IVAN GRAZIANI * DISCOGRAFIA 1968 - 1987 MENSILE DI CULTURA MUSICALE COLLEZIONISMO E CINEMA N 44 La recente pubblicazione del triplo Rock e Ballate per quattro stagioni ci riporta al miglior Ivan Graziani, un cantautore che è stato sempre attento al quotidiano, raccontando con sensibilità ma anche con ironia, storie sotto forma di canzoni. Virtuoso della chitarra, di cui era collezionista, anti divo per eccellenza, ci ha lasciato pagine immortali di musica rock e ballate, brani oggi più che mai attuali, come se il tempo non fosse passato. IL ricordo che ho di lui è l’ultima intervista che gli feci nel corso della promozione dell’album Maledette malelingue, brano che Ivan presentò al Festival di Sanremo del ’94. Parlare con lui era come chiacchierare con un vecchio amico, mai una frase banale o inutile e una conversazione a tutto raggio ispezionando non solo il suo campo ma una conoscenza musicale che ho ritrovato in pochi altri artisti. “Io sono un cantautore smart” – disse in quell’occasione – e mi piacerebbe che lo scrivessi. Mi spiegò che “smart”, secondo la sua teoria, è un modo di porsi di fronte alla vita, con mentalità aperta e senza confini territoriali. E così feci. E così faccio anche ora. Nato a Teramo il 6 ottobre del 1945 da padre abruzzese e madre sarda, Ivan inizia a coltivare le sue due principali passioni da adolescente; la musica e il disegno. Per quest’ultima frequenta l’Istituto d’Arte Statale di Ascoli Piceno. Diciottenne, entra anche a far parte dei Nino Dale & his Modernist's, un complesso molto noto nella zona e con esso debutta anche come cantante nella cui veste registra E adesso te ne puoi andare l’hit del gruppo vocale dei Surf. Il trasferimento all’Istituto di Arti Grafiche di Urbino rallenta un po’ il suo percorso con la musica. Ma nel ’66 fonda un proprio gruppo denominato Ivan e i Saggi. Tra i componenti c’è Walter Monacchi e Velio Gualazzi (futuro padre di Raphael Gualazzi). Il complesso si fa le ossa partecipando a numerosi concorsi e rassegne beat tra cui l’importante Torneo Davoli Italia Beat. Cambiato il nome in Anonima Sound, il gruppo riesce a stipulare un contratto discografico con la Messaggerie Musicali incidendo su etichetta CBS il primo 45 giri composto da Fuori piove e Parla tu. Quest’ultima, venne proposta al Cantagiro ’68, nel girone B riservato ai giovani. Alla stessa manifestazione itinerante di Ezio Radaelli, l’Anonima Sound partecipa anche nell’edizione ’69, proponendo Josephine, brano principale del loro terzo 45 giri (il precedente era stato L’amore mio, l’amore tuo), non ottenendo però il successo sperato. L’anno dopo, il gruppo lascia la CBS per passare alla neonata etichetta Numero Uno incidendo il singolo Ombre vive. In formazione entra Roberto Carlotto degli Hunka Munka. In cerca di nuovi brani per una carriera solista, ad Ivan viene offerto dal produttore Gianni Daldello di incidere una nuova canzone composta da Roberto Soffici e Luigi Clausetti su testo di Mogol, Non credergli, ma Ivan dopo averla registrata decide di soprassedere poiché 5