I FOSSILI
SONO RESTI, IMPRONTE E TRACCE LASCIATE DA ORGANISMI VISSUTI IN
EPOCHE REMOTE.
LA FOSSILIZZAZIONE DI UN ORGANISMO E’ UN EVENTO ECCEZIONALE
PERCHE’ NORMALMENTE ESSO E’ ATTACCATO DAI BATTERI
DECOMPOSITORI.
PRIMA SONO DISTRUTTE LE PARTI MOLLI, POI GLI
AGENTI ATMOSFERICI DISTRUGGONO ANCHE LE
PARTI DURE COME SCHELETRI E CONCHIGLIE.
PERCHE’ I RESTI SI CONSERVINO OCCORRE CHE VENGANO SOTTRATTI
ALL’AZIONE DISTRUTTIVA DI BATTERI E AGENTI ATMOSFERICI.
QUESTO AVVIENE NEI MARI, NEI LAGHI E NELLE PALUDI DOVE LA
CONTINUA SEDIMENTAZIONE DI
MATERIALI FINI RICOPRE I RESTI,
ISOLANDOLI DALL’ARIA E DALL’ACQUA.
I SALI SCIOLTI NELLE ACQUE
SOSTITUISCONO MOLECOLA PER
MOLECOLA LE SOSTANZE ORGANICHE
PRESENTI, FORMANDO FOSSILI CHE
MANTENGONO LA STRUTTURA ORIGINALE
DELL’ORGANISMO. QUESTA E ‘ LA
FOSSILIZZAZIONE PER
MINERALIZZAZIONE.
IN ALCUNI CASI LA FOSSILIZZAZIONE
AVVIENE PER INCROSTAZIONE: VICINO A
CASCATE GLI SPRUZZI DI ACQUA FINISCONO SU ERBE, PICCOLI
ANIMALI ECC. L’ACQUA EVAPORA, RIMANGONO I SALI COME IL
CARBONATO DI CALCIO CHE INCROSTA GLI ORGANISMI.
UN ALTRO TIPO DI FOSSILIZZAZIONE E’ LA CARBONIFICAZIONE CHE
INTERESSA GLI ORGANISMI VEGETALI. ESSI SUBISCONO L’AZIONE DI
ALCUNI BATTERI CHE TRASFORMANO LA CELLULOSA IN CARBONIO.
ESISTONO ANCHE CASI PIU’ ECCEZIONALI DI FOSSILIZZAZIONE
INSETTI
INTRAPPOLATI
NELL’AMBRA
(RESINA FOSSILE)
MAMMUTH
CONSERVATI NEI
GHIACCI IN SIBERIA
DINOSAURI
MUMMIFICATI NEI
DESERTI
MAMMIFERI DEI
DEPOSITI DI
BITUME IN
CALIFORNIA
I FOSSILI SERVONO PER DATARE UNA ROCCIA SEDIMENTARIA.
NORMALMENTE LE ROCCE PIU’ ANTICHE CONENENTI I FOSSILI PIU’
VECCHI SI TROVANO PIU’ IN BASSO PERCHE’ SI SONO DEPOSITATE
PRIMA. MAN MANO CHE SI SALE VERSO L’ALTO I FOSSILI SONO PIU’
GIOVANI.
NON SEMPRE E’ COSI’: A VOLTE L’EROSIONE DISTRUGGE ALCUNI
STRATI PER CUI NON E’ POSSIBILE DATARE I VARI STRATI.
IN QUESTO CASO CI AIUTANO I COSIDDETTI FOSSILI GUIDA CHE
DEVONO EVERE QUESTE CARATTERISTICHE:
-ESSERE STATI RITROVATI IN VARIE ZONE DELLA TERRA
-ESSERE APPARSI E SCOMPARSI IN TEMPI RELATIVAMENTE BREVI
-ESSERE RAPPRESENTATI IN UNO STESSA STRATO DA MOLTI ESEMPLARI
-ESSERE DI PICCOLE DIMENSIONI PER RITROVARE ESEMPLARI INTATTI
-ESSERE FACILMENTE RICONOSCIBILI AD
OCCHIO NUDO.
SE ROCCE MOLTO LONTANE TRA LORO
CONTENGONO FOSSILI DELLA STESSA
SPECIE DEVONO AVERE LA STESSA ETA’
UN FOSSILE GUIDA E’ IL TRILOBITE, VISSUTO
SOLO NELL’ERA PALEOZOICA (ANIMALE
MARINO)
I FOSSILI INOLTRE CI PERMETTONO DI RICOSTRUIRE I CLIMI E LA
GEOGRAFIA DEL PASSATO
DATAZIONE DEI FOSSILI
Per conoscere l’età di un fossile si utilizza il carbonio radioattivo, detto anche
radiocarbonio o carbonio 14. Esso è presente nell’atmosfera in piccole quantità
(combinato con l’ossigeno forma infatti l’anidride carbonica). Il C-14 viene assorbito
dagli organismi attraverso i prodotti della fotosintesi e, nell’organismo vivo, il suo
rapporto con il carbonio non radioattivo, detto C-12 e decisamente molto più
abbondante, rimane costante grazie al ricambio continuo.
Quando il ciclo vitale si interrompe (un essere umano muore, un albero viene tagliato,
il cotone raccolto e filato in un tessuto...) l'assorbimento del carbonio si interrompe. Il
carbonio stabile resta inalterato, mentre il C-14, instabile, decade e la sua percentuale
rispetto agli altri isotopi cambia: si dimezza ogni 5.730 anni (tempo di
dimezzamento, il carbonio si trasforma in azoto).
Misurando il C-14 rimasto e conoscendo già il periodo di dimezzamento del C-14 e il
rapporto tra C12 e C14 al momento della morte dell’individuo, si può arrivare con
alcuni calcoli alla data della morte dell’individuo stesso.
Questo metodo permette di datare un qualsiasi reperto archeologico, geologico, ecc.,
con un’età non superiore ai 60.000 anni (e non inferiore ai 200 anni).
Il potassio che ha tempo di dimezzamento superiore al miliardo di anni, si utilizza per
reperti più antichi e per le rocce.
Una apposita apparecchiatura analizza i
dati e calcola l’età