Massoneria e ateismo - Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana

SERENISSIMA GRAN LOGGIA NAZIONALE ITALIANA
DEGLI ANTICHI LIBERI ACCETTATI MURATORI
TRADIZIONE DI PIAZZA DEL GESÙ
GRANDE ORIENTE DI NAPOLI
 Massoneria e ateismo
La questione del rapporto tra l'essere ateo e l'essere iniziato alla Massoneria è oggetto da
secoli di interpretazioni assai diverse tra di loro e proprio per questo merita
un'attenzione particolare.
Anche in merito a questa questione, come vedremo in seguito, il Prologo del Vangelo di
Giovanni si rivela essere la chiave di comprensione, così come lo è, a mio parere,
dell'intera simbologia massonica.
Non è possibile, e nemmeno utile, in relazione allo scopo di questo lavoro, elencare tutte
le varie interpretazioni proposte nei secoli, tuttavia, alcuni esempi possono dare un'idea
sufficiente a capire come esse siano distanti tra di loro e spesso tra di loro discordanti.
Negli Statuti Generali della Società dei Liberi Muratori del Rito Scozzese Antico ed
Accettato, pubblicati in Napoli nel 1820, ai quali si riferisce la Costituzione della
Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana degli A.L.A.M., Tradizione di Piazza del
Gesù e Palazzo del Sacramento, non vi è accenno alcuno al Grande Architetto
dell'Universo se non nella Prefazione dove è scritto: "Essa [la Società dei Liberi
Muratori] ha per principio la esistenza di un Dio, che adora sotto il convenuto titolo di
Grande Architetto dell'Universo".
Il Farina, nel capitolo VI del suo "Il libro completo dei Riti Massonici (Gherardo Casini
Editore), al capitolo VI cita gli "Antichi precetti massonici" nei quali è scritto: "Dio è la
saggezza eterna, immutabile, intelligente. Tu l'onorerai con la pratica delle tue virtù. Fai il
bene per amore del bene. La tua anima è immortale. Non fare cosa che possa degradarla.
Guardati dal contaminare la tua memoria".
Gli Old Charges non possono essere identificati con i landmarks e nemmeno con le
Costituzioni del 1723 " i cui autori – scrive René Guénon - si impegnarono, per quanto
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 possibile, a far sparire proprio gli Old Charges, vale a dire i documenti dell'antica
Massoneria operativa". 1
Al capitolo VII dello stesso testo, il Farina cita i Landmarks, parola che appare per la
prima volta nelle Ordinanze Generali approvate il giorno di San Giovanni Battista del
1721 a Londra. Landmarks dei quali, peraltro, esistono molte versioni, tra di loro assai
diverse e, spesso, tra di loro discordanti e alle quali non si può assegnare un'origine
storica definita.
René Guénon, in Considerazioni sull'iniziazione (Luni, Milano) scrive: "Tali landmarks
sono stati considerati esistenti from time immemorial, il che equivale a dire che è
impossibile assegnar loro un'origine storica definita".
Da una recensione della bibliografia internazionale, risulta possibile rintracciare numerosi
elenchi di Landmarks (in genere identificati con il nome di chi li ha stilati) pubblicati a
partire dalla nascita della Massoneria speculativa e successivamente adottati, parzialmente
o completamente, da numerose Grandi Logge o dai Grandi Orienti del mondo. I più
noti sono quelli di:
1) John W. Simons, con 1S Landmarks (1864);
2) Luke A. Locwood, con 19 Landmarks (1867);
3) H. B. Grand, con S4 Landmarks (1894);
4) Albert J.G. Findel, con 9 Landmarks
S) Alèxander S. Bacon, con 3 Landmarks (1918);
6) Roscoe Pound, con 7 Landmarks (1921);
7) Joseph D. Evans, con 10 Landmarks (1923);
8) Harry Carr, con cinque Landmarks;
9) Albert Mackey, con 2S landmarks (18S8);
10) Rob Morris, con 17 Landmarks (18S6);
11) Landmarks della Gran Loggia del Minnesota.
Di alcuni di questi Landmarks riporto le parti riguardanti Dio e l'anima.
Landmarks di Harry Carr -Il massone deve professare la fede in Dio, Grande Architetto
dell'Universo.Il Volume della Legge Sacra deve essere presente in loggia e accessibile a
tutti. Il Massone crede nell'immortalità dell'anima.
Landmarks di Rob Morris -La legge di Dio è la norma e il limite dalla Massoneria.
I Landmarks secondo Albert G. Mackey -Credenza nella esistenza di Dio quale Grande
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 Architetto dell'Universo. Credenza di una resurrezione ad una vita futura.
I Landmarks secondo Roscoe Pound -Monoteismo, il solo dogma della Massoneria.
Credenza nell'immortalità, la conclusiva lezione di filosofia della Massoneria. Il Volume
della Legge Sacra, parte indispensabile dell'arredo della Loggia.
I Landrarks della Gran Loggia del Minnesota -Che una credenza nel Supremo Ente, il
Grande Architetto dell'Universo, che punirà il vizio e premierà la virtù, è un
indispensabile prerequisito per l'ammissione in Massoneria.
I Landmarks Albert J.G. Findel -Il candidato all'iniziazione deve confessare un culto
universale, quello della legge morale, professato da tutti gli uomini indistintamente quali
che siano le loro convinzioni religiose o le loro idee metafisiche particolari.
I Landmarks secondo i Fratelli Chalmers (citazione del Farina), a proposito di Dio
affermano: "il credere nell'esistenza di Dio, il credere nella resurrezione dei corpi e nella
vita futura".
Nella Dichiarazione dei Principi approvata dal Convento dei Supremi Consigli
Confederati riuniti a Losanna nel settembre 1875, alla quale il R.S.A.A. si riferisce, si
legge (citazione del Farina): "La Massoneria proclama, come ha sempre proclamato sin
dalla sua origine l'esistenza di un principio creatore, sotto il nome di Grande Architetto
dell'Universo".
E' evidente che il concetto di principio creatore non è semplicemente traducibile con la
parola "dio", che lo costringe in una definizione storicamente determinata e riferita ad
un'idea maschile della divinità e, spesso, ad un'idea antropomorfizzante il divino.
Nelle Costituzioni di Anderson è scritto: "Il massone è tenuto, per la sua condizione, ad
obbedire alla legge morale e se egli intende rettamente l'Arte non sarà mai uno stupido
ateo né un libertino irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati
in ogni Paese ad essere della religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi
peraltro si reputa più conveniente obbligarli soltanto a quella Religione nella quale tutti
gli uomini convengono, lasciando loro le loro particolari opinioni; ossia essere uomini
buoni e sinceri o uomini di onore e onestà, quali che siano le denominazioni che li
possono distinguere; per questa ragione la Muratoria diviene il Centro di Unione, il
mezzo per conciliare sincera amicizia fra persone che sarebbero rimaste perpetuamente
distanti".
Se consideriamo le Costituzioni di Anderson come uno dei principali documenti
fondativi della Massoneria moderna e se, al tempo stesso, consideriamo il Convento dei
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 Supremi Consigli Confederati di Losanna del 1875 come un punto di riferimento
essenziale per il R.S.A.A., ci troviamo necessariamente a confrontarci con due
affermazioni assiali: la prima, che un massone non sarà mai un ateo stupido e, la
seconda, che la "Massoneria proclama l'esistenza di un principio creatore".
La prima affermazione si regge su un sostantivo (ateo) e su un aggettivo (stupido). Non è
lecito supporre che l'aggettivazione sia pleonastica e, pertanto, va analizzata con la
necessaria attenzione.
"Per i Greci – scrive in proposito Roberto Calasso -, átheos era innazitutto chi è
abbandonato dagli dèi, non chi si rifiuta di credergli, come rivendicano fieramente i
moderni". 2
"I Greci – aggiunge Calasso -, sapevano chi erano e che cosa erano gli dèi. Più che
credere agli dèi li incontravano". 3
L'aggettivo stupido deriva dal latino stupere, sbalordire; dalla radice *(s)tup, da cui il
greco týpto (io batto), il sanscrito tupami (colpisco). Stupidus, da stupeo, significa:
stordito, attonito, senza senso.
Essendo abbandonato dagli dèi, ossia dalle impronte-potenze dell'Essere, che si
mostrano come archetipi (con i quali dialoghiamo con simboli), non essendo più capace
di incontrarli, in quanto incapace di rapportarsi ad essi, avendo perduto la chiave del loro
linguaggio, l'essere umano è attonito, stordito, sbalordito, senza senso ed essendo senza
senso è disorientato.
Ma cos'è il senso? E' il logos.
Nel frammento 50, Eraclito, a proposito del logos, afferma, nella traduzione di Diels:
"Se hanno inteso, non me, ma il senso, è saggio dire, secondo il senso () che tutto
è uno". 4 "Il movimento dell'intervento, che governa la mobilità delle cose –
commentano Heidegger e Fink –, accade in modo conforme al ". 5
L'ateo stupido ha perso il senso; ha perso il logos; ha perso la parola.
Ecco la parola perduta: il logos incompreso, la perdita del senso.
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 Il libero muratore, in quanto il percorso iniziatico lo mette continuamente a contatto e a
colloquio con gli archetipi e con i simboli, non sarà mai uno stupido ateo; non è infatti
abbandonato dagli dèi e rapportandosi ad essi incontra e ascolta e accoglie il logos.
Gli dèi, potenze dell'essere, sono archetipi, impronte, sigilli, marchi dell'arché, ossia
dell'origine.
"La ragione, il sapiente, il logos e concetti affini non sono - scrive Eugen Fink – capacità
soggettive, ma sono primariamente potenze che vigono attraverso il mondo, potenze a
cui l'uomo può prendere parte". 6
Tuttavia, come spesso avviene quando si ha a che fare con documenti riguardanti il
mondo iniziatico, non ci si può accontentare di una sola interpretazione.
Se, infatti, l'interpretazione della frase relativa allo stupido ateo che il massone deve
credere in Dio ci appare grossolana, non ci possiamo accontentare di quella che ci
presenta il massone come conoscitore di simboli e di archetipi e, in quanto tale, in
collegamento con il divino.
Una lettura ulteriore ci consente un'altra interpretazione.
L'archè, in Anassimandro, è principio e fondamento ed è apeiron, l'illimitato e anche il
divino, il theion, che tutto regge e che spinge le cose nell'esserci, ossia nel finito.
"Visto da questa prospettiva – scrive Eugen Fink – il finito appare come a-teo". 7
Un'ateo stupido è, secondo questa lettura, un finito privo di senso, un ente disorientato,
mentre un massone è un finito (a-teo) non privo di senso, di logos, ed è pertanto
orientato alla ricerca dell'Essere, dell'arché, della phýsis, dell'apeiron per tornare verso
l'infinito.
Queste parole greche riconducono la nostra attenzione a quanto è contenuto nella
Dichiarazione dei Principi approvata al Convento dei Supremi Consigli Confederati di
Losanna, laddove è scritto dell'esistenza di un principio creatore. Ed è proprio in questo
"principio" che incontriamo quell'arché della quale è detto in ogni inizio dei lavori
massonici allorquando è letto il Prologo di Giovanni.
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 "In Arché era il Logos,
e il Logos era presso Theon
e Theos era il Logos.
Egli [il Logos] era in Arché presso Theon:
tutto è stato fatto per mezzo di lui [il Logos],
e senza di lui [il Logos] neppure una delle cose create è stata fatta.
In lui [il Logos] era la vita [zoè, vita naturale universale]
e la vita [zoé] era la luce degli uomini;
la luce risplende fra le tenebre, [σκοτια, buio]
ma le tenebre non l'hanno ricevuta".
Il principio creatore è l'arché (femminile in greco), ossia la Grande Dea Madre,
quell'abisso chiuso e silenzioso che Anassimandro chiama apeiron: l'illimitato e
imperituro abisso che fa uscire tutte le cose e che di nuovo le riprende in sé. L'apeiron di
Anassimandro è anche "il theion [divino] inteso come physis, la natura onnipresente,
sempre assente, inesauribile, che racchiude in sé morte e vita, che genera e annienta…". 8
L'arché è il fondamento ed è l'essere (Parmenide)
L'arché, sostiene Aristotele, consiste nell'essere origine e fondamento per l'essere, il
divenire e il conoscere.
L'arché, apeiron, è physis, ossia fondamento, eterna madre immutabile, grembo che tutto
partorisce, materna notte, abisso, velatezza (Eraclito: "La natura ama velarsi"); in altri
termini, Iside e la Vergine
"Il termine Virgo è dato in bretone da gwerc’h, giovane donna e gwerc’hez, vergine del
senso cristiano, così come il gallico meirch, giovane donna. La radice celtica e
equivalente a quella del latino virgo è *wraki, della quale troviamo derivati nel bretone
gwreg, sposa, e il gallese gwraig, donna. Un'altra derivazione da *wraki è il celtico
*wrakka, che ha dato il bretone grac’h (o groach’h) vecchia donna, poi strega e che
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 ritroviamo nel gallico virago che è stato adottato dai latini prima di essere adottato tale e
quale nel francese".9
"Noi possiamo vedere in tutte queste parole – scrive Jean Markale - un'antica radice indo
europea *werg, che significa "rinchiudere". La vergine sarebbe dunque la "donna
rinchiusa su se stessa", il che potrebbe facilmente corrispondere all'idea di verginità, ma
nel senso il più stretto e infine il meno sicuro. Dunque la radice *werg non è isolata. Il
greco ha dato ergon, l'azione, così come i suoi derivati, energheia, energia, orgion,
cerimonia religiosa, orgia, organon, strumento, organo. Possiamo aggiungere il gallico
ver, molto potente, che verosimilmente è dato dal prefisso accrescitivo gallese guor-,
irlandese for- , così come la preposizione bretone war, sopra (nel senso latino di super).
Quanto al latino vis, la forza (plurale vires) così come l'uomo (irlandese fêr, bretone
gour), è difficile non farlo derivare dalla stessa radice. Così, la vergine, in conseguenza
dell'etimologia (e tutte le etimologie possono essere contestate) sarebbe in relazione con
l'idea di forza, di azione, di clausura, il tutto ricoperto dalla femminilità. Ciò è in tutti i
casi perfettamente compatibile con la nozione arcaica della Femminità, divina e creatrice,
capace da sola di assumere la prosperità e il parto. Questa ricerca linguistica si basa sulle
analogie, essendo queste spesso rivelatrici di uno stato d'animo, che conferma dell'idea
che la Vergine Madre è la prima divinità che gli uomini hanno adorato".10
La femminilità divina, l’eterno femminino, è la physis, madre, principio delle cose e
omnipervasiva e in questa onnipervasività consiste il carattere divino della natura
creatrice.
In Aristotele la phýsis è l'uno originario che è sempre, che è permanente, impetuoso e
che sostiene il sorgere e il trapassare ed è lo stoicheion (principio), l'arché, il principio
delle cose.
Ed è verso questa origine che tende la reductio ad unum di Plotino.
Eccoci di nuovo ricondotti all'arché del Prologo del Vangelo di Giovanni, ossia, nella
lettura massonica, alla chiave che apre la comprensione del percorso iniziatico ed ecco,
per ora solo in parte, soddisfatto l'enunciato della Dichiarazione dei Principi approvata al
Convento ndei Supremi Consigli Confederati di Losanna: l'esistenza di un principio
creatore. Il principio creatore è l'arché, che è apeiron ed è phýsis, ossia essere e origine e
che in versione mitica possiamo chiama Grande Déa Madre.
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 La phýsis, come scrive Fink, "è anche ciò da cui la luce erompe, il luminoso apparire del
fuoco cosmico che assegna alle cose la visibilità del loro aspetto". 11
Qui incontriamo, nell'arché (Anassimandro), apeiron (Anassimandro), phýsis
(Anassimandro, Eraclito), essere e origine (Aristotele) l'erompere della luce, del fuoco
cosmico.
Fuoco come sophon, come logos. Fuoco come baleno, fulmine. Fuoco come figlio della
notte: Leto, madre di Apollo e di Artemide.
"Ogni luce arde nella notte, erompe dalla notte e la dirada. In tal modo l'oscurità è il
presupposto per ogni luce". 12 Nel mito orfico la luce, Phanes, è nel buio dell'origine e
abita nelle sedi della notte.
Il logos come sophon, come principio strutturale del sophon, come custode, è forza
improntante. Gli archetipi, gli dei, potenze dell'essere, sono le sue impronte, i suoi
marchi, i suoi sigilli.
Silvano Danesi
Grande Oratore
Gran Maestro Aggiunto
René Guénon, Etudes sur la Franc Maçconnerie et le Compagnonnage, Ed. Traditionelles, Paris, 1964
Roberto Calasso, L'ardore, Adelphi
3 Roberto Calasso, L'ardore, Adelphi
4 Citato in Martin Heidegger-Eugen Fink, Eraclito, Laterza
5 Citato in Martin Heidegger-Eugen Fink, Eraclito, Laterza
6 Eugen Fink, Le domande fondamentali della filosofia, Donelli editore
7 Eugen Fink, Le domande fondamentali della filosofia, Donelli editore
8 Eugen Fink, Le domande fondamentali della filosofia antica, Donelli editore
9 Jean Markale La femme celte, Payot
10 Jean Markale La femme celte, Payot
11 Eugen Fink, Le domande fondamentali della filosofia antica, Donelli editore
12 Eugen Fink, Le domande fondamentali della filosofia, Donelli editore
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