Finalmente la “Mammografia Digitale MicroDose”.

Finalmente la
“Mammografia Digitale
MicroDose”.
Dr.ssa Rita Campi, Dr. Mario Bertoglio
Specialisti in Radiologia - SME - Diagnostica per Immagini
Con questa
tecnologia
otteniamo una
qualità ottimale
con basse dosi
di radiazioni.
Diagnosi precoce.
Il tumore della mammella rappresenta il 25% di tutti i tumori
femminili. Colpisce 1 donna su 10
e interessa in particolare le donne
tra i 45 e i 65 anni; l'età d’insorgenza si è recentemente estesa sia alle
donne più anziane, per il naturale
aumento dell'età media, sia a donne più giovani, per cause ancora
imprecisate.
La crescita di questo tumore è relativamente lenta, bisogna tuttavia
considerare che lo sviluppo cellulare ha andamento esponenziale
e che la mancata diagnosi può favorire l’estensione della malattia ai
linfonodi satelliti o ad altri organi.
Il fattore chiave per la riduzione
della mortalità da cancro al seno è
la diagnosi precoce, finalizzata ad
individuarlo quando è ancora allo
stadio iniziale: il rilievo di lesioni di
piccole dimensioni semplifica infatti la terapia e aumenta le probabilità di guarigione che, per tumori
sino a 10 millimetri di diametro, è
ormai del 95%.
Per raggiungere questo obiettivo
sono necessarie apparecchiature
diagnostiche altamente efficienti,
in grado di fornire immagini di
qualità eccellente.
La tecnologia ha messo a disposizione di medici e pazienti varie
modalità diagnostiche non invasive
quali Mammografia - Ecografia - Elastografia - Risonanza
Magnetica in grado di identificare precocemente il tumore della
mammella.
Figura1A
Schema anatomico della mammella: 1) Parete toracica; 2) Muscoli pettorali; 3) Lobuli ghiandolari; 4) Capezzolo; 5) Areola;
6) Dotti galattofori; 7) Tessuto adiposo; 8)
Cute.
La Mammografia rimane l’esame fondamentale nell’imaging della mammella, in particolare nelle
donne sopra i 40 anni. E’ un esame
di semplice e rapida esecuzione
in grado di visualizzare minimi
dettagli con risoluzione spaziale
nettamente maggiore rispetto alle
altre modalità diagnostiche. Permette il riconoscimento di lesioni
tumorali di pochi millimetri o delle
microcalcificazioni, espressione di
un possibile focolaio di cellule neoplastiche.
La sensibilità della mammografia nel riconoscimento dei tumori
è influenzata dalla composizione
della mammella e in particolare dalla proporzione tra tessuto
ghiandolare e adiposo: risulta del
100% nelle mammelle completa-
Figura1B
Mammografia MicroDose in
proiezione laterale: ottimale
rappresentazione delle componenti anatomiche
mente adipose, mentre si riduce al
45% nelle mammelle estremamente dense.
Per migliorare le potenzialità diagnostiche della mammografia convenzionale è stata sviluppata la
mammografia digitale. Grazie a
questa tecnologia la tradizionale
pellicola radiografica è stata sostituita da detettori in grado di
convertire i raggi X in un segnale
elettrico. Quest’ultimo viene poi
elaborato da software dedicati che
generano immagini mammografiche dotate di maggior contrasto tra
le diverse componenti tessutali.
L’utilizzo della mammografia digitale si dimostra sempre più efficace
nella diagnosi precoce del carcino-
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Finalmente la “Mammografia Digitale MicroDose”.
ma mammario. Tuttavia, poiché alcune lesioni mammarie
non sono visibili o sono difficilmente interpretabili con la
sola mammografia, lo studio
della mammelle dense viene
integrato dall’ecografia.
Quando è più opportuno eseguire la mammografia.
Le linee guida raccomandano
l’esecuzione della mammografia ogni 12-18 mesi a cominciare dai 40 anni.
Per programmare l’esame le
donne in età fertile devono tenere conto del ciclo mestruale.
Il periodo migliore per l’esame
è pertanto la fase preovulatoria, ovvero entro i primi dodici
giorni dall’ultima mestruazione. Bisogna inoltre considerare
che le mammelle abitualmente
diventano più dense nella settimana precedente il ciclo me-
struale. E’ necessario avere la certezza di non essere in gravidanza.
Perchè la “dose” conta.
L’esame mammografico prevede l’utilizzo di radiazioni
ionizzanti che, come noto,
hanno anch’esse un minimo
rischio statistico oncologico
potenziale. Il tessuto mammario è particolarmente sensibile
alle radiazioni, pertanto è importante ridurre al minimo le
dosi somministrate durante
gli esami mammografici. Inoltre, poiché il rischio di tumore
radio-indotto è associato alla
dose di radiazioni cui si è esposti nell’arco della vita, in un
programma di screening che
coinvolge un gran numero di
donne sane l’utilizzo di dosi ridotte consente di salvare molte
vite. Obiettivo dei ricercatori è
stato pertanto quello di migliorare la qualità delle immagini,
riducendo contemporaneamente la dose di radiazione X
necessaria.
Il futuro inizia da qui:
la Mammografia MicroDose.
Analisi e quantificazione della
frazione ghiandolare derivata da
Mammografia MicroDose
Mammografia Spettrale. Area
di densità sospetta per patologia tumorale identificata grazie
all’analisi spettrale.
Come funziona
il Mammografo
MicroDose?
Grazie a questi studi è oggi
disponibile un nuovo tipo di
apparecchiatura mammografica che sfrutta la tecnologia
digitale denominata “photoncounting”, da più parti indicata come la tecnica radiologica
del futuro in quanto metodo
ideale per ulteriori applicazioni
avanzate. Per ottenere immagini di qualità ottimale con
questa tecnologia, sono sufficienti basse dosi di radiazioni:
il sistema che conta i singoli
fotoni del fascio di raggi X è
infatti in grado di fornire immagini di qualità eccezionale,
pur erogando una dose pari
al 50% di quella erogata dagli altri mammografi digitali
diretti e addirittura del 75%
inferiore rispetto ai più diffusi
mammografi digitali indiretti.
Un recente studio del Servi-
zio Nazionale Irlandese per lo
screening dei tumori (NCSS)
ha documentato che questo
tipo di mammografo migliora
la capacità di riconoscimento
dei tumori rispetto ai restanti
mammografi digitali diretti. Sia
lo studio Irlandese sia i rilevamenti dell’Agenzia Svedese per
la Protezione dalle Radiazioni
hanno confermato la netta riduzione di dose radiante della
tecnologia “photon-counting”.
L’intera procedura d’esame
con i mammografi dotati di
questa tecnologia richiede meno di cinque minuti – compresa l’acquisizione delle immagini. Il confort della paziente
è inoltre favorito dalla minor
compressione della mammella
necessaria per eseguire l’esame, nonchè dalla disponibilità
di vari piatti di compressione conformati in funzione del
volume mammario. Per rendere la compressione meno
fastidiosa, il sistema utilizza un
supporto per la mammella di
tipo curvo che meglio si adatta
all’anatomia dell’organo e che
viene riscaldato per garantire
un miglior confort.
Mammografia MicroDose: quali progressi nei
prossimi anni?
I rilevanti risultati clinici ottenuti con questa tecnologia innovativa sono solo l’inizio del
progresso previsto. Il sistema
photon-counting permetterà nuove applicazioni, attualmente in
fase di sperimentazione clinica
avanzata e disponibili nel cor-
Il Mammografo Digitale MicroDose eroga una dose di
radiazioni di gran lunga inferiore rispetto a qualsiasi altro mammografo attualmente
presente sul mercato e offre
una qualità di immagine ineguagliabile grazie alla risoluzione di 25 Megapixel.
I vantaggi del photon-counting
sono correlati con le caratteristiche proprie del fascio di radiazioni X, composto da un
insieme di particelle chiamate
“fotoni”. Poiché i raggi X sono
digitali per natura, il rilevatore
presente nel mammografo li
conta uno ad uno, sfruttando
un meccanismo di acquisizione individuale, senza ricorrere al processo di conversione
analogico-digitale impiegato
dalle altre apparecchiature.
Questo elimina oltre il 96%
della radiazione diffusa.
In sintesi: immagini di qualità
eccellente con la più bassa dose di radiazioni sul mercato.
so del 2012, in particolare: la
Quantificazione della componente
ghiandolare per determinare in
modo preciso il grado di densità della ghiandola e quindi il
potenziale rischio tumorale, la
Mammografia Spettrale (ottenuta con una singola esposizione
di raggi X e finalizzata alla
caratterizzazione tessutale), la
Mammografia con mezzo di contrasto per rilevare noduli nelle
donne ad alto rischio.
I risultati preliminari degli studi scientifici fanno intravedere grandi potenzialità per la
Mammografia Spettrale che
identifica le aree sospette codificandole a colori e sovrapponendo l’informazione ottenuta
all’immagine mammografica in
bianco e nero: aiuterà a definire la natura delle alterazioni
rilevate, consentendo un passo
avanti notevole.
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