geo
dal vivografia
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Quattro grandi fiumi africani
I
n Africa vi sono alcuni dei più grandi fiumi della Terra. La spiegazione sta nel tipo di territorio,
di rilievo, di clima.
– Il territorio è immenso, con grandissime aree interne, molto lontane dal mare: su questi spazi un corso d’acqua può aprirsi un varco, scorrere per migliaia di chilometri prima di trovare la sua foce.
– Non esistono grandi catene montuose (se escludiamo l’Atlante, a nord-ovest); un fiume non trova
dunque sbarramenti invalicabili, non deve ramificarsi per aggirare ostacoli, ma ha modo di ricevere
affluenti, di ingrossarsi. L’Africa è, nel suo insieme,
uno sterminato altopiano, la cui monotonia è rotta
da fratturazioni e avvallamenti; per questo i fiumi
africani hanno un andamento particolare e caratteristico, spesso interrotto da cascate, rapide, cateratte, impossibili o difficili da navigare.
– Il clima è in parte tropicale, umido, con aree in cui
si verificano piogge frequenti e torrenziali: in queste condizioni un fiume è ricchissimo di acque,
[1]
spesso lungo tutto il suo corso. Un impoverimento
di acque si ha nelle zone più calde, per l’intensa
evaporazione.
I maggiori fiumi africani sono il Nilo, il Congo (o
Zaire), il Niger, lo Zambesi.
■ Il Nilo. Con i suoi 6671 km è il fiume più lungo
della Terra. Il suo bacino idrografico si estende per
quasi 2 900 000 km2 (un’area grande quasi 10 volte l’Italia). In arabo è chiamato Bahr el-Nil o, semplicemente, el Bahr, cioè «il fiume».
Il suo primo nome, alle sorgenti, è Kagera: nasce in
un luogo impervio, che fu scoperto solo nel 1892, dopo molte sfortunate spedizioni. Il Nilo entra nel lago
Vittoria, ne esce con il nome di Nilo Vittoria, forma alcune cascate, si immette nel lago Kioga, allargandosi in
numerosi acquitrini. Abbandonato il lago, forma altre
cascate, entra ed esce dal lago Alberto (e prende il nome di Nilo Alberto). Il Nilo punta sempre verso nord,
riceve molti affluenti (i più importanti sono il Sobar, il
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© Loescher Editore, 2005; da ISBN 88-201-2773-3, p. 200
AFRICA
Nilo Azzurro, l’Atbara), si apre la strada attraverso cateratte, cascate, foreste, sino alla grande pianura egiziana. Il tratto finale è un immenso delta sul Mediterraneo, un intrico di bracci navigabili, bacini morti,
canali artificiali, paludi.
Il Nilo, venerato come divinità sin da epoche remote, è per lunghi tratti navigabile, salvo nei punti con rapide e cascate; sulle sue acque si sono sviluppati traffici e commerci. Il Nilo è stato ed è uno dei grandi assi
attorno a cui si è svolta gran parte della storia dell’Africa.
■ Il Congo. Chiamato anche Zaire, nasce sui monti
del Mitumba e sfocia a estuario nell’oceano Atlantico.
Lungo 4200 km, è il secondo fiume del continente (il
primo per l’ampiezza del bacino idrografico: quasi
3 700 000 km2, oltre 12 volte l’Italia) e ha una portata
di 61 000 m3/s. Anch’esso riceve l’alimentazione continua e costante delle piogge tropicali e di importanti affluenti. È interrotto da frequenti cascate e cateratte,
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tanto da risultare impraticabile e impossibile da navigare per lunghi tratti.
■ Il Niger. Terzo fiume africano (4160 km), il suo
corso disegna una grande curva, simile a una U rovesciata, sino alla foce nel golfo di Guinea. Al contrario
degli altri grandi corsi d’acqua africani, ha un andamento relativamente regolare, non interrotto da frequenti salti [2].
Come accade per gli altri fiumi, anche il Niger, quando attraversa estesi terreni pianeggianti, ha un corso lentissimo, così da formare acquitrini e laghi stagnanti. Ma
ha una particolarità: a circa metà del suo corso forma
un’immensa palude (la regione della Macina), grande
quanto Toscana e Umbria, nella quale sfocia e si disperde, formando un grande delta interno. A lungo i geografi
credettero che qui il Niger finisse; in seguito si è invece
capito che il fiume continua il suo corso, anche se con
una portata molto minore, a causa della fortissima evaporazione dovuta al calore dell’ambiente.
■ Lo Zambesi. Lungo 2660 km, scorre a sud e sfocia a delta nell’oceano Indiano. Ha cascate tra le più
grandiose della Terra (tra cui le cascate Vittoria, una
meraviglia della natura, chiamate dagli indigeni «fumo
che tuona», per la cortina di nebbia che produce l’acqua e per il rumore assordante [3]) e scorre per lunghi
tratti incassato tra gole e strapiombi. Lo Zambesi, difficilissimo da navigare, è sfruttato in alcuni punti per la
produzione di energia idroelettrica: qui sorge la diga di
Kariba, costruita nel 1959 da tecnici italiani.
2. Una fitta foresta lungo gli argini del fiume Niger.
3. Le cascate Vittoria, formate dal fiume Zambesi al confine
tra Zambia e Zimbabwe.
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© Loescher Editore, 2005; da ISBN 88-201-2773-3, p. 201