CITOSCHELETRO Il citoscheletro è fatto da proteine che formano un sistema di fibre che percorre tutta la cellula. Costituisce il supporto strutturale della membrana e forma le “rotaie” lungo le quali si muovono gli organelli. Il citoscheletro dà luogo alla forma della cellula e, grazie al suo continuo riarrangiamento, tale forma può variare. Le proteine del citoscheletro possono essere evidenziate con anticorpi legati a fluorocromi Il citoscheletro è una impalcatura tridimensionale dinamica fatta di microfilamenti di actina, filamenti intermedi e microtubuli. FUNZIONI DEL CITOSCHELETRO 1 - Fornisce un supporto strutturale dinamico che determina la forma della cellula (es. microvilli di cellule epiteliali, forma a disco biconcavo degli eritrociti dei mammiferi, pseudopodi dell’ameba). pseudopodi 2 - Determina la posizione degli organelli citoplasmatici (es. polarità degli organelli nelle cellule ghiandolari esocrine) 3 - Direziona le molecole, gli organelli e le vescicole lungo specifici percorsi (es. trasporto di vescicole di neurotrasmettitori lungo l'assone di una cellula nervosa). Contribuisce anche alla formazione delle vescicole rivestite. 4 – Definisce e regola la posizione dei ribosomi liberi. Probabilmente anche i ribosomi non ancorati alle membrane del reticolo endoplasmatico rugoso, sono in realtà adesi alla rete microtrabecolare del citoscheletro e pertanto strettamente dipendenti dall'organizzazione di questa (modificata da K.R. Porter e J.B. Tucker). 5- Forma il macchinario per la divisione cellulare (fuso mitotico, anello contrattile della citodieresi) 4 - Presiede al movimento cellulare (es. movimento flagellare di uno spermatozoo, contrazione muscolare, movimento ameboide). A: nucleo B: pseudopodi Ameoba locomotion PROTEINE DEL CITOSCHELETRO E PROTEINE MOTRICI Motilità e forma della cellula: la cellula può muoversi nello spazio e gli organelli possono muoversi dentro la cellula. Tutti i movimenti cellulari sono la manifestazione di un lavoro meccanico e richiedono un combustibile (ATP) e proteine che sappiano convertire l’energia dell’ATP in movimento. • Perché il movimento cellulare abbia luogo è necessaria la partecipazione di due tipi di proteine: le proteine del citoscheletro e le proteine motrici. Le prime costituiscono il supporto strutturale perché le proteine motrici possano agire. Cytoskeleton Microtubules | Cell Biology - YouTube MECCANISMI RESPONSABILI DEL CAMBIAMENTO DI FORMA E DEL MOVIMENTO DELLE CELLULE • Presenza di proteine motrici. • Assemblaggio e disassemblaggio delle proteine del citoscheletro (in particolare di microtubuli e microfilamenti). ELEMENTI STRUTTURALI DEL CITOSCHELETRO I componenti del citoscheletro sono: i filamenti di actina (microfilamenti), i microtubuli e i filamenti intermedi. I primi due costituiscono gli elementi strutturali su cui agiscono le proteine motrici, mentre i filamenti intermedi sono solo strutturali. Le tre principali componenti fibrillari del citoscheletro: il microtubulo (a), il filamento intermedio (b) e il microfilamento (c). I valori dimensionali, riportati in figura, provengono da misurazioni effettuate al microscopio elettronico su sezioni cellulari. I MICROTUBULI L’unità di base dei microtubuli è rappresentata dall’eterodimero costituito da tubulina a e tubulina b, che legano di preferenza, rispettivamente, il GTP e il GDP. Dimeri di a- e b-tubulina polimerizzano a formare microtubuli che sono strutture cave composte da tredici protofilamenti assemblati insieme.. Le sottounità di tubulina si allineano testa-coda in un protofilamento. A questo si allineano lateralmente altri protofilamenti polimerizzati come il precedente in modo che le a e b tubuline siano fianco a fianco. Si distingue una testa + (dalla parte della subunità b) in cui la polimerizzazione in vitro è più veloce ed una coda – (dalla parte della subunità a) in cui è meno veloce. La tubulina a che ha GTP legato stabilmente non lo idrolizza, mentre la tubulina b idrolizza GTP e rimane legata a GDP. Poiché la polimerizzazione è più veloce dell’idrolisi, all’estremità + rimane un cappuccio di eterodimeri con tubulina b legata a GTP. Modello del cappuccio a GTP per l’instabilità dinamica dei microtubuli MODELLO DEL CAPPUCCIO A GTP La crescita di un microtubulo è strettamente legata alla presenza all’estremità positiva del cappuccio a GTP, che poco dopo è idrolizzata a GDP. Se la concentrazione dei dimeri liberi è alta, la velocità di aggiunta è maggiore dell'idrolisi del GTP a GDP e il microtubulo cresce. Quando la concentrazione dei dimeri è al di sotto di un livello critico la velocità di aggiunta dei dimeri è inferiore a quella dell'idrolisi e il microtubulo espone il cappuccio a GDP. Ciò rende instabile il microtubulo, che collassa, diminuendo velocemente di lunghezza fino anche a scomparire del tutto. ORGANIZZAZIONE DEI PROTOFILAMENTI IN MICROTUBULI SINGOLI, DOPPI O TRIPLI. In sezione trasversa, un tipico microtubulo, fatto da 13 protofilamenti (singoletto). Nel doppietto di microtubuli, oltre ad un tubulo completo A, c’è un secondo tubulo B fatto da 10 protofilamenti che si associano con la parete del tubulo A (es. ciglia e flagelli). L’attacco di altri 10 protofilamenti al tubulo B del doppietto di microtubuli forma un tubulo C e una tripletta di microtubuli (centrioli e corpi basali). Nella cellula in interfase i microtubuli sono organizzati in lunghe fibre che riempiono tutta la cellula. Durante la mitosi vanno, invece, ad organizzare il fuso mitotico. CELLULA IN MITOSI CELLULA IN INTERFASE I microtubuli dei flagelli, delle ciglia o quelli che si trovano all’interno degli assoni dei neuroni sono strutture stabili. I microtubuli in vivo si irradiano da un centro di organizzazione dei microtubuli, il MTOC (MicroTubule Organizing Center). Il MTOC contiene sempre tubulina g e nella maggior parte dei casi anche due corpiccioli detti centrioli. Nelle cellule animali l’MTOC si chiama anche centrosoma CENTRIOLI Polymerization of tubulin nucleated by g-tubulin ring complexes. (A) Model for the nucleation of microtubule growth by the g-TuRC (gTUbulin Ring Complex). The red outline indicates a pair of proteins bound to two molecules of g-tubulin; this group can be isolated as a separate subcomplex of the larger ring. (B) Electron micrographs of purified g-tubulin ring complexes (top) and single microtubules nucleated from the purified g-tubulin ring complexes (middle and bottom). (A, modified from M. Moritz et al., Nature Cell Biol. 2:365-370, 2000; B, courtesy of Y. Zheng et al., Nature 378:578-583, 1994). I microtubuli, che si irradiano dal MTOC, hanno quasi sempre una precisa polarizzazione. L’estremità – è prossimale al MTOC e quella + è distale da questo. MICROFILAMENTI DI ACTINA L’actina è una proteina globulare (G actina) che si assembla in lunghi polimeri elicati (actina F). La G actina è legata ad ATP che si idrolizza ad ADP e Pi durante l’assemblaggio in actina F. L’assemblaggio potrebbe avvenire anche senza idrolisi, ma questa aumenta la sua cinetica. La G actina si lega a Mg2+ (sito ad alta affinità) ed ha anche siti a bassa affinità per ioni monovalenti. L’actina G polimerizza quando i monomeri hanno la concentrazione adeguata (concentrazione critica). Il primo nucleo di monomeri (nucleazione) si forma lentamente, poi la polimerizzazione procede più speditamente (allungamento). Quando sono polimerizzati alcuni monomeri, l’ATP viene idrolizzato e l’actina F si stabilizza. Alle due estremità (+ end e – end), le unità vengono aggiunte ed eliminate a velocità diverse. ATTIVAZIONE: cambiamento conformazionale del monomero in seguito all’interazione con ioni bivalenti. NUCLEAZIONE: è promossa da un complesso proteico comprendente anche “actin-related proteins” (ARPs). Il complesso ARP è localizzato in regioni in cui è richiesta una rapida polimerizzazione dell’actina, come gli pseudopodi. ALLUNGAMENTO: è favorita dalla concentrazione citoplasmatica dei monomeri di actina che è molto più alta (50-200mM nelle cellule non muscolari) della concentrazione critica necessaria perché avvenga la polimerizzazione (1mM) di entrambe le estremità. STATO STAZIONARIO: si tratta di una fase in cui c’è equilibrio tra il processo di polimerizzazione e quello di depolimerizzazione dei monomeri (actina G) dai filamenti di actina (actina F). http://bcs.whfreeman.com/lodish5e/pages/bcsmain.asp?v=category&s=00010&n=19000&i=19010.01&o=|00510|00520|00530|00540|00560| 00570|00590|00600|00700|00010|00020|00030|00040|00050|01000|02000|03000|04000|0 5000|06000|07000|08000|09000|10000|11000|120 ALCUNE PROTEINE CHE LEGANO L’ACTINA 1– Proteine di nucleazione (complesso Arp2/3, formina) 2 – Proteina che sequestrano i monomeri (timosine) 3 – Proteine di incappucciamento (CapZ – estremità barbed o +) (tropomodulina estremità pointed o -) 4 – Proteine che promuovono la polimerizzazione dei monomeri (profilina) 5 - Proteine che depolimerizzano i filamenti di actina (cofiline) 6 – Proteine che formano legami crociati (filamina – reti lasse tridimensionali) 7 – Proteine che formano fasci compatti paralleli (villina) 8 – Proteine che tagliano i filamenti (gelsolina) 9 – Proteine che legano proteine di membrana (vinculina, spectrina, distrofina) L’actina è presente in tutte le cellule con distribuzione specifica per ognuna di esse. Esistono numerose proteine leganti l’actina (ABP, actin binding proteins) che influenzano la struttura e l’organizzazione della F actina. 1) Capping proteins (per esempio, tropomodulina, e CapZ) che legano le estremità dei filamenti e possono bloccare la depolimerizzazione regolare il turnover del filamento stesso. + - - SARCOMERO + 2) Crosslinking proteins quali a–actinina, filamina e spectrina possono organizzare la F-actina in reti distinte (gel) o fasci. 3) Altre Actin Binding Proteins (ABPs) modificano la F-actina promovendo la sua depolimerizzazione (per esempio, cofilina), la sua rottura (per esempio, gelsolina e cofilina) o la sua polimerizzazione (per esempio, profilina) . . Nel citoscheletro dei globuli rossi esiste un complesso sistema di proteine che legano l’actina alla membrana e ad altri filamenti citoscheletrici. La membrana plasmatica è associata con una rete di tetrameri di spectrina crosslegati da corti filamenti di actina in associazione con la proteina 4.1. La rete di spectrina ed actina è legata alla membrana attraverso l’ankirina, che lega sia la spectrina, sia un’abbondante proteina transmembrana chiamata banda 3. Un legame aggiuntivo alla membrana plasmatica è fornito dalla proteina 4.1 che si associa alla glicoforina transmembrana. Human erythrocyte showing the hubs and linking spectrin network. In ogni tipologia cellulare le proteine di membrana e quelle che legano l’actina alle proteine di membrana sono diverse (es. filamina nelle piastrine, distrofina nelle cellule muscolari, ezrina nelle cellule epiteliali, proteina 4.1 e ankirina nei globuli rossi). La distrofina aggancia l’actina F della fibra muscolare a glicoproteine transmembrana che a loro volta, attraverso la laminina, si agganciano alla matrice extracellulare. (Extracellular matrix) Laminin Actin I PRINCIPALI FILAMENTI INTERMEDI DEI MAMMIFERI Tipo I Cheratine acide Tipo II Cheratine basiche Tipo III Vimentina Desmina Periferina Tipo IV Internessina Neurofilamenti Tipo V Lamina A Lamina B Lamina C Sono molto eterogenei. I monomeri non hanno forma globulare e non legano nucleotidi fosfato. Non hanno polarità intrinseca. Sono stabili e danno resistenza alla trazione, ma anche dinamici (es. lamine). Non sono note proteine motrici associate. I filamenti intermedi (IF) hanno un ruolo strutturale. Rinforzano le cellule e le organizzano per la formazione dei tessuti. Il loro ruolo di supporto appare chiaro se si pensa che capelli e unghie sono fatti principalmente di IF. L’assemblaggio degli IF deriva per formazione di dimeri paralleli e tetrameri antiparalleli. Distribuzione delle tre tipologie di proteine del citoscheletro nei fibroblasti. Nelle cellule tumorali, che per molte caratteristiche si sdifferenziano, i filamenti intermedi sono gli unici che restano quelli specifici del tipo cellulare da cui la cellula tumorale è derivata. Il rilevamento degli IF è quindi importante per la diagnosi di derivazione delle masse tumorali. PROTEINE MOTRICI Le proteine motrici sono tre: la DINEINA, la CHINESINA e la MIOSINA. Le prime due, per trasformare energia chimica in movimento usano i microtubuli come supporto, la terza usa, invece, l’actina. Le miosine appartengono ad una famiglia genica con trenta componenti. La miosina I è la più rappresentata in tutte le cellule, la miosina II è quella presente nei muscoli. La miosina è una proteina costituita da una testa globulare e una coda filamentosa Le miosine I e V sono in genere localizzate sulle membrane cellulari mediante siti sulla loro coda, mentre due molecole di miosina II legano prima le loro code in un sistema di elica elicata e poi le code si associano lateralmente e formano spessi filamenti con le teste che sporgono alle estremità di tale filamento. La testa di miosina ha attività ATPasica, un sito legante ATP e una forte affinità per l’actina. Se facciamo aderire la miosina ad una vetro e poi mettiamo filamenti di actina e ATP vediamo che i filamenti di actina si muovono dall’estremità + a quella -. In vitro motility assay http://bcs.whfreeman.com/lodish5e/pages/bcsmain.asp?v=category&s=00010&n=19000&i=19010.02&o=|00510|00520|00530|00540|00560| 00570|00590|00600|00700|00010|00020|00030|00040|00050|01000|02000|03000|04000|0 5000|06000|07000|08000|09000|10000|11000|120 Il movimento è dato dalla variazione di angolo della testa della miosina che si ottiene come risultato dell’energia emessa dalla scissione di ATP. • La testa di miosina si lega all’actina per affinità. Questo stato può variare solo se arriva una molecola di ATP che si lega al sito sulla testa della miosina. Il legame ATP-miosina rende debole il legame miosina-actina e la testa di miosina si stacca dall’actina ed è libera di iniziare l’idrolisi di ATP. L’idrolisi fa cambiare l’angolo della testa e cambia anche il sito di legame di miosina con ATP che ora è ADP+P. Così la testa di miosina si lega di nuovo all’actina, ma in un sito più lontano. Il legame miosina-actina provoca la fine dell’idrolisi e l’energia prodotta sposta nuovamente l’angolo della testa di miosina e di conseguenza trascina l’actina che a questa è legata. A questo punto anche l’ADP lascia la testa di miosina e questa resta legata all’actina finché non interviene di nuovo ATP. La CHINESINA è un dimero in cui le teste globulari sono libere e le code sono elicate insieme. Anche la chinesina ha attività ATPasica e idrolizza ATP per cambiare conformazione e generare movimento. Le teste di chinesina hanno affinità per i microtubuli a cui si legano, mentre le code hanno capacità di legare recettori di membrana di vescicole cellulari. I cambiamenti conformazionali delle teste sui microtubuli producono un movimento della chinesina su questi e di conseguenza il trasporto delle vescicole a cui la chinesina è legata. Il trasporto veicolato da chinesina va dall’estremità – all’estremità + del microtubulo. La DINEINA, come la chinesina, è costituita da due monomeri con le teste globulari libere e le code elicate. Come la chinesina trasporta vescicole, ma non è capace di farlo da sola. Richiede, per farlo, di un complesso proteico di appoggio. Il più conosciuto è la dinactina, un eterocomplesso di otto proteine che insieme alla dineina operano il trasporto delle vescicole lungo i microtubuli dall’estremità + a quella -. Trasporto degli organelli lungo i microtubuli mediato da chinesina e dineina. Effect of depolymerizing microtubules on the Golgi apparatus. (A) In this endothelial cell, the microtubules are labeled in red, and the Golgi apparatus is labeled in green (using an antibody against a Golgi protein). As long as the system of microtubules remains intact, the Golgi is localized near the centrosome, close to the nucleus at the center of the cell. The cell on the right is in interphase, with a single centrosome. The cell on the left is in prophase, and the duplicated centrosomes have moved to opposite sides of the nucleus. (B) After exposure to nocodazole, which causes microtubules to depolymerize, the Golgi apparatus fragments and is dispersed throughout the cell cytoplasm. Il movimento: il movimento ciliare e flagellare STRUTTURA DEL FLAGELLO E DEL CIGLIO: l’assonema Movimento flagellare: secondo il modello dello slittamento mediato da dineina, il movimento flagellare avviene perché la dineina legata al microtubulo A cammina lungo il microtubulo B del doppietto adiacente con direzione estremità – e quindi muove tale doppietto verso l’estremità + BATTITO FLAGELLARE MICROTUBULI E PROTEINE MOTRICI NELLA FORMAZIONE DEL FUSO MITOTICO Formazione del fuso mitotico. Nella profase i centrosomi duplicati si muovono ai due poli opposti della cellula. L’involucro nucleare si disassembla e i microtubuli si riorganizzano a formare il fuso mitotico. I microtubuli del cinetocore si attaccano ai cromosomi duplicati, i microtubuli polari si sovrappongono gli uni agli altri al centro della cellula e sono i responsabili dell’allontanamento dei due MTOC e del mantenimento dell’integrità del fuso mitotico. I microtubuli astrali si estendono verso la periferia cellulare. In metafase i cromosomi condensati sono allineati al centro del fuso. L’aggancio delle fibre del cinetocore ai cromosomi deriva da un meccanismo di polimerizzazione dei microtubuli molto dinamico che si stabilizza solo quando il cromosoma è catturato. L’aggancio al cromosoma avviene in segmenti ripetuti del DNA e con la mediazione di proteine. ANAFASE A Il movimento dei cromatidi fratelli verso i poli del fuso sembra essere guidato da proteine motrici (dineine) dirette verso l’estremità – dei microtubuli del cinetocore e dal disassemblaggio ed accorciamento dei microtubuli stessi. ANAFASE B Separazione dei poli del fuso 1) per azione (allungamento) dei microtubuli polari che riducono la loro sovrapposizione slittando uno sull’altro grazie a proteine della famiglia delle chinesine (verso l’estremità +); 2) per azione dei microtubuli astrali che possono utilizzare o proteine motrici ancorate alla membrana (blu) che tirano a sé i microtubuli movendosi verso l’estremità – (dineine) o ancorate sui microtubuli stessi, ma dirette verso l’estremità + (chinesine). http://bcs.whfreeman.com/lodish5e/pages/bcsmain.asp?v=category&s=00010&n=20000&i=20010.01&o=|00510|00520|00530|00540|00560| 00570|00590|00600|00700|00010|00020|00030|00040|00050|01000|02000|03000|04000|0 5000|06000|07000|08000|09000|10000|11000|120 Microtubule dinamics ch20 Inner Life Of A Cell - Full Version.mkv The Inner Life of the Cell - YouTube