(490 aC), Museo del Louvre. Nella mitologia greca

Scena di battaglia fra achei e troiani, kylix attico a figure rosse (490 a.C.), Museo del Louvre.
Nella mitologia greca, la guerra di Troia è narrata come una sanguinosa guerra combattuta tra i
Greci e la potente città di Troia per il controllo dell'Ellesponto.
Secondo la tradizione del poema epico dell'Iliade, il conflitto ebbe inizio a causa del rapimento di
Elena, la regina di Lacedemone (la futura Sparta), ritenuta la donna più bella del mondo. Il marito di
Elena, Menelao, grazie all'aiuto del fratello Agamennone radunò un incredibile esercito, formato dai
maggiori comandanti dei regni greci e dai loro sudditi, muovendo così guerra contro Troia. Il
conflitto durò 10 anni, con gravissime perdite da entrambi i lati. Fra le vittime abbiamo Achille il
più grande eroe greco figlio del re Peleo e della dea Teti Achille era re dei mirmidoni che condusse
in molte battaglie contro Troia, però venne ucciso dal fratello di Ettore, Paride per vendicare la
morte del fratello lo colpì con una freccia al tallone, suo unico punto debole. Troia cadde dopo dieci
anni di assedio grazie all'astuto piano di Ulisse, il piano del cavallo di legno che si mostrò un vero
successo che cambiò le sorti della guerra. L'Iliade finisce in verità con la cerimonia funebre per
Ettore, la cremazione del corpo e la raccolta delle ossa in un'urna d'oro. È ancora oggetto di studi e
controversie la questione sulla veridicità storica degli avvenimenti della guerra di Troia. Alcuni
studiosi pensano che vi sia un fondo di verità dietro gli scritti di Omero, altri pensano che l'antico
poeta abbia voluto raggruppare diversi avvenimenti accaduti durante guerre e assedi, nel periodo
civiltà micenea, in un unico conflitto, quello fra greci e troiani. Alcuni studiosi pensano anche che
Omero non sia mai esistito, ma grazie alle due opere (Iliade e Odissea) è stato possibile trovare le
mura di Troia e grazie a questo ritrovamento straordinario gli storici hanno collocato
cronologicamente l'episodio verso la fine dell'età del Bronzo, intorno 1300-1200 a.C., in parte
accettando la datazione di Eratostene.
Gli eventi del conflitto sono noti principalmente attraverso l'Iliade di Omero, in quanto gli altri testi
letterari del "Ciclo Troiano", sono ormai perduti e conosciuti solo tramite posteriori testimonianze.
Singoli eventi sono infatti descritti in innumerevoli testi della letteratura greca e letteratura latina,
dipinti o scolpiti in numerose opere d'arte. Grazie a queste testimonianze è stata ricostruita la guerra
di Troia come si studia oggi nei testi scolastici. I testi più autorevoli sono pertanto senza dubbio
l'Iliade e l'Odissea di Omero, composte intorno al IX secolo a.C. Entrambi narrano una piccola parte
del conflitto, l'Iliade racconta fatti avvenuti durante l'ultimo anno di guerra, l'Odissea il viaggio di
Ulisse per tornare in patria dopo la conquista della città.
Gli altri avvenimenti dello scontro sono tratti dai cosiddetti Poemi del ciclo Epico: i canti Ciprii,
l'Etiopide, la piccola Iliade, Iliou Persis, i Nostoi e la Telegonia. Sebbene di questi poemi
sopravvivano ormai solo pochi frammenti, abbiano notizia delle trame grazie ai riferimenti di un
tale Proclo. Non sappiamo se questo Proclo sia un filosofo neo-platonico del V secolo d.C. o un
grammatico del II secolo, e nemmeno sappiamo ancora bene chi siano gli autori di questi poemi del
ciclo epico. Alcuni datano queste opere intorno al VII o VI secolo a.C., poco dopo i poemi omerici
da cui hanno preso spunto, sebbene si pensi che possano anche essere legati a tradizioni precedenti.
I poemi di Omero e quelli del ciclo epico prendono spunto dalla tradizione orale. Anche dopo la
composizione di questi testi le storie della guerra di Troia furono tramandate oralmente o in forma
non poetica. Alcuni elementi narrativi trovati in alcuni testi posteriori potrebbero essere desunti
proprio da questa tradizione orale. Le storie del conflitto circolavano inoltre grazie alle immagini
dipinte sulle anfore o sui calici.
Nei secoli successivi drammaturghi, scrittori e filosofi presero spunto dagli eventi della guerra di
Troia per le loro opere. I tre grandi tragediografi ateniesi, Eschilo, Sofocle ed Euripide, scrissero
molti drammi sui personaggi della guerra di Troia. Fra gli scrittori romani il più importante è senza
dubbio Virgilio. Nel 2º libro dell'Eneide, descrive il sacco di Troia ispirandosi sicuramente ai fatti
narrati nei poemi del ciclo epico (specialmente l'Iliou Persis).
La storia qui riportata segue l'ordine di eventi secondo le testimonianze di Proclo dell’ Iliade ,dell’
Odisseae dell’ Eneide, più altri dettati scritti da altri .
Ulisse e Achille
Ulisse qualche tempo prima si era sposato con Penelope da cui aveva avuto un figlio, Telemaco. Per
evitare la guerra si finse pazzo e cominciò a seminare sale per i campi. Palamede, il re di Nauplia,
mandato ad Itaca per convincerlo, uomo di ingegno arguto, prese il piccolo Telemaco e lo posizionò
nel solco su cui sarebbe dovuto passare Ulisse che, non volendo uccidere il figlio, girò da un'altra
parte, rivelando però così di essere ancora sano di mente e di certo pronto per partecipare alla
guerra[28].
Achille invece era stato nascosto dalla madre a Sciro, mascherato con abiti femminili per non farlo
riconoscere agli araldi mandati da Agamennone. Egli si era già unito in matrimonio con Deidamia,
figlia del re, e da questa unione era nato Neottolemo[29], detto anche Pirro (greco: Πύρρος/Pýrrhos,
"il colore del fuoco, rosso biondo"). Aiace Telamonio, cugino di Achille, il suo vecchio precettore
Fenice e soprattutto Ulisse, travestiti da mercanti, (secondo altri vi era solo Ulisse, o Ulisse e
Diomede) si recarono nella reggia di Sciro per scovare il giovane figlio di Peleo. Vi sono due
tradizioni sul riconoscimento dell'eroe. Secondo la prima tradizione Ulisse suonò un corno, chiaro
segno di un attacco nemico, ed Achille, anziché fuggire come fecero le figlie del re, afferrò una
lancia per affrontare i nemici e venne riconosciuto[30]. Nella seconda tradizione, la più famosa,
Ulisse portava con sé un cesto con degli ornamenti femminili e una spada bellissima. Achille non
osservò i gioielli ma guardò la stupenda arma e per questo venne scoperto da Ulisse e condotto al
campo acheo[31]. Secondo Pausania, Achille non si nascose a Sciro perché l'isola venne poi
conquistata durante la guerra di Troia dal Pelide stesso[32].
Le forze Achee si radunarono dunque nel porto di Aulide, in Beozia. Tutti i pretendenti spedirono i
propri eserciti eccetto re Cinira di Cipro. Sebbene lui spedì corazze ad Agamennone, come stabilito,
al posto di spedire le cinquanta navi promesse ne spedì soltanto una vera, mentre le altre erano di
fango[33]. Idomeneo, re di Creta, invece era disposto a schierare l'esercito cretese solo a patto che
avesse potuto condurre con sé un vice comandante, il nipote Merione[34]. L'ultimo comandante ad
arrivare fu Achille, che allora aveva soltanto quindici anni. Mentre i re sacrificavano ad Apollo per
garantire il proprio giuramento, un serpente divorò gli otto piccoli di un nido di passeri e in seguito
mangiò anche la madre. Secondo Calcante questo evento era un responso divino, la guerra sarebbe
durata per dieci anni[35].
La morte di Achille
Achille uccide Pentesilea, Monaco di Baviera.
Poco dopo la morte di Ettore, Pentesilea, regina delle Amazzoni, venne a Troia col suo esercito di
donne guerriere. Pentesilea, figlia di Ortrera e di Ares aveva ucciso accidentalmente la sorella
Ippolita. Venne purificata per questa azione da Priamo[66] e in cambio lottò per lui e uccise molti
greci, incluso Macaone[67] (secondo alcuni Macaone verrà poi ucciso da Euripilo[68], figlio di
Telefo) e, secondo un'altra versione, anche Achille, che venne poi riesumato per ordine di Teti.
Pentesilea venne poi uccisa da Achille che, dopo averla uccisa, si innamorò della sua bellezza.
Tersite, un soldato semplice, derise Achille per questo suo amore e scanalò fuori gli occhi di
Pentesilea. Achille uccise Tersite e, in seguito a una disputa, navigò verso Lesbo per farsi
purificare. Nel viaggio fu accompagnato da Ulisse, e i due sacrificarono ad Apollo, Artemide e
Latona.
Mentre Achille faceva ritorno a Troia, Memnone, re d'Etiopia[69], figlio di Titone ed Eos arrivò col
suo esercito ad aiutare lo zio Priamo. Egli non veniva direttamente dall'Etiopia ma da Susa, dopo
aver conquistato tutte le popolazioni fra Troia e la Persia[70]. Condusse così in Troade un esercito
formato da etiopi, persiani, assiri e indiani[71]. Indossava una corazza forgiata da Efesto, proprio
come Achille. Nella battaglia che ne seguì, Memnone uccise Antiloco che si fece colpire per salvare
il padre Nestore. Achille affrontò Memnone a duello. Zeus pesò il fato dei due eroi, vinse Achille
che uccise così l'avversario[72].
Il Pelide inseguì poi i troiani fino in città. Gli dei, vedendo come Achille aveva già sterminato gran
parte dei loro figli, decisero che questa volta era il suo turno. Venne ucciso infatti da una freccia
mandata contro di lui da Paride e guidata da Apollo [69][73]. Secondo un'altra versione venne ucciso
da una coltellata mentre sposava Polissena, figlia di Priamo, nel tempio di Apollo[74], il luogo dove
qualche anno prima aveva ucciso Troilo. Entrambe le versioni mostrano come la morte del grande
guerriero sia totalmente ingloriosa, Achille era infatti invincibile sul campo di battaglia. Le sue ossa
furono mescolate a quelle di Patroclo, furono tenuti giochi in suo onore.[75]. Dopo la morte, come
Aiace, visse nell'isola di Leuco[76] dove sposò l'anima di Elena[77]
IMMAGINI
IL CAVALLO DI TROIA
LA MASCHERA DI AGAMENNONE
ACHILLE