Farmacologia preclinica Riferimenti: Dr. Sabata Pierno Prof. Diana Conte Test preclinici Valutazione del principio attivo prima del test sull’uomo (clinici) Studi in vitro Studi in vivo Colture cellulari Organismi interi Test di farmaci su cellule normali o cellule in cui viene indotta una mutazione Test in vivo su modelli animali di patologie e animali sani Valutazione tossicità • Acuta • Subcronica • Cronica • Riproduttiva • Cancerogenesi Studi in vitro proprietà farmacologiche screening iniziale di tossicità metabolismo Test di tossicità Valutazione del rischio potenziale nell’uomo derivante dall’esposizione ad un farmaco es. di test in vivo: inibizione Misura della durata del sonno da esobarbitale (farmaco rapidamente disattivato dalle monoossigenasi epatiche) Gli inibitori di questo sistema prolungheranno dunque la loro azione es. somministrazione cloramfenicolo a topi 1 ora prima della somministrazione con pentobarbitale prolunga il sonno in maniera dose-dipendente Test di neurotossicità Su nuovi farmaci e agenti chimici Uso di modelli animali: in genere roditori Vengono valutati parametri neurocomportamentali come perdita di memoria, deficit somatosensoriali, disfunzioni motorie e anche l’aspetto fisico, reattività, forza muscolare Supporto dei test in vitro Meccanismi di tossicità acuta I canali ionici che facilitano la trasmissione dell’impulso nervoso sono sensibili a perturbazioni causate da varie sostanze tossiche e farmaci. (Gli inibitori del trasporto ionico sono indicati in parentesi) Test in vivo: tossicità acuta Stabilire effetti tossici da singola dose: Si costruisce una curva dose risposta con almeno 5 animali per sesso Effetto quantale (tutto o nulla) Fine: Standardizzare dosi definire meccanismi attribuire eventuale tossicità d’organo letalità determinazione requisiti sicurezza imballi Fattori responsabili della variazione della DL50 Specie Razza età Genere Peso Stato di salute Stato nutrizionale Contenuto intestinale Via di somministrazione Stabulazione Temperatura Orario Stagione Errore umano Saggio di irritazione oculare Per valutare l’irritazione dovuta a composti applicati topicamente nell’occhio Variazione del test di Draize Animale da esperimento più adatto: coniglio Il test consiste nell’applicare il materiale da valutare nel sacco congiuntivale nell’occhio. L’altro occhio funge da controllo. Dopo 1, 2, 3 giorni va esaminato l’aspetto della cornea (opacità), iride (aspetto e reazione alla luce), congiuntiva (arrossamento ed effetto sui vasi), palpebre (eventuale gonfiore). La colorazione alla fluoresceina può migliorare l’esame visuale perché il colorante può essere più facilmente assorbito dai tessuti danneggiati, che diventano fluorescenti quando l’occhio viene illuminato Nuove direttive: numero di animali minimo richiesto ridotto da 6 a 3. Il pH va controllato con attenzione Test per irritazione cutanea applicazione topica di sostanze chimiche Irritazione primaria Il composto da studiare viene applicato su un’area rasata di 5 cm2 sul dorso di conigli albini. Dopo 24 ore l’area viene osservata valutando arrossamenti, lesioni, edemi ecc. Sensibilizzazione cutanea Valutazione reazioni allergiche. Ricerca di anticorpi. Animali usati: cavie Fase di induzione: trattamento ogni 3 giorni per 2 settimane. Poi trattamento topico di 24 ore simile al test di irritazione cutanea. Segue osservazione severità lesioni su numero animali Sicurezza farmacologica Test per lo sviluppo di nuovi farmaci Identificare gli organi bersaglio (SNC, sistema cardio-vascolare, sistema polmonare) Identificare gli effetti indesiderati Possibili effetti tossicologici Identificare il meccanismo che porta agli effetti indesiderati Studi di tossicità generale Acuta: singola somministrazione; A breve termine (dosi ripetute): 14-28 giorni; Prolungata (10-25% della vita dell’animale, subcronica): 3-6 mesi (nel ratto) Cronica (>50% della vita): 1-2 anni nel ratto (in genere studi di cancerogenesi) Rapporto con l’esposizione dell’uomo ¾ gli studi acuti ‘rappresentano’ l’esposizione dovuta ad incidenti o a sovradosaggi accidentali o volontari. ¾ gli studi subcronici ‘rappresentano’ l’esposizione (a livelli più bassi di quelli dovuti ad incidenti) frequente a sostanze di uso professionale (es. solventi) o domestico (es. detergenti), ad additivi alimentari, farmaci e inquinanti ambientali; ¾ gli studi cronici ‘rappresentano’ l’esposizione giornaliera, per tutta la vita, ad additivi alimentari, residui di pesticidi nel cibo e nell’acqua ecc. Tipi di tossicità • Tossicità funzionale: alterazioni delle funzioni di un sistema (nervoso, cardiovascolare, endocrino) ⇒ danno d’organo. • Citotossicità: alterazione irreversibile di proteine (enzimi, canali ionici ecc.) o membrane (lipidi); disregolazione del metabolismo ⇒ necrosi, apoptosi ⇒ tossicità tissutale e d’organo o sistema (fegato, rene, SNC ecc.). • Genotossicità: alterazione del DNA ⇒ mutazioni, alterazioni cromosomiche ⇒ cancerogenesi, malattie congenite. • Reazioni allergiche: allergeni, apteni, modificatori degli antigeni cellulari ⇒ risposta immunitaria. Predittività degli studi animali di 221 effetti tossici di 150 farmaci nell’uomo. Tossicità subcronica Provocata da somministazione ripetuta (es. orale 28-90 gg) Essenziale per stabilire i regimi di dose Determinazione NOEL (No-observed effect level) 3 livelli di dose; dose Via di somministrazione con la dieta N° animali (roditori) = 10-20 (maschi e femmine) per ogni livello di dose La specie scelta dovrebbe essere quella con maggiore similarità farmacocinetica e metabolica con l’uomo (il più comune roditore è il ratto il più comune non roditore è il cane) Per ridurre la variabilità si usano ceppi di roditori consanguinei Gli animali devono essere posti in quarantena prima di essere ammessi nell’area di sperimentazione Regolare ispezione da parte del veterinario Valutazione della reversibilità Cibo normale per 21-28 giorni Osservazione dei vari parametri Lista dei parametri da valutare Dati in vita Aspetto. Mortalità e morbilità. Pelle, pelo, eventuale presenza di masse palpabili, lesioni esterne Occhi. Esame della cornea e della retina Consumo di cibo. settimanalmente Peso corporeo. Settimanalmente Anomalie comportamentali Frequenza respiratoria ECG EEG Ematologia. Prima e dopo il test. Emoglobina, eritrociti, leucociti, piastrine, parametri di coagulazione Ematochimica. Elettroliti, glucosio, lipidi, sieroproteine, transaminasi e fosfatasi. Analisi delle urine. pH, densità, proteine, bilirubina Analisi delle feci. Sangue occulto, agenti tossici, metaboliti Test terminali Se vengono riscontrate lesioni viene esaminato anche il gruppo a dose più bassa Necropsia I tessuti sono rimossi pesati ed esaminati per evidenziare grosse lesioni, masse, ecc. vengono poi fissati in formalina tamponata per il successivo esame istologico Istologia I tessuti elencati, o evantuali masse, vengono inclusi sezionati e colorati per la microscopia ottica. Inclusione in paraffina, colorazione con ematossilina-eosina Identificazione dei cancerogeni Cancro: crescita incontrollata di cellule anormali con possibile invasione dei tessuti lontani L’analisi epidemiologica ha rivelato la presenza di un accumulo di mutazioni di geni critici durante lo sviluppo del cancro Alterazione processo di replicazione/riparazione DNA danno ossidativo DNA danni DNA causati da cancerogeni ambientali Spesso un clone cellulare necessita di decenni per accumulare molteplici mutazioni critiche da consentire lo sviluppo di un cancro evidenziabile clinicamente Alcuni geni: proto-oncogeni sono presenti nelle cellule normali e regolano la crescita cellulare. Tali geni sono frequentemente mutati nel cancro Durante la cancerogenesi i geni soppressori di tumore (oncosoppressori) possono subire mutazioni e perdere attività Alcuni proto-oncogeni e oncosoppressori alterano la capacità della cellula di andare incontro ad apoptosi Agenti terapeutici come potenziali cancerogeni Agenti alchilanti Ciclofosfamide Ormoni Fenacetina Metronidazolo Cimetidina Saggio di riferimento Gold standard Condotto x 2 anni sui roditori Limiti: Differenze tra specie Utilizzo di alte dosi Breve ciclo vitale roditori Numerosità del campione Necessità di estrapolazione all’uomo Costi elevati Test preliminari di mutagenicità o tossicità genetica Saggi di genotossicità / mutagenesi a breve termine sono stati sviluppati utilizzando batteri, lieviti, Drosophila, cellule umane o murine Valutazione della presenza di mutazioni puntiformi, mutazioni frame-shift, danni cromosomici e trasformazioni cellulari Mutagenicità era sinonimo di cancerogenicità nei roditori solo nel 60% dei casi (meccanismi epigenetici?) Saggio di Tennant (Science, 1987) 73 sostanze chimiche già testate come cancerogene nel saggio sui roditori sono state analizzate su 4 saggi a breve termine: 1.Saggio di mutagenesi sulla Salmonella (test di Ames) 2.Saggio del linfoma di topo 3.Formazione di aberrazioni cromosomiche 4.Scambio di cromatidi fratelli in cellule ovariche di criceto Tossicologia genetica DNA e mutazioni Mutazioni Variazioni stabili del materiale genetico trasmesse alla progenie Mutazioni spontanee provocate da fattori chimici endogeni e da errori nei processi che si attuano sul materiale genetico Mutazioni indotte prodotte dall'azione di particolari agenti fisici o chimici Mutazioni cromosomiche Alterazione della struttura del cromosoma Es. sindrome del ‘cri du chat’ (microencefalia, difficoltà intellettive) delezione braccio corto cromosoma 5 Mutazioni genomiche riguardano il numero di cromosomi Aneuploidie = Aggiunta o perdita di cromosomi le forme di aneuploidia più frequenti sono la mancanza di un cromosoma da una coppia (monosomia) o la presenza di un cromosoma in più in una coppia (trisomia) . Più raro è il caso di perdita di una coppia intera (nullisomia). Es. trisomia del cromosoma 21 (ridotto sviluppo fisico e mentale, suscettibilità a malattie dell’apparato respiratorio) frequenza 1/700 nati La sindrome di Turner è invece un esempio di monosomia; gli individui nati con questa anomalia possiedono un solo cromosoma sessuale, quello femminile X. Mutazioni geniche Sostituzioni o stop Es. anemia falciforme emoglobina S mutante AT in TA Valina al posto di ac. glutammico Delezione o inserzione di 1 o più basi Scivolamento nella lettura (mutazioni frameshift) Dominanti o recessive a seconda se si esprimano o meno nelle cellule diploidi allo stato eterozigote Test di Ames Stabilisce la capacità della sostanza in esame di indurre mutazioni in un ceppo di Salmonella che porta una mutazione per un enzima della via biosintetica dell’istidina Forte correlazione tra mutagenicità e cancerogenicità L’agente chimico se mutageno potrà determinare una mutazione (reversione) del gene compromesso permettendo così al batterio di risintetizzare l’aminoacido essenziale. Test di Ames La sensibilità dei ceppi può essere aumentata da mutazioni ulteriori Esistono ceppi ricombinanti per gli enzimi del metabolismo Coltura di Salmonella istidina-dipendenti (medium + istidina) non-mutageno Miscela S9 Enz fegato ratto coltura su Agar privo di istidina incubazione 2 giorni 37°C mutageno Potenziale mutageno Il mutageno può casualmente revertire il fenotipo deficiente determinando la comparsa di cloni in grado di sintetizzare istidina 2007© J.F. DESAPHY Tossicità cronica Durata: Durata generalmente 1 anno o più Animali utilizzati: utilizzati ratti e cani Studi di cancerogenesi: ratti e topi Fine dello studio: studio Definizione dei margini di sicurezza I parametri da valutare sono gli stessi usati per gli studi subcronici I test di cancerogenesi hanno requisiti in comune con i test subcronici e cronici L’agente chimico da testare può essere somministrato nel cibo, acqua da bere, applicazione dermica, sondino, inalazione La somministrazione va effettuata a cominciare dopo lo svezzamento La dose più alta utilizzata è la MTD (max dose tollerata) Principale parametro determinato: incidenza tumorale misurata attraverso esami istologici Necessario un gran numero di animali a causa della possibilità di comparsa spontanea di tumori (50 o più ratti o topi per sesso e per gruppo di trattamento) Necropsia ad uno stadio intermedio (es. 12 mesi) e alla fine del test Test di teratogenesi tossicologia della riproduzione Interferenza con la capacità riproduttiva Possibilità di introdurre malformazioni congenite Negli adulti (trattamento precedente l’accoppiamento e nelle femmine fino alla lattazione) Negli animali in gravidanza durante il periodo di organogenesi Calcolo delle perdite pre- e post- impianto (riassorbimento precoce e tardivo e morte fetale) Procedura sperimentale 25 maschi vengono trattati per 70 gg che precedono l’accoppiamento e 25 femmine per 14 gg prima dell’accoppiamento La durata è scelta sulla base dei tempi critici di ovulazione e spermatogenesi Il trattamento viene continuato per tutta la gravidanza (21 gg) e fino allo svezzamento (ancora 21 gg) 3 livelli di DOSE (nel cibo, acqua da bere, con sondino) La dose alta viene scelta per causare una tossicità non eccessiva nella madre (es. tale da indurre decremento di peso corporeo del 10% o effetti su organi bersaglio) Basse dosi nel range dei no-effect level Procedura sperimentale Dopo la nascita i piccoli vengono contati, pesati ed esaminati per evidenziare eventuali anormalità Le nidiate sono raggruppate in numero costante (8-10) dopo 4 giorni Allo svezzamento i cuccioli vengono sacrificati e su di essi eseguita autopsia per valutare eventuali anormalità interne Negli studi multigenerazionali vengono salvati 25 animali per sesso e per gruppo per produrre le successive generazioni Il trattamento continua per tutto il test, che può essere condotto per due tre generazioni Per valutare effetti da parte materna o paterna è possibile trattare solo un genitore e incrociarlo con un soggetto del sesso opposto non trattato Analogamente è possibile distinguere tra gli effetti mediati dall’utero o dovuti alla lattazione (scambiando i neonati delle femmine trattate con quelli delle femmine non trattate e viceversa) Es. Antitumorali Antiepilettici Cortisonici Anticoagulanti orali Effetti della Talidomide Venduto negli anni 50-60 come sedativo, anti-nausea e ipnotico, rivolto in particolar modo alle donne in gravidanza. Prodotto in forma di racemo, fu ritirato dal commercio (1961) in seguito alla scoperta della teratogenicità dovuta ad uno dei suoi enantiomeri, resa tristemente evidente dalla nascita di migliaia di bambini che presentavano amelia (assenza degli arti) o vari gradi di focomelia (riduzione delle ossa lunghe degli arti), generalmente a carico degli arti superiori che quelli inferiori, e quasi sempre bilaterale. dopo 3 anni di prove su animali non gravidi e su donne in allattamento Effetti collaterali non gravi La specie umana è risultata essere sensibile alla dose di 1 mg/kg. Inibitore dell’angiogenesi Teratogenesi: parametri da osservare Indice della fertilità: n° di gravidanze rispetto al n° di accoppiamenti N° dei nati vivi rispetto al n° nati Perdite pre-impianto: n° corpi lutei rispetto al n° dei siti di impianto Perdite post-impianto: n° dei siti di riassorbimento nell’utero rispetto al n° dei siti di impianto Durata della gestazione Effetti sul sistema riproduttivo Dimensioni e condizioni della nidiata, morfologia dei cuccioli alla nascita, genere Sopravvivenza dei cuccioli Aumento in peso e in prestazioni Tempi di comparsa dei punti di riferimento dello sviluppo: apertura occhi, eruzione dei denti, apertura vagina, separazione prepuzio nei maschi Anormalità morfologiche Affinchè un agente venga etichettato Teratogeno Occorre un significativo incremento dell’incidenza di anormalità strutturali e funzionali sfavorevoli nella prole in seguito alla sua somministrazione alle femmine nel corso della gravidanza o direttamente all’organismo che si sta sviluppando Gli studi di teratologia vengono condotti su due specie (roditori come il ratto e non roditori come il coniglio, cane, primati) Deve essere utilizzato un sufficiente numero di femmine in modo che vi siano almeno 20 femmine gravide per ogni gruppo di dose. Tempo di somministrazione tale da esporre le madri nel periodo di organogenesi (6°-15° gg per ratti e topi, 6°18° gg per conigli) La sostanza viene soministrata direttamente con un sondino endogastrico (come richiesto da EPA) x un calcolo più preciso della quantità 3 livelli di dose (dose più elevata non più del 10% mortalità nelle madri) Colture cellulari Test possibili: Vitalità e citotossicità Cancerogenesi e mutagenesi 9 COLTURE MICROBICHE 9 COLTURE DI CELLULE ANIMALI O VEGETALI Isolamento di cellule dal tessuto, separazione e allestimento di colture cellulari Transfezioni transienti e stabili La trasformazione di cellule animali mediata dal DNA avviene in due fasi distinte temporalmente 1 trasfezione 2 integrazione Introduzione del DNA nella cellula incorporazione eventuale nel genoma Espressione transitoria mediante coprecipitazione con fosfato di calcio Utilizzare cellule che non esprimono il gene da inserire Plasmide contenente il gene pRC/CMV CD-8 (pLEU) Carrier CaCL2 2X HEBS A B A+B Si aggiunge il DNA alle cellule Incubazione per 36-72h a 37°C Particelle sintetiche che possiedeono in superficie anticorpi per i recettori CD8 co-espressi con il gene da Dynal Beads studiare (gene reporter utile per identificare le cellule in cui è avvenuta la trasfezione) Metodo del calcio-fosfato Molto usato Le cellule incorporano facilmente gli acidi nucleici quando si presentano sotto forma di un precipitato di complessi DNA-calcio fosfato. Da ottimi risultati sia per transfezioni transienti che permanenti ESPRESSIONE ETEROLOGA DI PROTEINE Permette di fare esprimere ad una linea cellulare la proteina che si vuole studiare attraverso il trasferimento del gene codificante la proteina (trasfezione genica). Incubazione per qualche ora Cellule al 70% di confluenza Plasmide contenente il cDNA codificante la proteina Gene di resistenza ad un antibiotico Trasfezione transitoria Il gene penetra in cellula ma non si integra nel genoma Selezione clonale Trasfezione permanente Il clone deriva da una cellula unica. Sono tutte uguali alla cellula madre, Esprimono tutte la proteina Il gene si è integrato nel genoma della cellula Dopo 24 ore, le cellule esprimono la proteina. Dopo 3-4 giorni, l’espressione cessa. Incubazione con antibiotico Solo le cellule esprimenti il gene di resistenza sopravvivono Isolamento di un clone esempio Effetti della mexiletina sulla corrente al Na+ misurata mediante la tecnica del patchclamp da canali WT e mutati (paralisi periodica ipercaliemica A1156T, miotonia potassioaggravata G1306E, paramiotonia congenita R1448C) I canali mutati sono stati espressi transientemente in cellule tsA201 e la corrente al Na+ è stata misurata 36-72 ore dopo la trasfezione Il farmaco è ugualmente efficace su A1156T, meno efficace su G1306E e più efficace su R1448C Mex, antiaritmico, blocca la corrente al sodio, voltaggio-dipendente, usata anche nelle patologie del muscolo scheletrico (miotonie da sodio e da cloro) caratterizzate da ipereccitabilità Saggi per valutare l’attività dei farmaci attività analgesica antiaggregante antiinfiammatoria antiepilettica antiipertensiva broncodilatatoria antitussiva ecc. valutazione dell’efficacia delle proprietà analgesiche di determinate sostanze (Taber 1974) Test piastra calda (hot plate o tail flick) nei roditori test sensibili ai composti oppiacei Tail flick attraverso stimolazione termica si rilevano risposte di tipo riflesso Hot plate si ritiene si tratti di risposte intenzionali ovvero mediate a livello centrale Test dell’hot plate fu descritto per la prima volta da Woolfe e MacDonald, 1944 per saggiare la sensibilità al dolore di topi e ratti Consiste nel mettere un roditore su una superficie riscaldata e misurare l’intervallo di tempo (latenza) che intercorre prima che si verifichi una determinata risposta (es. leccarsi la zampa) Il tutto per un periodo di tempo generalmente non superiore a 60 sec la temperatura della superficie meno di 50°C, temperatura che non arreca danni alla pelle del roditore numerosi studi sul comportamento animale si prefiggono di ridurre ulteriormente tale temperatura Il test consiste nella valutazione dei tempi di latenza misurati nei gruppi di animali introdotti al test Analisi dei risultati Test statistici Conclusione sugli effetti dei farmaci