2. Approfondimenti 2.1 Chiariamoci un po’ le idee su natura e dintorni Che cosa vuol dire “biodiversità”? La biodiversità ci circonda. E anche noi ne facciamo parte. I suoi elementi principali sono: le diverse specie che vivono sulla Terra (come volpe, scoiattolo, leone, ma anche molte piante, funghi, alghe, batteri e addirittura virus); le differenze tra individui della medesima specie (dimensioni, forme e/o colori); i numerosi ecosistemi (ad esempio, gli oceani, le foreste o le barriere coralline). Gli scienziati hanno catalogato circa 1.900.000 specie viventi diverse sulla Terra, ma con ogni probabilità il loro numero è sensibilmente superiore: molte creature sono microscopiche o vivono nelle profondità terrestri o degli oceani, altre, semplicemente, non sono state ancora scoperte. Che cosa vuol dire “specie”? Gruppo di individui che possono riprodursi tra loro e dare vita a prole feconda. Individui appartenenti alla stessa specie hanno anche un patrimonio genetico in comune. Che cosa vuol dire “habitat”? Tipo di ambiente in cui un organismo vive. Ogni habitat sostiene una comunità differente di animali. Questi dipendono l’uno dall’altro per la loro sopravvivenza. Che cosa vuol dire “ecosistema”? Insieme di forme viventi, sia animali sia vegetali, e l’ambiente fisico in cui si sviluppano. La parte vivente viene detta biocenosi o comunità mentre quella non vivente biotopo. L’ecosistema Terra ha al suo interno molti ecosistemi diversi. Ciascuno di essi può essere caratterizzato da maggiore o minore biodiversità. Che cosa vuol dire “home range”? Area minima all’interno della quale i singoli animali concentrano le proprie attività vitali come la ricerca di cibo, la localizzazione dei nidi e delle tane, riproduzione, allevamento dei piccoli. Che cosa sono le catene alimentari? Tutte le piante e gli animali rappresentano un insieme unito da un legame molto importante, perché la vita di ognuno dipende da quella di tutti gli altri. Gli animali erbivori si nutrono di piante, ma essi stessi sono cibo per i predatori, i carnivori. Per esempio: nel bosco vivono numerosi insetti, che si nutrono di foglie; ma di questi insetti sono ghiotti i piccoli uccelli come le cince, che a loro volta vengono mangiate dai rapaci come l’astore. Questo tipo di relazione tra esseri viventi viene chiamato “catena alimentare”: molte catene alimentari sono assai complesse, con intrecci complicati e molto ramificati! 1 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea Curiosità: anche i predatori prima o poi entrano nella catena alimentare: quando muoiono, vengono mangiati dagli insetti e dalle loro larve. Che cosa vuol dire “specie aliena”? Una specie non nativa, detta anche aliena o alloctona, è una specie che non si è originata nel territorio in cui si trova, ma vi è giunta per responsabilità dell’uomo, volontariamente o accidentalmente. Perché è utile conservare la natura? La protezione della natura e delle risorse naturali si dice “conservazione”, intendendo con questo termine le politiche e gli interventi utili a mantenere gli ambienti naturali o a recuperare quelli alterati dall’uomo. In ogni ambiente le piante e gli animali dipendono le une dagli altri per la loro sopravvivenza. Se si abbatte una parte del bosco, gli animali che da questo dipendono per la sopravvivenza, muoiono o si spostano. Quell’ambiente, pertanto, non sarà più lo stesso. Per salvaguardare un territorio bisogna quindi impedire il taglio del bosco e agire per creare nuovi boschi dove questi sono stati tagliati Che cosa vuol dire “frammentazione ambientale”? La frammentazione ambientale o frammentazione degli habitat è quel processo, solitamente di origine umana, che divide un ambiente naturale in frammenti più o meno disgiunti tra loro riducendone la superficie originaria. Se costruisco una strada in mezzo a un bosco o taglio parte del bosco per coltivare cereali, riduco e ‘frammento’ il bosco stesso, rendendo difficile il passaggio degli animali da un’area all’altra. La scomparsa degli habitat e la frammentazione di quelli residui, costituiscono una delle principali minacce alla biodiversità; entrambi i processi agiscono spesso insieme e non sempre sono facilmente discriminabili l’uno dall’altro. Le conseguenze più catastrofiche si registrano negli ambienti di pianura, sempre più interessati a nuove strade, autostrade, città, che progressivamente riducono lo spazio per gli animali e le piante selvatiche. Che cosa vuol dire “rete ecologica”? La capacità di animali e piante di migrare e di colonizzare nuovi ambienti ne garantisce la sopravvivenza, anche quando la loro presenza nelle aree di origine viene messa in pericolo. Un po’ come gli uomini abitano città e paesi e si spostano su strade e ferrovie, in modo analogo piante e animali vanno ad occupare i loro ambienti, muovendosi lungo siepi, filari, corsi d’acqua e boschi, e sono ostacolati dalle barriere come strade, città… Oggi in tante parti d’Italia le zone naturali si sono ridotte drasticamente in quantità e varietà e tendono ad essere sempre più isolate l’una dall’altra. Rimangono piccoli frammenti di habitat naturali immersi in un “mare” di ambienti artificiali, barriere insormontabili per animali e piante. E’ quindi essenziale che i frammenti rimasti vengano potenziati e messi in collegamento tra loro, con la creazione di passaggi e vie di connessione studiati e realizzati con l’obiettivo di formare una rete naturale. 2 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea Come funziona il rapporto tra preda e predatore? La predazione è un tipo di interazione in cui un organismo (il predatore) usa come fonte di cibo un altro organismo (la preda). I predatori ricoprono un ruolo fondamentale nella catena alimentare, contribuendo a limitare numericamente le popolazioni delle prede. In questo modo riescono a mantenere la biodiversità, prevenendo il fatto che una singola specie diventi dominante. La competizione tra specie La competizione si può definire come un'interazione tra specie (o anche individui della stessa specie) per la quale le risorse di una sono ridotte a causa della presenza dell'altra: tale risorsa può essere cibo, acqua, territorio, possibilità di accoppiamento. Esistono diversi tipi di competizione: - - competizione per interferenza: quando un individuo interferisce aggressivamente con gli altri per il cibo, la sopravvivenza, la riproduzione o per stabilirsi in una porzione dell'ambiente. competizione per sfruttamento: competizione indiretta causata da una risorsa limitata comune. Per esempio, l'uso di una risorsa per alcuni causa la scarsità per altri o, anche la competizione per lo spazio. 3 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea 2.2 Il bosco Che cos’è un bosco? A un primo sguardo, il bosco ci appare come un semplice insieme di alberi, alti e frondosi. Ma a ben guardare, il bosco è molto più di questo: all’interno del bosco vivono infatti numerosi animali e piante, che qui dentro trovano riparo. Le piante rappresentano un cibo per molti animali, non solo, offrono una casa e un nascondiglio. Ma anche gli animali sono utili alle piante: trasportando i semi, per esempio, le aiutano a riprodursi, assicurando così continuità alla vita del bosco. Il bosco è un ambiente autonomo, vive senza l’intervento dell’uomo: per imparare a conoscere i suoi segreti occorre osservarlo, ma anche ascoltarlo, annusarlo e toccarlo! Curiosità: Nel mondo soltanto un terzo della terraferma è ricoperto da boschi! Quali sono i fattori che regolano l’ecosistema bosco Il bosco fornisce una serie infinita di servizi all’uomo. Da sempre l’uomo ha compreso la sua importanza per la difesa dalle alluvioni, dalle frane, dalle valanghe. Ha tratto legna per riscaldare, legname da lavoro, fronde per alimentare gli animali, frutti di ogni tipo. Il bosco è stato usato come riparo per sfuggire ai nemici. Ora si valuta con attenzione l’importanza del bosco per la tutela della biodiversità, per la gradevolezza che porta al paesaggio, per l’attrazione che esercita sul turismo in cerca di natura, per la capacità di cambiare in positivo il clima locale, per l’interesse scientifico. Difendere il bosco è nell’interesse di tutti. Occorre aiutare i forestali nella loro preziosa opera per la prevenzione dagli incendi e per la tutela delle specie. In molte foreste possiamo trovare i centri di educazione ambientale dove imparare a conoscere ed amare il bosco. Perché è importante conservare le foreste? Le foreste coprono le terre emerse per circa un terzo. Le foreste si sono ridotte moltissimo in passato e tael tendenza continua nell’ultimo secolo a causa dell’attività umana. L’uomo ha anche però un’azione positiva con la protezione delle foreste più ricche di biodiversità, con il controllo dei tagli selvaggi degli alberi, con l’impianto di nuovi alberi dove sono scomparsi. Il bosco è indispensabile all’uomo, l’uomo deve essere il suo alleato più prezioso. Non tutti i boschi sono uguali….impariamo a riconoscerli! Gli alberi che compongono i boschi italiani si possono dividere in due categorie: conifere e latifoglie. Le prime sono prevalenti in climi freddi alpini ma formano con altre specie estese foreste anche nei pressi del mare, le latifoglie predominano in tutte le altre località. Le conifere, conosciute anche come “sempreverdi” o “aghifoglie”, hanno foglie strette e allungate a forma di ago. Non perdono le foglie durante l’inverno (con l’eccezione di alcune specie come il larice). Le latifoglie, conosciute anche come “caducifoglie”, presentano invece foglie larghe; la maggior parte delle latifoglie perde le foglie durante l’inverno (con l’eccezione di alcune specie come il leccio, quercia tipica delle aree mediterranee). Si possono quindi individuare 3 tipi di boschi: i boschi puri di conifere i boschi puri di latifoglie i boschi misti, composti sia da conifere sia da latifoglie 4 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea I boschi di conifere puri sono tipici degli ambienti alpini Il bosco, una casa a più piani… Il bosco può davvero essere interpretato come una casa a più piani. Il livello del tetto, quello che corrisponde alle alte fronde degli alberi più alti, è il più luminoso di tutti. Scendendo verso il basso, la luce diminuisce, e a terra ne arriva davvero poca. Ma chi vive nei piani della casa? Ai piani più alti, tra le fronde degli alberi, vivono gli insetti che si nutrono delle foglie, insieme ai rapaci, che qui costruiscono il loro nido, e agli scoiattoli rossi, che trascorrono gran parte della propria vita a questo piano, creando il proprio nido e cercando il cibo. Al secondo livello, tra i cespugli e gli arbusti, vivono numerosi piccoli uccelli come il merlo. Infine, al piano terra, tra l’erba e il muschio, si trovano numerosi insetti come coleotteri, formiche, e piccoli mammiferi come il toporagno e il topo selvatico, ma anche funghi. In “cantina”, ovvero sottoterra, troviamo le radici delle piante, ma anche numerosissimi insetti, lombrichi e, con un po’ di fortuna, ci si può imbattere anche in qualche arvicola! Che differenza c’è tra alberi e arbusti? Gli alberi sono piante con il tronco di legno, di altezza variabile, ma generalmente superiore ai 4 metri, la cui caratteristica è avere i rami che crescono a partire da una certa altezza del tronco rispetto al terreno. Si distingue pertanto la parte delle radici, immersa nel terreno, quella dei tronco, libera da rami, e quella della onochioma fatta dai rami che portano foglie, fiori e frutti. Un esempio di albero è il CASTAGNO. Anche gli arbusti hanno il tronco legnoso, ma a differenza dell’albero hanno un’altezza modesta (non più di 4-5. metri). Si differenziano dall’albero per avere le ramificazioni che spuntano dal tronco fin dalla base, a livello del terreno. Un esempio di arbusto è la GINESTRA. 5 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea Come fioriscono gli alberi? Il mistero delle pigne (e non solo) Tutte le piante fioriscono a primavera, compresi gli alberi! Dai fiori nascono frutti e semi, che a loro volta faranno crescere nuovi alberi. La maggior parte degli alberi hanno due tipi di fiori: il fiore maschile, che contiene il polline, e il fiore femminile, da cui nasceranno i frutti e i semi. Particolari sono i cosidetti frutti delle conifere, gli alberi sempreverdi: i semi infatti sono racchiusi in strutture rigide a forma di cono, le pigne; non sono veri e propri frutti, ma come questi racchiudono e proteggono i semi. Ma il tipo di “involucro” che protegge i semi varia a seconda dell’albero: alcuni semi sono racchiusi in frutti saporiti, come le ciliegie, altri stanno invece all’interno di gusci rigidi, come le castagne e le nocciole, difficili da aprire. Altri infine sono molto leggeri e hanno lamelle che li fanno volare lontano. Curiosità: Lo sai che solo una ghianda su un milione farà nascere una quercia? Come nasce un bosco? Il bosco si rinnova continuamente perchè le piante che lo compongono si riproducono: la vita di ogni individuo, animale o vegetale, è legata a quella degli altri. Quando un terreno viene abbandonato, comincia a crescere per prima l’erba (le cosiddette piante erbacee), seguono gli arbusti, infine appaiono gli alberi. Nel giro di qualche anno si forma un nuovo bosco! Curiosità: Perché si crei un vero bosco ci vuole tanto tempo, fino a 100 anni! Per fare un albero ci vuole il seme… Gli alberi producono frutti, che contengono semi. La maggior parte dei frutti matura entro l’autunno, e a quel punto i semi devono trovare un posto adatto dove svilupparsi e far nascere una nuova piantina. Sotto la pianta madre, di solito, c’è poco nutrimento e, soprattutto, poca luce! I semi devono trovare un modo per allontanarsi da “casa”: i semi leggeri vengono trasportati dal vento, mentre quelli troppo pesanti per volare….sono portati in giro dagli animali! Curiosità: i semi delle conifere (le aghifoglie) maturano lentamente: ci possono volere fino a 18 mesi perché le pigne si aprano e lascino cadere i semi. Di cosa vivono gli alberi? Gli alberi, per crescere, hanno bisogno di nutrimento, proprio come noi. In particolare, per far crescere il tronco e i rami, per far spuntare le nuove foglie e per costruire i semi necessitano di zuccheri. E dove li prendono? Non vanno al supermercato, se li fabbricano da soli! Per poterlo fare hanno bisogno di luce, anidride carbonica e acqua. L’organo per produrre gli zuccheri è la foglia: proprio nella foglia si trova la verde clorofilla, che cattura la luce del sole per produrre gli zuccheri. La luce è sempre disponibile, l’acqua viene presa dal terreno attraverso le radici, l’anidride carbonica dall’aria attraverso le foglie! Curiosità: Molti alberi in autunno smettono di produrre clorofilla: le foglie diventano così gialle, fino a cadere. Questi alberi si chiamano decidui o caducifogli. Come si fa a calcolare l’età degli alberi? Gli alberi sono gli esseri viventi più grandi della Terra e quelli che possono vivere più a lungo. Ogni anno nel tronco si formano un nuovo anello esterno, così il tronco diventa sempre più grande. Negli anni buoni, con tanto Sole, acqua e sostanze nutrienti, gli anelli sono larghi; 6 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea negli anni difficili, di carestia, gli anelli che si vanno a formare sono invece sottili. E’ possibile contare l’età di un albero morto effettuando una sezione del tronco e contando il numero totale di anelli! Che cosa vuol dire “selvicoltura”? La selvicoltura è la scienza che studia la coltivazione e l'utilizzazione dei boschi. In senso stretto è tutto quell'insieme di interventi che permettono la coltivazione del bosco garantendone lo sfruttamento e, contemporaneamente, il mantenimento. Chi ripulisce il bosco da tutte le foglie che cadono? In natura, tutto ciò che cade e muore viene riciclato e riutilizzato. Ma chi lo fa? Esiste un vero e proprio esercito di micro-organismi, che vivono nella terra, tra le foglie in decomposizione. Questo prezioso esercito è formato da invertebrati, batteri, funghi che smaltiscono tutte le scorie, cioè i rifiuti, delle piante e degli animali, e anche tutto ciò che resta di loro quando muoiono. Senza il prezioso aiuto di questi alleati, in breve tempo il bosco sarebbe sommerso da montagne di rifiuti “naturali”, che impedirebbero alle nuove piante di germogliare, agli animali di muoversi….e in breve tempo il bosco scomparirebbe. Curiosità: i microrganismi digeriscono i resti animali e vegetali, producendo l’humus….un preziosissimo nutrimento necessario alle piante per crescere rigogliose! Chi ruba i semi degli alberi? Molti animali si nutrono dei semi degli alberi: molti uccelli (per esempio i tordi) mangiano la polpa dei frutti ed espellono successivamente i semi non digeriti. Scoiattoli, ghiri e ghiandaie fanno provviste di semi per l’inverno, a volte però dimenticano i nascondigli….e i semi hanno la possibilità di far nascere una nuova pianta. L’importanza del legno morto Il legno morto contribuisce in misura determinante a valorizzare il bosco: da esso dipendono migliaia di specie di invertebrati, funghi e vegetali di forme e dimensioni diverse, spesso sorprendenti! Munendosi di una semplice lente è possibile imparare a conoscere un vero e proprio “micro mondo”, da cui dipende gran parte della biodiversità del bosco stesso. 7 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea 2.3 Scoiattolo rosso e Scoiattolo grigio Carta di identità dello scoiattolo rosso - Nome scientifico: Sciurus vulgaris - Pelliccia: sul dorso, può variare dal marrone intenso al rosso, fino al grigio e addirittura al nero; il ventre invece è chiaro, quasi sempre bianco - Coda: di colore uniforme, può variare dal rosso-bruno al grigio o nero, a seconda degli individui - Lunghezza testa-corpo (mm) 190-220 mm - Lunghezza coda (mm) 170-200 mm - Peso (g) 270-360 g - Longevità (anni) 4-5 anni - Incremento autunnale (% del peso corporeo) 0-10% - Quanto tempo passa sugli alberi ogni anno circa il 70% - Habitat preferito Conifere, ma raggiunge densità maggiori in latifoglie - Preferisce le ghiande? No - Densità media Boschi di conifere <0,6 ind./ha Boschi di latifoglie <1,2 ind./ha Curiosità: Lo chiamano scoiattolo rosso, ma il suo colore può variare. La colorazione dorsale e laterale del mantello dello scoiattolo comune è molto variabile, dal tipico rosso vivo, al grigio e marrone, fino al nero, mentre il ventre è bianco. I caratteristici ciuffi auricolari crescono durante l'autunno per essere molto folti in inverno, e spesso sono assenti in estate. Lo scoiattolo rosso, il “nostro” scoiattolo 8 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea Scoiattoli rossi d’Italia Lo scoiattolo rosso è l’unica specie di scoiattolo arboricolo presente in gran parte dell’Europa e dell’Asia. Due altre specie di scoiattoli forestali sono presenti in Eurasia: lo scoiattolo della Persia e lo scoiattolo giapponese.. In Italia ci sono tre sottospecie di scoiattolo rosso: nel nord troviamo Sciurus vulgaris fuscoater, la sottospecie diffusa anche in gran parte dell’Europa centrale e orientale, mentre nel centro e nel sud vi sono due sottospecie endemiche, presenti quindi solo in Italia, rispettivamente Sciurus vulgaris italicus e Sciurus vulgaris meridionalis. Le sottospecie del centro e del nord Italia sono caratterizzate da una colorazione molto variabile del mantello dorsale, mentre la sottospecie del sud, presente esclusivamente in Calabria, è completamente nera con ventre bianco. Gli scoiattoli rossi possono avere diverse colorazioni: questo esemplare, per esempio, è nero con il ventre bianco! Quanti scoiattoli esistono al mondo? Gli scoiattoli appartengono alla famiglia degli Sciuridi. Gli Sciuridi sono una numerosa famiglia di Roditori di piccole-medie dimensioni che comprende ben 278 specie. Sono fra i mammiferi più diffusi e si trovano in ogni continente tranne in Australia e in Antartide. Poiché sono relativamente poco specializzati, gli Sciuridi sono stati in grado di evolvere una grande varietà di forme corporee e di abitudini che li rendono adatti a vivere in una grande varietà di habitat, dalle lussureggianti foreste pluviali tropicali alle alture rocciose dei deserti semiaridi, dalle praterie aperte ai giardini cittadini. Questa prospera famiglia comprende forme molto variabili come le marmotte terricole e scavatrici di tane sotterranee; gli scoiattoli terricoli, i cani della prateria e i tamia; gli scoiattoli diurni e arboricoli; i notturni scoiattoli volanti. Che cosa ha di speciale lo scoiattolo rosso? Lo scoiattolo rosso è un piccolo mammifero che tutti conosciamo, anche se è molto timido. Ha forma snella, con testa e collo ben distinti dal tronco. Ripiega spesso sul dorso la grossa coda, completamente ricoperta di peli lunghi (l’origine del suo nome, attraverso il greco, suggerisce un “animale che si fa ombra con la coda”). 9 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea Ha orecchie grandi sulle quali, soprattutto d’inverno, è presente un ciuffo di peli. Usa le vibrisse (“baffi” come quelli del gatto) per orientarsi, per evitare ostacoli e per scegliere il cibo. Sulle zampe anteriori ha unghie forti e ricurve. Per saltare usa le zampe posteriori, le cui dita hanno una virtù sorprendente: lo scoiattolo può ruotarle di 180° per scendere di corsa da un albero, nella tipica posizione a “testa in giù” lungo il tronco. In salita sa essere altrettanto veloce! Curiosità: in natura lo scoiattolo rosso vive circa 3-4 anni! Curiosità: Il “rosso” è lo scoiattolo tipico del nostro continente. È in Europa almeno dal Pleistocene Medio, quindi da ben più di centomila anni fa. Caratteri distintivi dello scoiattolo grigio - Nome scientifico: Sciurus carolinensis - Coda: grigio-marrone all’interno e bianca sui bordi, con un effetto “aureola” - Pelliccia: in genere è grigio cenere sul dorso, con parti rosso mattone su testa e zampe, mentre il ventre è chiaro, quasi sempre bianco - Forma: più tozza - Lunghezza: 250-260 mm - Peso: 500-650 g - Orecchie: senza ciuffi di pelo - Abitudini: si abitua facilmente alla presenza umana; lo si trova spesso a terra - - Come si distinguono lo scoiattolo rosso e lo scoiattolo grigio? Quale è la principale differenza tra rossi e grigi? Impariamo a riconoscerli! Non tutte le persone sanno che spesso gli scoiattoli rossi possono essere neri, marroncini o addirittura grigi! O che gli scoiattoli grigi possono anche sembrare rossastri….Il colore non è quindi determinante per riconoscere le due specie! Un metodo infallibile per riconoscere le due specie è osservare le code. La coda del grigio è infatti caratterizzata da una sorta di alone bianco nella parte esterna, assente nel rosso. Un altro modo per riconoscerli è osservare le orecchie. Il rosso presenta sulle orecchie degli evidente ciuffi auricolari per gran parte dell’anno, sempre assenti nel grigio. Il carattere più importante per distinguere Scoiattolo rosso e grigio è la coda 10 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea - - Sfuggire ai predatori, un’arte da scoiattoli! Gli scoiattoli hanno due modi principali di sfuggire ai pericoli: Rimanere fermi. Molti predatori utilizzano la vista per cercare le proprie prede. In generale, è molto più semplice vedere le prede quando sono in movimento, soprattutto se hanno un colore simile all’ambiente in cui si muovono! Così, spesso gli scoiattoli si limitano a stare immobili, quando pensano che ci sia un predatore nei paraggi. Scappare. A volte, non c’è davvero altro modo di scampare ai pericoli! Se gli scoiattoli sono vicini al suolo quando si avvicina un pericolo, si arrampicano sull’albero più vicino, poi si fermano per vedere se un pericolo c’è davvero! A quel punto, emettono una sorta di forte squittio, battendo la coda. Se il pericolo persiste, ricominciano a scappare lungo i rami, nascondendosi nella folta vegetazione degli alberi. Curiosità: Pensa che gli scoiattoli sono in grado di immobilizzarsi anche nel bel mezzo di una corsa giù dal tronco di un albero! Chiacchiere tra scoiattoli Gli scoiattolo comunicano tra lore mediante suoni, proprio come noi, ma anche attraverso odori, gesti, utilizzando il proprio corpo e la coda. Il verso che più comunemente si può sentire è una sorta di forte squittio, emesso quando l’animale viene disturbato e si sente in pericolo. Non solo i versi sono un modo di comunicare: gli scoiattoli riescono a riconoscersi tra loro grazie all’odore: utilizzano infatti una sorta di “profumo” per marcare i confini del proprio territorio, una sorta di segnale per dire ai vicini “Ehi questa è casa mia!”. Un modo per segnalare agitazione è battere forte i piedi per terra, con forti squittii di accompagnamento. A volte è possibile osservare gli scoiattoli mentre muovono la coda, e anche questo è un modo per comunicare: un colpo brusco per terra significa allarme, mentre quando due scoiattoli si incontrano muovono piano le code, ed è un modo per salutarsi! Curiosità: Tra di loro, mamma scoiattolo e i suoi piccoli passano molto tempo a …spulciarsi. Questo tipo di comportamento, oltre ad essere utile per rimuovere i parassiti, è utile per permettere ai piccoli e alla madre di socializzare. Diventare genitori Il periodo degli accoppiamenti è in genere compreso tra gennaio e giugno, e i parti (dopo una gestazione di sei settimane) avvengono da marzo ad agosto. Negli anni in cui il cibo è abbondante le femmine possono avere due figliate l’anno, ma in condizioni di scarsità alimentare, la riproduzione può essere unica o anche assente. Dopo la nascita i piccoli sono allattati per 10-12 settimane, prima dello svezzamento che li rende indipendenti. In seguito si allontaneranno dal territorio della madre anche di alcuni chilometri, alla ricerca di aree idonee per loro, ma solo il 20-40% dei nati sopravviveranno nel loro primo anno di vita. Quando lo scoiattolo grigio è presente, tale percentuale di sopravvivenza si riduce drasticamente come conseguenza della competizione per il cibo e lo spazio dei più grandi (e nati prima) scoiattoli americani. In ogni caso, quegli scoiattoli rossi che avranno la possibilità di trovare un luogo dove insediarsi, inizieranno a condurre la loro vita forestale, aiutando il bosco a rimanere dinamico! 11 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea Nidi da scoiattolo Gli scoiattoli costruiscono un nido, facilmente distinguibile da quello degli uccelli, di forma sferica di 25-45 cm di diametro, costruito con rametti intrecciati, in genere vicino al tronco o alla biforcazione dei rami. I rametti spesso mantengono le foglie secche a formare uno strato impenetrabile, mentre l’interno è foderato con muschio, cortecce e foglie, per assicurare una buona coibentazione e impermeabilizzazione all’acqua. All’occorrenza usano come nidi o luoghi di rifugio anche le cavità degli alberi. I nidi non sono esclusivi; un singolo scoiattolo può usare fino a 3-4 nidi e lo steso nido può essere usato da diversi animali in giorni successivi. Maschi e femmine possono usare lo stesso nido nel periodo riproduttivo, ma sarà poi la femmina da sola ad allevare i piccoli in un nido grande e ben isolato. Curiosità: Gli scoiattoli rossi spesso hanno più di un nido nel proprio territorio. In questo modo, quando un nido viene danneggiato o distrutto dai predatori, gli scoiattoli possono spostarsi in un altro. Le femmine, con i piccoli, possono decidere di spostarli verso un nuovo nido se pensano che non siano più al sicuro. I nidi di scoiattolo rosso hanno forma sferica e sono ben nascosti tra i rami degli alberi Una vita solitaria, ma non troppo! Gli scoiattoli sono animali solitari, ma non strettamente territoriali. Gli adulti in genere non difendono parte del bosco impedendovi l’accesso ad altri animali, ma le femmine adulte che si riproducono difendono la porzione di territorio che usano più intensamente (core-area) dall’accesso di altre femmine riproduttive. Questo tipo di territorialità è chiamata territorialità intra-sessuale. La dimensione del territorio occupato da un individuo dipende dalla quantità di cibo disponibile e da quanti animali usano la stessa porzione di bosco. Può quindi cambiare di molto, in base al tipo di bosco e alla produzione annuale di semi e altre risorse alimentari. Talvolta gli scoiattoli usano territori di 2-3 ha, ma in altri casi, come ad esempio in foreste alpine di conifere in anni con bassa produzione di semi, gli animali si muovono in aree di 30-50 ha. In generale i maschi tendono ad avere territori più grandi delle femmine e gli adulti usano aree più grandi dei giovani. Che cosa mangiano gli scoiattoli? Lo scoiattolo rosso si nutre soprattutto di semi di alberi, che consuma stando seduto sulle zampe posteriori e portandoseli alla bocca con le anteriori; ma mangia anche gemme, fiori, 12 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea insetti, frutti e funghi. Occasionalmente gli scoiattoli possono mangiare anche insetti che trovano su tronchi e foglie. Il cibo principale sono comunque i semi e i frutti di molti alberi e arbusti. La produzione di semi delle varie specie di alberi varia da un anno all’altro, questo ha un effetto sulla popolazioni di scoiattolo. La densità degli scoiattoli aumenta notevolmente negli anni in cui ci sono molti semi da mangiare, per diminuire invece negli anni in cui le piante producono pochi semi o niente del tutto. Vi è quindi un forte legame tra la composizione (in specie di alberi) del bosco, la produzione di semi e il comportamento, la riproduzione e la sopravvivenza degli scoiattoli. Un pigna rosicchiata dallo scoiattolo rosso Le scorte alimentari Gli scoiattoli hanno la curiosa abitudine di creare delle vere e proprie dispense in vista dell’inverno. Raccolgono i semi caduti per terra, soprattutto in autunno, scavano una buca per terra e ne nascondono alcuni dentro. Dopodichè, ricoprono la buca con terra e altro materiale, per nasconderla dagli altri scoiattoli o da altri animali. Durante l’inverno, quando trovano poco da mangiare in giro, gli scoiattoli vanno a recuperare i semi nascosti nelle dispense. Curiosità: Lo scoiattolo grigio ricorda dove sono le sue dispense ed è anche in grado di scovare le dispense del rosso! A volte gli scoiattoli sono un po’ smemorati….i semi non sono però persi del tutto: dal loro rifugio sotterraneo, con l’arrivo della primavera, potranno germogliare e dare vita a un nuovo albero! 13 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea Le scorte alimentari vengono nascoste in buchi scavati nel terreno Funghi e scoiattoli! Lo scoiattolo europeo mangia anche molti funghi, compresi quelli sotterranei (i tartufi). Quest’azione è molto importante perché i funghi sono essenziali per la crescita di molte piante. Tra le radici delle piante e i filamenti sotterranei dei funghi (le ife) si instaura, infatti, una simbiosi: il fungo cede acqua e sali minerali alle piante e riceve da questa sostanze organiche elaborate. Lo scoiattolo quando mangia i funghi ne espelle le spore (la parte riproduttiva) con le feci. Queste cadute sul terreno possono germinare, dando origine a un nuovo fungo e a una nuova associazione con le piante. Scoiattoli, funghi e alberi sono quindi legati da relazioni reciproche, di tipo ecologico, molto complesse, che nel loro insieme assicurano la presenza del roditore, ma anche delle piante stesse e dei funghi. Occasionalmente, gli scoiattoli rossi mangiano anche i funghi! Quali sono i boschi preferiti dagli scoiattoli rossi? In Italia gli scoiattoli rossi vivono in ogni tipo di bosco, ammesso che vi sia un numero sufficiente di alberi in grado di produrre semi necessari alla loro alimentazione. Li troviamo quindi in boschi misti di latifoglie, conifere e latifoglie o solo conifere. Generalmente gli ambienti forestali migliori sono quelli costituiti da più specie di alberi, in modo che in ogni anno vi sia qualche specie arborea che produce abbastanza semi 14 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea Quando si possono vedere gli scoiattoli rossi? Lo scoiattolo rosso è uno dei pochi mammiferi che può essere osservato durante un’escursione nei boschi della penisola. Gli scoiattoli, infatti, sono attivi durante il giorno e, contrariamente a quanto molti credono, non vanno in letargo in inverno. Gli animali iniziano a essere attivi fuori dal nido all’alba e terminano l’attività al pomeriggio tardi o alla sera, in base alla stagione e alla disponibilità di cibo. Ruolo degli scoiattoli nell’ecosistema Gli scoiattoli non solo usano il bosco per vivere e alimentarsi, ma anche aiutano il bosco nei suoi processi di rinnovamento. Negli anni di forte produzione di semi, in particolare di quelle specie che gli scoiattoli amano (nocciolo, faggio, castagno, pino cembro, pino silvestre), gli scoiattoli immagazzinano parte dei semi raccolti. Il comportamento di immagazzinamento dei semi da parte dello scoiattolo è molto importante per il rinnovamento di molte specie di alberi: gli scoiattoli, nascondendo i semi a distanza dagli alberi, ne favoriscono la germinazione. Gran parte del rinnovamento delle piante di castagne, ad esempio, dipende dagli scoiattoli; gli scoiattoli aiutano anche il rinnovamento di faggio, nocciolo, pino cembro e, in minor misura, di querce. Dove dobbiamo andare per trovare lo scoiattolo rosso? Lo scoiattolo comune o scoiattolo rosso è l’unico scoiattolo arboricolo originario dell’Europa. Gli ambienti in cui è possibile osservare gli scoiattoli sono i boschi di qualunque tipo: - boschi di conifere - boschi misti di latifoglie e conifere - foreste alpine - boschi mediterranei - parchi urbani Come si fanno a contare gli scoiattoli? Un modo per contare gli scoiattoli è…osservare gli scoiattoli e contare tutti quelli che si vedono! In realtà non è così semplice, un po’ perché gli scoiattoli non sono così facili da avvistare, un po’ perché occorre effettuare il conteggio con un certo metodo. Solitamente i ricercatori scelgono un sentiero (in gergo chiamato transetto) lungo il quale si muovono e contano tutti gli scoiattolo che riescono ad avvistare. Il sentiero viene percorso con regolarità, in tutte le stagioni, in questo modo la popolazione di scoiattoli è sempre tenuta sotto controllo. Curiosità: Il periodo migliore per contare gli scoiattoli è l’inverno, quando gli alberi non hanno le foglie! Curiosità: Per osservare bene gli scoiattoli è meglio munirsi di binocoli! L’importanza di contare: come si studiano gli scoiattoli (e non solo) con l’uso degli hair-tubes. Per controllare le popolazioni di scoiattoli si possono utilizzare diversi sistemi, tra cui il posizionamento degli hair-tubes, letteralmente “tubi cattura-pelo”. Ma in cosa consiste questo strano sistema? La tecnica degli hair-tubes consiste nell’attirare con un esca (nocciole, semi di girasole) gli scoiattoli all’interno di tubi posti su alberi, all’ingresso dei quali sono 15 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea inserite delle placchette con nastro biadesivo. Quando l’animale cerca di entrare dentro il tubo, i peli rimangono attaccati al nastro biadesivo e possono quindi essere raccolti per essere analizzati successivamente al microscopio, in modo da distinguere tra le due specie. Per il monitoraggio vengono identificate aree alberate che presentino condizioni potenzialmente idonee alla presenza degli scoiattoli. Gli hair-tubes vengono sistemati in transetti di 5-20 tubi, a distanza variabile di 50-100 metri l'uno dall'altro. Una volta sistemati, gli hair-tubes verranno controllati periodicamente e il nastro adesivo sostituito. I peli rinvenuti vengono conservati in alcol per le successive analisi. Questione di pelliccia. Riconoscere gli scoiattoli e gli altri mammiferi attraverso i peli! Lo scoiattolo rosso e lo scoiattolo grigio presentano una differente morfologia della sezione del pelo: nello scoiattolo rosso è presente una doccia lungo il pelo che determina una tipica sezione a fagiolo. La doccia è invece assente nello scoiattolo grigio che presenta quindi una sezione circolare. Dentro ai tubi possono entrare anche altri mammiferi che salgono sugli alberi, come ghiri, moscardini e occasionalmente topi selvatici e anche qualche pipistrello.Per poter riconoscere i peli di questi altri mammiferi da quelli degli scoiattoli esistono veri e propri atlanti fotografici, che aiutano il ricercatore nel proprio lavoro! Come si fa a capire se un’area è frequentata da scoiattoli? Per capire se un bosco è frequentato dagli scoiattoli, si possono utilizzare metodi indiretti. Per esempio, si possono cercare i nidi, oppure i resti di cibo. Come si riconoscono i resti di cibo lasciati dallo scoiattolo? Le pigne vengono mangiate a partire dalla cima: lo scoiattolo stacca le scaglie, per mangiare i semi all’interno. Le scaglie più resistenti vengono morsicate e lasciate attaccate. Una volte rosicchiate, le pigne vengono buttate per terra e si possono trovare disseminate su una grande superficie. Le nocciole vengono invece aperte grazie ai potenti denti incisivi, e vengono aperte a metà. Gli uccelli bucano invece la nocciola con il becco, per cui nei resti si vede un evidente buco. Curiosità: Un altro sistema “indiretto” per contare gli scoiattoli consiste nel contare il numero di nidi presenti nel bosco: maggiore è il numero di nidi, maggiore è il numero di scoiattoli! Con questo sistema non è però possibile distinguere gli scoiattoli rossi dai grigi, i nidi delle due specie sono infatti sostanzialmente identici! Che cos’è una cassetta nido per scoiattoli? Il nido artificiale o cassette nido sono oggetti costruiti in legno o in altri materiali destinati a offrire ospitalità e protezione agli scoiattoli, per riprodursi o per ripararsi. Curiosità: Esistono cassette nido per molte specie di animali: la forma e le dimensione dipendono dalla specie che il nido sarà destinato a ospitare. 16 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea Le mangiatoie vengono volentieri sfruttate dallo scoiattolo, soprattutto durante la stagione invernale Dove vive lo scoiattolo grigio? Lo scoiattolo grigio è originario dell'America Settentrionale. L'ambiente nativo di questa specie sono i boschi estesi e maturi di latifoglie con ricco sottobosco: essendo tuttavia molto adattabile, lo si trova anche nei parchi urbani e nei giardini pubblici, purché con presenza di alberi. Il comportamento, la dieta e i ritmi di attività sono molto simili allo scoiattolo rosso. Entrambe le specie non vanno in letargo durante i mesi invernali. Lo scoiattolo grigio e l’impatto sullo scoiattolo rosso. Lo scoiattolo grigio americano, introdotto in Europa dall’uomo, riduce progressivamente la popolazione del rosso. È più efficiente nell’occupare lo spazio e sfruttare le risorse disponibili, in particolare le fonti di cibo. Non di rado saccheggia anche le scorte accantonate dagli scoiattoli nativi. Raggiunge sul territorio densità elevate: anche dieci volte quella del rosso. La combinazione di questi fattori, da sola, crea evidenti difficoltà di sopravvivenza per lo scoiattolo rosso. Quando il grigio compare in una zona dove è presente lo scoiattolo nativo, dopo pochi anni riesce a soppiantarlo, portandolo gradualmente all’estinzione. In Gran Bretagna e Irlanda lo scoiattolo grigio si è diffuso rapidamente in natura. Qui oggi lo scoiattolo rosso sopravvive in un’area pari a circa un quarto di quella di un tempo. Che raffreddore! Le malattie dello scoiattolo rosso. Lo scoiattolo grigio è portatore sana di una malattia, che colpisce lo scoiattolo rosso detrminandone la morte. Questo malattia è causata da un virus chiamato Poxvirus. Che cosa vuol dire portatore sano? Vuol dire che lo scoiattolo grigio non si ammala di questa brutta malattia, si limita a portarla in giro. Lo scoiattolo rosso invece si ammala e, purtroppo, muore. La diffusione di questa malattia, accellerare la scomparsa dello scoiattolo rosso, rapidamente sostituito dal grigio che, invece, non si ammala. Scoiattolo grigio e danni al rinnovamento dei boschi Lo scoiattolo può causare notevoli danni alle foreste: in particolare, lo scoiattolo grigio strappa la corteccia dal tronco e dai rami principali, favorendo così la diffusione di malattie tra 17 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea gli alberi e il progressivo peggioramento della qualità del bosco. I danni compaiono più facilmente in aree con alta densità di giovani scoiattoli. In Gran Bretagna lo scoiattolo grigio ha causato gravi perdite negli alberi di latifoglie e danni crescenti alle conifere. In Italia, si stima che l’espansione del grigio potrebbe avere un forte impatto sui noccioleti, con una riduzione significativa della produzione di nocciole. Storia dello scoiattolo grigio in Italia In Italia vivono attualmente numerose popolazioni di scoiattolo grigio: una in Piemonte, a sud di Torino,, introdotta nel 1948 e in forte espansione, una in Liguria (a Genova Nervi, introdotta nel 1966), numerose altre di piccole dimensioni in Lombardia e una anche in centro Italia a Perugia. Lo Scoiattolo grigio, specie aliena invasiva Storia dello scoiattolo grigio in Inghilterra Spesso i viaggiatori portano a casa dei ricordi dalla proprie vacanze. Circa 100 anni fa (tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900) viaggiatori inglesi portarono in patria alcuni scoiattoli grigi dall’America: pensavano che potesse essere divertente avere sia scoiattoli rossi e sia scoiattoli grigi nei loro giardini! Purtroppo, però, gli scoiattoli grigi cominciarono rapidamente a diffondersi fuori dai giardini e ad occupare i boschi, causando la graduale scomparsa dei rossi. Oggi in Inghilterra, lo scoiattolo rosso è completamente scomparso da gran parte dei boschi, soppiantato dallo scoiattolo grigio, più grosso e più vorace. Il rosso resiste in alcune aree ristrette e in Scozia, ma è in grave pericolo! Quali sono le previsioni di espansione dello scoiattolo grigio in Italia? Secondo le previsioni, in un prossimo futuro ci sarà una rapida espansione della specie. Il Piemonte, la Liguria, parte della Valle d’Aosta e la parte occidentale della Lombardia saranno colonizzate nel corso di questo secolo. La Svizzera sarà raggiunta in circa venti anni a partire da alcune colonie lombarde; la Francia nei prossimi 40-60 anni. Alcune curiosità sugli scoiattoli rossi… 1. Scendono dagli alberi correndo a testa in giù 2. A differenza di altri mammiferi, non vanno in letargo in inverno, 3. Le femmine possono avere da uno a sei piccoli, che pesano 10-15 grammi alla nascita 18 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea 4. Si pensa che uno scoiattolo possa capire se una nocciola è buona oppure marcia! 5. I gatti sono predatori di scoiattoli 6. Quando scappano dai predatori, gli scoiattoli si arrampicano sul tronco degli alberi correndo tutto intorno, a spirale! 7. E’ vietato per legge catturare, ferire o uccidere gli scoiattoli rossi. E’ anche vietato distruggere i loro nidi! 19 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea 2.4 Nel mondo degli scoiattoli: gli altri animali Conosciamo un po’ meglio la volpe! La volpe è un Canide di medie dimensioni (lungo da 65 a 75 cm). Ha il muso lungo e affusolato, le orecchie dritte, appuntite e nere nella parte posteriore e le zampe corte. La coda è lunga (da 35 a 45 cm ) e molto folta solitamente con la punta bianca. Può vivere negli ambienti più svariati (dal livello del mare fino a oltre 2000 m): vive principalmente nei boschi, ma si può rinvenire anche in brughiere aperte, in montagna e nelle campagne coltivate. E' un animale notturno: durante il giorno si ripara sotto i cespugli, in piccoli fossi, nelle tane scavate da lei stessa o in tane di tasso e di istrice abbandonate,. Si nutre soprattutto di piccoli roditori, ma mangia anche insetti, uccelli, uova, lombrichi, carogne e rifiuti. In estate e in autunno integra la sua dieta con frutti e insetti. I giovani di solito 3 o 4, nascono nella tarda primavera. Sono attivi e svezzati dopo circa sei settimane, ma stanno con la madre sino all'autunno. Curiosità: Considerata fin dai tempi più antichi l'incarnazione della furbizia, la volpe è protagonista di molte favole. Ancora oggi si usano delle espressioni come “sei furbo come una volpe”. La volpe, un predatore opportunista tipico dei nostri boschi Conosciamo un po’ meglio i rapaci del bosco Nel bosco vivono diverse specie di rapaci diurni, ognuna specializzata in un certo tipo di preda. Le specie più tipiche dei boschi sono la poiana, lo sparviere e l’astore: costruiscono il loro nido sugli alberi, oppure utilizzano i vecchi nidi abbandonati dalle cornacchie. Gli astori cacciano le loro prede prevalentemente con un volo ravvicinato a terra o attaccando da una posizione nascosta o cercandole direttamente nel loro ambiente terrestre. Sue prede sono scoiattoli, lepri, piccoli mammiferi e diverse specie di uccelli. Anche gli sparvieri solitamente si tengono nascosti nel folto degli alberi, uscendone solo per scagliarsi sulla vittima. In volo cacciano tenendosi vicinissimo al suolo, rasentando siepi e arbusti e cambiando repentinamente direzione per sorprendere la preda, sulla quale si lanciano velocissimi. Lo Sparviere è più piccolo dell’Astore, e di conseguenza sono assai più piccole le sue prede, costituite prevalentemente da piccoli uccelliLa Poiana, infine, è una specie assai poco esigente. Si nutre di piccoli mammiferi che vivono al suolo, come ratti e conigli, ma anche di carogne e uccelli. Il nido è solitamente posto su un 20 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea albero, o, più raramente, su una parete rocciosa. Curiosità: Nei rapaci quasi sempre il maschio è più piccolo della femmina, talvolta di un terzo e oltre. Ciò è particolarmente evidente nei rapaci come l’astore e lo sparviere, dove la femmina è visibilmente più grande del maschio! L’astore è un rapace adattato a cacciare e vivere nelle aree boscate Chi scava i buchi negli alberi? I segreti dei picchi In primavera può capitare di sentire nel folto delle “rullate di tamburo”. Chi suona il tamburo nel bosco? Sono i picchi, che con i loro becchi forti battono sul legno secco per attirare la compagna e per inviare segnali ai picchi vicini: “Via di qui, questo è il mio territorio!”. Questi uccelli, grazie alle zampe forti e munite di artigli appuntiti, riescono ad aggrapparsi ai tronchi degli alberi e ad arrampicarsi. Utilizzano inoltre la coda robusta come appoggio indispensabile quando picchiano nel tronco alla ricerca di insetti. Grazie infine alla lingua lunga e appiccicosa estraggono molti insetti dai loro nascondigli. I picchi scavano grandi buchi negli alberi maturi e vecchi, creando il proprio nido. I nidi di picchio sono importanti per moltissimi animali, compreso lo scoiattolo: quando vengono abbandonati, possono infatti essere riutilizzati da altri animali come tana per rifugiarsi e riprodursi! 21 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea I picchi scavano profondi buchi negli alberi per costruire il nido o per cercare il cibo. Le tecniche di caccia dei rapaci I principali metodi di caccia dei rapaci sono due: 1. L’agguato da fermo, in cui il rapace sta appollaiato su un luogo sopraelevato (albero, roccia, palo) da cui osserva l’ambiente circostante e da cui piomba all’improvviso su una preda; 2. Il volo di esplorazione, soprattutto a bassa quota, sfruttando ostacoli naturali (cespugli, creste rocciose) per sorprendere la preda. Le prede sono di solito afferrate con gli artigli e uccise per pressione o a colpi di becco, poi quelle più grosse vengono lacerate e spezzate in pezzi più piccoli, sempre a colpi di becco. Se si tratta di uccelli, vengono spiumati e poi mangiati a piccoli bocconi. La carne e le ossa più piccole sono digerite mentre i peli, le scaglie, le penne, le squame, gli esoscheletri degli insetti vengono rigettati sotto forma di pallottole allungate, dette borre1. Curiosità: Lo scoiattolo risulta presente nella dieta di predatori quali l’astore e la martora che vivono negli ambienti forestali; la volpe, invece, preda gli scoiattoli molto raramente! La martora e la faina Martora e faina sono due mammiferi carnivori e appartengono alla famiglia dei Mustelidi, come l’ermellino, il tasso e la puzzola. La faina è sicuramente uno dei carnivori più comuni in Italia ed è anche uno di quelli che meglio si è adattato alla presenza dell`uomo. Originariamente legata ai boschi, oggi la faina si può trovare anche vicino alle case, negli ambienti agricoli e vicino ai paesi. L`aspetto della faina è caratterizzato da una forma affusolata e agile del corpo, da una lunga coda e dalla macchia pettorale bianca. Il corpo misura dai 45 ai 55 cm, la coda dai 23 ai 28 cm e il pelo è di colore grigio bruno. Le sue prede sono costituite principalmente da piccoli mammiferi, ma grazie alla sua notevole capacità di arrampicarsi è anche in grado di predare i piccoli uccelli. Il tipo di nutrimento varia a seconda dell`ambiente utilizzato e della disponibilità alimentare, con quindi variazioni assai marcate in funzione della stagione. 22 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea La martora è più rara della faina. Animale solitario e di abitudini notturne, di giorno si rifugia nella vegetazione, preferibilmente nella chioma degli alberi. Molto agile, è in grado di spostarsi rapidamente sulle chiome degli alberi compiendo anche lunghi salti. Il corpo è slanciato, lungo 35-55 cm, con coda di 25-30 cm. Il peso di un adulto è in media di 0,8-1,2 kg. Il pelo è folto, morbido e lucente, sul dorso giallognolo marrone o marrone scuro, sul muso, la fronte e le guance sono marrone chiaro. La macchia golare, a differenza della faina, non si estende mai verso il basso. Il muso è allungato e le orecchie rotondeggianti, gli arti sono robusti e provvisti di forti unghie. Differenza faina - martora La faina viene sovente confusa con la martora in quanto mostrano una morfologia molto simile. Questi due Mustelidi mostrano tuttavia delle differenze: 1. la colorazione della macchia pettorale, che nella martora è giallastra (mai bianca), mentre nella faina è bianca e può proseguire fin verso le zampe, spesso divisa da una linea centrale scura; 2. la pianta delle zampe, che nella martora è ricoperta di peli, mentre nella faina è nuda; 3. la punta del naso, grigio-scura fino a nera nella martora mentre è color carne nella faina; 4. la differenza nell`habitat: la martora evita la vicinanza dell`uomo. e predilige le vaste superfici boschive, soprattutto se con presenza di conifere; la faina si è invece abituata alla presenza dell`uomo e entra senza esitazioni, in particolare nel periodo invernale, sotto i tetti e nei solai nelle zone periferiche ed è pure attirata dai pollai. I gatti domestici, veri predatori di animali selvatici Dolce ed affettuoso, un batuffolo di miagolii e fusa, ecco cosa è per tutti noi il gatto di casa. Eppure dietro quei baffi lunghi e quel muso investigatore si nasconde un imprendibile predatore dagli improvvisi agguati e fulminei salti. Un passo felpato che permette al gatto (Felis sylvestris e tutte le sue sottospecie), così come ai suoi parenti più stretti, leoni, pantere, leopardi, giaguari, etc. ed alla sua versione selvatica, il gatto selvatico, di cacciare con estrema precisione. Ciò che rende questo simpatico animale domestico un temibile nemico per gli equilibri ecosistemici è il suo naturale, quanto indomabile, istinto alla predazione, che si scatena soprattutto ai danni di piccoli mammiferi (topiragno, talpe, topi selvatici, arvicole, etc.) e uccelli (sia con la predazione diretta di uova e pulli nei nidi, sia con attacchi agli adulti). Il risultato di questa irrefrenabile caccia è un trofeo che questi animali portano al padrone in segno di riconoscenza. Non una ragione alimentare, dunque, quanto una necessità di sfogare un istinto e, dal punto di vista etologico, mantenere saldi i rapporti con il gruppo familiare e con il suo leader.L’istinto predatorio del gatto può diventare fatale per un gran numero di piccoli animali, quindi, compreso lo scoiattolo. Soprattutto i giovani scoiattoli, meno abili nella fuga, possono diventare facile preda dei gatti randagi e domestici nelle città o nelle loro immediate vicinanze. 23 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea La martora è un carnivoro: ottima arrampicatrice, si muove agilmente tra le chiome degli alberi 24 LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE - progetto finanziato dallo strumento finanziario Life della Commissione Europea