Il colore delle particelle Alessandro Pascolini Università di Padova Atomos, paramanu, atomi La concezione atomistica della materia ha attraversato la storia della cultura occi dent al e con al t er na f or t una,dal l ’ i nt ui zi one diDemoc r i t o ed Epi cur of i no al diffuso successo attuale. Gli atomos greci, non potendo essere osservati direttamente, non possono essere conosciuti in dettaglio: si sa solo che sono solidi, pieni, hanno figure e dimensioni differenti, si muovono; una cosa è assolutamente certa, e Lucrezio lo afferma con vigore: Nessun colore affatto posseggono le particelle elementari della materia, né simile alle cose, né da esse diverso. Anche nella tradizione indiana è stata elaborata una concezione atomista, che continua a vivere nello Jainismo. Le particelle fondamentali sono i paramanu, che, a differenza degli atomos, sono allegri, dotati di sapore, odore, dimensione, estensione, moto continuo, due tipi di carica, e anche colore. Echi di questa concezi one s ono per venut e nel l ’ oc ci dent e medi eval e per tramite arabo, ma non hanno lasciato tracce significative. Nelcor so delmedi oevo l ’ at omi smo,condannat o si a nel l ’ occi dent ec r i st i ano che nel l ’ or i ent e ar abo,non cost i t uìun t ema i mpor t ant e nel l e di scus si onif i l osof i che. La teoria atomista verrà fatta rivivere nel XVII secolo da Pierre Gassendi. I suoi atomi materiali acquistano nuove proprietà: estensione, grandezza, forma, peso o massa, ed una velocità individuale, impressa da Dio ab initio. Ma niente colore. Anche l a l uce è f at t a d’ at omi , pi ù vel oci diquel l imat er i al i , ma anch’ essi acromatici. Neppure Galileo, con la sua distinzione fra qualità primarie e secondarie, attribuisce colore ai suoi atomi, che rimangono acromatici anche per Francesco Bacone. La tradizione atomistica rimane fedele a Lucrezio. Maneldi bat t i t osci ent i f i codel‘ 600,chesii nt er r ogaspeci f i c ament esulpr obl ema del l ’ esper i enza sensi bi l e e qui ndidelcol or e,c ompai ono c or pus col idot at ii n un certo senso di colore. C onsideriamo la definizione di colore data da Cartesio e Locke, che possiamo esprimere nella forma: x è rosso se e solo se x ha una qualche caratteristica tale da produrre la sensazione del rosso. C artesio, Locke, Newt on neganoalc ol or e un’ esi st enzaext r a-mentale: si tratta di una sensazione interna. Tali sensazioni sono causate dalla luce sia nella concezione di C artesio che in quella di Newton: nella prima i corpuscoli della matière subtile della luce evocano i diversi colori ruotando a diverse velocità, nella seconda i corpuscoli atomici che compongono i raggi luminosi provocano le sensazioni di colore venendo rifratti differentemente in base alle loro dimensioni. Ebbene, ammettendo la definizione di colore di Cartesio-Locke, possiamo affermare che tali particelle di luce hanno lo stesso colore che sanno suscitare. Fotoni, atomi, particelle La teoria corpuscolare della luce verrà ripresa da Einstein nel 1905 con i suoi quant idil uc e, i“ f ot oni ” ,c ar at t er i z zat ida una pr eci sa f r equenz a. Poi ché l e sensazioni luminose dipendono dalla frequenza della radiazione, in base alla definizione di Cartesio-Locke, potremmo dire che i fotoni di frequenze comprese nello spettro visibile hanno i colori corrispondenti (invece tutti gli altri fotoni sarebbero privi di colore). In realtà, però, i colori si distinguono solo se la luce è abbastanza intensa, per cui solo impulsi composti da un numero sufficiente di fotoni riescono a produrre sensazioni di colore: pertanto il singolo fotone non può essere considerato colorato. I grandi progressi sperimentali e teorici della fisica del secolo scorso hanno anche ul t er i or ment e scavat o nelcuor e del l a mat er i a:l ’ at omo è r i sul t at o compost o da elettroni indivisibili e nuclei dalla struttura complessa, composti di due tipi di “ nucl eoni ” ,ipr ot onied ineut r oni ,sot t opost ia una f or za pr i ma sconosciuta, l ’ i nt er azi one “ f or t e” .La st ess af or za agi sc e su una mi r i ade dinuove par t i c el l e, scoper t evi avi a,chi amat e“ adr oni ” . La meccanica quantistica, che fissa il quadro concettuale del microcosmo, associa ad ogni particella una descrizione ondulator i aconunapr eci s al unghezz a d’ onda: tali onde sono di frequenza estremamente alta, lontana dallo spettro visibile, per cui, in base sempre alla definizione di C artesio-Locke, nessuno di tali sistemi possiede colore. La norma di Lucrezio rimane inesorabilmente valida per ogni possibile particella di dimensioni atomiche o inferiori. I quark e il loro colore Negl ianni’ 60,gui dat ida un’ el egant et eor i a disi mmet r i e mat emat i che,if i si ci introdussero sul palcoscenico della scienza una nuova famiglia: i quark, elementi elementari costitutivi degli adroni. Oggic onos ci amo s eit i pidiquar k,di st i nt iut i l i zzando l a met af or a del“ sapor e” ; accanto ad ogni quark esiste il suo anti-quark, di proprietà speculari. Gli adroni si suddividono in barioni, composti da tre quark, e mesoni, composti da un quark e un antiquark. Un carattere comune di tutti i quark, assolutamente nuovo nel quadr o conc et t ual e del l ’ at omi smo,è l ’ i mpossi bi l i t à diesi st er ei ndi vi dual ment e allo stato libero, con grande disappunto degli scienziati che si sforzarono per una decina di anni di estrarli dagli adroni o di produrli in reazioni di vario tipo. Il modello a quark pone alcuni problemi: esistono particelle composte da quark identici nello stesso stato, in violazione apparente di uno dei principi fondanti la meccanica quantistica, il principio di esclusione di Pauli; i quark risultano sper i ment al ment eesi st er ei npi ùf or medel l ost esso“ sapor e” . La sol uzi onedeipar adossisiot t i ene post ul ando l ’ esi st enz a diun nuovo at t r i but o dei quark, chiamat o“ numer odicol or e” ,percuiogniquar kpuòt r ovar sii nunodi tre stati di colore distinti. I colori vanno considerati come una nuova carica, che genera il campo di forza nucleare (in analogia con la carica elettrica che genera il campo elettromagnetico). La teoria di campo associata a questa interazione fondamentale si chiama cromodinamica quantistica. Una proprietà fondamentale della nuova dinamica è che tutti gli adroni hanno carica di colore globale nulla, per cui il colore dei quark deve neutralizzarsi: nel casodelmesone,i lquar kel ’ ant i quar k che l oc ompongonodevonoaver ecol or e opposto, nel caso del barione, i tre quark devono essere di colori differenti, la cui combinazione deve dare carica di colore nulla. La legge che proibisce ai sistemi naturali di avere una carica di colore impedisce ai quark singoli di esistere in modo indipendente. La scelta del colore come attributo dei quark è chiaramente solo una metafora: l ’ anal ogi a per met t e diassoci ar e ait r e st at idicar i c a it r e col or if ondamentali e agli adroni un colore neutro, di fatto bianco, come combinazione dei tre colori fondamentali o di un colore e del suo complementare. Utilizzando il sistema RGB, i quark sarebbero rossi, verdi e blù (ma alcuni sostituiscono al verde il giallo, forse anche perchè in C ina e Giappone il verde è solo una sfumatura del blù); gli antiquark sarebbero invece ciano (antirosso), fucsia (antiverde), giallo (antiblù) . Cosìcome if ot onisono ivet t or idel l af or za el et t r omagnet i ca,l ’ i nt er azi one t r ai quark viene mediata da particelle di massa nulla chiamate gluoni. A differenza dei fotoni, che sono elettricamente neutri, i gluoni hanno una loro carica di colore, pertanto possono interagire fra di loro e devono, come i quark, rimanere conf i nat ial l ’ i nt er no degl iadroni. In interazioni violente possono raggiungere ener gi a suf f i ci ent e apr odur r e un‘ get t o’dipar t i cel l eneut r e dicol or echees cono dal barione: lo studio di questi getti ha permesso di ricostruire sperimentalmente le proprietà dei gluoni. C i sono in tutto otto tipi di gluoni, sei che modificano il colore (che possono esser e des cr i t t ir i f er endosi ancor a alsi st ema RGB) e due “ bi ancast r i ” per l ’ i nt er azi one f r a quar k del l o st ess o col or e:ad esempi o un quar k ver de di vi ene rosso emettendo un gluone rosa (verde-antirosso). I colori dei quark cambiano continuamente con la condizione che il sistema totale rimanga sempre neutro di colore, per cui in nessun punto ed in alcun istante si può riconoscere il colore preciso di un quark o gluone. La metafora del colore è, complessivamente, piuttosto infelice e non riesce a divenire strutturale: infatti, ad esempio, un gluone blù antiverde (indaco) t r asf or ma un quar kver de i n uno bl ù,masu una t avol ozza c ombi nando l ’ i ndaco col verde non si ottiene il blù. Oppure, i sistemi globali privi di carica di colore sono bi anchi ,ma i nr eal t àl ’ as senz a dicol or eèi lner o,che non sipuò ot t ener e da colori complementari. Infine, mentre i singoli colori hanno una precisa valenza culturale, i colori specifici attribuiti a quark sono assolutamente irrilevanti. Del resto la stessa simbologia di colore scompare nella notazione e nei calcoli effettivi della teoria, in quanto i tre stati diventano genericamente 1,2, 3 e la metafora viene completamente persa. Era saggio seguire la prescrizione di Lucrezio: E dunque evita di contaminare con un colore i germi delle cose Le particelle non hanno colore, ma... No, non ha senso pensare che le particelle fisiche abbiano colore. Ma se osserviamo un ricercatore che segue su di un monitor il succedersi degli eventi in un esperimento di particelle, vediamo un succedersi ed intrecciarsi di traiettorie variamente colorate, e lui potrà dirci: le tracce verdi sono elettroni, quelle viola pioni... e allora? Allora dobbiamo ricordare che i colori hanno un importante ruolo epistemologico, comesegnio i ndi cat or inat ur al iperl ’ i dent i f i c azi one diogget t if i si ci .Ol t r eall or o r uol o di“ segninat ur al i ” essiser vono c omesegnic onvenzi onal i ,ar bi t r ar i ,f i ss at i secondo una corrispondenza che sia utile ed immediata. Anche al commissario Mont al bano diCami l l er i“ veni va nat ur al e,si n da quando er a ni c ar eddu,didar e un col or e ad ogniodor eche l oc ol pi va” .Cosìnel l ’ anal i sidegl ievent it or na ut i l e identificare le particelle con codici di colore che in genere vengono fissati al l ’ i nt er no del l a col l abor azi one di sci enzi at i che par t eci pano al l o st esso esperimento, a seconda dei gusti e delle tradizioni. Queste caratterizzazioni cr omat i che per met t ono di“ pens ar e con gl ioc chi ” ,ma r i mangono pat r i moni o individuale e non entrano nel linguaggio scientifico. In realtà le stesse immagini che descrivono gli eventi non sono altro che modelli teorici espressi mediante immagini: non mostrano il mondo, ma ciò che noi pensiamo del mondo. Visualizzano le nostre concezioni del mondo. E noi pensiamo a colori 1. Event o pr odot t o da un r aggi oc osmi co i n un’ emul si one f ot ogr af i ca ( Powel l 1950). Un nucleo cosmico di zolfo (rosso) produce un getto di particelle: un nucleo di fluoro (verde), frammenti nucleari (blù) e sedici pioni (gialli). Icol or is ono st at iaggi unt ia scopo di vul gat i vo peri ll i br o“ The Par t i cl e Odissey, Oxford University Press 2. Immagine a falsi colori di un evento prodotto in una camera a bolle (foto C ERN) 3. Lo spettro della luce solare: le barre nere corrispondono alle lunghezze d’ ondaassor bi t edagl iel ement ipr esent inel l acor onasol ar e 4. Ri cost r uzi onealc al col at or ediunevent o pr odot t o nel l ’ esper i ment o UA1 al laboratorio C ERN di Ginevra. I colori corrispondono a codici convenzionali di identificazione delle caratteristiche delle particelle prodotte (C ERN-INFN) 5. Ri cost r uzi onealc al col at or ediunevent opr odot t onel l ’ esper i ment oDELPHI al laboratorio C ERN di Ginevra. I colori corrispondono a codici convenzionali di identificazione delle caratteristiche delle particelle prodotte (CERN-INFN) 6. I mmagi ne ar t i st i c a del l ’ i nt er azi one f r a quar k col or at it r ami t e sc ambi o di gluoni (disegno Luca Cesaro, direzione artistica Alessandro Pascolini)