Animali 5 - Liceo Classico Psicopedagogico Cesare Valgimigli

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8. I mammiferi sono animali che allattano i loro piccoli.
Circa 63 milioni di anni fa, il Mesozoico, o età dei rettili, lasciava il campo al Terziario, o età dei mammiferi. Enunciata in
questi termini, la successione sembra indicare che i mammiferi, appena sulla scena, abbiano rapidamente soppiantato i rettili.
Certamente non è stato così: la classe dei mammiferi ha fatto la sua comparsa già all'inizio del Mesozoico, differenziandosi da un
gruppo di primitivi rettili, i terapsidi. Piccoli mammiferi hanno coabitato precariamente il nostro pianeta con gli arcosauri per 150-200
milioni di anni nel Mesozoico e in seguito all’estinzione di massa che ha segnato la fine dell’era Mesozoica, con la totale
scomparsa dei dinosauri, essi hanno subito una spettacolare esplosione adattativa alla fine di questa era geologica. Grazie a
questa esplosione evolutiva, il numero, la diversità e le dimensioni dei mammiferi sono aumentati rapidamente.
I mammiferi attuali possiedono dimensioni che variano dai pochi grammi dei minuscoli toporagni e dei pipistrelli all’enorme
taglia della balenottera azzurra, l’animale più grande della Terra, che può raggiungere una lunghezza di 33 metri e un peso
di 160 tonnellate.
I caratteri chiave dei mammiferi
sono le ghiandole mammarie e la
pelliccia.
Notevoli
trasformazioni
nello
scheletro
hanno
accompagnato l'evoluzione dei mammiferi. Nel cranio due
antichi
elementi
ossei
dell'articolazione
mascello-
mandibolare si sono localizzati nell'orecchio medio trasformandosi in martello e in incudine, mentre su ogni lato del
cranio la cavità posteriore all'orbita (fossa temporale), che
contiene i muscoli masticatori, si è ampliata per accogliere
un encefalo molto sviluppato; sul tetto del cavo orale si è
generalizzata la presenza di una paratia ossea orizzontale
(palato secondario), in grado di separare le vie aeree da
Figura 69. La dentatura dei mammiferi.
quella alimentare. Nei mammiferi si sono modificati
I denti dei mammiferi sono diversificati come struttura e
tanto l'assetto degli arti (che si sono portati su piani
funzione e nei vari ordini esistono dentature diverse in rapporto
paralleli a quello di simmetria) quanto i loro rapporti con lo
al tipo di alimentazione adottata dall’animale.
scheletro assile, e ciò ha portato al conseguimento di
La presenza dei peli (▶figura 70 e 71), che svolgono un
migliori capacità motorie (▶figura 68).
ruolo coibentante
e
che,
di
regola,
costituiscono
rivestimenti continui, pur essendo quasi completamente
assenti in alcuni gruppi come i cetacei; questi utilizzano
come strato isolante uno spesso pannicolo adiposo, per
altro generalizzato nei mammiferi.
Figura 68. L’apparato scheletrico di un mammifero.
Lo scheletro del ratto.
Nell'arco orale i denti hanno assunto forme e dimensioni
varie, in rapporto alle diverse diete (eterodonzia) (▶figura
69). Lo studio dei denti dei fossili fornisce informazioni
insostituibili
estinte.
sulle abitudini alimentari
delle
forme
Figura 70. Struttura di un pelo.
Il pelo è una struttura cornea dell’epidermide, tipica dei
mammiferi.
I metareni dei mammiferi eliminano urea (▶figura 74).
Figura 71. Pelliccia di un mammifero.
La
pelliccia
dei
mammiferi
consente
di
mantenere
la
temperatura corporea elevata anche quando è freddo.
Figura 74. Reni di un mammifero.
I reni sono dei metareni ed eliminano urea.
Nella cute dei mammiferi sono presenti vari tipi di
ghiandole: le ghiandole sebacee, il cui secreto lubrifica il
Il telencefalo è il centro encefalico più importante
pelo; le ghiandole sudoripare, i cui secreti evaporano
(▶figura 75) e l’organo di senso guida è rappresentato
dalla superficie corporea, provvedendo alla regolazione
dall’olfatto.
della temperatura del corpo; le ghiandole mammarie che
producono latte utilizzato per nutrire la prole.
L’apparato respiratorio dei mammiferi è meno efficiente
rispetto a quello degli Uccelli e i polmoni sono simili ad
“alberi rovesciati”
con il bronco che si ramifica
immediatamente dopo l’ingresso nel polmone (▶figura
72).
Figura 75. Encefali di mammiferi.
La struttura encefalica più sviluppata nei mammiferi è il
telencefalo.
Per molti milioni di anni, i Mammiferi hanno convissuto
con i Rettili e dal momento che questi ultimi sono
animali
che
non
riescono
a
regolare
la
propria
temperatura corporea, i Mammiferi hanno acquisito
abitudini notturne. Questo spiega perché la vista perde
importanza, perché i Mammiferi hanno raramente la
capacità di vedere a colori e perché hanno perduto tutti
Figura 72. Polmoni di un mammifero.
I polmoni dei mammiferi sono fatti “ad albero rovesciato”.
Il cuore dei mammiferi è suddiviso in due atri e in due
ventricoli e la circolazione è doppia e completa (▶figura
73).
i tipi di cromatofori (cellule che producono pigmenti),
tranne i melanociti (che producono la melanina).
La riproduzione sessuata prevede fecondazione interna
ed
il
maschio
l’accoppiamento.
presenta
organi
copulatori
per
Le cellule uovo vengono fecondate
all’interno del corpo della madre; prima di essere partoriti, gli embrioni si sviluppano per un periodo variabile a
seconda dei gruppi in un organo chiamato utero. Il periodo che gli embrioni trascorrono all’interno dell’utero
viene chiamato gestazione (o gravidanza), e può durare
da pochi giorni (come nei roditori) fino a quasi due anni
(come negli elefanti). Anche la struttura dell’utero varia
molto: i monotremi e i marsupiali hanno organi primitivi, mentre i placentati hanno uteri più complessi, in cui i
piccoli vengono protetti e nutriti fino alla nascita. In
questi ultimi si sono perfezionati dispositivi di viviparità
basati sulla presenza della placenta che consente un
intimo rapporto tra embrione e utero (una porzione
Figura 73. Sistema circolatorio dei mammiferi.
specializzata degli ovidutti, che possono essere più o meno
La circolazione dei mammiferi è doppia e completa
estesamente fusi tra di loro).
Quadro riassuntivo dei mammiferi.
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il corpo è generalmente rivestito da peli (in
qualche specie anche da squame) e la pelle è
ricca di ghiandole
le ghiandole mammarie producono latte per
nutrire i piccoli
la mandibola può compiere movimenti di
lateralità rispetto alle mascelle e ciò
permette la masticazione
la bocca è dotata di denti diversificati per
struttura e funzione: incisivi, canini,
premolari e molari (eterodonzia)
è presente l’orecchio esterno (padiglione
auricolare)
i polmoni sono molto sviluppati e
presentano una struttura “ad albero
rovesciato”
il cuore possiede due atri e due ventricoli
la circolazione è doppia e completa
il metarene è molto efficiente
l’N è eliminato prevalentemente come urea
(ureotelici)
la
termoregolazione
è
efficiente
(omeotermia)
il mesencefalo perde importanza e il
telencefalo assume definitivamente il
controllo dell’attività nervosa dell’animale
in diverse specie la corteccia cerebrale
possiede giri e circonvoluzioni per
aumentare la sua superficie. La notevole
dimensione dell’encefalo conferisce elevate
capacità di integrazione, memorizzazione ed
elaborazione
l’organo di senso guida è l’olfatto
la fecondazione è interna e il maschio
generalmente possiede organi copulatori
tranne che nelle specie più primitive che
sono ovipare, l’uovo è piccolo e
praticamente privo di tuorlo e pertanto
l’embrione si sviluppa all’interno dell’utero
materno stabilendo con la madre rapporti
molto stretti tramite una struttura
specializzata detta placenta
la determinazione del sesso è cromosomica
con eterogametia maschile
Il confronto tra gli scheletri dei terapsidi e quelli dei
mammiferi rivela che esiste una continuità tra i due
gruppi e che dunque i confini fra questi sono oltremodo
arbitrari. In aggiunta si deve considerare che nessun
reperto paleontologico documenta, almeno direttamente,
la condizione dei tessuti molli; dunque poco sappiamo
riguardo a caratteristiche essenziali dei mammiferi: le
ghiandole cutanee, i corpi ghiandolari mammari e la
stessa placenta (per altro organo effimero in quanto
annesso embrionale).
I monotremi sono mammiferi che
depongono le uova.
I prototeri comprendono il solo ordine dei monotremi,
limitato geograficamente all'Australia e alla Nuova
Guinea, con due famiglie e tre sole specie, riferibili a
due forme fondamentali: l'ornitorinco e l'echidna. Si tratta
di mammiferi con alcuni caratteri aberranti e altri arcaici;
basti per tutti ricordare che le femmine depongono uova
di tipo rettiliano, e rettiliani sono anche numerosi altri
tratti anatomici. I corpi ghiandolari mammari sono
rudimentali e i capezzoli praticamente assenti, fungendo
in loro vece i peli bagnati dal latte, che ha una
composizione prevalentemente proteica (▶figura 76).
Le tre sottoclassi dei mammiferi.
Le circa 5000 specie di Mammiferi attuali vengono suddivise in tre sottoclassi:
1)
Prototeri (monotremi)
Figura 76. Monotremi.
2)
Metateri (marsupiali)
In basso: l’echidna, Tachyglossus aculeata, dal becco corto è
3)
Euteri (placentati)
In alto: l’ornitorinco, Ornithorhynchus anatinus;
una delle due specie viventi di echidna.
I
marsupiali
comprendono
numerosi ordini di mammiferi dotati
di marsupio.
fonti
I metateri corrispondono ai marsupiali, un gruppo
del piccolo nel marsupio rappresenta una forma efficace
rappresentato da circa 330 specie e caratterizzato da una
di tutela.
particolare struttura presente nelle femmine: si tratta di
un'ampia tasca ventrale definita marsupio. In questa
sacca cutanea il piccolo, partorito prematuramente, trova
accoglienza e termina il suo sviluppo nutrendosi del latte
materno lambito dai capezzoli, che sono localizzati
proprio nel marsupio. Il piccolo raggiunge la tasca da solo,
aiutandosi con gli arti anteriori già ben formati. Il parto
prematuro rende la femmina nuovamente disponibile
all'accoppiamento ma lo sviluppo dello zigote rimane
bloccato sino al momento in cui il marsupio è di nuovo
libero per ospitare il nascituro.
Queste peculiarità riproduttive dei marsupiali sono ve-
rosimilmente correlate al loro ambiente, che presenta
alimentari
precarie;
possono
dunque
essere
necessarie lunghe migrazioni in cerca di cibo, con rischi
notevoli per la prole. Durante i trasferimenti il trasporto
Un tempo estesamente diffusi in tutti i continenti a sud
dell'Equatore, i metateri sono oggi prevalentemente
concentrati in Australia, con poche specie sudamericane
(▶figura 77). In questi ambienti i marsupiali hanno in
pratica seguito lo stesso ventaglio adattativo degli euteri,
con l'esclusione degli adattamenti all'ambiente acquatico e
di quelli correlati al volo. Il marsupiale più voluminoso
attualmente vivente
corrisponde
al
canguro
rosso
australiano, che può superare i 90 kg di peso, ma sino a
un passato non lontanissimo in Australia ne vivevano di
più voluminosi, probabilmente sterminati dall'uomo poco
dopo il suo insediamento nel continente.
Figura 77. Marsupiali.
In alto a sinistra: il canguro grigio dell’Australia orientale, Macropus giganteus è tra i marsupiali più grandi. Questa femmina trasporta il
piccolo nel caratteristico marsupio.
In alto a destra: il koala, Phascolarctos cinereus, è un marsupiale australiano che vive nella costa orientale dell’Australia e la sua dieta è
estremamente specializzata in quanto esso mangia esclusivamente foglie di Eucalipto.
In basso a sinistra: il diavolo della Tasmania, Sarcophylus harrisii è un carnivoro che vive esclusivamente in Tasmania, un’isola di fronte alla
costa australiana meridionale.
In basso a destra: Questo opossum, Caluromys philander , è una specie marsupiale dell’America del Sud.
I placentati sono mammiferi dotati
di placenta, l’organo che connette
l’embrione con i tessuti materni.
Il
gruppo
più
numeroso
di
mammiferi
è
quello
dei placentati. I piccoli di questi animali sono più
sviluppati
alla
nascita
rispetto
ai
marsupiali;
nei
acque dolci sia quelle marine, hanno mantenuto le
zampe. I dugonghi e i lamantini hanno colonizzato gli
estuari e gli oceani poco profondi.
La storia evolutiva di un gruppo di placentati, i primati,
ci riguarda molto da vicino, poiché include la nostra
specie.
mammiferi placentati, infatti, l’embrione completa il suo
Il gruppo più numeroso, comprendente oltre 2000
sviluppo all’interno del corpo della madre grazie alla
specie, è quello dei roditori. Questi animali sono
presenza della placenta, un organo costituito da una
tradizionalmente identificati dalla morfologia unica dei
componente embrionale (il corion, la più esterna
loro denti, adattati a rosicchiare materiali duri. Il
delle membrane extraembrionali) e da una componente
secondo gruppo più numeroso comprende circa 1000
materna (il tessuto uterino).
specie e corrisponde ai chirotteri, i mammiferi volanti
Dopo la fecondazione, la cellula uovo scende lungo
gli ovidutti fino a raggiungere l’utero, dove si annida
nella mucosa. Il corion (la membrana extraembrionale
noti come pipistrelli. I pipistrelli sono seguiti dal gruppo
degli insettivori, comprendente talpe e toporagni, con
oltre 500 specie.
più esterna) aderisce alle cellule della parete uterina; a
questo punto i vasi sanguigni embrionali invadono il
tessuto
uterino
formando
delle
Le parole:
protuberanze
chiamate villi coriali, che prendono contatto con il
Delle
sangue materno.
i mammiferi, una ha anche dato loro il nome, che deriva
Il compito della placenta, che è collegata all’embrione
caratteristiche
che
contraddistinguono
dal latino mamma («mammella») e ferre («portare»).
tramite il cordone ombelicale, è permettere gli scambi
Monotremo deriva dal greco mónos, «solo», e trêma,
di nutrienti, gas respiratori e prodotti di rifiuto tra la
«apertura». Essi, infatti, possiedono la cloaca, che
madre e l’embrione.
rappresenta
I
placentati
manifestano
forme
e
comportamenti
estremamente vari. L’estinzione dei dinosauri alla fine
lo
sbocco
comune
in
cui
sfociano
l’apparato genitale, quello escretore e il digerente. La
cloaca è una struttura tipica di osteoitti, anfibi, rettili e
uccelli.
del Cretaceo ha permesso infatti ai mammiferi di
diversificarsi e di sfruttare una vasta gamma di ambienti
Marsupio discende dal greco marsýpion, che significa
e di risorse. Molte specie hanno raggiunto dimensioni
«borsa, tasca». Curiosamente nell’uso comune oggi
ragguardevoli e alcune hanno assunto il ruolo di
chiamiamo marsupi solo i contenitori che assomigliano
predatori
alla tasca dei marsupiali.
dominanti,
in
precedenza
occupato
dai
dinosauri di taglia maggiore. Tra tali predatori, in
numerosi
gruppi
si
sono
evoluti
particolari
comportamenti sociali che permettono di cacciare in
gruppo, per esempio nelle linee evolutive dei canidi
(lupo, coyote), dei felini (leone, tigre) e dei primati
Gli ordini di mammiferi placentati.
Le oltre 4500 specie di placentati appartengono ai
(lemuri, scimmie ed esseri umani).
Numerose linee evolutive di placentati terrestri si sono
seguenti ordini principali:
nuovamente adattate alla vita acquatica, ritornando
INSETTIVORI
all’habitat
Sono tra i placentati più primitivi. Hanno generalmente
che
abbandonato.
I
i
loro
piccole dimensioni e abitudini notturne. Si cibano di
esclusivamente acquatici (quasi tutti marini) e si sono
insetti e di piccoli invertebrati e pertanto hanno una
evoluti da antenati terrestri (le balene sono strettamente
dentatura completa. In questo ordine sono compresi i
imparentate con gli ippopotami). Anche le foche, i leoni
toporagni, i ricci e le talpe (▶figura
marini e i trichechi sono ritornati all’ambiente marino e
classificazioni più recenti, l’ordine degli insettivori viene
i loro arti si sono trasformati in pinne. D’altra parte, le
suddiviso in tre gruppi che vengono elevati al rango di
lontre
ordini.
della
balene
famiglia
e
avevano
sono
(carnivori
cetacei,
predecessori
delfini,
mustelidi,
che
comprende anche i tassi), pur avendo colonizzato sia le
78). Nelle
Figura 66. Insettivori.
Erinaceus europaeus, il riccio, una specie molto diffusa nelle
nostre campagne.
CHIROTTERI
Mammiferi tipicamente notturni, caratterizzati da una
notevole
specializzazione
anatomica
e
funzionale
dell’arto anteriore trasformato in ala. Le specie che
Figura 80. Dermotteri.
hanno spesso occhi piccoli e poco sviluppati, hanno in
Cynocephalus volans, il galeopiteco.
compenso
padiglioni
auricolari
molto
grandi
e
appendici nasali specializzate. Alcuni sono in grado di
FOLIDOTI
avvertire la presenza di insetti dei quali si nutrono o di
Hanno la bocca completamente priva di denti e il corpo
altri ostacoli sul loro cammino, percependo l’eco dei
ricoperto da squame cornee embricate tra le quali
suoni
sporgono scarsi peli. Comprendono i pangolini (▶figura
che
essi
stessi
emettono.
I
chirotteri
comprendono i pipistrelli (▶figura 79) e i vampiri.
81).
Questi ultimi, diffusi nel Brasile centrale e meridionale,
succhiano il sangue di altri mammiferi. Esistono specie
frugivore dagli occhi sviluppati e dotati di una buona
vista.
Figura 81. Folidoti.
Manis gigantea, il pangolino.
Figura 79. Chirotteri.
La maggior parte delle specie di pipistrello è notturna. Molti
pipistrelli predatori individuano la preda grazie a un sistema
XENARTRI
esclusivo di onde sonore, simile al sonar. Nella foto, la nottola
Sono dotati di una dentatura ridotta, sempre assente
comune, Nyctalus noctula.
nella parte anteriore della bocca, con denti senza
smalto, senza radice e scarsamente differenziati: Hanno
DERMOTTERI
forme tozze e possono essere ricoperti o da una
Sono caratterizzati da una membrana alare che si
pelliccia (i formichieri e i bradipi) o da una corazza di
estende dal collo alla coda, ai lati del corpo, includendo
placche cornee (gli armadilli) (▶figura 82). Nelle recenti
gli arti. Sono pertanto in grado di planare dalla cima
classificazioni, quelli dotati di pelliccia (Pilosi) e quelli
degli
dotati di placche cornee (Cingulati) vengono considerati
alberi
sui
quali
galeopiteco (▶figura 80).
vivono.
Comprendono
il
due ordini distinti.
molli avvolte di muco, che inghiottono nuovamente
senza masticare. I lagomorfi sono assai prolifici e
comprendono le lepri e i conigli selvatici (▶figura 84).
Figura 82. Xenartri.
Dasypus novemcinctus , l’armadillo.
RODITORI
Ordine molto omogeneo e ricco di più di 1000 specie,
rappresentato a tutte le latitudini e in qualunque
ambiente da individui generalmente di piccola taglia. La
dentatura, incompleta per la mancanza dei canini, è
Figura 84. Lagomorfi.
Lepus europaeus, la lepre.
assai uniforme in tutto l’ordine; i denti incisivi sono a
crescita continua in quanto sono sottoposti ad usura.
Gli arti hanno zampe con 3-5 dita e il corpo è rivestito
da peli che in qualche caso, come l’istrice, possono
trasformarsi in aculei. L’ordine comprende, topi, ratti,
CARNIVORI
arvicole, criceti, ghiri, moscardini, scoiattoli, marmotte,
Comprendono animali diversissimi per dimensioni e
topolini delle piramidi, cavie, cincillà, istrici, castori e
forma, che sono distribuiti su tutta la Terra, da zone
capibara (▶figura 83).
freddissime a regioni a clima molto caldo, dalle foreste
alle steppe ai deserti; alcuni carnivori si sono adattati
alla
vita
acquatica.
Hanno
zampe
con
4-5
dita
generalmente ben separate e una dentatura di 44 denti
ugualmente distribuiti nella mascella e nella mandibola,
con incisivi poco sviluppati e canini molto sviluppati.
Nell’occhio, dietro la retina, presentano il cosiddetto,
tapetum lucidum, che riflette la luce ed è quindi
responsabile della luminosità del loro occhio nei luoghi
bui.
Comprendono le ben note famiglie (▶figura 85):
Figura 83. Roditori.
Sciurus vulgaris, lo scoiattolo europeo.
LAGOMORFI
Un tempo compresi tra i roditori, si differenziano da
questi perché nella emimascella superiore possiedono
canidi (lupo, coyote, sciacallo, cane, volpe, licaone);
ienidi (iena);
felidi (leone, tigre, leopardo, giaguaro, puma, gatto
selvatico, gatto domestico, lince, ghepardo);
due incisivi, in parte visibili a bocca chiusa, essendo il
viverridi (genetta);
labbro superiore spaccato nel mezzo (labbro leporino).
erpestidi (mangusta);
Sono rivestiti da una pelliccia folta e abbondante, la cui
colorazione può mutare durante l’anno. Gli arti anteriori
hanno 5 dita e gli arti posteriori ne hanno 4. I lagomorfi
presentano il particolare fenomeno del cecotrofismo
che consiste in un duplice passaggio degli alimenti
attraverso il tubo digerente: a differenza di quanto
succede durante il giorno in cui le feci sono secche e
tondeggianti, durante la notte essi emettono formazioni
mustelidi (donnola, ermellino, visone, puzzola, martora,
faina, lontra, tasso);
procionidi (procione);
ailuridi (panda minore);
ursidi (orso bruno, orso bianco, panda gigante).
Figura 85. Carnivori.
In prima fila: Canis lupus, il lupo, un canide; Hyaena hyaena, la iena; uno ienide; Lynx lynx, la lince europea, un felide.
In seconda fila: Genetta genetta, la genetta, un viverride; Helogale parvula, la mangusta nana comune, un erpestide.
In terza fila: Mustela erminea, l’ermellino, un mustelide; Procyon lotor, il procione, un procionide.
In quarta fila: Ailurus fulgens, il panda minore, un ailuride; Ursus arctos, l’orso bruno, un urside.
PINNIPEDI
PROBOSCIDATI
Strettamente imparentati con i carnivori, ai quali
Sono caratterizzati da una lunga appendice mobile, al
vengono uniti nelle recenti classificazioni, hanno arti
proboscide, formata dal naso e dal labbro superiore, in
adattati al nuoto, con le 5 dita sono unite da una
cima alla quale si aprono le narici. Essa serve alla
membrana. Il corpo è fusiforme e quindi è dotato di un
conduzione dell’aria alle fosse nasali, come organo
aspetto idrodinamico e la dentatura è simile a quella dei
tattile, come strumento prensile per afferrare gli
carnivori, ma più uniforme. Le specie che vivono in
alimenti, come pompa per aspirare l’acqua e portarla
ambienti
adiposo
alla bocca. Gli incisivi superiori sono trasformati in
sottocutaneo che facilita la termoregolazione corporea.
zanne che non hanno funzione masticatoria ma di
Alcune specie compiono migrazioni: sono diffuse in
offesa. Vi appartengono solo gli elefanti africano e
tutti i mari, oceani e bacini interni. Comprendono la
indiano: il primo è caratterizzato da padiglioni auricolari
foca, l’otaria e il tricheco (▶figura 86).
molto più estesi che nel secondo (▶figura 88).
freddi
possiedono
un
cuscino
Figura 86. Pinnipedi.
Phoca vitulina, la foca.
CETACEI
Sono i mammiferi meglio adattati alla vita acquatica.
Mancano spesso di denti che, nelle balene, vengono
Figura 88. Proboscidati.
sostituiti dai fanoni, lamine cornee che pendono dal
Loxodonta africana, l’elefante africano.
palato e servono a filtrare i piccoli animali planctonici di
cui si nutrono. Sopra il capo sono presenti due narici o
sfiatatoi con funzione respiratoria. Da essi sono emessi
getti di vapore che condensando danno l’impressione di
zampilli. Comprendono i misticeti dotati di fanoni
(balene, balenottere e megattere) e gli odontoceti dotati
di denti (delfini, orche, beluga, narvali e capodogli)
TUBULIDENTATI
Ordine di animali che comprende l’oritteropo, una
specie subsahariana (▶figura 89).
(▶figura 87).
Figura 89. Tubulidentati
Figura 87. Cetacei.
Tursiops truncatus, il tursiope.
Orycteropus afer , l’oritteropo.
IRACOIDEI
scende nel rumine, passa nel reticolo, da cui viene
E’ un piccolo gruppo di animali africani, detti procavie,
di piccole dimensioni, col corpo ricoperto da un pelo
fitto (▶figura 90).
rinviata in bocca per essere masticata e triturata. Infine
passa nell’omaso per la decomposizione della cellulosa
ad opera di microrganismi simbionti. Suiformi sono
maiali, cinghiali, pecari e ippopotami. Ruminanti sono
cammelli, bovini, ovini, giraffe, renne e gnu. (▶figura
92).
Figura 76. Iracoidei
Procavia capensis, la procavia.
SIRENIDI
Sono mammiferi specializzati nella vita acquatica.
Hanno corpo allungato, arti anteriori trasformati in
pinne con gomito articolato, dita munite di piccole
Figura 92. Artiodattili.
Bos taurus, la mucca.
unghie, arti posteriori ridotti. La dentatura è ridotta o
mancante.
Comprendono
indiano
il
e
lamantino,
il
dugongo
presente
dell’oceano
lungo
le
coste
atlantiche sudamericane (▶figura 91).
PERISSODATTILI
Mammiferi digitigradi ungulati dagli arti allungati, con
prevalente sviluppo del dito medio, su cui grava tutto il
peso del corpo, dita laterali generalmente ridotte. Sono
erbivori e la loro dentatura è in genere incompleta con
canini e spesso anche il primo premolare mancanti.
Vengono
divisi
in
ippomorfi
e
ceratomorfi.
Agli
ippomorfi appartengono gli equidi (come cavalli, asini e
zebre)
e
i
tapiri;
ai
rinoceronti (▶figura 93).
Figura 91. Sirenidi.
Trichecus manatus, il lamantino.
ARTIODATTILI
Mammiferi ungulati (dotati di unghie) che camminano
appoggiando sul terreno la punta del terzo e del quarto
dito. Comprendono animali domestici come bovini,
ovini e suini. In base alla dentatura completa o
incompleta
e
alla
struttura
dello
stomaco,
sono
suddivisi in suiformi (non ruminanti) e ruminanti. Questi
ultimi hanno dentatura incompleta in seguito alla dieta
erbivora. Lo stomaco è suddiviso in quattro parti:
rumine, reticolo, omaso, abomaso. La ruminazione
avviene nel seguente modo: l’animale inghiotte una
grande quantità di erba grossolanamente masticata che
Figura 93. Perissodattili.
Equus caballus, il cavallo.
ceratomorfi
appartengono
i
PRIMATI
E’ l’ordine che comprende l’uomo, che tra tutti i primati
è l’unico a condurre vita al suolo con andatura bipede e
Le scimmie del nuovo mondo sono dette scimmie
platirrine e, come indica il nome, sono caratterizzate
da un naso largo e piatto (▶figura 95).
a stazione completamente eretta.
Tra le trasformazioni evolutive che caratterizzano il
nostro ordine possiamo sottolineare il passaggio da una
dieta prevalentemente insettivora ad una frugivoraerbivora favorita dalle abitudini arboricole, il passaggio
da una vita notturna ad una diurna con conseguente
riprogrammazione degli organi di senso: l’olfatto si
riduce e la vista assume più importanza (si perfeziona la
sensibilità cromatica e la frontalizzazione degli occhi
permette di acquisire una visione tridimensionale).
Una divisione dei Primati che non ha valore sistematico
ma è entrata nell’uso corrente, è quella che distingue
proscimmie, scimmie del nuovo mondo e scimmie del
vecchio mondo. Le proscimmie, che comprendono i
lemuri e i tarsi, hanno mantenuto caratteristiche di
primitività (▶figura 94).
Figura 95. Scimmie platirrine.
In alto: Cebus capucinus, il cebo capuccino;
Al centro: Pithecia pitecia, pitecia dalla faccia bianca;
In basso: Aotus lemurinus, aoto dal ventre grigio.
Le scimmie del vecchio mondo sono dette scimmie
catarrine e presentano setto nasale stretto e narici
rivolte in avanti (▶figura 96). In queste ultime sono
comprese le cosiddette scimmie antropomorfe (orango,
gorilla e scimpanzé), forme che sono più vicine alla
nostra specie e che hanno raggiunto la maggiore
Figura 94. Proscimmie.
evoluzione. La loro cefalizzazione e sempre più spinta e
In alto: Lemur catta, il lemure dalla coda ad anelli.
tocca il massimo sviluppo. Il muso è scomparso e
In basso: Tarsius tarsier, il tarsio spettro o maki folletto.
pertanto la faccia si è appiattita; il cranio si fa più
voluminoso per proteggere l’encefalo.
Figura 96. Scimmie catarrine.
In alto: Mandrillus sphinx, il mandrillo; Papio papio, il babbuino; Macaca sylvanus, la bertuccia.
Al centro: Chlorocebus aethiops, il cercopiteco verde; Pongo pygameus, l’orango.
In basso: Gorilla gorilla, il gorilla; Pan troglodytes, lo scimpanzé, la specie più vicina all’uomo dal punto di vista evolutivo.
Pur
essendo
tipicamente
arboricole,
le
scimmie
teristica distintiva: la femmina può essere fecondata in
comprendono forme in cui è subentrato un adattamento
qualunque periodo dell’anno, partorisce generalmente
secondario alla vita terrestre, con andatura quadrupede
un solo figlio per volta e il figlio ha una crescita lenta e
o bipede.
necessita di lunghe cure parentali.
Dal punto di vista riproduttivo presentano una carat-
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