Sistema duale tedesco: di cosa parliamo?

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Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
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Sistema duale tedesco: di cosa parliamo?
Cos’è?
Il sistema duale tedesco è una delle due componenti del sistema di istruzione tecnica e
professionale tedesca assieme all’Alternanza formativa. Il sistema duale si struttura principalmente
in due luoghi: la scuola e l’azienda. Il ruolo preponderante spetta all’azienda in quanto in Germania
la Legge sulla formazione professionale prevede che alla programmazione di questi percorsi non
prendano parte solamente le scuola ma anche imprese e Camere del Lavoro (che in Germania
non sono i sindacati ma le unioni di imprese) e sindacati. L’obiettivo che si pone questa
formazione è quello di fornire un’ampia preparazione professionale di base e le conoscenze e le
abilità tecniche necessarie per svolgere un’attività professionale qualificata tralasciando quasi
totalmente quelle che sono le competenze trasversali e le conoscenze di base quali
l’apprendimento della lingua madre e delle lingue straniere se non strettamente connesse con le
esigenze lavorative. Il sistema duale offre circa 350 qualifiche riconosciute.
Come funziona?
Al sistema duale vi si accede dopo aver completato la scuola dell’obbligo che va dai 15 ai 16 anni
in Germania e non sono previsti requisiti di accesso. I corsi hanno durata biennale o triennale a
seconda della professione a cui si indirizzano.
Risulta particolarmente interessante vedere come si struttura la settimana tipo di uno studente che
frequenta questi corsi: i ragazzi passano 3-4 giorni all’interno dell’azienda e solamente due giorni a
scuola. Il monte ore trascorso in classe settimanalmente è quindi di 12 ore di cui 8 ore sono
dedicate all’apprendimento di materie specifiche alla mansione che si deve apprendere e
solamente 4 sono dedicate all’insegnamento di materie generali non finalizzate. Il contenuto
minimo dei corsi viene stabilito a livello nazionale da comitati composti da organizzazioni
autonome regionali e settoriali, rappresentanti dei vari settori dell'industria e del commercio,
Camere di commercio e dell'industria, Camera dell'artigianato, Camera dell'agricoltura etc. Mentre
i finanziamenti sono divisi tra lo stato e le aziende, il primo paga le ore passate a scuola le
seconde pagano le ore di formazione trascorse in azienda.
Altro elemento da analizzare per comprendere il funzionamento di questo sistema è come
vengono valutati gli studenti: la valutazione si divide principalmente in due prove, la prima al
termine del secondo anno di studio/lavoro e la seconda al termine del corso di studi. Il primo
esame si articola in due prove, una prova scritta che valuta le conoscenze teoriche apprese e una
Campagna sull'istruzione tecnica e professionale #mettiamociallavoro
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
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prova pratica che si basa sul lavoro svolto in azienda. L’esame conclusivo si basa sempre su due
prove sempre una pratica e una teorica che hanno come solo fine la valutazione
dell’apprendimento della mansione. Le qualifiche che si ottengono con questi corsi di studi sono
tre: lavoratore specializzato, assistente commerciale o artigiano qualificato.
Cosa non va?
Il modello duale tedesco spesso viene riproposto all’interno dei dibattiti sull’istruzione tecnica
professionale in Italia, ne è un esempio chiaro la buona scuola che parla di “via italiana al sistema
duale tedesco”, come modello da seguire e su cui basare le future riforme di questo segmento di
istruzione. Analizzando quella che è la strutturazione di questi corsi però è lampante l’impostazione
ideologica che gli è stata data: all’interno del sistema duale non si imparano competenze
trasversali e saperi critici ma solamente apprendimenti di una mansione tecnica da svolgere per
tutta la vita.
Esemplificativo di questo indirizzo è l’orario settimanale che prevede 4 giorni passati in azienda a
svolgere quello che a tutti gli effetti è un lavoro part time e solamente 2 giorni a scuola, che tra
l’altro non vengono dedicati a l’apprendimento di materie generali, ad esempio lingua madre,
matematica, lingue straniere, educazione civica ma solamente ad apprendimenti teorici strumentali
alla mansione che si andrà a svolgere. Infatti anche le due prove di esame che prevede questo
percorso sono basate sulla verifica delle competenze meramente tecniche acquisite e non su un
percorso ampio di verifica di competenze e conoscenza trasversali anche perché non ne è previsto
l’apprendimento.
Sarà forse per questo che gli studenti tedeschi si posizionano solo al diciottesimo e al ventesimo
posto per competenze in lettura e matematica?
E’ chiaro quindi che importare un sistema del genere in Italia, tenendo conto delle differenze
abissali tra il nostro sistema economico e quello tedesco, significherebbe avviare l’ennesimo
percorso precanalizzante e precarizzante che non porterebbe dei reali benefici in termini di qualità
dell’istruzione e di accesso del lavoro ma andrebbe ancora di più ad acuire la distinzione tra
percorsi formativi di serie a e di serie b, tra percorsi che prevedono l’alta formazione e la bassa
formazione.
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