IL TERRITORIO COME “PALCOSCENICO” DEI SISTEMI TURISTICI Il territorio come “palcoscenico” del sistema economico locale Sul dizionario della lingua italiana [Devoto e Oli, 1986] sotto la voce territorio si legge: “Porzione di terra di estensione abbastanza considerevole: una striscia di t.; i t. costieri; part., porzione di paese circoscritta entro i confini di uno Stato o comunque costituente un’unità giurisdizionale e amministrativa: il t. dello stato, della provincia, del comune. [dal lat. territorium]”. In questa definizione vengono evidenziate due diverse dimensioni, la prima è quella strutturale (o afferente alla materia), la seconda è quella afferente ad una particolare dimensione sistemica, quella giurisdizionale e amministrativa. A nostro avviso l’approccio sistemico1, utilizzato in questo studio, riesce a fare nuova luce sul ruolo del territorio nelle dinamiche socio-economiche2, poiché, come precedentemente evidenziato la definizione di sistema (vivente e/o vitale) permette di evidenziare, tramite il concetto di “emergenza”, il rapporto dinamico esistente fra materia (struttura materiale), schema di organizzazione, vita (processo) e significato. Attraverso questa prospettiva d’analisi, infatti, viene evidenziata l’importanza della rete di relazioni/interazioni sovra e sub sistemiche che permettono la nascita (l’emersione), la sopravvivenza e lo sviluppo di sistemi territoriali. Viene esaltato, in questo modo, il legame vincolante che si crea fra i sistemi sociali e l’ambiente e il territorio in cui essi operano3. Lo studio sistemico delle dinamiche sociali suggerisce, in definitiva, la necessità per il sistema di porre le necessarie attenzioni sui continui processi di adattamento (accoppiamento strutturale) determinati dallo scambio e dalla condivisione di risorse con sistemi terzi4. Nella letteratura economico aziendale vi sono diversi studi che analizzano il sistema territoriale utilizzando l’approccio sistemico. In questo momento il filone di studi più dinamico è sicuramente quello che utilizza la matrice concettuale dell'Approccio Sistemico Vitale (ASV) [Vesci, 2001; Golinelli C.M. , 2002 e 2003; Gallucci, 2003a e 2003b; AA.VV, 2003]. Per Golinelli C.M. [2002, p.13] “s’intende discernere la concreta possibilità di applicazione dell’A.S.V. al territorio, ovvero appurare che, come l’impresa assurge a “sistema vitale impresa”, così il territorio, ricorrendo determinate condizioni, può essere qualificato in termini di “sistema vitale territorio”. Nel presente lavoro, dunque, il termine “territorio” non indica semplicemente un’estensione spaziale, un paesaggio naturale o un aggregato di entità naturali e antropiche, bensì una comunità localizzata palesatasi e consolidatasi per volontà di un determinato ente (semplice o composito), l’organo di governo nell’ASV. A questo spetta il merito di essere riuscito a fare coesistere, a coordinare funzionalmente ed a rendere mutuamente interdipendenti le singole 1 La prospettiva qui adottata riprende i postulati della concezione sistemica in base alla quale “la comprensione delle caratteristiche e delle dinamiche di un sistema può avvenire solo con riferimento all’osservazione dei sovrasistemi che su di esso insistono (…) e dei subsistemi in esso inclusi (…)” [Golinelli, 2000]. 2 Nell’attuale dibattito politico, sociale ed economico sulla globalizzazione oltre alla tradizionale competizione fra imprese, sempre maggiore spazio trova il tema della competizione fra nazioni, regioni, città o più generalmente tra sistemi territoriali. In questo quadro, si sta assistendo, sia in Italia, sia all’estero, ad un crescente interesse per il ruolo del “territorio” inteso nella sua accezione allargata, non solo come un’estensione spaziale di paesaggio o aggregato di entità naturali ed antropiche, ma anche e soprattutto come comunità localizzata e quindi come sistema socio-economico territoriale. Nel dibattito sulla gestione territoriale, a fianco alle riflessioni di urbanisti, geografi e politologi si sono inseriti, nell’ultimo decennio, anche i contributi degli economisti d’impresa. Il loro campo di ricerca si è, infatti, esteso dall’applicazione di metodologie manageriali alla gestione di problemi specifici, come ad esempio il marketing per l’attrazione degli investimenti esterni, ad aspetti più generali che coinvolgono il problema del governo strategico delle comunità territoriali nel loro complesso. [Forlani, 2003]. 3 Cfr l’ontologia biologica dei sistemi viventi capitoli 1, 2 e le sue implicazioni sui sistemi aziendali (capitolo 3). 4 Tale connessione dinamica assicura ai sistemi territoriali, da un lato, la capacità di soddisfare le attese dei sovrasistemi (mercati, sovrasistemi territoriali, ecc.) e di indirizzare le finalità e gli obiettivi dei subsistemi (imprese ed altre organizzazioni economiche e sociali) e, dall’altro, di perseguire i propri percorsi di sviluppo attraverso un equo contemperamento delle pressioni esercitate dagli altri sistemi. componenti strutturali, superando le motivazioni alla base delle scelte localizzative individuali e ponendo in essere le condizioni per il perseguimento di obiettivi comuni”. Per Vesci [2001, p. 7] “Appare immediatamente chiara l’esigenza tipica dell’approccio di focalizzare l’attenzione sulle relazioni fra le parti piuttosto che sulle singole parti. L’approccio sistemico, dunque, implica le interazioni e l’organizzazione espressa dall’insieme di interazioni. 5”. Per Gallucci [2003a, p. 68] l’ASV “consente di esaminare il sistema territoriale come entità non avulsa dal contesto. Anzi, come sistema che sopravvive, creando valore, proprio in virtù della capacità del suo organo di governo di gestire le interazioni con i sovrasistemi rilevanti percepiti nell'ambiente. (…) l'approccio sistemico allo studio del territorio con l'individuazione della categoria logica dei sistemi vitali consente di cogliere appieno il significato delle due dimensioni, quella strutturale e quella sistemica, e quindi il processo logico che porta all'emergere del sistema territoriale dalla struttura, il quale si sviluppa attraverso la valorizzazione delle capacità. Mentre la dimensione strutturale consente di individuare il territorio nelle sue componenti strutturali e infrastrutturali, la dimensione sistemica, che si manifesta con l'emergere del sistema dalla struttura, si qualifica attraverso le interazioni che l'organo di governo del territorio implementa, con tempi ed intensità diverse, con i sovrasistemi che ritiene più o meno rilevanti nella sua analisi per la qualificazione del contesto di riferimento.”6. Nella applicazione dell’ASV allo studio dei sistemi territoriali che emergono dal territorio si evidenzia, come passaggio logico fondamentale, che il sistema non coincide con la struttura ma piuttosto emerge da essa [Golinelli, 2000]7. Partendo da questa considerazione Vesci [2001, p.31] arriva ad identificare e a specificare il significato di sistema di offerta territoriale: “Il sistema d’offerta territoriale si propone in primo luogo (si veda fig. 7.1) nella sua naturale fisicità e materialità8 che immediatamente però, assume un valore di fruibilità sul mercato grazie alle innumerevoli componenti di servizio dirette9 e indirette10 (quali le attività di servizio coerenti con il target, quelle coerenti ma non richieste da target stesso, la presenza di risorse umane qualificate, ecc.). Fa da sfondo al sistema di offerta permeando comunque tutte le componenti che lo caratterizzano la presenza di una serie di elementi immateriali, quali le tradizioni socio-culturali, storiche, le dinamiche formative, ecc. Tali elementi, nel comporsi a sistema, contribuiscono a disegnare le “caratteristiche distintive” dell’area territoriale. La valorizzazione delle connotazioni e caratteristiche specifiche rappresenta la base di adozione di strategie e politiche coerenti con il target di mercato selezionati.” “Dall’aspetto fisico non è assolutamente possibile prescindere: non c’è sistema se no c’è un’area, se non c’è un territorio; tuttavia l’aspetto fisico non è più fondamentale: assumono importanza sempre maggiore le condizioni di fruizione di quella data area e tutte le componenti immateriali che la caratterizzano; laddove tutte queste componenti siano, a determinate condizioni, collegate e coordinate fra loro in opportune relazioni e/o interazioni, allora e solo allora, si potrà dire che sta cominciando ad emergere dalla struttura, il sistema che sarà, comunque, in qualche modo circoscritto.” [Vesci M., 2001, p.31]. 5 Tutti i sistemi sono caratterizzati da una struttura e si qualificano per l’esistenza di processi. La struttura rappresenta la conformazione di un insieme di elementi concreti o astratti in un determinato spazio. I processi sono un insieme di eventi coordinato in successione che generano risultati definiti. 6 Corsivo nostro. 7 Vds il secondo e il terzo capitolo del presente lavoro. 8 Riprendendo la classificazione proposta da taluni studiosi di marketing dei servizi, si potrebbe individuare nel luogo fisico o negli elementi ad esso intrinsecamente connessi il cosiddetto “servizio di base”. 9 Applicando la medesima caratterizzazione cui nella precedente nota si faceva riferimento, si potrebbe parlare di “servizio di base derivato”. 10 Il riferimento è al “servizio periferico”. Fig. 1 – Il sistema di offerta territoriale Tradizioni socio culturali Stratificazione storica Infrastrutture Territorio (nel suo Qualità della aspetto fisico ed orografico) vita Risorse Intelligenze Dinamiche formative Fonte: Vesci, 2001, p. 32; Seguendo un approccio simile, in un precedete lavoro [Pencarelli T., Forlani F., 2002] si è sostenuto come potesse emergere il sistema turistico dal territorio, evidenziando come la definizione di sistema vitale richiedesse la presenza di un organo di governo (che governa) e di una struttura operativa. Il prodotto offerto in quel caso, l’esperienza turistica, era frutto dell’interazione e della co-produzione, sul palcoscenico territoriale, degli attori territoriali (imprese turistiche e persone) con gli attori-spettatori esterni (turisti). Seguendo tale approccio si è sostenuto che il sistema turistico vitale emerge dalla struttura-territorio grazie alla regia (coordinamento sapiente ed efficace) dell’organo di governo. In alcuni successivi contributi [Pencarelli e Forlani, 2003; Forlani, 2003], utilizzando la strumentazione economica dell’ASV abbiamo cercato di estendere il ragionamento dal sistema turistico al sistema territoriale studiando lo specifico caso dei centri storici. Nel corso di tale studio abbiamo potuto confermare che sul medesimo supporto fisico (territorio nel suo aspetto fisico ed orografico) emergono differenti sistemi di offerta territoriali in seguito al lavoro degli attori territoriali (imprese e persone) tendenti a soddisfare una determinata domanda (di commodity, di beni, di servizi, di esperienze, di trasformazioni). Abbiamo inoltre verificato l’esistenza di una profonda diversità sistemica fra quelli che abbiamo definito sistemi d’offerta territoriali e il sistema politico-amministrativo territoriale11 in quanto tali sistemi hanno natura (privata, pubblica-privata, pubblica), schemi di organizzazione, dinamiche di processo e fini completamente differenti. Inoltre si è verificata l’esistenza di un rapporto collaborativi-conflittuale tra i diversi sistemi d’offerta e tra questi e il sistema politico territoriale. Si è quindi verificata l’esistenza di due tipologie di sistemi che emergono dal territorio: I sistemi politici-istituzionali territoriali I sistemi d’offerta territoriali In tale prospettiva si è inoltre verificato che il sistema (o ecosistema) territoriale che emerge, come livello superiore, dall’interazione sistemica di tali sub-sistemi può essere un sistema vitale territoriale, ma può anche essere un sistema territoriale vivente. 11 “Politica s.f. 1. Teoria e pratica che hanno per oggetto la costruzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica.” [Devoto e Oli, 1987]. In base a tale definizione con sistema politico territoriale faremo riferimento al sistema giuridico-amministrativo preposto al governo di una determinato territorio. Si è giunti quindi a condividere le osservazioni fatte da Golinelli C.M. [2002, p.18] “Quindi, nello studio del territorio sistema vitale, la coincidenza tra il sistema territoriale ed un’unità amministrativa rappresenta un’ipotesi possibile ma non tassativa. E’ difficile pensare che un’istituzione locale sia giocoforza un sistema territoriale semplicemente perché ufficialmente preposta all’amministrazione di un’area spaziale. Lo è, invece, di certo quando le esigenze e gli interessi diffusi degli attori localizzati sono adeguatamente interpretati, rappresentati e coordinati dall’organo di governo dell’istituzione, ossia quando riesce a compendiare nella propria azione di governo le aspettative ed istanze dei diversi attori, addivenendo ad un effettivo indirizzo e controllo dell’ambito spaziale ufficialmente attribuitogli.”12 Nella teoria dell’economia delle esperienze, Pine e Gilmore analizzano l’offerta di singole imprese e definiscono ogni business come un palcoscenico su cui esibirsi come in una rappresentazione teatrale: Work Is Theatre & Every Business a Stage. Nella nostra applicazione di tale teoria allo studio dei territori turistici [Pencarelli e Forlani, 2002 e 2005] ma anche dei centri storici [Pencarelli e Forlani, 2003], abbiamo evidenziato che, essi, possono essere descritti come dei luoghi speciali (palcoscenici) su cui vengono proposte (messe in scena) diversificati sistemi d’offerta economica da parte degli attori territoriali (persone ed organizzazioni). Rielaborando tale visione nell’ottica del ecosistema territoriale, possiamo per cui sostenere che il territorio inteso come dimensione strutturale è definibile come “un nudo palcoscenico”, su cui agiscono sistemi d’offerta economica, sociale ecc. finalizzati alla produzione di output specifici (volti alla soddisfazione di bisogni economici, sociali, ecc.) e sistemi politici-territoriali finalizzati al governo complessivo del sistema territoriale. L’organo di governo del sistema politico-territoriale a volte ha le competenze e l’autorità per fungere da regista del sistema territoriale nel suo complesso, in tal caso il sistema territoriale assume lo schema di sistema vitale. Il sistema territoriale può comunque essere in grado di rimanere vivo (vivente) tramite processi di autorganizzazione dei sistemi che ne fanno parte. Il circolo virtuoso formazione, attrattività e valore. Il rapporto dinamico fra gli elementi del sistema vitale. Il criterio sulla base del quale si sono precedentemente suddivise le varie tipologie di utenti/pubblici del territorio è anche riconducibile alla differente natura che guida le relazioni che si instaurano tra le componenti a natura pubblica del sistema territoriale stesso (sistema territoriale complessivamente considerato e sistema politico-territoriale (Ente o istituzione territoriale) e i suoi pubblici di riferimento (persone e organizzazioni di natura privata). In termini di analisi strategica della domanda Valdani e Ancarani [2000, p. 48] sostengono l’esistenza delle seguenti relazioni: “La relazione che unisce il territorio ai pubblici/clienti esterni (potenziali, nda) è identificabile nell’attrazione, nel senso che le politiche poste in essere dal territorio nei confronti di tali pubblici sono volte a richiamare all’interno del territorio stesso i possibili segmenti di clienti (imprese, investitori, turisti, ecc.).” “La relazione che unisce il territorio ai pubblici/clienti interni è identificabile nella soddisfazione, nel senso che le politiche, poste in essere dal territorio nei confronti di tali pubblici, mirano a generare e incrementare la soddisfazione dei pubblici interni, cioè dei residenti nel territorio (cittadini e imprese) e degli attori coinvolti nel processo di pianificazione territoriale (Camere di Commercio, Unione Industriali, Unione Consumatori, Apt, ecc.)” 12 Per approfondimenti Golinelli C. M. [2002, p.11-63]. Gli autori sostengono la tesi che queste relazioni siano legate fra loro dall’esistenza di una circolarità (tra soddisfazione dei clienti interni e attrattività del territorio nei confronti dei clienti esterni), e che tale circolarità deve essere gestita in modo tale da generare un continuo incremento di valore del territorio stesso. “... è possibile osservare come in realtà all’interno del modello descritto, rientri anche il ruolo dei policy maker (organo di governo, nda). Pur non avendo benefici derivanti dalla soddisfazione di interessi specifici, i policy maker dovrebbero essere comunque orientati alla generazione di soddisfazione e all’incremento del grado di attrattività del territorio in virtù del mandato a essa conferito. In una prospettiva che richiama il ruolo del management come agente all’interno dell’impresa, se la gestione è condotta negli interessi degli stakehoder rilevanti (generando soddisfazione e incrementando il valore del territorio per questi ultimi), i policy maker ricevono consenso, principalmente sotto forma di voti da parte dei residenti e di maggiori imposte da parte delle imprese (...). Del pari, se l’attrattività del territorio aumenta, affluiscono nuova ricchezza e nuovo valore sociale, così come cresce il livello di soddisfazione, economica e non degli stakehoder. Ciò si traduce in ulteriore consenso e in ulteriori entrate, innescando una spirale virtuosa tipica della circolarità soddisfazione-attrattività-valore. ” [Valdani e Ancarani, 2000, p.49]. Se la gestione è, viceversa, distruttrice di valore, con un medesimo processo logico è possibile ipotizzare l’innesco di una pericolosa spirale viziosa. In base alle ipotesi di circolarità sovraesposta gli autori sostengono la necessità, per i territori, di sviluppare un’attività di marketing strategico che, partendo dalla definizione dei pubblici a cui riferirsi e degli obiettivi da assumere a riferimento, definisca: il marketing strategico territoriale esterno, rivolto ai clienti esterni di un territorio, con l’obbiettivo dell’attrazione e della generazione di fiducia esterna; il marketing strategico territoriale interno, rivolto ai clienti interni di un territorio, con l’obiettivo della valorizzazione dell’esistente e della soddisfazione e fiducia interna. Seguendo tale ragionamento, Valdani e Ancarani [2000, p.50], arrivano a sostenere che “in termini di implicazioni manageriali, considerando la circolarità virtuosa esistente tra attrattività, soddisfazione, valore e lo stretto legame esistente tra marketing territoriale interno ed esterno, si pone un problema di management strategico del territorio in una prospettiva resource based.”13 Fig. 2 – Il marketing territoriale: il circolo virtuoso soddisfazione, attrattività, valore. Valore territorio Soddisfazione cittadini/imprese Attrattività territorio Fonte: Valdani e Ancarani, 2000, p. 49. 13 Per approfondimenti sulla prospettiva resource based applicata ai territori cfr. Caroli, Vesci, Napolitano, Galluro; Si sottolinea, innanzitutto, che la circolarità proposta da Valdani e Ancarani è da ritenersi molto significativa ed interessante perché sembra rappresentare una sorta di autopoiesi del sistema territoriale, occorre però evidenziare che, nella nostra prospettiva, non si ritiene sufficiente parlare di un unico circolo virtuoso del sistema territoriale. Si ritiene, in questa sede, più opportuno assumere la prospettiva di Noisette [1996, p.173] e parlare di almeno due circoli virtuosi distinti ma collegati14: 1. Il circolo politico del sistema politico-territoriale. Un circolo di sviluppo socioeconomico collegato all’attività di governo (politica) dell’organo di governo. Il circolo politico è finalizzato, teoricamente, alla soddisfazione delle persone residenti (cittadini elettori), in quanto sono queste ultime a generare il consenso necessario alla rielezione (voto politico) degli amministratori del territorio (organo di governo del territorio). 2. Il circolo economico dei sistemi di offerta territoriali. Sul territorio emergono uno o diversi circoli di sviluppo socioeconomico generati dai sistemi d’offerta territoriali, aventi o meno, un organo di governo riconosciuto e legittimato (sistemi, sistemi viventi, sistemi vitali). Il circolo economico è finalizzato alla soddisfazione delle imprese in quanto attori economici (industriali, commerciali, turistici, ecc.) e alla soddisfazione delle persone i qualità di consumatori (di beni, di servizi, di esperienze, di trasformazioni). I due circoli non sono sovrapposti ma si influenzano costantemente e reciprocamente. Essi però devono essere pensati, progettati e guidati dall’organo di governo del sistema politico-territoriale in modo strategico al fine di garantire uno sviluppo coerente e virtuoso dell’intero ecosistema territoriale. La visione strategica dell’organo di governo deve selezionare, indirizzare e/o supportare i sistemi d’offerta, che emergono dalla struttura territoriale, in modo tale che i circoli economici virtuosi da essi generati portino al conseguimento degli obbiettivi sociali e politici. 14 “Double circuit d’action et de sanction. C’est pourquoi la gestion urbain ne se préoccupe plus seulement des citadins. Elle est comptable devant eux du dynamique économique de la ville, pour autant que ses compétences le justifient, et elle s’intéresse donc également à l’ensemble des des acteurs économiques – disons, pour simplifier, aux entreprises (on y trouve aussi les citadins, comme consummateurs). Les élus sont ainsi au sommet d’un double circuit d’action et de sanction, politique et économique: - le circuit politique touche en priorité les citadins-électeurs, mais il n’ignore pas le pouvoir d’influence des entreprises (le citadin-consummateur et le chef d’entreprise influencent le vote de l’individu électeur qu’ils sont également). Sa sanction, c’est la réélection, résultat de l’opinion des citadins et des agents économiques; - le circuit économique touche en priorité les entreprises, mais il n’ignore pas que les citadins sont une fource économique qui pèse sur le logement, les commerces les services et les équipements. La sanctin de l’action municipale dans le circuit économique, c’est le développement de la ville, résultat de la confiance et du dynamisme des entreprises et des ménages, résultat aussi de la capacité de la ville elle-meme à faciliter les productions et les échanges. Ces deux circuits ne sont pas le décalque l’un del l’autre. Intérets économiques et pollitiques peuvent différer, y compris pour les meme agents. J’y reviendrai. Ce qui assure la cohérence des objectifs et des actions de la municipalité entre ces deux circuit, c’est la startégie de développement qu’elle a adoptée pour la ville. Cette stratégie doit en effet articuler l’action économique à la traduction sociale des objectifs politiques.” Noisette [1996, p.173-174]. Figura 3 – Il circolo politico virtuoso del sistema territoriale vitale Efficacia dei sistemi d’offerta territoriali Qualità della vita dei “proprietari” del sistema territoriale (cittadini votanti) B Risorse A C Visione strategica del territorio messa a punto dall’organo di governo Opportunità Fonte: Nostra elaborazione A Scelte strategiche di natura politica, sociale ed economica e poliche d’intervento (dirette ed indirette) sui sistemi di offerta (economica e non); B Opportunità di lavoro e di consumo create dai sistemi di offerta (economica e non); C Voto o consenso politico; Si può ipotizzare che ogni ciclo completo di tale circolo abbia una durata coincidente con la durata legislativa. (medio –lungo termine). Figura 7.4 – Il circolo economico virtuoso di un sistema d’offerta economica territoriale Qualità e Valore dei prodotti offerti dal sistema d’offerta territoriale Selezione / Aggregazione e Formazione Attori Interni Attrattività del sistema d’offerta territoriale Risorse Visione strategica Opportunità OdG Soddisfazione dei Pubblici Esterni e degli Attori Interni Fonte: Nostra elaborazione In base a quanto fin qui sostenuto si può affermare l’importanza del ruolo dell’organo di governo del sistema politico-territoriale in quanto regista complessivo del territorio 15, e dalla sua funzione di regia attivo del circolo virtuoso di crescita. 15 “Aspetto nodale nel governo del territorio è l’individuazione di chi abbia il compito di sviluppare le relative strategie e politiche di sviluppo in un ottica strategica e di marketing secondo un approccio oramai più volte definito sistemico. Tale aspetto introduce il discorso sulla cruciale tematica dell’emersione dell’organo di governo del sistema.” [Vesci, 2001, p. 44] Il problema pratico che si affronta quando si vanno ad affrontare in concreto tali temi [Pencarelli e Forlani, 2002, Pencarelli e Forlani, 2003] è però identificare quale sia la dimensione territoriale che identifica un sistema territoriale vivente o vitale. Il problema è alquanto complesso e risente dei profondi cambiamenti che stanno avvenendo in merito al governo dei territori (globalizzazione dei mercati, federalismo, Unione Europea, ecc.).16 Allo stato attuale, si ritiene indispensabile un serio sforzo d’identificazione dell’ambito territoriale per una governance efficace del sistema territoriale. In attesa di una tale riflessione, che richiederà l’intervento di competenze diverse (economisti, economisti d’impresa, sociologi, politici, ecc.), allo stato attuale “appare innegabile che la Provincia e il Comune siano istituzionalmente investiti di responsabilità in tema di governo del territorio e siano i soggetti primi tenuti ad impostare una lettura in chiave sistemica dello stesso. D’altronde, anche una interpretazione non “allargata” del dettato normativo spinge in tal senso (Paolini C., Saija A., 1995). (...), la norma (legge 142/90, nda) assegna ad entrambi gli enti funzioni di sviluppo territoriale, e probabilmente intende assegnare alla Provincia funzioni prevalentemente strategiche e di coordinamento, lasciando al Comune compiti relativamente più operativi o comunque da esercitarsi all’interno di linee programmatiche provinciali.” [Vesci, 2001, p.45]. E’ evidente, comunque, che la complessità dei sistemi territoriali è fortemente generata dalle innumerevoli connessioni (e/o collisioni) esistenti fra i due circoli di sviluppo e di scambio che devono convivere nel territorio stesso: Il circolo del sistema territoriale vitale (processo socio-politico): Visione socio-politica del territorio – Scelta e incentivazione dei sistemi d’offerta del territorio – Qualità della vita dei cittadini residenti – Consenso elettorale – ReVisione socio-politica del territorio; I circoli dei sistemi d’offerta del territorio (processi socio-economici): Visione socioeconomica del sistema d’offerta del territorio– Selezione (attrazione e aggregazione) degli attori economici – Formazione degli attori economici - Qualità e Valore del sistema d’offerta – Attrattività dei pubblici potenziali del sistema d’offerta – Soddisfazione dei pubblici di riferimento e degli attori interni – ReVisione socio-politica del sistema d’offerta del territorio. Tale considerazioni ci portano a sostenere la necessità di distinguere fra gestione del sistema politico-territoriale e gestione dei sistemi d’offerta territoriali, sottolineando che, a nostro avviso, vi è una precisa indicazione gerarchica: Il sistema politico-territoriale ha il potere, legittimato dai cittadini, di selezionare, indirizzare e controllare i sistemi d’offerta del territorio. Bibliografia AA.VV. [2003], Esperienze d’impresa. Serie speciale S/2, Università degli Studi di Salerno. Aguiari R. [1993], Le strutture commerciali come componenti dell’arredo urbano, in Imprese commerciali e sistema distributivo. Una visione economico-manageriale, Baccarani C. [1993], a cura di, Giappichelli, Torino. Antonioli Corigliano M. [1999], Strade del vino ed enoturismo. Distretti turistici e vie di comunicazione, Franco Angeli, Milano. Asworth G.J., Voogd H. [1995], Selling the City. Marketing Approaches in Public Sector Urban Planning, Wiley & Song, Chichester. Becattini G. 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