La condotta del Profeta

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La condotta del Profeta (Pace e benedizioni
su di lui) nelle battaglie con i nemici
Durante tutta la storia, il mondo non ha mai conosciuto un capo di stato come
Muhammad (Pace e benedizioni su di lui), né dei combattenti o conquistatori così
misericordiosi e compassionevoli nei confronti dei nemici e dei prigionieri di guerra.
Questo può sembrare un’esagerazione, ma presenteremo i fatti che lo provano. Di
seguito parleremo degli insegnamenti del Profeta (Pace e benedizioni su di lui) prima,
durante e dopo le battaglie, per ricordare le più importanti lezioni d’umanità ed i più
bei principi di civiltà.
1 – La condotta del Profeta(Pace e benedizione su di lui) prima della battaglia:
Mai il Profeta (Pace e benedizioni su di lui) ha tradito i suoi nemici o ha rinnegato i
suoi impegni e patti.
Il Profeta (Pace e benedizione su di lui) non ha mai individuato i suoi nemici tra gli
oppositori senza fare distinzioni tra quello con cui avevo firmato un trattato, un
combattente ed un Dhimmi.1[1] Non è mai venuto meno ai patti e non ha mai tradito i
suoi nemici. Riservava a ciascuno di questi gruppi un trattamento particolare, secondo
se era in guerra o in pace con loro.
Il Sapiente Ibn Al-Qayim ha riassunto così gli insegnamenti del Profeta (Pace e
benedizioni su di lui) su questo tema nel suo libro Zâd AL-Mi‘âd: “Prima di aver
ricevuto l’ordine di Jihad2[2] i miscredenti per il Profeta (Pace e benedizioni su di lui)
si dividevano in tre categorie: quelli con i quali aveva un trattato di alleanza e di pace,
gli avversari ed i Dhimmi. Lui (Pace e benedizioni su di lui) ordinava il rispetto degli
impegni dei trattati sottoscritti finché venivano rispettati i termini dell’alleanza.
Nel caso avesse paura di un tradimento, cominciava la guerra, ma non prima di aver
fatto il possibile per scongiurarla. Con la rivelazione della Sura Al-Baqara (La
Giovenca) e Al-Tawbah (Il Pentimento), che precisano il trattamento riservato a
ciascuna categoria, il Profeta (Pace e benedizioni su di lui) ha ricevuto l’ordine di
combattere i suoi nemici tra la Gente del Libro fino a quando non paghino la Jizia(1)o
abbraccino l’Islam; ha ricevuto anche ordine di combattere i miscredenti con le armi e
gli ipocriti con il dialogo e le argomentazioni”.
Questi sono gli ordine che hanno garantito la condotta del Profeta(Pace e benedizioni
su di lui)nei confronti dei suoi avversari durante i tempi di pace o di guerra. La pace a
certe condizioni e la dichiarazione di guerra che veniva preceduta da inviti ad entrare
volontariamente nell’Islam o a pagare la Jizia3[3].
1[1] Sono la gente del patto di protezione ovvero non musulmani che sottostanno ad uno stato
governato con la legge islamica. Questo patto garantisce la preservazione dei loro diritti, e gli è offerto
da Allah e dal Suo Profeta.E' comunque dovere del governo islamico e di tutti i musulmani
l'implementarlo. (ndt)
2[2] Non significa guerra santa con cui viene generalmente tradotta ma include tutti gli sforzi fatti per
la causa dell’Islam. (ndt)
3[3] La Jizia è l’imposta che devono pagare gli uomini i Dhimmi che vivono in territori musulmani
(ndt)
2 – La condotta del Profeta (Pace e benedizioni su di lui) durante la battaglia
Nonostante il fatto che la guerra consista nell’uccidere, nel ferire e nel distruggere
l’avversario il Profeta (Pace e benedizioni su di lui) ha prescritto un’etica e delle
regole che garantiscono la condotta del combattente Musulmano. Se le viola il
combattente sarà punito in questa vita e nell’altra.
Il Profeta (Pace e benedizioni su di lui) ha utilizzato durante la sua Jihad soltanto dei
metodi onesti e dei mezzi legittimi. Safwan ibn ‘Assâl ( che Allah sia soddisfatto di
lui )ha riportato: Il Profeta (Pace e benedizioni su di lui) mi ha inviato a capo di un
battaglione e mi ha consigliato: “Conquista in nome di Allah e per Allah, senza abusi
né tradimenti”.
E successivamente Yahya ibn Sa‘îd: “Nell’inviare il suo esercito in guerra, Abu Bakr
ha detto a Yazîd ibn Abi Sufian: “Vi consiglio di rispettare questi dieci
comandamenti: non distruggete abitazioni, non sgozzate pecore o cammelli se non per
ottenere cibo, non tagliate le palme, non abusate della forza, non uccidete i bambini,
le donne e gli anziani e non tagliate gli alberi da frutto”. In un’altra versione troviamo:
“Se passate davanti a persone che si sono isolate per compiere l’adorazione, lasciateli
in pace”.
Questa è la sintesi del codice della deontologia militare Musulmana fatta dal
Messaggero di Allah(Pace e benedizioni su di lui):
1
2
3
4
Individuate gli obiettivi della guerra con dedizione e disinteresse, evitando
abusi, tradimenti e vendette
Mantenete lo sviluppo ed evitate tutte le alterazioni della terra, come
l’incendio degli alberi o l’uccisione degli animali senza motivo
Risparmiate i civili, le donne, i bambini e gli anziani
Abbiate tolleranza in fatto di religione, rispettate le altre culture sacre con
l’obiettivo di non attaccare e di lasciare in pace i preti ed i rabbini a meno
che non portino armi e non aiutino l’avversario contro i musulmani;
risparmiate le loro chiese e sinagoghe
Coloro che accusano il Profeta (Pace e benedizioni su di lui) ed i Suoi Compagni (che
Allah sia soddisfatto di loro) di genocidio e di barbarie ignorano questa etica ed il loro
rispetto nella guerre. Noi siamo abituati a vedere le leggi, la filosofia e la cultura che
mostrano bontà, mansuetudine e compassione, ma che non vengono applicate dal
potere che va contro i diritti dei popoli, semina risentimento, crudeltà, negligenza,
genocidio e fomenta guerre.
Parlando dei nostri giorni abbiamo l’esempio rivelatore della rivoluzione francese che
evidenzia un clamoroso paradosso tra i suoi principi ( libertà, uguaglianza e
fratellanza ) ed il colonialismo francese dei paesi arabi del Nord Africa che hanno
sofferto e soffrono ancora atti di oppressione, di abusi, di umiliazioni e di torture.
E per inciso, questo è quello che sono oggi le grandi potenze che hanno proclamato la
Carta dei Diritti Umani presso le Nazioni Unite, ma purtroppo sono i primi paesi a
violarla.
Peggio ancora, queste grandi potenze praticano delle guerre preventive e di genocidi
contro i loro oppositori, con il pretesto di combattere il terrorismo, liberare i popoli ed
instaurare la democrazia. Non rispettano né i bambini, né gli anziani e né le donne;
distruggono tutte le forme di vita, compiono continue violazioni dei diritti dell’uomo
e dei diritti dei prigionieri a Guantanamo e ad Abu Ghraib… esempi rivelatori della
loro condotta e della loro moralità.
3 – La condotta del Profeta (Pace e benedizioni su di lui) dopo la battaglia:
Una volta che i Musulmani uscivano vincitori dalla guerra, il Profeta (Pace e
benedizioni su di lui) applicava le regole dell’Islam verso i prigionieri che rispettano
la dignità umana garantendo al tempo stesso gli interessi e la sicurezza della
Ummah.4[4]
La condotta del Profeta (Pace e benedizioni su di lui )dopo la battaglia è spiegata dai
Sapienti Musulmani che dicono: “Per quanto riguarda i vinti, le loro credenze, i loro
luoghi di culto, le loro proprietà ed i loro diritti in quanto cittadini devono essere
rispettati. Vengono messi sotto la protezione dello Stato al quale non devono altro che
la fedeltà ed il pagamento della Jizia che è stata imposta anche da popoli antichi ed è
ancora in vigore presso alcuni paesi”.
Ibn Al-Qayim ha riassunto come segue il modo in cui il Profeta (Pace e benedizioni
su di lui)trattava i prigionieri: “Secondo gli interessi della Ummah, il Profeta (Pace e
benedizioni su di lui)talvolta liberava i suoi prigionieri, talvolta li uccideva, talvolta li
scambiava con dei prigionieri Musulmani o con un riscatto”.
Effettivamente, il modo di trattare i prigionieri di guerra da parte del Profeta (Pace e
benedizioni su di lui)segue quanto detto dai Sapienti, di seguito alcuni esempi:
Trattamento dei prigionieri di Badr:
Ne ha presi settanta. Per decidere della loro sorte, il Profeta (Pace e benedizioni su di
lui)ha chiesto ai Suoi compagni Abu Bakr ed Omar (che Allah sia soddisfatto di loro).
I due uomini avevano due opinioni diverse: il primo ha proposto di liberarli per un
riscatto da quattro centesimi a quattrocentomila dirham a seconda della loro parentela
e di invitarli a convertirsi all’Islam; mentre Omar ha proposto di ucciderli per le loro
azioni contro i Musulmani. Il Profeta (Pace e benedizioni su di lui)ha seguito l’avviso
di Abu Bakr. Durante la notte Allah (Gloria a Lui l’Altissimo)ha rivelato il Versetto
67 della Surah Al-Anfal(Il Bottino):
“Non si addice ad un profeta prendere prigionieri finché non
avrà completamente soggiogato la terra .Voi cercate il bene terreno, mentre
Allah vuole [darvi] quello dell'altra vita. Allah è eccelso, saggio.” (TSC5[5]- Sura
VIII, versetto 67).
Favorendo così il parere di Omar. Così sono stati liberati con un riscatto, erano AlMuttaleb ibn Hantab, Saïfi ibn Abi Rifâ‘a e Abou ‘Azza Al-Hamhi… e tra i parenti
per matrimonio, Abi Al-‘Âç, a condizione di lasciare sua moglie, la figlia del Profeta
(Pace e benedizioni su di lui), emigrata verso Medina.
Trattamento dei prigionieri della battaglia di Bani Al-Moustalaq:
4[4] Concetto di nazione che oltrepassa i confini dei singoli stati per accomunare tutti i musulmani
ovunque siano nel mondo (ndt).
5[5] TSC= traduzione del significato del Corano. Questa è la traduzione del significato concordato
fino adesso del versetto indicato nella Sura. La lettura della traduzione del significato del Corano, con
qualsiasi lingua, non può sostituire mai la sua lettura in lingua araba; poiché questa è la lingua in cui è
stato rivelato. (ntd)
I Musulmani hanno preso da questa tribù delle donne e dei bambini prigionieri, tra cui
Juwairiya bint Al-Harith, la figlia del loro capo. Faceva parte del bottino di Thâbit ibn
Qays ibn Shamâss che ha stipulato un contratto con lei. Il Messaggero di Allah (Pace
e benedizioni su di lui) ha pagato al suo posto la somma menzionata nel contratto e
l’ha sposata. A questa notizia, i Compagni, per rispetto, non hanno più voluto
considerare i membri della famiglia del Profeta (Pace e benedizioni su di lui) come
prigionieri e li hanno liberati. Successivamente, tutta la tribù Bani Al-Moustalaq si è
convertita all’Islam.
Il verdetto del Profeta(Pace e benedizioni su di lui)a proposito dei Bani Qurayda:
Durante la tregua preceduta da un patto di pace con i Musulmani, i Bani Qurayda si
sono alleati con la coalizione contro il Messaggero di Allah(Pace e benedizioni su di
lui). Alla fine di questa battaglia di nome Al-Ahzab ( I Coalizzati ), il Messaggero di
Allah (Pace e benedizioni su di lui) li mise sotto assedio per venticinque notti. Per
loro non c’era via d’uscita, sapevano che dovevano subire la sentenza del Messaggero
di Allah. Prima di arrendersi hanno chiesto ad Abu Lubaba ibn Al-Mundhir quale
fosse il loro destino, e lui ha risposto che era la morte. Nel tentativo di cercare un
giudizio per loro più favorevole, i Bani Qurayda hanno chiesto di fare appello a Sa‘d
Ibn Muâdh. Il Messaggero di Allah(Pace e benedizioni su di lui) accettò ed il verdetto
di Sa’d fu lo stesso di quello pronunciato da Allah (Gloria a Lui l’Altissimo) nell’alto
dei sette cieli: la pena di morte per gli uomini ed il premio delle femmine, dei bambini
e dei beni come bottino da dividere tra i Musulmani. La sentenza è stata giusta ed è
stata soltanto contro di loro, perché oltre al loro tradimento, avevano premeditato di
annientare i Musulmani ed avevano preparato per questo millecinquecento spade,
duemila lance, trecento scudi, e cinquecento lucchetti e catene che sono stati presi dai
musulmani come bottino.
La posizione del Profeta(Pace e benedizioni su di lui)riguardo gli abitanti della
Mecca:
Alla conquista della Mecca, il Profeta (Pace e benedizioni su di lui) ha garantito la
sicurezza dei suoi abitanti risparmiando le loro vite ed i loro beni. Tuttavia, i più
spietati tra loro sono stati condotti dal Profeta (Pace e benedizioni su di lui) e
giustiziati per i loro crimini contro i Musulmani. C’erano ‘Abd al ‘Uzza ibn Khatl,
‘Abdillâh ibn Sa‘d ibn Abi Sarh, Al-Hârith ibn Nufayl ibn Wahb, ‘Ikrima ibn ABu
Jahl, Maqiss ibn Sababa, Habbar ibn Al-Aswad, due schiavi di Ibn Khatl che
prendevano in giro il Profeta (Pace e benedizioni su di lui) nelle loro canzoni e Sarah,
una schiava della famiglia di Bani ‘Abd Al-Muttalib che aveva portato il messaggiospia Hateb.
A seguito di un intervento di Othman, il Profeta (Pace e benedizioni su di lui )ha
risparmiato la vita di Ibn Abi Sarh, che aveva rinnegato(l’Islam)ed era tornato alla
Mecca dopo essersi riconvertito all’Islam e successivamente è emigrato. Allo stesso
modo per ‘Ikrima che, dopo essere fuggito in Yemen, fu risparmiato grazie
all’intervento di sua moglie e divenne un buon musulmano. Quanto ad Ibn Khatl, un
uomo venuto a vedere il Messaggero di Allah (Pace e benedizioni su di lui), andò alla
Ka’ba e gli venne detto di ucciderlo (ad Ibn Khatl). Sababa è stato ucciso da Namla
ibn ‘Abdillâh poiché aveva rinnegato l’Islam dopo aver ucciso un uomo degli Ansar.
Al-Harith fu ucciso da Ali. Habbar ibn Al-Aswad, che aveva intercettato Zeinab, la
figlia del Profeta (Pace e benedizioni su di lui) sul cammino verso Medina mentre era
incinta causandole un aborto spontaneo, è stato salvato il giorno della conquista della
Mecca. Successivamente ha abbracciato l’Islam ed è diventato un buon musulmano.
Uno dei due schiavi è stato ucciso, mentre qualcuno è intervenuto in favore del
secondo, così come per Sarah che ha abbracciato l’Islam.
Il Profeta (Pace e benedizioni su di lui) ha radunato gli abitanti della Mecca e ha
pronunciato un discorso indimenticabile e senza paragoni che si concluse così: “Non
c’è altro Dio all’infuori di Allah, senza associati. Egli ha mantenuto la sua promessa,
ha fatto trionfare i Suoi servi e sconfitto i Suoi avversari. Qualsiasi
vanità,ritorsione,usura è sepolta sotto i miei piedi tranne la Sidâna e la Siqâya. La
morte causata da un incidente, con un bastone o una frusta, è punita come quella
causata intenzionalmente e deve essere ripagata con il prezzo di sangue che è di
centoquaranta cammelli…O popolo di Quraysh, Allah (Gloria a Lui l’Altissimo) vi ha
allontanati dall’ignoranza della Jahiliyya6[6] e dall’orgoglio degli antenati, poiché
tutti gli uomini sono discendenti di Adamo. Poi ha recitato questo versetto coranico:
“O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di
voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di
voi è colui che più Lo teme. In verità Allah è sapiente, ben informato. (TSCXLIX, versetto 13).
Dopo ha detto: “O gente di Quraysh, cosa pensate che dovrei fare di voi”? Loro hanno
risposto: “Bene, tu sei un fratello ed un figlio generoso”. Il Profeta (Pace e
benedizioni su di lui) ha detto: “Andate, siete liberi…”
Se il Profeta (Pace e benedizioni su di lui) li avesse uccisi ed avesse confiscato le loro
proprietà avrebbe agito onestamente, dopo la persecuzione, i crimini, le confische di
beni, le espulsioni, i complotti, gli insulti e gli abusi a cui avevano sottoposto i Suoi
compagni! Quale compassione per la sua Ummah . Quale misericordia e generosità
verso i Suoi nemici ed avversari!
Sottomissione e lode ad Allah (Gloria a Lui l’Altissimo) dopo aver avuto la vittoria e
la supremazia:
E’ costume tra i re ed i vincitori di questo mondo essere fieri della loro vittoria,
facendo discorsi e dimostrazioni di forza, essere lusingati dai poeti, avere una
copertura gloriosa sui media… sono l’ubriachezza e l’estasi della vittoria che gli
fanno dimenticare la loro gratitudine ad Allah (Gloria a Lui l’Altissimo), l’Unico in
grado di dare la vittoria.
Invece il Messaggero di Allah(Pace e benedizioni su di lui) ha insegnato ai vincitori
ed ai conquistatori la modestia e la gratitudine ad Allah (Gloria a Lui l’Altissimo)
dopo la vittoria. E’ tornato alla Mecca con la testa bassa al punto che la sua barba
stava per toccare la parte posteriore del suo cammello, in tutta modestia, lodando e
sottomettendosi ad Allah (Gloria a Lui l’Altissimo) per le Sue benedizioni e la Sua
vittoria.
Shaykh Safy Ar-Rahman al Mubar Kafuri ha detto: “Il Profeta (Pace e benedizioni su
di lui) è entrato con Om Hani’ bint Abi Tâleb, a fare le sue abluzione e ha pregato otto
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