non solo i Babilonesi, ma tutta l’umanità dagli Dèi del Cielo che avevano tentato più volte di distruggerla: prima con le malattie, poi con le carestie e poi con il diluvio. Ma questo agli Ebrei dell’epoca non importa, perché lo identificano con i loro padroni, che per altro invidiano per le loro conoscenze. Fu così che iniziarono ad valorizzare e sovrastimare il Dio a cui “Enki si è ribellato per salvare gli esseri umani dal diluvio universale: suo padre, An, Re del Cielo. Esso infatti, su richiesta dell’altro suo figlio (fratello di Enki), Enlil, Re dell’Aria, aveva decretato, unitamente al Concilio degli Dèi, che la creazione di Enki, ovvero l’umanità stessa (fu Enki a creare il primo uomo) fosse distrutta. Enki, per la sua connessione con l’acqua, era considerato creatore degli uomini e venerato come dio della Saggezza e della Magia. Fu per questo che, attingendo ai miti Sumeri e Babilonesi contenuti nella Biblioteca di Assurbanipal, loro sovrano e oppressore, riscrissero una religione inversa rispetto alla mitologia Sumera, in cui si autoproclamano “Popolo Eletto”, tutelato dagli Dèi del Cielo, gli “Elohim”, il cui nome deriva dall’accadico “Ihm”. Esiste una disputa tra studiosi sul fatto che il termine sia ambivalente in quanto si riferisce al Dio ebraico se usato con un verbo o un aggettivo singolari e a Divinità Pagane se usato con verbi o aggettivi plurali. Comunque “El”, deriva da una radice ʾlh, che significa “essere forte” e/o “stare davanti”, da cui successivamente El, oppure da Alah, “aver timore”, per cui Elohim equivarrebbe al “Numen Tremendum”, “Divinità Terribile”, oggetto di terrore da parte dell’uomo. I sacerdoti ebraici quindi divulgarono l’idea che questi dei del cielo, fossero protettori del popolo nonostante per tradizione fossero considerati ostili all’uomo, e per contro, il Signore degli Abissi Enki, nonostante il mito narrasse che aveva difeso gli uomini dalle piaghe inviate dal Signore dell’Aria (suo fratello Enlil), fu definito “Il nemico”“Satan”, di tutta l’umanità. La tradizione narrava che Enki avesse insegnato agli uomini anche la Medicina: non a caso, il suo simbolo, un doppio serpente avvolto elicoidalmente lungo l’asse verticale, è giunto fino ad oggi come emblema di guarigione o anche sul ventre dell’icona di Baphomet nella quale assume il significato più universale di “Saggezza”, “Sapienza”, “Sophia”. Baphomet, che lo ha rappresentato a livello più esoterico, fu quindi disegnato come una creatura androgina, mezza umana e mezza bestia, le cui dita indicano una falce di luna di colore opposto e in posizione opposta, ad indicare che il male non può essere distrutto, nemmeno usando la violenza, perché fa parte dello stesso essere umano. Il male, il lato oscuro, deve essere armonizzato con l’intelletto che è la parte più nobile dell’uomo, finalizzando la sua energia all’evoluzione.