Il territorio come palcoscenico dei sistemi turistici

IL TERRITORIO COME “PALCOSCENICO” DEI SISTEMI TURISTICI
Il territorio come “palcoscenico” del sistema economico locale
Sul dizionario della lingua italiana [Devoto e Oli, 1986] sotto la voce territorio si legge: “Porzione
di terra di estensione abbastanza considerevole: una striscia di t.; i t. costieri; part., porzione di
paese circoscritta entro i confini di uno Stato o comunque costituente un’unità giurisdizionale e
amministrativa: il t. dello stato, della provincia, del comune. [dal lat. territorium]”.
In questa definizione vengono evidenziate due diverse dimensioni, la prima è quella strutturale (o
afferente alla materia), la seconda è quella afferente ad una particolare dimensione sistemica, quella
giurisdizionale e amministrativa.
A nostro avviso l’approccio sistemico1, utilizzato in questo studio, riesce a fare nuova luce sul
ruolo del territorio nelle dinamiche socio-economiche2, poiché, come precedentemente evidenziato
la definizione di sistema (vivente e/o vitale) permette di evidenziare, tramite il concetto di
“emergenza”, il rapporto dinamico esistente fra materia (struttura materiale), schema di
organizzazione, vita (processo) e significato. Attraverso questa prospettiva d’analisi, infatti, viene
evidenziata l’importanza della rete di relazioni/interazioni sovra e sub sistemiche che permettono la
nascita (l’emersione), la sopravvivenza e lo sviluppo di sistemi territoriali. Viene esaltato, in questo
modo, il legame vincolante che si crea fra i sistemi sociali e l’ambiente e il territorio in cui essi
operano3. Lo studio sistemico delle dinamiche sociali suggerisce, in definitiva, la necessità per il
sistema di porre le necessarie attenzioni sui continui processi di adattamento (accoppiamento
strutturale) determinati dallo scambio e dalla condivisione di risorse con sistemi terzi4.
Nella letteratura economico aziendale vi sono diversi studi che analizzano il sistema territoriale
utilizzando l’approccio sistemico. In questo momento il filone di studi più dinamico è sicuramente
quello che utilizza la matrice concettuale dell'Approccio Sistemico Vitale (ASV) [Vesci, 2001;
Golinelli C.M. , 2002 e 2003; Gallucci, 2003a e 2003b; AA.VV, 2003].
Per Golinelli C.M. [2002, p.13] “s’intende discernere la concreta possibilità di applicazione
dell’A.S.V. al territorio, ovvero appurare che, come l’impresa assurge a “sistema vitale impresa”,
così il territorio, ricorrendo determinate condizioni, può essere qualificato in termini di “sistema
vitale territorio”. Nel presente lavoro, dunque, il termine “territorio” non indica semplicemente
un’estensione spaziale, un paesaggio naturale o un aggregato di entità naturali e antropiche,
bensì una comunità localizzata palesatasi e consolidatasi per volontà di un determinato ente
(semplice o composito), l’organo di governo nell’ASV. A questo spetta il merito di essere riuscito
a fare coesistere, a coordinare funzionalmente ed a rendere mutuamente interdipendenti le singole
1
La prospettiva qui adottata riprende i postulati della concezione sistemica in base alla quale “la comprensione delle
caratteristiche e delle dinamiche di un sistema può avvenire solo con riferimento all’osservazione dei sovrasistemi che
su di esso insistono (…) e dei subsistemi in esso inclusi (…)” [Golinelli, 2000].
2
Nell’attuale dibattito politico, sociale ed economico sulla globalizzazione oltre alla tradizionale competizione fra
imprese, sempre maggiore spazio trova il tema della competizione fra nazioni, regioni, città o più generalmente tra
sistemi territoriali. In questo quadro, si sta assistendo, sia in Italia, sia all’estero, ad un crescente interesse per il ruolo
del “territorio” inteso nella sua accezione allargata, non solo come un’estensione spaziale di paesaggio o aggregato di
entità naturali ed antropiche, ma anche e soprattutto come comunità localizzata e quindi come sistema socio-economico
territoriale. Nel dibattito sulla gestione territoriale, a fianco alle riflessioni di urbanisti, geografi e politologi si sono
inseriti, nell’ultimo decennio, anche i contributi degli economisti d’impresa. Il loro campo di ricerca si è, infatti, esteso
dall’applicazione di metodologie manageriali alla gestione di problemi specifici, come ad esempio il marketing per
l’attrazione degli investimenti esterni, ad aspetti più generali che coinvolgono il problema del governo strategico delle
comunità territoriali nel loro complesso. [Forlani, 2003].
3
Cfr l’ontologia biologica dei sistemi viventi capitoli 1, 2 e le sue implicazioni sui sistemi aziendali (capitolo 3).
4
Tale connessione dinamica assicura ai sistemi territoriali, da un lato, la capacità di soddisfare le attese dei sovrasistemi
(mercati, sovrasistemi territoriali, ecc.) e di indirizzare le finalità e gli obiettivi dei subsistemi (imprese ed altre
organizzazioni economiche e sociali) e, dall’altro, di perseguire i propri percorsi di sviluppo attraverso un equo
contemperamento delle pressioni esercitate dagli altri sistemi.
componenti strutturali, superando le motivazioni alla base delle scelte localizzative individuali e
ponendo in essere le condizioni per il perseguimento di obiettivi comuni”.
Per Vesci [2001, p. 7] “Appare immediatamente chiara l’esigenza tipica dell’approccio di
focalizzare l’attenzione sulle relazioni fra le parti piuttosto che sulle singole parti. L’approccio
sistemico, dunque, implica le interazioni e l’organizzazione espressa dall’insieme di interazioni. 5”.
Per Gallucci [2003a, p. 68] l’ASV “consente di esaminare il sistema territoriale come entità non
avulsa dal contesto. Anzi, come sistema che sopravvive, creando valore, proprio in virtù della
capacità del suo organo di governo di gestire le interazioni con i sovrasistemi rilevanti percepiti
nell'ambiente. (…) l'approccio sistemico allo studio del territorio con l'individuazione della
categoria logica dei sistemi vitali consente di cogliere appieno il significato delle due dimensioni,
quella strutturale e quella sistemica, e quindi il processo logico che porta all'emergere del
sistema territoriale dalla struttura, il quale si sviluppa attraverso la valorizzazione delle
capacità. Mentre la dimensione strutturale consente di individuare il territorio nelle sue
componenti strutturali e infrastrutturali, la dimensione sistemica, che si manifesta con l'emergere
del sistema dalla struttura, si qualifica attraverso le interazioni che l'organo di governo del territorio
implementa, con tempi ed intensità diverse, con i sovrasistemi che ritiene più o meno rilevanti nella
sua analisi per la qualificazione del contesto di riferimento.”6.
Nella applicazione dell’ASV allo studio dei sistemi territoriali che emergono dal territorio si
evidenzia, come passaggio logico fondamentale, che il sistema non coincide con la struttura ma
piuttosto emerge da essa [Golinelli, 2000]7.
Partendo da questa considerazione Vesci [2001, p.31] arriva ad identificare e a specificare il
significato di sistema di offerta territoriale: “Il sistema d’offerta territoriale si propone in primo
luogo (si veda fig. 7.1) nella sua naturale fisicità e materialità8 che immediatamente però, assume un
valore di fruibilità sul mercato grazie alle innumerevoli componenti di servizio dirette9 e indirette10
(quali le attività di servizio coerenti con il target, quelle coerenti ma non richieste da target stesso, la
presenza di risorse umane qualificate, ecc.). Fa da sfondo al sistema di offerta permeando
comunque tutte le componenti che lo caratterizzano la presenza di una serie di elementi immateriali,
quali le tradizioni socio-culturali, storiche, le dinamiche formative, ecc. Tali elementi, nel comporsi
a sistema, contribuiscono a disegnare le “caratteristiche distintive” dell’area territoriale. La
valorizzazione delle connotazioni e caratteristiche specifiche rappresenta la base di adozione di
strategie e politiche coerenti con il target di mercato selezionati.”
“Dall’aspetto fisico non è assolutamente possibile prescindere: non c’è sistema se no c’è un’area, se
non c’è un territorio; tuttavia l’aspetto fisico non è più fondamentale: assumono importanza sempre
maggiore le condizioni di fruizione di quella data area e tutte le componenti immateriali che la
caratterizzano; laddove tutte queste componenti siano, a determinate condizioni, collegate e
coordinate fra loro in opportune relazioni e/o interazioni, allora e solo allora, si potrà dire che sta
cominciando ad emergere dalla struttura, il sistema che sarà, comunque, in qualche modo
circoscritto.” [Vesci M., 2001, p.31].
5
Tutti i sistemi sono caratterizzati da una struttura e si qualificano per l’esistenza di processi. La struttura rappresenta la
conformazione di un insieme di elementi concreti o astratti in un determinato spazio. I processi sono un insieme di
eventi coordinato in successione che generano risultati definiti.
6
Corsivo nostro.
7
Vds il secondo e il terzo capitolo del presente lavoro.
8
Riprendendo la classificazione proposta da taluni studiosi di marketing dei servizi, si potrebbe individuare nel luogo
fisico o negli elementi ad esso intrinsecamente connessi il cosiddetto “servizio di base”.
9
Applicando la medesima caratterizzazione cui nella precedente nota si faceva riferimento, si potrebbe parlare di
“servizio di base derivato”.
10
Il riferimento è al “servizio periferico”.
Fig. 1 – Il sistema di offerta territoriale
Tradizioni
socio culturali
Stratificazione
storica
Infrastrutture
Territorio (nel suo
Qualità della aspetto fisico ed
orografico)
vita
Risorse
Intelligenze
Dinamiche
formative
Fonte: Vesci, 2001, p. 32;
Seguendo un approccio simile, in un precedete lavoro [Pencarelli T., Forlani F., 2002] si è sostenuto
come potesse emergere il sistema turistico dal territorio, evidenziando come la definizione di
sistema vitale richiedesse la presenza di un organo di governo (che governa) e di una struttura
operativa. Il prodotto offerto in quel caso, l’esperienza turistica, era frutto dell’interazione e della
co-produzione, sul palcoscenico territoriale, degli attori territoriali (imprese turistiche e persone)
con gli attori-spettatori esterni (turisti). Seguendo tale approccio si è sostenuto che il sistema
turistico vitale emerge dalla struttura-territorio grazie alla regia (coordinamento sapiente ed
efficace) dell’organo di governo.
In alcuni successivi contributi [Pencarelli e Forlani, 2003; Forlani, 2003], utilizzando la
strumentazione economica dell’ASV abbiamo cercato di estendere il ragionamento dal sistema
turistico al sistema territoriale studiando lo specifico caso dei centri storici. Nel corso di tale studio
abbiamo potuto confermare che sul medesimo supporto fisico (territorio nel suo aspetto fisico ed
orografico) emergono differenti sistemi di offerta territoriali in seguito al lavoro degli attori
territoriali (imprese e persone) tendenti a soddisfare una determinata domanda (di commodity, di
beni, di servizi, di esperienze, di trasformazioni). Abbiamo inoltre verificato l’esistenza di una
profonda diversità sistemica fra quelli che abbiamo definito sistemi d’offerta territoriali e il sistema
politico-amministrativo territoriale11 in quanto tali sistemi hanno natura (privata, pubblica-privata,
pubblica), schemi di organizzazione, dinamiche di processo e fini completamente differenti. Inoltre
si è verificata l’esistenza di un rapporto collaborativi-conflittuale tra i diversi sistemi d’offerta e tra
questi e il sistema politico territoriale.
Si è quindi verificata l’esistenza di due tipologie di sistemi che emergono dal territorio:
 I sistemi politici-istituzionali territoriali
 I sistemi d’offerta territoriali
In tale prospettiva si è inoltre verificato che il sistema (o ecosistema) territoriale che emerge, come
livello superiore, dall’interazione sistemica di tali sub-sistemi può essere un sistema vitale
territoriale, ma può anche essere un sistema territoriale vivente.
11
“Politica s.f. 1. Teoria e pratica che hanno per oggetto la costruzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato
e la direzione della vita pubblica.” [Devoto e Oli, 1987]. In base a tale definizione con sistema politico territoriale
faremo riferimento al sistema giuridico-amministrativo preposto al governo di una determinato territorio.
Si è giunti quindi a condividere le osservazioni fatte da Golinelli C.M. [2002, p.18] “Quindi, nello
studio del territorio sistema vitale, la coincidenza tra il sistema territoriale ed un’unità
amministrativa rappresenta un’ipotesi possibile ma non tassativa. E’ difficile pensare che
un’istituzione locale sia giocoforza un sistema territoriale semplicemente perché ufficialmente
preposta all’amministrazione di un’area spaziale. Lo è, invece, di certo quando le esigenze e gli
interessi diffusi degli attori localizzati sono adeguatamente interpretati, rappresentati e coordinati
dall’organo di governo dell’istituzione, ossia quando riesce a compendiare nella propria azione di
governo le aspettative ed istanze dei diversi attori, addivenendo ad un effettivo indirizzo e controllo
dell’ambito spaziale ufficialmente attribuitogli.”12
Nella teoria dell’economia delle esperienze, Pine e Gilmore analizzano l’offerta di singole imprese
e definiscono ogni business come un palcoscenico su cui esibirsi come in una rappresentazione
teatrale: Work Is Theatre & Every Business a Stage. Nella nostra applicazione di tale teoria allo
studio dei territori turistici [Pencarelli e Forlani, 2002 e 2005] ma anche dei centri storici [Pencarelli
e Forlani, 2003], abbiamo evidenziato che, essi, possono essere descritti come dei luoghi speciali
(palcoscenici) su cui vengono proposte (messe in scena) diversificati sistemi d’offerta economica da
parte degli attori territoriali (persone ed organizzazioni).
Rielaborando tale visione nell’ottica del ecosistema territoriale, possiamo per cui sostenere che il
territorio inteso come dimensione strutturale è definibile come “un nudo palcoscenico”, su cui
agiscono sistemi d’offerta economica, sociale ecc. finalizzati alla produzione di output specifici
(volti alla soddisfazione di bisogni economici, sociali, ecc.) e sistemi politici-territoriali finalizzati
al governo complessivo del sistema territoriale.
L’organo di governo del sistema politico-territoriale a volte ha le competenze e l’autorità per
fungere da regista del sistema territoriale nel suo complesso, in tal caso il sistema territoriale
assume lo schema di sistema vitale.
Il sistema territoriale può comunque essere in grado di rimanere vivo (vivente) tramite processi di
autorganizzazione dei sistemi che ne fanno parte.
Il circolo virtuoso formazione, attrattività e valore. Il rapporto dinamico fra gli elementi del
sistema vitale.
Il criterio sulla base del quale si sono precedentemente suddivise le varie tipologie di utenti/pubblici
del territorio è anche riconducibile alla differente natura che guida le relazioni che si instaurano tra
le componenti a natura pubblica del sistema territoriale stesso (sistema territoriale
complessivamente considerato e sistema politico-territoriale (Ente o istituzione territoriale) e i suoi
pubblici di riferimento (persone e organizzazioni di natura privata).
In termini di analisi strategica della domanda Valdani e Ancarani [2000, p. 48] sostengono
l’esistenza delle seguenti relazioni:
 “La relazione che unisce il territorio ai pubblici/clienti esterni (potenziali, nda) è
identificabile nell’attrazione, nel senso che le politiche poste in essere dal territorio nei
confronti di tali pubblici sono volte a richiamare all’interno del territorio stesso i possibili
segmenti di clienti (imprese, investitori, turisti, ecc.).”
 “La relazione che unisce il territorio ai pubblici/clienti interni è identificabile nella
soddisfazione, nel senso che le politiche, poste in essere dal territorio nei confronti di tali
pubblici, mirano a generare e incrementare la soddisfazione dei pubblici interni, cioè dei
residenti nel territorio (cittadini e imprese) e degli attori coinvolti nel processo di
pianificazione territoriale (Camere di Commercio, Unione Industriali, Unione Consumatori,
Apt, ecc.)”
12
Per approfondimenti Golinelli C. M. [2002, p.11-63].
Gli autori sostengono la tesi che queste relazioni siano legate fra loro dall’esistenza di una
circolarità (tra soddisfazione dei clienti interni e attrattività del territorio nei confronti dei clienti
esterni), e che tale circolarità deve essere gestita in modo tale da generare un continuo incremento
di valore del territorio stesso.
“... è possibile osservare come in realtà all’interno del modello descritto, rientri anche il ruolo dei
policy maker (organo di governo, nda). Pur non avendo benefici derivanti dalla soddisfazione di
interessi specifici, i policy maker dovrebbero essere comunque orientati alla generazione di
soddisfazione e all’incremento del grado di attrattività del territorio in virtù del mandato a essa
conferito. In una prospettiva che richiama il ruolo del management come agente all’interno
dell’impresa, se la gestione è condotta negli interessi degli stakehoder rilevanti (generando
soddisfazione e incrementando il valore del territorio per questi ultimi), i policy maker ricevono
consenso, principalmente sotto forma di voti da parte dei residenti e di maggiori imposte da parte
delle imprese (...). Del pari, se l’attrattività del territorio aumenta, affluiscono nuova ricchezza e
nuovo valore sociale, così come cresce il livello di soddisfazione, economica e non degli
stakehoder. Ciò si traduce in ulteriore consenso e in ulteriori entrate, innescando una spirale virtuosa
tipica della circolarità soddisfazione-attrattività-valore. ” [Valdani e Ancarani, 2000, p.49].
Se la gestione è, viceversa, distruttrice di valore, con un medesimo processo logico è possibile
ipotizzare l’innesco di una pericolosa spirale viziosa.
In base alle ipotesi di circolarità sovraesposta gli autori sostengono la necessità, per i territori, di
sviluppare un’attività di marketing strategico che, partendo dalla definizione dei pubblici a cui
riferirsi e degli obiettivi da assumere a riferimento, definisca:


il marketing strategico territoriale esterno, rivolto ai clienti esterni di un territorio, con
l’obbiettivo dell’attrazione e della generazione di fiducia esterna;
il marketing strategico territoriale interno, rivolto ai clienti interni di un territorio, con
l’obiettivo della valorizzazione dell’esistente e della soddisfazione e fiducia interna.
Seguendo tale ragionamento, Valdani e Ancarani [2000, p.50], arrivano a sostenere che “in termini
di implicazioni manageriali, considerando la circolarità virtuosa esistente tra attrattività,
soddisfazione, valore e lo stretto legame esistente tra marketing territoriale interno ed esterno, si
pone un problema di management strategico del territorio in una prospettiva resource based.”13
Fig. 2 – Il marketing territoriale: il circolo virtuoso soddisfazione, attrattività, valore.
Valore
territorio
Soddisfazione
cittadini/imprese
Attrattività
territorio
Fonte: Valdani e Ancarani, 2000, p. 49.
13
Per approfondimenti sulla prospettiva resource based applicata ai territori cfr. Caroli, Vesci, Napolitano, Galluro;
Si sottolinea, innanzitutto, che la circolarità proposta da Valdani e Ancarani è da ritenersi molto
significativa ed interessante perché sembra rappresentare una sorta di autopoiesi del sistema
territoriale, occorre però evidenziare che, nella nostra prospettiva, non si ritiene sufficiente parlare
di un unico circolo virtuoso del sistema territoriale. Si ritiene, in questa sede, più opportuno
assumere la prospettiva di Noisette [1996, p.173] e parlare di almeno due circoli virtuosi distinti ma
collegati14:
1. Il circolo politico del sistema politico-territoriale. Un circolo di sviluppo socioeconomico
collegato all’attività di governo (politica) dell’organo di governo. Il circolo politico è
finalizzato, teoricamente, alla soddisfazione delle persone residenti (cittadini elettori), in quanto
sono queste ultime a generare il consenso necessario alla rielezione (voto politico) degli
amministratori del territorio (organo di governo del territorio).
2. Il circolo economico dei sistemi di offerta territoriali. Sul territorio emergono uno o diversi
circoli di sviluppo socioeconomico generati dai sistemi d’offerta territoriali, aventi o meno, un
organo di governo riconosciuto e legittimato (sistemi, sistemi viventi, sistemi vitali). Il circolo
economico è finalizzato alla soddisfazione delle imprese in quanto attori economici (industriali,
commerciali, turistici, ecc.) e alla soddisfazione delle persone i qualità di consumatori (di beni,
di servizi, di esperienze, di trasformazioni).
I due circoli non sono sovrapposti ma si influenzano costantemente e reciprocamente. Essi però
devono essere pensati, progettati e guidati dall’organo di governo del sistema politico-territoriale in
modo strategico al fine di garantire uno sviluppo coerente e virtuoso dell’intero ecosistema
territoriale. La visione strategica dell’organo di governo deve selezionare, indirizzare e/o supportare
i sistemi d’offerta, che emergono dalla struttura territoriale, in modo tale che i circoli economici
virtuosi da essi generati portino al conseguimento degli obbiettivi sociali e politici.
14
“Double circuit d’action et de sanction. C’est pourquoi la gestion urbain ne se préoccupe plus seulement des
citadins. Elle est comptable devant eux du dynamique économique de la ville, pour autant que ses compétences le
justifient, et elle s’intéresse donc également à l’ensemble des des acteurs économiques – disons, pour simplifier, aux
entreprises (on y trouve aussi les citadins, comme consummateurs). Les élus sont ainsi au sommet d’un double circuit
d’action et de sanction, politique et économique:
- le circuit politique touche en priorité les citadins-électeurs, mais il n’ignore pas le pouvoir d’influence des
entreprises (le citadin-consummateur et le chef d’entreprise influencent le vote de l’individu électeur qu’ils sont
également). Sa sanction, c’est la réélection, résultat de l’opinion des citadins et des agents économiques;
- le circuit économique touche en priorité les entreprises, mais il n’ignore pas que les citadins sont une fource
économique qui pèse sur le logement, les commerces les services et les équipements. La sanctin de l’action
municipale dans le circuit économique, c’est le développement de la ville, résultat de la confiance et du
dynamisme des entreprises et des ménages, résultat aussi de la capacité de la ville elle-meme à faciliter les
productions et les échanges.
Ces deux circuits ne sont pas le décalque l’un del l’autre. Intérets économiques et pollitiques peuvent différer, y compris
pour les meme agents. J’y reviendrai. Ce qui assure la cohérence des objectifs et des actions de la municipalité entre
ces deux circuit, c’est la startégie de développement qu’elle a adoptée pour la ville. Cette stratégie doit en effet
articuler l’action économique à la traduction sociale des objectifs politiques.” Noisette [1996, p.173-174].
Figura 3 – Il circolo politico virtuoso del sistema territoriale vitale
Efficacia dei sistemi
d’offerta territoriali
Qualità della vita dei
“proprietari” del sistema
territoriale (cittadini votanti)
B
Risorse
A
C
Visione strategica del
territorio messa a punto
dall’organo di governo
Opportunità
Fonte: Nostra elaborazione
A  Scelte strategiche di natura politica, sociale ed economica e poliche d’intervento (dirette ed
indirette) sui sistemi di offerta (economica e non);
B  Opportunità di lavoro e di consumo create dai sistemi di offerta (economica e non);
C  Voto o consenso politico;
Si può ipotizzare che ogni ciclo completo di tale circolo abbia una durata coincidente con la durata
legislativa. (medio –lungo termine).
Figura 7.4 – Il circolo economico virtuoso di un sistema d’offerta economica territoriale
Qualità e Valore dei
prodotti offerti dal sistema
d’offerta territoriale
Selezione / Aggregazione
e Formazione
Attori Interni
Attrattività
del sistema d’offerta
territoriale
Risorse
Visione
strategica
Opportunità
OdG
Soddisfazione dei
Pubblici Esterni e degli
Attori Interni
Fonte: Nostra elaborazione
In base a quanto fin qui sostenuto si può affermare l’importanza del ruolo dell’organo di governo
del sistema politico-territoriale in quanto regista complessivo del territorio 15, e dalla sua funzione di
regia attivo del circolo virtuoso di crescita.
15
“Aspetto nodale nel governo del territorio è l’individuazione di chi abbia il compito di sviluppare le relative strategie
e politiche di sviluppo in un ottica strategica e di marketing secondo un approccio oramai più volte definito sistemico.
Tale aspetto introduce il discorso sulla cruciale tematica dell’emersione dell’organo di governo del sistema.” [Vesci,
2001, p. 44]
Il problema pratico che si affronta quando si vanno ad affrontare in concreto tali temi [Pencarelli e
Forlani, 2002, Pencarelli e Forlani, 2003] è però identificare quale sia la dimensione territoriale che
identifica un sistema territoriale vivente o vitale. Il problema è alquanto complesso e risente dei
profondi cambiamenti che stanno avvenendo in merito al governo dei territori (globalizzazione dei
mercati, federalismo, Unione Europea, ecc.).16
Allo stato attuale, si ritiene indispensabile un serio sforzo d’identificazione dell’ambito territoriale
per una governance efficace del sistema territoriale. In attesa di una tale riflessione, che richiederà
l’intervento di competenze diverse (economisti, economisti d’impresa, sociologi, politici, ecc.), allo
stato attuale “appare innegabile che la Provincia e il Comune siano istituzionalmente investiti di
responsabilità in tema di governo del territorio e siano i soggetti primi tenuti ad impostare una
lettura in chiave sistemica dello stesso. D’altronde, anche una interpretazione non “allargata” del
dettato normativo spinge in tal senso (Paolini C., Saija A., 1995). (...), la norma (legge 142/90, nda)
assegna ad entrambi gli enti funzioni di sviluppo territoriale, e probabilmente intende assegnare alla
Provincia funzioni prevalentemente strategiche e di coordinamento, lasciando al Comune
compiti relativamente più operativi o comunque da esercitarsi all’interno di linee
programmatiche provinciali.” [Vesci, 2001, p.45].
E’ evidente, comunque, che la complessità dei sistemi territoriali è fortemente generata dalle
innumerevoli connessioni (e/o collisioni) esistenti fra i due circoli di sviluppo e di scambio che
devono convivere nel territorio stesso:
 Il circolo del sistema territoriale vitale (processo socio-politico): Visione socio-politica
del territorio – Scelta e incentivazione dei sistemi d’offerta del territorio – Qualità della vita
dei cittadini residenti – Consenso elettorale – ReVisione socio-politica del territorio;
 I circoli dei sistemi d’offerta del territorio (processi socio-economici): Visione socioeconomica del sistema d’offerta del territorio– Selezione (attrazione e aggregazione) degli
attori economici – Formazione degli attori economici - Qualità e Valore del sistema d’offerta
– Attrattività dei pubblici potenziali del sistema d’offerta – Soddisfazione dei pubblici di
riferimento e degli attori interni – ReVisione socio-politica del sistema d’offerta del
territorio.
Tale considerazioni ci portano a sostenere la necessità di distinguere fra gestione del sistema
politico-territoriale e gestione dei sistemi d’offerta territoriali, sottolineando che, a nostro avviso, vi
è una precisa indicazione gerarchica: Il sistema politico-territoriale ha il potere, legittimato dai
cittadini, di selezionare, indirizzare e controllare i sistemi d’offerta del territorio.
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