Il Tumore della mammella in gravidanza e allattamento: le

Il Tumore della mammella
in gravidanza e
allattamento:
le dimensioni del problema
Franca Sambo
UOC Prevenzione e Promozione
della Salute nelle Comunità
Dipartimento di Prevenzione Medico
Direzione Sanitaria
ASL VARESE
Qual è il rischio di ammalarsi di tumore?
• La probabilità teorica individuale di avere una
diagnosi di tumore nel corso della vita (per
convenzione nell’intervallo di tempo che va dalla
nascita agli 84 anni, 0-84) viene definita “rischio
cumulativo”.
• Si tratta di una misura ipotetica sulla rilevanza di
un certo tumore.
• Considerando il rischio cumulativo di avere una
diagnosi di qualunque tumore, questa probabilità
riguarda un uomo ogni due e una donna ogni tre
nel corso della loro vita.
AIRTUM – I NUMERI DEL CANCRO N ITALIA 2012
Quali sono i tumori più frequenti?
Escludendo i carcinomi della cute, il tumore più frequente – nel totale
uomini e donne – risulta essere quello del colon-retto, con oltre 50.000
nuove diagnosi stimate per il 2012, seguito dal tumore della mammella con
46.000 nuovi casi, di cui il 99% nelle donne; seguono il tumore del polmone
con 38.000 casi, dei quali un quarto nelle donne, e il tumore della prostata
con 36.000 casi.
Primi cinque tumori più frequentemente diagnosticati e proporzione sul totale dei
tumori (esclusi i carcinomi della cute) per sesso. Pool Airtum 2006-2008.
AIRTUM – I NUMERI DEL CANCRO N ITALIA 2012
LE DONNE E I TUMORI IN ITALIA
Nel nostro Paese una donna
ogni 3 ha la probabilità teorica
di ammalarsi di tumore nel
corso della vita, considerata
come il periodo che va dalla
nascita ai 84 anni, mentre la
probabilità di morire a causa di
un tumore (tra 0 e 74 anni)
riguarda una donna ogni
11.
Questo rischio cresce al crescere dell’età, poiché l’età rappresenta
uno dei principali fattori di rischio per la patologia oncologica:
• tra le donne in età giovanile-adulta (0-44 anni) è diagnosticato solo
il 9% del totale dei tumori;
• tra quelle in età adulta (45-64 anni) il 30%;
•il rimanente 60% tra le ultrasessantacinquenni.
AIRTUM - RAPPORTO SUI TUMORI IN ITALIA. ANNO 2011
Quanti saranno i decessi per tumore in Italia nel
2012?
Si stima che nel 2012 in Italia i decessi causati da tumore saranno circa
175.000 (99.000 fra gli uomini e 76.000 fra le donne).
Prime cinque cause di morte tumorali più frequenti e proporzione sul totale dei
decessi oncologici per sesso. Pool Airtum 2006-2008.
AIRTUM – I NUMERI DEL CANCRO N ITALIA 2012
Primi cinque cause di morte oncologica e proporzione sul totale dei
decessi per tumore per sesso e fascia di età. Pool Airtum 2006-2008.
AIRTUM – I NUMERI DEL CANCRO N ITALIA 2012
IL TUMORE DELLA MAMMELLA
Ogni anno in Italia sono diagnosticati circa 46.000 tumori
della mammella tra 0 e 84 anni (stima 2012) e si
verificano circa 11.000 decessi a causa di questa
patologia (9.000 tra 0 e 84 anni).
Tumori della Mammella femminile – Tassi di incidenza età specifici
AIRTUM – I NUMERI DEL CANCRO N ITALIA 2012
La frequenza del tumore della mammella, molto bassa nelle
prime tre decadi della vita, inizia a crescere nelle trentenni e già
nelle quarantenni raggiunge l’ordine di grandezza del
centinaio di casi ogni 100.000 donne all’anno;
questa frequenza raddoppia nelle cinquantenni e
triplica nelle sessantenni, mantenendosi poi relativamente
stabile nelle età successive.
Il tumore della mammella mostra un trend di incidenza in
crescita (in diminuzione nella nostra ASL), mentre la
mortalità è in diminuzione.
La mortalità ha risentito da un lato di una migliorata
distribuzione per stadi alla diagnosi, dall’altro
dall’applicazione di efficaci protocolli terapeutici.
AIRTUM - RAPPORTO SUI TUMORI IN ITALIA. ANNO 2011
L’incremento del numero di nuovi carcinomi della mammella negli ultimi tempi
non pare comunque determinato da un aumento del rischio di malattia,
bensì:
• dall’anticipazione della diagnosi in donne che progressivamente vengono
coinvolte in attività di prevenzione diagnostica precoce, anche in assenza di
specifici programmi;
• dalla forte riduzione della mortalità generale: le generazioni nate tra le due
Guerre Mondiali - quelle cioè a più alto rischio di Ca mammario - stanno
progressivamente entrando in gran numero nelle classi d’età più avanzate
grazie all’aumento della vita media.
A causa dell’invecchiamento della popolazione italiana, con il conseguente
allungamento della vita media (incremento molto rilevante e continuo nel
tempo), è previsto un aumento dei nuovi casi di carcinoma della mammella
per i prossimi decenni: dai 46.300 stimati per il 2012, si passerà ai 51.500
nuovi casi per il 2020 (+10%) e ai 55.100 nuovi casi per il 2030 (+17%).
AIRTUM – I NUMERI DEL CANCRO IN ITALIA - 2012
FATTORI DI RISCHIO – PREVENZIONE PRIMARIA (1)
Obesità, scarso esercizio fisico, alto consumo di carboidrati e di
grassi saturi sono considerati fattori di rischio importanti.
(Berrino F, Micheli A. Ormoni, fattori costituzionali, dieta e carcinoma mammario. Attualità in Senologia 2005;
44:12-21).
In uno studio recentemente pubblicato è stato presentato un modello di
predizione del rischio assoluto per le donne italiane, che individua tre
fattori modificabili (attività fisica, consumo di alcool e body mass index) su
cui impostare strategie di prevenzione specialmente attraverso una
regolare attività fisica quotidiana, abbinata ad una dieta equilibrata (dieta
mediterranea).
Lo studio mostra come l’intervento su questi fattori possa ridurre il rischio
in 20 anni dell’1,6% in menopausa, arrivando al 3,2% nelle donne con
anamnesi familiare positiva e al 4,1% nelle donne ad alto rischio,
percentuali che applicate all’alto numero di casi incidenti, si traducono
nella riduzione di un cospicuo numero di tumori. (Petracci E, Decarli A, Schairer C et al.
Risk factor modification and projections of absolute breast cancer risk. J Natl Cancer Inst 2011; 103:1037-1048).
AIRTUM - RAPPORTO SUI TUMORI IN ITALIA. ANNO 2011
La dieta mediterranea è un modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari tradizionali di tre
paesi europei e uno africano del bacino del mediterraneo : Italia, Grecia, Spagna e Marocco.
Nel 2008 l'Italia ha presentato richiesta all‘UNESCO affinché la dieta mediterranea venga
inserita fra i patrimoni culturali immateriali dell’umanità, riconoscimento ricevuto nel 2010.
La dieta mediterranea ha un elevato
consumo di pane, frutta, verdura,
cereali, olio di oliva, pesce e vino (in
quantità moderate) ed è basata su un
paradosso (almeno per il punto di vista
del nutrizionismo tradizionale): i popoli
che vivono nelle nazioni del
Mediterraneo consumano quantità
relativamente elevate di grassi ma,
nonostante ciò, hanno minori tassi di
malattie cardiocerebrovascolari rispetto
alla popolazione statunitense, nella cui
alimentazione sono presenti livelli simili
di grassi animali.
Sembra che la gran quantità di olio d'oliva usata nella cucina mediterranea possa
controbilanciare, almeno in parte, i grassi animali.
L'olio di oliva sembra infatti abbassare i livelli ematici di colesterolo; si pensa inoltre che il
consumo moderato di alcool durante i pasti, sia un altro fattore protettivo, forse per gli
antiossidanti contenuti nel vino.
Secondo alcuni studi, la dieta mediterranea può ridurre il tasso di mortalità delle
coronaropatie del 50%.
FATTORI DI RISCHIO
Attualmente è in corso un dibattito acceso sul ruolo della
terapia ormonale sostitutiva TOS: gli studi Women Health
Iniziative (WHI) e Million Women Study hanno dimostrato
infatti che alla TOS è legato un aumento del rischio di tumore
della mammella.
(Beral V, Million Women Study Collaborators, Bull D, et al.ovarian cancer and hormone replacement therapy in
the million Women Study. Lancet 2007; 369:1703-1710. Rossouw Je, anderson GL, Prentice RL, et al. Risks and
benefits of estrogen plus progestin in healthy postmenopausal women: principal results from the Women’s
Health initiative randomized controlled trial. Jama. 2002; 288:321-333.)
Importante, inoltre, la valutazione della storia familiare.
Sebbene la maggior parte di carcinomi mammari sia di forma
sporadica, il 5%-7% è legato a fattori ereditari, 2/3 dei quali
determinati dalla mutazione di due geni, BRCA-1 e BRCA-2.
Nelle donne portatrici delle mutazioni BRCA-1 e BRCA-2 il
rischio di ammalarsi nel corso della vita è del 50%-80%.
AIRTUM - RAPPORTO SUI TUMORI IN ITALIA. ANNO 2011
LA SOPRAVVIVENZA A 5 ANNI IN ITALIA
(DATI STIMATI)
Tumore della mammella (ICD-9 174): sopravvivenza relativa a 5 anni dalla diagnosi
per macro-area.
Tutte le età. Anno 2007
Donne
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud
ITALIA
89.6%
92.2%
91.8%
84.7%
89.8%
Verdecchia A, De Angelis R, Francisci S, Grande E. Tumori. 2007 Jul-Aug;93(4):337-44
Tumore della mammella (ICD-9 174): Trend della sopravvivenza
relativa a 5 anni dalla diagnosi. Tutte le età. Anno 2007
Verdecchia A, De Angelis R, Francisci S, Grande E. Tumori. 2007 Jul-Aug;93(4):337-44
LA SOPRAVVIVENZA A 5 ANNI IN EUROPA
Tumore della mammella (ICD-9 174): sopravvivenza relativa a 5 anni dalla diagnosi per macro-area.
Tutte le età. Anno 2007
Europa Centrale
Nord
Finlandia
85.7%
Islanda
93.4%
Norvegia
84.1%
Svezia
86.3%
Austria
81.4%
Belgio
79.7%
Francia*
NA
Germania
78.2%
Olanda
83.1%
Svizzera
84.5%
Regno Unito e Irlanda
Europa dell'Est
Inghilterra
77.8%
Irlanda
76.2%
Irlanda del Nord
79.5%
Scozia
77.3%
Galles
78.4%
Repubblica Ceca
68.9%
Polonia
73.9%
Europa del Sud
Malta
76.0%
Slovenia
75.3%
Spagna
82.8%
Verdecchia A, De Angelis R, Francisci S, Grande E. Tumori. 2007 Jul-Aug;93(4):337-44
IL CARCINOMA DELLA MAMMELLA
IN GRAVIDANZA
La diagnosi di carcinoma della mammella
durante la gravidanza rappresenta un evento
raro, ma con un profondo impatto psicologico
sulla vita della paziente, della sua famiglia e
anche del medico.
Il conflitto tra il dare la vita e metterla in
discussione crea una tensione che necessita di
grande saggezza clinica e rispetto per i
sentimenti più profondi della paziente, ma
anche coscienza dei propri limiti di fronte a
decisioni mai semplici.
DEFINIZIONE:
Il carcinoma mammario associato alla
gravidanza (PABC: pregnancy-associated
breast cancer) è definito come il
carcinoma mammario che viene
diagnosticato durante la gravidanza o
entro un anno dal termine di questa.
Il carcinoma della mammella è la più
frequente neoplasia maligna diagnosticata
durante la gravidanza, con una incidenza di
1:3.000/10.000 gravidanze.
E’ un evento raro, ma tuttavia non è
trascurabile: tasso di 25 casi/100.000
donne di età compresa tra 20 e 39 anni.
stima ASL Varese da 1 a 3 neoplasie all’anno in gravidanza.
Psyrri A, Burtness B. Pregnancy associated breast cancer. Cancer J 2005; 11: 83-95.
Pavlidis NA. Coexistence of pregnancy and malignancy. The Oncologist 2002; 7: 279–87.
Pavlidis NA, Pentheroudakis G. The pregnant mother with breast cancer: Diagnostic and
therapeutic management.Cancer Treat Rev 2005; 31(6): 439–47
L’età media alla diagnosi è 33 anni, ma è
verosimile che sia l’età che l’incidenza del
tumore mammario associato a gravidanza
possano aumentare nel futuro.
Infatti sempre più di frequente le donne
posticipano la gravidanza dopo i 35 anni,
quando il rischio di sviluppare una neoplasia
mammaria aumenta.
Pavlidis NA, Pentheroudakis G. The pregnant mother with breast
cancer: Diagnostic and therapeutic management.Cancer Treat Rev
2005; 31(6): 439–47
INCIDENZA E MORTALITA’ DEL TUMORE
ALLA MAMMELLA NELLA PROVINCIA DI VARESE
FONTE DATI :WWW.AIRTUM.IT
Problematiche aperte:
Cancro al seno in drastico aumento tra
le giovani donne?
I conti non tornano
COMUNICATO STAMPA: Associazione Italiana dei Registri
Tumori (AIRTUM)
Registri in rete numero otto, 3 luglio 2009
Da uno studio del Centro di ricerche oncologiche
di Mercogliano (Crom), affiliato alla Fondazione
Pascale di Napoli:
«… le cifre reali del big killer al femminile sono
"sorprendentemente maggiori" rispetto ai dati
ufficiali. In particolare, allarmano i dati relativi
alle donne under 45: in 6 anni si calcola un
+28,6% di casi nella fascia d’età 25-44 anni».
COMUNICATO STAMPA: Associazione Italiana dei Registri Tumori
(AIRTUM) - Registri in rete numero otto, 3 luglio 2009
Lo studio, pubblicato da Piscitelli P. et al. sul Journal of
experimental and clinical cancer research 2009, 28:86, rigetta
la validità dei dati relativi all’incidenza (ossia, il numero di
nuovi casi diagnosticati ogni anno) forniti dal Ministero della
salute perché frutto di stime statistiche.
E propone invece un metodo basato sulla conta delle schede
di dimissione ospedaliera (SDO) relative a due tipi di
interventi di chirurgico, conservativo (quadrantectomie) e
demolitivo (mastectomie).
Approccio che porta gli autori a “contare” 47.200 nuovi casi
nel 2005, contro i 37.300 del Ministero.
COMUNICATO STAMPA: Associazione Italiana dei Registri Tumori
(AIRTUM) - Registri in rete numero otto, 3 luglio 2009
«Sono dati che non trovano alcun riscontro in quelli
raccolti dalla rete dei Registri tumori» dice Eugenio Paci,
segretario nazionale dell’Associazione italiana registri
tumori (AIRTUM):
«Secondo le nostre rilevazioni, infatti, tra il 2000 e il 2005
(la stessa finestra temporale considerata dallo studio in
questione) non c’è stata alcuna variazione nell’incidenza
del tumore della mammella tra le donne italiane di età
compresa tra 0 e 84 anni che si è mantenuta stabile
attorno alle 111 nuove diagnosi ogni 100.000 donne (tassi
standardizzati per la popolazione Europea).
……. e, tra le donne più giovani, tra 25 e 44 anni (per le
quali, secondo i ricercatori del Crom, si sarebbe registrato
un incremento del 28,6% in sei anni), a noi risulta un
decremento: -2% di nuovi casi nel 2005 rispetto al 2000».
COMUNICATO STAMPA: Associazione Italiana dei Registri Tumori
(AIRTUM) - Registri in rete numero otto, 3 luglio 2009
«Mentre a non essere rappresentativa della realtà è la conta
delle SDO e questo per diverse ragioni:
• nei primi anni Duemila in alcune regioni le SDO potevano
ancora riportare informazioni incomplete e in qualche caso
errate;
• non è possibile stabilire una relazione uno a uno tra SDO e
numero di donne ammalate: nel caso di tumori bilaterali infatti
si hanno due SDO, ma la paziente è una sola;
• nel 30% dei casi di tumore della mammella si verificano
recidive dopo l’intervento: anche in questo caso, si hanno più
SDO per una sola persona;
• nel caso di tumori benigni (es. carcinomi in situ), spesso si
interviene chirurgicamente, ma questi tumori non sono
conteggiati dai Registri tumori e non rientrano nel calcolo
dell’incidenza».
COMUNICATO STAMPA: Associazione Italiana dei Registri Tumori
(AIRTUM) - Registri in rete numero otto, 3 luglio 2009
BREASTFEEDING
The role of breastfeeding as a protective factor against the later
development of breast cancer has been long suspected (LaneClaypon, 1926).
More recently, this association has been confirmed
and the magnitude of the effect estimated as a decrease in risk of
4.3% for every 12 months of breastfeeding (Collaborative Group
on Hormonal Factors in Breast Cancer, 2002).
A recent analysis of two US cohort studies (Danforth et al, 2007)
suggests that each month of breastfeeding reduces the RR by 2%
(RR¼0.98 per month, 95% CI 0.97–1.00).
British Journal of Cancer (2011) 105, S73 – S76
& 2011 Cancer Research UK All rights reserved 0007 – 0920/11
PER CONCLUDERE:
•il numero di casi di cancro di PABC (Pregnancy-Associated Breast Cancer) è
in crescita in tutto il mondo, probabilmente perché aumenta sempre più
l'età in cui le donne hanno il primo figlio e il cancro è una malattia la cui
incidenza aumenta proprio con l'età.
•L’ aumento del volume delle ghiandole mammarie, associato al turgore
ghiandolare mammario durante la gravidanza e l’allattamento, portano
spesso ad un ritardo nella diagnosi di carcinoma (mediamente di 5-15
mesi*) con la scoperta della malattia ad uno stato più avanzato rispetto a
donne lontane dalla gravidanza.
•La sopravvivenza delle donne in questo periodo della loro vita e’
paragonabile a quello di quelle non gravide a parità di stadio, anche se la
sopravvivenza globale è ridotta per il frequente ritardo diagnostico **.
*Hoover HC: Breast cancer during pregnancy and lactation. Surgical Clinics of North America 70(5): 1151-1163, 1990.
**Guinee VF, Olsson H, Moller T, et al.: Effect of pregnancy on prognosis for young women with breast cancer. Lancet 343(8913):
1587-1589, 1994.
**Petrek JA, Dukoff R, Rogatko A: Prognosis of pregnancy-associated breast cancer. Cancer 67(4): 869-872, 1991.
Grazie per l’attenzione