Lo Spazio Vuoto Espace vide...espaces perdus Associazione Culturale Le Cercle Rouge http://www.lecerclerouge.org/ Lo Spazio Vuoto. Espace vide…espaces perdus Lo Spazio Vuoto. Espace vide...espaces perdus Laura Chiotasso Lo spazio vuoto fu il primo dei due eventi 2005 targati le Cercle Rouge ed andato in scena il 19 novembre 2005 a Busca nella Sala Mostre e Convegni. Con Lo spazio vuoto si chiudeva la trilogia Il teatro del cervello, una produzione iniziata nel gennaio 2004 e costruita in modo agglutinante attorno al saggio A Chapter on Dreams di Robert Louis Stevenson. La trilogia, attraverso la riflessione sul saggio stevensoniano, ha tracciato il percorso seguito nella riscoperta dell’esprit di uno spazio perduto. Nello specifico il teatro civico di Busca attualmente in ristrutturazione. Uno spazio perduto dove poter riallestire l'immaginazione, riscoprire e svelare le sfaccettature dell'anima di un ambiente, ascoltarne la voce, registrare l'azione che esercita su di noi e la reazione che provoca. "Ci sono luoghi - scrive Robert Louis Stevenson – che parlano da soli: certi giardini imputriditi GRIDANO al delitto, certe bicocche ESIGONO di essere visitate dai fantasmi, certe costiere sembrano fatte apposte per PROVOCARE naufragi...” Uno spazio perduto ma nello stesso tempo uno spazio vuoto per poter ripartire da zero resettando il sistema operativo. Ripartire da zero per rimettere in scena un classico della letteratura lasciando solo cio che è essenziale 2 allo sbocciare dell'opera. Proseguendo il discorso iniziato con il cortissimo Ap-Su (2003), in cui si teorizzava una corporeizzazione dell'elemento architettonico, l'ambiente teatro diventa a tutti gli effetti l'ambiente mente ed il saggio di Stevenson, scritto nel gennaio 1888, diventa il motore dello script seguito nella realizzazione del trittico Il Teatro del Cervello. Nel suo scritto Stevenson evoca a lungo il teatro della mente come una camera oscura in grado di proiettare immagini forti; un piccolo teatro del cervello in cui, durante la notte, si abbandona la vita diurna per calarsi in quella rappresentata nel sogno. E parafrasando Peter Brook, il maestro dei luoghi, cos'è un teatro se non lo spazio vuoto da riempire? Le Cercle Rouge ha riempito questo vuoto sperimentando diverse tecniche espressive come la docu-fiction (Quattro chiacchiere su Stevenson), il teatro d'ambiente, il cinema (Il teatro del cervello), l'elaborazione visiva e testuale (Lo spazio vuoto). "Se un'espressione è di per sé creatrice lo spettacolo che ne deriva è forte. Gli attori scoprono stupiti l'universo dello spazio pieno, l'emozione del pubblico è viva perchè crede in partenza che gli attori evolvano in uno spazio vuoto”. LO SPAZIO VUOTO è interamente dedicato al teatro inteso come luogo di memoria; le vicende storiche dell'edificio-teatro sono scandite da tre contributi mediaticamente diversi: un grattage audiovisivo dal titolo Aforismi elaborato da Costantino Sarnelli e Maria Silvia Caffari, una relazione storicoarchitettonica sul teatro civico di Busca presentata da Elisa Gosso, un'intervista (Espace Vide - Espaces Perdus) a Catherine Naugrette-Cristophe docente all'Università Lo Spazio Vuoto. Espace vide…espaces perdus Paris III - Sorbonne Nouvelle, che confronta la situazione locale con le trasformazioni avvenute nei teatri parigini dagli anni 30 ad oggi. Espace Vide- Espaces Perdus affronta l'argomento della ristrutturazione di antichi teatri in relazione alla pratica del teatro contemporaneo, alle esigenze del pubblico, al rinnovato rapporto con i classici e alla scoperta di nuovi autori; dall'importanza storica delle piccole sale, dove si crea il teatro d'arte degli anni cinquanta, fino alla riscoperta dei teatri antichi, negli anni settanta, quando Peter Brook dà l'impulso al recupero architettonico e nello stesso tempo rinnova il modo di fare teatro. Da questi confronti si delinea una mappa storicocritica dei cambiamenti e delle trasformazioni dei teatri e del teatro; un excursus che tocca importanti correnti e tematiche del teatro contemporaneo da Samuel Beckett a Peter Brook passando attraverso Antoine Vitez, Tadeusz Kantor e Claude Regy. ottobre 2005/febbraio 2012 3