Chimica di Coordinazione CHIMICA BIOINORGANICA La Chimica Bioinorganica si occupa dello studio degli ioni metallici nei sistemi biologici, delle loro interazioni con biomolecole e delle loro proprietà chimiche legate alla funzione (legame di substrati, catalisi, signaling, regolazione, sensing, difesa e supporto strutturale). 1 La struttura cellulare: Cellule viventi e organelli sono delimitati da membrane, doppi strati lipidici spessi circa 4 nm, che agiscono da barriera e controllano l’accesso di acqua, ioni e nutrienti attraverso proteine di membrana (canali, pompe e recettori). La struttura della cellula dipende dalla pressione osmotica, che viene mantenuta grazie ad alte concentrazioni di soluti (compresi gli ioni), importati mediante trasporto attivo. La struttura cellulare: Le cellule procariotiche consistono di una fase acquosa, il citoplasma, che contiene il DNA e la maggior parte del materiale utilizzato e trasformato durante le reazioni biochimiche. I batteri sono classificati in gram + e gram – in dipendenza della assenza o presenza del periplasma tra la membrana esterna e quella citoplasmatica (crystal violet test). 2 La struttura cellulare: Le cellule eucariotiche contengono comparti intracellulari specializzati noti come organelli: il nucleo (contiene il DNA), i mitocondri (addetti alla respirazione cellulare), i cloroplasti (“fotocellule” per la cattura dell’energia luminosa), il reticolo endoplasmatico (sintesi proteica), il Golgi (maturazione delle proteine ed esporto), i lisosomi (contengono enzimi degradativi), i perossisomi (servono ad eliminare H2O2). La composizione inorganica delle cellule: Sono utilizzati tutti gli elementi del secondo e terzo periodo (eccetto Be, Al e gas nobili) e la maggior parte degli elementi della serie 3d con Cd, Br, I, Mo, W (l’elemento più pesante essenziale per la vita). Molti altri come Li, Ga, Tc, Ru, Gd, Pt, Au hanno importanti applicazioni in medicina. Gli elementi “in tracce” come Fe, Zn e Cu hanno funzioni fondamentali. 2.3 miliardi di anni fa l’atmosfera era riducente, il ferro disponibile come Fe(II) mentre Cu e Zn erano presenti come disolfuri insolubili (negli organismi primordiali ipertermofili non sono presenti enzimi contenenti Cu, ma W). 3 Compartimentalizzazione: I vari elementi sono segregati all’interno e all’esterno delle cellule e tra diversi compartimenti interni (Es: [K+]out 5·10-3 e [K+]in 3·10-1; Na+ è al contrario abbondante extracellularmente; Ca2+ è concentrato in organelli come i mitocondri ma scarso nel citoplasma). Il mantenimento della loro concentrazione entro ristretti limiti è noto come omeostasi e implica un trasporto selettivo. Anche il pH varia molto tra i vari compartimenti. Il mantenimento di un gradiente protonico è essenziale per la respirazione e la fotosintesi. In una cellula procariotica (V = 10-15 dm3), pH = 6 corrisponde a 1000 ioni H+ liberi. Per gli ioni metallici ai primi posti nella serie di IrvingWilliams come Zn2+ persino una cellula eucariotica contiene molto poco ione metallico non complessato (10-4 dm3) 4 Compartimentalizzazione: La compartimentalizzazione è un processo che richiede energia (Es.: dall’idrolisi di ATP) poiché gli ioni devono essere pompati contro un gradiente di potenziale chimico. Stabilita una differenza di concentrazione, si crea una differenza di potenziale elettrico attraverso la membrana: Siti di coordinazione biologici: I maggiori siti di coordinazione sono gli aminoacidi (con atomi donatori del backbone o delle catene laterali), ma anche acidi nucleici e teste lipidiche (Es: Mg2+). Le proteine dopo la traduzione sui ribosomi, subiscono modifiche posttraduzionali come il legame di cofattori metallici (da forma apo a holo). Le metalloproteine acquisiscono quindi nuove funzioni (Es.: redox con Fe, Mn, Cu e Mo; idrolisi con Zn, Fe, Mg, Mn e Ni; processing del DNA con Zn; cell signaling con Ca). Esistono inoltre piccole molecole come solfuro, solfato, carbonato, cianuro, monossido di carbonio e ossido di azoto, così come gli acidi organici, come citrato, che ad esempio formano forti complessi polidentati con Fe (III). 5 Siti di coordinazione biologici: La struttura secondaria delle proteine dipende dalla formazione di legami a idrogeno tra –NH e CO del backbone. Le α eliche forniscono maggiore flessibilità rispetto ai foglietti β. 6 Siti di coordinazione biologici: Un fattore importante che influenza la coordinazione di un metallo ad una proteina è l’energia richiesta per posizionare una carica all’interno di un mezzo a bassa permittività (4 vs 78). Questa differenza porta ad una forte tendenza a preservare l’elettroneutralità del sito metallico, e quindi influenza la chimica redox e l’acidità di Brønsted dei leganti. Le catene laterali forniscono maggiore selettività nella coordinazione, sulla base della teoria hard-soft. Cu Fe Me 7 Le strutture dei siti di coordinazione: Di solito le strutture si determinano mediante diffrazione e assorbimento a raggi X con luce di sincrotrone o mediante spettroscopia NMR. Dato l’impacchettamento denso delle catene laterali, la sostituzione di un aminoacido lontano dal sito metallico può determinare variazione del sito di coordinazione. Di particolare interesse è la presenza di canali o cavità che determinano l’accesso selettivo di un substrato o rappresentano i cammini di traferimenti elettronici o protonici a lungo raggio (Es.: centri redox a meno di 1.5 nm o gruppi basici a meno di 0.3 nm). Nel caso di metalli redox del blocco d si può applicare la spettroscopia EPR. La spettroscopia vibrazionale viene usata per caratterizzare leganti come CO e CN- (IR), le transizioni elettroniche intense come nelle porfirine (Raman), siti di Fe (Mossbauer). Inoltre ci si avvale dell’ausilio di tecniche bioinformatiche. 8 Siti di coordinazione biologici: Le proteine sono in grado di imporre una geometria di coordinazione insolita, che somiglia ad esempio a quella dello stato di transizione di un particolare processo da svolgere. Inoltre esse forniscono gruppi funzionali a distanze opportune per la formazione di legami a idrogeno e interazioni elettrostatiche essenziali per il legame e l’attivazione dei substrati (chimica supramolecolare complessa). Questo rende difficile il modeling con piccole molecole che possa mimare sia le proprietà strutturali e spettroscopiche che quelle funzionali. 9 Lo zinco nella trascrizione: Lo zinco forma complessi stabili (vedi serie di Irving –Williams) con donatori soft in siti catalitici (con un legante scambiabile) e strutturali (quattro legami stabili). I fattori di trascrizione sono proteine che legano il DNA contenenti domini ripetuti noti come zinc fingers la cui sequenza più caratteristica è Altri zinc finger non classici sono (Cys)3His or (Cys)4, insieme ai più complessi Zn-thiolate clusters, come i fattori di trascrizione GAL4 in cui due atomi di zinco sono legati da cisteine a ponte. Lo zinco non è un metallo redox e non danneggia il DNA. Per gli studi strutturali e spettroscopici può essere sostituito da 113Cd o Co2+. 10 11 Trasporto del ferro: Il ferro è essenziale per tutte le forme viventi, ma poco disponibile come Fe(III) per la sua insolubilità (ad alto pH forma polimeri con ossigeno a ponte). Esso inoltre può generare specie radicaliche tossiche. Esso dunque richiede un intorno di coordinazione protetto. La natura ha sviluppato un ciclo: Siderofori: I siderofori sono piccoli leganti polidentati con O/N donatori che hanno grande affinità per lo ione hard Fe(III) (e scarsa per Fe(II)) e lo rendono solubile attraverso la formazione di complessi ottaedrici ad alto spin. Oltre al complesso con citrato, vi sono siderofori basati su fenolati o catecolati come l’enterobactina (costante di associazione 1052) e basati su idrossammati come l’esapeptide ciclico ferricromo (3 glicine + 3 Nidrossil-l-ornitine). 12 Transferrine: Le trasferrine (sierotransferrina nel plasma, ovotransferrina nell’albume e lattoferrina nel latte) sono formate da due lobi N- e C-, ottenuti per duplicazione genica, ciascuno a sua volta costituito da due domini 1 e 2 tra i quali si forma un sito di legame ottaedrico distorto per lo ione Fe(III) in seguito ad un movimento a cerniera (hinge motion) mediante la reazione: Transferrine: In condizioni fisiologiche, a pH = 7, le costanti di associazione delle transferrine per Fe(III) sono 1022-1026. In seguito all’interazione con specifici recettori di membrana, le transferrine vengono internalizzate mediante endocitosi. Nelle vescicole il pH si abbassa a valori inferiori a 5 per effetto di pompe protoniche ed il Fe(III) viene rilasciato (complesso con citrato) per effetto della minore affinità (protonazione del carbonato sinergistico). 13 Ferritina: Costituisce la principale riserva di ferro non-eme, che è presente al suo interno in un core simile al minerale ferridrite (5Fe2O3·9H2O; 500 atomi di ferro, 20% in massa), basato su un hexagonal close packing di ioni O2e OH- con strati di Fe(III) in intorni ottaedrici e tetraedrici. La forma apo si prepara con agenti riducenti e chelando Fe(II) con 1,10fenantrolina o 2,2’-bipiridile. Ferritina: Il guscio proteico è costituito da 24 subunità (ciascuna costituita da 4 lunghe α eliche e una corta) che formano una sfera cava con assi di simmetria binari, ternari (pori idrofili per il passaggio degli ioni Fe(II)) e quaternari (pori idrofobi). Nell’assemblaggio un loop forma un piccolo β-sheet tra subunità adiacenti. La mineralizzazione dovrebbe avvenire mediante attività ferrossidasica in siti dinucleari di ferro presenti in ciascuna subunità. La mobilizzazione del ferro dovrebbe avvenire mediante il processo inverso di riduzione. 14 Trasporto e immagazzinamento dell’ossigeno: O2 è una sostanza fortemente ossidante e tossica per molte forme di vita. Deve la sua esistenza alla trasformazione dell’energia solare da parte di organismi viventi durante il processo di fotosintesi. O2 richiede speciali sistemi di trasporto e immagazzinamento per la distribuzione ai tessuti più distanti. Mioglobina: Lega O2 reversibilmente ed è costituita da α eliche e da un singolo gruppo eme tra le eliche E ed F. Il piano dell’eme separa una regione distale (legante scambiabile, O2) da una prossimale (istidina conservata). La deossimioglobina è di colore rosso bluastro e contiene Fe(II) in grado di legare O2 per dare ossimioglobina di colore rosso intenso. Talvolta la forma deossi viene ossidata a Fe(III) per dare metmioglobina, che non lega O2. La reazione si può considerare una reazione redox di sostituzione di O2- con Cl-: In tessuti sani la metemoglobina-riduttasi riduce Fe(III) a Fe(II). 15 Distal E helix Proximal F helix Mioglobina: Nella deossimioglobina Fe(II) è pentacoordinato ad alto spin (t2g4eg2) e giace fuori dal piano dell’eme. Quando si lega O2 (forte πaccettore), si passa alla configurazione a basso spin (t2g6) che riduce la repulsione elettronica e riporta Fe(II) nel piano. Il legame può essere descritto in termini di coordinazione di Fe(II) da parte di uno stato di singoletto di O2 (con 2πg2 pieno che agisce da σ– donatore e 2πg vuoto che accetta una coppia di elettroni dal Fe(II)). In alternativa, Fe(III) a basso spin si può considerare legato a O2-. 16 Emoglobina: L’emoglobina è un trasportatore di O2 che si trova nei globuli rossi (150 g in 1 L). E’ un tetramero costituito da due tipi di subunità simili alla mioglobina (si indica con β2χ2). Emoglobina: Le curve di legame di O2 mostrano un andamento sigmoidale indicativo di uptake e rilascio cooperativo. A bassa pressione parziale di O2 e maggiore acidità (Es.: sangue venoso e tessuto muscolare dopo esercizio prolungato) l’emoglobina ha bassa affinità per O2 (stato teso T, deossiemoglobina) e lo trasferisce alla mioglobina. Ad alta pressione parziale di O2 (Es.: polmoni) l’emoglobina lega O2 subendo un cambiamento conformazionale (stato rilassato R, ossiemoglobina). La cooperatività è dovuta al rientro di Fe(II)-O2 nel piano dell’eme con conseguente attrazione della istidina prossimale e dell’elica F, che viene trasmessa alle altre subunità, che acquistano lo stato R. 17 Emocianina: E’ una proteina oligomerica extracellulare che trasporta O2 in artropodi e molluschi. La deossiemocianina (incolore) contiene due ioni Cu(I) tricoordinati piramidali che legano O2 a ponte in forma diapto, rapidamente e reversibilmente. Nella ossiemocianina (blu intenso) O2 viene ridotto a O22- e i due Cu(II) pentacoordinati si avvicinano. Cu -O2 Cu O2 Trasferimento elettronico: L’energia necessaria alla vita deriva dal sole in maniera diretta (fotosintesi) o indiretta (fonti energetiche da organismi fotosintetici). L'energia può essere acquisita come un flusso di elettroni dai nutrienti agli ossidanti. Nutrienti (fuel) importanti sono i grassi, gli zuccheri e H2, importanti ossidanti biologici sono O2, nitrati, e H+. L’ossidazione degli zuccheri da parte di O2 fornisce molta energia (>4 eV per molecola di O2), e questo è il motivo del dominio degli organismi aerobici su quelli anaerobici (che un tempo dominavano la Terra). Il flusso degli elettroni lungo catene di trasporto costituite da donatori e accettori è accoppiato a processi chimici come il trasporto degli ioni, in particolare H+ (teoria chemiosmotica). Oltre a cofattori redox organici (flavine e chinoni), vi sono cluster Fe-S, citocromi e siti di Cu. I potenziali di riduzione dipendono da vari fattori: l’energia di ionizzazione, i leganti (forti donatori stabilizzano alti stati di ossidazione e abbassano il potenziale, al contrario dei π–accettori), la permittività relativa (che stabilizza centri con piccola carica totale), le cariche vicine e i legami a idrogeno (che stabilizzano lo stato ridotto). 18 In base alla teoria di Marcus, per avere un trasferimento elettronico veloce ed efficiente (anche quando ΔG° è piccolo) è necessaria una piccola energia di riorganizzazione, che si realizza tenendo rigido l’intorno dei leganti e proteggendo il sito dall’accesso del solvente. Le distanze ottimali tra i centri sono circa 1.4 nm. Citocromi: Utilizzano la coppia Fe3+/Fe2+ in un intorno ottaedrico a basso spin. Gli orbitali t2g pieni si sovrappongono agli orbitali π* vuoti della porfirina, determinando una delocalizzazione elettronica fino al margine dell’anello eminico. Porphyrin 19 Citocromi: Il citocromo c mitocondriale si trova nello spazio intermembrana dove cede elettroni alla citocromo c ossidasi, l’enzima terminale della catena respiratoria che riduce O2 ad H2O. Il potenziale di riduzione del citocromo c è +0.26 V. Il margine dell’anello porfirinico esposto al solvente è il sito di accesso degli elettroni e presenta un pattern di cariche riconosciute dai partner redox. 20 Cluster ferro-zolfo: Utilizzano la coppia Fe3+/Fe2+ in intorni tetraedrici ad alto spin e operano a potenziali più negativi dei citocromi. Esistono vari tipi di cluster: [2Fe–2S] (25), [4Fe–4S] (26), and [3Fe–4S] (27). La loro efficienza è dovuta alla capacità di delocalizzare gli elettroni, ciò minimizza la variazione delle lunghezze di legame e l’energia di riorganizzazione. Cluster ferro-zolfo: Piccole proteine che contengono cluster Fe-S sono le ferredossine. Nelle idrogenasi sono presenti vari cluster a circa 1.5 nm di distanza che formano un relay system. Oltre alle cisteine i cluster Fe-S possono contenere leganti non-tiolati come carbossilati, imidazolo, alcossidi e leganti esogeni come H2O e OH-, possono interconvertirsi e formare superclusters. Nonostante la presenza di molti atomi di ferro a valenza mista, Fe(II) e Fe(III), i cluster Fe-S sono generalmente coinvolti in trasferimenti di un singolo elettrone. Il livello di ossidazione del cluster è determinato dalla somma delle cariche di Fe e degli atomi di S (2-). Possono derivare diversi stati magnetici da accoppiamenti ferro e antiferromagnetici. La cisteina desulfurasi serve per ottenere ioni S2e alanina dal momento che il solfuro libero è nocivo. 21 Molti cluster hanno potenziali negativi. Il cluster cubano [4Fe-4S] oscilla tra +2 e +3 ed è stato inizialmente scoperto nelle high-potential iron proteins (HiPIP) (+0.35 V). Esistono inoltre i centri Rieske [2Fe-2S] in cui la coordinazione di istidine stabilizza Fe(II) e innalza il potenziale di riduzione (> +0.2 V). 22 Redox switch: Oxidative stress or cell iron depletion result in the IRP1 protein, an aconitase enzyme, losing its iron-sulphur complex and becoming inactive. By changing form, the protein can bind to a fragment of messenger RNA that is an iron-responsive element (IRE) regulating iron metabolism. Depending on the IRP1 binding site on the messenger RNA, it is either blocked, as with RNA coding proteins involved in iron complexation (ferritin) and export (ferroportin) or stabilized, as with RNA coding proteins involved in iron transport to the cytoplasm (DMT1 and transferrin). RNA Siti di rame: L’esigenza di creare siti redox ha portato a imporre intorni di coordinazione rigidi ed in grado di ospitare Cu(I) e Cu(II). I siti di rame “blu” hanno potenziali di riduzione compresi tra 0.15 e 0.8 V. La plastocianina è la proteina più nota con una struttura β-barile e il metallo pentacoordinato (bipiramide trigonale). 23 Siti di rame: Esistono siti dinucleari, come nella citocromo c ossidasi dove prende il nome di CuA. Nella forma ridotta entrambi gli ioni sono Cu(I). Questa si ossida con un elettrone per dare una specie viola paramagnetica in cui l’elettrone spaiato è condiviso tra i due atomi di rame. Citocromo c ossidasi: Catalizza la reazione Negli eucarioti l’enzima si trova sulla membrana mitocondriale interna. 4 H+ non si consumano ma vengono pompati contro gradiente attraverso la membrana. Gli elettroni provengono dal citocromo c secondo la sequenza: Cytochrome c 24 Citocromo c ossidasi: Il sito binucleare di Fe e Cu per la riduzione di O2 consiste di una porfirina simile alla mioglobina (eme a3) e di un sito simile alla emocianina (CuB), in cui una istidina modificata lega covalentemente una tirosina vicina . Il legame O-O dell’intermedio perossido si rompe per ossidazione dei siti metallici a Cu(II) e ossido di Fe(IV) (ferrile) e formazione di un radicale sulla tirosina (EPR sulla specie P). Alla fine si formano due molecole di H2O. 25 Cobalto enzimi: Nelle cobalamine, Co è coordinato ad un anello corrinico (a 15 termini) e a dimetilbenzilimidazolo, legati covalentemente tramite un nucleotide, e catalizza trasferimenti metilici e dealogenazioni. Nel coenzima B12 Co come sesto legante la deossiadenosina, a cui è legato tramite un –CH2-, e catalizza riarrangiamenti radicalici. La vitamina B12 è la forma biodisponibile con diversi leganti assiali come: -H2O, -CN,-OH ,-CH3. Base-on Base-off La struttura elettronica di Co è cruciale per l’attività biologica: Co(III), d6 (18 e-), ottaedrico; Co(II), d7 (17 e-), piramidale quadrato; Co(I), d8 (16 e-), quadrato planare. Cobalto enzimi: Nella metionina sintasi la nucleofilicità di Co(I) estrae l’elettrofilo (CH3+) dal tetraidrofolato per trasferirlo alla omocisteina. R-H Nelle deidratazioni e deamminazioni radicaliche il legame Co-C si indebolisce e viene rotto omoliticamente generando Co(II) pentacoordinato e il radicale CH2R. 26 Molibdo-enzimi: Il molibdeno catalizza trasferimenti di O da H2O a molecole inorganiche. Nella solfito ossidasi Mo è legato al ditiolene della pterina, a una cisteina e a H2O/OH-. Il solfito attacca O elettron-deficiente legato ad Mo(VI). Nel meccanismo di reazione sono coinvolti 3 stati di ossidazione Mo(IV), Mo(V) (d1, osservabile mediante EPR) ed Mo(VI). Molibdo-enzimi: Nel ciclo dell’azoto, catalizza la reazione l’enzima nitrogenasi grazie a 3 tipi di Fe-S clusters, uno dei quali contiene Mo secondo la formula [Mo7Fe-8S,X]. Nella struttura a gabbia 6Fe racchiudono un atomo X (= C, N, O) 27 Ioni metallici in diagnosi e terapia Thompson and Orvig, Science, 2003 Terapia chelante: L’eccesso di ferro dovuto a disordini genetici che alterano i processi regolatori (Es.: emocromatosi, porfirina insufficiente) può essere curato mediante sequestro da parte di chelanti che si ispirano ai siderofori, come deferoxamina e 3,4,3-LIMACC (che contiene 4 gruppi catecolo). 28 Chemioterapia: Il cisplatino fu scoperto per caso durante le misure degli effetti di un campo elettrico sulla crescita di E. coli (dove impediva la divisione cellulare e determinava una crescita filamentosa). Nella forma neutra attraversa la membrana plasmatica, subisce idrolisi nel citosol (dove è minore la concentrazione di Cl-), inibisce la replicazione del DNA a causa della coordinazione del frammento -Pt(NH3)2 a due guanine adiacenti, che determina bending e unwinding del DNA e apoptosi. 29