Carcinoma Prostatico La prostata Le ghiandole CLASSIFICAZIONE: Ghiandole ESOCRINE Ghiandole ENDOCRINE Ghiandole UNICELLULARI Ghiandole PLURICELLULARI Le ghiandole PLURICELLULARI sono costituite da una porzione secernente (parenchima) e da una rete di sostegno (stroma). Il parenchima è di natura epiteliale ed è formato da unità secernenti-adenomeri e da dotti escretori. Prostata: struttura microscopica Epitelio ghiandolare C. epiteliali basali C. colonnari secretorie C. neuroendocrine Stroma Fibroblasti, cellule della muscolatura liscia, cellule endoteliali, cellule dendritiche, nervi e vasi sanguigni Prostata: struttura microscopica Cellule epiteliali basali: Cellule staminali pluripotenti capaci di autorinnovarsi e differenziarsi; Secernono componenti della lamina basale Cellule colonnari secretorie: Secernono componenti del liquido prostatico, esprimono il recettore degli androgeni (AR) e PSA (antigene prostatico specifico) Cellule neuroendocrine: Funzione non ancora completamente compresa; sembra siano coinvolte nella regolazione della crescita dell’epitelio prostatico Prostata: struttura microscopica Epitelio ghiandolare C. epiteliali basali C. colonnari secretorie C. neuroendocrine Stroma Fibroblasti, cellule della muscolatura liscia, cellule endoteliali, cellule dendritiche, nervi e vasi sanguigni Prostata: struttura microscopica Stroma: Le cellule stromali esprimono recettori androgenici (AR) Secernono fattori di crescita regolazione omeostatica dell’epitelio Il cross-talk tra stroma e epitelio è importante per la regolazione della crescita e dell’omeostasi della prostata Il parenchima della prostata può essere suddiviso in 3 zone 1) ZONA DI TRANSIZIONE Intorno all’uretra prostatica 20% dei carcinomi prostatici 2) ZONA CENTRALE Circonda i dotti eiaculatori 1-5% dei carcinomi prostatici 3) ZONA PERIFERICA Regione posterolaterale ≥ 70% dei carcinomi prostatici Gli androgeni regolano l’omeostasi, la crescita e lo sviluppo della prostata Meccanismo di azione degli androgeni Meccanismo di azione degli androgeni Recettore degli Androgeni Struttura simile a quella di altri recettori steroidei (Domino legante il DNA e dominio legante gli androgeni in regione N-terminale) Legame diretto dei recettori androgenici a sequenze contenute nella regione regolatoria dei geni targets dette ANDROGEN RESPONSE ELEMENT (ARE) REGIONE REGOLATORIA ARE AR GENE TARGET Proliferazione I prodotti dei geni targets di AR controllano Differenziazione Angiogenesi Apoptosi Il gene del PSA, sotto stimolo androgenico, è selettivamente espresso nelle cellule prostatiche e non in altri tessuti, Il testosterone ha anche un’azione indipendente dalla trascrizione, inducendo la proliferazione attivando il pathway PI3K/Akt e MAPK Patologia BPH: iperplasia prostatica benigna Prostatite Prostata PIN: neoplasia prostatica intraepiteliale Carcinoma prostatico Durante l’invecchiamento e’ molto frequente lo sviluppo di BPH (iperplasia prostatica benigna): le cellule mantengono le loro caratteristiche ma aumentano di numero Anche lo sviluppo di PIN (neolpasia prostatica intraepiteliale) e’ associato all’invecchiamento: lesione non invasiva, caratterizzata da proliferazione cellulare dello strato secretorio e alterazioni citologiche quali ingrandimento di nucleo e nucleolo, ipercromasia nucleare Prostata normale PIN Carcinoma della prostata Lesione PIN: stadio precursore di cancro alla prostata? PIN ? CARCINOMA PROSTATICO Completa assenza di cellule basali, dotti indefiniti, fusi l’uno con l’altro INFIAMMAZIONE E CANCRO DELLA PROSTATA Negli ultimi anni si sono accumulate evidenze a supporto del ruolo critico svolto dalla infiammazione prostatica nella patogenesi del cancro della prostata Nella prostata di uomini sottoposti a prostatectomia radicale per cr prostatico sono quasi sempre presenti modificazioni infiammatorie Carcinoma della prostata LA CELLULA NEOPLASTICA La cellula neoplastica del carcinoma prostatico origina dall’epitelio prostatico Le cellule trasformate possono mantenere alcuni attributi fenotipici delle cellule colonnari differenziate come l’espressione di recettori androgenici e PSA Al contrario delle cellule epiteliali colonnari, le cellule neoplastiche sono capaci di proliferazione C. normale C. neoplastica Le cellule neoplastiche rispondono agli ormoni androgenici non solo con la differenziazione come le cellule normali, ma anche con la proliferazione differenziazione proliferazione differenziazione Nella fase iniziale dell’evento tumorigenico la crescita e la sopravvivenza delle cellule neoplastiche dipendono dagli androgeni Quando le cellule fuoriescono dalla ghiandola prostatica e proliferano nei linfonodi, nelle ossa e in altri organi, diventano progressivamente meno dipendenti dagli androgeni EPIDEMIOLOGIA Incidenza Stati Uniti 70/100000 casi anno Europa 40/100000 casi anno Asia 3-4/100000 casi anno (raro) Neri americani 137/100000 casi anno Incidenze così diverse sono imputabili a fattori genetici, stile di vita, dieta, fattori ambientali Cancro alla prostata Si stimano circa 9000 nuovi casi in Italia ogni anno Fattori di rischio: Età 40 anni: 1/10000 60-80 anni: 1/8 Origine etnica Più comune in nord america e in Europa occidentale rispetto a Asia e Sud America; Neri americani hanno un’aumentata incidenza rispetto ai connazionali bianchi Storia familiare Dieta Il rischio può essere aumentato da una dieta ricca di acidi grassi saturi Dieta RISCHIO Dieta ricca in grassi animali e carne rossa povera in frutta e verdura Consumo di vegetali e di micronutrienti antiossidanti Stress ossidativi Gli antiossidanti riducono il rischio di danno ossidativo del DNA carcinogenesi Diagnosi Dosaggio del PSA (Antigene Prostatico Specifico, enzima prodotto dalle cellule della prostata; > 4ng/mL possibile associazione con la presenza del tumore) Esame rettale Biopsia Tac, RMN, scintigrafia ossea PSA (Prostate Specific Antigen) PSA Gene della callicreina umana locallizzato nel cr. 19 Selettivamente espresso dal tessuto prostatico Espressione regolata dagli androgeni Codifica per una serino-proteasi della famiglia delle callicreine tissutali umane Sintetizzato dalle cellule colonnari secretorie e contenuto dell’eiaculato Dosabile nel siero dalla pubertà I suoi livelli aumentano con l’età e le dimensioni della prostata PSA Cut-off: PSA=4,0 ng/ml Marcatore estremamente sensibile ma non specifico del cancro della prostata Ipertrofia prostatica Prostatiti Carcinoma prostatico Rischio di tumore prostatico in relazione al livello di PSA PSA<=4,0 ng/ml 5% PSA tra 4,1 ng/ml e 9,9 ng/ml 25% PSA >=10 ng/ml 55% Diviene un marcatore specifico dopo terapia radicale per il carcinoma prostatico Estremamente utile nella valutazione della ripresa di malattia dopo terapia Cancro alla prostata ISTOPATOLOGIA Macroscopicamente: consistenza duro-elastica, superficie bernoccoluta Microscopicamente: ■ 95% Adenocarcinoma (vari gradi di differenziazione) Rare altre forme istologiche ■ ≥ 70% Origine dai gruppi ghiandolari della zona periferica ■ Frequentemente multifocale ISTOPATOLOGIA GRADING ISTOLOGICO Grado di differenziazione cellulare Correla con Il più utilizzato è il stadio sopravvivenza GLEASON SCORE Si basa sull’assegnazione di un numero, da 1 (ben differenziato) a 5 (scarsamente differenziato), in base ai patterns morfologici osservati microscopicamente. Dato che le neoplasie sono solitamente eterogenee, lo score si calcola come somma dei due tipi istologici più rappresentati con un valore finale compreso tra 2 e 10. Il Gleason score rappresenta il principale fattore che influenza la pianificazione terapeutica Carcinoma prostatico Gleason 1 Carcinoma prostatico Gleason 5 Gli stadi del cancro alla prostata (sistema TNM: dimensioni del tumore, numero di linfonodi coinvolti, metastasi) Stadio 1 (T1): tumore che interessa solo la prostata; negativo all’esplorazione rettale, negativo nella diagnostica per immagini Stadio 2 (T2): tumore più avanzato ma che rimane comunque confinato alla prostata Stadio 3 (T3): il tumore ha invaso anche i tessuti circostanti Stadio 4 (T4): tumore metastatico (linfonodi, ossa) Cancro alla prostata STORIA NATURALE Inizialmente la neoplasia si origina all’interno della ghiandola prostatica. La diffusione del carcinoma ad altri tessuti è generalmente tardiva Inizialmente il tumore diffonde nei tessuti e organi circistanti (vescichette seminali, collo vescicale, ureteri e uretra); La diffusione linfatica avviene prima nei linfonodi regionali, successivamente nei linfonodi extra-regionali; La diffusione per via ematica è generalmente successiva al coinvolgimento linfonodale, e comporta principalmente la formazione di metatstasi ossee Le metatstasi viscerali (polmoni, fegato, rene, surrene) sono tardive Le metastasi del carcinoma prostatico avvengono principalmente a livello dello scheletro Lesioni metastatiche del carcinoma prostatico: principalmente osteoblastiche Oral metastasis: report of 24 cases R.I.F. van der Waal, J. Buter, I. van der Waal British journal of oral and maxillofacial surgery, 2003, 41: 3-6 Prostatic adenocarcinoma with mandibular metastatic lesion: Case report Daniel Reyes Court, Susana Encina, Irene Levy Med Oral Patol Oral Cir Bucal 2007 Oct 1; 12(6): E424-7 Cancro alla prostata MANIFESTAZIONI CLINICHE Diverse modalità di presentazione: Carcinoma latente (o istologico) Dimostrabile casualmente alla autopsia Carcinoma incidentale Diagnosi istologica su prostata asportata per lesioni benigne Carcinoma clinico Neoplasia clinicamente manifesta Carcinoma occulto Neoplasia che si manifesta con metastasi (ossee) senza evidenze cliniche di neoplasia primitiva MANIFESTAZIONI CLINICHE Rari sintomi in fase iniziale Sintomatologia: malattia localmente avanzata o metastatica Stadi non metastatici: Disuria, urgenza minzionale, ematuria Ematospermia, disfunzione erettile Metastasi linfonodali, ossee: Dolore osseo, edema arti inferiori N.B. Oggi in oltre il 90% dei pazienti la diagnosi viene fatta tramite esplorazione rettale e/o dosaggio del PSA Terapia Osservazione (es. in pazienti anziani con tumore a crescita lenta) Prostatectomia radicale (es. in tumore localizzato) Rimozione chirurgica di prostata e vescicole seminali (anche mediante laparoscopia) Complicanze postchirurgiche Incontinenza urinaria Disfunzione erettile Terapia chirurgica Elevate percentuali di guarigione Sopravvivenza libera da progressione biochimica di malattia (risalita del PSA) dopo prostatectomia radicale per un tumore localizzato 5 ANNI 83-94%, 10 ANNI 53-91% 15 ANNI 40-57%. Terapia Osservazione (es. in pazienti anziani con tumore a crescita lenta) Prostatectomia radicale (es. in tumore localizzato) Radioterapia (es. in tumore localizzato o che comincia a espandersi ai tessuti circostanti) Irradiazione con raggi esterni Irradiazione interstiziale (brachiterapia) sorgente radioattiva temporaneamente portata all'interno della ghiandola attraverso sottili cateteri infissi con approccio transperineale (tra ano e scroto) sotto guida ecografica Radioterapia Percentuali di guarigione 5 ANNI: 50-85% Osservazione (es. in pazienti anziani con tumore a crescita lenta) Prostatectomia radicale (es. in tumore localizzato) Radioterapia (es. in tumore localizzato o che comincia a espandersi ai tessuti circostanti) intervento chirurgico (orchiectomia: ablazione dei testicoli Terapia ormonale terapia farmacologica (anti-androgeni; LH/RH analoghi) (es. in casi di tumore avanzato o ricaduta dopo chirurgia/radioterapia) Terapia Osservazione (es. in pazienti anziani con tumore a crescita lenta) Prostatectomia radicale (es. in tumore localizzato) Radioterapia (es. in tumore localizzato o che comincia a espandersi ai tessuti circostanti) Terapia ormonale (es. in casi di tumore avanzato o ricaduta dopo chirurgia/radioterapia) Chemioterapia (es. tumore avanzato, casi che non rispondono più a terapia ormonale) Carcinoma prostatico Si origina da cellule che accumulano successive mutazioni nel genoma (Knudson , 1971) gli eventi molecolari alla base dello sviluppo del tumore alla prostata non sono stati ancora definitivamente chiariti Alterazioni genetiche associate al carcinoma prostatico Predisposizione genetica Mutazioni germinali e predisposizione ereditaria RNAseL Codifica per una endoribonucleasi che svolge una funzione nel ruolo antivirale e antiproliferativo dell’interferone Riduzione di attività (es. mutazioni) /perdita di espressione di RNAseL Associate a comparsa di carcinoma prostatico Alterazioni genetiche associate al carcinoma prostatico Predisposizione genetica Mutazioni germinali e predisposizione ereditaria MSR1 Codifica per una proteina transmembrana espressa principalmente dai macrofagi Riduzione di attività (es. mutazioni) /perdita di espressione di MSR1 Associate a comparsa di carcinoma prostatico RNAseL Riduzione di attività (es. mutazioni) /perdita di espressione di RNAseL Attività IFNα Suscettibilità alle infezioni virali MSR1 Riduzione di attività (es. mutazioni) /perdita di espressione di MSR1 Vulnerabilità alle infezioni da Listeria Monocytogenes, Staphylococcus Aureus, Escherichia Coli, HSV1 RNAseL e MSR1 (geni di suscettibilità) codificano per proteine la cui funzione è importante nella risposta alle infezioni Queste mutazioni germinali hanno portato a supporre che le infezioni e/o le infiammazioni possano contribuire alla patogenesi del carcinoma prostatico Alterazioni genetiche associate al carcinoma prostatico Predisposizione genetica Mutazioni germinali e predisposizione ereditaria ELAC2 Funzione non ancora ben conpresa Perdita di attività di ELAC2 associata a carcinoma prostatico Alterazioni genetiche associate al carcinoma prostatico Mutazioni somatiche Over-espressione di ERG/ETV1/ETV4 Fattori di trascrizione appartenenti alla famiglia ETS Recentemente individuate tra il 70-80% dei casi di tumore alla prostata Individuato anche in PIN ERG è il fattore ETS più frequentemente over-espresso Riarrangiamenti di ERG sono presenti anche in altri tumori Ewing Sarcoma EWS/ERG Leucemia Linfoblastica Acuta (AML) FUS/ERG Traslocazione di ERG/ETV1/ETV4 Chr. 21 Chr. 21 TMPRSS2 ERG mRNA proteina Il risultato della traslocazione è l’over-espressione del fattore ETS coinvolto nella traslocazione Viene traslocata la regione 5’UTR (regolatoria) di TMPRSS2 TMPRSS2 viene over-espresso in presenza di androgeni (ARE: androgen response element nella regione regolatoria) Dopo la traslocazione il promotore di TMPRSS2 regola l’espressione di ERG ANCORA NON è CHIARA LA FUNZIONE BIOLOGICA DI QUESTA TRASLOCAZIONE Alterazioni genetiche associate al carcinoma prostatico Mutazioni somatiche GSTP1 Oncosoppressore Inattivazione del gene GSTP1 codifica per un isoenzima della glutatione transferasi Inattivazione di GSTP1 Favorisce reazioni di detossificazione Vulnerabilità agli stress ossidativi CDKN1B (p27kip1) Oncosoppressore p27 è coinvolto nella regolazione del ciclo cellulare Espressione di p27 Progressione del ciclo cellulare Evento che si ritrova sia nelle lesioni preinvasive (PIN) che nel carcinoma prostatico NKX3.1 Fattore di trascrizione prostata-specifico Selettivamente espresso nelle cellule prostatiche dell’uomo adulto Espressione di NKX3.1 Si associa a progressione della neoplasia Evento precoce: nel 63% dei PIN e nel 90% dei carcinomi prostatici PTEN Oncosoppressore Codifica per una fosfatasi che inibisce la progressione del ciclo cellulare: Inibisce il pathway PI3K/Akt (pathway coinvolto nella progressione e nella sopravvivenza cellulare) Espressione di PTEN Si trova anche nelle lesioni preinvasive (PIN) Generalmente dovuto a perdita della regione cromosomica 10q23 Hepsin Serin-proteasi di membrana Espressione di Hepsin Associata a invasività AMACR alpha-Methylacyl Coenzyme A Racemase Espressione di AMACR Telomerasi Aumento attività Mutazioni germinali RNAseL, ELAC2, MSR1 Epitelio normale di prostata PIN Down-regolazione /diminuzione dell’attività di NKX3.1, PTEN, p27, GSTP1 Over-espressione/aumento dell’attività di Fattori di trascrizione ETS, Hepsin, AMACR, Telomerasi Carcinoma prostatico Down-regolazione /diminuzione dell’attività di RB Overespressione di Myc Down-regolazione /diminuzione dell’attività di p53, NM23,EZH2, E-cadherin Carcinoma prostatico metastatico Gli stadi precoci del cancro alla prostata sono caratterizzati da una mantenuta sensibilità all’effetto degli androgeni Negli stadi più avanzati le cellule tumorali possono acquisire ulteriori mutazioni genetiche che le rendono indipendenti dall’azione degli androgeni (AIPC: androgen independent prostate cancer) Epitelio normale di prostata PIN Carcinoma prostatico Carcinoma prostatico metastatico AIPC Meccanismi di indipendenza dagli androgeni in AIPC (androgen independent prostate cancer) 1) Amplificazione dell’AR (individuato in circa il 30% di pazienti resistenti alla terapia ormonale) Un aumento della quantità di AR può essere presente anche in assenza di amplificazione genica 2) Aumento dell’attività della 5-α-reduttasi E’ stato individuato il polimorfismo A49T (Alanina→Treonina) che aumenta l’efficienza enzimatica della proteina. Questa variante polimorfica è associata all’alta incidenza del tumore alla prostata negli uomini africani residenti in Nord America. 3) Over-espressione di coattivatori di AR E’ stata dimostrata l’over-espressione di TIF2 e SRC1 (due attivatori di AR) in campioni di prostata e in linee cellulari. E’ quindi plausibile che in queste condizioni l’AR dia una risposta anche a concentrazioni basse di androgeni. 1) Aumento espressione AR 2) Aumento attività 5-α-reduttasi 3) Aumento espressione co-attivatori Meccanismi di indipendenza dagli androgeni in AIPC (androgen independent prostate cancer) 4)Mutazioni in AR E’ stata osservata un’alta incidenza di mutazioni somatiche a carico dell’AR in campioni metastatici Queste mutazioni possono contribuire al manifestarsi del fenotipo AIPC perchè possono alterare la specificità di AR per testosterone e DHT, rendendo il recettore capace di legare e di essere attivato anche da altre molecole Meccanismi di indipendenza dagli androgeni in AIPC (androgen independent prostate cancer) 5) Over-espressione di HER-2/neu (membro della famiglia di recettori di EGF con attivita’ tirosin-chinasica) E’ stato osservato che in linee cellulari sensibili agli androgeni l’over-espressione di HER-2/neu le rende indipendenti (possibile meccanismo di conversione da un fenotipo dipendente dagli androgeni ad uno indipendente) Si ipotizza che HER-2/neu possa attivare l’AR attraverso l’attivazione delle MAPK e di AKT Bcl-2 family Anti-apoptotic members Bcl-2, Bcl-XL, Bcl-W, Mcl-1 and A1 Kuwana et al., Mol. Cell., 17(4), 2005 Pro-apoptotic members Bax subfamily BH3-only protein Bax, Bak and Bok Bim, Bad, Bid, Bik, Bmf, Puma, Hrk, Bnip3 Origine del tumore androgeno-indipendente selezione di preesistenti cloni cellulari androgeno-resistenti Acquisizione di capacità proliferative indipendenti dagli androgeni ? La deprivazione di androgeni costituisce il trattamento cardine del carcinoma prostatico avanzato Se emergono cloni androgeno-indipendenti la neoplasia diviene insensibile a questo tipo di terapia Per questo si è alla ricerca continua di nuovi targets terapeutici Diventa molto importante definire gli eventi molecolari alla base della trasformazione tumorale nel carcinoma prostatico Nuovi targets terapeutici TMPRSS2/ERG ?