ECONOMIA POLITICA (MOD I)
Docente: Martina Marian
Anno accademico 2006/2007
Economia Politica (Mod I)
Nota integrativa n. 7
Contabilità nazionale e crescita economica
Mankiw, Capitolo 23 e Capitolo 25
Introduzione
Per stabilire se un sistema economico sta andando bene o male, è logico prendere in
considerazione la sommatoria dei redditi guadagnati da tutti i componenti della società. In
base a questi redditi, i componenti della società stabiliscono la loro spesa totale per ciò
che nella società stessa è prodotto e venduto.
In un sistema economico il reddito deve eguagliare la spesa, e questo può essere
dimostrato con la rappresentazione grafica delle transazioni tra individui e imprese in un
sistema economico semplificato (non viene considerato il sistema fiscale e il risparmio):
Ricavo
Spesa
MERCATI DI
BENI E SERVIZI
Beni e servizi
venduti
Beni e servizi
comprati
IMPRESE
INDIVIDUI
Fattori di
produzione
Salari, rendite
e profitti
Lavoro, terra e
capitale
MERCATI DEI
FATTORI
PRODUTTIVI
Reddito da lavoro,
Reddito da capitale
Gli individui comprano beni e servizi dalle imprese e le imprese usano il ricavo delle
vendite per pagare i salari ai lavoratori, la rendita della terra e il profitto ai proprietari del
capitale. La somma della spesa degli individui nel mercato dei beni e servizi è quindi
uguale alla somma dei salari, delle rendite e dei profitti pagati dalle imprese nel mercato
dei fattori di produzione.
L’ammontare complessivo dei redditi di una società e di conseguenza l’ammontare
complessivo della spesa degli individui di quella società viene identificato come: prodotto
interno lordo (PIL).
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Definizione del Prodotto Interno Lordo (PIL)
• Prodotto interno lordo (PIL)
Valore di mercato di tutti i beni e i servizi finali prodotti in un paese in un dato
periodo di tempo.
Analizziamo in dettaglio questa definizione:
Valore di mercato: non si sommano i beni, ma il loro valore; per il calcolo del PIL è
pertanto necessario risalire ai prezzi di scambio/vendita dei beni e servizi.
Tutti: i beni e servizi considerati sono tutti quelli che hanno un mercato e questo mercato
deve essere legale. Sono esclusi pertanto i beni illegali, i beni e servizi prodotti per
l’autoconsumo e le produzioni in economia. Un’eccezione è rappresentata dalla stima del
valore di mercato delle case abitate dal proprietario: nel PIL infatti viene stimato e
compreso un ipotetico canone di locazione che il proprietario paga a se stesso.
Beni e servizi: vengono compresi sia i beni tangibili (alimentari, vestiario, automobili), che i
servizi (pulizie, visite mediche, servizi estetici) che possono essere offerti ad un
determinato prezzo.
Finali: vengono considerati solo i beni finali e non i beni intermedi. Un’eccezione a questo
principio viene fatta per la valutazione dei beni che non vengono venduti subito, ma vanno
ad aumentare le scorte di magazzino e verranno venduti in un secondo periodo: in questo
caso le scorte vengono computate nel PIL e considerate un investimento.
Prodotti: vengono compresi i beni e servizi prodotti attualmente e non le transazioni che
riguardano i beni prodotti nel passato.
In un paese: viene misurato il valore della produzione nell’ambito dei confini geografici di
un paese. Vengono quindi considerate nel PIL le produzioni di soggetti stranieri nel
territorio nazionale e non considerate le produzioni di soggetti nazionali prodotte all’estero.
Vengono considerate le esportazioni, ma non le importazioni.
In un dato periodo di tempo: misura la produzione che si realizza in uno specifico intervallo
temporale. Normalmente questo intervallo corrisponde all’anno solare o al trimestre. Le
rilevazioni trimestrali sono soggette ad un aggiustamento stagionale, che depura il dato
trimestrale dalle costanti di cambiamento del PIL legare alla stagionalità (es. periodo
natalizio).
Se il PIL aumenta di anno in anno, la causa può essere ricondotta ad una di queste due
cause:
- il sistema economico ha aumentato la produzione di beni e servizi;
- i beni e i servizi vengono venduti ad un prezzo più elevato.
Se si analizzano le variazioni del PIL nel tempo è quindi opportuno separare i due effetti,
al fine di interpretarle correttamente.
E’ necessario introdurre i concetti di PIL nominale e di PIL reale che rispondono a queste
due domande: qual è il valore dei beni e servizi prodotti nel corso dell’anno in base ai
prezzi di vendita? Quale sarebbe il valore dei beni e servizi prodotti nel corso dell’anno se
li valutassimo ai prezzi di un anno passato (anno base)?
In sintesi, il PIL nominale utilizza i prezzi correnti per attribuire un valore alla produzione di
beni e di servizi realizzati dall’economia; il PIL reale ricorre a prezzi costanti rispetto a
quelli rilevati in un anno base per attribuire un valore alla produzione di beni e servizi.
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• PIL nominale
Produzione dei beni e servizi valorizzata ai prezzi correnti.
• PIL reale
Produzione dei beni e servizi valorizzata ai prezzi reali.
Confrontando PIL nominale con PIL reale possiamo calcolare un parametro per misurare il
livello dei prezzi:
• Deflatore del PIL
Misura del livello dei prezzi, calcolata come rapporto percentuale tra il PIL nominale
e il PIL reale.
PIL nominale x 100
PIL reale
Componenti del Prodotto Interno Lordo (PIL)
In un sistema economico la spesa assume molteplici forme. Il PIL può essere quindi
scomposto in 4 diverse categorie di spesa: consumi, investimenti, spesa pubblica e
esportazioni nette.
• Consumi (C)
L’ammontare speso dagli individui per l’acquisto di beni e di servizi finale per il
soddisfacimento dei propri bisogni (sia beni di consumo che beni durevoli).
• Investimenti (I)
L’ammontare speso in beni capitali, attrezzature, scorte e strutture che saranno
utilizzati in futuro per produrre altri beni e servizi.
• Spesa pubblica (G)
L’ammontare speso dalle amministrazioni centrali e locali per l’acquisto di beni e
servizi.
• Esportazioni Nette (XN)
La differenza tra il valore dei beni prodotti all’interno del paese e venduti all’estero
(esportazioni) e il valore dei beni prodotti all’estero e acquistati dai residenti del
paese (importazioni)
Il PIL è una misura imperfetta del benessere economico, in quanto non considera:
- il valore del tempo libero: al tempo libero non viene assegnato un valore di mercato
quindi non entra nel PIL;
- le attività economiche non scambiate sul mercato: servizi offerti dalla pubblica
amministrazione, economie domestiche, costruzioni in economia, economia
sommersa;
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-
la qualità dell’ambiente e impoverimento delle risorse naturali: non si valutano i beni
intangibili;
- la povertà e disuguaglianza economica: il PIL non permette di capire chi è il
beneficiario e come si distribuisce tra le diverse categorie di persone;
- altri fattori che determinano la qualità della vita: qualità abitazioni, servizi di
trasporto, servizi sanitari, livello di criminalità.
Nella realtà si riscontra comunque che se un paese ha un PIL elevato ha a
disposizione una disponibilità maggiore di beni e servizi e il livello della qualità è
generalmente buono, quindi il livello del PIL è correlato positivamente con il livello della
qualità della vita.
Crescita economica
Il livello del PIL e la crescita economica di un paese è strettamente correlato alla capacità
produttiva del sistema economico del paese stesso. In altre parole, il tenore di vita di un
sistema economico dipende dalla sua capacità di produrre beni e servizi.
• Produttività
Quantità di beni e servizi che un lavoratore può produrre in un’unità di tempo.
La produttività dipende dalle seguenti determinanti:
- capitale fisico: disponibilità di attrezzature e di strutture che vengono utilizzate per
produrre beni e servizi;
- capitale umano: conoscenze e abilità che il lavoratore acquisisce attraverso
l’istruzione, l’addestramento e l’esperienza professionale;
- risorse naturali: i fattori della produzione di beni e servizi che vengono forniti dalla
natura, quali terra, fiumi, giacimenti minerari;
- conoscenze tecnologiche: bagaglio di conoscenze di cui la società dispone sulle
modalità di produzione di beni e servizi.
I governi dei paesi possono intervenire per aumentare la produttività del proprio sistema
economico cercando di agire sulle determinanti della produttività. In particolare, attraverso:
- l’accumulazione del capitale: stimolando gli investimenti e la propensione al
risparmio (nel lungo periodo l’accumulazione del capitale non conduce ad una
crescita sostenuta in quanto i rendimenti del capitale sono decrescenti);
- l’accumulazione del capitale estero: stimolando gli investimenti esteri diretti e gli
investimenti esteri di portafoglio;
- l’istruzione: provvedendo ad un buon sistema scolastico e incoraggiando la
popolazione ad utilizzarlo proficuamente;
- i diritti di proprietà: proteggendo la possibilità da parte degli individui di esercitare la
potestà sulle risorse che loro appartengono;
- la stabilità politica: garantendo un sistema giudiziario efficiente, stabile e non
corrotto;
- il libero scambio: favorendo la libera commercializzazione dei beni e dei servizi;
- la ricerca e lo sviluppo: promuovendo la ricerca tesa anche a favorire il progresso in
campo tecnologico.
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