Principi di economia – Politica economica

Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Principi di economia – Politica economica
3. PIL e contabilità nazionale
Giuseppe Vittucci Marzetti1
Corso di laurea in Sociologia
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Università degli Studi di Milano-Bicocca
A.A. 2012-13
1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Via
Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: [email protected]
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Layout
1
Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
2
Contabilità nazionale in dettaglio
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
3
Bilancia dei pagamenti
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
4
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Circuito del reddito
Circuito del reddito: flussi che intercorrono tra i diversi operatori in
un sistema economico;
Consideriamo un sistema economico:
chiuso (cioè senza scambi internazionali);
senza un settore pubblico.
in cui sono presenti:
famiglie, che:
domandano beni e servizi alle imprese sui mercati dei beni;
offrono fattori produttivi alle imprese sui mercati dei fattori.
imprese, che:
offrono beni e servizi intermedi alle altre imprese;
domandano beni e servizi intermedi alle altre imprese;
offrono beni e servizi finali alle famiglie sui mercati dei beni;
domandano fattori produttivi alle famiglie sui mercati dei fattori.
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Schema di un’economia chiusa senza settore pubblico
Fonte: Alvaro, G. (1999), Contabilità e statistica economica, Cacucci Editore, Bari, p. 32.
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Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Prodotto Interno Lordo
Prodotto Interno Lordo (PIL), in inglese Gross Domestic Product (GDP)
Valore di mercato dei beni e servizi finali prodotti in un dato periodo di
tempo all’interno di un determinato Paese.
Elementi costitutivi della definizione:
1
valore di mercato: aggregazione tra beni e servizi eterogenei fatta
utilizzando i prezzi di mercato (comprensivi di tasse e sussidi)
(prezzo di costo nel caso di beni e servizi non di mercato erogati
dalla PA);
2
beni e servizi finali: PIL ottenuto sommando il valore delle
produzioni di tutti i beni e servizi e sottraendo, dal risultato cosı̀
ottenuto, il valore dei beni e servizi impiegati (materie prime,
prodotti intermedi, semilavorati, ecc.) per ottenere quel dato
ammontare di produzione;
3
prodotti: entrano nel calcolo solo i beni e servizi prodotti (quindi
non, ad es., la compravendita di macchine usate o case già
costruite);
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Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Prodotto Interno Lordo
4
5
6
in un dato periodo di tempo: misura di flusso, definita con
riferimento ad un intervallo temporale (solitamente l’anno solare o il
trimestre);
all’interno di un Paese: riferimento ai confini territoriali di un Paese,
indipendentemente dalla residenza dei fattori. Misura che tiene
conto della residenza è il Reddito Nazionale Lordo (RNL, Gross
National Income, GNI), o Prodotto Nazionale Lordo (PNL, Gross
National Product, GNP):
RNL ≡ PIL + Redditi netti (da lavoro e capitale) dall’estero
Prodotto lordo: con la specificazione lordo ci si riferisce al fatto che
nel PIL è incluso anche il deprezzamento dei beni strumentali
(macchine, impianti, mezzi di trasporto, ecc.) avvenuto nel corso del
periodo di riferimento. Per passare al Prodotto Interno Netto (PIN,
Net Domestic Product) occorre togliere gli Ammortamenti, misura
contabile del consumo di tali beni capitali:
PIN ≡ PIL − A
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Un semplice esempio
Economia chiusa senza settore pubblico con due soli settori merceologici:
uva, in cui le imprese producono ogni anno 1000 e impiegando:
Terra;
50 e di uva;
5 lavoratori;
vino, in cui le imprese producono ogni anno 1500 e utilizzando:
650 e di uva;
7 lavoratori.
Il salario annuale dei lavoratori è 100 e.
VA
Uva
Vino
Salari
Profitti + Rendite
Produzione
Uva
50
Vino
650
5 × 100
450
1000
7 × 100
150
1500
Consumi finali
300
1500
Produzione
1000
1500
1800
2500
Tabella: Tavola input-output
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PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Un semplice esempio
Produzione totale: 2500 e;
Valore dei beni e servizi finali: 1800 e;
Valore aggiunto (valore della produzione meno costi intermedi) nel
settore di:
uva: 1000 e – 50 e = 950 e;
vino: 1500 e – 650 e = 850 e.
Somma del valore aggiunto: 950 e + 850 e = 1800 e;
Somma dei redditi distribuiti: 1800 e
salari: 500 e + 700 e = 1200 e;
profitti e rendite: 450 e + 150 e = 600 e;
Spesa per consumi finali: 300 e + 1500 e = 1800 e;
NB: PIL pari a 1800 e. Stesso risultato calcolando
1
valore dei beni e servizi finali prodotti;
2
somma del valore aggiunto;
3
somma dei redditi distribuiti;
4
somma delle spese finali.
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PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Un semplice esempio con settore pubblico
Stessa economia ma con settore pubblico:
tassa pari a 100 e sulla produzione di uva (sopportata totalmente
dagli imprenditori nel settore dell’uva e proprietari terrieri, che
decidono perciò di restare più sobri...);
amministratori pubblici spendono tutte le imposte raccolte in vino...
Uva
Vino
Salari
Profitti + Rendite
Tassa
Produzione
Uva
Vino
50
650
5 × 100
350
100
1000
7 × 100
150
Consumi
finali
300
1400
Spesa
pubblica
100
Produzione
1000
1500
1700
1500
2500
Tabella: Tavola input-output
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Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
Un semplice esempio con settore pubblico
Produzione totale: 2500 e;
Valore dei beni e servizi finali: 1800 e;
Valore aggiunto ai prezzi base (valore della produzione meno costi
intermedi al netto delle imposte):
uva: 1000 e – 100 e – 50 e = 850 e;
vino: 1500 e – 650 e = 850 e.
850 e + 850 e = 1700 e;
Somma del valore aggiunto ai prezzi base + imposte:
1700 e + 100 e = 1800 e;
Redditi distribuiti: 1800 e
salari: 500 e + 700 e = 1200 e;
profitti e rendite: 350 e + 150 e = 500 e;
imposte (reddito dell’amministrazione pubblica): 100 e.
Spesa finale:
consumi delle famiglie (C): 300 e + 1400 e = 1700 e;
spesa pubblica (G): 100 e.
C + G = 1700 e + 100 e = 1800 e
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Numeri indice e PIL nominale e reale
Un semplice esempio con economia aperta
Economia senza settore pubblico ma aperta agli scambi con il resto del
mondo:
esporta 100 e di vino;
importa per consumo 200 e di sidro.
Uva
Vino
Sidro
Salari
Profitti + Rendite
Importazioni
Produzione
Uva
Vino
50
650
5 × 100
450
7 × 100
150
1000
1500
Consumi
finali
300
1400
200
Esportazioni
Produzione
100
1000
1500
200
2500
Tabella: Tavola input-output
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Numeri indice e PIL nominale e reale
Un semplice esempio con economia aperta
Produzione totale: 2500 e;
Valore dei beni e servizi finali prodotti all’interno del Paese: 1800 e;
Valore aggiunto:
uva: 1000 e – 50 e = 950 e;
vino: 1500 e – 650 e = 850 e.
950 e + 850 e = 1800 e;
Somma dei redditi distribuiti: 1800 e
salari: 500 e + 700 e = 1200 e;
profitti e rendite: 450 e + 150 e = 600 e;
Spesa:
consumi finali (C): 300 e + 1400 e + 200 e = 1900 e;
esportazioni (X): 100 e;
importazioni (M): 200 e.
C + X – M = 1900 e + 100 e – 200 e = 1800 e.
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Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
PIL come spesa, output e reddito
PIL come spesa
Spese finali totali a prezzi di mercato di beni e servizi prodotti all’interno
di un Paese in un dato periodo di tempo (incluse le esportazioni di beni e
servizi meno le importazioni di beni e servizi).
PIL come output
Somma del valore aggiunto lordo prodotto in un Paese in un dato periodo
di tempo ai prezzi base, più le imposte sui prodotti al netto dei sussidi.
PIL come reddito
Somma dei redditi generati e distribuiti nel Paese in un dato periodo di
tempo (redditi da lavoro, redditi da capitale e profitti, imposte indirette
al netto dei sussidi su prodotti, produzione e importazioni).
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PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
PIL come spesa e sue componenti
PIL ≡ C + G + I + X – M
1
Consumi finali nazionali (C): spesa delle famiglie in:
beni durevoli: beni che possono essere immagazzinati con vita media
di almeno tre anni (es. automobili ed elettrodomestici);
beni non durevoli (es. cibo e abbigliamento);
servizi (es. servizi legali e finanziari, istruzione, servizi abitativi
inclusi fitti imputati).
2
Spesa pubblica (o governativa) (G): spesa effettuata dalla pubblica
amministrazione (a tutti i livelli: nazionale, regionale, provinciale,
ecc.) per:
acquisti di beni e servizi;
retribuzioni dei dipendenti pubblici (si ipotizza che questi ultimi
vendano allo Stato i loro servizi);
esclusi:
trasferimenti da parte della pubblica amministrazione (es. sussidi di
disoccupazione, pensioni);
interessi sul debito pubblico.
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PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
PIL come spesa e sue componenti
3
Investimenti (I):
investimenti fissi lordi: acquisti di beni durevoli da parte delle
imprese:
strutture (es. nuovi impianti produttivi);
beni strumentali (es. macchinari, computer, attrezzature per ufficio,
automobili);
investimenti nell’edilizia residenziale: costruzione di nuovi immobili.
investimenti in scorte: variazione del volume fisico delle scorte in
magazzino:
positivi: aumento delle scorte;
negativi: diminuzione delle scorte.
dal punto di vista contabile si procede come se l’impresa acquista da
sé le eccedenze.
4
Esportazioni (X): acquisti di beni e servizi prodotti nel Paese da
parte di non residenti;
5
Importazioni (M): acquisti di beni e servizi prodotti all’estero da
parte di residenti.
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Numeri indice e PIL nominale e reale
Struttura del PIL negli Stati Uniti
Fonte: Eurostat, 2011.
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Numeri indice e PIL nominale e reale
Struttura del PIL in Italia
Fonte: Eurostat, 2011.
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Numeri indice e PIL nominale e reale
Andamento della quota dei redditi da lavoro dipendente sul
valore aggiunto
Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2009).
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Numeri indice e PIL nominale e reale
Andamento della quota del lavoro sul valore aggiunto
Fonte: Elaborazione su dati EU KLEMS (2009).
Compensi del lavoro = Ore lavorate da persone occupate x Monte salari
dipendenti/Ore lavorate da dipendenti
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PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
PIL nominale e reale
PIL cresce nel tempo per:
aumento della quantità dei beni e servizi finali prodotti;
aumento del livello generale dei prezzi.
Per eliminare l’effetto dell’aumento del livello dei prezzi, gli
economisti calcolano il PIL usando i prezzi di un anno-base;
Si distingue:
PIL nominale, o a prezzi correnti;
PIL reale, o a prezzi costanti, o aggiustato per l’inflazione.
Es. nel calcolo del PIL reale del 2010 con anno-base 2005 si
utilizzano i prezzi del 2005 per moltiplicare le quantità di beni e
servizi finali prodotte del 2010;
In passato, si utilizzavano indici a base fissa: anno-base cambiato
ogni cinque anni e ricalcolo delle serie con il nuovo anno-base;
Di recente gli uffici statistici, compreso l’ISTAT, hanno adottato la
cosiddetta “metodologia del concatenamento”.
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Numeri indice e PIL nominale e reale
Aggregati di valore e numeri indice
Aggregati di valore, come produzione e consumi, possono variare in
funzione di variazioni di:
quantità (o volumi) dei singoli beni;
prezzi dei singoli beni;
p10 q10 + . . . + pn0 qn0 =
n
X
i=1
pi0 qi0 6=
n
X
pit qit = p1t q1t + . . . + pnt qnt
i=1
dove pit (qit ) è il prezzo (la quantità) del bene i nel periodo t.
Per scorporare variazioni in volumi e prezzi utilizzati numeri indice
complessi:
indice
indice
indice
indice
di
di
di
di
Laspeyres;
Paasche;
Fisher;
Törnqvist;...
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Numeri indice e PIL nominale e reale
Indice di Laspeyres
Indice di Laspeyres: numero indice complesso utilizzato per misurare
la variazione nei volumi o nei prezzi di determinati aggregati, che
utilizza come pesi i valori iniziali;
Indice dei volumi di Laspeyres:
P
X pi0 qi0 qit
X qit
pi0 qit
P
vi0
=
=
Lq (0, t) = P i
qi0
i pi0 qi0
j pj0 qj0 qi0
i
i
pi0 : prezzo del bene/servizio i nell’anno base (0);
qi0 : quantità consumata/prodotta di i nell’anno base (0);
pit : prezzo del bene/servizio i nell’anno t.
qit : quantità consumata/prodotta di i nell’anno t;
vi0 = Ppi0pj0qi0qj0 : quota del valore di i sul totale dell’anno base.
j
L’indice è una media aritmetica ponderata degli indici semplici delle
quantità dei singoli beni (qit /qi0 ), con pesi costituiti dalla quota del
bene sul totale del valore nell’anno base (vi0 ).
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Indice di Paasche
Indice di Paasche: numero indice complesso utilizzato per misurare
la variazione nei volumi o nei prezzi di determinati aggregati, che
utilizza come pesi i valori finali;
Indice dei volumi di Paasche:
P
pit qit
1
1
1
Pq (0, t) = P i
= P p q = P pit qit qi0 = P
1
P
it
i0
i
P
i pit qi0
i
pjt qjt qit
i vit qit
i
pit qit
j
qi0
pi0 : prezzo del bene/servizio i nell’anno 0;
qi0 : quantità consumata/prodotta di i nell’anno 0;
pit : prezzo del bene/servizio i nell’anno t.
qit : quantità consumata/prodotta di i nell’anno t;
vit = Ppitpjtqitqjt : quota del valore di i sul totale nell’anno t.
j
L’indice risulta essere una media armonica ponderata degli indici
delle quantità dei singoli beni, con pesi costituiti dalla quota di ogni
bene sul totale del valore della produzione nell’anno finale.
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Indice di Fisher
Indice di Fisher : numero indice complesso utilizzato per misurare la
variazione nei volumi o nei prezzi di determinati aggregati, dato dalla
media geometrica dei corrispondenti indici di Laspeyres e Paasche.
Indice dei volumi di Fisher :
Fq (0, t) =
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q
Lq (0, t) × Pq (0, t)
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Indici a catena
Dati numeri indice di volume (Laspeyres, Paasche o Fisher) calcolati
per periodi consecutivi I (t, t + 1), corrispondente indice a catena
(chain index) tra 0 e T ottenuto come prodotto dei T indici:
I (0, T ) =
TY
−1
I (t, t + 1) = I (0, 1) · I (1, 2) · . . . · I (T − 1, T )
t=0
Vantaggi:
nessuna necessità di ricalcolo delle serie reali a seguito della modifica
dell’anno-base;
sistema di ponderazione rinnovato annualmente in virtù delle
dinamiche del mercato, quindi migliore rappresentazione della
crescita reale.
Sebbene nessuno degli indici di volume goda della proprietà di
transitività, per cui ci sarà sempre una divergenza tra le due
tipologie, differenza piccola nel caso si adottino nella costruzione
l’indice di Fisher (o quello di Törnqvist).
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Dal PIL nominale al PIL reale
Indici dei volumi per periodi consecutivi, I (t, t + 1), calcolati
utilizzando:
indici di Laspeyres in Italia: Lq (t, t + 1);
indici di Fisher negli USA: Fq (t, t + 1).
Metodo del concatenamento per costruire gli indici di periodi non
consecutivi (adottato dall’Istat dal 2005):
I (0, T ) =
TY
−1
I (t, t + 1)
t=0
Dato il PIL nominale dell’anno 0 (Y0 ), il PIL reale dell’anno T
anno-base 0 (ȲT0 ) è uguale a:
ȲT0 = Y0 × I (0, T )
Nota: nell’anno-base PIL nominale e reale coincidono
Ȳ00 = Y0 × I (0, 0) = Y0 × 1 = Y0
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Esempio di calcolo del PIL reale italiano nel 2012
anno-base 2005
Indici dei volumi per anni consecutivi:
Lq (05,06)
1,022
Lq (06,07)
1,017
Lq (07,08)
0,988
Lq (08,09)
0,945
Lq (09,10)
1,017
Lq (10,11)
1,004
Lq (11,12)
0,976
Calcolo indice concatenato 2005-2012:
Iq (05, 12) = 1, 022·1, 017·0, 988·0, 945·1, 017·1, 004·0, 976 = 0, 968
PIL nominale 2005 (milioni di euro):
Y2005 = 1.436.379, 5
PIL reale 2012 anno-base 2005:
2005
Ȳ2012
= 1.436.379, 5 × 0, 968 = 1.389.948
diverso dal PIL nominale nel 2012:
Y2012 = 1.565.916, 1
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Circuito del reddito e Prodotto Interno Lordo
Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Circuito del reddito
Prodotto Interno Lordo
PIL come spesa, produzione e reddito
Numeri indice e PIL nominale e reale
PIL nominale e reale
(a) Italia
(b) Stati Uniti
Fonte: OECD, 2011.
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Contabilità nazionale: cenni storici
Prime stime del “prodotto nazionale” realizzate in
Inghilterra nel XVII secolo a fini fiscali;
Tentativi di stima sistematici dagli inizi del 1900;
Ulteriore stimolo prodotto alla fine degli anni 1930
dalla “rivoluzione keynesiana” e dalle necessità
connesse agli sforzi di pianificazione bellica;
Wassily Leontief (1906-1999, Nobel nel 1973)
sviluppa il sistema input-output per l’analisi delle
relazioni intersettoriali;
Sistema di contabilità nazionale moderno
sviluppato da Richard Stone, discepolo di H.
Kahn, J.M. Clark e J.M. Keynes, inizialmente
insieme a James Meade (1907-1995, Nobel nel
1977) lavorando per il governo britannico;
Sir John Richard
Nicholas Stone
(1913–1991)
Nobel Memorial Prize
in Economics 1984
Nel 1952 pubblicato dalle Nazioni Unite il primo
manuale di contabilità nazionale: System of
National Accounts (SNA).
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Sistema dei conti nazionali
Contabilità nazionale (national accounts):
insieme coerente di:
conti economici (accounts): flussi nel periodo di riferimento,
tipicamente l’anno solare;
stati patrimoniali (balance sheets): stock di attività e passività a
inizio e fine periodo;
collegati da una serie di identità contabili;
finalità di descrizione sintetica in termini monetari dell’attività
economica nazionale, utile nella formulazione delle politiche
economiche.
System of National Accounts (SNA): standard internazionale della
contabilità nazionale (versione più recente: 2008 SNA);
Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (SEC95) (European
System of Accounts, ESA95): schema di contabilità nazionale
utilizzato in Europa, perfettamente consistente con lo SNA93.
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Unità e settori istituzionali
Unità istituzionali:
entità capaci di possedere beni e asset, contrarre debiti e svolgere
attività economica;
raggruppate in cinque settori istituzionali mutualmente esclusivi:
società non finanziarie (non-financial corporations);
società finanziarie (financial corporations), che svolgono attività di
intermediazione finanziaria e assicurazione;
amministrazioni pubbliche (general government);
famiglie (households);
istituzioni non-profit al servizio delle famiglie (non-profit institutions
serving households) (es. associazioni).
distinte in:
residenti;
non residenti, inclusi in un apposito settore detto resto del mondo.
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Classificazione dei conti SEC95
1
contabilità settoriale (sector accounts):
conto dei beni e servizi (goods and services account): risorse e
impieghi di beni e servizi ⇒ conto delle risorse e degli impieghi;
conti correnti (current accounts): produzione, generazione,
distribuzione e redistribuzione del reddito e uso di questo per
consumo finale:
conto della produzione (production account);
conti della distribuzione del reddito.
conti dell’accumulazione (accumulation accounts), riguardanti
cambiamenti in attività e passività, e ricchezza netta:
conto del capitale (capital account);
conto finanziario (financial account);
conto delle altre variazioni delle attività e passività (variazioni di
volume e prezzo).
stati patrimoniali (balance sheets);
conti del resto del mondo (rest of the world account), riguardanti
transazioni tra unità residenti e non residenti.
2
tavole input-output.
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto della produzione
Conto della produzione redatto per:
intera economia;
singoli settori;
branche di attività economica.
Tabella: Conto della produzione
+ Produzione a prezzi base
+ Imposte nette sui prodotti
- Consumi intermedi
Prodotto Interno Lordo (PIL) a prezzi di mercato
- Ammortamenti
Prodotto Interno Netto (PIN) a prezzi di mercato
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto della produzione in Italia
Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12.
Figura: Conto della produzione. Valori a prezzi correnti - Anni 2006-2010 (in
milioni di euro)
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conti della distribuzione del reddito
Nei conti della distribuzione del reddito, PIL considerato come somma dei
redditi distribuiti (remunerazioni dei fattori):
Conto della generazione dei redditi primari;
Conto della attribuzione dei redditi primari;
Conto della distribuzione secondaria del reddito.
Tabella: Conto della generazione dei redditi primari
+ Prodotto Interno Netto
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- Redditi da lavoro dipendente
- Imposte nette sui prodotti
- Imposte nette sulla produzione
Risultato (netto) di gestione
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Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conti della distribuzione del reddito
Tabella: Conto della attribuzione dei redditi primari
+ Risultato (netto) di gestione
+ Redditi da lavoro dipendente nazionali
+ Redditi da lavoro dipendente interni
+ Redditi da lavoro dipendente netti dall’estero
+ Imposte nette sui prodotti
+ Imposte nette sulla produzione
+ Redditi da capitale netti dall’estero
+ Imposte nette su prodotti e produzione verso il resto del mondo
Reddito nazionale (netto)
Reddito nazionale lordo (Gross National Income, GNI) ≡ Reddito
nazionale netto + Ammortamenti ≡ Prodotto Nazionale Lordo (Gross
National Product, GNP) ≡ PIL (GDP) + Redditi netti dall’estero.
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto della generazione dei redditi primari in Italia
Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12.
Figura: Conto della generazione dei redditi primari. Valori a prezzi correnti Anni 2006-2010 (in milioni di euro)
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto della attribuzione dei redditi primari in Italia
Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12.
Figura: Conto della attribuzione dei redditi primari. Valori a prezzi correnti Anni 2006-2010 (in milioni di euro)
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto della distribuzione secondaria del reddito
Registrazione delle operazioni di redistribuzione del reddito, attuate
mediante imposte e trasferimenti, che consentono di determinare la
quota disponibile per consumi e investimenti del reddito nazionale;
Nel caso delle famiglie, importanti poste:
passive: imposte su reddito e patrimonio e contributi sociali
(ricompresi nei redditi da lavoro dipendente);
attive: i trasferimenti del settore pubblico (pensioni, sussidi di
disoccupazione, ecc.).
Per il sistema economico nel complesso i trasferimenti tra unità
residenti si compensano.
Tabella: Conto della distribuzione secondaria del reddito
+
+
+
+
Reddito nazionale (netto)
Saldo imposte correnti col resto del mondo
Saldo contributi e prestazioni sociali col resto del mondo
Trasferimenti netti correnti dal resto del mondo
Reddito nazionale disponibile (netto)
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto della distribuzione secondaria del reddito in Italia
Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12.
Figura: Conto della distribuzione secondaria del reddito. Valori a prezzi correnti
- Anni 2006-2010 (in milioni di euro)
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Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto di utilizzazione del reddito disponibile
Il conto mostra la ripartizione del reddito disponibile tra consumi
finali e risparmi;
Tabella: Conto di utilizzazione del reddito disponibile
+ Reddito nazionale disponibile (netto)
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- Consumi finali nazionali
Risparmio (netto)
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Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto di utilizzazione del reddito disponibile in Italia
Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12.
Figura: Conto di utilizzazione del reddito disponibile. Valori a prezzi correnti Anni 2006-2010 (in milioni di euro)
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto del capitale
Il conto del capitale registra le acquisizioni, al netto delle cessioni, di
attività non finanziarie e misura la variazione del patrimonio netto
dovuta a risparmio e trasferimenti in conto capitale;
Un saldo passivo del conto (per il Paese) indica un aumento del
debito nazionale nei confronti del resto del mondo.
Tabella: Conto del capitale
+ Risparmio (netto)
+ Trasferimenti netti in conto capitale dal
resto del mondo
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- Investimenti fissi netti
- Investimenti fissi lordi
+ Ammortamenti
- Variazione delle scorte e acquisizioni
nette di oggetti di valore
- Acquisizioni nette di attività non
finanziarie non prodotte
Accreditamento (+) / Indebitamento (-)
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Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto del capitale in Italia
Fonte: ISTAT, Annuario statistico italiano 2011, Cap. 12.
Figura: Conto del capitale. Valori a prezzi correnti 2006-2010 (milioni di euro)
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Sistema dei conti nazionali
Conto della produzione
Conti della distribuzione del reddito
Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto economico delle risorse e degli impieghi
Tabella: Conto economico delle risorse e degli impieghi
Risorse
PIL a prezzi di mercato
Importazioni di beni e servizi
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Impieghi
Consumi nazionali finali
Spesa delle famiglie residenti
Spesa delle amministrazioni pubbliche
Investimenti fissi lordi
Investimenti fissi netti
Ammortamenti
Variazione delle scorte
Esportazioni di beni e servizi
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Conto del capitale e Conto economico delle risorse e degli impieghi
Conto economico delle risorse e degli impieghi in Italia
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Bilancia dei pagamenti
La bilancia dei pagamenti registra le transazioni economiche
realizzatesi, in un determinato periodo di tempo, tra residenti e non
residenti in un’economia;
Le transazioni registrate hanno per oggetto lo scambio tra residenti
e non residenti di beni, servizi, redditi, trasferimenti unilaterali e
attività finanziarie.
In Italia, la bilancia dei pagamenti è redatta dalla Banca d’Italia,
secondo specifiche regole dettate dal Fondo Monetario
Internazionale, coerenti con le convenzioni internazionali di
contabilità nazionale.
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Struttura della bilancia dei pagamenti
Sezioni:
1
Conto corrente, a sua volta suddiviso in:
conto merci;
conto servizi;
conto redditi;
trasferimenti unilaterali correnti;
2
3
4
Conto capitale;
Conto finanziario;
Errori ed omissioni.
In ciascun conto si registrano:
crediti: afflussi di capitale derivanti da vendite di beni e servizi
(esportazioni), incassi di redditi, trasferimenti unilaterali dal resto del
mondo, cessioni di attività non finanziarie non prodotte, diminuzioni
di attività (o aumenti di passività) finanziarie sull’estero;
debiti: deflussi di capitale conseguenti ad acquisti di beni e servizi
(importazioni), pagamenti di redditi, trasferimenti unilaterali verso il
resto del mondo, acquisizioni di attività non finanziarie non prodotte,
aumenti di attività (o diminuzioni di passività) finanziarie sull’estero.
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto corrente
Il conto corrente (o conto delle partite correnti) registra le transazioni
internazionali in merci e servizi, redditi e trasferimenti unilaterali correnti,
ed è composto da tre sotto-conti:
1
conto merci e servizi (goods and services account)
merci: beni mobili (esclusi titoli di credito)
crediti: entrate provenienti da esportazioni di beni;
debiti: uscite per importazioni di beni.
servizi:
crediti: entrate provenienti da esportazioni di servizi
(es. trasporto merci e passeggeri, viaggi all’estero, comunicazioni,
servizi finanziari e assicurativi, ecc..);
debiti: uscite per importazioni di servizi.
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto corrente
2
conto redditi (income account):
crediti:
redditi da lavoro di residenti per lavoro dipendente svolto in un paese
estero;
redditi da capitale (interessi, dividendi e utili reinvestiti) percepiti da
residenti per investimenti all’estero con distinzione tra redditi da
investimenti diretti e investimenti di portafoglio.
debiti:
redditi da lavoro di non residenti per lavoro dipendente svolto nel
Paese;
redditi da capitale percepiti da non residenti per investimenti nel
Paese, con distinzione tra investimenti diretti e di portafoglio.
3
trasferimenti unilaterali correnti (current transfers):
crediti:
privati: rimesse degli emigrati, pensioni erogate da enti esteri a
residenti, eredità e donazioni da non residenti a residenti, ecc.;
pubblici: contributi ricevuti dall’Ue, contributi ricevuti da altri
organismi internazionali.
debiti:
privati: rimesse degli immigrati, pensioni erogate a non residenti, ecc.;
pubblici: imposte indirette versate all’Ue; contributi versati ad altri
organismi internazionali.
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto corrente in Italia
Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010.
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto capitale
Nel conto capitale (capital account) compaiono:
(-) acquisti netti di attività non finanziarie non prodotte (acquisition
or disposal of nonproduced, nonfinancial assets), in particolare
attività intangibili (licenze, brevetti, ecc.);
(+) trasferimenti unilaterali netti dal resto del mondo in conto
capitale (capital transfers):
trasferimenti connessi all’espatrio o rimpatrio definitivo di emigrati
(cosiddetta ricchezza netta dell’emigrato);
remissione di debiti e altri trasferimenti non finalizzati al consumo;
trasferimenti unilaterali in conto capitale pubblici (es. contributi al
Fondo di Sviluppo Regionale, remissioni del debito di paesi in via di
sviluppo);
NB: Cessione nette di terreni e risorse naturali del suolo a non
residenti (escluso il caso in cui riguardino ambasciate, consolati o
basi militari all’estero) attribuite a “unità residenti fittizie”, con
contestuale Investimento Diretto Estero in entrata (registrato
all’attivo del conto finanziario).
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto capitale in Italia
Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010.
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto finanziario
Nel conto finanziario vengono registrati:
Investimenti Diretti Esteri (IDE), o Foreign Direct Investment
(FDI): investimenti (inclusi anche utili reinvestiti) effettuati per
acquisire una responsabilità gestionale e stabilire un legame durevole
con un’impresa che ha sede in un Paese diverso da quello di
residenza; convenzionalmente, investimenti che comportano una
partecipazione maggiore o uguale al 10% al capitale sociale;
investimenti di portafoglio: investimenti in titoli (azioni, quote di
fondi comuni, obbligazioni e titoli di Stato) a fini speculativi;
derivati: opzioni, future, swap, ecc.;
altri investimenti: crediti commerciali, prestiti, flussi di banconote e
movimentazione di depositi bancari, ecc.;
riserve ufficiali: attività liquide detenute dalla banca centrale,
costituite da crediti vantati nei confronti di paesi non aderenti
all’unione monetaria europea e denominati in valute diverse dall’euro
(oro, Diritti Speciali di Prelievo (DSP), quota sottoscritta di
partecipazione al FMI, valute estere).
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto finanziario
Investimenti diretti:
all’estero (in uscita, outward FDI ): un aumento entra come posta
passiva;
in Italia (in entrata, inward FDI ): un aumento entra come posta
attiva.
Investimenti di portafoglio e altri investimenti:
Attività: asset esteri (es. azioni, obbligazioni) detenuti da residenti –
un aumento entra come posta passiva;
Passività: asset nazionali detenuti da non residenti – un aumento
entra come posta attiva;
Variazioni riserve ufficiali: un aumento entra come posta passiva.
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Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Conto finanziario in Italia
Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010.
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Saldo della bilancia dei pagamenti
Somma dei tre saldi—conto corrente, conto capitale e conto
finanziario—sempre zero, a meno di errori ed omissioni (a cui
contribuiscono anche transazioni le cui contropartite sfuggono alle
statistiche ufficiali, quali contrabbando e fughe di capitali);
Bilancia dei pagamenti registra surplus/deficit con saldo calcolato
senza le variazioni nelle riserve ufficiali:
surplus corrispondono ad aumenti delle riserve ufficiali;
deficit corrispondono a diminuzioni delle riserve ufficiali.
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Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Posizione patrimoniale verso l’estero in Italia: attività
Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010.
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PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Posizione patrimoniale verso l’estero in Italia: passività e
posizione netta
Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2010.
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Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Raccordo tra bilancia dei pagamenti e contabilità nazionale
Saldo del conto dei beni e dei servizi (esportazioni nette di beni e
servizi):
NX ≡ PIL − (C + I + G )
Saldo delle partire correnti (Current Account Balance)—somma dei
saldi di merci, servizi, redditi e trasferimenti unilaterali correnti:
CAB ≡ RNDL − (C + I + G )
≡ (RNDL − C − G ) − I ≡ S − I
RNDL: Reddito nazionale disponibile lordo;
S: Risparmio lordo.
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Conto corrente
Conto capitale
Conto finanziario
Saldo della bilancia dei pagamenti e raccordo con la contabilità nazionale
Raccordo tra bilancia dei pagamenti e contabilità nazionale
Trascurando: i) errori ed omissioni; ii) aggiustamenti della posizione
finanziaria internazionale dovuti a variazioni delle attività e passività
sull’estero in:
volume (es. per catastrofi);
valore (per variazioni nei tassi di cambio);
la somma dei saldi di partite correnti (CAB) e conto capitale
(NKT − NPNNA) è pari al saldo del conto finanziario (FA) cambiato di
segno, a sua volta pari alla variazione lorda della posizione patrimoniale
sull’estero (∆Accr /Add):
CAB + (NKT − NPNNA) ≡ −FA ≡ ∆Accr /Add
≡ (S − I ) + (NKT − NPNNA) ≡ (S + NKT ) − (I + NPNNA)
NKT : trasferimenti unilaterali in conto capitale netti dall’estero;
NPNNA: acquisti netti dall’estero di asset intangibili (es. brevetti);
(S + NKT ): variazione della ricchezza nazionale generata da
risparmio e trasferimenti unilaterali in conto capitale netti dall’estero;
I + NPNNA: incremento lordo dello stock di capitale produttivo.
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Contabilità nazionale in dettaglio
Bilancia dei pagamenti
PIL, benessere economico e sociale, sostenibilità
Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Limiti del PIL come misura di benessere sociale
Un’automobile che viaggia. A bordo c’è solo il tachimetro che segna la
velocità, e basta. Niente spie del carburante, dell’olio, nessun indicatore per
segnalare una gomma bucata, un guasto del motore, uno sportello chiuso
male. I passeggeri a bordo sono soddisfatti quando la velocità aumenta ma
nessuno saprà mai che il viaggio finirà perché il carburante sarà esaurito o
il motore si sarà fuso senza più olio. La nostra società viaggia allo stesso
modo. Il PIL...è l’unico indicatore che gli stati utilizzano per la contabilità
nazionale. La ricchezza delle nazioni si misura calcolando solo tutte le
attività dove c’è scambio di danaro. Tutto il resto non esiste: condivisione
di saperi, volontariato, autoproduzione di beni. Se le persone si organizzano
e condividono le proprie automobili, coltivano orti, fanno il pane a casa, o
utilizzano software liberi per far funzionare i computer..., il PIL tutto
questo e altro ancora non lo vede. Non fa niente che si sia prodotto
benessere sociale, queste persone hanno consumato di meno e tanto
basta... Che l’attività economica intacchi beni comuni come la qualità
dell’aria, delle acque, il territorio, le fonti energetiche non rinnovabili, la
salute delle persone, la coesione sociale, non importa perché si misura solo
ciò che cresce senza calcolare il magazzino che si esaurisce. E ciò che si
esaurisce è il capitale umano e naturale sacrificato in nome dell’economia.
(tratto da Report 2010 “Consumatori Difettosi” di M. Buono e P. Riccardi)
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Broken window fallacy
Limiti del PIL come misura di benessere economico
1
Il PIL non registra l’economia sommersa:
secondo il FMI (stime 2002), l’Italia ha un’incidenza del 27% del PIL
(seconda su 84 paesi e preceduta solo dalla Grecia);
l’ISTAT stima il peso dell’economia irregolare (esclusa quella illegale)
in oltre il 15% del PIL;
stima fatta con due metodi alternativi:
currency demand approach: ipotesi che l’economia sommersa (inclusa
quella illegale) utilizza prevalentemente circolante quale mezzo di
pagamento;
factor analysis: economia sommersa come variabile latente, con valori
determinati sulla base di indicatori monetari, di produzione e del
mercato del lavoro.
2
Il PIL registra al prezzo di costo i servizi offerti dalla pubblica
amministrazione:
distorsione elevata nei paesi con settore pubblico esteso.
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Broken window fallacy
Limiti del PIL come misura di benessere economico
3
Il PIL non registra il valore dei beni e servizi non scambiati sul
mercato:
produzione per autoconsumo;
servizi non retribuiti (es. lavoro domestico non retribuito)
utilità/disutilità derivante dalla qualità dell’aria, dell’acqua e
dell’ambiente quando non passa attraverso il mercato.
4
5
Il PIL non registra l’utilità derivante dal tempo libero;
Il PIL non registra i costi derivanti dallo sfruttamento delle risorse
naturali scarse.
Es.: estrazione e successiva vendita del petrolio produce aumento del
PIL pari al valore della materia prima offerta sul mercato. Non si
tiene conto del costo connesso alla diminuzione del petrolio nel
sottosuolo terrestre.
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Broken window fallacy
PIL e benessere economico e sociale: due prospettive
Con problema dello sviluppo economico intendo
semplicemente il problema di spiegare i pattern
osservati, tra paesi e tra periodi, nei livelli e nei
tassi di crescita del reddito pro capite. Questa può
sembrare una definizione eccessivamente ristretta
e forse lo è, ma riflettere sui cambiamenti del reddito necessariamente ci porta a riflettere anche su
molti altri aspetti delle società.
(Lucas, 1988)
Robert E. Lucas, Jr. (1937)
Nobel Memorial Prize in
Economics 1995
Il PIL è una metrica inadeguata per la valutazione del benessere nel tempo, particolarmente nelle sue dimensioni economica, ambientale, e sociale, aspetti a cui ci si riferisce con il termine
“sostenibilità”.
(Executive summary rapporto Commissione
Stiglitz, 2009)
Joseph E. Stiglitz (1943)
Nobel Memorial Prize in
Economics 2001
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Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Human Development Index
Per spostare il focus dalla contabilità nazionale a politiche centrate
sull’individuo, lo United Nations Development Programme (UNDP)
dal 1990 calcola un indice composito: lo Human Development Index
(HDI).
HDI combina tre dimensioni:
aspettativa di vita media alla nascita;
accesso alla conoscenza:
anni medi e attesi di frequenza scolastica;
alfabetizzazione;
scolarità.
standard di vita (log reddito nazionale lordo pro capite—PPP US$).
Ma alla fine l’indice risulta molto correlato al PIL pro capite...
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Mappa dell’indice di sviluppo umano
Fonte: Human Development Report, 2010.
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Limiti del PIL come misura di benessere economico
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Correlazione tra HDI e PIL pro capite (2008)
Fonte: Elaborazione su dati UNDP (HDR, 2010) e FMI (WEO, 2010).
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Correlazione tra HDI e PIL
d = −0.551674 + 0.133858 log GDP
HDI
(0.036924)
(0.0041409)
Fonte: Elaborazione su dati UNDP (HDR, 2010) e FMI (WEO, 2010).
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PIL, crescita e sostenibilità
Credo che anche un bambino di cinque anni capisca che questo non sia
possibile! Che una crescita infinita sia compatibile con un pianeta finito. Il
problema è che gli economisti hanno costruito il loro mondo senza tener
conto che la vita economica si svolge sulla terra. Mi spiego, non si può
bruciare del petrolio nella propria vettura e pensare che il giorno dopo si
possa trovare la stessa quantità. Le risorse del pianeta sono limitate, non si
possono consumare al di là della capacità di rigenerazione della biosfera.
(Serge Latouche intervistato da Michele Buono, Report 2010)
Nella sua Richard T. Ely Lecture all’AEA, Robert Solow (1974) ha
dichiarato: “Se è molto facile sostituire altri fattori alle risorse naturali,
allora non c’è in linea di principio nessun problema. Il mondo può, in
effetti, andare avanti senza risorse naturali...”. Come proposizione
condizionale, questo non è meno vero dell’affermare: “Se i desideri fossero
cavalli, i mendicanti cavalcherebbero”.
(Daly, 1997, p. 261)
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Limiti del PIL come misura di benessere economico
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Broken window fallacy
La “scienza lugubre” dell’800 e i limiti dello sviluppo...
Gli economisti non hanno sempre creduto alle “magnifiche sorti e
progressive” dell’umanità;
Nel XIX secolo, T. Carlyle definiva l’economia la “scienza triste”
(dismal science) per le implicazioni lugubri di:
principio della popolazione di T.R. Malthus;
teorie di D. Ricardo, per cui l’operare della legge dei rendimenti
decrescenti in agricoltura avrebbe comportato un aumento secolare
delle rendite sui profitti e successiva stagnazione.
Economisti preoccupati per l’esaurimento delle risorse energetiche:
W.S. Jevons (1865) preoccupato per l’esaurimento delle riserve di
carbone;
Nei primi 1970, dopo la prima crisi petrolifera, Club di Roma
pubblica uno studio molto discusso su I limiti dello sviluppo (1972).
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Limiti del PIL come misura di benessere economico
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PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
...e gli inguaribili ottimisti di oggi
Le predizioni lugubri del passato sono state finora miseramente
smentite dalla realtà;
Agli stagnazionisti si risponde che:
difettano completamente “di immaginazione” (Schumpeter, 1954);
sbagliano nel ritenere la crescita necessariamente crescita
“materiale”.
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Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Commissione “Stiglitz”
Commission on the measurement of economic performance and
social progress, soprannominata Commissione “Stiglitz”, creata
all’inizio del 2008 su iniziativa del presidente Sarkozy;
Prima riunione plenaria: 22-23 aprile 2008 (Parigi);
Relazione finale: 14 settembre 2009.
Motivazione: rimediare all’inadeguatezza delle attuali misure di
performance economica
imperfetta misurazione del benessere sociale;
mancata attenzione per la sostenibilità economica, ambientale e
sociale.
Membri della commissione:
Presidente: J.E. Stiglitz (1943, Nobel nel 2001);
Vice-Presidente: A. Sen (1933, Nobel nel 1998);
Coordinatore: J.-P. Fitoussi;
Esperti rinomati provenienti da università, organizzazioni governative
e intergovernative, di diversi paesi (USA, Francia, Regno Unito,
India).
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PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Indicazioni della “Commissione Stiglitz”
Rapporto finale della commissione suggerisce di distinguere le
valutazioni di:
benessere attuale (current well-being ), riguardante
variabili economiche (es. reddito);
aspetti non economici della vita delle persone (es. qualità
dell’ambiente).
sostenibilità (sustainability ): riguardante stock di capitale trasferiti
alle generazioni future:
capitale
capitale
capitale
capitale
naturale;
fisico;
umano;
sociale.
12 raccomandazioni fissate nell’executive summary.
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Broken window fallacy
Raccomandazioni della “Commissione Stiglitz”
1
2
3
4
5
6
7
8
Focalizzarsi su reddito e consumo piuttosto che su produzione nella
valutazione del benessere materiale;
Enfatizzare la prospettiva delle famiglie;
Considerare simultaneamente reddito e patrimonio;
Dare maggiore importanza alla distribuzione (di reddito, consumo e
ricchezza);
Estendere le misure di reddito alle attività non di mercato;
Migliorare ed estendere misure robuste ed affidabili dei legami
sociali, della possibilità di influire sui corsi politici, dell’insicurezza,
che determinano i livelli di soddisfazione e benessere individuale;
Tenere conto della diseguaglianza in tutti gli indicatori di
qualità-della-vita;
Progettare le indagini in modo da considerare i collegamenti tra i
vari domini della qualità-della-vita delle persone, e utilizzare questa
informazione nell’elaborazione delle politiche;
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Limiti del PIL come misura di benessere economico
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PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Raccomandazioni della “Commissione Stiglitz”
9
Far sı̀ che gli uffici statistici forniscano informazioni necessarie ad
aggregare le diverse dimensioni degli indicatori nella costruzione di
indici composti;
10
Inserire nei questionari delle indagini statistiche domande per
catturare le valutazioni delle persone circa le loro esperienze
“edoniche” e le loro priorità;
11
Inserire nella valutazione di sostenibilità tavola di indicatori ben
identificati, tutti interpretabili in termini di cambiamento di un
qualche sottostante stock. (Utilizzo di indici monetari non escluso e
focus sugli aspetti economici della sostenibilità);
12
Riservare agli aspetti ambientali della sostenibilità analisi separata
basata su indicatori fisici. (In particolare, necessari indicatori chiari
di prossimità a livelli pericolosi di danno ambientale, come
cambiamento climatico o esaurimento delle risorse della pesca).
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Limiti del PIL come misura di benessere economico
Dal PIL all’indice di sviluppo umano
PIL, sostenibilità e indicazioni della Commissione Stiglitz
Broken window fallacy
Guerre e catastrofi aumentano il PIL? Broken window
fallacy
Produzione di armi e attività di ricostruzione entrano come poste
attive nel PIL;
Bastiat (1850) affrontò il problema di una vetrina rotta dal figlio di
un negoziante:
Supponiamo costi sei franchi riparare il danno...Il vetraio arriva, fa il suo
lavoro, incassa i sei franchi e si sfrega le mani...Questo è quello che si vede.
Ma se, d’altra parte, si conclude, come spesso si fa, che vada bene rompere
vetri, perché fa circolare denaro e incoraggia l’industria,...la teoria...non
tiene conto di quello che non si vede. Quello che non si vede è che il
negoziante ha speso sei franchi su una cosa, e non può spenderla su
un’altra. Non si vede che, se non avesse dovuto sistemare la finestra,
avrebbe potuto ricomprarsi le scarpe, o aggiungere un libro alla sua libreria.
In assenza di risorse inutilizzate, la produzione di armi o le attività di
ricostruzione distraggono risorse da altri usi ⇒ PIL di pieno impiego
non aumenta.
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