il nostro futuro è lì! - Fito

BIOTECNOLOGIE
IL NOSTRO FUTURO È LÌ!
"Un piede nel passato... e lo sguardo dritto nel futuro
... per i nostri 100 numeri ..."
Ceppo selezionato in laboratorio di Trichoderma spp. vs Polyporus squamosus: questo è il futuro!
Il potenziale utilizzo delle specie
di funghi appartenenti al genere
Trichoderma come agenti di biocontrollo nei confronti di altri patogeni degli organismi vegetali è
noto da tempo; l'interesse verso
questo genere di funghi è riportato in molti studi già dagli anni ’60, per approfondirsi poi nei
successivi decenni. Le specie di
Trichoderma sono infatti presenti
e ubiquitarie in molti dei nostri
suoli, comportandosi come organismi simbionti e avirulenti per le
piante, oltre che come parassiti di
4
altri funghi: ecco il motivo per cui
il Trichoderma è conosciuto come uno degli principali organismi
"utili" con notevoli applicazioni in
numerosi settori, dall'agricoltura
al vivaismo.
Lo sviluppo delle tecniche di biologia e genetica molecolare ha
permesso in tempi recenti di fare
un grande passo in avanti nello
studio delle caratteristiche e delle proprietà sia degli organismi
patogeni del mondo vegetale sia
di quelli utili come appunto il Trichoderma.
Nel settore del verde urbano, ancora poco si sa riguardo ad un
possibile utilizzo di questo genere di funghi contro patogeni
che causano problemi nel difficile
contesto delle nostre città. A causa infatti di condizioni per nulla
favorevoli alla loro biologia e per
le eccessive potature a cui sono
spesso sottoposti, l'incidenza del
decadimento del legno causato da
funghi agenti di carie e marciume
è molto elevata, con i conseguenti
problemi di stabilità che ne derivano.
I funghi agenti di carie sono per
lo più appartenenti al gruppo dei
basidiomiceti e agiscono a grandi linee in due modi principali:
alcuni degradano principalmente
la componente di lignina all'interno delle cellule e pertanto causano un'alterazione chiamata carie
bianca; altri degradano maggiormente la cellulosa, provocando
una carie bruna, in base al colore
prevalente che assume il legno
residuo. Questi patogeni dunque,
intaccando le componenti fondamentali delle cellule lignicole,
creano con il tempo marciumi e
cavità, che non per forza si traducono in un problema di stabilità
– dati i meccanismi che le piante
mettono in atto per contrastare i
processi cariogeni –, ma di sicuro
richiedono maggiore attenzione
per gli alberi, specialmente in ambiente urbano.
Agenti di biocontrollo, come il Trichoderma, potrebbero costituire
un efficace mezzo per contrarre
la progressione delle carie e dei
marciumi allo stesso modo in cui
contro alcuni insetti patogeni vengono utilizzati i loro stessi nemici
naturali. I meccanismi su cui si
basa il successo competitivo di
questo genere di funghi sono molteplici: sono molto rapidi nella
loro crescita e dotati di strutture idonee per parassitizzare altri
funghi; producono enzimi litici,
sostanze chimiche che aiutano nel
distruggere la parete cellulare degli antagonisti; infine stimolano la
crescita e inducono nelle piante
resistenza ai patogeni.
In commercio esistono già prodotti in cui Trichoderma è contenuto
insieme ad altri principi attivi, destinati soprattutto ad essere usati
come biostimolanti in agricoltura
o nell'ortoflorovivaismo. La vera
novità, legata a questo genere di
organismi, sarebbe il loro utilizzo
in ambito urbano contro agenti
di carie non andando ad applicare un prodotto generico in ogni
situazione, bensì selezionando,
a seconda dei casi, i ceppi più
idonei all'interno del genere Trichoderma. Dopo aver individuato
infatti l'esatta specie di patogeno
fungino presente nell'albero – attraverso una diagnosi morfologica,
qualora siano presenti carpofori,
e/o un'identificazione più precisa
attraverso diagnosi molecolare – è
possibile, attraverso tecniche di
laboratorio selezionare il ceppo
maggiormente idoneo a seconda
del patogeno, della specie, del
contesto pedo-climatico. Sono
state eseguite numerose sperimentazioni sia in laboratorio sia in
campo contro i principali funghi
cariogeni quali alcune specie di
Ganoderma, Inonotus e Polyporus.
In particolare in contesto urbano,
sono stati effettuate applicazioni
sperimentali di diverse soluzioni
contenenti spore di Trichoderma,
inoculate mediante nebulizzazione o con una spazzola sulle ferite
da taglio; dopo 30 mesi, prelievi
di campione dagli stessi tessuti
legnosi precedentemente inoculati hanno mostrato la presenza
di ceppi di Trichoderma, insediati
nell'ecosistema e la quasi assenza
di funghi cariogeni.
Ancora molto è da sviluppare a
livello di ricerca, soprattutto per
testare l'efficacia del prodotto in
diverse condizioni e per ottenere
un formulato producibile su larga
scala a costi contenuti; da distinguere poi sarà il caso di alberi
monumentali o meno: nel primo
caso, trattandosi di situazioni
puntuali e di particolare valore,
ceppi di Trichoderma sono già
selezionati e applicati per contrastare e rallentare processi cariogeni in diverse parti del mondo.
Nel caso di alberature urbane e
neo impianti, si può utilizzare
il fungo anche come promotore
della crescita e biostimolante, alla stessa stregua delle micorrize,
con la differenza rispetto a queste
ultime che il Trichoderma è noto
per essere molto resistente a diverse temperature e condizioni
climatiche.
Nell'ottica quindi di una crescente attenzione all'ambiente, soprattutto in un contesto urbano, e di
una limitazione nell'utilizzo della
chimica, l'applicazione di tecniche di bio-controllo assume grande importanza. Il vero impulso
alle applicazioni su larga scala
di alcuni prodotti sarà dato dallo
sviluppo concomitante di tecniche di laboratorio, che assistono
e rendono possibile una selezione
puntuale e mirata di quanto desiderato, e dalle prove in campo
con la variabilità che solo le condizioni esterne possono portare.
Noi comunque ci siamo!!
5