Rivista Italiana di Genetica e Immunologia Pediatrica - Italian Journal of Genetic and Pediatric Immunology Anno I numero 3 - ottobre 2009 | direttore scientifico: Carmelo Salpietro - direttore responsabile: Giuseppe Micali Mevalonico aciduria Piera Vicchio, Antonella Talenti, Vanessa Raffa, Andreea Deak, Giovanna Elisa Calabrò, Vincenzo Salpietro, Antonino Randazzo, Luisa Grasso, Italia Loddo, Annalisa Famiani, Valeria Chirico, Barbara Russo, Rosangela Caruso, Caterina Munafò, Romina Gallizzi, Carmelo Salpietro Dipartimento di Scienze Pediatriche, UOC Genetica e Immunologia Pediatrica, Università di Messina Egregio direttore, sulla scorta di un caso clinico di nostra recente osservazione, gradiremmo ricevere ospitalità sulla RIGIP per una sintetica revisione che riteniamo, possa essere utile nella pratica clinica quotidiana. Abstract Mevalonic aciduria is a rare autosomal recessively inherited disorder caused by deficiency of mevalonate kinase leading to a defect in the cholesterol biosynthesis. MVK gene is located in chromosome 12q24 and, its mutations (homozygosity or compound heterozygosity), cause an error of cholesterol biosynthesis with accumulation of mevalonic acid. Mevalonate kinase alterations are also responsible of Iper-IgD syndrome. The diagnosis of MVA should be suspected in patients with dysmorphic features, psychomotor retardation, failure to thrive, hepatosplenomegaly and recurrent febrile episodes. An elevated excretion of mevalonic acid in urine is a feature of this condition, even if the diagnosis is confirmed by low activity of mevalonate kinase o by molecular analysis of MVK gene (presence of 2 disease causing mutations). There is no therapeutic regime until today, but administration of ubiquinone-50 together with vitamin C and E seems to improve the outcome of these patients. Riassunto La Mevalonico aciduria (MVA) è una rara malattia a trasmissione autosomica recessiva causata da un deficit dell’enzima mevalonato chinasi (MK), che si traduce in un difetto della biosintesi del colesterolo. Il gene MK è localizzato sul cromosoma 12q24 e mutazioni in omozigosi o eterozigosi composta a carico di tale gene provocano un blocco della sintesi di colesterolo con accumulo a monte di acido mevalonico. Alterazioni dello stesso enzima e conseguenti riduzioni dell’attività della MK sono responsabili di un’altra condizione autoinfiammatoria, la Sindrome da Iper-IgD (HIDS). La diagnosi di MVA dovrebbe essere sospettata nei pazienti con lievi note dismorfiche, ritardo dello sviluppo psicomotorio, scarso accrescimento staturo-ponderale, epatosplenomegalia ed episodi febbrili ricorrenti. Un’elevata escrezione di acido mevalonico nelle urine è caratteristica di questa condizione, anche se la conferma diagnostica è raggiunta tramite il riscontro di una bassa attività dell’enzima MK o con l’analisi molecolare del gene MK (presenza di 2 mutazioni che causano la malattia). Ad oggi non esiste uno specifico trattamento, ma la somministrazione di ubiquinone-50 associato a vitamina C ed E sembra migliorare l’outcome di questi pazienti. Discussione La Mevalonico Aciduria (MVA) è una malattia a trasmissione autosomica recessiva causata da mutazioni a carico del gene MVK e quindi del suo prodotto, l’enzima mevalonato chinasi (MVK), che portano ad un’alterata produzione di isoprenoidi e steroli. La MVK, che catalizza la fosforilazione del mevalonato a 5-fosfomevalonato, segue l’HMG-CoA reduttasi nella via biochimica che porta alla biosintesi degli isoprenoidi. Questi ultimi sono importanti componenti delle membrane cellulari della maggior parte delle cellule eucariotiche. Le membrane cellulari dei vertebrati, compreso l’uomo, contengono in particolare un tipo di sterolo, il colesterolo, componente essenziale delle membrane cellulari; indispensabile precursore degli acidi biliari, lipoproteine e ormoni steroidei. Tutte le cellule dell'organismo umano sono capaci di sintetizzare colesterolo a partire dall'acetilCoenzima A, ma la maggior parte viene prodotto nei perossisomi delle cellule epatiche che lo trasferiscono al sangue per il trasporto in tutto l'organismo. La biosintesi del colesterolo, che ha sede nel citoplasma della cellula, può essere suddivisa in 2 fasi: sintesi pre-squalenica e sintesi post-squalenica, la prima delle quali prevede la formazione del mevalonato (figura 1). E’ proprio in questa prima fase che si estrinseca il difetto alla base della MVA, con accumulo a monte del precursore del mevalonato, l’acido mevalonico. La MVK è il secondo enzima (dopo l’HMG-CoA reduttasi) della via metabolica che porta alla biosintesi del colesterolo. E’ stato dimostrato che l’attività di questo enzima è regolata tramite feedback negativo dai prodotti intermedi del pathway della biosintesi del colesterolo, tra cui il geranilpirofosfato, il farnesilpirofosfato ed il geranilgeranilpirofosfato. Biosintesi pre-squalenica: la prima tappa di regolazione della biosintesi del colesterolo è la trasformazione dell’idrossimetilglutarilCoA a mevalonato. I composti intermedi che si formano nel corso di questa via metabolica sono essenziali nelle modificazioni post-trascrizionali di una moltitudine di proteine, coinvolte nel signaling intracellulare, nella crescita e differenziazione cellulare e nella glicosilazione – assemblaggio del citoscheletro. Il gene MVK mappa nel braccio lungo del cromosoma 12 (12q24). E’ lungo 22 kb e contiene 11 esoni e 10 introni. Le mutazioni responsabili della MVA finora descritte sono 7. Si tratta soprattutto di mutazioni missense che portano alla formazione di una proteina tronca. Alcune mutazioni sono state riscontrate state riscontrate sia nella MVA che nella HIDS (fig. 1). Nonostante il difetto genetico sia noto da tempo, il meccanismo molecolare alla base del fenotipo infiammatorio non è stato ancora identificato. Ancora poco chiaro il legame tra deficit di mevalonato chinasi e infiammazione; infiammazione che potrebbe derivare sia da un eccesso di acido mevalonico, che dal deficit di prodotti della biosintesi di isoprenoidi, oltre alla stimolazione del sistema immunitario con successiva eccessiva produzione di IgD, IgA, IL-1β e Leucotriene E4 (nelle urine). Recenti studi hanno dimostrato che la carenza di uno o più prodotti della biosintesi degli isoprenoidi, e non l’eccesso di acido mevalonico, può indurre la produzione di citochine pro-infiammatorie (fig. 2). La Mevalonico aciduria è una malattia rara. Fino al 2006 sono stati descritti 30 casi nella letteratura internazionale. E’ comunque possibile una sottostima della reale incidenza della malattia per le difficoltà diagnostiche, specie delle forme moderate. Sintomatologia La variabilità fenotipica della MA è notevole (Tab. 1). La forma severa può portare ad exitus nei primi mesi di vita o anche a morte intrauterina, ed è caratterizzata da malformazioni congenite quali microcefalia, dolicocefalia, fontanella bregmatica ampia ed irregolare, basso impianto delle orecchie (ruotate posteriormente), sclere blu e cataratta. La sintomatologia neurologica comprende ipotonia, ritardo dello sviluppo psicomotorio, atassia associata ad atrofia cerebellare. Costante è il riscontro di scarso accrescimento ponderale e frequenti sono le alterazioni ematologiche quali, anemia, leucocitosi e trombocitopenia che, talvolta, portano a diagnosi errate quali, infezioni congenite o sindromi mielodisplastiche. Tab. 1 Anomalie congenite Sintomi neurologici Altro • Microcefalia, dolicocefalia • ritardo dello sviluppo psicomotorio • crisi di febbre (4-5 gg) • basso impianto delle orecchie • atrofia cerebellare • scarso accrescimento ponderale • sclere blu e cataratta • ipotonia • alterazioni ematologiche • fontanella bregmatica ampia ed irregolare • atassia • vomito e diarrea (in corso di febbre) La maggior parte degli affetti presenta frequenti crisi di febbre della durata di 4-5 giorni, associata spesso a vomito e diarrea, artralgie, edema sottocutaneo e rash morbilliforme. Gli esami di laboratorio durante tali crisi mostrano un aumento delle proteine della fase acuta (VES, PCR, leucocitosi), un’anemia di grado lieve-moderato ed un aumento delle transaminasi e della creatinfosfochinasi, nelle forme più severe di malattia. In genere gli episodi febbrili ricorrenti diminuiscono nel corso degli anni. Per il momento comunque, non è stato possibile effettuare una chiara correlazione genotipo-fenotipo. Poco si sa sull’outcome a lungo termine dei soggetti affetti da MVA di grado moderato, ma in età prescolare, diventano predominanti i sintomi neurologici (atassia cerebellare) e oculari, in particolare uveite, cataratta e degenerazione retinica. Diagnosi Nella MA l’attività enzimatica residua della MK è spesso indosabile (<1%) nei fibroblasti in coltura, mentre una attività enzimatica variabile, stimata in vari studi tra l’1 e il 15%, è presente nei soggetti affetti da HIDS. Il risultato è che l’escrezione di acido mevalonico nelle urine è significativamente diverso tra le 2 sindromi variando da 1-56 mol/mol creatinina (nella MA) a 0.004-0.028 mol/mol creatinina (nella HIDS). L’aumento dell’acido mevalonico nelle urine, nel plasma o nel liquido cerebrospinale può essere di aiuto nella diagnosi della MVA, anche se tale dosaggio, nei pazienti con MVA moderata (o affetti da HIDS), può risultare aumentato solo durante gli attacchi febbrili. La diagnosi dovrà essere confermata con l’analisi molecolare del gene MVK o con il dosaggio immuno-radiometrico (Immuno-Radiometric-Assay) dell’MVK nei globuli bianchi o in fibroblasti in coltura. Terapia La terapia della MVA non è stata ancora ben codificata. Sono stati effettuati vari tentativi terapeutici con una supplementazione di colesterolo (che però ha causato effetti collaterali quali diarrea e malessere generale), e con l’utilizzo di statine. Il razionale per l’impiego di tali farmaci è il fatto che queste competono con HMG-CoA reduttasi, bloccando la conversione del HMG-CoA in acido mevalonico. Interrompendo la sintesi di colesterolo nel fegato, le statine attivano la produzione di HMG-CoA reduttasi microsomiale e del recettore delle LDL sulla superficie cellulare. La terapia con lovastatina in 2 pazienti MVA ha dato però importanti effetti collaterali quali febbre, miopatia, peggioramento dell’atassia, diarrea ecc. che hanno portato alla sospensione del trattamento. L’utilizzo dei corticosteroidi (prednisone al dosaggio di 2 mg/kg/die), si è invece dimostrato efficace in corso delle crisi febbrili, con risoluzione delle stesse entro 24 ore. Infine, la somministrazione di ubiquinone-50, associata a vitamina C ed E sembra ridurre il ritardo psicomotorio e di crescita. Diagnosi prenatale e consulenza genetica Essendo la MVA una malattia autosomica recessiva il rischio di ricorrenza, nelle famiglie con un figlio affetto, è del 25% indipendentemente dal sesso. E’ possibile la diagnosi prenatale della MVA, attraverso il dosaggio dell’acido mevalonico nel liquido amniotico e il riscontro di elevate concentrazioni di mevalonato nei feti affetti. Anche la determinazione dell’attività enzimatica della MVK negli amniociti o nelle cellule dei villi coriali può essere utile nell’individuare i feti malati. Elevate concentrazioni di acido mevalonico sono state infine riscontrate nelle urine materne in corso di gravidanza. Bibliografia 1. Disorders of cholesterol biosynthesis. Peter T Clayton. Arch Dis Child 1998;78:185–189 2. Inherited disorders of cholesterol biosynthesis. Waterham HR. Clin Genet 2002: 61: 393–403 3. Berger R, Smit GP, et al. Mevalonic aciduria: An inborn error of cholesterol biosynthesis? Clin Chim Acta 1985:152: 219–222. 4. Hoffmann G, Gibson KM, et al. Mevalonic aciduria – an inborn error of cholesterol and nonsterol isoprene biosynthesis. N Eng J Med 1986: 314: 1610–1614. 5. Schafer BL, Bishop RW et al. Molecular cloning of human mevalonate kinase and identification of a missense mutation in the genetic disease mevalonic aciduria. J Biol Chem 1992: 267: 13229–13238. 6. Houten SM, Koster J, et al. Organization of the mevalonate kinase (MVK) gene and identification of novel mutations causing mevalonic aciduria and hyperimmunoglobulinaemia D and periodic fever syndrome. Eur J Hum Genet 2001: 9: 253–259. 7. Dorothea Haas and Georg F Hoffmann Mevalonate kinase deficiencies: from mevalonic aciduria to hyperimmunoglobulinemia D syndrome. Orphanet Journal of Rare Diseases 2006, 1:13 8. Hinson DD, Rogers ZR, Hoffmann GF, Schächtele M, Fingerhut R, Kohlschütter A, Kelley RI, Gibson KM: Hematological abnormalities and cholestatic liver disease in two patients with mevalonate kinase deficiency. Am J Med Genet 1998, 78:408-412. 9. Hoffmann, Viola Prietsch, Ertan Mayatepek, Hermann Krastel, Dorothea Haas, Dorothee Zundel, Hans R. Waterham, Ronald J.A. Wanders, K. Michael Gibson and Georg F. Mevalonate Kinase Deficiency: Enlarging the Clinical and Biochemical Spectrum. Pediatrics 2003;111;258-261 10. Marco Nevyjel, Alessandra Pontillo, Lorenzo Calligaris, Alberto Tommasini, Andrea D'Osualdo, Hans R. Waterham, Marilena Granzotto, Sergio Crovella, Egidio Barbi and Alessandro Ventura. Diagnostics and Therapeutic Insights in a Severe Case of Mevalonate Kinase Deficiency. Pediatrics 2007;119;e523-e527 11. Saskia H.L. Mandey, Marit S. Schneiders, Janet Koster, and Hans R. Waterham. Mutational Spectrum and Genotype–Phenotype Correlations in Mevalonate Kinase Deficiency. Human mutation 27 (8), 796-802, 2006. 12. V. Schwarzer, D. Haas, G. F. Hoffmann, H. Meyberg and U. Gembruch. Abnormal prenatal ultrasound findings in mevalonic aciduria. Prenat Diagn 2008; 28: 257–258. Trimestrale di divulgazione scientifica dell'Associazione Pediatrica di Immunologia e Genetica Legge 7 marzo 2001, n. 62 - Registro della Stampa Tribunale di Messina n. 3/09 - 11 maggio 2009 Direttore scientifico Carmelo Salpietro - Direttore responsabile Giuseppe Micali - Segreteria redazione Basilia Piraino - Piera Vicchio Direzione-Redazione: UOC Genetica e Immunologia Pediatrica - AOU Policlicnico Messina www.geneticapediatrica.it/rigip