Sindromi paraneoplastiche: teorie eziopatogenetiche, inquadramento clinico e approccio terapeutico Gaelle Flore Ketchandja Ngonga, Daniela Ferrari, Lorenzo Lorusso, Chiara Gasparetto*§, Eva Neznama*, Manuela D’Abramo*, Giovanni Ricevuti*§ Paraneoplastic syndromes are uncommon diseases with different pathogenesis and clinical manifestations, correlated with neoplasms but not due to the tumor, metastasis or other distant effects. The aim of the present article is to describe the main paraneoplastic syndromes (neurological, endocrine-metabolic, rheumatological, osteo-articular, dermatological, hematological, vascular and nephrological), the associated pathogenetic theories (theory of the common embryonal sketches, theory of reactivation of the information and autoimmune theory) and the most important therapeutic approaches, on the basis of the literature. Experimental works, reviews and clinical observations, in some cases still in progress, regarding the described syndromes, their pathogenesis and their therapeutic approach have been examined. No meta-analyses regarding paraneoplastic syndromes have been published in the literature. The better described pathogenesis is the autoimmune one, characteristic of neurological, nephrologic and some dermatologic syndromes, for which the clinical and laboratory findings have been well supported. The pathogenetic theories associated with the other syndromes have been correlated on the basis of the literature. Paraneoplastic syndromes are important because their identification permits an early diagnosis of tumors and rapid treatment, with a largely improved prognosis and life expectancy for the patient. They often represent the only signal of a silent neoplasm; sometimes they precede the tumor itself. More studies are necessary for a better definition of their clinical aspects and pathogenesis and to delineate standard guidelines for a diagnostic-therapeutic approach to these diseases. (Ann Ital Med Int 2005; 20: 28-38) Key words: Paraneoplastic syndromes; Pathogenesis; Tumor. Introduzione essere interpretata come spia della ripresa di malattia2. L’obiettivo del medico è mirato alla diagnosi precoce del tumore grazie al riconoscimento di tali manifestazioni paraneoplastiche, in modo da poter trattare la neoplasia il più precocemente possibile. Le sindromi paraneoplastiche possono colpire qualsiasi organo o tessuto, con meccanismi diversi. La maggior parte sono dovute alla produzione, da parte del tumore, di sostanze che mimano ormoni fisiologici o che interferiscono con proteine circolanti1; alcune sono su base autoimmunitaria. Per spiegare la patogenesi delle varie sindromi sono state formulate diverse teorie. Secondo la teoria degli abbozzi embrionali comuni2, gli apudomi, tumori derivanti dalle cellule neuroendocrine del cosiddetto sistema APUD (amine precursor uptake and decarboxilation), sono in grado di produrre ormoni ectopici quali glucagone, insulina, gastrina, peptide intestinale vasoattivo. Tali cellule derivano dalla cresta neurale; durante la vita fetale migrano attraverso la mucosa intestinale, si distribuiscono in tutto l’organismo e normalmente producono amine biogene e piccoli ormoni polipeptidici3. Tra gli apudomi ricordiamo gli adenomi ipofisari secernenti, il carcinoma broncogeno e i più rari gastrinomi, Le sindromi paraneoplastiche comprendono una serie di sintomi e segni legati al danno di organi o tessuti lontano dal sito di origine di un tumore maligno, non dovuti a metastasi e, in alcune sindromi (quelle neurologiche), neppure ad altri effetti a distanza del tumore stesso1. I tumori che più frequentemente possono dare manifestazioni paraneoplastiche sono le neoplasie polmonari (in particolare il carcinoma del polmone a piccole cellule-SCLC), i tumori urogenitali (vescica, prostata, testicolo, rene, utero, ovaio), gastrointestinali (stomaco, colon, fegato, pancreas), emolinfopoietici (leucemie, linfomi, mielomi), il carcinoma della mammella e i tumori timici. La comparsa delle manifestazioni paraneoplastiche può precedere la scoperta della neoplasia, che viene diagnosticata in fase precoce, o può corrispondere ad una disseminazione o estensione della malattia. Se la sindrome esordisce durante la fase successiva alla chemioterapia, può U.O. di Neurologia (Direttore: Dr. Renato Besana), A.O. “Mellino Mellini” di Chiari (BS), *Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica, Clinica Medica Generale, Polo Didattico Città di Pavia (Direttore: Prof. Giovanni Ricevuti), Università degli Studi, §Laboratorio di Fisiopatologia Cellulare ed Immunologia Clinica (Responsabile Scientifico: Prof. Giovanni Ricevuti), IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia © 2005 CEPI Srl 28 Gaelle Flore Ketchandja Ngonga et al. vipomi e insulinomi. La produzione in eccesso di ormoni simili a quelli fisiologici, che competono per il legame con il recettore, innesca un meccanismo a feedback negativo sulla ghiandola normalmente implicata nella loro produzione2. La teoria della riattivazione dell’informazione si basa, invece, sull’ipotesi di una deregolazione cellulare che reintroduce uno stato di pluripotenzialità. In questo modo, un carcinoma polmonare come, per esempio, l’SCLC, può sintetizzare diverse sostanze, determinando la produzione ectopica di mediatori chimici e ormoni, quali l’ormone adrenocorticotropo (ACTH), l’ormone melanostimolante, il paratormone (PTH), la calcitonina, l’ormone luteinizzante, l’ormone follicolostimolante. Altri tumori, come quelli uterini ed ovarici, riacquistano la capacità di produrre eritropoietina e renina, come un carcinoma renale2. Infine, una terza teoria spiega le sindromi paraneoplastiche come manifestazioni su base autoimmunitaria. Secondo tale ipotesi, le sindromi paraneoplastiche deriverebbero dall’attivazione del sistema immunitario indotta dal contatto tra il mesenchima e le cellule epiteliali o del neuroectoderma, invase dal tumore attraverso la membrana basale o la barriera ematoencefalica. La teoria autoimmunitaria spiegherebbe diverse sindromi paraneoplastiche, in particolare quelle neurologiche, nefrologiche e dermatologiche. • Autoanticorpi diretti contro costituenti citoplasmatici e nucleari. Tali anticorpi sono valutabili come specifici marker tumorali. Essi sono rappresentati, per esempio, da anticorpi anti-cellule di Purkinje di tipo 1 (anti-Yo o PCA 1), anticorpi anti-nucleo neuronale di tipo 1 (anti-Hu o ANNA 1) e di tipo 2 (anti-Ri o ANNA 2). • Autoanticorpi non organo specifici. Anticorpi anti-nucleo, anti-muscolo liscio, anti-mitocondri sono frequentemente associati a timoma, SCLC, epatoma e melanoma. Il rilievo degli anticorpi viene fatto sia tramite immunoistochimica sia tramite Western blot; entrambe le tecniche sono necessarie per la diagnosi, come stabilito dalla Società Internazionale di Neuroimmunologia in un convegno tenutosi a Rotterdam nel 19948. L’ipotesi immunologica è supportata da alcune osservazioni, in particolare dal riscontro di autoanticorpi nel liquor e nel siero dei pazienti, dalla presenza di pleocitosi reattiva nel liquor e di infiltrati infiammatori perivascolari e interstiziali a livello del sistema nervoso centrale4,6,9 con distruzione neuronale10. Altre teorie, ora superate, ipotizzano la produzione di una sostanza tossica da parte del tumore, come per esempio la secrezione o l’induzione della secrezione da parte dei macrofagi di citochine quali l’interleuchina-6 o il fattore di necrosi tumorale, che possono determinare cachessia e debolezza muscolare5,9. Un’altra ipotesi, anch’essa decaduta, riguarda la competizione tra il tumore e il sistema nervoso per un substrato essenziale; esempi sono rappresentati da sarcomi avanzati che utilizzano glucosio, inducendo ipoglicemia, o da tumori carcinoidi che competono con il cervello per il triptofano, determinando una sindrome pellagra-simile5,9. Anche infezioni virali opportunistiche sono state considerate quali cause di manifestazioni paraneoplastiche5. La leucoencefalopatia multifocale progressiva fu inizialmente classificata come tale; si è poi scoperto che essa è causata dal Papova virus, e che in realtà la maggior parte dei pazienti con sindromi paraneoplastiche sono immunocompetenti9. Dal punto di vista clinico, le sindromi neurologiche paraneoplastiche presentano un esordio subacuto, rapida evoluzione e stabilizzazione con deficit neurologici multifocali, determinando un severo danno neurologico10. La nuova classificazione clinica, designata dal protocollo PNSEURONETWORK (un progetto di ricerca europeo partito nel 2003, con lo scopo di classificare le sindromi neurologiche paraneoplastiche dal punto di vista clinico, laboratoristico ed epidemiologico), distingue le sindromi neurologiche paraneoplastiche in due forme: classiche (sindromi spesso associate a tumore) e non classiche, e dal punto di vista della diagnosi in definite e possibili, a seconda della presenza o meno degli anticorpi onconeurali e del tumore11. Ogni sindrome è associata a determinati tipi tumorali e anticorpi onconeurali (Tab. I). I più frequenti Sindromi neurologiche Le sindromi neurologiche paraneoplastiche possono colpire qualsiasi livello del sistema nervoso: centrale, periferico, neuromuscolare. Oggi la teoria più accreditata è quella autoimmunitaria4. Le cellule tumorali sono in grado di esprimere antigeni che presentano epitopi comuni con antigeni normalmente espressi dal sistema nervoso e scatenano la risposta immunitaria contro il tumore. Gli anticorpi onconeurali prodotti cross-reagiscono con le proteine neuronali determinando il danno a livello del sistema nervoso e lo sviluppo della sintomatologia5. Un ruolo è svolto anche dai linfociti T CD8+, responsabili dell’infiltrato infiammatorio che porta a morte i neuroni4,6. Il riscontro di anticorpi nel siero e nel liquor sostiene l’ipotesi immunologica; essi vengono distinti, in base alla classificazione americana di Lennon7, in tre classi. • Autoanticorpi diretti contro costituenti della membrana plasmatica. Tali anticorpi sono potenzialmente patogeni per il sistema nervoso. I meglio caratterizzati sono quelli che reagiscono con le proteine-canale di tipo cationico. Esempi sono gli anticorpi anti-recettore dell’acetilcolina (anti-AchR), associati a timoma, e gli anticorpi anti-canali del calcio voltaggio-dipendenti (anti-VGCC), associati a SCLC. 29 Ann Ital Med Int Vol 20, N 1 Gennaio-Marzo 2005 TABELLA I. Sindromi paraneoplastiche neurologiche: ipotesi eziopatogenetica, tumori associati e approccio diagnostico-terapeutico. Sindromi neurologiche Ipotesi eziopatogenetica Sistema nervoso centrale Encefalomielite* Teoria autoimmune Anti-Hu; SCLC, tumori ginecologici Anti-Ma2; testicolo Anti-Hu, anti-Ma2; SCLC Anti-Yo; mammella, ovaio Encefalite limbica* Encefalite del tronco Degenerazione cerebellare subacuta* Opsoclono-mioclono* Anti-Ri; mammella, ovaio, SCLC, neuroblastoma Anti-recoverina; SCLC Anti-amfifisina; mammella, SCLC ANNA-3; SCLC, linfoma di Hodgkin Anti-Hu; linfomi, leucemie, paraproteinemie Retinopatia associata a cancro Sindrome dell’uomo rigido Mielopatia necrotizzante Malattia del motoneurone Sistema nervoso periferico Neuronopatia sensitiva subacuta* Neuropatie sensorimotorie subacute/croniche Neuropatia e paraproteinemia Approccio diagnostico Approccio terapeutico Ricerca del tumore (esami strumentali: ecografia, RMN, TAC, PET) Ricerca degli anticorpi onconeurali associati (immunoistochimica e Western blot su campioni di sangue e di liquor) Esami specifici per ogni sindrome: TAC, RMN encefalo, EMG, ENG, TAC mediastino, PEM, PESS Rimozione del tumore Terapia immunosoppressiva Plasmaferesi Corticosteroidi Immunoglobuline endovena Anticorpi monoclonali (rituximab) Teoria autoimmune Anti-Hu; SCLC, tumori ginecologici Ab assenti; linfomi Anti-MAG; macroglobulinemia di Waldenstrom, linfomi, mieloma multiplo Ab assenti; SCLC, linfomi Anti-Hu; SCLC Neuropatia con vasculite Neuropatie autonomiche (pseudostruzione gastrointestinale cronica*, pandisautonomia acuta) Giunzione neuromuscolare e muscolo Miastenia gravis Sindrome miasteniforme di Lambert-Eaton* Neuromiotonia acquisita Anticorpi e tumori associati Teoria autoimmune Anti-AchR5, anti-titina; timoma Anti-VGCC; SCLC Anti-VGKC; timoma, SCLC, morbo di Hodgkin Ab = autoanticorpi; AchR = recettori dell’acetilcolina; ANNA = anticorpi anti-nucleo neuronale; anti-Hu = anticorpi anti-nucleo di tipo 1; anti-Ma2 = anticorpo antinucleo; anti-Ri = anticorpi anti-nucleo neuronale di tipo 2; anti-Yo = anticorpi anti-cellule di Purkinje di tipo 1; EMG = elettromiografia; ENG = elettroneurografia; MAG = myelinc adhesion glycoprotein; PEM = potenziali evocati motori; PESS = potenziali evocati somato-sensoriali; PET = tomografia a emissione di positroni; RMN = risonanza magnetica nucleare; SCLC = carcinoma a piccole cellule del polmone; TAC = tomografia assiale computerizzata; VGCC = canali del calcio voltaggio-dipendenti; VGKC = canali del potassio voltaggio-dipendenti. * sindromi classiche. sono l’SCLC, i tumori ginecologici e della mammella12, i tumori ematologici (leucemie, linfomi). Tra gli anticorpi meglio caratterizzati, ricordiamo gli anti-Yo, gli antiHu e gli anti-Ri; anticorpi anti-AchR sono frequentemente riscontrati nella miastenia gravis associata a timoma e anticorpi anti-recoverina si rilevano nella retinopatia associata a cancro, per esempio al melanoma13. paraneoplastiche più frequenti2. Esse possono essere dovute al rilascio in circolo di ormoni naturali polipeptidici, prodotti ectopicamente dalla neoplasia, in modo indipendente dai normali meccanismi di regolazione. I tumori costituiti da cellule del sistema APUD sono i principali responsabili delle sindromi endocrino-metaboliche paraneoplastiche con questa patogenesi. La deregolazione cellulare che restaura uno stato di pluripotenzialità, con possibilità di sintesi da parte delle cellule neoplastiche di sostanze assai disparate, è un altro meccanismo correlato alla comparsa di queste sindromi. L’SCLC, caratterizzato da una notevole aggressività biologica, è associato a molte sindromi endocrine, spiegate sulla base di questa pa- Sindromi endocrino-metaboliche Le alterazioni dell’equilibrio endocrino e metabolico comprendono una varietà di sindromi che rappresentano, insieme alle patologie cutanee e connettivali, le sindromi 30 Gaelle Flore Ketchandja Ngonga et al. togenesi. Una sindrome endocrino-metabolica paraneoplastica peculiare è l’ipercalcemia maligna, in cui il metabolita responsabile della sintomatologia non è tanto l’ormone naturale (in questo caso il PTH) quanto una proteina in grado di stimolare il recettore del PTH (PTHrP)2 (Tab. II). La sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH), è solitamente dovuta ad iperproduzione ectopica di ormone antidiuretico, con ritenzione di acqua libera e iposmolarità del plasma associata ad iperosmolarità delle urine. La neoplasia principalmente associata a tale produzione è l’SCLC. In alcuni casi però il tumore secerne il peptide natriuretico atriale, ormone che inibisce il riassorbimento di sodio nel tubulo prossimale e la secrezione di renina ed aldosterone. Altre neoplasie associate a SIADH, in misura minore, sono i carcinomi della testa e del collo14. La clinica della SIADH è principalmente dovuta all’iponatriemia, che può portare addirittura a confusione, crisi comiziali e morte quando grave (natriemia < 120 mmol/L). Nella sindrome da ACTH ectopico, altro grande capitolo delle sindromi endocrine paraneoplastiche, la produzione ectopica di ACTH da parte di cellule neoplastiche è responsabile di circa il 15% dei casi di sindrome di Cushing. La sindrome di Cushing da produzione ectopica di ACTH può essere correlata ad una neoplasia nota TABELLA II. Sindromi paraneoplastiche endocrino-metaboliche: ipotesi eziopatogenetiche, tumori associati e approccio diagnostico-terapeutico. Sindromi endocrino-metaboliche Ipotesi eziopatogenetiche Tumori associati Approccio diagnostico Approccio terapeutico SIADH Teoria della riattivazione SCLC, carcinomi testa e collo Diagnosi di esclusione in pazienti euvolemici che non assumono diuretici; con test di funzionalità tiroidea e surrenale normale, che presentano iponatriemia ed urine concentrate Rimozione del tumore Antagonisti ormonali Sindrome da ipersecrezione di ACTH Teoria della riattivazione SCLC, carcinoidi bronchiali, ovaio Valutazione dell’equilibrio acido-base (alcalosi), degli elettroliti (ipokaliemia che permette la diagnosi differenziale con malattia di Cushing), riscontro di elevati valori di cortisolo libero urinario che non si riducono dopo somministrazione di elevati valori di desametasone Ricerca del tumore (esami strumentali: ecografia, RMN, TAC, PET, scintigrafia) Teoria degli abbozzi embrionali comuni Teoria della riattivazione Apudomi (tumori pancreatici a cellule insulari, SCLC), mammella, colon, surrene, carcinoidi Valori sierici di GHRH e IGF-1 Test di soppressione del GH Ricerca del tumore (radiodiagnostica) Ginecomastia (hCG) Teoria della riattivazione Testicolo, intestino, SCLC Valori sierici di hCG ed estrogeni Esame clinico e valutazione strumentale dei testicoli Ipoglicemia Teoria degli abbozzi embrionali comuni Insulinomi, sarcomi, tumori vascolari Clinica Ricerca del tumore Sindrome di Zollinger-Ellison Teoria degli abbozzi embrionali comuni Gastrinomi, carcinoidi dello stomaco, tumori gastrointestinali, ovaio Clinica Ricerca del tumore Ipercalcemia maligna Teoria della riattivazione Mammella, SCLC, carcinomi testa e collo, reni Ricerca della PTHrP Acromegalia (GHRH, GH) da apudomi da altre neoplasie ACTH = ormone adrenocorticotropo; GH = ormone della crescita; GHRH = ormone rilasciante l’ormone della crescita; hCG = gonadotropina corionica; IGF-1 = insulin-like growth factor-1; PTHrP = proteina stimolante il recettore del paratormone; SIADH = sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico. Altre abbreviazioni come in tabella I. 31 Ann Ital Med Int Vol 20, N 1 Gennaio-Marzo 2005 correlata a produzione ectopica di insulin-like growth factor-2. Responsabili della secrezione di questa sostanza sono principalmente i sarcomi oppure i rari tumori vascolari tipo l’emangiopericitoma epatico21. A sostegno della teoria della riattivazione, è riportato in letteratura che tale neoplasia è in grado di produrre diverse sostanze (oltre all’insulina, GHRH e serotonina), determinando diverse sindromi cliniche nello stesso paziente22. (SCLC) o a tumori più occulti (carcinoidi bronchiali)15. Altri tumori in grado di produrre ACTH sono i tumori ovarici16. L’ACTH prodotto dall’elaborazione della proopiomelanocortina da parte delle cellule neoplastiche può essere più o meno funzionale, portando ad una sintomatologia dismetabolica non sempre correlata ai livelli plasmatici di ACTH15. I sintomi sono dovuti all’eccessiva secrezione di glucocorticoidi e mineralcorticoidi dai surreni. Possono definire un quadro tipico della sindrome di Cushing, oppure, in alcuni pazienti con SCLC, avere una presentazione più atipica caratterizzata da astenia e perdita di peso. La prognosi di tali pazienti è peggiore in quanto più resistenti alla chemioterapia15. L’acromegalia ectopica è principalmente correlata alla produzione ectopica di ormone rilasciante l’ormone della crescita (GHRH). In una minoranza di casi la sindrome può essere dovuta a produzione ectopica dell’ormone della crescita da parte delle cellule neoplastiche. Le neoplasie associate ad acromegalia sono principalmente apudomi, quali le neoplasie a cellule insulari pancreatiche e l’SCLC. Altre neoplasie correlate a queste sindromi sono i carcinomi della mammella, del colon, delle ghiandole surrenali e i carcinoidi17. La misurazione dei valori sierici di GHRH e insulin-like growth factor-1 e la valutazione dei livelli dell’ormone della crescita dopo somministrazione di glucosio permettono di differenziare l’acromegalia da secrezione ectopica di GHRH (ulteriore incremento dei livelli sierici dell’ormone della crescita) dalla sindrome da ipersecrezione ectopica dell’ormone della crescita (soppressione dei livelli ematici dell’ormone della crescita)17,18. La clinica è correlata alla crescita dei tessuti molli con alterazioni fisiognomiche conseguenti e sintomi correlati, quali aumento di dimensioni di piedi e mani, artralgie e cifosi. Altra sindrome paraneoplastica endocrina da produzione ormonale ectopica è la ginecomastia19. Responsabili di questa sindrome sono la gonadotropina corionica (hCG) o gli estrogeni. In rare occasioni il tumore all’origine della sindrome non produce ormoni ma contiene un’attività enzimatica che converte gli androgeni presenti in circolo in estrogeni (epatomi). Le neoplasie associate alla ginecomastia da produzione ectopica di hCG o estrogeni (3% delle ginecomastie) sono i carcinomi del testicolo principalmente, i tumori intestinali, l’SCLC e l’emangiopericitoma. La secrezione di hCG può provocare, oltre a ginecomastia, pubertà precoce nei bambini, oligoamenorrea nelle donne fertili, e talora ipertiroidismo20, per l’analogia tra la catena beta dell’hCG e la corrispondente catena delle altre gonadotropine (l’ormone follicolostimolante, l’ormone luteinizzante) e dell’ormone tireostimolante. L’ipoglicemia paraneoplastica è un altro capitolo delle sindromi endocrine. È principalmente correlata all’iperproduzione di insulina da parte di insulinomi. Frequente è anche l’ipoglicemia da neoplasie a cellule non insulari, Sindrome di Zollinger-Ellison I gastrinomi sono i più comuni tumori ormono-secernenti delle isole pancreatiche (circa l’80% dei tumori secernenti gastrina). La sindrome correlata è spesso associate alle sindromi MEN I (iperplasia o tumori delle paratiroidi e delle cellule delle isole pancreatiche, più raramente si associano neoplasie dell’ipofisi, della corteccia surrenale e della tiroide) o ai carcinoidi dello stomaco2. Tali pazienti hanno una prognosi peggiore in quanto risulta più difficile l’escissione chirurgica del tumore23. Gli altri tumori correlati alla sindrome di Zollinger-Ellison sono le neoplasie gastroenteriche (milza, tenue distale, fegato) o dell’ovaio (cistoadenoma mucinoso)2. La malattia ulcerosa da ipersecrezione di gastrina si presenta in quasi tutti i pazienti con gastrinoma. Il controllo dell’ipersecrezione acida gastrica è importante per la risoluzione delle lesioni ulcerose23. L’ipercalcemia maligna, benché elencata per ultima, rappresenta la più comune delle sindromi paraneoplastiche e corrisponde al 40% di tutte le forme di ipercalcemia. A differenza delle altre sindromi paraneoplastiche endocrino-metaboliche trattate finora, l’ipercalcemia maligna non è dovuta alla produzione ectopica di PTH ma alla sintesi di una proteina correlata al PTH, la PTHrP, che interagisce con i recettori dell’ormone nei casi di tumori solidi24. Un’altra patogenesi meno frequente di questa sindrome è l’attività extrarenale della 25-OH D alfa-idrossilasi nelle neoplasie ematologiche. L’ipercalcemia umorale può essere la prima manifestazione clinica di una neoplasia sconosciuta25. Si associa frequentemente alle neoplasie mammarie, polmonari (specie SCLC), della testa e del collo, dei reni, del fegato e dell’utero2,24. I pazienti sviluppano spesso cachessia associata a sintomi tipici quali anoressia, malessere, nausea, stipsi, poliuria, polidipsia e confusione correlata all’ipercalcemia e alla produzione di varie citochine. Un approccio terapeutico sperimentale prevede la somministrazione di anticorpi anti-PTHrP25. La diagnosi di sindrome paraneoplastica endocrina è essenzialmente una diagnosi di esclusione. Si basa sulla clinica, la valutazione delle alterazioni laboratoristiche dei valori ematici degli ormoni coinvolti, degli elettroliti e dell’equilibrio acido-base, e/o delle sostanze correlate a tali ormoni. 32 Gaelle Flore Ketchandja Ngonga et al. Fondamentale è la ricerca del tumore con la radiodiagnostica, anche se non sempre viene scoperto (la sindrome paraneoplastica può comparire prima del tumore). tore chiamato “fosfatonina”27 che, secondo studi più recenti, sembra corrispondere al fibroblast growth factor-23 (FGF-23) implicato nella perdita di fosfato da parte del rene30. Le alterazioni laboratoristiche riscontrate sono una grave ipofosfatemia ed iperfosfaturia indotta dalla fosfatonina, alterati livelli di vitamina D (inibizione del metabolita attivo con valori ematici normali del precursore), normocalcemia, elevati livelli di fosfatasi alcalina con PTH normale. Clinicamente è caratterizzata da debolezza muscolare, dolore agli arti inferiori e alla schiena, osteomalacia27. I tumori associati sono solitamente di origine mesenchimale (osteoblastomi, osteosarcomi, neoplasie a cellule giganti, emangiopericitomi), che si possono sviluppare nei tessuti molli o in diverse sedi ossee30. L’asportazione del tumore determina una normalizzazione della clinica e dei valori laboratoristici alterati. Una terapia con vitamina D od octreotide è stata proposta nei pazienti con alterazioni clinico-laboratoristiche persistenti da asportazione incompleta del tumore27. La porpora di Schonlein-Henoch, caratterizzata da un quadro di vasculite, è una sindrome che si può presentare in associazione a svariate neoplasie. La patogenesi è su base autoimmune con la formazione di immunocomplessi da antigeni tumorali o da produzione anomala di immunoglobulina (Ig)A31. Le neoplasie associate a questa sindrome sono per lo più tumori solidi (del polmone, della prostata, della mammella, e meno frequenti del rene, dello stomaco, o del piccolo intestino). Le neoplasie ematologiche correlate a questa sindrome sono per lo più linfomi (di Hodgkin o non-Hodgkin)31. Sindromi reumatologiche ed osteoarticolari Sono sindromi paraneoplastiche abbastanza rare e sono generalmente conseguenti ad una disregolazione ed attivazione cronica del sistema immunitario (porpora di Schonlein-Henoch), oppure all’iperproduzione di alcune sostanze, tra cui fattori di crescita (osteoartropatia ipertrofica)26, o di sostanze biologicamente attive quali la “fosfatonina” (osteomalacia paraneoplastica)27 (Tab. III). L’osteoartropatia ipertrofica è caratterizzata da ippocratismo digitale che può manifestarsi come unico segno oppure associato a neoformazione di osso periostale (estremità distali delle ossa lunghe di avambraccio e gamba), edema delle parti molli ed artrite26. Tale sindrome può essere idiopatica o secondaria. Nelle forme secondarie, molto più frequenti di quelle idiopatiche, si collocano anche forme associate a malattie neoplastiche, in particolare a carcinoma del polmone, adenocarcinomi, come il carcinoma dello stomaco28, carcinoma a cellule renali26. Sarebbe dovuta a danno endoteliale secondario a produzione di fattori di crescita29 e citochine26. L’osteomalacia oncogenica è una rara sindrome paraneoplastica nella quale i tumori dell’osso o dei tessuti molli sono in grado di produrre fattori circolanti, responsabili di osteomalacia o rachitismo vitamina D-resistente. Responsabile del quadro clinico-laboratoristico è un fat- TABELLA III. Sindromi reumatologiche-osteoarticolari paraneoplastiche: ipotesi eziopatogenetiche, tumori associati e approccio diagnosticoterapeutico. Sindromi reumatologiche osteoarticolari Ipotesi eziopatogenetiche Tumori associati Approccio diagnostico Approccio terapeutico Osteoartropatia ipertrofica Teoria della riattivazione SCLC Clinica Ricerca del tumore Rx, scintigrafia ossea (diagnosi differenziale con altre artropatie) Rimozione del tumore (stabilizzazione della clinica) Antinfiammatori Porpora di Schonlein-Henoch Teoria autoimmune Polmone, prostata, mammella, rene, stomaco, intestino, linfomi Ricerca di immunocomplessi nel siero Ricerca del tumore Rimozione del tumore Analgesici Immunosoppressori ed alte dosi di Ig (nei casi con interessamento renale) Osteomalacia oncogenica Teoria della riattivazione Tumori mesenchimali, prostata, polmone Clinica Alterazioni laboratoristiche (Ca, P, vitamina D) Rx, scintigrafia ossea (con tecnezio 99m, octreotide), TAC, RMN Vitamina D, octreotide Ca = calcio; Ig = immunoglobulina; P = fosforo; Rx = radiografia. Altre abbreviazioni come in tabella I. 33 Ann Ital Med Int Vol 20, N 1 Gennaio-Marzo 2005 Sindromi dermatologiche lità, responsabile delle lesioni cutanee. L’identificazione di questa sindrome è molto importante in quanto è spesso correlata a neoplasie altamente maligne34. Nel lupus eritematoso cutaneo subacuto i tumori associati producono un antigene che presenta epitopi comuni con ribonucleoproteine citoplasmatiche, le quali traslocano verso la membrana cellulare dei cheratinociti sotto l’azione dei raggi ultravioletti [cosiddette proteine SS-A (Ro)]. L’interazione tra tali antigeni espressi sulla superficie cellulare e linfociti T helper specifici induce la formazione di anticorpi anti-SS-A (Ro) tramite l’attivazione di linfociti B. Ne consegue una risposta autoimmune con formazione di eritemi oppure di lesioni papulosquamose o anulari fotosensibili. Le neoplasie frequentemente associate a questa sindrome sono i carcinomi bronchiali e mammari36. L’eritema nodoso, variante molto frequente di panniculite, consiste in un’alterata reazione cutanea di ipersensibilità innescata da vari stimoli antigenici, che si manifesta con lesioni nodulari infiammatorie localizzate soprattutto agli arti inferiori (probabilmente per fattori emodinamici). La sindrome paraneoplastica si associa soprattutto a tumori ematologici (linfomi)37. Dal punto di vista patologico, si ha deposizione di Ig e complemento a livello dei vasi profondi; in alcuni pazienti si trovano immunocomplessi circolanti, dati che confermano l’ipotesi immunologica38. Le sindromi dermatologiche paraneoplastiche possono manifestarsi prima, in contemporanea o dopo la comparsa del processo neoplastico. Sono dovute principalmente a disregolazione immunitaria secondaria alla neoplasia32, oppure a produzione di ormoni o peptidi ormono-simili (Tab. IV). Il pemfigo paraneoplastico è una dermatite bollosa caratterizzato dalla presenza di lesioni polimorfe mucocutanee estese, simili a quelle caratteristiche del pemfigo volgare, del pemfigoide o dell’eritema polimorfo; tipiche sono le erosioni mucosali. Si tratta di un disordine autoimmunitario che insorge in seguito all’azione di anticorpi diretti contro le proteine di membrana delle cellule epiteliali quali le desmoplachine33. È principalmente correlato a tumori di origine ematologica (leucemia linfatica cronicaLLC, linfomi non-Hodgkin)32. L’acanthosis nigricans è caratterizzata da lesioni cutanee verrucoidi iperpigmentate localizzate, che prediligono collo, ascelle, inguine e mucose e può essere associata a svariate patologie tra cui quelle neoplastiche. In particolare, il riscontro di lesioni della lingua e della mucosa orale è altamente indicativa di neoplasie concomitanti34. È la più frequente manifestazione dermatologica paraneoplastica e si associa principalmente a neoplasie maligne dell’apparato digerente soprattutto dello stomaco e del tratto gastrointestinale35; altre neoplasie associate sono quelle del tratto genitourinario (utero, ovaio, prostata)34, e raramente i tumori del polmone35. La sindrome è correlata alla produzione di una sostanza non identificata da parte delle cellule neoplastiche che hanno riacquistato lo stato di pluripotenzia- Sindromi ematologiche e vascolari Le neoplasie interagiscono frequentemente sia con gli elementi corpuscolari del sangue sia con il sistema emo- TABELLA IV. Sindromi dermatologiche paraneoplastiche: ipotesi eziopatogenetiche, tumori associati e approccio diagnostico-terapeutico. Sindromi Ipotesi eziopatogenetiche Tumori associati Approccio diagnostico Pemfigo paraneoplastico Teoria autoimmune Leucemie, linfomi Anamnesi (diagnosi differenziale) Rimozione del tumore Clinica Antibioticoterapia Ricerca del tumore Terapia cortisonica Acanthosis nigricans Teoria della riattivazione Tumori gastrointestinali, utero, ovaio, prostata, mammella, polmone, linfomi Ricerca del tumore Anamnesi clinica Rimozione del tumore Lupus eritematoso cutaneo Teoria autoimmune Carcinomi bronchiali, mammella Anamnesi e clinica Ricerca di anticorpi Rimozione del tumore Antimalarici (idrossiclorochina) Cortisonici, immunosoppressori, plasmaferesi nei casi resistenti Eritema nodoso migrante Teoria autoimmune Linfomi Ricerca di immunocomplessi circolanti Terapia antiblastica Trattamento topico (ioduro di potassio) 34 Approccio terapeutico Gaelle Flore Ketchandja Ngonga et al. coagulativo, con conseguenti sindromi paraneoplastiche molto varie. La patogenesi delle sindromi ematologiche associate a tumori è su base autoimmune o da produzione di sostanze ectopiche. I fenomeni tromboembolici e della coagulazione sono favoriti dalla secrezione di fattori procoagulanti (per esempio il cancer procoagulant, associato a trombosi) e di citochine da parte delle cellule tumorali o delle cellule infiammatorie (per esempio IL-5, associato ad eosinofilia, o eritropoietina, associata a poliglobulia), oppure dall’adesione ed aggregazione piastrinica39 (Tab. V). Associato ad alcune neoplasie può comparire un incremento degli elementi figurati del sangue. Nel carcinoma renale, negli epatomi, negli emangiomi cerebellari e, seppure raramente nei seminomi testicolari, si può osservare una poliglobulia il cui meccanismo non è stato ancora ben identificato40. L’ipercoagulabilità (coagulazione intravascolare disseminata-CID) è un’altra alterazione ematologica ad eziologia svariata caratterizzata da eventi trombotici ed emorragici a carico di vari organi, che spesso può anche complicare una malattia tumorale41. Principalmente associati a CID sono i tumori producenti mucina (adenocarcinomi), soprattutto dello stomaco e del pancreas, mentre tra i tumori ematologici la leucemia promielocitica acuta è correlata ad una coagulopatia simile alla CID, caratterizzata da iperfibrinolisi. L’ipercoagulabilità è legata alla produzione da parte delle cellule tumorali di fattori tessutali ad azione tromboplastinica, che favoriscono sia la coagulazione42, sia alterazioni endoteliali dei piccoli vasi (riduzione della trombomodulina espressa dai piccoli vasi e dai capillari) riscontrati in tali pazienti41. Clinicamente la sindrome si manifesta con trombosi e diatesi emorragica per consumo dei fattori della coagulazione42. TABELLA V. Sindromi ematologiche e vascolari paraneoplastiche: ipotesi eziopatogenetiche, tumori associati e approccio diagnostico-terapeutico. Sindromi ematologiche e vascolari Ipotesi eziopatogenetiche Tumori associati Approccio diagnostico Approccio terapeutico Poliglobulia Teoria della riattivazione Rene, fegato, emangiomi cerebellari Ricerca di alterazioni laboratoristiche degli elementi corpuscolati del sangue o del sistema emocoagulativo, di fattori e/o Ab o IC, correlati a tali alterazioni, del tumore Rimozione del tumore Coagulopatia intravascolare disseminata Teoria della riattivazione Adenocarcinoma stomaco e pancreas, leucemia promielocitica acuta Rimozione del tumore Terapia sintomatica e di supporto Ipereosinofilia Teoria della riattivazione Fegato, linfomi Rimozione del tumore Corticosteroidi Trombocitosi, reazioni leucemoidi Teoria della riattivazione Rene Rimozione del tumore Antiblastici Antiaggreganti Trombocitoferesi in urgenza Anemia emolitica autoimmune Teoria autoimmune Leucemia linfatica cronica, linfomi Antiblastici Acido folico Cortisonici Splenectomia, immunosoppressori, plasmaferesi nei casi refrattari Granulocitopenia, trombocitopenia Teoria autoimmune Timomi, linfomi, malattie linfoproliferative T Rimozione del tumore, antiblastici Fattori stimolanti l’ematopoiesi Tromboflebiti Teoria della riattivazione Carcinoma del pancreas, polmone Rimozione del tumore Antinfiammatori Anticoagulanti Ab = autoanticorpi; IC = immunocomplessi circolanti. 35 Ann Ital Med Int Vol 20, N 1 Gennaio-Marzo 2005 La trombocitosi ed alcune reazioni leucemoidi di tipo mieloide o, eccezionalmente, linfoide, sono sindromi ematologiche che possono presentarsi come manifestazioni precoci di neoplasie occulte (per esempio il carcinoma a cellule transizionali del rene) o rappresentare un fattore prognostico negativo quando compaiono in neoplasie in fase avanzata43. Secondo la letteratura livelli elevati di anticorpi anticardiolipina nei pazienti con neoplasia nota potrebbero essere un segnale precoce di imminente evento trombotico. In tali pazienti è stato considerato un approccio terapeutico con eparina a basso peso molecolare44. Altra alterazione ematologica da iperproduzione di sostanze da parte del tumore è l’ipereosinofilia a volte responsabile della sindrome di Loeffler, con infiltrati polmonari fugaci, tosse e febbricola. È spesso associata a tumori quali i linfomi e il carcinoma epatocellulare44. Associate, invece, a diminuzione degli elementi figurati del sangue sono forme di anemia, granulocitopenia e trombocitopenia, su base autoimmune. L’anemia emolitica autoimmune si presenta in associazione con disordini immunoproliferativi (sindromi mielodisplastiche, LLC, linfomi a cellule B). È la forma più rappresentativa di anemia paraneoplastica dovuta alla produzione di anticorpi attivi a temperatura corporea (anticorpi caldi) diretti contro i globuli rossi del paziente stesso oppure a deposizione di immunocomplessi sugli eritrociti38. La granulocitopenia e la trombocitopenia, principalmente associate a timomi, linfomi e malattie linfoproliferative T e più raramente a carcinomi, hanno, analogamente all’anemia emolitica paraneoplastica, una patogenesi autoimmune, caratterizzata però da una risposta di tipo cellulo-mediata e non umorale38. La granulocitopenia è raramente sintomatica, mentre la trombocitopenia si manifesta con petecchie o porpora. Fra le forme vascolari associate a neoplasie, le più frequenti sono le tromboflebiti di tipo periferico e migrante, solitamente molto dolorose, che regrediscono spontaneamente in poche settimane per ripresentarsi successivamente in altra sede. L’eziopatogenesi è analoga a quella della CID. Sono solitamente associate a neoplasie solide, soprattutto al carcinoma del pancreas e al carcinoma del polmone41. Di maggior importanza clinica sono le complicanze tromboemboliche, legate ad una prognosi peggiore in quanto rappresentano la seconda causa di morte in pazienti con neoplasia nota45. La stasi ematica, le alterazioni dell’emostasi e della parete vasale (triade di Virchow) sono alla base dell’insorgenza delle trombosi venose profonde. Esse sono favorite da alterazioni dell’emostasi ad eziopatogenesi simile alla CID, presente in tali pazienti, e sono correlate ai tumori solidi, neoplasie tipicamente associate a queste complicanze vascolari45. Sindromi nefrologiche Le manifestazioni nefrologiche di origine paraneoplastica comprendono essenzialmente forme di glomerulonefrite membranosa, nefropatia a depositi di IgA, glomerulosclerosi focale46, sindrome nefrosica secondaria a glomerulopatia a lesioni minime47 (Tab. VI). Sono state descritte anche forme di amiloidosi di natura paraneoplastica, da precipitazione di immunocomplessi a livello dei tubuli renali48. I tumori associati sono vari, tra cui il carcinoma a cellule renali46 e quelli ematologici (per esempio la LLC47 ed il morbo di Hodgkin). Il riscontro di depositi di immunocomplessi a IgA o IgM supporta la teoria immunologica. In uno studio condotto presso l’Università di Pécs (Ungheria) nel 1999, fu riscontrata come componente antigenica degli immunocomplessi la proteina VHL (Von Hippel Lindau) associata a carcinoma a cellule renali nei pazienti che presentavano una nefropatia a IgA. In tali pazienti furono riscontrati anche infiltrati di linfociti T, quale segno locale di attivazione immunologica da parte del tumore. La correlazione patogenetica tra tale attivazione immunitaria e lo sviluppo di nefropatia a IgA paraneoplastica fu dimostrata, in alcuni casi, tramite analisi immunoistochimica46. Anche la sindrome nefrosica secondaria a glomerulopatia a lesioni minime associata a LLC sembra essere di origine paraneoplastica. Un possibile ruolo eziologico potrebbe essere svolto dai diversi marker di superficie dei linfociti, che scatenano la risposta immunitaria responsabile delle diverse manifestazioni istologiche renali a se- TABELLA VI. Sindromi nefrologiche paraneoplastiche: ipotesi eziopatogenetica, tumori associati e approccio diagnostico-terapeutico. Sindromi nefrologiche Ipotesi eziopatogenetica Tumori associati Approccio diagnostico Approccio terapeutico Glomerulonefrite membranosa Nefropatia a depositi di IgA Glomerulosclerosi focale Sindrome nefrosica secondaria a glomerulopatia a lesioni minime Teoria autoimmune Carcinoma a cellule renali Clinica Biopsia renale Ricerca di depositi di immunocomplessi (immunofluorescenza) Ricerca del tumore Rimozione del tumore antiblastici Terapia di supporto della sindrome nefrosica Leucemia linfatica cronica, morbo di Hodgkin IgA = immunoglobulina A. 36 Gaelle Flore Ketchandja Ngonga et al. e teoria autoimmunitaria) e gli approcci terapeutici più salienti, basandoci su pubblicazioni presenti in letteratura. Sono stati esaminati lavori sperimentali, rassegne e osservazioni cliniche sulle sindromi descritte, la loro eziopatogenesi e l’approccio terapeutico, in alcuni casi ancora in fase sperimentale. Non sono ancora presenti in letteratura studi di metanalisi sulle sindromi paraneoplastiche. Le sindromi ad eziopatogenesi meglio delineata sono quelle su base autoimmunitaria, quali le sindromi neurologiche, nefrologiche ed alcune dermatologiche, supportate da numerose evidenze clinico-laboratoristiche. Per le altre sindromi le teorie patogenetiche associate sono state correlate sulla base delle fonti tratte dalla letteratura. Le sindromi paraneoplastiche sono importanti in quanto il loro riconoscimento permette la diagnosi precoce dei tumori ed il loro trattamento rapido, migliorando di molto la prognosi e l’aspettativa di vita del paziente. Rappresentano spesso l’unica spia di neoplasie altrimenti silenti; a volte sono antecedenti alla neoplasia stessa. Sono necessari ulteriori studi per una migliore definizione del loro quadro clinico, dell’eziopatogenesi e per poter delineare linee guida standardizzate sull’approccio diagnostico-terapeutico a tali patologie. conda dell’antigene di superficie espresso47. Nell’associazione con morbo di Hodgkin la patogenesi risiederebbe in anomalie funzionali del sistema T cellulare, comuni in questa malattia. Terapia Secondo la letteratura gli approcci terapeutici, diversi a seconda della sindrome, hanno come priorità l’asportazione del tumore che, nella maggior parte dei casi, porta ad una regressione o stabilizzazione della sintomatologia e dei valori di laboratorio alterati. Nelle sindromi ad eziopatogenesi immunitaria è stato recentemente introdotto l’utilizzo di farmaci immunosoppressori, sedute di plasmaferesi, anticorpi monoclonali. Nelle sindromi con eziologia diverse vi sono differenti approcci terapeutici, alcuni dei quali ancora in fase sperimentale. Linee guida standardizzate per l’approccio terapeutico alle sindromi paraneoplastiche, non sono pertanto ancora state delineate. Conclusioni Le sindromi paraneoplastiche sono patologie rare ad eziopatogenesi svariata, che resta, in alcuni casi, ancora da definire. Le sindromi per le quali esistono maggiori evidenze clinico-laboratoristiche che supportano l’ipotesi eziopatogenica associata sono quelle endocrino-metaboliche, neurologiche e nefrologiche. Anche se i dati presenti finora in letteratura ci hanno permesso di delineare per ogni sindrome la teoria eziopatogenica corrispondente, si tratta di sindromi che necessitano di ulteriori approfondimenti dal punto di vista eziopatogenetico. Il loro riconoscimento è importante soprattutto per la diagnosi precoce del tumore, così da permettere il trattamento sia della neoplasia sia delle manifestazioni cliniche correlate il più precocemente possibile. Di qui l’importanza di definirne l’esatta origine patogenetica e approntare un corretto iter diagnostico e terapeutico, per poter stabilizzare o, in alcuni casi, far regredire la sintomatologia legata alle manifestazioni paraneoplastiche. Parole chiave: Eziopatogenesi; Sindromi paraneoplastiche; Tumore. Bibliografia 01. Darnell RB, Posner JB. 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