e tecniche di estrazione e purificazioni comuni. Tale valore sebbene molto più elevato di quello riferibile alla coltivazione in pieno campo è ancora molto competitivo rispetto a quello dei sistemi non-vegetali. Ovviamente, se l’utilizzo del prodotto non richiede una estrazione e purificazione i costi sono comparabili a quelli previsti per le colture non transgeniche ammesso che si possa effettuare l’ammortamento dei costi di ricerca e delle royalties su di un numero sufficientemente lungo di anni. Una riduzione dei costi di produzione può derivare dall’affinamento delle tecniche di purificazione e/o dall’aumento del livello di espressione delle proteine eterologhe. Anno I - n. 3 Un punto di incontro tra medicina e agricoltura: il “Molecular Pharming” SILVÆ 315 Un punto di incontro tra medicina e agricoltura: il “Molecular Pharming” Glossario Anno I - n. 3 Antigene: è qualunque molecola che, con il suo ingresso in un organismo animale, provoca la sintesi di un anticorpo specifico. Anticorpo: sostanza proteica prodotta dall’organismo per reazioni all’introduzione di antigeni. Costrutto: vettore di clonazione. DNA: acido deossiribonucleico; materiale genetico degli esseri viventi. Eziologia: ramo della medicina che studia le cause delle malattie. Gene: segmento di acido nucleico che codifica una proteina funzionale o un RNA. Unità ereditaria. Immunoglobulina: gammaglobulina del plasma sanguigno o delle secrezioni, con prevalente funzione di anticorpo. Ingegneria genetica: è costituita da tutte le tecniche che permettono di isolare geni, creare nuove combinazioni geniche e trasferirle in diverse cellule. Organismi transgenici: organismi geneticamente modificati (OGM), ossia organismi caratterizzati da un patrimonio genetico (genoma) alterato rispetto a quello tipico della propria specie, per l’introduzione artificiale di uno o più geni provenienti da altri organismi. Proteina eterologa: proteina la cui sequenza amminoacidica è stata codificata da un gene clonato esterno, estraneo al menoma della pianta. Trasformazione: assunzione e stabilimento di DNA in cellula batterica. Vaccino: prodotto batterico o virale che, introdotto nell’organismo, conferisce uno stato di immunità provocando un processo morboso attenuato; usato per la profilassi delle malattie infettive. Vaccino orale: utilizzo di tessuti e/o organi di pianta, contenenti antigeni (epitomi) o autoantigeni, come alimento che suscita una risposta immunitaria protettiva e duratura nei confronti di un microrganismo impedendone l’infezione o limitandone le conseguenze patologiche. 316 SILVÆ Un punto di incontro tra medicina e agricoltura: il “Molecular Pharming” Vettore di clonazione: molecola di DNA in grado di trasportare DNA inserito e atta ad essere perpetuata in una cellula ospite. Bibliografia ALBERINI, E. - PORCEDDU, A. - MARCONI G. - VERONESI F. 2005 - Produzione di vaccini in pianta. BRENNAN, F.R. ET AL. 1999 - Chimeric plant virus particles administered nasally or orally induce systemic and mucosal immune responses in mice. J Virol, 73(2): pp. 930-8. CRAMER, C.L. - BOOTHE, J.G. - OISHI, K.K. 1999 - Transgenic plants for therapeutic proteins: linking upstream and downstream strategies. Curr Top Microbiol Immunol, 240: pp. 95-118. 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