NUTRACEUTICA
di SILVIA AMBROGIO
L
e malattie infiammatorie a carico della pelle sono estremamente diffuse e nella maggior
parte dei casi i numerosi trattamenti disponibili, sempre più innovativi, consentono un miglioramento a
breve termine e il controllo della malattia a lungo termine. Ma queste misure non curano la patologia. Ecco
perché, negli ultimi anni, la ricerca
scientifica sta rivolgendo sempre più
spesso la propria attenzione all’ambito
nutrizionale, per capire se e come un
gesto quotidiano come il nutrirsi possa
essere sfruttato a vantaggio della qualità della vita di queste persone. Ed
eventualmente individuare uno o più
molecole particolarmente efficaci da associare come integrazione nutrizionale
al trattamento farmacologico.
Psoriasi: la più diffusa
La psoriasi è una delle malattie infiammatorie croniche della pelle più diffuse,
colpendo circa il 2 per cento della popolazione generale, e può compromettere purtroppo in maniera sostanziale
la qualità di vita dei pazienti. È considerata una malattia infiammatoria della pelle mediata dalle cellule T ed è
caratterizzata da iperproliferazione e
scarsa differenziazione dei cheratinociti
epidermici. Mentre la suscettibilità alla
psoriasi è ereditaria, la malattia è influenzata da fattori ambientali, come le
infezioni e lo stress.
I trattamenti comprendono applicazioni
topiche, terapie sistemiche e fototerapia, ma una parte importante di questi
è associato a effetti negativi significativi. La dieta può essere coinvolta sia
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nell’eziologia sia nella patogenesi della
psoriasi. Hanno effetti benefici brevi periodi di digiuno e diete a basso consumo energetico, mentre le diete
vegetariane e le diete ricche di acidi
grassi polinsaturi da olio di pesce hanno dimostrato di migliorare i sintomi
della psoriasi in alcuni studi, modificando il metabolismo degli acidi grassi polinsaturi e influenzando il profilo degli
eicosanoidi, in modo che i processi infiammatori siano soppressi.
Una donna di 36 anni, affetta da grave
psoriasi da quando ne aveva 22, si è resa protagonista di un recente case report, dimostrando una completa
risoluzione dopo sei mesi di trattamento con integratori alimentari e un cambiamento delle abitudini nutrizionali.
Oltre alle modifiche apportate alla die-
NUTRACEUTICA
Utili supporti
Le possibilità di integrazione nel trattamento
delle malattie croniche infiammatorie della pelle
La dermatite atopica
infantile può essere
associata ad allergia
alimentare, quindi
un’indagine in tal senso e
l’eventuale eliminazione
di alimenti scatenanti
è spesso
risolutiva
ta, tra cui un aumento di verdura e
l’assunzione di frutta, gli integratori
aggiunti hanno fornito un supporto
contro lo stress ossidativo (con vitamine E, C, B2 e zinco e selenio), aiutato il
normale metabolismo energetico (con
vitamine B1, B2, B3, B5, B6, B12 e biotina, magnesio e vitamina C), e favorito
il normale funzionamento del sistema
immunitario (con acido folico, vitamine
A, D e C, selenio e rame); è stata inoltre ottimizzata con vitamina C, lisina e
prolina la formazione di collagene.
Dermatite atopica
Anche la dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica della cute
e si presenta comunemente durante la
prima infanzia; anch’essa spesso recidivante, ha un forte impatto sulla
qualità della vita dei pazienti e delle
famiglie. Negli ultimi decenni la sua
prevalenza è aumentata, soprattutto
nelle società occidentali.
Tra le nuove opzioni terapeutiche, vi
è un crescente interesse per il potenziale beneficio della supplementazione con probiotici. È stato
infatti ampiamente dimostrato che
il microbiota umano svolge un
ruolo fondamentale non solo nel
mantenimento dell’omeostasi intestinale, attraverso l’interazione tra
microrganismi e il sistema immunitario, ma anche nello sviluppo dell’immunità adattativa. Inoltre, numerosi
studi hanno dimostrato che i probiotici sono in grado di influenzare la composizione della flora intestinale e
possono esercitare effetti immunomodulatori. Dagli studi effettuati fino a
oggi il ceppo batterico che mostrerebbe una certa efficacia clinica nella patologia è il Lactobacillus rhamnosus,
da solo o in associazione con altri ceppi, ma sono sicuramente necessari ampi studi di popolazione per validare
l’uso di probiotici in dermatologia,
che tengano conto della protezione
contro la colonizzazione microbica e
del ripristino dell’equilibrio immunologico. È importante ricordare che la
dermatite atopica infantile può essere
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associata ad allergia alimentare, quindi un’indagine in tal senso e l’eventuale eliminazione di alimenti
scatenanti è spesso risolutiva.
In generale, però, le diete di eliminazione come trattamento nei pazienti
con dermatite atopica non sono raccomandate poiché non hanno dimostrato
un miglioramento dei sintomi, se non
per chi ha avuto riscontri positivi IgE
specifiche per le uova e l’American
academy of dermatology raccomanda
restrizioni all’uso dell’uovo in questo
specifico sottogruppo di pazienti. Risultati promettenti arrivano anche dal
controllo dell’uso di additivi alimentari in pazienti adulti, con restrizioni in
materia di conservanti, come agenti di
acido ascorbico e coloranti, come tartrazina nelle diete dei partecipanti di
uno studio durato sei settimane. Vari
approcci di supplementazione alimentare, con acido docosaesaenoico
(DHA), olio di pesce, vitamina D e vitamina E hanno mostrato un miglioramento dei sintomi in diversi studi
randomizzati, ma finora le dimensioni
dei campioni e la qualità dei protocolli
hanno fatto sì che i dati raccolti siano
di rilevanza clinica discutibile. In particolare, è sotto i riflettori il ruolo della vitamina D poiché si sa che può
avere effetti sul sistema immunitario
innato e adattativo, generalmente a
favore decrescente di meccanismi allergenici, così come potrebbe migliora-
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re la barriera cutanea e ridurre il
rischio di colonizzazione pelle.
Ruolo della vitamina D
In termini di funzione di barriera della
pelle, la vitamina D e il recettore della
vitamina D hanno un ruolo regolatore
nel controllo della proliferazione nella
strato basale, nella regolazione delle
proteine dello strato spinoso (K1, K10,
involucrina) e strato granuloso (filaggrina e loricrina), e la sintesi di lipidi
necessari per la funzione di barriera
dello strato corneo. Così, un numero
crescente di prove collega questa vitamina alla dermatite atopica, ma le conclusioni non sono unanimi. Molti studi
osservazionali hanno dimostrato che
bassi livelli sierici di vitamina D sono
associati con una maggiore prevalenza
di questa malattia epidermica durante
l’infanzia, ma altri non hanno confermato. Le differenze di tempo di esposizione, dosi di vitamina D, età dei
partecipanti, eccetera, possono spiegare
questi risultati contrastanti. Inoltre,
nessuno studio è stato finora eseguito
per determinare se le variazioni nei livelli di vitamina D di diverse età influenzano in modo differente il rischio
di dermatite atopica. Un certo numero
di studi randomizzati controllati ha testato l’utilità della vitamina D come
trattamento per questa condizione, ma
i risultati restano inconcludenti e prevale la prudenza poiché la Vitamina D
può peggiorare le lesioni cutanee.
Vitiligine
Tra le malattie infiammatorie della cute ne esistono altre, meno diffuse ma
ugualmente in grado di influenzare la
qualità della vita di chi ne è affetto. È
il caso, per esempio, della vitiligine,
una depigmentazione progressiva dovu-
ta alla perdita di melanociti funzionan- associazione con zinco e acido folico.
ti dalle epidermide.
Molte malattie dermatologiche sono
La vitiligine colpisce ugualmente uomi- croniche e ancora senza cura definitiva
ni e donne, e può verificarsi a qualsiasi ed è quindi importante l’aggiornamento
età. Il cardine del trattamento rimane per il farmacista. È ampia infatti la letl’uso di corticosteroidi topici, inibitori teratura relativa al ruolo della nutriziodella calcineurina per uso topico e la ne nel caso di psoriasi, dermatite
terapia Uvb. Nei casi più estesi o pro- atopica, orticaria, e delle patologie dergressisti, i corticosteroidi sistemici sono matologiche più diffuse, con particolare
efficaci anche se il loro uso prolungato attenzione alle specifiche modificazioni
è ostacolato per motivi di sicurezza. dietetiche in aggiunta o alternativa alla
Molti trattamenti topici e sistemici so- terapia convenzionale.
no stati studiati negli ultimi decenni,
ma l’eziologia della malattia è ancora
sconosciuta e oltre la teoria autoimmuBibliografia
ne, più popolare, diversi gruppi hanno
1)
Sethuraman G,
recentemente dimostrato il coinvolgiMarwaha
RK, Challa A,
mento dello stress ossidativo nella fiYenamandra VK, Ramakrishnan L,
siopatologia di questa malattia,
Thulkar S, Sharma VK.
legittimando gli studi sugli antiossiVitamin D: A New Promising Therapy
danti. Gli studi confermano il
for Congenital Ichthyosis.
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Efficacy of nutritional treatment in patients with
risultati dimostrati dalla
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Atopic dermatitis: is there a role for probiotics?
mentali entrambi per il
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funzionamento della
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glutatione perossidasi,
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enzima deputato insieReview
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me alla catalasi a elion atopic dermatitis.
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idrogeno anche a livel5) Pacheco-Gonzalez RM, Garcia-Marcos PW,
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Vitiligo treatment with vitamins, minerals and
stimolanti sui melanociti
polyphenol supplementation.
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NUTRIZIONE
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