InFormaDonna Il “FULL PAP” per la prevenzione del tumore del collo dell’utero (aggiornato a Dicembre 2010) • • • • • Ogni anno in Italia ci sono 3.500 nuovi casi di tumore maligno del collo dell’utero con circa 1.100 decessi che potrebbero essere prevenuti al 100 % con adeguati accertamenti diagnostici. Il “Full PAP” è un accertamento diagnostico complesso che consiste in un prelievo citologico effettuato sia all’esterno (eso) che all’interno del collo dell’utero (endo) le sedi a maggior rischio di insorgenza di tumore.. Tale prelievo permette di eseguire sia la ricerca genetica del Papilloma Virus (HPV Test), causa prima dei tumori maligni del collo dell’utero, che la ricerca citologica di cellule pre-cancerose o già cancerose (PAP Test). Poiché un HPV Test positivo non significa obbligatoriamente presenza di cellule pre-cancerose o cancerose, ma solo una più elevata probabilità (circa il 10%) che queste lesioni ci siano, si può ben comprendere come l’esecuzione combinata e simultanea dell’HPV Test e del PAP test presenti il vantaggio, in caso che l’HPV test risulti positivo, di avere l’immediata conferma circa l’esistenza o meno di tali lesioni cellulari. L’esecuzione del “Full PAP” comprende, solo in caso di positività sia dell’HPV Test che del PAP Test, anche la ricerca dei marker biologici P16 e L1 che forniscono informazioni sull’aggressività del virus. Il “Full PAP” ha un costo inferiore rispetto al costo totale dell’HPV Test e del PAP Test se eseguiti separatamente in momenti diversi. Il costo comprende anche il prelievo eso- e endocervicale effettuato dal ginecologo, oltre alla ricerca, solo in caso di positività sia dell’HPV Test che del PAP Test, dei marker biologici di aggressività P16 e L1. Come interpretare i risultati del “Full PAP” • • • Se i due Test (HPV e PAP) sono negativi la sicurezza immediata è totale, la probabilità di andare incontro a lesioni in futuro è bassa (2%): in tal caso si può ripetere i due Test anche dopo 3 anni. Se il Test HPV è positivo e il PAP test è negativo, vuol dire che è presente il virus, che questo non ha ancora provocato danni ed è possibile tranquillizzarsi, perché nell’80% dei casi l’infezione virale guarisce spontaneamente. La probabilità di andare incontro in futuro a lesioni è certamente più elevata (circa 10%). In tal caso, anche se non sono necessarie terapie, sono però necessari controlli più ravvicinati, almeno annuali. Se ambedue i Test sono positivi vuol dire che le cellule del collo dell’utero sono andate incontro a modificazioni. La valutazione dei markers biologici P16 e L1 fornirà in tal caso informazioni sull’aggressività del virus HPV. Sarà comunque sicuramente necessaria eseguire una valutazione più approfondita tramite colposcopia e biopsia e, in base al tipo di lesione riscontrata alla biopsia, si deciderà se trattare: se la lesione è di tipo CIN 1 (lieve) andrà tenuta solo sotto controllo (spesso regredisce spontaneamente); se la lesione è CIN 2 o CIN 3 (lesioni più profonde) dovrà essere trattata ed eliminata con il laser, con la leep (“bruciatura”) o con il bisturi. Prof. Dr. Francesco Saverio Pansini Centro Menopausa-Osteoporosi presso Poliambulatorio Estense, Via B. di S. Stefano 3, Ferrara (Info: tel. 0532.205877 - Email: [email protected] – www.francescosaveriopansini.it)