- RECENSIONI –

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- RECENSIONI –
Se è vero che in ogni buon libro è racchiuso un bel viaggio, chi si accinge a leggere La Terra del
Tramonto si prepari ad affrontare non uno solo, ma vari percorsi appassionanti e avventurosi.
Non lasciatevi intimorire dalla vastità dell’opera: la raffinata e fluida scrittura dell’autrice, la sua
perizia nel condurre i dialoghi, la potenza delle descrizioni e la splendida caratterizzazione dei
personaggi, sono in grado di ammaliare il lettore e di condurlo con lievità e stupore, pagina dopo
pagina, lungo diverse vie. Il viaggio più evidente è quello geografico: le vicende del conte
fiammingo Geoffroy de Saint-Omer e del suo adorato figlio, il peregrinare del medico sufi
Mandhur e le avventure del principe maghrebino Ghassan ci conducono per luoghi fascinosi e
terre assolate. Terre baciate da un unico mare che le dovrebbe rendere sorelle ma che, invece,
diventa il simbolo fisico di una separazione e di un conflitto tra religioni e popoli, ancor oggi di
tragica attualità. Il secondo viaggio, anch'esso manifesto, è quello nella Storia: un tuffo indietro
fino ai tempi della Prima Crociata ci fa rivivere eventi storicamente documentati, come la presa
di Gerusalemme e la fondazione dell’ordine dei cavalieri Templari. Ma ben presto intuiamo che
il semplice cammino a ritroso dello storico che ricostruisce il passato è solo un breve tratto di un
percorso più lungo. Ed eccoci quindi al terzo viaggio, celato in una dimensione temporale
interamente percorribile in molteplici direzioni: attraverso le vicende di personaggi che vivono
nelle differenti epoche e mutano solo nel nome e nell'aspetto, rimanendo sostanzialmente gli
stessi, ci ritroviamo a passare da un punto all'altro del Tempo. Alla fine, grazie ai mille spunti di
riflessione offerti, ci sembrerà di possedere una visione allargata del mondo e della nostra
esistenza: scopriremo, allora, qual è l’ulteriore e intimo viaggio, ancor più affascinante e
avventuroso, che si intraprende con la lettura di questo magnifico romanzo.
Stella Stollo, autrice di I delitti della primavera edito da Graphofeel edizioni (recensione sul
blogqui e intervista a Stella qui)
Il romanzo La Terra del Tramonto si apre con un
rifiuto della vita: Mandhur ibn Farouk, un vecchio
medico sufi disperato, si appresta al suo ultimo
viaggio, ma una voce arcana lo blocca e lo incita a
ben altro cammino. Da qui in poi si delinea agli
occhi del lettore come una grande mappa percorsa
non solo dal vecchio Mandhur ma da una
moltitudine di cavalieri cristiani, pirati, sovrani
almoravidi che nel 1095 incrociano i loro destini.
Non è un coro, quello dei personaggi, ma un
insieme di individualità ben distinte che brillano
come fuochi accesi nel deserto e vivono
abbandoni, fragilità, sete di potere, lampi di
collera e preghiere di supplica. Il loro è un mondo
che profuma di zafferano e di cannella, un mondo
lontano nel tempo e nello spazio, un territorio che lo schiavo Jamil, con le gambe spezzate in un
tentativo di fuga, non può percorrere come vorrebbe. Diversamente da lui il lettore, pagina dopo
pagina, azzera tutte le distanze, entra in questa dimensione sfuggente e attraente al tempo
stesso, e impara una lezione fondamentale: non ci sono esotiche distanze per gli uomini che
sanno essere uomini e cogliere gli sguardi, i profumi e le luci della lontananza. Un viaggio
imperdibile in un romanzo di grandissimo respiro.
Nadia Bertolani, autrice di Di pietra e di luna, L'uccellino di Maeterlinck (entrambi recensiti
sul blog qui e qui), Brumby
Un intreccio di vite legate da un unico destino, un
intreccio che ha come fulcro un bambino dal futuro
speciale, la cui purezza sarà luce per coloro che
l’avvicinano. Sullo sfondo gli avvenimenti che hanno
caratterizzato la Prima Crociata: la presa di
Gerusalemme, la battaglia di Ascalona, la fondazione
dell’Ordine templare. In primo piano si stagliano
vincoli che nascono e si consolidano oltre lo spazio e
oltre il tempo, e si dipanano da un lato all’altro del
“Mare Nostrum”, il Mediterraneo, dal Marocco ai
Luoghi Santi, in un viaggio interiore che accompagna e,
in un qualche modo replica, quello che vede come
oggetto queste terre tormentate e contese. Tutto questo
e molto altro è “La Terra del Tramonto”: un romanzo
dalle numerose sfaccettature, scritto con garbo e
competenza, in un linguaggio fluido dalle delicate
descrizioni e dalle forti caratterizzazioni dei
personaggi, che sa coinvolgere e catturare il lettore,
conducendolo pagina dopo pagina e accompagnandolo nella scoperta, stupendolo,
ammaliandolo. Ma La Terra del Tramonto è anche un gioco di opposti, ove le emozioni dei
protagonisti mostrano spesso una seconda eco: l’amore del padre per il figlio che diviene odio
del figlio per il padre nell'affascinante e terribile Ghassan; l’amore per il compagno, che da un
lato è elevazione sublime, nella splendida figura di Berthe, e dall’altro diviene condanna e
perdizione; l’amore per la ricerca del miglioramento interiore, dell’elevazione spirituale, che in
altri luoghi diviene condanna da espiare. Il tutto legato da un filo di speranza che si svolge pagina
dopo pagina, e da figure il cui sguardo sa andare oltre il tangibile. Ecco allora il vecchio Mandhur,
medico e sufi, maestro e mentore, protettore quando serve, nel bene e nel male; Geoffroy de
Saint-Omer, carismatico fondatore dell’Ordine dei Templari, sostegno a Hugues de Payns nel
momento in cui viene chiamato ad espiare il suo passato. Un filo conduttore che si dipana nel
tempo, legando passato, presente e futuro, in una ricerca e una promessa, come quella che ci
regala l’autrice con quest’ottimo romanzo. La promessa di una visione che sa andare “oltre”. La
promessa di una coinvolgente ed appassionante lettura, assolutamente da non perdere. Un
tessuto dai molti fili e dai molti intrecci che è velo da sollevare per comprendere le trame del
destino.
Elodia Saetti, autrice di Lo sguardo di Daithe e Il forgiatore di spade (entrambi recensiti sul
blogqui e qui)
Un racconto a più voci con incursioni nell'incantato mondo dei sogni: La Terra del Tramonto è
un romanzo che incrocia diversi piani spazio/temporali nel quale il lettore si trova
profondamente coinvolto, ma senza mai perdersi, perché condotto con mano salda nell'intricato
e avvincente dipanarsi della storia. Essa è ambientata in un periodo remoto e non molto
conosciuto, l’XI/XII secolo, che qui viene indagato nei suoi diversi aspetti grazie alle
approfondite ricerche storiche alla base di questa narrazione, e mischia personaggi realmente
esistiti, come i re di Gerusalemme o i capi dei Templari, ad altri di fantasia. Il romanzo, tra le
altre cose, ricostruisce una vicenda controversa come quella delle Crociate dal punto di vista dei
Cristiani e dei Musulmani: una visione molto attuale in questi tempi che hanno visto il ritorno
di uno scontro di civiltà che si credeva ormai superato. Ma non vi sono illustrate soltanto vicende
di guerra, bensì anche storie d’amore: da quella, tenerissima, che in poche pagine mostra il
rapporto tra un uomo ormai maturo (che non pensava mai più di incontrare un affetto così dolce)
e una ragazza che si affida completamente a questo inaspettato sentimento, a quella,
sorprendente, che invece percorre tutto il romanzo e narra la tormentata relazione tra un
giovane e un fanciullo. La storia è affollata di personaggi, fondamentali per il racconto o soltanto
di contorno, tra i quali ognuno potrà trovare il suo preferito. Ma un protagonista è anche il
paesaggio: due magiche terre, l’Andalusia e il Marocco, che con la loro struggente bellezza
chiamano irresistibilmente il lettore a intraprendere un viaggio alla loro scoperta.
Antonella Scorta, giornalista e accanita lettrice
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