L’età della Restaurazione
La Restaurazione
La Restaurazione è un periodo storico che va dal 1814 al 1830. Si chiama così perché gli Stati che
avevano sconfitto Napoleone cercarono di “restaurare” l’ordine politico europeo, cioè di far
tornare la situazione politica e sociale com’era prima di Napoleone e della Rivoluzione francese.
La Restaurazione si aprì con il Congresso di Vienna (1814), dove si riunirono i rappresentanti
delle potenze che avevano battuto Napoleone. Fu però ammesso anche un rappresentante della
Francia sconfitta, Talleyrand. Il ruolo più importante fu svolto da Metternich, primo ministro
austriaco. Il congresso di Vienna ridisegnò i confini europei e prese vari provvedimenti seguendo
due princìpi: il legittimismo e l’equilibrio tra gli Stati.
Legittimismo: tutti i re “legittimi”, cacciati da Napoleone, dovevano tornare sul loro
trono.
Equilibrio tra gli Stati: nessuno Stato europeo doveva essere più forte degli altri.
Non appena il Congresso si chiuse, Austria, Prussia e Russia formarono la Santa alleanza, che
aveva lo scopo, sulla base del principio di intervento, di intervenire militarmente contro
chiunque si ribellasse o rappresentasse una minaccia per l’ordine “restaurato” dal Congresso di
Vienna.
L’Italia tornò in gran parte sotto il dominio diretto o indiretto dell’ Austria. Lo Stato pontificio,
che era stato cancellato da Napoleone, fu
restituito ai papi. Il regno di Napoli diventò il
L’Italia
Regno delle due Sicilie, e fu ridato a Ferdinando I
dopo il
di Borbone, in precedenza scacciato dai Francesi.
Congresso
I Savoia riebbero il Regno di Sardegna (Piemonte
di Vienna
+ Sardegna).
Le società segrete
Napoleone aveva diffuso idee di libertà e
uguaglianza. Ora la Restaurazione le cancellava,
riportando indietro l’orologio della storia. I
cittadini che manifestavano idee contrarie ai
sovrani assoluti e a quanto stabilito dal
Congresso di Vienna, venivano arrestati. Essi
perciò formarono, in tutta Europa, delle società
segrete, che si riunivano di nascosto.
La Carboneria fu la più importante società segreta italiana. Si chiamava così perché i suoi
membri per non farsi scoprire dalla polizia usavano il linguaggio dei carbonari. Essi però
ugualmente venivano spesso scoperti e arrestati, come capitò a Silvio Pellico, che finì nel
carcere austriaco dello Spielberg.
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L’età della Restaurazione
I moti rivoluzionari del 1820-21 e del 1830-31
Nonostante la repressione poliziesca e la Santa Alleanza, gli ideali di libertà si diffusero
ovunque.
Nel 1820 in Spagna, a Napoli e a Palermo scoppiarono le prime rivolte, tutte represse nel
sangue. Nel 1821, in Piemonte, di fronte ad una ribellione dell’esercito, Carlo Alberto concesse
la Costituzione, ma lo Zio Carlo Felice, che temeva un intervento armato dell’Austria, ristabilì il
vecchio ordine. Sempre nel 1821 anche la Grecia si ribellò all’impero turco - ottomano e ottenne
l’indipendenza grazie all’aiuto di volontari giunti da tutta Europa, come il poeta inglese Byron.
Nel 1830 in Francia scoppia una rivolta contro la politica reazionaria di Carlo X. La rivolta portò
alla sostituzione di Carlo X con Luigi Filippo d’Orleans, re che si appoggiava sulla borghesia. Nel
1830-31, prima in Belgio e poi in tutta Europa scoppiarono moti rivoluzionari contro l’ordine
imposto dal Congresso di Vienna, seguendo l’esempio della Francia. Furono tutti duramente
repressi e i capi delle rivolte furono arrestati e spesso uccisi.
Tra il 1811 e il 1828 moti rivoluzionari si verificarono anche in America Latina, che era sotto il
dominio di Di Spagna e Portogallo, e portarono all’indipendenza della maggior parte degli Stati
che la compongono.
Le ideologie
Nell’Età della Restaurazione si scontrarono diverse ideologie.
Ideologia reazionaria: condannava la Rivoluzione francese e proponeva un ritorno allo stato
assoluto. Il principale esponente di questa ideologia fu Joseph de Maistre, che voleva che in
Europa si costruisse una grande comunità di Stati sotto la guida del Papa.
Ideologia conservatrice: proponeva una monarchia parlamentare sul modello Inglese.
Ideologia liberale: sosteneva le idee di libertà politica, di opinione, di associazione ed
economica. Le idee economiche dei liberali presero il nome di liberismo. Esse sono ben
rappresentate dal motto del filosofo Adam Smith “Laissez faire, laissez passer” (lasciate fare,
lasciate passare). A suo giudizio i governi non devono ostacolare l’attività economica dei
cittadini né regolarla in modo invadente. Egli infatti credeva che l’economia potesse contare su
una specie di mano invisibile che la regolava.
Ideologia socialista: lottava per l’uguaglianza economica e, contrariamente al liberismo, voleva
che lo Stato controllasse l’economia e, se necessario, che si colpisse la proprietà privata.
Ideologia democratica: ispirata da Rousseau, sosteneva il principio dell’uguaglianza politica e la
necessità di abbattere le monarchie per sostituirle con la repubblica.
Molto diffusa era infine l’idea che le nazioni avessero diritto all’indipendenza dallo straniero e
all’unità territoriale.
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