8. I mammiferi sono animali che allattano i loro piccoli. Circa 63 milioni di anni fa, il Mesozoico, o età dei rettili, lasciava il campo al Terziario, o età dei mammiferi. Enunciata in questi termini, la successione sembra indicare che i mammiferi, appena sulla scena, abbiano rapidamente soppiantato i rettili. Certamente non è stato così: la classe dei mammiferi ha fatto la sua comparsa già all'inizio del Mesozoico, differenziandosi da un gruppo di primitivi rettili, i terapsidi. Piccoli mammiferi hanno coabitato precariamente il nostro pianeta con gli arcosauri per 150-200 milioni di anni nel Mesozoico e in seguito all’estinzione di massa che ha segnato la fine dell’era Mesozoica, con la totale scomparsa dei dinosauri, essi hanno subito una spettacolare esplosione adattativa alla fine di questa era geologica. Grazie a questa esplosione evolutiva, il numero, la diversità e le dimensioni dei mammiferi sono aumentati rapidamente. I mammiferi attuali possiedono dimensioni che variano dai pochi grammi dei minuscoli toporagni e dei pipistrelli all’enorme taglia della balenottera azzurra, l’animale più grande della Terra, che può raggiungere una lunghezza di 33 metri e un peso di 160 tonnellate. I caratteri chiave dei mammiferi sono le ghiandole mammarie e la pelliccia. Notevoli trasformazioni nello scheletro hanno accompagnato l'evoluzione dei mammiferi. Nel cranio due antichi elementi ossei dell'articolazione mascello- mandibolare si sono localizzati nell'orecchio medio trasformandosi in martello e in incudine, mentre su ogni lato del cranio la cavità posteriore all'orbita (fossa temporale), che contiene i muscoli masticatori, si è ampliata per accogliere un encefalo molto sviluppato; sul tetto del cavo orale si è generalizzata la presenza di una paratia ossea orizzontale (palato secondario), in grado di separare le vie aeree da Figura 69. La dentatura dei mammiferi. quella alimentare. Nei mammiferi si sono modificati I denti dei mammiferi sono diversificati come struttura e tanto l'assetto degli arti (che si sono portati su piani funzione e nei vari ordini esistono dentature diverse in rapporto paralleli a quello di simmetria) quanto i loro rapporti con lo al tipo di alimentazione adottata dall’animale. scheletro assile, e ciò ha portato al conseguimento di La presenza dei peli (▶figura 70 e 71), che svolgono un migliori capacità motorie (▶figura 68). ruolo coibentante e che, di regola, costituiscono rivestimenti continui, pur essendo quasi completamente assenti in alcuni gruppi come i cetacei; questi utilizzano come strato isolante uno spesso pannicolo adiposo, per altro generalizzato nei mammiferi. Figura 68. L’apparato scheletrico di un mammifero. Lo scheletro del ratto. Nell'arco orale i denti hanno assunto forme e dimensioni varie, in rapporto alle diverse diete (eterodonzia) (▶figura 69). Lo studio dei denti dei fossili fornisce informazioni insostituibili estinte. sulle abitudini alimentari delle forme Figura 70. Struttura di un pelo. Il pelo è una struttura cornea dell’epidermide, tipica dei mammiferi. I metareni dei mammiferi eliminano urea (▶figura 74). Figura 71. Pelliccia di un mammifero. La pelliccia dei mammiferi consente di mantenere la temperatura corporea elevata anche quando è freddo. Figura 74. Reni di un mammifero. I reni sono dei metareni ed eliminano urea. Nella cute dei mammiferi sono presenti vari tipi di ghiandole: le ghiandole sebacee, il cui secreto lubrifica il Il telencefalo è il centro encefalico più importante pelo; le ghiandole sudoripare, i cui secreti evaporano (▶figura 75) e l’organo di senso guida è rappresentato dalla superficie corporea, provvedendo alla regolazione dall’olfatto. della temperatura del corpo; le ghiandole mammarie che producono latte utilizzato per nutrire la prole. L’apparato respiratorio dei mammiferi è meno efficiente rispetto a quello degli Uccelli e i polmoni sono simili ad “alberi rovesciati” con il bronco che si ramifica immediatamente dopo l’ingresso nel polmone (▶figura 72). Figura 75. Encefali di mammiferi. La struttura encefalica più sviluppata nei mammiferi è il telencefalo. Per molti milioni di anni, i Mammiferi hanno convissuto con i Rettili e dal momento che questi ultimi sono animali che non riescono a regolare la propria temperatura corporea, i Mammiferi hanno acquisito abitudini notturne. Questo spiega perché la vista perde importanza, perché i Mammiferi hanno raramente la capacità di vedere a colori e perché hanno perduto tutti Figura 72. Polmoni di un mammifero. I polmoni dei mammiferi sono fatti “ad albero rovesciato”. Il cuore dei mammiferi è suddiviso in due atri e in due ventricoli e la circolazione è doppia e completa (▶figura 73). i tipi di cromatofori (cellule che producono pigmenti), tranne i melanociti (che producono la melanina). La riproduzione sessuata prevede fecondazione interna ed il maschio l’accoppiamento. presenta organi copulatori per Le cellule uovo vengono fecondate all’interno del corpo della madre; prima di essere partoriti, gli embrioni si sviluppano per un periodo variabile a seconda dei gruppi in un organo chiamato utero. Il periodo che gli embrioni trascorrono all’interno dell’utero viene chiamato gestazione (o gravidanza), e può durare da pochi giorni (come nei roditori) fino a quasi due anni (come negli elefanti). Anche la struttura dell’utero varia molto: i monotremi e i marsupiali hanno organi primitivi, mentre i placentati hanno uteri più complessi, in cui i piccoli vengono protetti e nutriti fino alla nascita. In questi ultimi si sono perfezionati dispositivi di viviparità basati sulla presenza della placenta che consente un intimo rapporto tra embrione e utero (una porzione Figura 73. Sistema circolatorio dei mammiferi. specializzata degli ovidutti, che possono essere più o meno La circolazione dei mammiferi è doppia e completa estesamente fusi tra di loro). Quadro riassuntivo dei mammiferi. il corpo è generalmente rivestito da peli (in qualche specie anche da squame) e la pelle è ricca di ghiandole le ghiandole mammarie producono latte per nutrire i piccoli la mandibola può compiere movimenti di lateralità rispetto alle mascelle e ciò permette la masticazione la bocca è dotata di denti diversificati per struttura e funzione: incisivi, canini, premolari e molari (eterodonzia) è presente l’orecchio esterno (padiglione auricolare) i polmoni sono molto sviluppati e presentano una struttura “ad albero rovesciato” il cuore possiede due atri e due ventricoli la circolazione è doppia e completa il metarene è molto efficiente l’N è eliminato prevalentemente come urea (ureotelici) la termoregolazione è efficiente (omeotermia) il mesencefalo perde importanza e il telencefalo assume definitivamente il controllo dell’attività nervosa dell’animale in diverse specie la corteccia cerebrale possiede giri e circonvoluzioni per aumentare la sua superficie. La notevole dimensione dell’encefalo conferisce elevate capacità di integrazione, memorizzazione ed elaborazione l’organo di senso guida è l’olfatto la fecondazione è interna e il maschio generalmente possiede organi copulatori tranne che nelle specie più primitive che sono ovipare, l’uovo è piccolo e praticamente privo di tuorlo e pertanto l’embrione si sviluppa all’interno dell’utero materno stabilendo con la madre rapporti molto stretti tramite una struttura specializzata detta placenta la determinazione del sesso è cromosomica con eterogametia maschile Il confronto tra gli scheletri dei terapsidi e quelli dei mammiferi rivela che esiste una continuità tra i due gruppi e che dunque i confini fra questi sono oltremodo arbitrari. In aggiunta si deve considerare che nessun reperto paleontologico documenta, almeno direttamente, la condizione dei tessuti molli; dunque poco sappiamo riguardo a caratteristiche essenziali dei mammiferi: le ghiandole cutanee, i corpi ghiandolari mammari e la stessa placenta (per altro organo effimero in quanto annesso embrionale). I monotremi sono mammiferi che depongono le uova. I prototeri comprendono il solo ordine dei monotremi, limitato geograficamente all'Australia e alla Nuova Guinea, con due famiglie e tre sole specie, riferibili a due forme fondamentali: l'ornitorinco e l'echidna. Si tratta di mammiferi con alcuni caratteri aberranti e altri arcaici; basti per tutti ricordare che le femmine depongono uova di tipo rettiliano, e rettiliani sono anche numerosi altri tratti anatomici. I corpi ghiandolari mammari sono rudimentali e i capezzoli praticamente assenti, fungendo in loro vece i peli bagnati dal latte, che ha una composizione prevalentemente proteica (▶figura 76). Le tre sottoclassi dei mammiferi. Le circa 5000 specie di Mammiferi attuali vengono suddivise in tre sottoclassi: 1) Prototeri (monotremi) Figura 76. Monotremi. 2) Metateri (marsupiali) In basso: l’echidna, Tachyglossus aculeata, dal becco corto è 3) Euteri (placentati) In alto: l’ornitorinco, Ornithorhynchus anatinus; una delle due specie viventi di echidna. I marsupiali comprendono numerosi ordini di mammiferi dotati di marsupio. fonti I metateri corrispondono ai marsupiali, un gruppo del piccolo nel marsupio rappresenta una forma efficace rappresentato da circa 330 specie e caratterizzato da una di tutela. particolare struttura presente nelle femmine: si tratta di un'ampia tasca ventrale definita marsupio. In questa sacca cutanea il piccolo, partorito prematuramente, trova accoglienza e termina il suo sviluppo nutrendosi del latte materno lambito dai capezzoli, che sono localizzati proprio nel marsupio. Il piccolo raggiunge la tasca da solo, aiutandosi con gli arti anteriori già ben formati. Il parto prematuro rende la femmina nuovamente disponibile all'accoppiamento ma lo sviluppo dello zigote rimane bloccato sino al momento in cui il marsupio è di nuovo libero per ospitare il nascituro. Queste peculiarità riproduttive dei marsupiali sono ve- rosimilmente correlate al loro ambiente, che presenta alimentari precarie; possono dunque essere necessarie lunghe migrazioni in cerca di cibo, con rischi notevoli per la prole. Durante i trasferimenti il trasporto Un tempo estesamente diffusi in tutti i continenti a sud dell'Equatore, i metateri sono oggi prevalentemente concentrati in Australia, con poche specie sudamericane (▶figura 77). In questi ambienti i marsupiali hanno in pratica seguito lo stesso ventaglio adattativo degli euteri, con l'esclusione degli adattamenti all'ambiente acquatico e di quelli correlati al volo. Il marsupiale più voluminoso attualmente vivente corrisponde al canguro rosso australiano, che può superare i 90 kg di peso, ma sino a un passato non lontanissimo in Australia ne vivevano di più voluminosi, probabilmente sterminati dall'uomo poco dopo il suo insediamento nel continente. Figura 77. Marsupiali. In alto a sinistra: il canguro grigio dell’Australia orientale, Macropus giganteus è tra i marsupiali più grandi. Questa femmina trasporta il piccolo nel caratteristico marsupio. In alto a destra: il koala, Phascolarctos cinereus, è un marsupiale australiano che vive nella costa orientale dell’Australia e la sua dieta è estremamente specializzata in quanto esso mangia esclusivamente foglie di Eucalipto. In basso a sinistra: il diavolo della Tasmania, Sarcophylus harrisii è un carnivoro che vive esclusivamente in Tasmania, un’isola di fronte alla costa australiana meridionale. In basso a destra: Questo opossum, Caluromys philander , è una specie marsupiale dell’America del Sud. I placentati sono mammiferi dotati di placenta, l’organo che connette l’embrione con i tessuti materni. Il gruppo più numeroso di mammiferi è quello dei placentati. I piccoli di questi animali sono più sviluppati alla nascita rispetto ai marsupiali; nei acque dolci sia quelle marine, hanno mantenuto le zampe. I dugonghi e i lamantini hanno colonizzato gli estuari e gli oceani poco profondi. La storia evolutiva di un gruppo di placentati, i primati, ci riguarda molto da vicino, poiché include la nostra specie. mammiferi placentati, infatti, l’embrione completa il suo Il gruppo più numeroso, comprendente oltre 2000 sviluppo all’interno del corpo della madre grazie alla specie, è quello dei roditori. Questi animali sono presenza della placenta, un organo costituito da una tradizionalmente identificati dalla morfologia unica dei componente embrionale (il corion, la più esterna loro denti, adattati a rosicchiare materiali duri. Il delle membrane extraembrionali) e da una componente secondo gruppo più numeroso comprende circa 1000 materna (il tessuto uterino). specie e corrisponde ai chirotteri, i mammiferi volanti Dopo la fecondazione, la cellula uovo scende lungo gli ovidutti fino a raggiungere l’utero, dove si annida nella mucosa. Il corion (la membrana extraembrionale noti come pipistrelli. I pipistrelli sono seguiti dal gruppo degli insettivori, comprendente talpe e toporagni, con oltre 500 specie. più esterna) aderisce alle cellule della parete uterina; a questo punto i vasi sanguigni embrionali invadono il tessuto uterino formando delle Le parole: protuberanze chiamate villi coriali, che prendono contatto con il Delle sangue materno. i mammiferi, una ha anche dato loro il nome, che deriva Il compito della placenta, che è collegata all’embrione caratteristiche che contraddistinguono dal latino mamma («mammella») e ferre («portare»). tramite il cordone ombelicale, è permettere gli scambi Monotremo deriva dal greco mónos, «solo», e trêma, di nutrienti, gas respiratori e prodotti di rifiuto tra la «apertura». Essi, infatti, possiedono la cloaca, che madre e l’embrione. rappresenta I placentati manifestano forme e comportamenti estremamente vari. L’estinzione dei dinosauri alla fine lo sbocco comune in cui sfociano l’apparato genitale, quello escretore e il digerente. La cloaca è una struttura tipica di osteoitti, anfibi, rettili e uccelli. del Cretaceo ha permesso infatti ai mammiferi di diversificarsi e di sfruttare una vasta gamma di ambienti Marsupio discende dal greco marsýpion, che significa e di risorse. Molte specie hanno raggiunto dimensioni «borsa, tasca». Curiosamente nell’uso comune oggi ragguardevoli e alcune hanno assunto il ruolo di chiamiamo marsupi solo i contenitori che assomigliano predatori alla tasca dei marsupiali. dominanti, in precedenza occupato dai dinosauri di taglia maggiore. Tra tali predatori, in numerosi gruppi si sono evoluti particolari comportamenti sociali che permettono di cacciare in gruppo, per esempio nelle linee evolutive dei canidi (lupo, coyote), dei felini (leone, tigre) e dei primati Gli ordini di mammiferi placentati. Le oltre 4500 specie di placentati appartengono ai (lemuri, scimmie ed esseri umani). Numerose linee evolutive di placentati terrestri si sono seguenti ordini principali: nuovamente adattate alla vita acquatica, ritornando INSETTIVORI all’habitat Sono tra i placentati più primitivi. Hanno generalmente che abbandonato. I i loro piccole dimensioni e abitudini notturne. Si cibano di esclusivamente acquatici (quasi tutti marini) e si sono insetti e di piccoli invertebrati e pertanto hanno una evoluti da antenati terrestri (le balene sono strettamente dentatura completa. In questo ordine sono compresi i imparentate con gli ippopotami). Anche le foche, i leoni toporagni, i ricci e le talpe (▶figura marini e i trichechi sono ritornati all’ambiente marino e classificazioni più recenti, l’ordine degli insettivori viene i loro arti si sono trasformati in pinne. D’altra parte, le suddiviso in tre gruppi che vengono elevati al rango di lontre ordini. della balene famiglia e avevano sono (carnivori cetacei, predecessori delfini, mustelidi, che comprende anche i tassi), pur avendo colonizzato sia le 78). Nelle Figura 66. Insettivori. Erinaceus europaeus, il riccio, una specie molto diffusa nelle nostre campagne. CHIROTTERI Mammiferi tipicamente notturni, caratterizzati da una notevole specializzazione anatomica e funzionale dell’arto anteriore trasformato in ala. Le specie che Figura 80. Dermotteri. hanno spesso occhi piccoli e poco sviluppati, hanno in Cynocephalus volans, il galeopiteco. compenso padiglioni auricolari molto grandi e appendici nasali specializzate. Alcuni sono in grado di FOLIDOTI avvertire la presenza di insetti dei quali si nutrono o di Hanno la bocca completamente priva di denti e il corpo altri ostacoli sul loro cammino, percependo l’eco dei ricoperto da squame cornee embricate tra le quali suoni sporgono scarsi peli. Comprendono i pangolini (▶figura che essi stessi emettono. I chirotteri comprendono i pipistrelli (▶figura 79) e i vampiri. 81). Questi ultimi, diffusi nel Brasile centrale e meridionale, succhiano il sangue di altri mammiferi. Esistono specie frugivore dagli occhi sviluppati e dotati di una buona vista. Figura 81. Folidoti. Manis gigantea, il pangolino. Figura 79. Chirotteri. La maggior parte delle specie di pipistrello è notturna. Molti pipistrelli predatori individuano la preda grazie a un sistema XENARTRI esclusivo di onde sonore, simile al sonar. Nella foto, la nottola Sono dotati di una dentatura ridotta, sempre assente comune, Nyctalus noctula. nella parte anteriore della bocca, con denti senza smalto, senza radice e scarsamente differenziati: Hanno DERMOTTERI forme tozze e possono essere ricoperti o da una Sono caratterizzati da una membrana alare che si pelliccia (i formichieri e i bradipi) o da una corazza di estende dal collo alla coda, ai lati del corpo, includendo placche cornee (gli armadilli) (▶figura 82). Nelle recenti gli arti. Sono pertanto in grado di planare dalla cima classificazioni, quelli dotati di pelliccia (Pilosi) e quelli degli dotati di placche cornee (Cingulati) vengono considerati alberi sui quali galeopiteco (▶figura 80). vivono. Comprendono il due ordini distinti. molli avvolte di muco, che inghiottono nuovamente senza masticare. I lagomorfi sono assai prolifici e comprendono le lepri e i conigli selvatici (▶figura 84). Figura 82. Xenartri. Dasypus novemcinctus , l’armadillo. RODITORI Ordine molto omogeneo e ricco di più di 1000 specie, rappresentato a tutte le latitudini e in qualunque ambiente da individui generalmente di piccola taglia. La dentatura, incompleta per la mancanza dei canini, è Figura 84. Lagomorfi. Lepus europaeus, la lepre. assai uniforme in tutto l’ordine; i denti incisivi sono a crescita continua in quanto sono sottoposti ad usura. Gli arti hanno zampe con 3-5 dita e il corpo è rivestito da peli che in qualche caso, come l’istrice, possono trasformarsi in aculei. L’ordine comprende, topi, ratti, CARNIVORI arvicole, criceti, ghiri, moscardini, scoiattoli, marmotte, Comprendono animali diversissimi per dimensioni e topolini delle piramidi, cavie, cincillà, istrici, castori e forma, che sono distribuiti su tutta la Terra, da zone capibara (▶figura 83). freddissime a regioni a clima molto caldo, dalle foreste alle steppe ai deserti; alcuni carnivori si sono adattati alla vita acquatica. Hanno zampe con 4-5 dita generalmente ben separate e una dentatura di 44 denti ugualmente distribuiti nella mascella e nella mandibola, con incisivi poco sviluppati e canini molto sviluppati. Nell’occhio, dietro la retina, presentano il cosiddetto, tapetum lucidum, che riflette la luce ed è quindi responsabile della luminosità del loro occhio nei luoghi bui. Comprendono le ben note famiglie (▶figura 85): Figura 83. Roditori. Sciurus vulgaris, lo scoiattolo europeo. LAGOMORFI Un tempo compresi tra i roditori, si differenziano da questi perché nella emimascella superiore possiedono canidi (lupo, coyote, sciacallo, cane, volpe, licaone); ienidi (iena); felidi (leone, tigre, leopardo, giaguaro, puma, gatto selvatico, gatto domestico, lince, ghepardo); due incisivi, in parte visibili a bocca chiusa, essendo il viverridi (genetta); labbro superiore spaccato nel mezzo (labbro leporino). erpestidi (mangusta); Sono rivestiti da una pelliccia folta e abbondante, la cui colorazione può mutare durante l’anno. Gli arti anteriori hanno 5 dita e gli arti posteriori ne hanno 4. I lagomorfi presentano il particolare fenomeno del cecotrofismo che consiste in un duplice passaggio degli alimenti attraverso il tubo digerente: a differenza di quanto succede durante il giorno in cui le feci sono secche e tondeggianti, durante la notte essi emettono formazioni mustelidi (donnola, ermellino, visone, puzzola, martora, faina, lontra, tasso); procionidi (procione); ailuridi (panda minore); ursidi (orso bruno, orso bianco, panda gigante). Figura 85. Carnivori. In prima fila: Canis lupus, il lupo, un canide; Hyaena hyaena, la iena; uno ienide; Lynx lynx, la lince europea, un felide. In seconda fila: Genetta genetta, la genetta, un viverride; Helogale parvula, la mangusta nana comune, un erpestide. In terza fila: Mustela erminea, l’ermellino, un mustelide; Procyon lotor, il procione, un procionide. In quarta fila: Ailurus fulgens, il panda minore, un ailuride; Ursus arctos, l’orso bruno, un urside. PINNIPEDI PROBOSCIDATI Strettamente imparentati con i carnivori, ai quali Sono caratterizzati da una lunga appendice mobile, al vengono uniti nelle recenti classificazioni, hanno arti proboscide, formata dal naso e dal labbro superiore, in adattati al nuoto, con le 5 dita sono unite da una cima alla quale si aprono le narici. Essa serve alla membrana. Il corpo è fusiforme e quindi è dotato di un conduzione dell’aria alle fosse nasali, come organo aspetto idrodinamico e la dentatura è simile a quella dei tattile, come strumento prensile per afferrare gli carnivori, ma più uniforme. Le specie che vivono in alimenti, come pompa per aspirare l’acqua e portarla ambienti adiposo alla bocca. Gli incisivi superiori sono trasformati in sottocutaneo che facilita la termoregolazione corporea. zanne che non hanno funzione masticatoria ma di Alcune specie compiono migrazioni: sono diffuse in offesa. Vi appartengono solo gli elefanti africano e tutti i mari, oceani e bacini interni. Comprendono la indiano: il primo è caratterizzato da padiglioni auricolari foca, l’otaria e il tricheco (▶figura 86). molto più estesi che nel secondo (▶figura 88). freddi possiedono un cuscino Figura 86. Pinnipedi. Phoca vitulina, la foca. CETACEI Sono i mammiferi meglio adattati alla vita acquatica. Mancano spesso di denti che, nelle balene, vengono Figura 88. Proboscidati. sostituiti dai fanoni, lamine cornee che pendono dal Loxodonta africana, l’elefante africano. palato e servono a filtrare i piccoli animali planctonici di cui si nutrono. Sopra il capo sono presenti due narici o sfiatatoi con funzione respiratoria. Da essi sono emessi getti di vapore che condensando danno l’impressione di zampilli. Comprendono i misticeti dotati di fanoni (balene, balenottere e megattere) e gli odontoceti dotati di denti (delfini, orche, beluga, narvali e capodogli) TUBULIDENTATI Ordine di animali che comprende l’oritteropo, una specie subsahariana (▶figura 89). (▶figura 87). Figura 89. Tubulidentati Figura 87. Cetacei. Tursiops truncatus, il tursiope. Orycteropus afer , l’oritteropo. IRACOIDEI scende nel rumine, passa nel reticolo, da cui viene E’ un piccolo gruppo di animali africani, detti procavie, di piccole dimensioni, col corpo ricoperto da un pelo fitto (▶figura 90). rinviata in bocca per essere masticata e triturata. Infine passa nell’omaso per la decomposizione della cellulosa ad opera di microrganismi simbionti. Suiformi sono maiali, cinghiali, pecari e ippopotami. Ruminanti sono cammelli, bovini, ovini, giraffe, renne e gnu. (▶figura 92). Figura 76. Iracoidei Procavia capensis, la procavia. SIRENIDI Sono mammiferi specializzati nella vita acquatica. Hanno corpo allungato, arti anteriori trasformati in pinne con gomito articolato, dita munite di piccole Figura 92. Artiodattili. Bos taurus, la mucca. unghie, arti posteriori ridotti. La dentatura è ridotta o mancante. Comprendono indiano il e lamantino, il dugongo presente dell’oceano lungo le coste atlantiche sudamericane (▶figura 91). PERISSODATTILI Mammiferi digitigradi ungulati dagli arti allungati, con prevalente sviluppo del dito medio, su cui grava tutto il peso del corpo, dita laterali generalmente ridotte. Sono erbivori e la loro dentatura è in genere incompleta con canini e spesso anche il primo premolare mancanti. Vengono divisi in ippomorfi e ceratomorfi. Agli ippomorfi appartengono gli equidi (come cavalli, asini e zebre) e i tapiri; ai rinoceronti (▶figura 93). Figura 91. Sirenidi. Trichecus manatus, il lamantino. ARTIODATTILI Mammiferi ungulati (dotati di unghie) che camminano appoggiando sul terreno la punta del terzo e del quarto dito. Comprendono animali domestici come bovini, ovini e suini. In base alla dentatura completa o incompleta e alla struttura dello stomaco, sono suddivisi in suiformi (non ruminanti) e ruminanti. Questi ultimi hanno dentatura incompleta in seguito alla dieta erbivora. Lo stomaco è suddiviso in quattro parti: rumine, reticolo, omaso, abomaso. La ruminazione avviene nel seguente modo: l’animale inghiotte una grande quantità di erba grossolanamente masticata che Figura 93. Perissodattili. Equus caballus, il cavallo. ceratomorfi appartengono i PRIMATI E’ l’ordine che comprende l’uomo, che tra tutti i primati è l’unico a condurre vita al suolo con andatura bipede e Le scimmie del nuovo mondo sono dette scimmie platirrine e, come indica il nome, sono caratterizzate da un naso largo e piatto (▶figura 95). a stazione completamente eretta. Tra le trasformazioni evolutive che caratterizzano il nostro ordine possiamo sottolineare il passaggio da una dieta prevalentemente insettivora ad una frugivoraerbivora favorita dalle abitudini arboricole, il passaggio da una vita notturna ad una diurna con conseguente riprogrammazione degli organi di senso: l’olfatto si riduce e la vista assume più importanza (si perfeziona la sensibilità cromatica e la frontalizzazione degli occhi permette di acquisire una visione tridimensionale). Una divisione dei Primati che non ha valore sistematico ma è entrata nell’uso corrente, è quella che distingue proscimmie, scimmie del nuovo mondo e scimmie del vecchio mondo. Le proscimmie, che comprendono i lemuri e i tarsi, hanno mantenuto caratteristiche di primitività (▶figura 94). Figura 95. Scimmie platirrine. In alto: Cebus capucinus, il cebo capuccino; Al centro: Pithecia pitecia, pitecia dalla faccia bianca; In basso: Aotus lemurinus, aoto dal ventre grigio. Le scimmie del vecchio mondo sono dette scimmie catarrine e presentano setto nasale stretto e narici rivolte in avanti (▶figura 96). In queste ultime sono comprese le cosiddette scimmie antropomorfe (orango, gorilla e scimpanzé), forme che sono più vicine alla nostra specie e che hanno raggiunto la maggiore Figura 94. Proscimmie. evoluzione. La loro cefalizzazione e sempre più spinta e In alto: Lemur catta, il lemure dalla coda ad anelli. tocca il massimo sviluppo. Il muso è scomparso e In basso: Tarsius tarsier, il tarsio spettro o maki folletto. pertanto la faccia si è appiattita; il cranio si fa più voluminoso per proteggere l’encefalo. Figura 96. Scimmie catarrine. In alto: Mandrillus sphinx, il mandrillo; Papio papio, il babbuino; Macaca sylvanus, la bertuccia. Al centro: Chlorocebus aethiops, il cercopiteco verde; Pongo pygameus, l’orango. In basso: Gorilla gorilla, il gorilla; Pan troglodytes, lo scimpanzé, la specie più vicina all’uomo dal punto di vista evolutivo. Pur essendo tipicamente arboricole, le scimmie teristica distintiva: la femmina può essere fecondata in comprendono forme in cui è subentrato un adattamento qualunque periodo dell’anno, partorisce generalmente secondario alla vita terrestre, con andatura quadrupede un solo figlio per volta e il figlio ha una crescita lenta e o bipede. necessita di lunghe cure parentali. Dal punto di vista riproduttivo presentano una carat-