PRESENTAZIONE kenya

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L’AFRICA
IL KENYA
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Repubblica del Kenya – Africa
Capitale:
Capitale Nairobi
Popolazione:
Popolazione 31.138.735
Superficie: 582.650 km²
Lingue:
Lingue Swahili, inglese
Religioni:
Religioni anglicani e quaccheri 45%,
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Moneta:
Moneta scellino keniota
Etnie: l’etnia più numerosa è
cattolici 35%, musulmani 11%,
religioni tradizionali 9%. Altri
(includono induismo, animismo,
sikhismo, jainismo e il credo di bahá'í.)
rappresentata dal gruppo bantu dei
kikuyu (21% della popolazione); altri
gruppi relativamente numerosi sono i
luhya (14%), i kamba (11%), tutti di
lingua bantu, i luo (13%), di lingua
nilotica, e i kalenjin (11%), paranilotici.
NAIROBI
Capitale del Kenya
Storia del Kenya
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Il Kenya ottenne l’indipendenza dall’Inghilterra il 12 dicembre 1963 e le elezioni di
quell’anno portarono Jomo Kenyatta alla presidenza del paese.
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Nel 1978, alla morte di Kenyatta, fu eletto presidente Daniel Arap Moi che
proseguì la politica del suo predecessore; nel 1982 approfittando di un fallito golpe
da parte dell'esercito, Moi riuscì a consolidare il proprio potere, perseguitando
come traditori i suoi oppositori politici e introducendo nel paese il monopartitismo.
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Con la fine della guerra fredda, il mondo occidentale cominciò a condannare i
metodi dispotici e polizieschi del governo di Moi, che, messo alle strette dalla
minaccia di sospendere gli aiuti economici, reintrodusse nel paese il
multipartitismo: tuttavia, grazie alla disorganizzazione delle forze d'opposizione,
che non riuscirono a trovare un accordo sul proprio candidato, Moi fu confermato
alla presidenza sia nelle elezioni del 1993, sia in quelle del 1997.
Storia del Kenya
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Alle elezioni presidenziali del 2002 Moi non si presentò come candidato,
segnando di fatto il crollo del proprio regime dopo 24 anni di dominio: il
nuovo presidente fu Mwai Kibaki che avrebbe avuto l'incarico di
risollevare le sorti del Kenya.
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Le elezioni del 2008, però, furono segnate da un'esplosione di violenza
etnica che proseguì anche dopo la proclamazione di stretta misura della
vittoria del partito del presidente uscente: solo grazie alla mediazione di
Kofi Annan si giunse ad un armistizio tra le fazioni, con l'intesa che il
presidente Kibaki ed il suo principale rivale Odinga governassero insieme:
quest'ultimo è stato quindi nominato primo ministro.
Wangari Muta Maathai
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Wangari Muta Maathai è nata nel 1940 a Nyeri in Kenya. Fondatrice del
Green Belt Movement e promotrice di innumerevoli iniziative in difesa della
natura e dei diritti civili, è stato sottosegreterio al Ministero dell’Ambiente
keniota. Nel 2004 ha vinto il premio Nobel per la pace “per il suo contributo
allo sviluppo sostenibile ai diritti umani e alla pace”. Si è spenta nel Settembre
2011.
Green Belt Movement
Situazione attuale
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Più di 10 milioni di persone rischiano la vita per la siccità che si è abbattuta sul Corno
d’Africa, la più grave degli ultimi 60 anni.
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Il Kenya è considerato dall’Onu Paese affetto da carenza idrica cronica, aggravata dalla
mancanza di piogge a partire dal 2009.
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Circa 3,5 milioni di persone sono gravemente colpite dalla siccità e 2,4 milioni si trovano in
stato di insicurezza alimentare.
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L’impatto della siccità è reso ancora più drammatico per il fatto che dal 2008 (inizio della
crisi economica globale) il Kenya viveva già un aumento dei prezzi alimentari e della
benzina, rendendo ancora più precari servizi come i trasporti, l’accesso a strutture sanitarie, il
trasporto dell’acqua, la distribuzione di cibo.
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In più, dalla vicina Somalia continua l’esodo di persone che scappano dalla fame e dalla
guerra.
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Nei campi per rifugiati a Dadaab in Kenya sono 60.000 i somali giunti nell’ultimo anno,
circa 100.000 in tutto il Paese
Emergenza idrica
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La siccità equivale a perdita dei raccolti e morìa del bestiame.
Per assicurarsi la sopravvivenza, i contadini kenioti hanno iniziato ad abbattere alberi per
produrre legname e carbone, ma la deforestazione aumenta l’erosione del suolo e riduce la
capacità del terreno di trattenere l’acqua.
La siccità aggrava le emergenze sanitarie, soprattutto per i bambini.
Nascere in un periodo di grave siccità significa avere minori speranze di vita:
bambini con meno di 5 anni di età hanno tra il 36% e il 50% di probabilità di incorrere in
problemi di malnutrizione.
Acqua impura e mancanza di igiene costituiscono la 2° causa di morte tra i bambini nel
mondo.
Preoccupante è la scarsità di acqua potabile.
Il semplice uso di acqua pulita ridurrebbe in breve il tasso di mortalità infantile di oltre il
20%.
AMREF fronteggia l’emergenza per ridurre gli effetti acuti della siccità sulle condizioni
sanitarie delle popolazioni colpite: fornitura di cibo, acqua potabile e cure sanitarie al fine di
prevenire lo scoppio di epidemie come il colera e la dissenteria.
La scuola
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Una delle aree più povere di tutto il Kenya è la regione costiera con le sue
zone rurali, a pochi chilometri dalle spiagge di Malindi frequentate dai turisti.
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La popolazione locale vive in seria difficoltà, soprattutto i bambini.
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L’età media della popolazione del Paese è di 18 anni, e il 42% degli abitanti ha
tra 0 e 14 anni d’età: dunque circa 16,5 milioni di persone sono in età scolare.
Il percorso per garantire l’educazione primaria gratuita in Kenya ebbe inizio a
partire dagli anni ’60, all’indomani dell’indipendenza.
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Ma si arriva al 7 febbraio 2003 per il raggiungimento di un passo concreto: il
Governo del Presidente Kibaki ha reso gratuita e obbligatoria la scuola
primaria in tutto il territorio nazionale.
Da allora, circa 1,5 milioni di bambini sono tornati a scuola, ma la
situazione del sistema scolastico è ancora molto precaria.
Sono aumentate le iscrizioni dei bambini senza ampliare il numero
dei docenti, le scuole sono fatiscenti, prive di garanzie igienicosanitarie minime, mancano aule, servizi igienici, acqua potabile.
In queste condizioni è impossibile seguire un percorso scolastico con
regolarità.
L’azione di Amref
• AMREF promuove la salute tra i bambini
delle scuole del Kenya attraverso la
costruzione o il miglioramento di
infrastrutture scolastiche, garantendo nelle
scuole condizioni igienico-sanitarie corrette
e diffondendo tra gli alunni e i docenti le
nozioni fondamentali di educazione
sanitaria.
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