artroprotesi di ginocchio

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prof. pier paolo mariani
www.pierpaolomariani.it
INFORMAZIONI PREOPERATORIE
www.villastuart.it
ARTROPROTESI DI GINOCCHIO
Gentile Sig. ra/re,
L’intervento a cui Lei verrà sottoposto è chiamato Protesi Totale di
Ginocchio (PTG).
La protesizzazione di un’articolazione rappresenta uno dei principali
successi in campo ortopedico di questo secolo.
Nell’ultimo decennio, i miglioramenti ottenuti nelle metodiche
chirurgiche e nei materiali tecnologicamente avanzati hanno permesso
di perfezionare i risultati, sia a breve che a lunga distanza della
protesizzazione del ginocchio.
In Europa si eseguono ogni anno circa 230.000 protesi totali di
ginocchio e negli Stati Uniti circa 300.000, tanto che la sostituzione
protesica di ginocchio può annoverarsi tra gli interventi di routine.
Al termine delle varie fasi pre e post – operatorie, che cercheremo di
spiegarLe con cura, sarà in grado di svolgere normali attività quotidiane con maggiore facilità, ma
soprattutto in maniera indipendente e senza dolore.
Con questo opuscolo intendiamo permetterLe una più completa comprensione dei principi di base
dell’intervento di protesizzazione, e di meglio preparLa al decorso post – operatorio.
IL GINOCCHIO
L’articolazione del ginocchio è costituita in realtà da due articolazioni: tra femore e tibia e tra femore
e rotula. Il ginocchio è un’articolazione particolarmente complessa che consente, oltre alla flessione e
all’estensione, movimenti combinati quali la rotazione e lo scivolamento osseo.
L’estremità inferiore del femore e l’estremità inferiore della tibia sono rivestite dalla cartilagine articolare,
tessuto molto delicato, che serve ad ammortizzare il peso del corpo ed a ridurre l’attrito tra le ossa.
Inoltre, l’articolazione è avvolta da una capsula articolare con funzioni di contenimento, a sua volta
rivestita da una membrana sinoviale con funzioni di lubrificazione e nutrizione delle strutture articolari.
Quando è necessario sottoporsi ad un intervento di ptg
Nel corso degli anni, il tessuto cartilagineo, subisce fisiologiche modificazioni della sua struttura
divenendo più fragile. Alla presenza di fattori predisponesti, quali eccesso di peso ponderale,
alterazioni dell’asse meccanico, (ginocchio varo o valgo), postumi di frattura etc, la cartilagine si
frammenta, mettendo a nudo le superfici ossee dell’articolazione.
La progressiva distruzione dello strato cartilagineo, che comporta un contatto diretto tra osso e
osso, con conseguente necrosi ossea parziale e deformazione dell’articolazione, è responsabile
del dolore per i fenomemi infiammatori che si instaurano ed avvengono a questo punto
molteplici modificazioni dei tessuti ossei, legamentosi, meniscali e della membrana sinoviale che
si compendiano nel quadro clinico dell’artrosi.
La conseguenza clinica della riduzione dello strato cartilagineo e dell’infiammazione cronica è
la comparsa della tumefazione e di un dolore, inizialmente ad insorgenza notturna, che con
l’aggravarsi della malattia diviene continuo e che si acuisce con la deambulazione. Nelle forme
più gravi della malattia, la deambulazione senza dolore è possibile solo per brevi tratti.
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Altra conseguenza dell’artrosi è la progressiva ed invalidante riduzione del movimento articolare. Le scelte
terapeutiche riguardanti questa condizione si basano quasi completamente sul grado di dolore percepito. Se
il dolore fosse di modesta entità tale da non condizionare eccessivamente il proprio stile di vita, la malattia
artrosica è gestibile con periodici trattamenti medici e/o fisioterapici.
Inoltre, con altri piccoli accorgimenti, quali un bastone da passeggio, un supporto per il ginocchio ed una
progressiva riduzione del peso corporeo, si riesce ad ottenere un buon controllo sul sintomo primario,
ossia il dolore. Esauriti tutti i tentativi di trattamento non chirurgico, quando il dolore diviene intenso e
condiziona in maniera considerevole il proprio stile di vita, può diventare necessaria una PTG.
L’intervento di protesi articolare totale del ginocchio consiste nel ricostruire la superficie delle ossa
mediante una protesi, la quale, come il ginocchio normale, avrà superfici lisce ed in grado di sostenere
carichi. Per ogni tipo di impianto è prevista un’ampia gamma di modelli realizzati in taglie diverse.
La scelta del tipo di protesi è dettata dalla conformazione dell’osso, dal peso e dall’attività fisica del
paziente. I materiali impiegati per le protesi sono di elevato livello tecnologico e garantiscono una
compatibilità pressoché assoluta ed una tollerabilità a lungo termine (biocompatibilità).
I materiali oggi più usati consistono in leghe di metalli (la componente femorale), progettati
specificatamente per uso medicale, e polimeri (la componente tibiale) ad elevata biocompatibilità.
Qualora fosse allergica ad alcuni metalli, specie il Nichel, deve avvisare il suo chirurgo che potrà
scegliere protesi di materiale non allergizzante.
Così come per il ginocchio “normale”, anche le protesi sono sottoposte ad usura dipendente dai
carichi dettati da peso corporeo e dal tipo di attività svolta; pertanto, non è possibile fornire una
garanzia funzionale illimitata, sebbene lo sviluppo dei nuovi materiali consenta durate che sino a dieci
anni fa apparivano del tutto impossibili.
L’INTERVENTO CHIRURGICO
L’intervento chirurgico avverrà il giorno successivo il suo ricovero. Sin dal primo giorno del ricovero
è iniziata la terapia medica per la prevenzione della flebotrombosi e dell’infezione, che costituiscono
le principali e più temibili complicazioni della sostituzione protesica del ginocchio.
Prevenzione antitrombotica
Sin dal primo giorno di ricovero, sarà eseguita una terapia medica al fine di prevenire la flebotrombosi,
che rappresenta una complicazione post – operatoria di variabile incidenza.
La durata della terapia è variabile, ma usualmente deve essere proseguita oltre la dimissione dalla
Clinica. Qualora Lei abbia sofferto in passato di patologie trombotiche o in presenza di varici venose
degli arti inferiori, lo schema terapeutico può essere incrementato e prolungato nel tempo, secondo
le prescrizioni del collega angiologo.
Sin dall’immediato periodo post – operatorio, sono applicati al piede due particolari calzettoni
pneumatici o pompe venose. La funzione di tali apparecchiature è di comprimere le Sue estremità
in maniera sincrona all’attività cardiaca, favorendo così il ritorno venoso ed evitando la stasi causata
dall’inattività della pompa muscolare.
Prevenzione antibiotica
La complicazione infettiva incide negativamente sul risultato post – operatorio ed è frequentemente
causata da focolai infettivi silenti (dentari, urinari, intestinali), al momento dell’intervento. Per la Sua
prevenzione sarà approntato un protocollo antibiotico che deve essere proseguito dopo la dimissione
dalla Clinica. Se nei giorni antecedenti l’intervento Lei avesse sofferto di un’infezione (urinaria,
cutanea, dentale, etc) è pregato di mettersi in contatto con i sanitari curanti. Tale processo infettivo
può costituire una controindicazione assoluta all’intervento.
Durante tutto il decorso dell’intervento, in aggiunta al sangue delle autotrasfusioni, attueremo il
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recupero intraoperatorio, ovvero raccoglieremo il sangue che fuoriesce dal taglio dell’osso e che in seguito
verrà trasfuso.
Al termine dell’intervento, che in media dura 2 ore, Le verranno applicati due drenaggi, per il flusso del
sangue che inevitabilmente si raccoglie all’interno dell’articolazione e Le verrà confezionato un bendaggio
semirigido.
Problemi post-operatori
Dolore anteriore di ginocchio: Con tale termine si indica la presenza di sintomatologia dolorosa,
localizzata in corrispondenza della rotula, della porzione superiore della tibia o del tendine rotuleo che si
manifesta tipicamente sotto sforzo. Tale dolore può essere causato da molteplici fattori, quali tendiniti della
rotula, sovraccarico sulla rotula, una non corretta rieducazione post-operatoria o una persistente ipotrofia
del quadricipite.
Dolore peri-articolare: Si tratta di una sintomatologia dolorosa di intensità variabile e diffusa al ginocchio
peri-articolare. Tale sintomatologia può essere causata da una generica intolleranza alla protesi. In tali casi,
un trattamento medico o riabilitativo prolungato può risolvere la sintomatologia dolorosa.
Complicazioni: oltre alle sopracitate complicazioni, un’altra complicazione è rappresentata dalla rigidità
articolare, che si può instaurare per scarsa collaborazione nelle prime fasi del protocollo riabilitativo. Una
limitazione della massima flessione può invece residuare spesso ma è tale da non impedire le normali
attività che richiedano anche un accosciamento prolungato.
IL RICOVERO
Il Suo ricovero è previsto per la sera precedente il giorno programmato per il Suo intervento, presso la
“Casa di Cura Villa Stuart”, sita in Roma, Via Trionfale 5952, telefono 06 355281.
Alcuni giorni prima del ricovero, verrà contattato direttamente dalla Segreteria Ricoveri della Casa di Cura
che prenderà nota delle Sue esigenze e Le fornirà tutte le informazioni e modalità del ricovero.
La sera precedente il ricovero potrà effettuare una normale cena, non essendo necessaria una particolare
preparazione all’intervento, ad eccezione dell’obbligo di digiuno (sia solido che liquido) dalle ore 24.00. Se
l’intervento fosse programmato per le ore pomeridiane, la mattina dell’intervento potrà effettuare una leggera
colazione liquida ( un caffè o tazza di tè). Durante la degenza, sino a dopo l’intervento, non possono essere assunti
cibi e bevande, acqua compresa. Per qualsiasi informazione di natura amministrativa inerente alla degenza, può
prendere contatto direttamente con l’Amministrazione della Casa di Cura.
IN ATTESA DELL’INTERVENTO
Predepositi di sangue
In questo tipo di intervento chirurgico è prevedibile una perdita di sangue importante, specie nella fase post
– operatoria, per cui si rende indispensabile il suo reintegro. Per l’intervento di artroprotesi sono usualmente
necessarie due Unità di sangue intero (500cc circa). Qualora non vi siano particolari controindicazioni (anemie,
patologie della coagulazione del sangue, età avanzata, etc.), è consigliabile ricorrere al proprio sangue.
Ciò si ottiene eseguendo il prelievo del sangue necessario in due sedute a distanza di alcune settimane l’una
dall’altra; in ogni seduta verrà prelevata una sacca di sangue (250cc circa) ed in seguito adeguatamente
preparata dal centro trasfusionale per poter essere utilizzata dopo il Suo intervento.
I predepositi devono essere effettuati presso l’emoteca dell’ospedale Villa S.Pietro, sito in Roma, Via Cassia
600, a cui afferisce per legge la Casa di Cura Villa Stuart, a distanza di 15 giorni l’uno dall’altro. Pertanto, è
necessario circa un mese per la programmazione del Suo intervento.
Durante tale periodo, dovrà recarsi al sopraccitato Ospedale per effettuare la visita ematologia, che dovrà
stabilire che non vi siano controindicazioni all’autotrasfusione ed i predepositi.
Il giorno della visita ematologia, dovranno essere portati in visione al Centro Trasfusionale sia la
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richiesta di autotrasfusione (moduli appositi che Le forniremo), sia i sottoindicati esami ematologici e
strumentali eseguiti preventivamente:
Emocromo completo con formula e piastrine
Fibrinogeno
Protidogramma elettroforetico
E.C.G. con referto
PT e PTT
Rx torace con referto
Il giorno dell’intervento, il Suo deposito di sangue sarà prelevato dall’emoteca dell’ospedale a cura
della Casa di Cura e conservato in appositi refrigeratori sino al suo utilizzo dopo l’intervento.
Analisi preoperatorie
Prima di essere sottoposto ad intervento chirurgico, gli esami potranno essere effettuati presso
strutture o Specialisti di Sua fiducia, o direttamente presso la Casa di Cura. Nel caso Lei sia in possesso
di esami effettuati in precedenza, questi possono essere ritenuti validi purché non antecedenti di tre
mesi la data dell’intervento:
Emocromo completo con formula
Piastrine
V.E.S.
Creatininemia
Transaminasi
Azotemia
Glicemia
Colinesterasi
C.P.K.
PT – PTT – Fibrinogeno – Elettrolidi
Gruppo Sanguigno
Esame Urine
HbsAg, HCV
Esame radiografico con referto
Visita angiologia con esame Ecocolor Doppler degli arti inferiori
Visita cardiologia con referto ed Elettrocardiogramma con referto
Esami radiografici
Rx bacino ed arti inferiori in toto in Antero Posteriore, sotto carico ed
a distanza focale di 1.20 metri
Rx ginocchio in Antero Posteriore, sotto carico, con ginocchio flesso
a 45 gradi
Rx ginocchio in Antero Posteriore e Laterale in massima estensione
Rx assiale di rotule a 60 gradi
Tutti gli accertamenti radiografici, ad eccezione della radiografia del torace, devono essere consegnati
una settimana prima dell’intervento presso la mia segreteria, allo scopo di consentirci la scelta del tipo
di protesi più adatta a Lei.
Il giorno del ricovero, riceverà la visita di un mio collaboratore per la stesura della cartella clinica.
Alcuni individui sono portatori sani di malattie infettive a trasmissione ematica; tra queste, le più note
sono l’Epatite B, l’Epatite C e l’A.I.D.S.. Nel caso in cui Lei fosse a conoscenza di una positività al test
per una qualsiasi delle sopraindicate malattie, Le saremmo grati se volesse segnalarcelo, in modo da
consentirci di mettere in atto particolari misure precauzionali durante l’intervento.
Augurandomi che questo opuscolo le sia stato utile, la informo che sia io sia i miei
collaboratori siamo a sua completa disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
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