dalla visione alla lettura

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NEUROFISIOLOGIA DELLA
VISIONE:
COME IL CERVELLO
IMPARA A LEGGERE
Il bambino nasce con delle POTENZIALITA’ , che
sono quelle della razza umana e che diventeranno
CAPACITA’ solo con il contributo degli stimoli
ambientali.
Ogni stimolo ambientale che raggiunge il cervello
crea sinapsi nuove o incrementa quelle esistenti o
rende la via nervosa più facilmente utilizzabile.
Il tronco encefalico, il talamo, la corteccia sensoriomotoria, sono strutture cerebrali sottocorticali che
nei primi mesi di vita sono “funzionali” , cioè non
sono completamente mature
Il cervello è come una
grande orchestra che
esegue uno spartito
predefinito, ogni
strumento è sincronizzato
con gli altri per produrre
una melodia
Ma se un elemento
stona o suona un
altro spartito, ne
uscirà una cacofonia
stonata e
inascoltabile.
S
C
M
S
C
M
Gusto\Olfatto
TATTO
S
Vista
Udito
VESTIBOLARE
C
Gusto\Olfatto
Manualità e Grafia
TATTO
S
Vista
Udito
VESTIBOLARE
MOVIMENTO
C
M
Lettura
Linguaggio
Comprensione
Cammino e corsa
“La motilità è una Efferenza
che esige una Afferenza
per organizzarsi”
ADELAIDE COLLI GRISONI
VISTA
UDITO
TATTO
L’EVOLUZIONE
NEUROFUNZIONALE
DEL BAMBINO COMUNE
LA VISTA
La vista è una elaborazione che il nostro cervello compie della
luce.
Attraverso l’occhio la luce viene elaborata e inviata al cervello
perchè possa essere decodificata in…
ABCDEFGHIL
MNOPQRSTUV
Z1234567890
Le cellule sensibili alla luce sono di due tipi: i coni e i bastoncelli.
I coni (6 milioni) si trovano prevalentemente al centro della retina e sono
specializzati per la visione diurna: permettono di adattarsi alla luce,
percepire i colori e distinguere i dettagli fini. I bastoncelli (100 milioni) sono
prevalentemente alla periferia della retina e sono specializzati per la
visione notturna: sono molto più sensibili alla luce rispetto ai coni, ma si
"saturano" rapidamente quando essa aumenta, non permettono di
percepire i colori né di distinguere bene i dettagli. Essendo la retina una
struttura complessa, le sue singole parti presentano una elevata
specializzazione funzionale: la parte centrale (macula ) è responsabile
della visione centrale, permette cioè di distinguere i dettagli più fini delle
immagini e di riconoscere i colori. Al centro della macula, la fovea è
responsabile dell'acutezza visiva, cioè della percezione dei dettagli più
piccoli (lettura). Tale specializzazione estrema è in rapporto alla presenza
di un'altissima concentrazione di coni e all'assenza di vasi propri. Le parti
più esterne della retina presentano, invece, una più alta concentrazione di
bastoncelli, sono responsabili della visione laterale o periferica e
permettono di vedere tutto ciò che si trova attorno al punto che si sta
fissando.
Corteccia occipitale
Corteccia visiva primaria, area 17
Aree visive associative, aree 18, 19; per il colore e il
movimento, la direzione, l’interpretazione visiva;
LOCALIZAZIONE DELLE FUNZIONID EL
LINGUAGGIO E
DEL RICONOSCIMENTO VISIVO
ASSOCIAZIONE
COMPRENSIONE
PROGRAMMAZIONE
MOTORIA
LOCALIZAZIONE
DELLE FUNZIONI
DEL LINGUAGGIO E
PRIMA
RICONOSCO
E SOLO
DEL RICONOSCIMENTO VISIVO
SUCCESSIVAMENTE NOMINO
RICONOSCIMENTO
VISIONE
NOMINAZIONE
ASCOLTO
LOCALIZAZIONE DELLE FUNZIONI DEL LINGUAGGIO E
DEL RICONOSCIMENTO VISIVO
RICONOSCIMENTO
A
“Prendi la T”
VISIONE
T
ASCOLTO
LOCALIZAZIONE DELLE FUNZIONI DEL LINGUAGGIO E
DEL RICONOSCIMENTO VISIVO
RICONOSCIMENTO
A
“Che lettera è?”
VISIONE
ASCOLTO
NOMINAZIONE
La conoscenza delle tappe di sviluppo
normali della funzione visiva e delle sue
anomalie può aiutarci a stabilire una diagnosi
pedagogica e permetterci quindi di
intervenire in modo adeguato e non
raffazzonato.
Si è scelto di usare il termine bambino
“comune” invece del solito “normale”,
perché : visto da vicino nessuno è
normale!
1° livello: dalla nascita a circa 1 mese di vita.
La maturazione delle strutture nervose
comprende il Midollo Spinale e il Bulbo.
Il Bulbo è la parte inferiore del cervello umano, si
trova appena sopra il midollo spinale e sotto il
Ponte. Il Bulbo collega il Midollo Spinale con il
Ponte. E’ formato da due parti continue: il Midollo
vero e proprio e il Midollo Allungato che è la parte
posta interamente all’interno del cranio e che in
termini funzionali sono considerate una sola
entità.
2° livello: 2,5 mesi
può essere chiamato il “livello della
sopravvivenza”.
Il Ponte Cerebrale completa la sua maturazione
e ci permette di lanciare un “grido di allarme”
(pianto di allarme) se qualche stimolo è eccessivo
e mette a repentaglio la nostra sopravvivenza.
Il Ponte si trova sopra il Bulbo e sotto il
Mesencefalo. Contiene fasci di fibre nervose che
collegano al Bulbo al Cervelletto e alle parti
superiori del Cervello.
Il Ponte esercita il controllo primario sulle funzioni
umane.
3° livello: 7 mesi
A questa età matura il Mesencefalo che è tutta
la parte del Cervello situata sopra il Ponte e sotto
la Corteccia cerebrale.
La regione sottocorticale che comprende i Gangli
della Base, il Talamo, il Cervelletto e che , per
comodità è detta Mesencefalo, si organizza
sempre più e si formano vie sinaptiche sempre
più veloci e intricate..
4° livello : 12 mesi
inizia l’organizzazione della Corteccia Cerebrale: 1°
stadio.
La Corteccia Cerebrale è lo strato più esterno del Cervello
ed è formata principalmente da NEURONI. I Neuroni sono
le cellule nervose che costituiscono le unità strutturali e
funzionali del Sistema Nervoso. La Corteccia umana è una
vasta porzione di cervello che, anatomicamente, non può
essere suddivisa in parti distinte.
Schematicamente e per maggior chiarezza abbiamo diviso
la corteccia in 4 stadi di livello la cui maturazione ci
permette di usare sempre più cervello e probabilmente
riflettono l’ordine dello sviluppo cerebrale dell’uomo. Il
primo stadio della corteccia esercita il controllo sulle
funzioni mesencefaliche.
5° livello : 18 mesi
Corteccia 2° stadio
Si tratta del livello di corteccia dell’uomo primario.
6° livello : 36 mesi
Corteccia 3° stadio
Si tratta del livello di corteccia dell’uomo primitivo.
7° livello : 72 mesi
Corteccia 4° stadio:Corteccia sofisticata.
Si tratta del livello di corteccia dell’uomo moderno,
attuale.
L’EVOLUZIONE DELLA
CAPACITA’ VISIVA: dalla
visione alla lettura
1° livello : dalla nascita fino a circa 1mese di
vita.
RIFLESSO PUPILLARE ALLA LUCE.
Alla nascita è già presente il riflesso pupillare: il
neonato è cosciente di luce e buio.
Gli stimoli ambientali aiuteranno il bambino a
migliorare rapidamente già nel primo anno di vita e
a circa 4 anni i suoi valori di acuità visiva saranno
simili a quelli dell’adulto.
L’accomodazione e tutti i movimenti oculari sono
immaturi. Il campo visivo è ristretto. Un qualsiasi
deficit mono o binoculare può provocare ambliopia
2° livello : 2,5 mesi
PERCEZIONE DI CONTORNI E CONTRASTI
Intorno ai due mesi e mezzo la capacità visiva è
ancora scarsa: il bambino vede sicuramente meglio,
ma solo da molto vicino, da lontano ancora ha gravi
difficoltà e vede soprattutto i contorni e i
contrasti.
Si ritiene anche che mostrare agli infanti molti
contrasti grafici sia di grande aiuto, poiché :
accresce la curiosità.
incrementa l’attenzione,
offre la possibilità di incrementare l’attitudine
alla concentrazione,
stimola la creazione di nuove sinapsi tra i
neuroni,
calma il bambino quando è irritato per noia.
3° livello : dai 7 mesi
IDENTIFICAZIONE DI PARTICOLARI IN UN INSIEME.
La maturazione delle vie nervose visive procede
velocemente se il bambino viene sottoposto
dall’ambiente a informazioni visive continue (visi diversi,
i vestiti degli adulti, sole, ombra, luce, buio, luci
dell’albero di Natale, ecc.) e intorno ai 7/8 mesi di età è in
grado di differenziare particolari in un insieme, per cui si
interessa ai bottoni, cerca di afferrare oggetti stampati
sulla tovaglia, vede gli orecchini e impara che: non solo
gli adulti hanno odori e voci diverse, ma addirittura
hanno facce diverse (angoscia dell’8° mese- Spitz).
Differenziare volti umani non è così semplice come
sembra, provate a pensare alla nostra difficoltà, di adulti,
nel dover differenziare tra cinesi e giapponesi!
Quando il bambino ha acquisito questo livello è pronto
per iniziare la “lettura delle parole rosse”. Questo tipo di
“lettura” si usa per offrire al bambino un altissimo
numero di informazioni visive ed ha i seguenti obiettivi:
1 stimolare le vie nervose visive con il colore rosso,
perché le prime fibre che mielinizzano per condurre al
cervello l’informazione “colore” sono quelle per il colore
rosso;
2 stimolare l’attenzione visiva e uditiva in
contemporanea;
3 insegnare al cervello a riconoscere un alto numero di
“particolari in un insieme” e riconoscere il “particolare”
tavolo dal “particolare” sedia scritti su due cartelli simili
(cinese o giapponese su due volti simili o il viso della
mamma da quello della nonna materna che pure si
assomigliano!)
Il cervello dovrà imparare a:
- discriminare e classificare forme,
dimensioni, consistenze,
- seriare,
- ricercare somiglianze e differenze,
- fare trasposizioni visive, ecc.
4° livello: 12 mesi
CONVERGENZA E CONSEGUENTE VISIONE
STEREOSCOPICA.
convergenza
5° livello: 18 mesi
DISTINZIONE TRA SEMPLICI SIMBOLI VISIVI SIMILI.
Pensiamo di osservare una fotografia di una barca a vela
su un delizioso laghetto in una bella assolata giornata
estiva. Anche se saranno presenti chiazze chiare dovute
al riflesso del sole nell’acqua, non avremo problemi a
riconoscere la sagoma della vela sempre che ci sia
familiare il contesto acqua, barca, sole in cui l’immagine
è immersa. Il bambino di questa età neurologica sarà in
grave difficoltà a distinguere una tonalità di bianco (vela)
da un’altra (il riflesso sull’acqua).
Se gli offriamo immagini semplici, chiare, precise, non
ambigue e senza sfondo, avrà la capacità di riconoscerle
meglio. A questa età non ha avuto ancora sufficienti
informazioni visive per poter differenziare, per esempio,
dove finisce la zampa dell’uccellino e dove inizia il ramo
su cui la zampa è posata.
BITS: I messaggi subliminali sono stati studiati dalle
aziende per favorire la vendita di prodotti. Gli
esperimenti hanno dimostrato che 1 fotogramma
della pepsi, inserito all’interno di 36 fotogrammi
(pari a un secondo durante un film), non viene
riconosciuto dalla corteccia, ma nell’intervallo la
gente chiede la pepsi. Se inseriamo un fotogramma
della coca cola, nell’intervallo la maggioranza
chiederà la coca cola. Quello che non abbiamo visto
a livello cosciente (corticale) il nostro cervello
sottocorticale (TALAMO) lo ha registrato
perfettamente. Attenzione: se il messaggio
subliminale non è memorizzato, non è riconosciuto.
6° livello: 36 mesi
RICONOSCIMENTO DI SIMBOLI VISIVI E LETTERE NOTI.
. Riconoscimento di simboli visivi complessi come
l’immagine precedentemente descritta ( barca a vela sul
lago ) ,
. Capacità di decodificare simboli linguistici scritti :
lettere dell’alfabeto e/o numeri.
. Uso dell’occhio controllato dall’emisfero dominante.
Quando, a 3 anni, il cervello ha imparato a fare tutte le
attività che implicano l’uso dei due emisomi insieme, in
contemporanea e in modo molto proficuo, è il momento
di iniziare ad usare gli strati della corteccia cerebrale più
alti e quindi il cervello umano, per una economia globale,
ha scelto di distribuire i compiti tra i due emisferi:
compare la lateralità.
Somaticamente la lateralità inizia dall’occhio.
Tra i 3 e i 4 anni di età un occhio inizia a
diventare sempre più abile a guardare durante
tutte le attività e l’altro “aiuta”.
Tra i 3 anni e mezzo e i 4 e mezzo una mano
diventerà sempre più abile e veloce: si lateralizza
la mano.
L’arto inferiore e l’orecchio si lateralizzeranno
dopo i 6 anni. Si dovrà fare molta attenzione alla
valutazione della lateralità rispettando i tempi di
maturazione delle strutture cerebrali implicate.
Capacità di mantenere l’attenzione visiva mentre si parla.
Se si mostra ad un bambino di tre anni un oggetto e gli si
chiede di continuare a guardarlo mentre lo spostiamo
nello spazio davanti ai suoi occhi, il bambino segue con
gli occhi tutti gli spostamenti senza difficoltà. Se
contemporaneamente gli facciamo una domanda, ogni
volta che deve rispondere, perde il contatto visivo con
l’oggetto.
Il cervello non è ancora così ben organizzato da poter
svolgere due compiti, come guardare o ascoltare e
parlare insieme.
Se questa capacità non sarà maturata e ben stabilizzata
prima dell’inizio della scuola elementare,
l’apprendimento della lettura e della scrittura saranno
estremamente difficoltosi.
7° livello: 72 mesi
LETTURA DI PAROLE CON L’OCCHIO CONTROLLATO
DALL’EMISFERO DOMINANTE.
Normalmente la lettura è una funzione della visione;
senza visione non c’è lettura e bisogna riuscire ad
attivare altre vie nervose sensoriali per poter leggere con
un sistema alternativo ( Braille, Malossi, ecc.)
Se tutte le tappe precedenti sono maturate
adeguatamente, il cervello umano ha ormai raggiunto la
capacità di “leggere” secondo quanto gli viene offerto
dal contesto culturale in cui vive.
Per lettura si intende: riconoscere (interpretazione
funzionale) dai segni della scrittura, le parole e
comprenderne il significato.
Segni e Simboli
1° step: riconoscere dai segni della scrittura le parole =
apprendimento della tecnica della lettura.
Riconoscere ogni singolo segno grafico (alfabeto),
far corrispondere ad ogni lettera dell’alfabeto un suono vocale,
fondere 1 consonante + 1 vocale in un grafema e collegarlo al
corrispettivo fonema,
associare più grafemi-fonemi per produrre una parola.
2° step: comprenderne il significato.
Solo quando tutte le tappe precedenti si svolgeranno in modo
sufficientemente veloce il cervello sarà dispensato dalla
decodificazione dei segni e sarà disponibile alla comprensione del
testo.
La lettura è una delle funzioni neurologiche che appartengono
esclusivamente all’uomo.
Essere capaci di vedere un simbolo visivo astratto e comprenderne
il significato è una prerogativa della corteccia cerebrale umana.
Distingue semplici simboli
visivi simili
EVOLUZIONE
DELLA VISIONE
Possiede la visione binoculare
con la profondità visiva
Possiede la convergenza
visiva
Ha la conservazione\permanenza
visiva dell’oggetto
Segue lo spostamento di
persone o cose
Identifica i dettagli di un insieme
Percepisce contrasti e contorni
Ha la visione
centrale
Ha la visione periferica
Vede i colori
Percepisce bianco e
nero
Possiede il riflesso pupillare alla
luce
Possiede un buon
movimento oculare
esplorativo
LA VISIONE NEL BAMBINO
CON DISABILITA’
Un bambino può avere difficoltà
visive da:
Danni all’occhio
Danni retinici
Danni alle fibre nervose che
portano l’informazione visiva
Danni cerebrali
1 Danni all’occhio:
anoftalmo = assenza dell’occhio,
microftalmo = l’occhio risulta più piccolo del
normale,
cataratta congenita, cornea con danni che la
rendono opaca e/o inspessita.
Spesso alcuni dei danni descritti si
presentano associati.
2 Danni retinici:
La retinopatia del prematuro (ROP) è tuttora una delle
principali cause di minorazioni visive nel mondo. Nei
Paesi industrializzati, la ROP è probabilmente la
seconda causa più frequente di cecità nei bambini;
anche nei Paesi in via di sviluppo l’incidenza della ROP
è in aumento.
Forme varie di distrofia retinica, tra le quali la forma più
precoce e più severa è l’Amaurosi Congenita di Leber
(ACL): disordine caratterizzato da un grave deficit
visivo, presente alla nascita o nei primi mesi di vita,
movimenti oculari caotici, nistagmo, reazioni pupillari
torpide, segni oculo-digitali con pressione o
sfregamento dei bulbi oculari, fundus oculi normale o
“sale e pepe”.
IPOVISIONE
Nistagmo
Retinite pigmentosa, maculopatia
Glaucoma
Atrofia del nervo ottico
3 Danni alle fibre nervose che portano
l’informazione visiva:
la lesione cerebrale causa una alterata percezione sensoriale, cioè
provoca problemi in una o più vie sensoriali che dal mondo
portano le informazioni al cervello. Queste vie percettive possono
essere anormali in uno dei seguenti modi:
IPER: la via è troppo “aperta” e di conseguenza la
stimolazione che giunge al cervello è eccessiva e
fastidiosa.
IPO: la via sensoriale non è “aperta” in modo sufficiente e
di conseguenza la stimolazione è troppo scarsa e il
cervello ne è deprivato.
RUMORE BIANCO: la via sensoriale produce stimoli
indipendenti da quanto avviene nel mondo esterno per
un difetto della via sensoriale e di conseguenza il
messaggio proveniente dall’esterno è alterato o, in casi
estremi, viene coperto dal rumore di fondo del sistema.
4 Danni cerebrali.
In molti bambini che presentano deficit
neurologici oltre al danno motorio si
possono associare deficit oculomotori e/o
visivi, dai più semplici (strabismo) ai più
complessi (disturbi del riconoscimento
tipo l’agnosia visiva).
In tutti questi casi si parla di Deficit
Visivo Centrale (Cortical Visual
Impairment CVI).
Strabismo:alterato allineamento dei bulbi oculari
strabismo latente
divergente
verso l’alto
strabismo manifesto
convergente
verso il basso
Il CVI (Cortical Visual Impairment CVI) Deficit Visivo
Centrale è una condizione che indica che i sistemi
visivi cerebrali non comprendono o non
interpretano costantemente ciò che vedono gli
occhi.
Questo non è indice di abilità cognitiva.
Se un bambino presenta difficoltà visive non per questo
significa che abbia problemi intellettivi.
Le cause principali di CVI sono: asfissia, ischemia ipossica
prenatale (“ipossia” = mancanza di ossigeno nelle
cellule o nel sangue, “ischemia”= apporto insufficiente
di sangue al cervello), carenza di sviluppo cerebrale,
lesioni cerebrali, idrocefalo, infezioni del sistema
nervoso centrale come meningite e encefalite, traumi
cranio-encefalici, ecc.
Ci sono alcune caratteristiche comuni delle funzioni visive nei
bambini con CVI:
Il disorientamento nello spazio è comune a causa della vicinanza
anatomica dei lobi parietali e occipitali.
La visione può variare: a volte c’è, a volte non c’è; può cambiare di
minuto in minuto, di giorno in giorno.
Lo scuotimento rapido e orizzontale del capo o il segno digito
oculare (si schiaccia i globi oculare con le dita) si verifica
raramente nei bambini con CVI.
Un terzo dei bambini con CVI sono fotosensibili, per cui possono
venire abbagliati dal foglio bianco del quaderno o dalla
pagina del libro. Altri fissano ostinatamente la luce.
La visione dei bambini con CVI può essere paragonata a quella
ottenuta guardando attraverso un pezzo di formaggio
emmenthal.
I bambini possono avere una scarsa percezione della profondità
che influenza persino la loro capacità di afferrare un oggetto.
La visione può risultare migliore sia quando l’oggetto si muove sia
quando il bambino si muove.
Tanti bambini con CVI possono essere in grado di usare meglio la
visione periferica rispetto a quella centrale. Tutti,
comunemente, usiamo la visione centrale, cioè quando
guardiamo un oggetto facciamo in modo che l’immagine
cada dentro la fovea.
I comportamenti dei bambini con CVI riflettono le loro
risposte di adattamento alle caratteristiche della
loro condizione.
Il comportamento di questi bambini è spesso mutevole
e bizzarro, la diagnosi è molto complessa per
mancanza di mezzi di indagine convenzionali. A
volte sono presi per simulatori o svogliati e
fannulloni in quanto in alcuni casi vedono mentre
in altri non riconoscono l’oggetto. Spesso solo la
nostra attenzione ai loro comportamenti può farci
sospettare un CVI e inviare il bambino al neurooftalmologo, perché questi bambini hanno bisogno
di un oculista pediatrico altamente specializzato
che dovrà fare anche una diagnosi del visus
comportamentale e dovrà lavorare a stretto
contatto con tutte le figure professionali che si
occupano del bambino, genitori ed educatori in
primis.
Ci sono alcuni comportamenti che sono caratteristici
nei bambini con CVI:
Possono provare un “fenomeno di affollamento”
quando guardano un’immagine: hanno difficoltà a
distinguere lo stimolo visivo dallo sfondo o in una
vetrina riescono a vedere una piccola scarpa in un
angolo, ma non riescono a vedere gli abiti esposti.
Normalmente guardano da vicino in modo da ingrandire
l’oggetto o ridurre l’effetto dell’ “affollamento”.
Una superstimolazione può portare il bambino ad un
comportamento “sfuggente”, o ad una breve
attenzione visiva, per esempio se il bambino viene
tenuto a lungo sullo stesso compito,
I bambini con CVI possono essere molto abili a
camminare in un ambiente pieno di oggetti senza
urtarli ed evitano spigoli o porte lasciate
socchiuse. Questo comportamento può essere
attribuito a “blindsight”, a un’area del cervello
responsabile del sistema visivo che è funzionante.
Sono spesso in grado di vedere meglio quando
viene loro detto cosa guardare per tempo.
Possono usare la loro visione periferica quando si
presenta uno stimolo visivo, dando la sensazione
che guardino da un’altra parte e non nella
direzione dell’oggetto dato.
Alcuni bambini guardano momentaneamente un
oggetto e girano il capo quando lo afferrano.
Quanto descritto porta spesso gli educatori a
pensare che il bambino abbia scarsa attenzione
visiva, che sia poco interessato, che abbia deficit
cognitivi, che non abbia assolutamente problemi
visivi, che sia cieco, che non sia motivato
all’apprendimento, ecc. E’ importantissima una
diagnosi corretta per aiutare il bambino ad
apprendere e soprattutto a non incolparlo dei suoi
problemi che già gli rendono la vita
sufficientemente dura.
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Successivamente all’alfabetiere di legno
si passa alla tastiera facilitata.
NUMERI
LETTERE
SIMBOLI
IMMAGINI
OGGETTI IN 3 DIMENSIONI
LUOGHI
BIANCO E NERO
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