La PALEONTOLOGIA si occupa dello studio degli antichi esseri viventi e il suo valore
integrativo nel campo delle scienze biologiche risulta evidente dal momento che gli organismi
vegetali e animali attuali rappresentano solo parzialmente il mondo dei viventi per cui lo studio
delle forme scomparse consente di completare il quadro evolutivo degli organismi.
Fino al XVIII° secolo i materiali estratti dalle rocce, sia resti di organismi che minerali, venivano
indicati con i termini fossilia nativa e fossilia petrificata.
Oggi con il termine fossile si intende un resto di organismo, o una traccia prodotta da un organismo,
conservati attraverso un processo di fossilizzazione che implica delle trasformazioni in relazione
con la loro antichità.
Con il termine subfossile si intendono resti che hanno subito trasformazioni minime o parziali e che
appartengono a tempi storici.
Pseudofossili
Si tratta di strutture enigmatiche generate da processi di natura inorganica e somiglianti ad impronte
di vegetali o a tracce di animali. Anche per le numerose forme tuttora oggetto di discussione, viene
comunque utilizzata la nomenclatura propria della zoologia e della botanica.
Caratteristici pseudofossili sono le dendriti dall'aspetto arborescente in realtà costituite da ossidi e
idrossidi di manganese infiltratisi in litoclasi di rocce di varia natura.
Molto simili sono Condrites e Fucoides, attribuibili a vermi marini limivori.
Tipico esempio di pseudofossile, ritenuto per molto tempo la più antica testimonianza di vita, è
Eozoon canadense costituito da lamelle alternate di calcite bianca e di serpentino che simulano
strutture di tipo stromatolitico proprie di alcune alghe calcaree.
Fossilizzazioni eccezionali
Solo raramente si verificano condizioni di rapido seppellimento e di isolamento dagli agenti che
provvedono alla decomposizione post mortem; solitamente si conservano le parti scheletriche
mineralizzate, mentre le parti organiche molli e viscerali necessitano di un ambiente asettico ideale
per lasciare la loro impronta nel sedimento. Gli studi sulla morfologia anatomica consentono una
collocazione più esatta dal punto di vista evolutivo.
Esempi significativi di conservazione eccezionale sono:
- insetti e fiori inglobati nell'ambra;
- animali congelati e sepolti dai ghiacciai;
- pesci in lastre di calcare marnoso (Bolca);
- uova di ovipari;
- parto di vivipari (Ittiosauri).
Fossilizzazioni dirette
Di norma si conservano le parti più resistenti perchè mineralizzate, o aventi una certa consistenza
come: lignina, chitina, opale, fosfati e comunemente carbonati. La probabilità di conservazione di
gusci e scheletri dipende da vari fattori:
[1] natura del sedimento e ambiente di origine;
[2] rapporto quantitativo tra sostanza organica ed inorganica;
[3] grado di stabilità del minerale costituente.
In seguito alla diagenesi intervengono numerosi tipi di modificazioni dei fossili che portano a
diverse forme di fossilizzazione diretta:
demineralizzazione, mineralizzazione, carbonizzazione, sostituzione.
Fossilizzazioni indirette
Molti fossili non sono costituiti dai resti veri e propri, ma dalla conservazione indiretta dei materiali
e delle strutture originarie sotto forme di vario tipo:
I - impronta
corrisponde allo stampo (in negativo) lasciato nei sedimenti più fini da zampe o dalle superfici
esterne dei gusci ;
II - modello interno
corrisponde al riempimento della cavità interna del guscio da parte del sedimento e permette di
studiare l'architettura interna;
III - modello interno con impronta esterna
corrisponde all'inione dell'impronta al modello interno dopo la dissoluzione completa del guscio
originario, tipico di rocce arenacee e arenaceo-marnose;
IV - pseudoguscio
corrisponde alla sostituzione massiccia del guscio per riempimento della cavità corrispondente
senza conservazione della struttura originale.
Impronte e tracce
Appartengono a questi fossili tutti quei resti che non fanno parte di organismi, ma che sono i
prodotti della loro attività. I più comuni sono le piste e le gallerie prodotte da vermi ed altri
Invertebrati, facilmente associate a escrementi o coproliti da cui si possono distinguere per essere
incavate; inoltre le impronte, i solchi, i fori ecc.
La Paleoicnologia, attraverso l'interpretazione e il confronto con le impronte attuali, permette di
approfondire l'anatomia degli organismi estinti e di stabilire spesso il senso della sedimentazione.
Benchè le tracce dell'attività organica abbiano minimo valore cronologico, assumono un notevole
valore palecologico tanto che per esse viene utilizzata una nomenclatura sistematica.
Giacimenti
I fossili sono distribuiti con grande inomogeneità anche nell'ambito di una facies per cui si
distinguono:
- terreni sterili , in cui i resti sono rari o assenti,
- nidi o tasche, in cui i fossili sono accumulati in zone ristrette,
- giacimenti o località fossilifere, quando i depositi fossiliferi sono di una certa estensione.
Le situazioni che favoriscono l'accumulo sono diverse e relative alle abitudini di vita e alle
condizioni ambientali post mortem. Più diffuse sono le concentrazioni di organismi marini che
conducono vita coloniale o che hanno subito trasporto ad opera di correnti e del moto ondoso in
alcune zone costiere o in zone depresse al largo. Tanto per gli animali acquatici, quanto per gli
organismi continentali gli accumuli di cadaveri possono essere dovuti a località infauste per
condizioni accidentali (emanazioni gassose, piogge di ceneri vulcaniche, emissione di acque
termali) o per la presenza di trappole (sabbie mobili, abissi carsici) e possono talvolta corrispondere
a campi di battaglia, tane di predatori o luoghi predestinati alla morte. Famoso è il giacimento
eocenico di ittioliti (=pesci fossili) della Pesciara di Bolca (Monti Lessini in Provincia di Verona)
dovuto al deposito degli organismi morti in un fondale marino tranquillo ed asfittico del tutto privo
di batteri e predatori, che ha consentito il veloce ricoprimento delle strutture organiche da parte di
fango a grana finissima successivamente consolidatosi.